Con il Cuore al centro

Una Serata speciale, quella che si è svolta l’8 giugno 2018, presso la chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, con il Cuore al centro. È stata creata dal Circolo Culturale San Francesco in concomitanza con la solennità del Sacro Cuore di Gesù e a coronamento delle celebrazioni liturgiche e paraliturgiche. Tutta all’insegna della tenerezza, spiritualità e convivialità. Divinamente si è inserita nella «Lunga Notte delle Chiese»: una manifestazione per avvicinare la comunità, che godeva del patrocinio del Pontificio Consiglio per la Cultura e del Ministero dei Beni Culturali, e della collaborazione delle diocesi italiane.

Il Circolo, che nel suo logo ha il simbolo di cuore, non poteva non “chinarsi” sul cuore: il centro operativo più intimo, la scaturigine delle relazioni dinamico-personali con l’altro, l’organo esatto della comprensione integrale, la sede privilegiata dell’uomo non-ancora-rivelato – infatti, in ognuno c’è «l’uomo nascosto del cuore» (cfr. 1 Pt 3,4). Esso non è l’illogico o l’irrazionale che si contrappone al logico o al razionale. È invece un’attitudine conoscitiva diversa da quella della ragione. Il cuore ha il suo «ordine» (R. De Monticelli) e le sue «ragioni che la ragione non conosce» (B. Pascal). Solo le ragioni del cuore hanno la chiave per entrare nel mistero dell’altro. Non si può conoscere l’altro «io» se non lo si avvicina con il sentimento positivo dell’amore che è il punto più alto e più profondo della funzione del cuore. Forse è venuto il tempo in cui si debba riscoprire il cuore come punto di sintesi di tutte le dimensioni della persona, da quella affettiva e volitiva a quella razionale e religiosa, come «luogo dell’integrazione viva, come spazio in cui l’uomo è già intero, non frantumato o smembrato» (M. I. Rupnik), come luogo dove l’intelletto ha il suo sentimento e dove il sentimento intende e comprende… Il cuore o l’«uomo-cuore» (S. Palumbieri) è l’uomo «tutto intero». Egli, vivendo nel corpo, pensando, progettando, decidendo, disperandosi e collezionando sconfitte, continua tuttavia a rilanciare speranze. L’uomo è un essere speciale. Il suo essere è il sentirsi-essere, in moto permanente, in vibrazione costante, in tensione perenne. È l’in-quietudine, l’incapacità di placarsi, la vibratilità costitutiva, l’«abisso» da colmare, la «finitudine» da completare, l’«ammasso di fallibilità» da purificare, l’«interrogativo» da ascoltare… È come un ago calamitato che continua a vibrare finché non è puntato verso il suo Nord, l’Infinito, l’Assoluto. «Inquieto è il nostro cuore finché non riposa in te» (Agostino d’Ippona), l’Amore di Dio incarnato ed «umanato» (Angela da Foligno), l’unica risposta perfetta al nostro «inquietum cor».

Nel programma della Serata ci stava a cuore tutto ciò che riguardava il cuore, in tutte le sue sfumature e dimensioni: «intelligente» (1 Re 3,12; Prov 14,33; 15,14; 18,15), «saggio» (Sal 90,12), «retto» (1 Re 3,6), «integro» (1 Re 11,4), «mite e umile» (Mt 11,29), «risoluto» (At 11,24), «creativo»… Ne hanno parlato con passione e competenza i protagonisti della tavola rotonda: Valentina Gulli, Clarissa Errigo e Teresa Cona, ed altri ed altri ancora: Stefania, Gino, Marisa, Maria… I videoclip, proiettati da Ghenadi, hanno reso la Serata ancora più toccante e vibrante. Le parole erano amore e noi continuavamo ad assorbirle abbondantemente, perché questa era l’aria che si respirava nella giornata del Sacro Cuore. Le immagini e le melodie ci offrivano stimoli e indicazioni grazie ai quali sentivamo che il Sacro Cuore richiamava il nostro cuore. Tutti abbiamo bisogno di un cuore forte, saldo, chiuso al tentatore, ma aperto al Cuore divino; di un cuore tenero, generoso, «intelligente» che non si lascia chiudere in sé e non cade nella vertigine della globalizzazione dell’indifferenza; di un cuore «sociale» che si spende per l’altro e il totalmente Altro. Una Serata davvero con il Cuore al centro. 

Piotr Anzulewicz OFMConv

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Gratitudine – Mondo fragile – Happening

  1. Gratitudine ed elogio

Adorata è stata l’11ª Serata cinematografica, con la proiezione del film «Un mondo fragile» e la cineconversazione sull’amore per la terra d’origine, che si è svolta il 16 giugno nel Salone «S. Elisabetta d’Ungheria» presso la chiesa «Sacro Cuore» a Catanzaro Lido, cittadina balneare affacciata sul Mar Jonio. E’ stata l’ultima Serata della 4ª edizione del CineCircolo dal filo conduttore: «’Sorella’ Terra per immagini», ispirata all’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco e alla preghiera-inno Cantico delle creature di frate Francesco, promossa dal Circolo Culturale San Francesco ed aperta, a titolo gratuito, a tutti, vicini e lontani − la 93ª Serata di seguito, tra quelle cinematografiche e quelle conviviali, con decorrenza dal 10 gennaio 2014.

Merita parole di elogio lo Staff delle due sezioni del Circolo: la dott.ssa Teresa Cona − direttrice del CineCircolo, e l’avv. Pepino Frontera − direttore del WikiCircolo, in collaborazione con il M° Luigi Cimino, membro del Consiglio direttivo. Tutti e tre hanno lavorato con passione, gomito a gomito, l’uno accanto all’altro, incontrandosi, insieme ad altri volontari, ogni mercoledì per dare un tocco magico ad ogni evento del venerdì. «Chapeau» a Ghenadi Cimino, perché stramerita la medaglia d’oro per il service audiovisivo, portato la sera precedente, montato e impostato nel giorno dell’evento e gestito d’incanto nel corso dell’evento! A portare in classifica sono i fans del Circolo, presenti fino all’ultimo punto del programma delle Serate del venerdì e immortalati spesso nelle foto di gruppo. Nelle pagine della storia del Circolo entrano anche coloro che con le piccole donazioni o le domestiche “creazioni” hanno pensato al palato dei partecipanti («aperitivo» e «cocktail»). A tutti un immenso grazie per il loro costante ed ammirevole impegno, la fatica e la dedizione, senza eguali. Ai lettori un cordiale augurio del «sì» alla cultura dell’incontro, del dialogo e della comunione, nel segno del Santo d’Assisi.

 

  1. Mondo fragile

L’11ª ed ultima Serata cinematografica, con «cocktail», ha offerto un film di grande interesse e spessore culturale ed umano. Un mondo fragile (titolo orig.: La tierra y la sombra), diretto dal ventottenne César Augusto Acevedo, sceneggiatore e regista colombiano, premiato al Festival di Cannes 2015, ha fatto capire meglio l’enciclica Laudato si’ ed apprezzare di più la preghiera-inno Cantico delle creature. Una pellicola viva, fisica e immersa, capace di tradurre il senso di un profondo disagio collettivo in espressioni di rinascita. Un cinema ‘in marcia’, da vedere e far vedere, con una qualità pressoché unica oggi: quella di essere necessario.

Un’epica ancestrale della terra, della famiglia e della casa, diventati realtà devastate e negate ne La tierra y la sombra. «La tierra − scrive Zarar, critico cinematografico − è quella della Valle del Cauca, in Bolivia, dove la monocultura latifondistica della canna da zucchero ha devastato il suolo, azzerando le colture e i modi di vita. Terra ormai grigia, piatta e polverosa, percorsa dai fuochi e dalle ceneri degli incendi delle stoppie, simbolo trasparente di una situazione globale di sfruttamento insensato e desertificazione avanzante. La sombra invece – a sua volta simbolo di un’altra natura, fatta di campi verdi, di frutteti, di uccelli, protettiva e consolatoria – è quella, assediata da tutte le parti, del maestoso e frondoso albero, sopravvissuto accanto ad una casa contadina, che una vecchia madre difende con le unghie e con i denti – contro ogni logica – dalla marea avanzante: rifugio fragilissimo di pace, di ricordi, di momenti ‘umani’ in un contesto disumano».

La terra, che dovrebbe essere la terra-madre capace di nutrire i suoi figli, ha ormai perso la sua funzione: non nutre più nessuno, se non qualche compagnia che impiega e sottopaga i corteros de azucar, uomini-automi che tagliano le canne con metodi defatiganti e insalubri. Ora la sua funzione in pieno adempie l’ombra: l’albero del pane è l’unico e ultimo baluardo che si erge contro la desertificazione della campagna. Così, nel film, tornano «miti e archetipi della grande letteratura latino-americana − continua Zarar − fatti cenere e morte: il padre, che da anni ha abbandonato la casa e torna in extremis dal figlio malato e dalla moglie, sente ancora la forza di quei valori che lo hanno riportato indietro, ma sa anche che il ritorno è inutile, che il figlio morirà soffocato da quei fumi velenosi, che l’unica soluzione sarà quella di raccogliere quel che resta della giovane generazione, la nuora, il nipote, e fuggire via, rinunciando alla lotta. La vecchia e indomita madre sarà l’unica a restare, concentrando in sé il senso di una resistenza senza speranza. La resa filmica è particolare: in un vortice di polvere che percorre tutto il film, e che è l’unico vero ‘movimento’. […] Uomini e donne appaiono messi all’angolo, inchiodati ad una minimale resistenza per la sopravvivenza, ormai quasi senza voce». «Una critica vertiginosa della realtà − osserva Riccardo Tavani − che non è urlata, ma neanche propriamente detta: è solo mostrata […]. Un’angoscia straziante ti assale per quel bambino, senza gioie, giochi, giustizia sotto quel cielo di cenere e quella tierra della desolazione».

Un mondo fragile, con il minimo dei mezzi espressivi, riesce comunque a offrirci un minuscolo barlume di speranza, innescando un prolungato dialogo a più voci, sul legame con la propria terra − un ostacolo difficile da sormontare − e sui temi della crisi ambientale e sociale, argomenti tanto cari a Papa Francesco, che con l’enciclica Laudato si’ ha lanciato un accorato appello perché tutti adottino un atteggiamento di cura e di custodia della nostra «casa comune».

 

  1. Happening

Il prossimo appuntamento era fissato per venerdì 23 giugno, solennità del Sacro Cuore di Gesù che pulsa di amore per ogni bambino progettato e voluto dai genitori, per ogni ragazzo, per ogni adulto, per ogni anziano, ma soprattutto per ogni malato, sofferente, emarginato, rifugiato, povero, disoccupato della nostra terra; festa di un cuore che «governa il sole e gli astri» e che in tutto rappresenta l’amore di Dio. Per renderla più bella presso la chiesa «Sacro Cuore» dove ha sede il Circolo, è stato scelto il tema ad hoc: «Laudato si’: Custodi del creato e degli altri Francesco di Paola ed Elena Aiello», il tema dell’11 ed ultima Serata conviviale con «aperitivo» della 4ª edizione del WikiCircolo dal leitmotiv: «L’uomo e sua ‘sorella’ Terra», resa nota già nel gennaio scorso sul pieghevole e sul Sito Web del Circolo e successivamente con cura elaborata nel dettaglio e corredata da due interventi straordinari, quelli del prof. Filippo D’Andrea e del dott. Beniamino Donnici, la 94ª Serata di seguito. Ora questa Serata viene, purtroppo, annullata, cedendo il passo all’evento religioso organizzato oltre due settimane fa dall’Apostolato della Preghiera dell’arcidiocesi Catanzaro-Squillace in collaborazione con il gruppo omonimo locale, un evento che ha il suo momento «clou» alle ore 18.30: la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Vincenzo Bertolone e l’agape fraterna a conclusione. Lo Staff del WikiCircolo si scusa con i due Relatori e invita gli amici del Circolo a quest’evento di carattere religioso. Ci saranno altri eventi intrisi di cultura e di gioia da vivere insieme al Circolo.

L’appuntamento è a venerdì 30 giugno, alle ore 19. Vi sarà un happening speciale: «Messa della Terra» (Earth Messa) per cantare l’armonia del creato (oltre a stili musicali, anche la pittura paesaggistica e i versi degli animali: l’ululato del lupo di Gubbio o il canto della cicala), a conclusione della 4ª edizione del Wiki- e CineCircolo. Un evento di suggestivo pathos, musicale, estetico e conviviale. Il M° Luigi Cimino, toccando le corde dei nostri cuori, ci trascinerà verso i territori che si trovano in noi stessi e in territori in cui è sospesa la nostra minuta e stupefacente Terra, con i suoi spazi trapassati dalle radiazioni delle stelle.

Le Serate della nuova edizione, la 5ª, del WikiCircolo e del CineCircolo inizieranno dopo la pausa estiva: venerdì 22 settembre è in programma la 1ª Serata conviviale con «aperitivo» e venerdì 29 settembre la 1ª Serata cinematografica con «cocktail». Tutte e due le edizioni continueranno ad ispirarsi all’enciclica Laudato sì’ di Papa Francesco e alla poesia-preghiera Cantico delle creature di frate Francesco, ma anche al Messaggio per la 51ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali «“Non temere, perché io sono con te” (Is 43,5). Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo». Sarà questo un surplus che le darà un tocco speciale.

Il Circolo Culturale San Francesco è una straordinaria opportunità per tutti. I suoi eventi e messaggi sono indirizzati non solo ai soci, simpatizzanti ed amici del luogo in cui ha la sua sede legale, ma anche ai lontani, ai credenti e ai non credenti, a quanti, grazie al Sito Web, vengono in contatto con il suo ideale: «la cultura e la cura dell’altro», nel segno di frate Francesco d’Assisi. Un legame speciale esso conserva tuttavia con la sua città, Catanzaro Lido, e in particolare con il quartiere Casciolino, dove sorge la chiesa «Sacro Cuore». Un intenso legame genetico, strutturale, ambientale. Il Circolo è sorto proprio qui, come leggiamo del resto nell’art. 1 dello Statuto: «In occasione del 50° anniversario della solenne proclamazione della parrocchia francescana “Sacro Cuore”, viene costituita con sede a Catanzaro Lido, Viale Crotone, n. 55, presso la chiesa “Sacro Cuore”, l’Associazione “Circolo Culturale San Francesco” quale libera Associazione a carattere culturale e spirituale, aperta a tutti coloro che ne condividono le finalità e per mantenere vivo il ricordo, lo spirito e l’umanità di s. Francesco d’Assisi». I parrocchiani del «Sacro Cuore» sono quindi nel cuore del Circolo fin dal principio: è il «cuore creativo della loro parrocchia», il «punto di socializzazione», l’«ambiente» o il «luogo» per eccellenza, diverso dai «non luoghi»: piazze, centri commerciali, lungomari, bancarelle, stazioni ferroviarie (al riguardo si legga l’articolo: Ideale del Circolo: la cultura e la cura dell’altro).

