«Cold War»: guerra fredda riscaldata da un amore

Il Circolo ha messo in pista, venerdì 22 ottobre, una Serata avvincente e struggente: la 2ª della 9ª edizione del CineCircolo, con la pellicola «Cold War» (tit. orig. «Zimna wojna») di Paweł Pawlikowski e con il cinedibattito «Un amore totalizzante, ma perennemente ostacolato e osteggiato da una barriera politica e psicologica».

Quando la musica è soave, l’immagine perfetta, la storia commovente, ci si avvicina inevitabilmente a quella sostanza speciale che rende alcuni momenti indelebili. «Cold War», proiettato nel Salone «S. Elisabetta d’Ungheria» presso la chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, preceduto dal music video «Nei giardini che nessuno sa» di Renato Zero e seguito dal videoclip «La libertà» di Giorgio Gaber e un breve cinedibattito, è apparso così, come un’opera dalla traboccante bellezza, priva di colori, ma carica di senso e di significato. Un bianco e un nero dell’anima e del ricordo che infiammavano e lasciavano attoniti, una musica centrata sugli occhi che piangevano e non si incontravano mai e una regia che riusciva a carpire l’invisibile e a restituirlo sotto forma di emozione, avvolgeva i presenti nel Salone e li conduceva nella dimensione dell’incredibile storia d’amore di Wiktor Warski e Zuzanna, detta Zula: lui, musicista e storico musicale, con l’incarico di dirigere un corpo di ballerini-cantanti che possano portare nei teatri dei Paesi sotto il dominio sovietico i grandi classici della musica popolare polacca, e lei, giovane e ambiziosa cantante, che lo stregava tanto artisticamente quanto emotivamente; entrambi persi in un romantico e viscerale amore che si contrapponeva all’afflato stalinista di cui era partecipe la loro Polonia, durante la guerra fredda. I cuori dei due erano destinati ad appartenersi e a incendiare ciò che il regime cercava di controllare, ma, benché l’amore bruci ardentemente, il gelo della guerra non combattuta è sempre opprimente e soffocante e non lascia scampo: dall’essere un conflitto mondiale giunge fino alla più profonda intimità della coppia.

La pellicola è stata dedicata dal regista polacco alla memoria dei propri genitori, «persone forti e meravigliose». Sono loro i veri combattenti di questa intima guerra fredda, fra il 1949 e il 1964: uno di quegli amori a cui si fugge per tornare regolarmente indietro, senza poterci fare niente. Le distanze incolmabili e il loro tormentato e tragico amore sembrano essere il diretto riflesso dell’Europa del tempo, divisa e spaccata in due dalla cortina di ferro, dove nulla lascia presagire per il meglio. I due, follemente innamorati, non riescono a far funzionare il loro legame in Francia, nonostante gli sforzi profusi lungo 15 anni tra la Polonia postbellica, Berlino Est, Parigi e la Jugoslavia. Zula decide quindi di tornare a casa e Wiktor, incurante del rischio, decide di seguirla, ma, in quanto fuggiasco, viene condannato a 15 anni di carcere duro. «Zula e Wiktor – scrive Giorgio Crico – vivono tra loro metaforicamente ciò che l’Europa sta vivendo politicamente: la guerra fredda tra i due artisti è gelida e soffocante esattamente quanto quella con la G maiuscolo in cui sono invischiati i famosi blocchi, orientale e occidentale».

Non è fatto di solo tragiche passioni «Cold War», vincitore di cinque Oscar europei (European Film Awards) e di premio miglior regia al Festival di Cannes 2018. «La raffinata potenza narrativa di quest’opera – si legge nella recensione pubblicata su eco del cinema. com – “si sporca” dell’affannosa, faticosa e a tratti violenta ricerca della libertà. Un desiderio che si fa inappagabile nel momento in cui la persona amata, non condivide i metodi per il raggiungimento dell’agognato obiettivo e si percepisce come un ostacolo. Si imbastisce così una storia fatta di fughe, di rincorse, di improvvise assenze, in cui la musica, bellissima, lenisce le ferite, ma non risolve tutto e assurge a luogo privato in cui nascondersi per riflettere sulla propria vita e sul proprio destino. Anche la poesia trova il suo spazio insinuandosi nella macchina da presa, nei dialoghi sopra le righe e in un mirabile non detto». «Cold War» è un gioiello che abbiamo seguito tutto d’un fiato, investendoci di un’ondata di commozione, meraviglia ed empatia.

