«Ecumenicamente per il creato»: 1ª Serata conviviale con «aperitivo» (96)

Set

22

Ora: 19
Luogo: Salone «S. Elisabetta d'Ungheria» presso la chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido

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 Ve 22 set 2017

«Ecumenicamente per il creato» (Laudato si’, n. 7), la 1ª Serata conviviale con «aperitivo» nell’ambito della 5ª edizione del WikiCircolo il cui «fil rouge» è: «L’uomo-custode e protettore di ‘sorella’-‘madre’ Terra», l’edizione ispirata all’enciclica Laudato si’ di papa Francesco, alla preghiera-inno Cantico delle creature di frate Francesco e al Messaggio per la 51ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali “Non temere, perché io sono con te” (Is 43,5). Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo − la 96ª Serata di seguito tra quelle conviviali e quelle cinematografiche, con decorrenza dal 10 gennaio 2014, promossa dal Circolo Culturale San Francesco ed aperta gratuitamente a tutti, vicini e lontani

Programma della Serata

  1. Saluti di benvenuto ed introduzione (Anzulewicz OFMConv)
  2. Lettura del brano «Uniti da una stessa preoccupazione» dell’enciclica Laudato si’ (nn. 7-9), con la base musicale in sottofondo [CD «Fratello Francesco», n. 7]
  3. Tavola rotonda sul tema: «Ecumenicamente per il creato». Intervengono: padre Vasyl Kulynyak − coordinatore pastorale (cappellano) della Comunità ucraina di rito bizantino presso arcidiocesi di Crotone-S. Severina, padre Salvatore Sulla − parroco della Comunità greco-cattolica italo-albanese «Ss. Salvatore» di rito greco presso l’eparchia di Lungro, pastore Ranieri Van Gent − responsabile della conduzione spirituale della Comunità evangelica della riconciliazione di Catanzaro. Modera: avv. G. Frontera, tutore/curatore principale delle Serate conviviali a tema
  4. Domande, osservazioni, condivisioni
  5. Ringraziamenti, comunicazioni relative al Circolo ed annuncio del prossimo evento (dott.ssa T. Cona, segretaria del Circolo)
  6. Recita della «Preghiera cristiana con il creato» (Laudato si’, n. 246)
  7. Foto di gruppo ed «aperitivo» [in sottofondo le basi musicali: CD «Fratello Francesco», nn. 1-2]

Uniti da una stessa preoccupazione (Laudato si’, nn. 7-9)

  1. Questi contributi dei Papi raccolgono la riflessione di innumerevoli scienziati, filosofi, teologi e organizzazioni sociali che hanno arricchito il pensiero della Chiesa su tali questioni. Non possiamo però ignorare che anche al di fuori della Chiesa Cattolica, altre Chiese e Comunità cristiane – come pure altre religioni – hanno sviluppato una profonda preoccupazione e una preziosa riflessione su questi temi che stanno a cuore a tutti noi. Per citare solo un esempio particolarmente significativo, voglio riprendere brevemente parte del contributo del caro Patriarca Ecumenico Bartolomeo, con il quale condividiamo la speranza della piena comunione ecclesiale.
  2. Il Patriarca Bartolomeo si è riferito particolarmente alla necessità che ognuno si penta del proprio modo di maltrattare il pianeta, perché «nella misura in cui tutti noi causiamo piccoli danni ecologici», siamo chiamati a riconoscere «il nostro apporto, piccolo o grande, allo stravolgimento e alla distruzione dell’ambiente».[14] Su questo punto, egli si è espresso ripetutamente in maniera ferma e stimolante, invitandoci a riconoscere i peccati contro la creazione: «Che gli esseri umani distruggano la diversità biologica nella creazione di Dio; che gli esseri umani compromettano l’integrità della terra e contribuiscano al cambiamento climatico, spogliando la terra delle sue foreste naturali o distruggendo le sue zone umide; che gli esseri umani inquinino le acque, il suolo, l’aria: tutti questi sono peccati».[15] Perché «un crimine contro la natura è un crimine contro noi stessi e un peccato contro Dio».[16]
  3. Allo stesso tempo Bartolomeo ha richiamato l’attenzione sulle radici etiche e spirituali dei problemi ambientali, che ci invitano a cercare soluzioni non solo nella tecnica, ma anche in un cambiamento dell’essere umano, perché altrimenti affronteremmo soltanto i sintomi. Ci ha proposto di passare dal consumo al sacrificio, dall’avidità alla generosità, dallo spreco alla capacità di condividere, in un’ascesi che «significa imparare a dare, e non semplicemente a rinunciare. E’ un modo di amare, di passare gradualmente da ciò che io voglio a ciò di cui ha bisogno il mondo di Dio. E’ liberazione dalla paura, dall’avidità e dalla dipendenza».[17] Noi cristiani, inoltre, siamo chiamati ad «accettare il mondo come sacramento di comunione, come modo di condividere con Dio e con il prossimo in una scala globale. E’ nostra umile convinzione che il divino e l’umano si incontrino nel più piccolo dettaglio della veste senza cuciture della creazione di Dio, persino nell’ultimo granello di polvere del nostro pianeta».[18]