Wow… la nuova edizione!

Sono online i depliant della 5ª edizione del Wiki- e CineCircolo! L’occasione per lanciarla sarà però la 3ª Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato e la 12ª Giornata Nazionale per la Custodia del Creato, che si terrà nella sede del Circolo venerdì 1 settembre, alle ore 19, con la presentazione dei protagonisti straordinari delle Serate conviviali con «aperitivo» e delle Serate cinematografiche con «cocktail» (22 settembre − 22 dicembre). Da quel momento si comincerà a fare il conto alla rovescia per il 22 settembre: la 1ª Serata conviviale con «aperitivo» (96) dal logo: «Ecumenicamente per il creato» (Laudato si’, n. 7)!

Certo, alcune Serate potranno subire delle modifiche e altre aggiungersi, ma gli eventi principali intrisi di speranza e di fiducia sono ormai definiti, tutti gratuiti. Tra i protagonisti straordinari sono previsti: p. Vasyl Kulynyak, Beniamino Donnici, Bonaventura Bevilacqua, Walter Fratto e…  Tutti, comunque, possono fare la propria parte, come volontari, anche solo per poche decine di minuti, prima, durante e dopo ogni Serata conviviale e cinematografica. Potete anche voi mettervi in gioco, portare il vostro contributo e le vostre idee per costruire un domani migliore, lasciandovi interrogare da quelle parole di speranza e fiducia che frate Francesco d’Assisi ci ha consegnato in eredità: la cura responsabile di ‘sorella’ e ‘madre’ Terra e la cura dell’altro, la fraternità, l’incontro, il dialogo, la giustizia, la pace.

Il Circolo conta davvero su di voi! Per iscriversi ad esso, riceverne la tessera associativa o rinnovarla e saperne di più, non esitate a contattarci e frequentare questo portale e la pagina di Facebook. È una straordinaria opportunità!

Arrivederci, dunque, a settembre, in campo, pieni di energia, passione e creatività, per affrontare la nuova avventura e volare in alto, insieme, in squadra, uniti più che mai.

Staff del Circolo

 

 

 




Auguri di buona estate

È arrivato il momento di staccare la spina. I mesi di lavoro alle spalle, seppur gratificanti e appassionanti, si fanno sentire e impongono una pausa per la mente e il corpo. «Non c’è che una stagione: l’estate, tanto bella che le altre le girano attorno − scrisse Ennio Flaiano († 1972), sceneggiatore, scrittore, giornalista, critico cinematografico e drammaturgo italiano. − L’autunno la ricorda, l’inverno la invoca, la primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla».

Augurando a tutti una buona estate, «tanto bella», splendida e colorata, il Consiglio direttivo del Circolo esprime la gratitudine per il tempo trascorso insieme e invita alla 5ª edizione del Wiki- e del CineCircolo, cioè alle Serate conviviali con «aperitivo» e alle Serate cinematografiche con «cocktail» (venerdì 22 settembre è in programma la 1ª Serata conviviale e venerdì 29 settembre − la 1ª Serata cinematografica).

Entrambe le edizioni continueranno ad ispirarsi all’enciclica Laudato sì di Papa Francesco e alla poesia-preghiera Cantico delle creature di frate Francesco, ma anche al Messaggio per la 51ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali «“Non temere, perché io sono con te” (Is 43,5). Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo». Sarà questo un surplus che le darà un tocco speciale: speranza e fiducia, all’insegna dell’incontro, del dialogo, dell’accoglienza, secondo la logica della ‘buona notizia’, raccontando o proiettando storie positive e propositive. Il Consiglio direttivo del Circolo chiede di promuovere e sostenere queste edizioni e tutti i programmi non ancora attivati, in attesa di tempi migliori.

Il programma delle Serate? È la domanda che in tanti ci stanno ponendo. La risposta è vicina! L’occasione per lanciarlo sarà la 12ª Giornata Mondiale per la Custodia del Creato che si terrà nella sede del Circolo venerdì 1 settembre, con la presentazione dei loro principali protagonisti. Da quel momento si comincerà a fare il conto alla rovescia per il 22 settembre!

Già domani si potranno trovare su questo portale i dépliant digitali delle Serate. I dépliant cartacei saranno ritirati dalla Tipografia nei prossimi giorni e messi a disposizione di tutti. Navigare sul nostro portale è molto facile, ma anche fogliare una cara brochure cartacea ha i suoi meriti. Richiedetela nella sede del Circolo.

Pertanto, godetevi le vostre meritate vacanze. Siano esse rilassanti, ritempranti e rigeneranti… Con voi vorremmo anche noi alzare lo sguardo dalle creature verso il Creatore e con frate Francesco elevare il canto di lode: “Laudato si’, Signore, per il mare, le spiagge e il sole. Laudato si’, Signore, per i monti, i boschi e le sorgenti. Laudato si’, Signore, per le città, le chiese, le piazze e i monumenti d’arte”. «Laudato si’, mi’ Signore, ‘per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba» (Cant 9: FF 263).

Un affettuoso abbraccio a ciascuno di voi: soci, sostenitori, promotori, amici.

Piotr Anzulewicz OFMConv

a nome del Consiglio direttivo




Per esaltare l’armonia del creato e delle creature…

Tutto era sonoro ed armonioso, altisonante ed esaltante. La «Messa della Terra» (Earth Messa), che si è tenuta venerdì 30 giugno presso la chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, a coronamento della 4ª edizione del Wiki- e CineCircolo, richiedeva dai presenti un’assoluta resa. E, infatti, al suono del sassofono tenore tanti si sono arresi subito. E’ stato il M° Luigi Cimino, sassofonista, arrangiatore-compositore, direttore del complesso bandistico «Giuseppe Cimino» di Cropani, docente di musica nelle scuole statali e membro del Consiglio direttivo del «Circolo Culturale San Francesco», a toccare le corde dei loro cuori e trascinarli verso «i territori che si trovano in noi stessi e in territori in cui è sospesa la nostra minuta e stupefacente Terra, con i suoi spazi trapassati dalle radiazioni delle stelle».

A dare l’avvio a questo evento di pathos estatico e conviviale è stata la lettura della preghiera «Absorbeat», conosciuta e recitata da frate Francesco d’Assisi e pubblicata sulla prima pagina di questo sito Internet del Circolo: «Rapisca, ti prego, o Signore, l’ardente e dolce forza del tuo amore, la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo, perché io muoia per amore dell’amor tuo, come tu ti sei degnato di morire per amore dell’amor mio» (Fonti francescane 277).

