Serve un webpastore…

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Una Serata conviviale illuminante, quella focalizzata sul tema «I giovani: webpastore come tessitore di dialoghi», che si è svolta venerdì 20 aprile 2018, nel Salone «S. Elisabetta d’Ungheria» presso la chiesa «Sacro Cuore» a Catanzaro Lido. Con il claim «capire, cambiare, osare», siamo stati invitati a guardare a Internet con entusiasmo, fiducia e audacia, a riappropriarci del ruolo di animatori/webpastori di «comunità», che «si esprimono ormai attraverso tante voci scaturite dal mondo digitale», ad offrire a tutti − anche ai non credenti, ma sopratutto ai preadolescenti e agli adolescenti − «i segni necessari per riconoscere il Signore» (Benedetto XVI). Capire l’era presente (virtuale), cambiare se stessi − ed anche un po’ la nostra terra, per quanto incolta e poco fertile − e osare ad evangelizzare il grande “continente” cibernetico, in continua ed irrefrenabile espansione, dalle elevate potenzialità comunicative, dalla progressiva apertura sociale e dalla frequentazione sempre più crescente. Il web si configura ormai come un universo culturale informativo e formativo ed è di guida e di ispirazione per i comportamenti individuali, familiari e sociali. Operare pastoralmente in questo cyberspazio è non solo opportuno, ma anche necessario.

Tutti abbiamo bisogno però di un cambiamento di mente e di cuore e di una conversione pastorale… E’ una sfida per tutti, dai presbiteri agli educatori: entrare in sintonia con i media digitali ed elevarli a strumenti al servizio dei valori alti, umanistici e cristici. È urgente formare gli evangelizzatori a saper capire il linguaggio dei “nativi digitali” e andare a cercarli nei “luoghi” e nelle “piazze” che frequentano: Facebook, il cybercaffè, i blog, i chat… A loro che si debba strizzare l’occhio, tessendo i dialoghi e prendendosi cura delle loro parole, vite, storie.

Serve un webpastore, e una Chiesa, che non abbia paura di entrare nella loro notte, capace di incontrarli nella loro strada, in grado di inserirsi nella loro conversazione. Serve un webpastore, e una Chiesa, che «sappia dialogare con quei discepoli, i quali, scappando da Gerusalemme, vagano senza meta, con il proprio disincanto, da soli, con la delusione di un cristianesimo ritenuto ormai terreno sterile, infecondo, incapace di generare senso». Serve un webpastore, e una Chiesa, capace di accendere il loro cuore e ricondurli a Gerusalemme. «Per questo è importante − ha detto Papa Francesco a Rio, il 27 luglio 2013, rivolgendosi ai vescovi brasiliani − promuovere e curare una formazione qualificata che crei persone capaci di scendere nella notte, senza essere invase dal buio e perdersi; di ascoltare l’illusione di tanti, senza lasciarsi sedurre; di accogliere le delusioni, senza disperarsi e precipitare nell’amarezza; di toccare la disintegrazione altrui, senza lasciarsi sciogliere e scomporsi nella propria identità». Ai tempi di Internet queste parole risuonano con una forza e un’efficacia intramontabili. La sfida è arricchire la vita che appella in rete, raggiunta con domande semplici, di significati profondi, di pietre preziose, di perle. Frate Francesco non si troverebbe male nel grande mercato del web. Dialogando, egli saprebbe vendere bene la propria merce: la perla che ha trovato tra i lebbrosi e nei Vangeli.

Una Serata ricca di spunti, suggestioni, stimoli, sollecitazioni… Colma di slanci per colonizzare vecchi comportamenti e reindirizzare linguaggi ammuffiti e barocchi, debitori di una retorica e di un’autoreferenzialità ormai ignote alla scattante società contemporanea. Corredata di due video musicali e di tre video-conferenze. Arricchita dalla presenza di un ospite d’eccezione: p. Vasyl Kulynyak, di Crotone, cappellano della comunità ucraina di rito bizantino presso l’arcidiocesi di Crotone-S. Severina. Resa saporita con la sottile focaccia di farina, spianata a mano, variamente condita e cotta nel forno a legna. A presto, con slancio della speranza.

Piotr Anzulewicz OFMConv

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