Partecipando fattivamente alle sue iniziative, programmi e progetti, possono «dimostrare cosa c’è di buono in una città nota come deserto intellettuale ed affettivo», «creare modalità nuove di fratellanza e di comunione, far crescere e consolidare l’esperienza del “noi”», «prestare attenzione alle sfide, tormenti e speranze», «lavorare non solo per noi stessi e per i nostri figli e nipoti, ma per tutti gli altri». In tal modo il Circolo potrà essere «una risposta ai “non luoghi”, al non vissuto, alla noia, all’accidia, alla passività, al silenzio… una risposta che forse la gente sognava, ma non osava immaginare… È tutto il nostro essere ed agire che ha bisogno di rinsanguarsi al di fuori di un pernicioso immobilismo, causato da inerzia o paura di un confronto con una visione attiva della vita». Grazie alla cultura, tutti possiamo «divenire sempre più uomini e imparare ad essere di più non solo “con gli altri”, ma anche “per gli altri”. Questo è anche il compito del Circolo, con le sue potenzialità, con il suo ruolo d’avanguardia e con i suoi progetti volti a ripristinare i valori umanistici, evangelici e francescani: fratellanza, solidarietà, dialogo, giustizia e pace…» (ivi, p. 6). Esso non è tuttavia un gruppo parrocchiale, ma – ripetiamo – è un’opera affidata alla parrocchia «Sacro Cuore», e come tale ha la benedizione di mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, attraverso una pergamena. È l’unica opera del genere sul territorio, l’opera che abbraccia tutti i gruppi parrocchiali e va oltre: è aperta ai vicini e ai lontani, a tutti senza distinzione alcuna. Tutti allora hanno un’eccezionale opportunità di farsi promotori di quest’opera, sostenere ed affiancare i suoi programmi, e imbarcarsi in nuovi progetti, con coraggio, entusiasmo e speranza. «Tutti dentro!» (Intra omnes)

Piotr Anzulewicz OFMConv

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Alla «Via crucis» vivente a Cropani

Sabato sera 8 aprile siamo stati a Cropani, scrigno di storia, arte, cultura e bellezza. Il motivo? La Pasqua è «ante portas» e la Parrocchia di S. Maria Assunta, guidata dai frati minori cappuccini (Francesco Critelli, Francesco Mazzeo e Amedeo Gareri), ha esposto l’«Opera sacra», cioè la rappresentazione che rievoca la passione, morte e risurrezione di Cristo. Con più di sessanta attori “pescati” tra le fila di tutte le realtà presenti nella sua comunità, l’ha portata in scena sulla scalinata del duomo romanico e attraverso vari vicoli e piazze del borgo medievale, in un tempo meteorologico freddo, ma in un clima caldo degli spettatori che in religioso silenzio hanno rivissuto il crudele supplizio inferto al Nazareno. Più di cinque mesi di preparazione, curata nei minimi particolari, su un copione di un ingegnoso drammaturgo del 1600 diretto dai registi Gregorio Saia e Francesco Murfone. Molto suggestivi i costumi cuciti con passione per l’occasione dalla sarta Maria Funaro.

Tante sono state le scene forti nella rappresentazione: dalla messa in accusa di Cristo da parte dei sommi sacerdoti dell’ebraismo, Anania e Caifa, al commovente incontro tra Madre e Figlio sottolineato da un assordante silenzio carico di emozione e alla disperazione di Giuda inseguito dagli angeli di speranza, di perdono, di pentimento e di fede. Un appuntamento unico, ricco di emozioni e colpi di scena che ci hanno fatto riflettere sui temi principali della fede cristiana.

La rappresentazione è stata allietata dalle musiche selezionate dal prof. Mario Capellupo e dalla banda musicale «Giuseppe Cimino» diretta dal M° Luigi Cimino, membro del Consiglio direttivo del nostro Circolo, che ha reso preziosi i singoli momenti della rappresentazione.

Un sentito grazie agli attori che, seppure dilettanti, hanno egregiamente svolto i ruoli loro assegnati. Complimenti a loro e a tutti coloro che hanno reso possibile la serata di grande arte e bellezza. La «Via crucis», vista dal vivo, sconvolge ancora gli animi e li trascina ad immedesimarsi nell’atroce dolore che ha segnato gli ultimi momenti della vita del Cristo. E’ vero che ogni cristiano deve portare la propria croce, ma il suo ruolo non finisce qui. Egli è chiamato a un compito dalla portata storica senza precedenti: schiodare tutti coloro che vi sono appesi, «sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi» (Is 58,6).

tc/pa

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Il «sì» alla solidarietà universale e il «no» al consumo sfrenato

Un’atmosfera splendida, fatta di semplicità e di armonia, quella che regnava venerdì 31 marzo, durante l’84ª Serata focalizzata sul tema: «Laudato si’: il “no” all’ideologia del consumo e il “sì” alla cultura della sobrietà e della condivisione», la 6ª Serata conviviale con aperitivo ideata nell’ambito della 4ª edizione del WikiCircolo con il filo conduttore: «L’uomo e sua ‘sorella’ Terra», e promossa dal Circolo, luogo da “abitare” ed amare… La Serata si è svolta secondo l’ordine del giorno, pubblicato in anticipo su questo Portale  e presentato dalla dott.ssa Teresa Cona, segretaria del Circolo.

Il tema è stato introdotto da un video Laudato si’, tripudio alla natura e alle sue bellezze, con l’intento di considerarla come casa comune a cui si devono cura e manutenzione, rispetto e considerazione. E’ seguito l’ascolto di alcuni brani dell’enciclica, letti dall’insegnante Sebastiana Piccione, tutti imperniati sul pericolo che l’umanità corre sprecando le risorse nel consumismo, sullo scarso valore che si dà ai beni della terra, sull’educazione alla sobrietà e alla condivisione con i poveri che ormai nel mondo raggiungono un numero impressionante.

Piotr Anzulewicz OFMConv, nel suo intervento: «Alla scoperta della Laudato si’», ci ha ricordato che l’enciclica ha avuto un incredibile impatto nel mondo non ecclesiale. L’ha commentata anche Antonello Rispoli, responsabile nazionale Garanzia Giovani per Confcooperative Calabria. Ha curato lo «start-up» di programmi di microcredito nelle regioni del Sud Italia e la predisposizione di strumenti finanziari in grado di favorire l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili. Docente di programmi di formazione, è impegnato a rileggere anche in termini politici la vita sociale, prestando attenzione ai “beni comuni” (al plurale). Secondo lui, l’enciclica, scritta in modo semplice e diretto, tocca il cuore e le corde dell’anima, con l’analisi sui danni, che l’uomo ha fatto alla terra ed ai suoi abitanti, perseverando in un modello di sviluppo economico che ha rallentato il vero progresso e ha portato all’inquinamento, alla perdita della biodiversità, al degrado sociale, alla questione dell’acqua, al deterioramento della qualità della vita umana, al diffondersi della violenza.

Al tempo stesso l’enciclica rappresenta uno straordinario messaggio di rinnovata fiducia nei confronti del genere umano. Vi si respira la voglia di credere nel lato migliore dell’essere umano, di ridare significato ad uno stile di vita che ne ha sempre meno, attraverso la volontà di ricercare quello spiraglio di fede che può illuminare i nostri lati oscuri. «Fede − affermava Dante Alighieri († 1321) − è sostanza di cose sperate». Il suo contenuto ci conduce ad alimentare una ricerca spirituale dalla quale non possiamo più prescindere se vogliamo recuperare il senso della nostra permanenza su questa terra. Si discute tanto sull’opportunità di censurare il male e si riflette poco sul fatto che da anni stiamo censurando il bene e svendendo i nostri valori, perché il fatto stesso di averli e di coltivarli ci fa sentire come Don Chisciotte, nel suo frustrante combattimento contro i mulini a vento. Oscar Wilde († 1900), scrittore, poeta, drammaturgo, giornalista e saggista irlandese, scriveva che la gente conosce il prezzo di tutto e il valore di nulla. Noi, ad esempio, conosciamo il prezzo dei prodotti che acquistiamo, ma non ne riconosciamo il valore. Se così fosse, non sprecheremmo 1 300 000 000 tonnellate di cibo all’anno. E’ l’equivalente di 8 600 navi da crociera! Un dato ancora più impressionante se pensiamo che un miliardo e mezzo di persone soffrono di denutrizione. In questo senso diremmo che il contenuto del nostro carrello è una piccola appendice della nostra coscienza.

C’è urgente bisogno di una nuova solidarietà universale, come via di soluzione alla crisi ambientale e sociale. Ne parla Papa Francesco quando afferma che «ogni cambiamento ha bisogno di motivazioni e di un cammino educativo», e propone «alcune linee di maturazione umana ispirate al tesoro dell’esperienza spirituale cristiana» (Laudato si’, n. 15). Il futuro viene, ancora una volta, rimesso nelle nostre mani.

L’avv. Peppino Frontera ha evidenziato, con fatti ed esempi, in quanti modi ormai lo spreco e il consumismo sfrenato hanno invaso la realtà in cui viviamo. Il M° Luigi Cimino invece ci ha deliziato sul valore educativo della musica che si attua quando tra educatore ed educando si instaura un rapporto di empatia. Essa comprende capacità d’ascolto e di liberazione da una sorta di «anestesia spirituale» che rende ciechi alle sofferenze altrui.

Non pochi sono stati gli interventi degli astanti che con grande interesse e compostezza hanno condiviso esperienze, conoscenze ed emozioni, tutte mirate ad imparare e migliorare il nostro ambiente socio-ambientale. La Serata, attraverso la loro voce, con forza ha ribadito il «no» all’ideologia del consumo ossessivo e il «sì» alla cultura della sobrietà e della solidarietà. «Dal momento che il mercato tende a creare un meccanismo consumistico compulsivo per piazzare i suoi prodotti, le persone finiscono con l’essere travolte dal vortice degli acquisti e delle spese superflue» (Laudato si’, n. 203).

E’ davvero auspicabile una società più attenta all’essenza dell’umano. Frate Francesco d’Assisi, «mistico e pellegrino che viveva con semplicità e in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso» (n. 10), ci è l’esempio per eccellenza. Egli «si sentiva chiamato a prendersi cura di tutto ciò che esiste. Il suo discepolo s. Bonaventura narrava che lui, “considerando che tutte le cose hanno un’origine comune, si sentiva ricolmo di pietà ancora maggiore e chiamava le creature, per quanto piccole, con il nome di fratello o sorella”. Questa convinzione non può essere disprezzata come un romanticismo irrazionale, perché influisce sulle scelte che determinano il nostro comportamento. Se noi ci accostiamo alla natura e all’ambiente senza questa apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati. Viceversa, se noi ci sentiamo intimamente uniti a tutto ciò che esiste, la sobrietà e la cura scaturiranno in maniera spontanea» (n. 11).

La Serata ha avuto anche un momento affabile, nel festeggiare il compleanno della sig.ra Pina Lista, sempre presente, insieme a suo marito Leonardo, ad ogni evento del Circolo: affettuosi auguri a lei da tutti noi e a presto, all’85ª Serata.

sp/tc/pa

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È partita anche la 2ª edizione del CineCircolo

Venerdì 29 gennaio il Circolo ha lanciato la 2ª edizione del CineCircolo, un’iniziativa originale e interessante, «sui sentieri della misericordia», focalizzata sulla triade: accoglienza–integrazione–viaggi della speranza, con il cinedibattito a conclusione.

Calabria 1In una cultura, che sempre più si configura come cultura della spettacolarità generalizzata, il CineCircolo, nella sua 1ª edizione, con il ciclo «Calabria mon amour», ha presentato pellicole su temi-storie ambientate sul territorio calabrese, per rendere conoscibile un patrimonio cinematografico legato direttamente ai paesi, alle città e ai luoghi che, ospitando i set, le troupe e i cast, sono diventati famosi, o ai personaggi del cinema, di nascita o di famiglia calabrese, che si sono fatti conoscere in tutto il mondo. Così gli spettatori hanno avuto l’occasione di «comprendere meglio – leggiamo sul pieghevole – la nostra storia, la nostra cultura e le nostre tradizioni, apprezzarne la bontà e comunicare la bellezza, attraverso il coinvolgimento personale, la prossimità e il dialogo, sulle strade digitali del nostro mondo contemporaneo, affollate di umanità, spesso ferita: uomini e donne che cercano una salvezza o una speranza». Durante il cinedibattito, che seguiva ogni proiezione del film, potevano reimparare ad ascoltare, comunicare e fruttificare, nella prossimità e in modo inclusivo, rispettoso e costruttivo, favorendo uno sguardo d’insieme. È stato un «omaggio alla terra di Calabria, spesse volte dimenticata e mai sufficientemente apprezzata per le infinite qualità paesaggistiche, folcloristiche, faunistiche, culinarie, ed ai suoi abitanti».

Volantino - DoichlandaLa proiezione del film-documentario musicale «Doichlanda» di Giuseppe Gagliardi (per la recensione si veda ad esempio il link: http://www.mescalina.it/musica/recensioni/il-parto-delle-nuvole-pesanti-doichlanda-dvd) ha segnato il lancio della 2ª edizione del CineCircolo. Tutti i film sono stati selezionati, con la preziosa consulenza di Eugenio Attanasio, regista e presidente della Cineteca della Calabria, nella prospettiva indicata da Papa Francesco nella Bolla di Indizione dell’Anno giubilare, dal titolo «Misericordiae vultus» (11 aprile 2015), per immergere gli spettatori nella dimensione di misericordia e di compassione, di perdono e di riconciliazione. Di più, con il cinedibattito, previsto anche questa volta alla fine della proiezione, dove ci si mette qualcosa di se stessi e dove non si è più spettatori passivi, ma attivi, viene offerto uno spazio per le tematiche come l’accoglienza, l’integrazione razziale e i viaggi della speranza. «Tutti – si legge sul dépliant – abbiamo bisogno di metterci in discussione, senza avere mai paura dell’inciampo, e di farci raccontare cosa sta succedendo. È importante nell’Anno della Misericordia andare oltre il senso di colpa e continuare a cercare delle vie d’uscita, suggerite dalla fede, dal coraggio e dalla creatività dell’uomo che da sempre ambisce alla felicità. È un momento straordinario per ritrovare i nostri fratelli più fragili e riconoscerli come coloro che hanno bisogno di noi, che ci tendono le mani e che noi siamo nelle condizioni di poter soccorrerli e accoglierli».