La dott.ssa Teresa Cona, segretaria del Circolo, ha presentato quindi il programma della Serata e con lo sguardo retrospettivo ha rievocato il percorso della 4ª edizione del Wiki– e Cine-Circolo, focalizzando l’attenzione sulle ultime due Serate: quelle del 16 e del 23 giugno, già commentate nell’articolo «Gratitudine – Mondo fragile – Happening». Prima di lasciarci rapire dai brani musicali, ha spalancato le nostre menti e i nostri cuori al repertorio «Un tocco di armonia», pubblicato in anticipo su questo portale e riportato anche sulla brochure a disposizione dei presenti, e insieme all’avv. Peppino Frontera ha rammentato il «curriculum» professionale del Maestro, colonna portante del Circolo e anima trainante di questa Serata (al riguardo si legga ad esempio l’articolo: «Concerto natalizio: una star con il sassofono»). Tutti i brani, eseguiti da lui in chiave jazzistica ed accompagnati dai toccanti filmati musicali proiettati da Ghenadi Cimino sul grande schermo, hanno destato un’estasiata ammirazione e un cordiale applauso.

La pausa tra le due parti è stata attraversata sia dai versi degli animali (l’ululato del lupo di Gubbio e il canto della cicala), che dal mormorio delle foglie e dell’acqua e dalle parole del Maestro che ci ha offerto un “terzo orecchio”, per scoprire i segreti del jazz con affascinanti finezze in alcuni capolavori, e uno sguardo sulle profondità espressive e sui meccanismi di come ‘farlo’, dall’improvvisazione alle poliritmie e dal «sound» alle forme.

Al termine della sua «performance», tra emozione e commozione, i due presentatori, a nome di tutti i partecipanti, gli hanno donato un mazzo di fiori come segno di gratitudine e di apprezzamento per la sua maestria e per il suo certosino lavoro che soggiaceva ad ogni interpretazione. Il Circolo lo ringrazia vivamente e nel contempo è fiero di averlo come consigliere, conoscendone a fondo il suo «genio» e la sua bontà, qualità esaltate dall’umiltà che accomuna i “grandi”.

La segretaria ha quindi abbozzato la nuova edizione, la 5ª, del Wiki-e CineCircolo e ha invitato i convenuti all’«aperitivo» nel Salone «S. Elisabetta d’Ungheria»: un raffinato e delizioso rinfresco, tra pizze e dolciumi, e un augurio − con la base musicale in sottofondo («Fratello Francesco») − per una rigenerante pausa estiva. La conclusione della Serata è stata suggellata dalla foto comune che ha ‘immortalato’ lo Staff ed alcuni dei partecipanti all’evento.

Di meglio non si è potuto né concepire né sognare. «Chapeau», dunque, a tutti: all’équipe delle due sezioni del Circolo che ha lavorato con passione, gomito a gomito, incontrandosi, insieme ad altri, ogni mercoledì per dare un tocco magico ad ogni evento del venerdì (la dott.ssa Teresa Cona − direttrice del CineCircolo, e l’avv. Peppino Frontera − direttore del WikiCircolo, in collaborazione con il M° Luigi Cimino), a Ghenadi Cimino per il «service» audiovisivo portato sempre la sera precedente, montato e impostato nel giorno dell’evento e gestito d’incanto nel corso dell’evento, a coloro che con le piccole donazioni o le domestiche “creazioni” hanno pensato al palato («aperitivo» e «cocktail»), e ai fans del Circolo, in particolare a quelli presenti fino all’ultimo punto del programma delle Serate del venerdì e immortalati spesso nelle foto di gruppo. A tutti un immenso grazie per il loro costante ed ammirevole impegno, la fatica, la dedizione e la passione. Tutto ciò per esaltare l’armonia del creato e delle creature…

Piotr Anzulewicz OFMConv

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Famiglia, custodisci il creato con tenerezza e gratitudine!

L’ultima Serata ci deve ancora arrivare. Venerdì 9 giugno si è tenuta la penultima, quella conviviale a tema, ideata nell’ambito della 4ª edizione del WikiCircolo, il cui filo conduttore è: «L’uomo e sua ‘sorella’ Terra», l’edizione ispirata all’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco e alla preghiera-inno Cantico delle creature di frate Francesco − la 92ª di seguito, tra quelle cinematografiche e quelle conviviali, con decorrenza dal 10 gennaio 2014. Una Serata stimolante. «Laudato si’: l’’ecologia integrale’ − educare all’alleanza tra l’umanità e l’ambiente» era il suo titolo che suggeriva come andava a finire, secondo il programma, pubblicato previamente sul Sito Web e su Facebook del Circolo e presentato dalla dott.ssa Teresa Cona, segretaria dell’Associazione. Ne è rimasta una sentita traccia nei cuori degli astanti.

Il video musicale d’apertura sulla natura calabrese, creato da Vitali Frontera, con le straordinarie foto paesaggistiche di Maria Luisa Mauro e il Cantico delle creature eseguito dal cantautore Angelo Branduardi, ha colpito l’immaginazione dei presenti che si è espressa spontaneamente con un vivo applauso, metafora di un abbraccio a tutti e tre, e al Creatore, in quanto causa prima del creato e della vita: «A Te solo buon Signore / Si confanno gloria e onore / A Te ogni laude et benedizione / A Te solo si confanno / Che l’altissimo Tu sei / E null’omo degno / Te mentovare / Si laudato mio Signore / Con le Tue creature».

E’ seguita la lettura di un brano dell’enciclica Laudato si’ (n. 211), relativo al tema della Serata, con la base musicale in sottofondo tratta dal CD «Fratello Francesco», e di alcuni passaggi del libro di Leonida Rèpaci, Calabria grande e amara (Rubbettino Editore, 2002).

La bellezza della natura calabrese, da custodire con cura e da rispettare con gratitudine, è stata abilmente messa in risalto dall’avv. Peppino Frontera, tutore/curatore principale delle Serate conviviali a tema,

A monte di tutto galleggiava il tema centrale, con una forte connotazione educativa, quella che favorisce la crescita di una cultura e di una civiltà attenta all’ambiente e capace di custodirlo con tenerezza e saggezza. Si è detto che, alla luce del magistero della Chiesa e della Laudato si’, a motivare l’impegno per il creato è pur sempre la passione verso l’uomo e la ricerca della solidarietà ispirata dai valori della carità, della giustizia e del bene comune. Il credente guarda alla natura con riconoscenza e gratitudine verso il Creatore e per questo non la considera un tabù intoccabile o tanto meno ne abusa con spregiudicatezza: il creato è suo dono, perché in esso l’uomo, ogni uomo, tutto l’uomo, si sviluppi e faccia sviluppare il creato stesso in tutte le sue componenti: uomini, animali, piante… «La natura è espressione di un disegno di amore e di verità. Essa ci precede e ci è donata come ambiente di vita. Ci parla del Creatore (cfr. Rm 1,20) e del suo amore per l’umanità. È destinata ad essere “ricapitolata” in Cristo alla fine dei tempi (cfr. Ef 1,9-10; Col 1,19-20). Anch’essa, quindi, è una “vocazione”. La natura è a nostra disposizione non come “un mucchio di rifiuti sparsi a caso”, bensì come un dono del Creatore che ne ha disegnato gli ordinamenti intrinseci, affinché l’uomo ne tragga gli orientamenti doverosi per “custodirla e coltivarla” (Gen 2,15)» (Caritas in veritate, n. 48).

