…vibrava l’ideale della nonviolenza

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In ogni scelta non dobbiamo mai lasciarci guidare dalla logica della violenza, e neppure da quella del taglione, cioè dell’«occhio per occhio» e «dente per dente». Non ne hanno avuto dubbi i presenti alla 9ª Serata cinematografica, che si è svolta venerdì 25 maggio 2018 presso la chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido. La Serata si è aperta − è vero − con il videoclip «Giocondità», la marcia militare eseguita dalla banda della Polizia di Stato in Piazza del Duomo di Milano, ma si è conclusa con il filmato AmandoTi» realizzato dai ragazzi disabili del Centro riabilitativo «Nuova Itaca» di San Pietro in Lama (Lecce) con la collaborazione di artisti e musicisti del Salento, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne. Nell’aria vibrava l’ideale della nonviolenza, della comunione, della fratellanza. Con il film «All Cops are Bastards» (Tutti i poliziotti sono bastardi) del regista Stefano Sollima, ideato all’interno della 6ª edizione del CineCircolo dal motto: «I giovani con ‘sorella’-‘madre’ Terra per immagini», e la cineconversazione, moderata dalla dott.ssa Teresa Cona, si è voluto mettere in risalto la legge che il cristianesimo ha impiantato in Europa come un ideale e una missione: la legge di solidarietà, di amore e di unità di tutta l’umanità. Questa legge, oggi minacciata, marginalizzata, disprezzata e addirittura rifiutata, erede del patrimonio biblico giudaico-cristiano, ci garantisce comunque che, di fronte alla diversità di persone e culture, religioni e popoli, tutti gli uomini sono fratelli e sorelle, come costantemente ce lo ricorda anche frate Francesco d’Assisi, nel suo «Cantico delle creature». Questo è ciò che dice la Bibbia nei suoi capitoli iniziali. La nozione che l’uomo è creato a immagine di Dio rappresenta la base della dignità incondizionata e universale di ogni persona umana. Si tratta della dignità che non ci può essere mai tolta: né per la cattiva condotta, né per la disabilità, né per la differenza religiosa, etnica o di genere.

Guardando l’intenso film di Sollima – uno spaccato di realtà che getta una luce cruda su un mondo in cui oppressori ed oppressi, carnefici e vittime, si scambiano rapidamente i ruoli e vengono osservati da un punto di vista che esclude pregiudizi e stereotipi, scandagliando in profondità la psiche dei protagonisti e le problematiche di una società orfana di regole e abbandonata all’insicurezza e all’anarchia − per certi versi ci siamo sentiti posti sul banco degli imputati. Spessissime volte anche noi siamo oppressivi e persecutori. Eppure professiamo un Dio uno e trino, antidoto alla violenza e causa di riconciliazione, manifestazione in Cristo di un amore che non cerca il dominio, ma rende per sempre contraddittoria la violenza tra gli uomini. Crediamo in un Dio che è comunione, unione, amore. Pace e nonviolenza sono parte integrante e decisiva del nostro credo cristiano. Fortunatamente sono rari i cattolici che vorrebbero armarsi contro un nemico. C’è tuttavia una violenza più sottile e più diffusa, quella fatta di parole, di atteggiamenti, di modi di relazionarsi. È quella a cui fa riferimento Papa Francesco quando dice di evitare il proselitismo, l’ingerenza spirituale, la costruzione di muri di risentimento, di odio e di vendetta…

Una Serata indimenticabile, ‘non aggressiva’, ‘non violenta’, ma ‘pacifica’, mite, tenera, nel giorno in cui il Papa ha ricevuto in udienza i funzionari, gli agenti e il personale civile della Polizia di Stato, incitandoli ad avere «coraggio, mitezza e tenerezza».

Piotr Anzulewicz OFMConv

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Una risposta

  1. Patrizia Corapi ha detto:

    La violenza e la nonviolenza: due volti che hanno secoli di vita. Pagine e pagine di storia testimoniano situazioni di violenza vissuti nel mondo, sotto i tetti delle case, nei confronti di disabili, donne, bambini… l’elenco è lungo e le forme varie. Le lotte contro questo fenomeno sono sempre esistite, ma spesso alla violenza si risponde ancora oggi con la violenza generando sempre più male. Violenza fisica, violenza verbale , violenza sottile che si traduce in uno sguardo, in un gesto cattivo, in un’azione malvagia. La violenza ha il volto del “non amore” e opera attraverso i tentacoli della debolezza, del non rispetto, dell’odio, armi che esprimono una forza esterna, brutale, manifestando di contro la fragilità’ dell’anima.
    Si può rispondere alla violenza con la pace? Si, amando. La pace ha il volto dell’amore, espande luce che proviene dalla forza dell’anima. Questa forza conduce la lotta sul piano alto della dignità, sul valore del rispetto umano, sull’amore. Questo anelito di pace, di fratellanza, di non violenza è un’eco d’amore che da duemila anni viaggia dal Golgota e attraversa il mondo, paesi, campagne, città, per posarsi nei cuori degli uomini perché possa in essi germogliare l’amore.

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