Il mondo crea lacerazioni ed è solcato da scie d’intolleranza, divisioni, violenze e guerre. Il cinema invece, questa moderna e fondamentale espressione dell’arte, unisce popoli, culture e religioni. Per questo il CineCircolo lo propone come luogo del dialogo e dell’incontro, a cui attingere intimamente e intensamente. Quando poi esso s’apre alla dimensione religiosa, toccando temi fortemente umani che hanno in sé una carica trascendente, riesce a travalicare le diverse espressioni per giungere al cuore e alla mente dello spettatore.

IMG_1451Il curatore dell’attuale edizione, la dott.ssa Teresa Cona – segretaria del Circolo, in collaborazione con l’avv. Giuseppe Frontera e il M° Luigi Cimino – membri del Consiglio direttivo, accogliendo queste indicazioni, cercherà di invitare ospiti d’eccezione per condividere la loro conoscenza ed esperienza relative alle tre tematiche sopraindicate. «Abbeverandosi alla fonte della fratellanza, e prendendone ispirazione, ci aiuterà a guarire le memorie dolorose, a costruire l’armonia, a far fiorire incontri umani fecondi. Al cuore della comunicazione vi è soprattutto una profonda dimensione umana – comunicazione che non è solo una tecnologia attuale o aggiornata, ma una profonda relazione interpersonale».

DonnaLa prima pellicola «Doichlanda» ha offerto l’opportunità di soffermarsi sull’emigrazione calabrese e sui flussi migratori tra l’Italia ed altri paesi, soprattutto europei. La serata era piuttosto fredda e solo in pochi hanno avuto il coraggio di venire alla proiezione. Ci dispiace di non disporre di una vera e propria sala cinematografica, riscaldata e attrezzata di poltrone. L’attuale è “povera”, come fu povera s. Elisabetta d’Ungheria a cui essa è dedicata, e condivisa con l’Ordine Francescano Secolare (OFS) e con la Gioventù Francescana (Gi.Fra.). Nell’ottobre scorso, grazie al parroco, p. Ilario Scali, si è arricchita di un palco per l’auspicata biblioteca francescana (al riguardo si legga: https://circoloculturalesanfrancesco.org/site/biblioteca-sognata-insieme/) e di tende per le finestre localizzate in alto e al di fuori della manovrabilità, che finora si doveva adombrare con i supporti in cartone, e nel gennaio di quest’anno, grazie al Circolo, di due lampadari e di una plafoniera (ci servono altre tre o quattro da applicare alle pareti laterali). Per ogni evento affittiamo il service audiovisivo (grazie, Ghenadi, Luigi e Gabriele, per la vostra fatica nel portare, montare, gestire, smontare e portare via), il proiettore e lo schermo. Siamo poveri, e non ce ne vergogniamo, anzi, ne siamo francescanamente fieri. Il nostro budget è quasi sempre in rosso, per cui siamo immensamente grati per ogni piccolo gesto di sostegno. Tra i nostri sogni costanti ci sono anche due essenziali strumenti: un computer e una stampante per la Segreteria.

Siamo lieti di invitare tutti, vicini e lontani, a questa edizione. Per parteciparvi non bisogna acquistare il biglietto, perché l’ingresso è libero e gratuito. A conclusione c’è qualche delizia per il palato. Anch’esso vuole la sua parte. A venerdì prossimo.

Piotr Anzulewicz OFMConv

 




Continuare a seminare…

Seminatore 1È difficile non cedere alla tentazione di monitorare continuamente tutto e di fare dei business plan, oppure al contrario: cadere in atteggiamenti di pigrizia, superficialità, indifferenza, irresponsabilità. Gesù invita noi, la sua Chiesa, a entrare nella logica dei piccoli gesti, consapevoli che lui non ci molla facilmente, ma non si sostituisce a noi. La fede non è la consegna della propria vita nella speranza che sia lui a toglierci dai guai in cui ci siamo (o ci hanno) infilati. La fede non intende farci diventare dei dipendenti o degli infanti, risolverci i problemi, metterci al riparo dalla sofferenza e dal dolore. Ci aiuta a diventare più uomini e più donne.

La parabola del seme (Mc 4,26-34), che cresce spontaneamente, ci ricorda che il nostro ruolo di comunità, fucina di intelligenze, di formazione e di cultura, deve concentrarsi sul «continuare a seminare», annunciare i valori condivisi, alti, evangelici, aprirsi a nuove iniziative, ma poi ricordarsi – ed è qui il grande messaggio di fiducia e speranza – che non siamo soli.

Albero di senapeTutto comincia da un seme, con l’accogliere e il dare spazio, in maniera umile, alla Parola di Dio. Ogni piccolo passo verso il bene, il vero e il bello può riaprire la nostra vita a frutti insperati e gratuiti! Sia il bene che il male cominciano sempre da un «granello di senape». La parabola evangelica ci mette di fronte alla grande occasione e responsabilità che ci offrono i piccoli gesti di bene, continuamente profusi, con fiducia e passione, pazienza e perseveranza, sapendo che un domani possono diventare grandi alberi per la vita degli altri. Nello stesso tempo dobbiamo stare attenti a non lasciare che piccoli semi di male vengano seminati nella nostra vita, nei luoghi comuni, nella società: all’inizio sembrano insignificanti e gestibili, ma poi anche loro possono diventare grandi alberi. Continuiamo a seminare il bene, il vero e il bello. Non ci paralizzi, Amici, nessuna avversità o indifferenza.

15-21 giugno 2015

► Lunedì 15 giugno

Anziana benedetta da Papa Francesco# Giornata Mondiale contro gli Abusi sugli Anziani (Awareness Day Elder Abuse), un fenomeno che si sta diffondendo in tutti i Paesi, sia in quelli che hanno più problemi di sviluppo, sia in quelli altamente sviluppati. Tra gli abusi più diffusi, che ogni anno portano a circa 2500 omicidi in Europa, sono: il non considerare gli anziani come persone attive e utili (o utili soli per sottrarre loro quella ricchezza che hanno prodotto in anni di vita lavorativa) e come risorse che detengono una ricchezza umana enorme all’interno delle famiglie (lo ha ricordato ieri Papa Francesco, aprendo il Convegno della Diocesi di Roma), l’abbandono alla solitudine (in Italia più del 30% degli anziani vive da sola), le finte residenze o case di riposo che sono dei veri e propri lager dove l’anziano viene visto come un soggetto da cui trarre lucro e non come una persona fragile da tutelare, e le truffe agli anziani (in Italia, ogni anno vengono denunciate oltre 150 mila truffe). «Il maltrattamento delle persone anziane, questo crimine odioso, avviene spesso nel segreto degli spazi privati – scrive Ban Ki-moon nel suo messaggio – e questo rende ancor più necessaria una forte denuncia pubblica del fenomeno». Molte le iniziative in programma a livello mondiale. Segnaliamo in particolare le attività di HelpAge International (A global movement for the rights of older people), impegnata nell’aiutare le persone anziane ad affermare i propri diritti, sfidare la discriminazione e superare la povertà. Per approfondire il tema si segnala la ricerca di HelpAge del 2013, ancora attuale. Sul tema, importante ricordare anche la Carta europea dei diritti e delle responsabilità delle persone anziane bisognose di cure ed assistenza a lungo termine (http://www.age-platform.eu/images/stories/22204 _AGE_charte _europeenne_IT_v2.pdf), lanciata nel 2010 da Age, piattaforma europea di ong della terza età.

# S. Vito († 303), siciliano, martire adolescente, uno dei 14 santi ausiliatori molto venerati nel Medioevo (tra cui Barbara, Biagio, Caterina d’Alessandria, Giorgio, Margherita, Pantaleone), invocato contro la letargia (eccessivo bisogno di sonno), l’insonnia, i morsi dei cani, l’epilessia e la corea (detta anche «ballo di s. Vito», perché dà movimenti incontrollabili), protettore dei muti, dei sordi ed singolarmente anche dei ballerini, per la somiglianza nella gestualità agli epilettici, patrono di 11 Comuni italiani (che portano il suo nome) e compatrono – da tempi immemori – di Catanzaro Marina, insieme con la Madonna di Porto Salvo.

IMG_1799# Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, 35° anniversario dell’ordinazione sacerdotale di p. Andrea Buzor, vicario parrocchiale. Auguri affettuosi…

► Martedì 16 giugno

Bambini burundesi rifugiati in Tanzania# 24ª Giornata Mondiale del Bambino Africano (Day of African Child), l’evento che dal 1991 commemora le centinaia di scolari massacrati nel 1976 a Soweto, in Sudafrica, durante la loro marcia di protesta contro la scarsa qualità dell’insegnamento per i neri sotto il regime dell’apartheid; l’edizione 2015 è dedicata all’intensificazione dell’impegno per mettere fine ai matrimoni precoci, ai quali sono costrette, in vari Paesi dell’Africa subsahariana, circa 58 milioni di ragazze. Occhi e capelli scuri come l’ebano, sguardo profondo, denti bianchissimi e sorrisi dolci, a cui non si può fare a meno di rispondere con un sorriso altrettanto aperto…

Tra le altre emergenze vi sono: la riabilitazione di ex bambini soldato e di bambini vittime di tante violenze, a partire dal rapimento o dal sequestro; l’acceso all’istruzione scolastica: si parla di circa 45 o forse 50 milioni di bambini; la malnutrizione: si dice che, ogni anno, circa 4,5 milioni di bambini africani sotto i 5 anni muoiono per malattie legate alla malnutrizione, oppure malattie che possono essere prevenute; le mutilazioni genitali femminili: una pratica diffusa che riguarda circa 40 milioni di bambine dai dieci anni in su; il lavoro minorile: si parla di circa 60 milioni di bambini abusati e impiegati in tale lavoro (ad esempio nel Kivu – nella zona orientale del Congo – i bambini vengono utilizzati in miniere illegali, nei tunnel scavati sotto terra, per estrarre l’oro, il coltan e altri minerali preziosi, perché sono più piccoli e possono raggiungere anche maggiori profondità grazie alla loro piccola statura, correndo maggiori pericoli degli adulti).

# A Tarso in Cilicia (Turchia), s. Giulitta (o Giuditta, Giuletta, Giulia) e s. Quirico (ca † 304), giovane madre e suo figlio di tre anni, appartenenti alla ‘gens Julia’, illustre famiglia romana, martiri durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano, patroni di 33 Comuni italiani (il loro culto è radicato e diffuso anche in Oriente).

«Nel giorno in cui la Chiesa festeggia i ss. Quirico e Giulitta, figlio e madre, che, sotto Diocleziano, lasciarono i loro beni andando incontro al martirio – ha detto Papa Francesco il 16 giugno 2014, durante l’udienza ai partecipanti al Convegno sugli investimenti per combattere la povertà e l’economia dell’esclusione e dello scarto – vorrei chiedere con voi al Signore di aiutarci a non dimenticare mai la fugacità dei beni terreni e ad impegnarci per il bene comune, con amore di preferenza per i più poveri e deboli».

Lampedusa# A Roma, nell’Aula Magna della Pontificia Università Gregoriana, colloquio sulle migrazioni «L’approdo che non c’è. Proteggiamo i rifugiati più delle frontiere», organizzato dal Centro Astalli con la partecipazione del prof. Stefano Rodotà, mons. Giancarlo Perego – direttore generale della Fondazione «Migrantes», p. Camillo Ripamonti SJ presidente del Centro Astalli, e Giorgio Zanchini moderatore, giornalista RAI (ore 18-).

► Mercoledì 17 giugno

# In Vaticano, 2° giorno di lavori dell’88ª Plenaria della Roaco (Riunione delle Opere di Aiuto per le Chiese Orientali), nel segno della carità e della solidarietà, per sollecitare lo spirito di amore nell’andare incontro ai cristiani perseguitati e ai profughi, organizzare il sostegno economico e spirituale ai profughi, aggiornare i progetti e le attività di carattere sociale in Irak e Siria, ma anche in Armenia, Etiopia ed Eritrea.

# A Roma, in P.zza S. Pietro, udienza generale di Papa Francesco per la catechesi del mercoledì (ore 9.50-11).

# A Pisa, s. Ranieri († 1161), laico, penitente, patrono principale della diocesi, della città e della dinastia monegasca dei Grimaldi, ricordato ogni anno la «Luminara di S. Ranieri» e la «Regata di S. Ranieri» sull’Arno.

Children_Tree_Planting# 20ª Giornata Mondiale contro la Desertificazione e la Siccità (istituita nel 1994 dall’assemblea generale delle Nazioni Unite), per promuovere, rafforzare e coinvolgere tutti nei modelli di agricoltura globalmente sostenibili per lo sviluppo del Pianeta, dopo Expo 2015.

La desertificazione spesso deriva dalla siccità e dalla carenza di acqua, ma le cause più significative sono rappresentate dalle attività umane: le coltivazioni intensive che esauriscono il suolo, la gestione scorretta delle risorse idriche, il sovrapascolamento del bestiame che elimina la vegetazione, l’abbattimento degli alberi che trattengono il manto superficiale del terreno. Le conseguenze della degradazione del suolo si riflettono sia sull’ecosistema che direttamente sulle condizioni di vita umana, accrescendo l’incidenza di povertà, carestie, esodi migratori, tensioni politiche, economiche e sociali. Per celebrare questa giornata a livello globale sono previsti eventi, esibizioni, concorsi e la realizzazione di video e infografiche.

► Giovedì 18 giugno

Enciclica Laudato sì# In Vaticano, nell’Aula Nuova del Sinodo, presentazione dell’Enciclica di Papa Francesco «Laudato si’, sulla cura della casa comune» (ore 11: http://player.rv.va/rv.player01.asp? language=it& visual=VaticanTic&Tic=VA_9TLOO2QY).

# A Roma, nella Basilica di S. Maria in Trastevere, veglia ecumenica «Morire di speranza», in memoria di quanti hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa, promossa dal Centro Astalli con la Comunità di S. Egidio, la federazione delle Chiese evangeliche, le ACLI, la Caritas italiana e la Fondazione «Migrantes» (ore 18.30-).