Oggi, purtroppo, constatiamo che l’uomo moderno ha tradito la sua missione, quella di esserne attento, fedele e intelligente custode. Uscito dall’Eden, da quel giardino in cui Dio lo aveva posto, si è sentito lui, e lui solo, il padrone della propria vita e del mondo, «provocando la ribellione della natura, tiranneggiata piuttosto che governata da lui», come ha scritto Giovanni Paolo II nella Lettera-enciclica Centesimus annus. Abbandonandosi ad un faustiano godimento del presente − è il «tutto oggi per me e per nessun altro» − e ad una ossessiva e sfrenata ricerca del consumo immediato, ha causato squilibri dalle conseguenze drammatiche. Papa Francesco non manca di far notare: «Se in tante parti del mondo ci sono bambini che non hanno da mangiare, quella non è notizia, sembra normale, ma non può essere così! Eppure queste cose entrano nella normalità: che alcune persone senza tetto muoiano di freddo per la strada non fa notizia. Al contrario, un abbassamento di dieci punti nelle borse di alcune città costituisce una tragedia… Così le persone vengono scartate, come se fossero rifiuti» (Udienza generale, 5 giugno 2013).

Oltre al creato che «geme e soffre» (Rm 8,22), «tiranneggiato piuttosto che governato», è la stessa famiglia umana a soffrire, per la fame, la desertificazione, i cambiamenti climatici, l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, e teme per il suo futuro. «Il progetto ideologico consumista − afferma mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio della Famiglia − mercifica tutto, uomini e natura, rovina le reti ecologiche e le reti sociali, si fonda sull’egoismo, l’avidità, la competizione, la sopraffazione, dimenticando la gratuità, la reciprocità, la cooperazione. Così cessiamo di pensarci come famiglia. Il mercato ci vuole individui consumatori e la famiglia luogo di consumo prima che di amore e socialità. Il mercato − basti pensare alla pubblicità dei prodotti di consumo − si riempie la bocca della parola “famiglia”, ma ne svuota il senso facendo emergere il consumismo individuale. Lo stereotipo di famiglia del consumismo è solo un “io formalmente allargato”, non è mai un “noi”. E’ l’opposto della famiglia, in particolare della famiglia cristiana, che trova il suo valore in un amore che spinge a superare continuamente se stessi per allargare sempre più il “noi” sino ai poveri» (AA.VV, Famiglia custodisci il creato! A cura di Gianfranco Grieco OFMConv, Città del Vaticano 2015, p. 20).

Il sistema economico consumista, per diffondere i propri valori edonistici, sfrutta la famiglia piegandola ai suoi scopi e degradandola a modello di una visione mercantilistica della vita e della realtà. Dalla nascita di un figlio alla scuola, all’alimentazione, al vestire, al matrimonio, e così oltre, a tutto, c’è già il mercato che ci pensa. Alle persone non resta che lasciarsi docilmente guidare e condurre per mano nella piazza del consumo, il centro commerciale, dove ogni desiderio verrà soddisfatto, come in un moderno paese dei balocchi. L’umanità e la natura appaiono allora concetti astratti e lontani. Ogni festa è snaturata dalla sua mercificazione. Il Natale diviene la fiera del consumo e la frenetica ricerca del regalo giusto, dell’ultimo modello di smartphone. La domenica diviene il giorno ideale per lo shopping, e così ogni festa religiosa o laica. Il calendario è scandito dal consumo. Di più, non c’è più alcuna distinzione fra l’utile e l’inutile, perché tutto è funzionale al conseguimento dell’obiettivo del mercato, che non è certo la felicità vera, ma la produzione e il consumo. Non è un caso che non viene utilizzato il verbo “usare“, ma “consumare“, in quanto l’uso non comporta necessariamente la distruzione di ciò che si usa, mentre il consumo implica la rapida trasformazione di risorse naturali in beni e dei beni in rifiuti. Così stiamo consumando il creato, per soddisfare capricci dei ricchi e far vivere i poveri nell’illusione che un giorno potranno fare altrettanto.

Se i credenti di ogni religione e i non credenti non si renderanno consapevoli che alla base della distruzione del creato c’è un errore antropologico, non si salverà né l’uomo né il creato. Se prevarrà la cultura dell’utilitarismo che relega l’uomo a mero strumento di consumo, di produzione e di profitto, avrà la meglio la “cultura dello scarto“, come l’ha definita Papa Francesco: si cominceranno a “scartare” gli anziani, i disabili, i deboli e i poveri, perché consumano poco e non “producono”, ma richiedono tempo e cure.

Il Circolo, promuovendo la cultura dell’incontro, dell’accoglienza e della solidarietà, rilancia dunque il suo impegno di custodire il creato e di contrastare la cultura dello scarto e dello spreco. Disprezzare il creato è disprezzare il dono più grande: la vita. Non c’è vita per l’uomo senza l’armonia di tutti gli esseri viventi, nella straordinaria biodiversità prodotta dal processo creativo, in cui siamo coinvolti noi stessi. Non possiamo quindi non rivolgerci alla meravigliosa avventura della vita con tenerezza amorevole. Il luogo privilegiato di tale tenerezza è proprio la famiglia. I genitori devono trasmettere ai figli il valore della sobrietà, della frugalità e della “sufficienza”, imprimere nel loro cuore lo stile di vita rispettoso del creato ed attento al prossimo, orientare le loro menti alla ricerca della felicità duratura, non effimera, superficiale, caduca, fugace. Il creato è di tutti e nessuno può appropriarsene né manipolarlo. Lì risiede il semplice principio di rispetto, di giustizia e di difesa. Per questo un’etica del consumo e dell’utilità deve lasciare il passo a un’etica della gratuità, della solidarietà, della responsabilità.

Il creato è armonia e la relazione tra l’uomo e il creato deve essere armonica! Ce lo ricorda frate Francesco d’Assisi. Nella “sua” Lettera ai difensori dell’ambiente propone qualcosa di previo e di fondamentale: creare nei cittadini una coscienza di custodia onerosa, un’attenzione speciale e una conversione alla natura. «Una delle sensazioni più profonde, gioiose e gratificanti − afferma l’Assisiate − è poter stare in mezzo alla natura scoprendo le meraviglie che ci circondano e godendo di esse. […] Sì, siamo nati per vedere, guardare e ammirare. E’ meraviglioso contemplare l’universo che canta e fa risuonare la sua voce. Voce non umana, ma di pianeti e di stelle che girano. Che festa per gli occhi è la natura! Che bello ciò che i nostri occhi possono vedere! Com’è gradevole ciò che i nostri orecchi possono ascoltare! […] Di fronte al grandioso spettacolo dell’universo ci deve cogliere lo stupore e l’ammirazione e per questo ringraziare il Creatore e legarci in fraternità con tutti gli esseri che ci circondano […], proclamare la grande fraternità universale di tutti gli esseri naturali e degli ecosistemi e porre le condizioni di possibilità per raggiungere il meraviglioso gemellaggio umano e cosmico» (José Antonio Merino, Lettere di Francesco d’Assisi dal suo esilio, Padova 2017, pp. 64-70).

