Molti si domandano se oggi sia ancora possibile una battaglia per difendere la cultura classica. È una battaglia di retroguardia quasi sempre perduta in partenza, anche perché la necessità irrefrenabile di fare piazza pulita del passato avanza in ogni ambito. Naturalmente, le istituzioni possono dare un contributo importante, ma ciò che conta è soprattutto la battaglia delle idee e del pensiero. Solo in questo modo riusciremo a superare il postmoderno, che è una sorta di “dopo sbronza” della modernità, una fuga nel divertimento sullo sfondo di una comunicazione caotica e atomizzata.
Eppure, «l’avvenire dell’uomo dipende dalla cultura!». Non è senza un’emozione che facciamo qui risuonare queste parole pronunciate 32 anni fa presso la sede dell’UNESCO a Parigi da Giovanni Paolo II. Coloro che udirono il suo discorso ebbero subito coscienza di aver ascoltato una grande lezione di spiritualità e di umanesimo. L’uomo e Dio, la memoria e la cultura. La cultura è innanzitutto la memoria. Noi apparteniamo all’Occidente con la sua storia che ereditiamo e che ci plasma. La memoria rafforza l’identità. Essa si perpetua nella grande comunità degli uomini che sono uniti da legami diversi, ma soprattutto dalla cultura. Da qui, l’importanza della formazione per la sua conservazione e la sua trasmissione.
L’uomo «è il fatto primordiale e fondamentale della cultura» (Dialogo tra le culture per una civiltà dell’amore e della pace, Città del Vaticano 2001, n. 8), è «il suo unico oggetto e il suo termine» (n. 7). Ciò ha per conseguenza che egli deve sottomettere l’elemento materiale alle forze spirituali e che la cultura deve contribuire al suo essere prima di accrescere il suo avere: «La cultura è ciò attraverso cui l’uomo in quanto uomo diventa più uomo, è, accede di più all’essere. È qui anche che si fonda la distinzione capitale tra l’essere e l’avere» (ivi). Grazie alla cultura, l’uomo può divenire sempre più uomo e imparare ad essere di più non solo “con gli altri”, ma anche “per gli altri”.
Questo è anche il compito del Circolo, con le sue potenzialità, con il suo ruolo d’avanguardia e con i suoi progetti volti a ripristinare i valori umanistici, evangelici e francescani: fratellanza, solidarietà, dialogo, giustizia e pace…
Piotr Anzulewicz OFMConv
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