# In Sicilia, in particolare sul Monte Cronios (Sciacca), s. Calogero († 561 ca.), eremita, onorato e venerato in tutta la Sicilia, con suggestive processioni e celebrazioni, tipiche della religiosità intensa dei siciliani, e a Padova s. Gregorio Giovanni Barbarigo († 1697), vescovo di Bergamo e di Padova, che, prendendo a modello s. Carlo Borromeo, con un appassionato accento personale, diede slancio all’istruzione religiosa, tenne colloqui con il suo clero, insegnò il catechismo ai fanciulli nel loro dialetto, celebrò un sinodo, aprì molte scuole, gettò ponti culturali tra Europa e Asia, da Giovanni XXIII proclamato santo nel 1960.

# Adorazione eucaristica del 3° giovedì del mese (17.30-18.30).

► Venerdì 19 giugno

Giovani Torino_2015# A Torino, incontro nazionale dei giovani in occasione dell’Ostensione della Sindone e dei 200 anni della nascita di s. Giovanni Bosco (dal 19 al 21 giugno, pellegrinaggio dei ragazzi e dei giovani dai 16 anni in su a Torino, organizzato dal Servizio Diocesano per la Pastorale dell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace).

# A Ravenna e Fabriano, s. Romualdo († 1027), monaco e poi abate, fondatore dell’eremo di Camaldoli e promotore della Congregazione camaldolese, diramazione riformata dell’Ordine benedettino, contitolare della basilica cattedrale di Sansepolcro.

1ª serata conviviale - Catanzaro# Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, nel Salone «S. Elisabetta d’Ungheria» situato al lato destro della chiesa, alle ore 19.30, 1ª serata conviviale di WikiCircolo, aperta a tutti, sul tema: «Alla scoperta delle curiosità sacre e profane di Catanzaro, nostra città», svolto dall’avv. Giuseppe Frontera, con la visione di un breve DVD e un aperitivo a conclusione.

(Il Direttivo del Circolo chiede di promuovere questo evento tra gli innamorati della «Città tra due mari», detta anche «Città dei tre colli» o «delle tre V», e sostenere il Circolo stesso con i programmi già elaborati e quelli da elaborare ed attivare. Non manchiamo, portando almeno un saluto veloce, una parola amichevole, un grazie sincero, per tanta fatica e tanto cuore…)

► Sabato 20 giugno

Gender no# A Roma, in P.zza S. Giovanni in Laterano, manifestazione nazionale, promossa dal Comitato «Difendiamo i nostri figli», per dire «no» a quella che Papa Francesco ha definito «colonizzazione ideologica»: l’ideologia «gender», finalizzata a decostruire la differenza sessuale, l’umano e la famiglia, attraverso dei percorsi e dei progetti di educazione all’affettività, alla sessualità, che in realtà Fermiamo la strage subito logo 20 giugno_1sono dei veicoli attraverso i quali passa l’idea dell’indifferentismo sessuale, e, a Colosseo, mobilitazione nazionale «Fermiamo la strage subito!» con corteo, promossa dal Centro Astalli con un gruppo di organizzazioni e associazioni, in seguito alle tante stragi avvenute nel Mediterraneo, per chiedere alle istituzioni europee di intervenire per fermare le stragi e individuare una strategia condivisa e permanente per la gestione dei flussi migratori (ore 15-).

# A Torino, s. Maria della Consolata, la “Consolà”, la Consolata da Dio, che è più che mai Consolatrice nostra, Consolata degli Afflitti, patrona del capoluogo della regione Piemonte, venerata in particolare nel suo santuario torinese, meta di numerosi santi: s. Carlo Borromeo e s. Francesco di Sales, s. Giuseppe Benedetto Cottolengo, s. Giovanni Bosco che portava qui i suoi ragazzi dal vicino Valdocco, s. Giuseppe Cafasso (qui sono venerate le sue spoglie), s. Leonardo Murialdo, s. Ignazio da Santhià e b. Pier Giorgio Frassati, s. Giuseppe Marello e b. Enrichetta Dominici, venerabile Pio Brunone Lanteri, fondatore degli Oblati di Maria Vergine che nell’800 ressero il santuario, b. Giuseppe Allamano, rettore del santuario per 46 anni.

Giornata rifugiati# 15ª Giornata Mondiale del Rifugiato 2015 (istituita nel 2000 dall’assemblea generale delle Nazioni Unite), il cui tema è: «L’approdo che non c’è. Proteggiamo rifugiati più delle frontiere».

«In un quadro internazionale particolarmente drammatico – leggiamo su http://centroastalli.it/ giornata-mondiale-del-rifugiato-2015/ – la violenza del terrorismo colpisce civili inermi, anche con l’obiettivo di farci sentire tutti sotto assedio, in balia di un nemico che sembra assumere le sembianze di un fantasma. La paura e il sospetto moltiplicano i muri, materiali e immateriali, che sempre più spesso tagliano fuori proprio i rifugiati, che di quelle violenze sono le principali vittime. Mai come in questo momento decine di milioni di persone sono costrette alla fuga da crisi umanitarie gravissime, da nuovi conflitti e da guerre decennali mai risolte.

Per rompere questa spirale di violenza è necessario riportare al centro dei ragionamenti l’uomo, la sua dignità e la sua inviolabilità riscoprire il valore del bene comune. Dalla paura, come dalla crisi, non si esce da soli. Chiediamo all’Europa di renderci cittadini di un’Unione capace di ascoltare il grido di un’umanità ferita e di attivarsi fattivamente per promuovere con urgenza la pace a tutti i livelli. Un’Europa che trovi il coraggio di creare canali umanitari sicuri che sottraggano i rifugiati alla guerra, alle stragi in mare e nel deserto e alla cupidigia di chi trasforma in profitto la loro disperazione. Un’Europa che non sia la somma degli interessi dei singoli Stati, ma un progetto comune di sviluppo umano, solidamente fondato su valori condivisi.

Anche in Italia si sente il bisogno di uno sforzo ulteriore per fare fronte alle sfide complesse del nostro tempo, con uno sguardo capace di sollevarsi dalla logica dell’emergenza. Resta urgente un sistema di accoglienza adeguato, diffuso, proporzionato ai bisogni reali di chi arriva per chiedere protezione. Ancora più necessaria è una pianificazione partecipata e innovativa per offrire soluzioni di integrazione sostenibili e capaci di valorizzare il contributo che ciascuno può dare. Accogliere i rifugiati può diventare un’occasione per immaginare insieme nuovi percorsi per costruire una società più giusta, una democrazia più compiuta, un Paese migliore» (Si legga anche il comunicato stampa del Centro Astalli: http://centroastalli.it/wp-content/uploads/2015/06/Comunicato-stampa-GMR-2015.pdf).

► Domenica 21 giugno

Torino con Papa# A Torino, visita pastorale di Papa Francesco, dedicata in particolare ai giovani e ai sofferenti, in occasione dell’Ostensione della Sindone e del bicentenario della nascita di s. Giovanni Bosco (nella Piazzetta Reale, incontro con il mondo del lavoro e, nella Cattedrale, sosta in preghiera davanti alla Sindone: ore 8.15-9.45; in P.zza Vittorio, concelebrazione eucaristica con la partecipazione della cittadinanza di Torino: ore 10.35-12.30; nel Piazzale della basilica di Maria Ausiliatrice, incontro con i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice: ore 14.50-13.45; in P.zza Vittorio, incontro con i ragazzi e i giovani di Torino: ore 17.55-19.30).

# A Roma, s. Luigi Gonzaga († 1591), gesuita, morto all’età di 23 anni assistendo gli appestati, patrono della gioventù studentesca.

ASCI# Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, promessa scout degli esploratori e delle guide del gruppo ASCI Esploratori e Guide d’Italia Catanzaro 3 (Il programma prevede: sabato 20 giugno alle ore 20 veglia d’armi e domenica 21 giugno alle ore 10 Messa celebrata dall’assistente ecclesiastico, p. Ilario Scali, nel cortile parrocchiale, e, al termine, cerimonia della promessa ed investitura dei capi squadriglia).

Attratti dalla bellezza dell’amore di Cristo, ci sforziamo di essere cristiani non a parole, ma nella semina

Piotr Anzulewicz OFMConv




Nel segno della Misericordia

Misericordiae vultusLa misericordia è «l’ideale di vita e criterio di credibilità per la nostra fede»: così, in sintesi, Papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia. Il documento, intitolato «Misericordiae vultus» (Il volto della Misericordia), è stato pubblicato l’11 aprile, davanti alla “porta santa” della basilica vaticana, in occasione dei Primi Vespri della Domenica della Divina Misericordia. L’apertura di questa “porta” avverrà l’8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione, in coincidenza con il 50° anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II, evento che – scrive il Papa – ha abbattuto «le muraglie che per troppo tempo avevano richiuso la Chiesa in una cittadella privilegiata», portandola ad «annunciare il Vangelo in modo nuovo». Nella bolla giubilare c’è anche l’annuncio dell’apertura di una “porta della misericordia” delle altre basiliche papali (S. Giovanni in Laterano, S. Maria Maggiore, S. Paolo fuori le Mura) e in tutte le Chiese particolari e nei santuari.

Misericordia del Padre (Rembrandt)Tutti «siamo chiamati a vivere di misericordia perché a noi per primi è stata usata misericordia», «nonostante il limite del nostro peccato». «Il perdono delle offese», dunque, «è un imperativo da non possiamo prescindere». «Per raggiungere la serenità del cuore» e «vivere felici», sottolinea il Pontefice, siamo spronati a non giudicare e non condannare, a restare lontani da «gelosie ed invidie», ad essere, così, «strumenti del perdono», aprendo il cuore alle periferie esistenziali e sociali, portando consolazione e solidarietà a quanti, nel mondo di oggi, vivono «precarietà e sofferenza» e «sono privati della dignità», spezzando «la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l’ipocrisia e l’egoismo». E ancora: siamo esortati a «risvegliare le nostre coscienze assopite davanti al dramma della povertà», a «compiere con gioia le opere di misericordia corporale e spirituale», ad annunciare la liberazione ai prigionieri delle moderne schiavitù.

Nella terza parte della bolla, Papa Francesco lancia alcuni appelli. Ai membri di gruppi criminali chiede di cambiare vita, perché «il denaro non dà la vera felicità» e «la violenza usata per ammassare soldi, che grondano sangue, non rende né potenti, né immortali». «Nessuno – incalza il Papa – potrà sfuggire al giudizio di Dio».

Un analogo appello viene rivolto ai fautori o complici di corruzione: «Questa piaga putrefatta della società è un grave peccato che grida verso il cielo, perché mina fin dalle fondamenta la vita personale e sociale. La corruzione impedisce di guardare al futuro con speranza, perché con la sua prepotenza e avidità distrugge i progetti dei deboli e schiaccia i più poveri. È un male che si annida nei gesti quotidiani per estendersi poi negli scandali pubblici. Questo è il momento favorevole per cambiare vita!». «Opera delle tenebre, sostenuta dal sospetto e dall’intrigo», e tentazione dalla quale «nessuno può sentirsi immune», la corruzione va debellata, usando «prudenza, vigilanza, lealtà, trasparenza, unite al coraggio della denuncia».

Massacro ArmeniUn’ulteriore esortazione incoraggia a guardare al rapporto tra giustizia e misericordia, due dimensioni di un’unica realtà. «Chi sbaglia, dovrà scontare la pena. Solo che questo non è il fine, ma l’inizio della conversione, perché si sperimenta la tenerezza del perdono».

Inoltre, Papa Francesco lancia un appello al dialogo interreligioso, ricordando che l’ebraismo e l’islam considerano la misericordia «uno degli attributi più qualificanti di Dio»: «Questo Anno giubilare, vissuto nella misericordia, (…) elimini ogni forma di chiusura e di disprezzo ed espella ogni forma di violenza e di discriminazione».

In chiusura del documento, si richiama alla figura di Maria, «Madre della Misericordia». Lei «attesta che la misericordia del Figlio di Dio non conosce confini e raggiunge tutti», senza esclusioni. «Come desidero – conclude il Papa – che gli anni a venire siano intrisi di misericordia, per andare incontro ad ogni persona, portando la bontà e la tenerezza di Dio!».

12-19 aprile 2015

Massacro Armeni 2◊ 12 aprile: 2ª Domenica di Pasqua «in albis» (in albis depositis: era il giorno in cui i primi cristiani, che avevano ricevuto il battesimo la notte di Pasqua, deponevano la simbolica veste bianca portata per otto giorni) – Domenica della Divina Misericordia: festa liturgica indissolubilmente legata a s. Giovanni Paolo II, che la introdusse [22.04.2001], e al carisma di s. Faustina Kowalska, che ne fu l’apostola, canonizzata il 30 aprile 2000. & A Roma, nella basilica vaticana, celebrazione eucaristica presieduta da Papa Francesco per commemorare il massacro di un milione e mezzo di cristiani armeni avvenuto 100 anni fa (ore 8.55-10.40) e, in Piazza S. Pietro, preghiera del Regina Coeli, in sostituzione dell’Angelus tra Pasqua e Pentecoste (ore 12-12.30). & Nel mondo ortodosso e in quello latino-cattolico in alcune zone della Terra Santa e Giordania (ad eccezione delle aree di Gerusalemme e di Betlemme), Pasqua della Risurrezione del Signore, secondo il calendario giuliano.

«Mentre noi con gioia festeggiamo la Resurrezione del Signore, quale realtà di vita e di speranza – scrive il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, nel suo messaggio rivolto agli ortodossi –, attorno a noi, nel mondo, sentiamo le grida e le minacce della morte, che lanciano da molti punti della terra coloro i quali credono di poter risolvere le differenze degli uomini con l’uccisione degli avversari (…). Attraverso la provocazione della morte del prossimo, attraverso la vendetta contro l’altro, il diverso, il mondo non migliora, né si risolvono i problemi degli uomini. (…) Al contrario invece, i problemi di ogni sorta vengono provocati e inaspriti dal disprezzo della persona umana e dalla violazione dei suoi diritti, soprattutto del debole, il quale deve poter sentirsi sicuro ed il forte deve essere giusto perché ci sia pace. (…) Le situazioni createsi con la morte sono però controvertibili, poiché, malgrado gli eventi, sono momentanee, non hanno radice e linfa, mentre è sempre presente invisibilmente, colui che ha vinto la morte per sempre, Cristo. (…) Noi, che abbiamo la nostra speranza in lui, crediamo che il diritto della vita appartenga a tutti gli uomini».