La Serata si è conclusa con la comune recita della Preghiera per la nostra Terra (Laudato si’, n. 246) e si è sciolta in serenità, con l’appello: «Famiglia, riscopri la tua vocazione a “custodire” il creato per essere a sua volta custodita!», presso il tavolo della pizza offerta dallo Staff del Circolo. Alla prossima!

Piotr Anzulewicz OFMConv

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Tre Serate con «sor’Acqua»

Il Circolo Culturale San Francesco è un singolare fenomeno creativo, in atto, in marcia, in movimento. Un movimento che permette uno sguardo positivo, propositivo, costruttivo. Un movimento di speranza. Una ricetta contro l’inerzia e l’accidia, il pessimismo e il lamento, la recriminazione e l’esclusione. Con le sue due sezioni: Wiki– e CineCircolo riesce ad attrarre intorno a sé le energie sparse qua e là ed associarle ai temi di attualità e di interesse sociale. Immagazzinando e ottimizzando varie suggestioni, lancia la sua proposta che comunica speranza e fiducia nel nostro tempo. Un antidoto alla disperazione e alla chiusura, alla disgregazione e alla frantumazione, e a favore dell’incontro, dell’armonia e dell’impegno. Non ammaliato da nessun colore politico, ma sempre fedele al suo Statuto, nel prodigarsi di creare «la comunione, irradiare la gioia ed edificare la pace» − è uno dei suoi messaggi centrali − ha il vantaggio di distinguere i fatterelli dagli eventi e le mode dai segni dei tempi. I suoi amici, vicini e lontani, vengono quindi spronati a non lasciarsi imprigionare dal pensiero debole ed uniforme, «prêt-à-porter», rubare l’entusiasmo e «guardare la vita dal balcone», ma andare controcorrente, oltre l’ordinario e il conformismo, coltivare progetti di ampio respiro e stare lì dove sono le grandi sfide, quelle inerenti alla vita, alla lotta per la dignità delle persone «scartate», alla custodia della «sora nostra matre Terra» (Cantico delle creature, v. 9), contro la povertà, lo sfruttamento, la distruzione e l’inquinamento di ogni sorta. E’ vitale capire bene i segni dei tempi ed essere «protagonisti degli accadimenti contemporanei», per dirlo con le parole di Papa Francesco.

Con tre settimane di seguito: due Serate cinematografiche [1. «Per amore dell’acqua» (28.04.2017), 2. «Una scomoda verità» (12.05.2017)] e una Serata conviviale dal tema: «Laudato si’: il diritto di tutti e per tutti all’acqua e al cibo» con l’intervento speciale dell’arch. Walter Fratto di Catanzaro (5.05.2017), il Circolo ha voluto scuotere gli animi puntando i riflettori sulla questione cruciale del nostro mondo: l’acqua, l’«oro blu», il bene più prezioso dell’umanità, l’elemento che fa del nostro Pianeta l’unico dove è possibile la vita.

«E’ interessante − si legge nell’articolo Laudato si’ per sor’Acqua! che sintetizza la Serata con la proiezione del film Per amore dell’acqua di Irena Salina e il cinedibattito intorno al tema: «Davvero qualcuno può detenere il possesso dell’acqua?» − come Papa Francesco nella Laudato si’, parlando dell’acqua, parli del diritto alla vita. Quando noi parliamo di questo diritto, di solito facciamo riferimento a eutanasia e aborto, ma lui ne parla in riferimento all’acqua: “L’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani” (ivi, n. 30). Un testo più forte non si poteva scrivere! L’acqua è vita». Eppure essa ha tanti nemici e rischia di non essere «res publica», ma alla portata di poche società senza scrupoli…

L’accesso a questa «sor’Acqua» (Cantico delle creature, v. 7) è un diritto inalienabile, individuale e collettivo. E’ di tutti e per tutti, come di tutti e per tutti è la «sora nostra matre Terra» (ivi, v. 9). Anch’essa è in pericolo. Siamo seduti su una bomba a orologeria e rischiamo l’estinzione. Il dibattito è finito da tempo e la verità va detta: l’«effetto serra» sta avendo effetti devastanti e, se non agiremo subito, saremo testimoni di una catastrofe di proporzioni terrificanti, impensabili, inimmaginabili.

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Secondo la maggior parte degli scienziati del mondo ci resta poco per evitare questa catastrofe che potrebbe innescare una spirale distruttiva nell’intero sistema climatico del Pianeta: scarseggerà l’acqua potabile, aumenteranno i periodi di siccità, si registreranno ondate di caldo letali, epidemie e grandi esodi. Sempre più frequenti saranno uragani violenti e di conseguenza si verificheranno gigantesche inondazioni di città… con morti, danni e perdite economiche. Questa è la scomoda verità che ci ha presentato il documentario di Davis Guggenheim, attraverso le parole di Al Gore. Scomoda ai governi, alle multinazionali, a coloro che non si rendono conto che lo sviluppo, così com’è stato concepito fino ad ora, non può essere infinito. Gore, che ha partecipato ai negoziati per il protocollo di Kyoto (1997), sembra essere uno dei pochi americani ad aver capito con chiarezza la drammaticità della situazione.

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Come però è possibile affrontare il surriscaldamento globale del Pianeta? Basterà lo sviluppo di energie alternative: eoliche, solari, termonucleari, e l’abbandono dei combustibili fossili tradizionali? Sarà sufficiente modificare le case con impianti solari e finestre termiche, cambiare le lampadine di casa con quelle a basso consumo, utilizzare l’aria condizionata solo quando necessario, mettere sulle auto impianti a gas o acquistare auto ibride, dedicarsi alla raccolta dei rifiuti abbandonati, piantare un albero? Comunque, per salvare il mondo dall’autodistruzione, bisogna agire, in fretta e alla svelta. E’ il momento di smettere di restare immobili. Bravissimo il regista Davis Guggenheim e ancor più bravo Al Gore, che è riuscito ad entusiasmarci con questo film, impegnandoci in una vera e propria missione: quella di partecipare alla grande sensibilizzazione dell’umanità sull’inquinamento e sul surriscaldamento della «sora nostra matre Terra». Grazie, Al! E grazie, Staff del Cine- e WikiCircolo!

E’ stato consolante vedere i convenuti uscire dalle Serate con gli occhi luminosi. Chissà, forse sono riuscite a trasformare il bagaglio di delusioni, di sofferenze e di sconfitte, che ognuno di noi si porta nel cuore, in un racconto, in una narrazione, in una pensabilità positiva? Essere positivi è già un grande passo in avanti. L’urgenza di un racconto di speranza e di fiducia, contrassegnato dalla logica della buona notizia: è quella che predomina nel mondo di oggi e che il Circolo deve e sa intercettare.

