Frate Francesco ieri, oggi e domani
Parte magnificamente la 4ª edizione del CineCircolo, venerdì 13 gennaio, dal tema conduttore: «”Sorella” e “madre” Terra per immagini». La inaugura il documentario «Francesco ieri, oggi e domani», a cura di Silvano Vinceti, girato nel 2012 dal regista Paolo Montesi, nei splendidi luoghi in cui visse il Santo d’Assisi, e corredato di musiche di Egidio Manganelli. Tutto viene preceduto dall’accoglienza degli spettatori nel Salone «S. Elisabetta d’Ungheria» presso la chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, messi a dura prova per il freddo di questi giorni o inchiodati a letto per l’influenza (tra loro, anche la Curatrice dell’edizione), dal richiamo all’onomastico di p. Ilario Scali, superiore della Fraternità conventuale e parroco della Comunità parrocchiale, e dal cenno alla conferenza stampa di presentazione del documento preparatorio della 15ª assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi che si terrà nell’ottobre 2018 e che si prefigge di mettersi in ascolto dei desideri, dei progetti, dei sogni che hanno i giovani per la loro vita, come anche delle difficoltà che incontrano per realizzare il loro progetto a servizio della società, nella quale chiedono di essere protagonisti e costruire insieme una Chiesa più “giovane e fresca”, aperta al confronto e all’incontro.
Prima della proiezione non manca un doveroso preambolo. Il curatore del film, Silvano Vinceti, è un “ateo devoto”, fondatore e presidente del «Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali», autore di diversi libri che spaziano dalla filosofia, alla letteratura, all’ambiente e alla storia, tra i quali Francesco, il rivoluzionario di Gesù (Armando Editore, 2012) e La Gioconda di Leonardo. I misteri di un capolavoro ritrovato (Armando Editore, 2016). «Certi personaggi valgono nella misura in cui ancora oggi sono capaci di creare scandalo e una felice provocazione esistenziale»: è questo il Francesco che trasuda dalle pagine del primo libro e dal film, quel Francesco rivoluzionario che, come tutti i rivoluzionari, «fanno sì da rimetterci in discussione». Un Francesco, dunque, raccontato e spiegato da un osservatore laico che però ha saputo restituirgli tutta la forza e la grandezza che gli appartengono. Un Francesco che s’impegna a cambiare le cose dall’interno, applicando alla lettera la parola del Vangelo, senza mai sconfinare nell’eresia o nella scomunica, rimanendo in totale, espressa, ferma e quasi ostinata comunione con la Chiesa, «sempre sottomesso e soggetto ai suoi piedi» (Rb 12,5: FF 109).
«Il mio è un approccio da non credente – ha spiegato Vinceti – verso un uomo coerente che ha saputo unire il predicare e il praticare». Infatti, il documentario è «un atto d’amore» nei suoi confronti. Cercando di volare oltre l’aspetto della storiografia, affascinato dal suo carisma, lo vede di ritorno, dopo otto secoli di storia, alla sua amata Assisi e lo interpreta nel suo vissuto interiore in cui sboccia anche il Cantico delle creature, «l’epifania di una incontenibile lode e ringraziamento per il Dio che ha creato il cielo, la terra, il sole, la luna, la vita e la morte». Sia il libro sia il documentario non vogliono essere – ha sottolineato Vinceti – un’ennesima biografia del santo Patrono d’Italia, ma piuttosto un tentativo di «attualizzare Francesco, perché credo che oggi i suoi valori possano essere importanti anche per i non credenti».
La “perfetta letizia”, il messaggio che la felicità non passa attraverso le cose materiali, la forza e il coraggio anche nella cattiva sorte, sono tutti valori che Francesco nella sua vita non si è limitato a predicare, ma ha praticato. Da qui il Francesco “corporeo” che si nutre di ragione e sentimenti, di realtà e finzione, di poesia e arte, e si colloca in quel terreno impervio, dove la bellezza e la verità si fondono armonicamente assieme, intonando una sinfonia di vita che riaccende sentimenti sopiti, desideri seppelliti o nascosti nei cassetti più remoti della nostra coscienza. Vinceti sposa quella visione dove l’arte-scienza o la scienza-arte rappresenta la sintesi, il superamento e il coronamento di un diverso modo di intendere e vivere la storia; dove non si ha la pretesa di una verità certa, ma si tenta di fare della verità possibile uno strumento per infiammare i cuori e spingere all’azione lo spettatore, grazie alla forza e alla seduzione di un’arte veritiera. Se si è in grado di far rivivere Francesco nei nostri cuori e di rappresentarlo in modo adeguato alla nostra mente, allora il Poverello continuerà – Vinceti ne è certo – a svolgere nel divenire temporale la sua azione profonda e la sua rivoluzione sincera, religiosa o laica che sia.
Lo scopo di questo documentario, ed anche della Serata, il suo valore e la ragione del suo essere sono racchiusi in queste poche parole: far rivivere dentro di noi questo rivoluzionario di Gesù, affinché egli, come tutti i rivoluzionari, ci obblighi a rimetterci in discussione e a porci quelle domande di cui ci priva la società “liquida”, digitale, “cliccabile”, narcisistica, dimentica ormai di tanti aspetti solidi e sodi, tra cui degli appellativi di “sorella” e di “madre” attribuiti da lui alla Terra. Per lui è la Terra che “governa” l’uomo e non l’opposto. «Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa» (Cant, v. 9: FF 263).
Allietano la proiezione le patatine, le bibite, il panettone…, con grazia servite da Rita e Maria Luisa. A conclusione vi è l’applauso al regista, lo scambio di pareri e il selfie che ritrae gli ultimi «moschettieri», noncuranti del freddo, perché infiammati, pure loro, dall’amore per frate Francesco.
Piotr Anzulewicz OFMConv
Auguro di cuore che il Circolo Culturale San Francesco si senta investito, con gioia, della ‘missione’ di diffondere il messaggio cristiano, quello di «un Francesco che s’impegna a cambiare le cose dall’interno, applicando alla lettera la parola del Vangelo, senza mai sconfinare nell’eresia o nella scomunica, rimanendo in totale, espressa, ferma e quasi ostinata comunione con la Chiesa, “sempre sottomesso e soggetto ai suoi piedi” (Rb 12,5: FF 109)», della ‘missione’ di essere divulgatore di cultura e di condivisione del messaggio cristiano tra credenti e non credenti. Auguro buon lavoro a tutti voi.