Moscati& A Napoli, s. Giuseppe Moscati († 1927), medico che dedicò la sua vita all’assistenza dei sofferenti, nei quartieri più poveri ed abbandonati della città, curandoli gratuitamente e aiutandoli anche economicamente, ricercatore e insegnante, canonizzato da Giovanni Paolo II nel 1987.

▪Lunedì 13 aprile: S. Martino I († 656), originario di Todi, legato pontificio alla corte imperiale di Costantinopoli e, in seguito, Papa, all’epoca del dibattito teologico che mirava a stabilire se Gesù aveva una o due volontà (la negazione della realtà e della completezza della volontà umana del Cristo renderebbe impossibile la piena redenzione dell’uomo), reso prigioniero su ordine dell’imperatore Costante II e portato a Costantinopoli, condannato ed esiliato a Cherson, nella penisola di Crimea, venerato in Oriente e in Occidente come martire della fede.

▪Martedì 14 aprile: Ss. Tiburzio, Valeriano e Massimo († 229), martiri di Roma (secondo la «Passio» di s. Cecilia [† 232], Valeriano era sposo di Cecilia, da lei convertito e da Papa Urbano I battezzato, che a sua volta convertì al cristianesimo il fratello Tiburzio; ambedue furono condannati a morte dal prefetto Almachio che li affidò al «cornicularius» Massimo [ufficiale in seconda del console], il quale, prima di fare eseguire la sentenza, si convertì anche lui, venendo così condannato e ucciso qualche giorno dopo). & In Vaticano, da ieri fino a domani, 9ª riunione del Consiglio di Cardinali, alla presenza di Papa Francesco, per la riforma della Curia.

Damian de Vuester▪Mercoledì 15 aprile: S. Damiano di Veuster († 1889), chiamato fratel Damiano, sacerdote fiammingo della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, apostolo dei lebbrosi nell’isola lazzaretto di Molokai (Isole Hawaii), beatificato da Giovanni Paolo II a Bruxelles nel 1995 e canonizzato da Benedetto XVI a Roma nel 2009. In Vaticano, in Piazza S. Pietro, udienza generale di Papa Francesco per la catechesi del mercoledì (ore 9.50-11.30). & A Lamezia Terme, presso l’Oasi Bartolomea, Seminario sull’«Evoluzione dei sistemi mafiosi e criminali oggi», nell’ambito dei Seminari «Carità e giustizia in Calabria», organizzati dalla Delegazione Regionale Caritas Calabria (ore 15.30-18.30).

Bernadette Soubirous 1▪Giovedì 16 aprile: S. Bernadetta Soubirous († 1879), veggente, religiosa e mistica francese, depositaria delle 18 apparizioni di Maria Immacolata, canonizzata l’8 dicembre 1933 da Pio XI, protettrice degli ammalati e patrona di Lourdes. & Giornata Mondiale contro la Schiavitù Infantile – ancora oggi sono centinaia di milioni i minori sottoposti a varie forme di asservimento e sfruttamento. 88° compleanno di Benedetto XVI, Papa emerito, una felice ricorrenza che egli trascorre nel monastero «Mater Ecclesiae» in Vaticano dove vive in preghiera dopo la rinuncia al ministero petrino: «Il Signore lo sostenga e gli dia tanta gioia e felicità». & Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, adorazione eucaristica (ore 17.30-18.30).

Kateri Tekakwitha  1▪Venerdì 17 aprile: S. Kateri Tekakwitha († 1680), la prima santa autoctona d’America, e per di più, la santa binazionale: statunitense e canadese, beatificata da Giovanni Paolo II nel 1980 e canonizzata da Benedetto XVI nel 2012.

▪Sabato 18 aprile: A Gandía nel territorio di Valencia sulla costa della Spagna, b. Andrea Hibernón († 1602), religioso dell’Ordine dei Frati Minori Alcantarini, uno dei quattro fratelli laici appartenenti all’Ordine francescano che, quasi contemporaneamente, edificarono la Spagna in quello che si rivelò il secolo d’oro della sua spiritualità e della sua letteratura [gli altri tre furono: s. Pasquale Baylón († 1592), b. Sebastiano dell’Apparizione († 1600) e b. Giuliano di Sant’Agostino († 1606)].

Università Sacro Cuore (logo).a jpgDomenica 19 aprile: 3ª di Pasqua, detta dell’Apparizione nel Cenacolo. & 10° anniversario dell’elezione di Benedetto XVI a 265° successore di s. Pietro, ora Papa emerito: pontificato nel segno dell’umiltà (“Un umile lavoratore nella Vigna del Signore”: con queste parole il 19 aprile 2005 si presentava al mondo dopo la sua elezione). & 91ª Giornata Nazionale per l’Università Cattolica «Sacro Cuore», con lo slogan: «Riportare i giovani al centro». I Vescovi nel loro messaggio ci ricordano che l’Università, forte della sua consolidata tradizione, «è chiamata oggi a rendere ancora più incisivo il suo impegno a servizio dei giovani che si trovano a vivere nuove e, a volte drammatiche, situazioni di marginalità, nel nostro Paese e in tante parti del mondo». Sostenendo l’Università, appoggiamo una proposta educativa che, ispirandosi alle parole del Vangelo, persegue un’idea di sviluppo che vede nei giovani i principali protagonisti di un nuovo umanesimo e di una società più inclusiva, equa e giusta. & A Milano, nel duomo, inizio dell’Ostensione della Sindone, chiamata anche il Sacro Telo o lo «Specchio del Vangelo», fino al 24 giugno prossimo (è la terza, dal 2000, esposizione al pubblico del lenzuolo che secondo la tradizione fu adoperato per avvolgere il corpo di Gesù; “l’amore più grande” è il motto dell’ostensione 2015, nel corso della quale Papa Francesco visiterà il capoluogo piemontese, il 21 e 22 giugno). Ad Amantea (CS), presso il convento «S. Bernardino da Siena», 17° Convegno regionale dei giovani, promosso dai Frati Minori Conventuali di Calabria e animato da fr. Francesco Celestino, con il tema: «Credo e mi fido», presentato dalla dott.ssa Simona Segoloni Ruta, docente di teologia sistematica presso l’Istituto Teologico di Assisi.

«Giovani, dalla periferia al centro!» Quella dei giovani è oggi una delle periferie sociali a cui deve volgersi la «Chiesa in uscita», secondo il pressante invito di Papa Francesco, e noi, per la nostra missione, non possiamo che essere la linea avanzata di questa azione strategica.

Piotr Anzulewicz OFMConv




«Non lasciamoci rubare la gioia!»

Gioia di vivere (danza)Il tema che aleggia tra le letture bibliche della 3ª domenica d’Avvento (Is 61,1-2.10-11; Lc 1; 1Ts 5,16-24; Gv 1,6-8.19-28), detta Gaudete, è la gioia: siamo invitati a gioire. È un tema-invitoche, a prima vista, appare fuori tempo e spazio, in contrasto e collisione con la nostra realtà, precaria e funesta: paura e grido di dolore, prepotenza e violenza, corruzione e sfruttamento, «economia dell’esclusione e dell’inequità», «cultura dello scarto» e «idolatria del denaro», «globalizzazione dell’indifferenza» e «riduzione dell’essere umano ad uno solo dei suoi bisogni: il consumo». Non fa meraviglia se «si spegne la gioia di vivere» e «si sviluppa la psicologia della tomba, che poco a poco trasforma noi cristiani in mummie da museo». Delusi dalla realtà, dalla Chiesa o da se stessi, viviamo la costante tentazione di attaccarci a una tristezza dolciastra, senza speranza, che s’impadronisce del cuore come «il più prezioso degli elisir del demonio». Chiamati ad illuminare e a comunicare vita, alla fine ci lasciamo affascinare da cose che generano solamente oscurità e stanchezza interiore.

Gioia di vivere (donna con braccia aperte)Eppure Papa Francesco continua a insistere: «Non lasciamoci rubare la gioia! (…) I mali del nostro mondo – e quelli della Chiesa – non dovrebbero essere scuse per ridurre il nostro impegno e il nostro fervore. Consideriamoli come sfide per crescere. (…) lo sguardo di fede è capace di riconoscere la luce che sempre lo Spirito Santo diffonde in mezzo all’oscurità, senza dimenticare che “dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia” (Rm 5,20). La nostra fede è sfidata a intravedere il vino in cui l’acqua può essere trasformata, e a scoprire il grano che cresce in mezzo della zizzania» (Esortazione apostolica Evangelli gaudium di Papa Francesco ai vescovi, ai presbiteri e ai diaconi, alle persone consacrate e ai fedeli laici sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale, Città del Vaticano, 24 novembre 2013, nn. 52-55.83-84).

Oggi siamo, dunque, invitati a gioire, rallegrarci, essere lieti. Sia nella prima che nella seconda lettura e nel Salmo responsoriale, risuona questo invito – un invito a scoprire e valorizzare la dimensione positiva della vita, quella che è la più importante e la più profonda: gratuità e solidarietà, fratellanza e compassione, tenerezza e bellezza, luce… «10Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio – esulta Isaia nella prima lettura –, perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto con il mantello della giustizia, come uno sposo si mette il diadema e come una sposa si adorna di gioielli» (Is 61,10). Ecco il primo motivo, per cui rallegrarci: siamo giustificati, «liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento» (Evangelli gaudium, n. 1). La nostra condanna è stata revocata: siamo dei graziati. Per grazia siamo salvati. Il nemico è stato disperso e il Signore ne ha preso il posto. E’ lui, fonte della gioia, che ora è in mezzo a noi, ci rinnova con il suo amore, ci fa belli, come gli sposi nel giorno delle nozze. Siamo oggetto delle sue attenzioni. Con lui «sempre nasce e rinasce la gioia» (ivi). Più di così?

Ne fa eco il Salmo responsoriale: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore» (Lc 1,46-54). Sulla stessa lunghezza d’onda è la seconda lettura: «6Siate sempre lieti, 17pregate ininterrottamente, 18in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi» (1 Tes 5,16-18). Ecco il secondo motivo, per cui rallegrarci: non siamo soli, ma abbiamo un Padre che ascolta le nostre preghiere, ci consola, ci perdona e ci dà la sua gioia che sorpassa tutte le altre. E’ questo il dono per eccellenza che dobbiamo chiedere e darlo a chi ci sta attorno, perché è proprio dandolo che lo ricostruiamo e così contribuiamo a ripristinare quel capitale iniziale di energie, di entusiasmo e di slancio con cui nasciamo e che viene a mancare nelle situazioni difficili. E Dio fa il resto. «Aiutati che il Ciel t’aiuta». AnforaComunque vadano le cose, «non lasciamoci rubare la speranza!» (ivi, n. 86). Nel deserto c’è bisogno soprattutto di persone-anfore, per dare da bere agli altri. Sentiamo la sfida di «trasmettere la “mistica” di unirsi agli altri, di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio. (…) Molti tentano di fuggire dagli altri verso un comodo privato, o verso il circolo ristretto dei più intimi, e rinunciano al realismo della dimensione sociale del Vangelo, perché, così come alcuni vorrebbero un Cristo puramente spirituale, senza carne e senza croce, si pretendono anche relazioni interpersonali solo mediate da apparecchi sofisticati, da schermi e sistemi che si possano accendere e spegnere a comando. Nel frattempo, il Vangelo ci invita sempre a correre il rischio dell’incontro con il volto dell’altro, con la sua presenza fisica che interpella, col suo dolore e le sue richieste, con la sua gioia contagiosa in un costante corpo a corpo. L’autentica fede nel Figlio di Dio fatto carne è inseparabile dal dono di sédall’appartenenza alla comunità, dal servizio, dalla riconciliazione con la carne degli altri. Il Figlio di Dio, nella sua incarnazione, ci ha invitato alla rivoluzione della tenerezza» (ivi, n. 88). Lui ci permette di «alzare la testa e ricominciare, con una tenerezza che mai ci delude e che sempre può restituirci la gioia. (…) Non diamoci mai per vinti, accada quel che accada!» (ivi, n. 3).

«Non siamo ‘monadi’, non siamo fatti per essere isolati, ma per relazionarci, per completarci, aiutarci, accompagnarci, sostenerci a vicenda»: è l’esortazione che Papa Francesco ha rivolto ieri ai membri del Consiglio nazionale dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, ricevuti in occasione  della festa di s. Lucia, patrona delle persone prive della vista. Oggi «c’è molto bisogno – ha affermato il Papa – di vivere con gioia e impegno la dimensione associativa, perché in questo momento storico è ‘in ribasso’, non è fortemente sentita. Fare gruppo, essere solidali, incontrarsi, condividere le esperienze, mettere in comune le risorse». «Non lasciamoci allora rubare la comunità!» (ivi, n. 92).

Gioia dell'incontro (Maria e Elisabetta)Guardiamo a Maria, Nostra Signora della Premura, oasi di accoglienza tra le sabbie della cultura dello scarto, colei che con gioia e «senza indugio» (Lc 1,39) parte dal suo villaggio per aiutare gli altri, che porta la gioia a Giovanni il Battista, facendolo esultare nel seno di sua madre, che trasalendo di giubilo canta le meraviglie del Signore, e torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della gioia, della tenerezza e dell’affetto. Il suo cuore, pieno di compassione per tutti gli uomini, soprattutto per i più poveri e svantaggiati, si manifesti sempre più nei nostri gesti, semplici e calorosi, verso quelli che la società rigetta e mette da parte come inutili. «Non c’è un mezzo più bello per annunciare oggi al mondo la gioia del Vangelo»: ha ribadito ieri Papa Francesco nel ricevere in udienza, nel Palazzo apostolico, un gruppo appartenente all’opera «Notre-Dame des Sans-Abri», che si occupa di dare accoglienza ai senzatetto.

Ci sia di esempio anche frate Francesco, un santo gioioso, non funereo, giocondo, perché è con Dio della tenerezza; un santo che canta la “letizia perfetta”, festosa e radiosa, dolce e mite. È la gioia di chi è intriso di Vangelo, di chi crede all’amore di Dio, di chi sa soffrire per lui e fare un dono tutto proprio agli altri.