Piotr Anzulewicz OFMConv

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Comunicare con il cuore…

Serata vivace, quella di venerdì 21 aprile, la 7ª della 4ª edizione del WikiCircolo, l’86ª di seguito tra quelle cinematografiche e quelle conviviali, dal tema: «Il ‘no’ all’ingiustizia sociale e il ‘sì’ alla solidarietà intergenerazionale». L’imprevista assenza del relatore, il dott. Giuseppe Perri, giudice alla Corte d’Appello di Catanzaro, per motivi inderogabili, ha comportato un lieve ritocco al programma dell’evento. Ne hanno subito informato sia la dott.ssa Teresa Cona, segretaria del Circolo, che l’avv. Pino Frontera, curatore principale dell’edizione. Tutto però è filato liscio, a gonfie vele, per il meglio. Il sostituto dott. Bonaventura Bevilacqua, imprenditore, ricercatore, antropologo, ha galvanizzato l’uditorio. Partendo dal video sulla creazione del mondo, proiettato da Ghenadi all’inizio, e dai brani dell’enciclica Laudato si’ (n. 159.162), letti dall’insegnante Sebastiana Piccione e commentati da Piotr Anzulewicz OFMConv, ha voluto far riflettere sulle relazioni tra gli uomini, quelle umanizzanti, sane, inclusive, e sull’importanza di comunicare dal cuore e con il cuore, sede dei sentimenti e delle emozioni, per arrivare al cuore dell’altro. Questo significa aprirsi sinceramente alla cultura del dialogo, dell’uguaglianza, della «solidarietà intergenerazionale e intragenerazionale» (ivi, n. 162), ed entrare in una dimensione relazionale vera, autentica, profondamente gratificante, alla base della quale ci sono sentimenti importanti come la fiducia, la tolleranza, l’empatia, l’amore e il rispetto per l’altro. Tutto questo è intelligenza emotiva. Ed è quello che serve per creare sintonia comunicativa, cultura del dialogo, simmetria relazionale, convergenza sugli obiettivi e, in ultima analisi, un risultato finale reciprocamente soddisfacente, che consente ad entrambi di vincere e di sentirsi bene. A pensarci bene non ci sono alternative.

Il problema è che in un mondo, in cui serpeggia il morbo dell’autoreferenzialità e dell’autosufficienza, del dominio e dell’ingiustizia, nessuno ci ha educati a comunicare con il cuore e insegnato ad acquisire questa fondamentale competenza di vita, indispensabile per sentirsi bene in connessione con l’altro in qualsiasi contesto e ambiente. E la maggior parte di noi non ha purtroppo avuto buoni maestri né in famiglia né tanto meno a scuola, ed è per questo che oggi risulta difficile operare una conversione relazionale o un’inversione di tendenza che richiede coraggio, flessibilità, capacità di mettersi in gioco. Frate Francesco d’Assisi nel suo Testamento fa memoria della sua conversione non come evento morale, ma, appunto, come conversione relazionale che fa nascere una nuova identità: non più quella del cavaliere/mercante, ma del fratello, passando dal «tu mi servi» al «come posso servirti?». Conversione relazionale vuol dire allora “essere con l’altro”, prendersi cura dell’altro, appassionarsi all’altro, promuovere il suo ben esserci, consentire a lui di mostrare le sue «piaghe», accogliere quello che dice di sé, interpretare le sue differenti necessità, senza mai essere remissivi..

Comunque, per dare una forma migliore al nostro essere per gli altri, è necessario educare il nostro cuore in modo che sia il «cuore di carne» o il «cuore intelligente» (Sir 36,21) e non il «cuore di pietra» (Ez 11,19; 36,26). Il Bevilacqua, nel corso della sua illuminante riflessione, si è servito, pur non facendo riferimento al Vecchio Testamento, di questa bellissima espressione biblica: «cuore intelligente». Esso, secondo le ultime ricerche scientifiche, contiene una certa quantità di cellule neuronali che lo rendono capace di interagire con il cervello determinando comportamenti su base emotiva e addirittura relegando il cervello in una posizione di sudditanza.

Ciò che oggi ci minaccia − afferma Alain Finkielkraut, filosofo e giornalista francese, autore della raccolta di saggi consacrati alla letteratura Un coeur intelligent (Adelphi, 2011) − non è né l’assenza totale di intelligenza né quella di cuore, ma il fatto che queste due facoltà si ignorano reciprocamente. Ecco allora un invito a svincolarci da molteplici trappole, della ragione e del sentimento, per lasciarci educare alla «perspicacia affettiva». Solo così ci verrà concesso quel «cuore intelligente» che re Salomone invocava dall’Eterno, stimandolo più prezioso di ogni altro bene.

La Serata è stata molto piacevole, con i dolci e la pizza offerti dal Circolo a conclusione, anch’essi utili per star bene con se stessi, con gli altri e con il creato, e comunicare con il cuore.

Piotr Anzulewicz OFMConv

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Il «sì» alla solidarietà universale e il «no» al consumo sfrenato

Un’atmosfera splendida, fatta di semplicità e di armonia, quella che regnava venerdì 31 marzo, durante l’84ª Serata focalizzata sul tema: «Laudato si’: il “no” all’ideologia del consumo e il “sì” alla cultura della sobrietà e della condivisione», la 6ª Serata conviviale con aperitivo ideata nell’ambito della 4ª edizione del WikiCircolo con il filo conduttore: «L’uomo e sua ‘sorella’ Terra», e promossa dal Circolo, luogo da “abitare” ed amare… La Serata si è svolta secondo l’ordine del giorno, pubblicato in anticipo su questo Portale  e presentato dalla dott.ssa Teresa Cona, segretaria del Circolo.

Il tema è stato introdotto da un video Laudato si’, tripudio alla natura e alle sue bellezze, con l’intento di considerarla come casa comune a cui si devono cura e manutenzione, rispetto e considerazione. E’ seguito l’ascolto di alcuni brani dell’enciclica, letti dall’insegnante Sebastiana Piccione, tutti imperniati sul pericolo che l’umanità corre sprecando le risorse nel consumismo, sullo scarso valore che si dà ai beni della terra, sull’educazione alla sobrietà e alla condivisione con i poveri che ormai nel mondo raggiungono un numero impressionante.

Piotr Anzulewicz OFMConv, nel suo intervento: «Alla scoperta della Laudato si’», ci ha ricordato che l’enciclica ha avuto un incredibile impatto nel mondo non ecclesiale. L’ha commentata anche Antonello Rispoli, responsabile nazionale Garanzia Giovani per Confcooperative Calabria. Ha curato lo «start-up» di programmi di microcredito nelle regioni del Sud Italia e la predisposizione di strumenti finanziari in grado di favorire l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili. Docente di programmi di formazione, è impegnato a rileggere anche in termini politici la vita sociale, prestando attenzione ai “beni comuni” (al plurale). Secondo lui, l’enciclica, scritta in modo semplice e diretto, tocca il cuore e le corde dell’anima, con l’analisi sui danni, che l’uomo ha fatto alla terra ed ai suoi abitanti, perseverando in un modello di sviluppo economico che ha rallentato il vero progresso e ha portato all’inquinamento, alla perdita della biodiversità, al degrado sociale, alla questione dell’acqua, al deterioramento della qualità della vita umana, al diffondersi della violenza.