La Serata si è svolta nel giorno pregno di grandi eventi: 1. in Vaticano si stava svolgendo il convegno internazionale sul tema: «Solidarietà, cooperazione e responsabilità: gli antidoti per combattere ingiustizie, ineguaglianze ed esclusioni»; 2, a Taranto era in corso la 49ª Settimana sociale dei cattolici italiani su «Il Pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro e futuro. #tuttoèconnesso»; 3. nella memoria liturgica della Chiesa si celebrava s. Giovanni Paolo II († 2.04.2005), il 263° successore di Pietro che iniziò il suo ministero petrino il 22 ottobre 1978, «papa pellegrino del mondo», promotore di riconciliazione, dialogo e pace («spirito di Assisi»), «cantore della civiltà dell’amore». Cruciale fu il suo ruolo nella caduta del Muro di Berlino (9.11.1989) e il suo contributo al superamento della guerra fredda e alla nascita della nuova Europa.

Tutto è iniziato nel giugno del 1979, quando egli è andato in Polonia. Lì a Varsavia, in Piazza della Vittoria, davanti ad un milione di polacchi, ha detto che con l’elezione di un Papa polacco la Polonia era chiamata ad essere terra di una responsabilità cristiana particolarmente forte. E poi, congedandosi davanti ad una folla immensa, ha invocato la Spirito Santo: «Vieni e rinnova la faccia della terra». Si è fermato per un attimo e poi ha aggiunto: «Di questa terra!». Quella sera un grande filosofo, don Jósef Tischner, ha detto: «Qualcosa deve accadere. Nessuno sa cosa, ma nulla potrà essere come prima». Nell’agosto dell’80, un anno dopo, Lech Wałesa ha scavalcato i cancelli dei Cantieri Navali di Danzica ed è iniziata l’epopea di Solidarność. L’ordine (o, forse meglio, il disordine) europeo sancito a Yalta, che aveva consegnato metà del continente al totalitarismo comunista ed all’imperialismo sovietico, è stato sfidato da una rivoluzione cristiana pacifica e non violenta che non ha mai sparso il sangue dei suoi avversari, ma solo quello dei propri martiri ed ha fatto appello alla coscienza degli oppressori. È stata la rivoluzione delle coscienze. Con il crollo del Muro si è sbriciolata, in seguito, la frontiera ferrea, politica e psicologica, che osteggiava e ostacolava ogni amore totalizzante tra le persone.

Ed è stato questo l’argomento del cinedibattito della Serata. Bravo Ghenadi che l’ha trasformata, in parte, in un incontro virtuale, rendendola visibile, in diretta «streaming», sulla pagina social del Circolo, ai lontani. Nei presenti alla proiezione ha lasciato comunque forte l’impressione che si è nel Salone in carne ed ossa per qualcosa di più grande: per ricostruire insieme un ‘noi’, per ricreare punti di contatto e di dialogo faccia a faccia, per ritessere le relazioni interpersonali, frantumate dalla pandemia, senza ricorso a uno schermo e una tastiera, per tenersi vicini, per stringersi in un abbraccio, e trovare che sia bello…