Schede della settimana (14-21 dicembre)

 Domenica 14 dicembre: 3ª Domenica di Avvento (B) – «Domenica della gioia» («Gaudete»). & S. Giovanni della Croce († 1591), presbitero e poeta spagnolo, fondatore dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi assieme a s. Teresa d’Avila, autore delle opere: «La salita al monte Carmelo», «La notte oscura dell’anima», «Il cantico spirituale» e «La fiamma viva di amore», mistico «del nulla e del tutto», dottore della Chiesa. & A Roma, a mezzogiorno, preghiera mariana dell’Angelus di Papa Francesco con i pellegrini riuniti in Piazza S. Pietro (ore 12-12.30: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_OZF7D6OW) e, nel pomeriggio, visita pastorale alla Parrocchia romana di S. Giuseppe all’Aurelio, in via Boccea (ore 17.30-19: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_OZF7D 6OW). & A Catanzaro, nel duomo, ordinazione diaconale degli accoliti: Antonio Gatto, Rosario Greto, Diego Menniti e Pasquale Varano, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di mons. Vincenzo Bertolone (ore 17).

Lunedì 15 dicembre: A Brescia, s. Maria Crocifissa (Paola) Di Rosa († 1855), fondatrice della congregazione delle Ancelle della Carità, dichiarata santa da Pio XII nel 1954, insieme ai beati Pietro Chanel, Gaspare del Bufalo, Giuseppe Pignatelli e Domenico Savio (caratteristiche della sua spiritualità: un ascetismo permeato di amore alla sofferenza, un ardente culto eucaristico per cui l’adorazione fu introdotta come pratica diurna nell’Istituto, e una profonda devozione a Maria Immacolata e Addolorata).

Martedì 16 dicembre: A Nowe Miasto, in Polonia, b. Onorato da Biała Podlaska Koźmiński († 1916), sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, che nel clima di pesante ostilità, creato dagli occupanti russi nei confronti della Chiesa latina, svolse segretamente il suo apostolato dando vita a ben 25 istituti religiosi, di cui 18 esistono tutt’oggi, scrittore, direttore spirituale e ricercato confessore, beatificato da Giovanni Paolo II nel 1988. & A Roma, nella Sala Stampa della Santa Sede, presentazione del rapporto finale della visita apostolica agli istituti di vita consacrata delle religiose negli Stati Uniti di America (ore 11.30-12.30: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_OZF7D6OW). A Catanzaro, nell’Auditorium Sancti Petri (Via Arcivescovado, 13), presentazione del catalogo del Museo Diocesano d’Arte Sacra (ore 17). 1° giorno della novena di Natale (ore 5.45), seguita dalla Messa delle ore 6: è un tempo di grazia che ci vuole più sensibili, attenti e docili alla volontà di Dio che viene a cercarci…

Mercoledì 17 dicembre: Ss. Abdenago, Misach e Sidrach, chiamati anche Anania, Misaele e Azaria, tre giovani ebrei vetero-testamentari, che, divenuti governatori di Babilonia, essendosi rifiutati di adorare la statua del re, vennero gettati in una fornace ardente per essere bruciati vivi, ma il Signore intervenne e ne uscirono illesi (cfr. Dn 1-3). # Le loro reliquie furono traslate da Babilonia a Costantinopoli, nella chiesa di S. Daniele lo Stilita – (Daniele [† ca. 490] è il più noto degli stiliti siriani, cioè degli eremiti che vissero su una colonna, il cui stile di vita divenne una delle caratteristiche della Chiesa orientale nel V sec.; gli stiliti vivevano in uno stato d’ascetismo estremo, cercando di condividere le stesse sofferenze di Cristo e allo stesso tempo testimoniare al massimo la fede) – e da là, nel 1156, portate nell’abbazia territoriale di S. Maria di Montevergine, situata a quasi 1300 metri di altezza, nella catena del Partenio, nell’Appennino irpino (il più famoso santuario dell’Italia meridionale, sorto sul posto che ai tempi del poeta romano Publio Virgilio Marone [† 19 a. C.], Campobasso - Mensa dei poverichiamato Omero latino, sorgeva un tempietto dedicato a Cibele, dea della natura e della fecondità). & 78° compleanno di Papa Francesco (17 dicembre 1936), festeggiato quest’anno a Roma, in Piazza Risorgimento, nei dintorni di S. Pietro, con una milonga (un genere musicale folkloristico della regione del Rio de la Plata, tipico dell’Argentina e dell’Uruguay) di due ore, a partire dalle 16, dove sono attesi almeno 3 mila ballerini da tutte le parti d’Italia e del mondo. «Verranno anche dall’Argentina» – assicura l’organizzatrice emiliana Cristina Camorani, ballerina di tango, mamma di 4 bambini e ideatrice dell’evento. «Saremo vestiti semplicemente – tiene a precisare. – Non ci saranno paillettes né lustrini, ma per noi l’essenza è l’abbraccio al Papa perché questo è il tango». & In Vaticano, incontro del Papa con i gruppi di fedeli e i pellegrini in occasione dell’Udienza generale per la catechesi del mercoledì (ore 10.25-12: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_OZF7D6OW). & 2° giorno della novena di Natale.

Giovedì 18 dicembre: S. Malachia, profeta ebreo, l’ultimo dei dodici profeti minori, chiamato il “Sigillo dei profeti”, che, dopo il ritorno dall’esilio babilonese (538 a. C.) preannunciò il grande giorno del MigrantiSignore e la sua venuta nel tempio (le sue profezie sono riportate nell’omonimo libro biblico). & Giornata Internazionale del Migrante (data dell’adozione della Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, adottata il 18 dicembre del 1990 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, 1990). # E’ un’occasione importante • per riconoscere il contributo di milioni di migranti allo sviluppo e al benessere di molti paesi del mondo, • per porre fine a tutte le forme di abuso e violenza contro i migranti e le loro famiglie e promuovere il rispetto dei loro diritti umani fondamentali, • per invitare i governi di tutto il mondo a ratificare la Convenzione ONU sui lavoratori migranti, • per richiamare i governi ad una presa di responsabilità rispetto ai diritti dei migranti. & A Catanzaro, nell’Istituto Comprensivo «Casalinuovo», Messa presieduta da mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, per il corpo docente, il personale amministrativo e l’Ata, per i genitori e gli alunni (ore 9). & Adorazione eucaristica del 3° giovedì del mese (ore 17-18). & 3° giorno della novena di Natale.

Venerdì 19 dicembre: Ad Avignone, che è sede dei pontefici dal 1308 al 1377, nella Provenza in Francia, b. Urbano V († 1370), papa, studiosissimo nobile francese, uomo di penitenza, che, dopo essere stato abate benedettino e nunzio apostolico a Napoli, fu elevato alla cattedra di Pietro e si adoperò per riportare quanto prima la Sede Apostolica a Roma e ristabilire l’unità tra la Chiesa greca e quella latina. & 4° giorno della novena di Natale.

Sabato 20 dicembre: A Roma, deposizione di s. Zefirino († 217), conosciuto anche come Zefferino o Severino, il 15° papa della Chiesa cattolica e il primo ad essere tumulato nelle catacombe di S. Callisto, chiamate anche  “la cripta dei papi”. & Incontro di mons. Vincenzo Bertolone con il Clero dell’arcidiocesi Catanzaro-Squillace e scambio degli auguri natalizi (ore 10). & 5° giorno della novena di Natale.

 Domenica 21 dicembre: 4ª Domenica di Avvento (B). & S. Pietro Canisio († 1597), sacerdote olandese della Compagnia di Gesù (il primo gesuita della provincia germanica) che si adoperò strenuamente nel difendere e rafforzare la fede cattolica con la predicazione e con i suoi scritti, tra i quali il celebre Catechismo; proclamato secondo Apostolo della Germania da Papa Leone XIII (1897) e dottore della Chiesa da Papa Pio XI (1925). & A Roma, in Piazza S. Pietro, preghiera mariana dell’Angelus guidata da Papa Francesco (ore 12-12.30: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_OZF7D6OW). & A Catanzaro, nel duomo, concerto natalizio multietnico «Canto di Luce, dove nessuno è straniero», nel segno della speranza e dell’integrazione, un’iniziativa voluta dall’arcivescovo Vincenzo Bertolone, dall’Agenzia per Stranieri e dall’Associazione Lavoratori Stranieri MCL (ore 18.30). & 6° giorno della novena di Natale.

PresepeAmici, «la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia»: così inizia l’Esortazione apostolica Evangelii gaudium di Papa Francesco, pubblicata il 24 novembre 2013, nella solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo

Chiediamo a Maria, ricolma della presenza di Cristo, che «con la sua preghiera materna ci aiuti affinché la Chiesa diventi una casa per molti, una madre per tutti i popoli e renda possibile la nascita di un mondo nuovo. È il Risorto che, con una potenza che ci riempie di immensa gioia e di fermissima speranza, ci dice: “Io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21,5). Con Maria avanziamo fiduciosi verso questa promessa, e diciamole: Stella della nuova evangelizzazione, aiutaci a risplendere nella testimonianza della comunione, del servizio, della fede ardente e generosa, della giustizia e dell’amore verso i poveri, perché la gioia del Vangelo giunga sino ai confini della terra e nessuna periferia sia priva della sua luce. Madre del Vangelo vivente, sorgente di gioia per i piccoli, prega per noi» (ivi, n. 288).

Piotr Anzulewicz OFMConv




Raddrizzare le sorti

Battesimo di GesùGiovanni il Battezzatore è il protagonista di quest’Avvento. Molti pensano che proprio lui sia il Messia. Il suo ingresso nel mondo è spettacolare: «vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi» (Mc 1,6). È un “forte”. A lui «accorrono da tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme» (Mc 1,5). Potrebbe prendersi per Dio sulla terra, come molti lo fanno, ancora oggi. Egli però sa di non esserlo. Il suo messaggio è chiaro: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoisandali» (Mc 1,7). Non ha nessuna pretesa di rubare la sposa, Israele, al pretendente, il Messia. Scopre la sua vocazione e trova la sua collocazione nel vertiginoso disegno di Dio: essere il precursore e fare il profeta. In maniera severa ama la sua gente: la fa scendere attraverso il deserto di Giuda fino al Giordano, la mette alla berlina, la costringe a prendersi le sue responsabilità. “Se vuoi buone notizie – grida –, devi prepararti a qualcosa di forte. Devi osare, specie se sei già credente. Con un vero e proprio battesimo d’immersione devi convertirti, raddrizzare le tue sorti, rinascere e crescere verso un nuovo umanesimo!”.

L’unico modo che abbiamo per fare del Natale 2014 un nuovo inizio è ascoltare i profeti che ci richiamano a raddrizzare le nostre sorti. Dio viene quando meno ce lo aspettiamo e come non ce lo immaginiamo. Davanti a lui nessuno potrà restare impassibile ed insensibile, pensando di non aver bisogno di una revisione di vita o di non dover raddrizzare comportamenti antitetici al Vangelo. Per invogliarci in questa opera di risanamento interiore vengono in nostro soccorso anche il profeta Isaia (Is 40,1-5.9-11) e l’apostolo Pietro (2Pt 3,8-14).

Le goutI profeti gridano, ancora oggi, nel deserto spirituale di quest’umanità, poco vigile alla voce di Dio e molto attenta alle voci della società meticcia, frammentata, individualista. Con coraggio ci richiamano a stare desti, a svegliarci, a vivere la vita come un dono da dare agli altri, a liberare lo spazio per l’amicizia civica, per l’ascolto e la condivisione, per la solidarietà e la sussidiarietà, per il vero, il buono, il bello. Riuscire a fare almeno qualcosa di questo richiamo è già un buon segno, altrimenti è parola buttata al vento, senza ritorno e riscontro su un piano umano, etico, spirituale.

Dio è comunque magnanimo. Non si stanca di noi. Non vuole che qualcuno dei suoi figli si perda. Viene ancora e chiede un supplemento di bene da compiere per noi stessi e per gli altri. «Teniamo allora fisso lo sguardo sul Cristo, centro del tempo e della storia, e facciamo spazio alla sua presenza: è lui il principio e il fondamento che avvolge di misericordia le nostre debolezze e tutto trasfigura e rinnova» (Papa Francesco alla CEI, 19 maggio 2014). «Se noi ci affidiamo a lui con cuore umile e pentito, egli abbatterà i muri del male, riempirà le buche delle nostre omissioni, spianerà i dossi della Madonna del Giubileo (S. Fiume)superbia e della vanità e aprirà la strada dell’incontro» (Papa Francesco all’Angelus, 7 dicembre 2014). Guardiamo anche all’Immacolata, segno primigenio di Dio, anteriore alla caduta dell’umanità. La sua immacolata concezione rappresenta l’umanità come immagine di Dio non deformata dal peccato, purificata e ritornata allo splendore originale, ad opera di Cristo. Contemplando la “tutta Bella”, ci accorgiamo che è possibile un nuovo inizio per un’umanità rinnovata: in lei – grazie al dono totale di suo Figlio – tutta la creazione ha già ri-celebrato i suoi sponsali con il Cielo e la carne si è nuovamente riconciliata con lo spirito, ritornando a saltare di gioia.

Schede della settimana

(7-14 dicembre 2015)

 Domenica 7 dicembre2ª Domenica di Avvento (B). – S. Ambrogio († 397), vescovo di Milano, difensore, organizzatore e dottore della Chiesa, maestro di s. Agostino, autore di molteplici scritti teologici, scritturistici e liturgici, padre della liturgia “ambrosiana”, iniziatore della mariologia latina, patrono dei vescovi e degli apicoltori, di Lombardia, Milano e Vigevano. & A Roma, in Piazza S. Pietro, preghiera dell’Angelus guidata da Papa Francesco (ore 12-12.30: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic =VA_3TC2MY3F). &  giorno della novena in preparazione alla solennità dell’Immacolata.

Immacolata 2Lunedì 8 dicembre: Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (A Catanzaro Lido, nella chiesa «Sacro Cuore», le Messe, oltre quella delle ore 6, sono celebrate alle ore 8, 10 e 18; alla conclusione della Messa vespertina, la Milizia dell’Immacolata organizza,in onore della Madre del Signore, la processione aux flambeaux con canti e preghiere, e invita tutti a parteciparvi). & A Roma, a mezzogiorno, preghiera mariana dell’Angelus, guidata di Papa Francesco, con i pellegrini presenti in Piazza S. Pietro (12-12.20: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_OJ9M2MJS) e, nel pomeriggio, tradizionale omaggio floreale alla Madre Immacolata di Cristo, assisa sulla colonna più alta della città, in Piazza di Spagna, con i fedeli romani (ore 15.50-16.30: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_EI9OUFQ4).