Al tempo stesso l’enciclica rappresenta uno straordinario messaggio di rinnovata fiducia nei confronti del genere umano. Vi si respira la voglia di credere nel lato migliore dell’essere umano, di ridare significato ad uno stile di vita che ne ha sempre meno, attraverso la volontà di ricercare quello spiraglio di fede che può illuminare i nostri lati oscuri. «Fede − affermava Dante Alighieri († 1321) − è sostanza di cose sperate». Il suo contenuto ci conduce ad alimentare una ricerca spirituale dalla quale non possiamo più prescindere se vogliamo recuperare il senso della nostra permanenza su questa terra. Si discute tanto sull’opportunità di censurare il male e si riflette poco sul fatto che da anni stiamo censurando il bene e svendendo i nostri valori, perché il fatto stesso di averli e di coltivarli ci fa sentire come Don Chisciotte, nel suo frustrante combattimento contro i mulini a vento. Oscar Wilde († 1900), scrittore, poeta, drammaturgo, giornalista e saggista irlandese, scriveva che la gente conosce il prezzo di tutto e il valore di nulla. Noi, ad esempio, conosciamo il prezzo dei prodotti che acquistiamo, ma non ne riconosciamo il valore. Se così fosse, non sprecheremmo 1 300 000 000 tonnellate di cibo all’anno. E’ l’equivalente di 8 600 navi da crociera! Un dato ancora più impressionante se pensiamo che un miliardo e mezzo di persone soffrono di denutrizione. In questo senso diremmo che il contenuto del nostro carrello è una piccola appendice della nostra coscienza.

C’è urgente bisogno di una nuova solidarietà universale, come via di soluzione alla crisi ambientale e sociale. Ne parla Papa Francesco quando afferma che «ogni cambiamento ha bisogno di motivazioni e di un cammino educativo», e propone «alcune linee di maturazione umana ispirate al tesoro dell’esperienza spirituale cristiana» (Laudato si’, n. 15). Il futuro viene, ancora una volta, rimesso nelle nostre mani.

L’avv. Peppino Frontera ha evidenziato, con fatti ed esempi, in quanti modi ormai lo spreco e il consumismo sfrenato hanno invaso la realtà in cui viviamo. Il M° Luigi Cimino invece ci ha deliziato sul valore educativo della musica che si attua quando tra educatore ed educando si instaura un rapporto di empatia. Essa comprende capacità d’ascolto e di liberazione da una sorta di «anestesia spirituale» che rende ciechi alle sofferenze altrui.

Non pochi sono stati gli interventi degli astanti che con grande interesse e compostezza hanno condiviso esperienze, conoscenze ed emozioni, tutte mirate ad imparare e migliorare il nostro ambiente socio-ambientale. La Serata, attraverso la loro voce, con forza ha ribadito il «no» all’ideologia del consumo ossessivo e il «sì» alla cultura della sobrietà e della solidarietà. «Dal momento che il mercato tende a creare un meccanismo consumistico compulsivo per piazzare i suoi prodotti, le persone finiscono con l’essere travolte dal vortice degli acquisti e delle spese superflue» (Laudato si’, n. 203).

E’ davvero auspicabile una società più attenta all’essenza dell’umano. Frate Francesco d’Assisi, «mistico e pellegrino che viveva con semplicità e in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso» (n. 10), ci è l’esempio per eccellenza. Egli «si sentiva chiamato a prendersi cura di tutto ciò che esiste. Il suo discepolo s. Bonaventura narrava che lui, “considerando che tutte le cose hanno un’origine comune, si sentiva ricolmo di pietà ancora maggiore e chiamava le creature, per quanto piccole, con il nome di fratello o sorella”. Questa convinzione non può essere disprezzata come un romanticismo irrazionale, perché influisce sulle scelte che determinano il nostro comportamento. Se noi ci accostiamo alla natura e all’ambiente senza questa apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati. Viceversa, se noi ci sentiamo intimamente uniti a tutto ciò che esiste, la sobrietà e la cura scaturiranno in maniera spontanea» (n. 11).

La Serata ha avuto anche un momento affabile, nel festeggiare il compleanno della sig.ra Pina Lista, sempre presente, insieme a suo marito Leonardo, ad ogni evento del Circolo: affettuosi auguri a lei da tutti noi e a presto, all’85ª Serata.

sp/tc/pa

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Serata memorabile (78ª)

Serata memorabile, incancellabile, eccezionale, quella di venerdì 17 febbraio al Circolo Culturale San Francesco, la 3ª conviviale con aperitivo sul tema: «Il creato: “dominarlo” o custodirlo? La sapienza di grandi racconti biblici», ideata nell’ambito della 4ª edizione del WikiCircolo il cui tema conduttore è: «L’uomo e sua ‘sorella’ Terra», l’edizione ispirata all’enciclica «Laudato si’» di Papa Francesco e alla preghiera-inno «Cantico delle creature» di frate Francesco, la 78ª di seguito.

Serata speciale, vivace e molto simpatica, che ha visto il presidente del Circolo, suo malgrado, al centro dell’incontro. La segretaria e il curatore delle Serate conviviali, a nome del Circolo, gli hanno consegnato, a sorpresa, un iPhone 6S, corredato di una pergamena in cui una mano ha scritto tra l’altro: «Speriamo di aver fatto “centro”, aiutandolo nel suo intenso desiderio di comunicare la bellezza di quanto è umano e insieme divino nel sapere, nel creato e nella fatica di vivere, perché a volte anche lo Spirito Santo può servirsi della tecnologia per raggiungere vicini e lontani». E’ stato il dono dei suoi più stretti collaboratori e di alcuni «fans» del Circolo. Passato il primo momento di stupore, il presidente, che aveva visto andare in frantumi il suo smartphone, meno avanzato e ormai fuori commercio, rimanendo per settimane senza possibilità di comunicare all’esterno se non utilizzando il computer (sua appendice), ha espresso la sua commossa gratitudine a quanti lo hanno riempito di meraviglia: «Sono le persone “speciali”, quelle che ti leggono dentro, che sentono i tuoi pensieri, che colgono solo la parte più bella del tuo cuore e che ti regalano con un gesto questa gioia che avevi dimenticato. Sono quelle persone che non ringrazierai mai abbastanza per averle incontrate sul tuo cammino».