Piotr Anzulewicz OFMConv


ngg_shortcode_0_placeholder




Chapeau a Mattia Zangari di Catanzaro Lido

Non è facile far risuonare nella nostra Calabria, nelle nostre “periferie” disagiate e abbandonate, tra gli anziani sempre più soli, tra i giovani in attesa, senza studi e occupazioni, tra i marinai e braccianti bruciati dal sole e dalla fatica ‘tradita’, tra le famiglie divise dalle emigrazioni verso il Nord, l’annuncio di grande gioia: tra pochi giorni, il 10 e l’11 novembre, nell’Aula «Mario Baratto» dell’Università Ca’ Foscari a Venezia si terrà il Convegno internazionale «Pazze di Lui. Santità femminile e disturbi mentali fra Medioevo ed età moderna» ideato e organizzato dal catanzarese Mattia Zangari (classe 1989), dottore di ricerca, con il patrocinio dell’Ateneo veneziano e della Pontificia Università Urbaniana, nel contesto del progetto WoMent – Mad for Him: Women, Religion and mental Illness in the late Middle Ages and in the Early Modern Age (Marie Skłodowska Curie Global Fellowship). Eppure, in questo evento si cela augurio più bello: di una speranza per una città, per una Provincia, per una Regione, per un mondo liberato finalmente dal clientelismo, dalla malapolitica, dalle massonerie, dalle mafie. 

Al Convegno, che si svolgerà in presenza e in modalità virtuale, oltre a Mattia Zangari (ricercatore all’Università Ca’ Foscari Venezia) parteciperanno: André Vauchez dell’Università di Rouen e di Nanterre, Martina Bengert della Freie Universität Berlin, André Otto della Humboldt – Universität Berlin, Alfonsina Bellio dell’Ècole Pratique des Hautes Ètudes, Manuela Fraire della Società Psicoanalitica Italiana (da remoto), Chiara Basta del Museo del Capitolo della Cattedrale di Perugia, Torsten Passie della Göthe-University Frankfurt-Main e dell’ Hannover Medical School (da remoto), Armando Maggi dell’University of Chicago, Rudolph M. Bell della  Rutgers University (da remoto), Vincenzo Lagioia dell’Università di Bologna, Isabella Gagliardi dell’Università di Firenze, Chiara Coletti dell’Università di Perugia, Tineke Van Osselaer, Linde Tuybens, Kristoph Smeyers e Leonardo Rossi dell’Università di Antwerpen, Grado Giovanni Merlo dell’Università di Milano.

Una pleiade di studiosi di grande spessore e di uomini di alta cultura, che parleranno della ‘follia in Cristo’ e pazzia patologica, di femminilità profetiche tra letture di tipo psicopatologico e antropologia, di maternità ‘surrogate’ e devozioni morbose, di follia e ‘fabulae’ mistiche, di mistiche ‘sotto controllo’, di sangue e ‘signa’, e di tanto altro, fra Medioevo ed età moderna. Un programma denso di relazioni, interventi, discussioni. E ad animarlo sarà proprio il catanzarese Mattia Zangari. Dopo aver conseguito il dottorato alla Normale di Pisa, Zangari ha vinto una prestigiosa borsa europea: la Marie Skłodowska Curie. Studioso della santità delle donne fra Medioevo ed età moderna, autore della monografia «Tre storie di santità femminile tra parole e immagini», ha rivolto i suoi interessi anche alla fenomenologia della mistica femminile, individuando casi di presunta santità riconducibili, più verosimilmente, a casi di disturbi mentali ed è proprio su questi temi che è incentrato il Convegno «Pazze di Lui».

Chapeau, Mattia di Calabria! È un onore averti lì, ma – speriamo – anche qui, terra sacra delle tue radici.

Piotr Anzulewicz OFMConv




La diversità culturale è bellezza…

È stata la vera gioia di poter partecipare in «carne ed ossa» alla 2ª Serata conviviale con «aperitivo», focalizzata sul tema: «Educarci all’interculturalità, tolleranza e prossimità, oltre i confini», ideata nell’ambito della 9ª edizione del WikiCircolo 2021/22 dal «file rouge»: «Sfida educativa in un mondo di emergenze planetarie», e promossa venerdì 15 ottobre scorso, la 182ª di seguito, tra quelle conviviali e cinematografiche. Ammirazione e gratitudine per la presenza dei fans del Circolo Culturale San Francesco, «uniti da una stessa preoccupazione» (cfr. «Laudato si’», nn. 7-9), per affrontare insieme il tema e generare un cambiamento a livello personale, affinché l’educazione sia creatrice di fraternità, oltre i confini. Un’esigenza ancora più urgente in questo tempo denso di contraddizioni e ambivalenze, segnato dalla pandemia e catturato in un’oscillazione rapida e continua fra polarità opposte: fra l’individualismo e l’omologazione, fra «l’autoinflazionamento dell’io» (P. Sequeri) e la sua «deflagrazione identitaria» (J. Kristeva), fra l’iperconnessione e la chiusura in bolle individuali dove consumiamo da soli dei prodotti di massa (S. Zanardo).