▪ Martedì 9 dicembre: S. Juan Diego Cuauhtlatoatzin († 1548), indigeno del Messico, al quale apparve la Madonna, detta di Guadalupe, sul colle del Tepeyac presso Città del Messico (1531), nel 1990 dichiarato beato e nel 2002 Sop violenceproclamato santo da Giovanni Paolo II. & In Vaticano, nella Sala Stampa della Santa Sede, conferenza stampa di presentazione della campagna internazionale di mobilitazione «Stop alle minacce su Internet», nel contesto del 25° anniversario della convenzione sui diritti dell’infanzia (ore 11.30-13: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic =VA_EI9OUFQ4).

Madonna di Loreto 1▪ Mercoledì 10 dicembre: Beata Vergine Maria di Loreto, detta anche Vergine Lauretana, la cui statua è venerata nella Santa Casa trasportata da Nazareth (1296), patrona principale dell’Aeronautica militare, degli aviatori e dei viaggiatori in aereo. & Inizio del triduo di preghiera a s. Lucia da Siracusa († 304),vergine e martire, patrona della vista (A Catanzaro Lido, nella chiesa «Sacro Cuore», durante la Messa delle ore 18, invochiamo la sua intercessione per tutti coloro che Diritti umanisoffrono di disturbi visivi: i non vedenti, i miopi, gli astigmatici e chi è affetto da cataratta). & Giornata Internazionale dei Diritti Umani, per commemorare la proclamazione della Dichiarazione universale dei diritti umani, firmata a Parigi il 10 dicembre 1948, e per difendere e far ascoltare i diritti propri e altrui: fondamenta di libertà, di sviluppo, di pace. «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza» (Art. 1). & In Vaticano, incontro del Papa con i gruppi di fedeli e i pellegrini in occasione dell’Udienza generale per la catechesi del mercoledì (ore 10.25-12: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_EI9OUFQ4). & In Vaticano, nella Sala Stampa della Santa Sede, conferenza stampa di presentazione del Messaggio di Papa Francesco per la 48ª Giornata Mondiale della Pace 2015 dal titolo: «Non più schiavi, ma fratelli» (ore 12.30-14: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_EI9OUFQ4).

Giovedì 11 dicembre: S. Damaso († 384), il 37° papa della Chiesa, mecenate e letterato, difensore della fede contro gli scismi e le eresie, protettore degli archeologi. & Ritiro del Clero dell’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace. & 2° giorno del triduo di preghiera a s. Lucia da Siracusa. & Adorazione eucaristica del 2° giovedì del mese.

Guadalupe (Papa Francesco) Venerdì 12 dicembre: Nostra Signora di Guadalupe, detta «Morenita», apparsa sul colle del Tepeyac presso Città del Messico (1531) a s. Juan Diego Cuauhtlatoatzin, ed invocata come stella dell’evangelizzazione dei popoli e sostegno degli indigeni e dei poveri, patrona dell’America Latina. & In Vaticano, nella basilica di S. Pietro, recita del Rosario guadalupano e celebrazione della Messa presieduta da Papa Francesco, accompagnata dall’esecuzione dell’opera «Misa Criolla» del compositore argentino Ariel Ramírez (che nel 1967 volle venire a Roma per consegnare la sua geniale opera nelle mani del Pontefice Paolo VI), con strumenti, arrangiamenti e inni argentini e di altri Paesi latino-americani, diretta da suo figlio, Facundo Ramírez, direttore di un gruppo musicale di altissimo livello culturale e artistico [ore 18-19: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic =VA_ EI9OUFQ4]. & A Roma, presso il Pontificio Collegio Internazionale Maria Mater Ecclesiæ,Convegno europeo di Giovani_miniaturapastorale giovanile sul tema: «Una Chiesa giovane, testimone della gioia del Vangelo. Insieme sulle strade dell’Europa», promosso dal Pontificio Consiglio per i Laici, in collaborazione con il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (11-13 dicembre), per promuovere una riflessione comune tra i responsabili nazionali di pastorale giovanile, raccogliere insieme le sfide che l’accompagnamento dei giovani nel cammino di fede si trova ad affrontare nel continente europeo, rilanciare un passaggio dell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium: «Che bello che i giovani siano “viandanti della fede”, felici di portare Gesù in ogni strada, in ogni piazza, in ogni angolo della terra!»(«Evangelii gaudiumLasciamoci interpellare dalla gioia del Vangelo» è il tema della giornata di oggi, alla ricerca di nuove vie per la pastorale giovanile seguendo la rivoluzione di Papa Francesco e della sua Esortazione apostolica. & A Lima, in Perù, chiusura della Conferenza sul clima (Cop20). «Noi vescovi cattolici – si legge nel messaggio dei presuli presenti alla Conferenza – crediamo che il Creato sia un dono»; per questo ribadiscono il loro impegno nello «sviluppo del senso di gratuità, così da contribuire alla costruzione di uno stile di vita che liberi l’uomo dal desiderio di appropriazione e gli permetta di essere rispettoso della dignità della persona e dell’armonia del Creato»: «Tutti possono contribuire a superare i cambiamenti climatici, a scegliere stili di vita sostenibili», ad «accompagnare i processi politici» con la ricerca di «un dialogo che porti la voce dei poveri al tavolo dei responsabili delle decisioni». &  giorno del triduo di preghiera a s. Lucia da Siracusa.

Papa Francesco con agnello▪ Sabato 13 dicembre: S. Lucia († 304), vergine e martire, patrona di Siracusa e compatrona di Venezia, protettrice degli occhi, dei ciechi, degli oculisti, degli elettricisti e degli scalpellini. & 45° anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Papa Francesco (13 dicembre 1969): auguri infiniti e gratitudine immensa per il suo amore e servizio – due parole presenti da sempre nella sua formazione spirituale e teologica. A Roma, presso il Pontificio Collegio Internazionale Maria Mater Ecclesiæ, chiusura del 4° Convegno europeo di pastorale giovanile sul tema: «Una Chiesa giovane, testimone della gioia del Vangelo. Insieme sulle strade dell’Europa» (la giornata di oggi è dedicata al tema: «Discepoli missionari nel mondo di oggi», con particolare attenzione alla dimensione del pellegrinaggio – uno degli aspetti essenziali delle Giornate Mondiali della Gioventù – e al potenziale di creatività, di entusiasmo e di positività che i giovani possono donare alla Chiesa e agli altri con la generosità caratteristica della loro età.

Domenica 14 dicembre: S. Giovanni della Croce († 1591), carmelitano spagnolo, riformatore dell’Ordine carmelitano assieme a s. Teresa d’Avila, autore delle opere: «La salita al monte Carmelo», «La notte oscura dell’anima», «Il cantico spirituale» e «La fiamma viva di amore», mistico «del nulla e del tutto», dottore della Chiesa. & A Roma, in Piazza S. Pietro, preghiera mariana dell’Angelus guidata da Papa Francesco (ore 12-12.30: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_EI9OUFQ4).

Amici, ci avviciniamo al giorno più importante della storia umana: la nascita sulla terra del Figlio di Dio. Per questa ragione «l’Avvento – ha affermato Papa Benedetto XVI il 28 novembre 2009 – è il tempo dell’attesa (…), il tempo della gioia, di una gioia interiorizzata, che nessuna sofferenza può cancellare. La gioia per il fatto che Dio si è fatto bambino. Questa gioia, invisibilmente presente in noi, ci incoraggia a camminare fiduciosi. Modello e sostegno di tale intimo gaudio è la Vergine Maria, per mezzo della quale ci è stato donato il Bambino Gesù. Ci ottenga lei, fedele discepola di suo Figlio, la grazia di vivere questo tempo vigilanti e operosi nella carità». L’augurio vivissimo…

Piotr Anzulewicz OFMConv




Viva Cristo Re!

È una domenica speciale: ultima dell’anno liturgico A, in cui stiamo per salutare l’evangelista Matteo, apostolo, già esattore delle tasse, e incontrare l’evangelista Marco, discepolo di s. Pietro.
È una domenica in cui celebriamo il 1° anniversario della consegna dell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium e la Giornata Nazionale per il Sostentamento del Clero, con il suo motto: «Insieme ai sacerdoti. Insieme ai più deboli», commemoriamo s. Clemente I († 101), discepolo di s. Paolo e suo collaboratore a Filippi, autore della Lettera indirizzata ai Corinzi per ristabilire tra loro la pace e la concordia, 4° vescovo di Roma e papa (88-97), e accogliamo 6 nuovi santi, tra cui Ludovico da Casoria, francescano, alcantarino, frate ardente, apostolico e caritativo, fondatore degli ospizi ed educandati a Napoli, Assisi e Firenze, per anziani, fanciulli in difficoltà, bimbi “moretti”, riscattati in Africa dalla schiavitù.
Una domenica che ci coinvolge tutti, personalmente ed ecclesialmente, su un concetto della fede: Cristo Re.
7-crocefisso-no-9-c_optRe di che cosa? Re di tutto e di tutti, Signore della creazione e Signore della riconciliazione. «In lui, per mezzo di lui e in vista di lui furono create e riconciliate tutte le cose» (cfr. Col 1,16-20 ). Egli è «primogenito» (ivi, v. 18), il principio, il centro, il Signore. A lui Dio Padre ha dato la totalità. La sua signoria e regalità ingloba tutti gli uomini, le religioni, le culture, le nazioni… Un Re singolare, non secondo i cliché del potere di ieri e di sempre. Un Re speciale, fuori dai canoni delle regalità e dei regni di questa terra. Un Re nato povero e vissuto povero. Un Re scalzo a battere strade di miseria, di lacrime d’afflizione, di storie disgustose e disgustate, a beneficare, a sanare, a guarire. Un Re morto più povero che mai, appeso nudo al patibolo, nella città santa, Gerusalemme, sul monte Golgota, e da questo singolare “trono” esercita la sua regalità con l’amore, con la sofferenza, con il perdono, con la sete di giustizia. Un Re perdutamente invaghito delle sue creature.
Alla fine dei tempi, o forse anche solo alla fine della nostra vicenda terrena, o ancor più semplicemente al termine di ogni giornata, che cosa mai ci chiederà questo Re, Signore e Giudice dell’Universo? Vorrà sapere se lo abbiamo pregato abbastanza, se abbiamo saltato la Messa domenicale, se abbiamo aiutato e voluto bene ai nostri parroci, se siamo stati fedeli ai canoni della Chiesa, se abbiamo approfondito la nostra fede con letture spirituali e teologiche? No, queste cose fanno parte del vademecum del buon cristiano e certamente non saranno oggetto del suo giudizio, del tutto particolare, quasi anomalo e assurdo. Lui ci chiederà:
Bambini - abbandono“Avete visto quanta gente soffre la fame? Io sono lì. Avete visto quanta gente arde per la sete? Io sono lì. Avete visto quanti sono senza tetto? Avete visto quanti, per ripararsi, non solo non hanno una casa, ma neppure un vestito? Io sono tra quelli. Avete visto quanta gente non può muoversi con le proprie gambe perché impedita dalla malattia o dalla porta di un carcere? Lì sono io”.
“Ma quando mai, Signore? Tu non sei lì, tu sei nel cielo, tu sei in chiesa, tu sei nella creazione, tu sei nell’amore tra due persone, tu sei nella bellezza… impossibile incontrarti nella sofferenza!”. Eppure, lui è lì. Ed è lì, nella sofferenza, che si manifesta Re dell’Universo: «Ogni volta che l’avete fatto o meno a uno di questi fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (cfr. Mt 25,45). “Guardate ai vostri fratelli poveri, e guardate al vostro modo di guardarli. Se li vedete e fate qualcosa per loro (o per Dio, che è la stessa cosa), siete salvi. Se non li vedete, o fingete di non vederli, non c’è storia né preghiera né canone né misericordia divina che tengano: vi tenete la vostra cecità e la vostra indifferenza, e sarà il vostro supplizio”, il supplizio in quell’inaspettata scoperta d’aver trascorso una vita a parlare di Regno, di Cielo e di Eterno, e non essersi mai accorti che il Regno, il Cielo e l’Eterno si erano nascosti nella grammatica più elementare di tutte: quella dei bicchieri da riempire, delle vesti da far indossare, del pane da condividere, delle sbarre da oltrepassare. Col naso all’insù: per aver perduto l’appuntamento con la Bellezza. Lo pensavamo chissà come, ma lui rimase il Re umile. Il Re dei cristi piccoli. Il Rei dei cristi poveri, affamati, assettati, nudi, perseguitati, crocifissi. Il Re crocifisso.
Figlio, io sono il tuo DioInginocchiati davanti a lui, gli chiediamo perdono se spesso non lo abbiamo riconosciuto, se non lo abbiamo scoperto nei cristi di questa terra, se non lo abbiamo cercato nel volto delle persone sincere e generose che ci ha messe sul nostro cammino. Vogliamo credere in questo Re, amarlo e adorarlo, perché solo lui ci conforta, ci prende per mano e ci risolleva dal fango, ci libera dalle passioni del mondo ed estingue in noi sete di odio e di vendetta. Adesso è qui, nella Parola, e sarà qui, sull’altare, vivo, presente, in mezzo a noi, il suo popolo, «per sostenerci, per consolarci, per donarci la sua gioia. Lui mai ha fretta di lasciarci. Lui ha desiderio di stare con noi a lungo, perché noi apparteniamo a lui, siamo “cosa” sua, siamo le sue creature» (Papa Francesco).
Lui, Re di tutto e di tutti, Re dell’Universo, Alfa e Omega, Inizio e Fine, Salvatore e Redentore, nel tempo e nell’eternità, sia davvero il nostro Re. Nominiamolo sul serio Re del nostro microcosmo, esteriore e interiore, materiale e spirituale. Regni sempre nella nostra mente, nel nostro cuore, nel nostro agire, nella nostra gioia e nella nostra sofferenza. Regni sempre, perché il suo Regno è un Regno d’amore e di gioia, comunque e sempre. Viva Cristo Re!