La Serata è stata splendidamente illuminata da un altro “regalo” fuori programma: l’inattesa presenza di Dariusz Wisniewski OFMConv, confratello ed allievo del presidente, arrivato appena poche ore prima, con una visita-lampo, da Roma, ma in realtà da Dobra Szczecinska, una cittadina sorta presso la grande Stettino (in polacco: Szczecin) sulla sponda destra del fiume Oder, delle anse, degli angiporti e delle isole, in un intrico di ponti, gru e banchine, a sud della laguna e della baia della Pomerania, dove da secoli si incrociano le strade che collegano l’Europa occidentale a quella orientale, la Scandinavia al sud Europa. Infatti, il gradito ospite, nel suo breve intervento, ha fatto cenno al suo lavoro tra i protestanti in Svezia (4 anni), ma anche tra i musulmani in Turchia (9 anni), motivato dall’argomento della sua tesi dottorale («Ire inter Saracenos». Il dilemma tra la crociata e la missione nelle opere di Ruggero Bacone, Roma 2005).

Tutto pareva essere eccezionale, anche il programma della Serata pubblicato anticipatamente sul Sito Web del Circolo (https://circoloculturalesanfrancesco.org/site/event/creato-dominarlo-sfruttarlo-custodirlo-rispettarlo-la-sapienza-grandi-racconti-biblici-3a-serata-conviviale-aperitivo/).

Alla prossima tornata!

(tc/pa)

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«Seminiamo bellezza e non inquinamento»

«Papa Francesco e la sua Laudato si’»: è stato il «claim» della 2ª Serata conviviale con aperitivo, che si è svolta venerdì 3 febbraio nel consueto Salone «S. Elisabetta d’Ungheria» presso la chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, Serata progettata nell’ambito della 4ª edizione del WikiCircolo, il cui motivo conduttore è: «L’uomo e sua ‘sorella’ Terra», e ispirata all’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco e alla preghiera-inno Cantico delle creature di frate Francesco. E’ stata la 76ª Serata di seguito, tra quelle conviviali e quelle cinematografiche, aperte a chi è a pochi passi dalla sede del Circolo o a chi non lo è.

A vegliare sulla Serata, il suo curatore, l’avv. Peppino Frontera, supportato dall’équipe: Teresa, Luigi, Ghenadi e Gabriele. E’ stata la segretaria del Circolo, la dott.ssa Teresa Cona, a salutare il pubblico e calamitarlo intorno ad un ricco, consistente e ambizioso programma, pubblicato anticipatamente sul Sito Web del Circolo:

«1. Video curato da Robert Duncan, compositore canadese, che associa foto e filmati alle frasi utilizzate da Papa Francesco nella Laudato si’ (6 min); 2. Alla scoperta della Laudato si’: interviene Anzulewicz OFMConv; 3. Ascolto di alcuni brani dell’enciclica, tra cui il n. 246, letti dall’attore Toni Servillo (Audio-libro realizzato nel 2016 dall’editore Luca Sossella ed accompagnato da una guida alla lettura e all’ascolto del testo, scritta da Antonio Spadaro SJ, direttore di Civiltà Cattolica); 4. Lotta contro l’inquinamento nel Comune di Catanzaro e sul Tirreno cosentino: intervengono Francesco Longo, assessore comunale alla gestione del territorio, e Peppino Frontera, tutore/curatore delle Serate conviviali; 5. Domande e osservazioni; 6. Annunci e comunicazioni; 7. Recita della Preghiera per la nostra terra (Laudato si’, n. 246) e il video Cantico delle creature di Angelo Branduardi, cantautore, violinista, chitarrista e polistrumentalista (3:33 min)».

Così l’enciclica Laudato si’, le cui parole di apertura sono tratte dal Cantico del Santo d’Assisi, ha iniziato a dispiegare la sua forza di interpellazione etica anche qui, nel Circolo, chiamando mondi diversi ad un dialogo a tutto campo. L’esplorazione del suo potenziale è ancora dinanzi a tutti.

La Serata si è conclusa con un apprezzato “aperitivo”, in un’atmosfera accogliente e calda, in contrasto con quella fuori della porta dove l’aria gelida stava creando le condizioni per nevicate a quote basse. «Chapeau» all’assessore Longo che in modo consono all’enciclica e allo spirito francescano ha condiviso con i presenti, a titolo gratuito, le numerose iniziative del Comune volte alla “custodia” dell’ambiente e alla “cura” della cittadinanza!

«…proteggiamo il mondo e non lo deprediamo, seminiamo bellezza e non inquinamento e distruzione» (Laudato si’, n. 246).

(pa)

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WikiCircolo 2017: proteggere il creato per difendere l’uomo

◊  Con la 4ª edizione, il WikiCircolo – la sezione del Circolo Culturale San Francesco – intraprende un nuovo itinerario e gli assegna il motto: L’uomo e sua «sorella» e «madre» terra. Rinnovando l’ideale del Circolo: «la cultura e la cura dell’altro», si ispira all’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco e alla preghiera-inno Cantico delle creature di frate Francesco. Entrambi gli scritti parlano della nostra casa comune, la terra. Nessuno può non intenerirsi davanti alla sua bellezza − questa magnificenza sta tutta nei loro titoli − e nessuno può restare indifferente di fronte alla sua sfiguratezza. La panoramica del Pontefice è «gioiosa e insieme drammatica». Mentre il medievale Laudato si’ del Poverello costituisce un cantico universale «ante litteram», quello del Pontefice esprime un’ode globalizzata dal design innovativo: spazia dagli aborigeni australiani, religiosamente attaccati alle loro terre, ai migranti sub-sahariani, sradicati e in fuga, dalla guerra e dall’effetto serra. Una monografia che tocca ogni aspetto, a partire da quello che sta accadendo all’ambiente, alla denuncia accorata delle disparità e delle iniquità, fino all’indicazioni di alcune linee di orientamento e di azione. Un vettore ecologico che riduce la velocità e scala le marce fino ad arrestarsi e arretrare, qualora necessario: «Non basta conciliare, in una via di mezzo, la cura per la natura con la rendita finanziaria, o la conservazione dell’ambiente con il progresso.  (…) le vie di mezzo sono solo un piccolo ritardo nel disastro» (n. 194). Diversamente dalla guerra fredda, che immobilizzava e congelava, ma in fondo conservava il mondo in freezer, impedendogli di sprigionare le propria energia, la guerra commerciale lo surriscalda, lo spoglia e lo squaglia, materialmente. Così l’essenza dell’uomo si vaporizza, come in un remake di Terminator, nell’immagine più visionaria dell’enciclica, per sfuggire al dominio delle macchine: «L’autentica umanità sembra abitare quasi impercettibilmente in mezzo alla civiltà tecnologica, come la nebbia che filtra sotto una porta chiusa». Porta chiusa, ma finale aperto che richiede una “conversione” (n. 216), una “riconnessione” tra l’uomo e il creato, una mobilitazione di tutti, un movimento globale di opinione che , nell’interesse dell’umanità, prenda in mano le iniquità, fino a generare un’onda che costringa chi ha più potere a mettere in atto tutte le iniziative per cambiare rotta. E’ il momento che l’appello alla custodia dell’ambiente e alla cura di tutti, specialmente dei bambini, dei vecchi, dei fragili, non serva soltanto a riflettere sulla nostra condizione, bensì che ci faccia agire, dal locale al globale, senza esitazione.