La Serata ha accolto l’appello di alcuni amici del gruppo WhatsApp e si è trasformata, in parte, anche in uno spazio virtuale, in diretta «streaming», curata da Ghenadi. Si è svolta nel giorno in cui ricorreva la memoria liturgica dis. Teresa d’Ávila, mistica spagnola, riformatrice del Carmelo, autrice di libri pervasi di alta dottrina spirituale, patrona degli scrittori cattolici, dottore della Chiesa, prima donna, insieme a s. Caterina da Siena, ad ottenere tale titolo (altre due sono: Teresa di Lisieux e Ildegarda di Bingen). Non poteva quindi mancare l’augurio a tutte le donne che portano il nome di questa stupenda dottoressa. Tra loro ci è vicina, pur grande distanza spaziale, dott.ssa Teresa Cona, mitica ormai segretaria del Circolo. A lei un «happy Name Day» e un grande grazie per la sua creatività e genialità, il suo ardore e fervore, la sua disponibilità e collaborazione, e, soprattutto, per la sua affabile umanità! Il Signore la avvolga con il Suo amore divinizzante e totalizzante, e continui a tenerci connessi.

A moderare la Serata è stato, ahimè, il sottoscritto, in sostituzione di Clarissa Errigo, impegnata nella Comunità di Recupero a Settingiano fino alle ore 20. Non sappiamo cosa ci riservi il futuro, ma vorremmo che le prossime Serate siano moderate a turno, dai membri dello Staff, tutti brillanti.

Ad aprire l’incontro è stata la performance del M° Luigi Cimino che ha eseguito sulla tastiera elettronica Ketron Dx9 la «Canzone di San Damiano», scritta da Jean-Marie Benjamin, presbitero, compositore e regista francese, su musica di Riz Ortolani, compositore annoverato tra i più grandi del cinema italiano. Dopo le parole di benvenuto e la presentazione del programma si è aperto davanti a tutti un «mare magnum», vasto, immenso, senza confini. Per forza ideatori della Serata dovevano delimitarlo. Ne è uscito il programma «sui generis», realizzato in modalità ibrida, cioè mista, mescolata, reale e virtuale. Ecco la sua parte centrale:

3.1. Rahel Sereke: «La sfida della convivenza in contesti multiculturali» (14:21′); 3.2. Music video «Esseri umani» di Marco Mengoni (4:56′); 3.3. Umberto Galimberti: «L’identità» (4:08′) e «Educare alla diversità: razzismo o tolleranza» (8:16′); 3.4. Music video «Teach your children» («Insegna con cura ai tuoi figli») di Crosby, Stills, Nash & Young (2:54′); 3.5. Diego Fusaro: «Identità e popoli. Perché l’identità cultuale è importante?» (5:36′); 3.6. Music video «Siamo diversità» di Leonardo Pallozzi (4:03′); 3.7. Zygmunt Bauman: «Identità al tempo di Facebook» (9:56′); 3.8. Stefania Lorenzini: «Educare all’interculturalità nel quadro dei nuovi razzismi e dei conflitti attuali» (24:20′); 3.9. Music video «Take me home, country roads» («Portami a casa, strade di campagna») di The Petersens (3:02′); 3.10. Roberto Saviano: «La diversità è bellezza» (5:14′)

La Serata, traboccante di emozioni, spunti e richiami, ci ha ricordato quanto sia importante educarci all’interculturalità, sostenere la diversità culturale, imparare a convivere in pace, tra lingue, culture e religioni diverse, nel solco dei valori incarnati e testimoniati da s. Francesco, fratello universale. A chiuderla, il suo «Cantico delle creature», eseguito dal M° Cimino, l’annuncio del prossimo evento e la recita della «Preghiera al Creatore» («Fratelli tutti», 287). La diversità è davvero la bellezza dell’umanità.