◊  I temi delle Serate conviviali con aperitivo, proposte per questa edizione, sono tutti da “abitare”, configurare, delimitare. Tutti ne possono essere protagonisti, relatori, referenti, tutori. La sfida, in tale prospettiva, alza di parecchio l’asticella fino a domandare: “Che genere di mondo vogliamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi?”. Le risposte finora elaborate non sono univoche, categoriche e definitive, e pendolano tra opportunità affascinanti e limiti avviluppanti. Tale incertezza ci mantiene nell’itineranza dell’ascolto, e questo è già un potente punto di contatto con frate Francesco. Insieme con lui incontreremo per strada fratelli e sorelle che da volontari ci offriranno dati e prospettive su cui riflettere e da cui ripartire con consapevolezze più scaltrite e più profonde, senza pregiudizi da “apocalittici” o “integrati”. Con loro potremo scoprire e scegliere anche inedite rotte di senso e nuovi approcci al creato e alla vita in un «humus» culturale e socio-economico, descritto dal sociologo Z. Bauman, con l’icastica e ormai percolante  metafora della società liquida, amebica, orfana di certezze assolute, dimentica di aspetti solidi e sodi, mediati dalla tradizione. Forse la fraternità universale praticata da Francesco potrà ricevere una inedita spinta. Speriamoci con tutto il cuore.


L’uomo e sua «sorella» e «madre» terra

Serate conviviali

con aperitivo

4ª edizione

Giorno: un venerdì sì e un venerdì no

Ora: 18.45

Luogo: Salone «S. Elisabetta d’Ungheria» presso la chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido

Calendario degli incontri

 

  1. Ve 20 gen 2017 − Frate Francesco e il suo Cantico delle creature

«Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa» (v. 9: FF 263) [https://youtu.be/9hAH1O6FLBghttps://www.youtube.com/watch?v=AFkfu_a5f_E]

  1. Ve 3 feb 2017 − Papa Francesco e il suo Laudato si’

«O Dio (…), risana la nostra vita, affinché proteggiamo il mondo e non lo deprediamo, affinché seminiamo bellezza e non inquinamento e distruzione» (Laudato si’, n. 246)

  1. Ve 17 feb 2017 − Il creato: “dominarlo” e sfruttarlo o custodirlo e rispettarlo? La sapienza di grandi racconti biblici

«È importante leggere i testi biblici nel loro contesto, con una giusta ermeneutica, e ricordare che essi ci invitano a “coltivare e custodire” il giardino del mondo (cfr. Gen 2,15). Mentre “coltivare” significa arare o lavorare un terreno, “custodire” vuol dire proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare» (Laudato si’, n. 67)

  1. Ve 3 mar 2017 − Laudato si’: i gemiti della sorella terra “oppressa e devastata” e i gemiti degli “abbandonati e maltrattati” del mondo

«Fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra, che “geme e soffre le doglie del parto” (Rm 8,22)» (Laudato si’, n. 2). «O Dio dei poveri, aiutaci a riscattare gli abbandonati e i dimenticati di questa terra che tanto valgono ai tuoi occhi»  (Laudato si’, n. 246)

  1. Ve 17 mar 2017 − Laudato si’: il degrado ambientale e la “riconnessione” tra l’uomo e il creato

«Ognuno si penta del proprio modo di maltrattare il pianeta», perché «un crimine contro la natura è un crimine contro noi stessi e un peccato contro Dio» (Laudato si’, n. 8)

  1. Ve 31 mar 2017 − Laudato si’: il «no» all’ideologia consumeristica e il «sì» alla cultura della sobrietà e della condivisione

«Dal momento che il mercato tende a creare un meccanismo consumistico compulsivo per piazzare i suoi prodotti, le persone finiscono con l’essere travolte dal vortice degli acquisti e delle spese superflue. Il consumismo ossessivo è il riflesso soggettivo del paradigma tecno-economico» (Laudato si’, n. 203)

  1. Ve 21 apr 2017 − Laudato si’: il «no» all’ingiustizia sociale e il «sì» alla solidarietà intragenerazionale

«Ricordiamo i poveri di oggi, che hanno pochi anni da vivere su questa terra e non possono continuare ad aspettare. Perciò, “oltre alla leale solidarietà intergenerazionale, occorre reiterare l’urgente necessità morale di una rinnovata solidarietà intragenerazionale”» (Laudato si’, n. 162)

  1. Ve 5 mag 2017 − Laudato si’: il diritto di tutti e per tutti all’acqua e al cibo

«Questo mondo ha un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all’acqua potabile, perché ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità» (Laudato si’, n. 30). «Sappiamo che si spreca approssimativamente un terzo degli alimenti che si producono, e “il cibo che si butta via è come se lo si rubasse dalla mensa del povero”» (Laudato si’, n. 50)

  1. Ve 19 mag 2017 − Laudato si’: l’eco-migranti e la cultura dell’accoglienza e della solidarietà

«E’ tragico l’aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale, i quali non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa. (…) La mancanza di reazioni di fronte a questi drammi dei nostri fratelli e sorelle è un segno della perdita di quel senso di responsabilità per i nostri simili su cui si fonda ogni società civile» (Laudato si’, n. 25)

  1. Ve 9 giu 2017 − Laudato si’: l’«ecologia integrale» – educare all’alleanza tra l’umanità e l’ambiente

«È molto nobile assumere il compito di avere cura del creato con piccole azioni quotidiane, ed è meraviglioso che l’educazione sia capace di motivarle fino a dar forma ad uno stile di vita. L’educazione alla responsabilità ambientale può incoraggiare vari comportamenti che hanno un’incidenza diretta e importante nella cura per l’ambiente, come evitare l’uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico o condividere un medesimo veicolo tra varie persone, piantare alberi, spegnere le luci inutili, e così via» (Laudato si’, n. 211)

  1. Ve 23 giu 2017 − Custodi del creato e degli altri: Francesco di Paola (https://youtu.be/OSC-vakdQQE) ed Elena Aiello (https://youtu.be/0bqLi-b0BQ8)

«Ci sono educatori capaci di reimpostare gli itinerari pedagogici di un’etica ecologica, in modo che aiutino effettivamente a crescere nella solidarietà, nella responsabilità e nella cura basata sulla compassione» (Laudato si’, n. 210)

Ve 30 giu 2017 − «Messa della Terra» (Earth Messa) per cantare la bellezza della creazione (oltre a stili musicali, anche la pittura paesaggistica e i versi degli animali: l’ululato del lupo di Gubbio o il canto della cicala)

Piotr Anzulewicz OFMConv e Staff