Piotr Anzulewicz OFMConv

Catanzaro Lido, 16 ottobre 2021




Per rendere più ‘sinfonico’ il mondo…

Laboratorio musicale, diretto gratuitamente dal M° Luigi Cimino, è un vero e proprio «workshop». Al centro dell’attenzione di ogni incontro sono i partecipanti (attualmente 14 iscritti). Il Maestro fa funzionare la triade: spiegazione, esercizio, resoconto (una discussione su dove i partecipanti si bloccano, quali parti sono state facili/difficili/frustranti e che cosa hanno imparato o hanno capito che vogliono imparare). Il suo ruolo è quello di essere collante sociale, amichevole e informale, a volte facilitatore, a volte insegnante, a volte fuori dalla scena, lasciando che i partecipanti si aiutino l’un l’altro.

Il Salone «S. Elisabetta d’Ungheria», dove si tengono i workshop, non somiglia affatto ad un’officina alla fine dei lavori. Non ci sono in giro fogli, disegni, pentagrammi, pennarelli, penne, post-it ed altri materiali. Il Maestro non attacca i risultati di ogni esercizio su una parete così che i partecipanti possano riguardarli dopo. Affiancato da Ghenadi, operatore audiovisivo del Circolo, proietta tutto il materiale sul grande schermo. I partecipanti lasciano l’aula con il pensiero che abbiano lavorato realmente e possono continuare a esercitarsi a casa, grazie al materiale inviato loro dal Maestro su WhatsApp. Non sono lì tanto per passare un’ora. Partecipano per imparare.

Lo Staff del Circolo augura a loro un piacevole «workshop»! Opportunità bellissima per rendere più ‘sinfonico’, armonico e fraterno il mondo! Grazie, Maestro, per la tua disponibilità, professionalità, delicatezza e passione! (pa)

Leggi anche «È ‘decollato’ anche il Laboratorio musicale», «Laboratorio musicale 2014», «Il “pane” della musica»




Luci del 9° CineCircolo, con il «Francesco»

L’8 ottobre 2021 si sono riaccese infine le luci del CineCircolo! Con esse, si è riacceso il nostro coinvolgimento e si è illuminata la nostra gioia, per la ripartenza della nuova stagione cinematografica, la 9ª, dal filo rosso: «Sfida educativa in un mondo di emergenze planetarie per immagini». L’evento ha avuto inizio alle ore 19.30, con il music video «Lodi di Dio altissimo» di mons. Marco Frisina, nel Salone «S. Elisabetta d’Ungheria», situato al lato destro della chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido. A presentare il festival e il film, a moderare il cine-dibattito sul tema: «La forza del dialogo come unico strumento per raggiungere la fratellanza tra tutti gli uomini», e ad animare la Serata intera, è stato il nostro talento ‘rinascimentale’, Clarissa Errigo, esperta in sociologa e impegnata in una comunità di recupero. «La sfida che questo tempo ci pone – ha detto tra l’altro – è di vivere il crinale della storia affrontando le logiche emergenziali, a partire da quella educativa». È la premessa di tutto, per poter progettare una nuova normalità, un nuova società, un nuovo mondo. La nostra capacità di risposta dipenderà dal grado di solidarietà che sapremo dimostrare al nostro interno, come comunità educante. Abbiamo una ‘buona notizia’ da apprendere e trasmettere, perché fiduciosi e speranzosi possiamo già contemplare l’orizzonte sognato da frate Francesco nel suo Cantico di frate Sole.

È stata quindi proiettata la pellicola «Francesco» che ha incantato tutti, lo special in animazione, il primo film tv a cartoni animati sulla figura dell’Assisiate, il mediometraggio di 30 minuti, diretto da Lisa Arioli e Luca Fernicola, realizzato dallo studio «Enanimation» di Torino e presentato in anteprima mondiale il 18 settembre 2020, in apertura della prestigiosa manifestazione «Il Cortile di Francesco» al Sacro Convento di Assisi, in occasione dei 100 anni della fondazione della rivista «San Francesco», dove ha ottenuto ampi consensi. Un salto di otto secoli alla ricerca di un messaggio di dialogo e di fratellanza.

Una Serata emblematica, graditissima, con la recita comune della «Preghiera al Creatore» di Papa Francesco (Fratelli tutti, 287), l’annuncio del prossimo evento (15.10), la foto di gruppo e il videoclip «Stai con noi – Inno alla fratellanza» di Giuseppe Delre a conclusione. Non c’era il solito «aperitivo», a causa delle restrizioni sanitarie, ma in compenso c’era tanta cordialità, affabilità e voglia di tenere alto l’ideale del Circolo. E questo è già bellissimo e moltissimo. Grazie a tutti i presenti per aver scelto di “stare” con noi e costruire con noi un nuovo patto sociale per l’educazione che ci accompagni nel mondo.

Piotr Anzulewicz OFMConv




È ‘decollato’ anche il Laboratorio musicale

Nel rispetto delle norme di prevenzione del contagio, mercoledì 6 ottobre 2021, è ‘decollato’ anche il Laboratorio musicale, diretto gratuitamente dal M° Luigi Cimino, voluto fortemente dal Circolo Culturale San Francesco, aperto generosamente a tutti. Seppur ha coinvolto il numero ridotto dei partecipanti, il primo incontro è stato un segno di rinascita e di speranza. Era davvero emozionante vedere Riccardo e Salvatore, Nunzio e Ninetta, Tonia e Maria Rosa, Clarissa e le sue amiche… seguire con slancio il Maestro, affiancato da Ghenadi, operatore audiovisivo, ma anche riscoprire l’importanza dei legami vivi.

La musica educa all’ascolto, unisce le persone, porta con sé un messaggio che ‘parla’ al mondo odierno, palcoscenico di lotte per il potere, la visibilità e la ricchezza in un’indifferenza globalizzata, fredda e insensibile. Toccando le corde sensibili del nostro cuore, ci mette in risonanza e sintonia con gli altri. La musica ha un grande ‘potere’… Bisogna però tenere conto di un piccolo dettaglio. Perché le corde del cuore risuonino all’unisono è necessario tenerle in prima fila e non nasconderle nel proprio guscio. Il cuore, per risuonare, ha bisogno di perdere tempo ed educarsi. Solo così si ritrova, batte, vibra e porta là dove sono gli altri: ci fa capire che dobbiamo starci insieme.

Gli incontri con il Maestro, sotto il patrocinio di p. Paolo Sergi, parroco, si tengono ogni mercoledì, dalle ore 19 alle 20, nel Salone di «S. Elisabetta d’Ungheria», presso la chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido. (pa)

M° Luigi Cimino
Nel rispetto delle normative anti-Covid…
La musica è l’arte dei suoni
Hey, Nunzio e Ghenadi!
Riccardo e Salvatore!
Ninetta!
Tonia e Maria Rosa!
Clarissa e le sue amiche!
In quel sorriso c’è tutto
Insieme renderemo più ‘sinfonico’ il mondo



Restart del 9° WikiCircolo, con frate Francesco

Il Circolo Cultuale San Francesco è ‘decollato’ alla grande, dopo oltre un «anno orribile» della pandemia. Si è rimesso in carreggiata venerdì 1 ottobre 2021, focalizzando la sua 1ª Serata conviviale sul tema: «Educarci ad essere tessitori della fraternità e tutori del creato, con frate Francesco», ideata nell’ambito della 9ª edizione del WikiCircolo dal «file rouge»: «Sfida educativa in un mondo di emergenze planetarie», aperta gratuitamente a tutti: soci, sostenitori, amici, credenti e «laici», vicini e lontani – la 180ª di seguito. È ripartito nel pieno rispetto delle normative anti-Covid-19, mettendo a frutto tutto l’entusiasmo che ha addensato in sé.

È tornato per ricostruire un ‘noi’, una comunità, una famiglia, una fraternità, sempre più grande, più solidale, più inclusiva, invitando tutti a stringere alleanze educative dentro e fuori le nostre comunità, a tessere le relazioni educative nella chiave della prossimità, ad educarsi ed educare al grande mistero della vita e alla cura della Casa comune. Gli sta molto a cuore dialogare sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del Pianeta e sulla necessità di investire i talenti di tutti, perché ogni cambiamento ha bisogno di un cammino educativo per far maturare una nuova solidarietà universale.

In un momento storico dove l’emergenza educativa in atto genera nuove emergenze e povertà, il 9° Wiki– e CineCircolo, diretto da Clarissa Errigo, Valentina Gulli e Tina Quattromani (segretaria), in collaborazione con Luigi Cimino, Tonia Speranza, Maria Rainone, Jolanda De Luca, Michele Logozzo e Ghenadi Cimino (operatore audiovisivo), ha voluto, con rinnovata passione, essere lo spazio aperto e libero in cui tutti possono tornare a ritrovare il senso dello stare insieme e disegnare la ‘città’ su basi condivise, conviviali, fraterne, sanfrancesane. Ecco alcuni scatti di questa magnifica Serata con inaudito e trainante frate Francesco. (pa)




Pasqua 2021 sia di risurrezione per tutti

Ci lasciamo dietro un anno stravolto, sconvolto, a tratti smarrito, ma anche generativo, creativo, innovativo. Un anno di grande isolamento e di solitudine, di tristezza e di morte, ma anche di grande solidarietà e di generosità, di genialità e di progettualità. Un anno in cui sono state scosse le fondamenta delle nostre certezze, ma anche un anno in cui abbiamo imparato un nuovo modo di prenderci cura di noi e degli altri. È il Risorto, presente tra noi, che ce ne fa capaci, ce lo chiede, ci apre la strada. Egli continua la sua meravigliosa vittoria sul male nel mondo. Lasciamo allora che entri anche dentro la nostra umanità, fredda e buia, ferita e dolente, e la trasformi con il suo amore, ardente e splendente. Con lui presto potremo, con nuovo slancio, ri-tessere reti di prossimità, di fratellanza, di amicizia sociale. Lo faremo anche con il Laboratorio musicale e la 9ª edizione del Wiki– e CineCircolo dal fil rouge: «Sfida educativa in un mondo di emergenze planetarie/per immagini».

Intanto, in questa seconda Pasqua in pandemia, siamo chiamati a coniugare i verbi al futuro e a tutti regalare speranza di futuro. Pasqua non è solo memoria del passato, ma anche speranza di futuro. È un ‘passare oltre’, un muoversi verso l’altro, un farsi prossimo a quelle povertà che emergono dal fondo dell’indifferenza o si consumano nel silenzio delle case, strade, città. Che la Pasqua sia di resurrezione per chi non ha né volto né voce…

(pa)

https://youtu.be/Uz9v5bbuDPE

 




Buon Natale di tenerezza e sereno 2021 di svolta

«Oggi abbiamo tanto bisogno di tenerezza (…), davanti a tante miserie. Se la pandemia ci ha costretto a stare più distanti, Gesù, nel presepe, ci mostra la via della tenerezza, per essere vicini, per essere umani. Seguiamo questa strada», cogliendo la sfida di costruire un mondo di fraternità e prossimità (Papa Francesco, Udienza generale, 23.12.2020).




Offline-Online: il Circolo non si ferma

La seconda ondata della pandemia da Covid-19 ci ha costretto di rinviare e riconfigurare ulteriormente la 9ª edizione del Wiki– e CineCircolo dal «fil rouge»: «Sfida educativa in un mondo di emergenze planetarie/per immagini». L’edizione, prevista per il 2 ottobre scorso, è slittata quindi a data da destinarsi. L’impossibilità di essere in presenza e di tessere le relazioni interpersonali nella piccola e disadorna aula «S. Elisabetta d’Ungheria», presso la chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, ha generato comunque iniziative che hanno trasformato le Serate conviviali e cinematografiche di venerdì in tutti i giorni di presenza nel «cyberspazio» e di attenzione e di dedizione reale e solidale verso il prossimo, specie se abbandonato, anziano e malato, ricorrendo anche al servizio online per ordinare la spesa e destinarla a lui, tramite un corriere. È stata ed è solo una goccia, ma che vale certamente un mare, agli occhi dell’Altissimo.

È il tempo di prendersi cura, di occuparsi dell’altro, di esercitare la tenerezza. Il Covid-19 è emblematico per questo: ci richiama all’orizzonte di un nuovo umanesimo e ci spinge alla cultura della fraternità e della solidarietà. Tutti ci rendiamo conto che navighiamo sulla stessa ‘barca’, dove il male di uno va a danno di tutti. Tutti allora siamo importanti e necessari, chiamati a ‘remare’ insieme e confortarci a vicenda. Non ci si può salvare da soli, ciascuno per conto proprio, ma soltanto insieme, uno al fianco dell’altro, con lo stile del ‘noi’. Ce lo ricorda, in modo impellente e impressionante, la terza enciclica di Papa Francesco «sulla «fraternità e l’amicizia sociale», firmata ad Assisi lo scorso 3 ottobre. Nel suo titolo Fratelli tutti riprende l’espressione di frate Francesco (cfr. 6ª Ammonizione, v. 1: FF 155) e si innesta in un cristocentrismo inclusivista che corrisponde all’imperativo: ‘Guarda a ogni uomo e scorgerai un riflesso e un frammento di Cristo e del suo amore planetario, sconfinato e illimitato’ (cfr. n. 85). Tante persone, in questi tempi così turbolenti, difficili e dolorosi, hanno bisogno di una mano tesa, di un gesto d’amore, di «un linguaggio corporeo e persino di un profumo, rossore e sudore» (cfr. n. 43). È urgente risvegliare l’umano e far crescere la «spiritualità della fraternità» (n. 165), consapevoli che «il mercato da solo non risolve tutto» (n. 168). Il profitto e gli utili, da soli, non danno futuro, ma, anzi, a volte accrescono disuguaglianze e ingiustizie. L’umano si nutre anche del gusto della bellezza, delle domande sulle questioni sociali, degli interrogativi su temi ultimi. Non siamo solo corpi da nutrire e curare o cittadini da disciplinare e omologare. Ci sta molto a cuore la cultura da coltivare, quella che incorpora e veicola i valori, quella che è a portata di tutti, quella che è in grado di contrastare lo stile di vita improntato al consumismo, utilitarismo, edonismo…

Non possiamo e non dobbiamo tornare a dove eravamo prima del Covid-19. La crisi pandemica e post-pandemica ci chiede un ri-orientamento e un ri-coinvolgimento nella costruzione del futuro, separando l’importante dall’irrilevante, tessendo i legami di «amicizia sociale», apprezzando la bellezza della vita e del creato, suscitando o instaurando una nuova ‘normalità’. Non possiamo rimanere fuori dai processi in cui si genera il nostro presente e il nostro futuro. Cogliamo l’opportunità e facciamo crescere ciò che è buono per tutti. Voglia il Cielo che alla fine non ci siano più “gli altri”, ma che impariamo a maturare uno stile di vita in cui sappiamo dire “noi”.

La speranza è audace e allora incoraggiamoci a sognare in grande. L’unico tesoro, che non è destinato a perire e che si trasmette da cuore a cuore, è l’amore. Crediamo che questo amore venga dall’alto e attiri l’umanità in una fraternità. Ripartiremo, Amici, con creatività dell’amore. Pertanto non smettiamo di ricaricarci di questo amore e di farci eco di questa speranza: ‘Fratelli tutti, solidali e salvi tutti’.

Piotr Anzulewicz OFMConv

con il Consiglio direttivo