Schede della settimana

(23-30.11.2014)

 Domenica 23 novembre: solennità della regalità universale di Cristo, Re delle intelligenze, dei cuori e delle volontà, e rinnovo della consacrazione dell’umanità al Sacro Cuore di Gesù. – Clemente I († 101), discepolo di s. Paolo e suo collaboratore a Filippi, 4° vescovo di Roma, papa (88-97), autore della Lettera indirizzata ai Corinzi per ristabilire tra loro la pace e la concordia.
& In Vaticano, sul sagrato della basilica papale di S. Pietro, Messa presieduta da Papa Francesco con il rito di canonizzazione di sei beati: Giovanni Antonio Farina († 1888), vescovo cattolico italiano, fondatore della Congregazione delle Suore Maestre di S. Dorotea, figlie dei Sacri Cuori; Kuriakose Elias Chavara della Sacra Famiglia († 1871), cofondatore e primo priore generale dei Carmelitani di Maria Immacolata; Eufrasia Eluvathingal del Sacro Cuore († 1952), religiosa indiana della Congregazione delle Suore della Madre del Carmelo; Ludovico da CasoriaLudovico da Casoria dell’Ordine dei Frati Minori Alcantarini († 1885), fondatore ad Assisi nel 1871 dell’Istituto Serafico, dove si fece carico di accogliere ragazzi sordi e ciechi, da lui definiti «creature infelici e abbandonate», nella convinzione che anch’essi potessero avere un futuro; Amato Ronconi († ca. 1292), terziario francescano della diocesi di Rimini; Nicola da Longobardi († 1709), religioso dell’Ordine dei Minimi, e, al termine, la recita dell’Angelus (ore 10.20-12.10: http://player.rv.va/rv.player01.asp? language=it&visual=  VaticanTic&Tic=VA_9NYT81DR).
& Giornata Nazionale per il Sostentamento del Clero, con il motto: «Insieme ai sacerdoti. Insieme ai più deboli», per richiamare l’attenzione sul ruolo ecclesiale e sociale dei 34 mila sacerdoti secolari e religiosi, a servizio delle 226 diocesi italiane, e creare un’effettiva solidarietà e condivisione, anche con un piccolo contributo, assicurando ad ognuno di loro i mezzi necessari per una vita dignitosa nello svolgimento della loro missione.
# Le offerte, raccolte in questa domenica, vengono inviate all’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero che provvede a distribuirle tra tutti i presbiteri, affinché anche coloro che appartengono alle Comunità parrocchiali più piccole e povere possano contare su un’equa distribuzione delle offerte, che sono deducibili dal proprio reddito, sia ai fini del calcolo dell’IRPEF che delle relative addizionali (così sono sostenuti anche i 3 mila sacerdoti che, per ragioni di età o di salute, sono in previdenza integrativa, e circa 600 sacerdoti impegnati nelle missioni nei Paesi in via di sviluppo come fidei donum).
& 1° anniversario della consegna, da parte di Papa Francesco, dell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium.

▪ Lunedì 24 novembre: Ad Hanoi nel Tonchino, s. Andrea Dũng Lạc († 1839), sacerdote, e 116 compagni, martiri, di varie regioni del Viet Nam, tra i quali 8 vescovi, moltissimi sacerdoti e un gran numero di fedeli laici di entrambi i sessi e di ogni condizione ed età, che preferirono patire l’esilio, il carcere, le torture e l’estremo supplizio, per decapitazione, piuttosto che recare oltraggio alla croce e rinnegare la fede cristiana, dichiarati santi nel 1988 da Giovanni Paolo II. & Inizio del Triduo in onore di Nostra Signora della Medaglia Miracolosa.

▪ Martedì 25 novembre: S. Caterina d’Alessandria d’Egitto (secc. III-IV), vergine e martire, patrona dei filosofi, degli studenti di teologia e dei mugnai, protettrice delle apprendiste sarte e modiste (è anche patrona dello “studio dei legisti” dell’Università di Padova e dell’Università di Siena).

Violenza contro la donna 1& Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne, istituita dall’ONU nel 1999, un’occasione per sostenere la lotta contro il femminicidio e la violenza in Italia e nel mondo tramite appelli ed iniziative di sensibilizzazione. # La data richiama il massacro delle sorelle Mirabal, attiviste politiche, ricordate anche come ‘las mariposas’, durante il regime dittatoriale dominicano di Rafael Trujillo, che accadde proprio il 25 novembre del 1961. Il Comitato per l’eliminazione della discriminazione contro le donne identifica la violenza contro le donne come «ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi o possa provocare danno fisico, sessuale, psicologico o una sofferenza, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia in pubblico che nella vita privata». Gli atti di violenza di genere possono includere, tra gli altri, la violenza domestica, l’abuso sessuale, lo stupro, le molestie sessuali, la tratta delle donne, la prostituzione forzata.

Parlamento europeo& Visita di Papa Francesco al Parlamento europeo e al Consiglio d’Europa a Strasburgo, città simbolo della riconciliazione europea, su invito del Presidente del Parlamento Martin Schulz, durante la quale rivolge un discorso a entrambi le Assemblee: un segnale di sostegno e di incoraggiamento a proseguire il progetto europeo nel suo vettore di pace, di integrazione e di unità, indicando i valori fondamentali, ispirati in gran parte alla fede cristiana; una visita che arriva 26 anni dopo quella di Giovanni Paolo II che aveva indicato come campi di missione per l’Europa unita la custodia del creato (la difesa dell’ambiente), la solidarietà verso migranti e rifugiati e la ricostituzione di una visione integrale dell’uomo, in tutte le sue dimensioni, compresa anche quella spirituale e trascendente, campi di drammatica attualità.
# Il Parlamento risponde ai 28 Paesi dell’Unione ed è un’istituzione di tipo prettamente politico, di parlamentari eletti dai cittadini, mentre il Consiglio d’Europa è un’organizzazione intergovernativa, composta dai 47 Stati membri (la bandiera dell’Europa raffigura 12 stelle che richiamano l’immagine della Madonna propria del 12 capitolo dell’Apocalisse: «Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di 12 stelle« [v. 1]).

13X18,9& Presso la Parrocchia «Mater Domini» di Catanzaro, alle ore 17.30, presentazione del libro «I care humanum» – passare la fiaccola della nuova umanità di mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro–Squillace (ne discutono con l’autore: prof. Luca Diotallevi – docente di sociologia presso l’Università Roma Tre, e don Massimo Naro – direttore del Centro Studi Cammarata di San Cataldo; modera gli interventi Antonio Cavallaro – responsabile divisione Digital presso Rubbettino Editore).

▪ Mercoledì 26 novembre: A Roma nel convento di S. Bonaventura sul Palatino, s. Leonardo da Porto Maurizio († 1751), ligure, figlio di un capitano di marina, nato a Porto Maurizio, l’odierna Imperia, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Osservanti, definito da s. Alfonso Maria de’ Liguori «il più grande missionario del nostro secolo», che impegnò tutta la sua vita nella predicazione, nel pubblicare libri di devozione e nel far visita ad oltre 300 missioni a Roma, in Corsica e nell’Italia settentrionale; è ideatore della Via crucis e patrono delle missioni al popolo. – A Bisignano in Calabria, s. Umile (Luca Antonio) Pirozzo († 1637), religioso dell’Ordine dei Frati Minori Riformati, insigne per lo spirito di profezia, le frequenti estasi e una serie ininterrotta di prodigi come guarigioni istantanee, beatificato da Leone XIII nel 1882 e canonizzato da Giovanni Paolo II nel 2002.

& In Vaticano, incontro del Papa con i gruppi di fedeli e i pellegrini in occasione dell’Udienza generale per la catechesi del mercoledì (ore 10.25-12: http://www.radiovaticana.va /player/index_fb.asp?language= &visualizzazione=VaticanTic&Tic=VA_FUBSE4GP).

Medaglia miracolosa▪ Giovedì 27 novembre: Madonna della Medaglia Miracolosa, Medaglia coniata in seguito alla seconda apparizione di Maria a s. Caterina Labouré († 1876) nella cappella in Rue du Bac 140 a Parigi, come segno di amore, pegno di protezione e sorgente di grazie, definita da s. Massimiliano Kolbe la “cartuccia contro il maligno” e adottata da lui come l’emblema della sua Milizia dell’Immacolata (MI).
# La Madonna, nell’apparizione del 27 novembre 1830, nella cappella parigina, disse a suor Caterina Labouré: «Fa’ coniare una Medaglia su questo modello: le persone che la porteranno riceveranno grandi grazie; le grazie saranno più abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia». Sul diritto della Medaglia suor Caterina aveva visto la Madonna biancovestita, con le braccia distese sul mondo, le dita delle mani emananti fasci di luce di vario splendore e le parole: «O Maria concepita senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo». Sul rovescio, fra 12 stelle, la lettera M sormontata da una croce e, sotto, il Cuore di Gesù circondato da una corona di spine e il Cuore di Maria trafitto da una spada.
& Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, adorazione eucaristica parrocchiale (ore 17-18).

▪ Venerdì 28 novembre: A Napoli, deposizione di s. Giacomo della Marca († 1476), sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Osservanti, discepolo di s. Bernardino da Siena, insigne predicatore in Italia, Polonia, Boemia, Bosnia e Ungheria, ardente oratore, ideatore dei Monti di Pietà, dove i poveri potevano impegnare le proprie cose, non più all’esoso tasso preteso dai privati usurai, ma ad un interesse minimo – istituzioni finanziarie senza scopo di lucro, per erogare prestiti di limitata entità (microcredito), a condizioni favorevoli rispetto a quelle di mercato, in cambio di un pegno le sue ultime parole: «Gesù, Maria. Benedetta la Passione di Gesù»).
Moschea blu& Viaggio apostolico di Papa Francesco in Turchia (Ankara e Istanbul), su invito del Presidente del Paese e del Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, da oggi fino al 30 novembre, festa di s. Andrea.

▪ Sabato 29 novembreTutti i Santi dell’Ordine francescano, in coincidenza con l’anniversario della conferma della Regola di s. Francesco d’Assisi (1223, papa Onorio III): tutti loro ci rivelano cosa significhi l’amore disinteressato inteso come il dono totale di sé, riconoscendo in Dio il “tutto” della loro vita, il vertice della loro felicità, la pienezza della loro vita. – A Lucera in Puglia, s. Francesco Antonio Fasani, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, che, uomo di raffinata cultura e pervaso da un grande amore per la predicazione e la penitenza, si adoperò al tal punto per i poveri e i bisognosi da non esitare mai a privarsi della veste per coprire un mendicante e offrire a tutti il suo sostegno, particolarmente vicino ai carcerati e ai condannati che accompagnava fino al luogo del supplizio, devotissimo dell’Immacolata Concezione (morì il 29 novembre 1742, il primo giorno della novena dell’Immacolata), sepolto nella chiesa di S. Francesco a Lucera, meta di frequenti pellegrinaggi, proclamato beato nel 1951 da Pio XII e canonizzato da Giovanni Paolo II nel 1986. & 2° giorno del viaggio apostolico in Turchia: Papa Francesco si trasferisce in aereo da Ankara a Istanbul (ore 9.30-9.45); si reca alla Moschea Sultan Ahmet, detta la Moschea Blu, e al Museo di S. Sofia (ore 10.15-11.20); presiede la Messa nella cattedrale dello Spirito Santo con le comunità cattoliche: latina, armena, sira e caldea (14.45-16.30); partecipa insieme al Patriarca ecumenico Bartolomeo I alla preghiera ecumenica nella chiesa patriarcale di S. Giorgio, cui segue un incontro privato tra loro nel Palazzo patriarcale (ore 17-18.15: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_UND2I537). & Nella basilica papale di S. Maria Maggiore a Roma, alla vigilia dell’inizio dell’Anno di vita consacrata, Veglia di preghiera, durante la quale viene proiettato un videomessaggio del Papa che si trova in Turchia (ore 19-20.30). & Inizio della novena in preparazione alla solennità Giornata di solidarieta per il popolo palestinese 2dell’Immacolata& Giornata Internazionale di Solidarietà col Popolo Palestinese che risale al 29 novembre 1947, quando l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione che stabiliva la creazione di uno “Stato ebraico” e di uno “Stato arabo”, con Gerusalemme come «corpus separatum» sottoposta a un regime internazionale speciale (dei due Stati previsti dal documento, solo uno, Israele, ha visto di fatto la luce. Il 29 novembre 2012, la stessa Assemblea generale ha approvato una risoluzione con cui la Palestina è diventata Stato osservatore non membro dell’ONU). & 18ª Giornata Nazionale della Colletta Alimentare: «Vi invito a fare posto nel vostro cuore a questa urgenza, rispettando questo diritto dato da Dio a tutti di poter avere accesso ad una alimentazione adeguata. Condividiamo quel che abbiamo nella carità cristiana con chi è costretto ad affrontare numerosi ostacoli per soddisfare un bisogno così primario. Invito tutti noi a smettere di pensare che le nostre azioni quotidiane non abbiano un impatto sulle vite di chi la fame la soffre sulla propria pelle» (Papa Francesco, 9 dicembre 2013).

Domenica 30 novembre: 1ª Domenica di Avvento – Festa di s. Andrea di Betsaida († 60), apostolo, fratello di Simon Pietro, il primo tra i discepoli di Giovanni Battista ad essere chiamato da Gesù, sul lago di Galilea, dopo una giornata di pesca infruttuosa; presente nei momenti privilegiati: il Tabor, il Getsemani e il Venerdì Santo; evangelizzatore della Grecia, fondatore della Chiesa di Costantinopoli, martire – secondo le antiche tradizioni – a Patrasso, legato, e non inchiodato, su una croce a forma di X, detta croce decussata, comunemente conosciuta con il nome di «croce di s. Andrea», per sua personale scelta, dal momento che egli non avrebbe mai osato eguagliare il Maestro, Gesù, nel martirio; patrono in Scozia (la croce di s. Andrea figura nella sua bandiera, e di conseguenza in quella del Regno Unito, e nello stemma Anno della vita consacrata 1della Nuova Scozia), Russia (nell’insegna della marina russa), Romania, Ucraina e Grecia, ad Amalfi e a Luga (Malta). & Concelebrazione eucaristica nella basilica papale di S. Pietro in Vaticano per l’apertura dell’Anno della vita consacrata (ore 10). # Gli obiettivi principali dell’Anno (30 novembre 2014 – 2 febbraio 2016) sono: 1. fare “memoria grata” del passato recente, che va dal Concilio Vaticano II – e in particolare dalla pubblicazione del decreto «Perfectae caritatis» – fino ad oggi, segnato dalla presenza dello Spirito che porta i consacrati a vivere anche le debolezze e le infedeltà come esperienza della misericordia e dell’amore di Dio, ad essere “icone viventi” del Dio “tre volte santo” e a “gridare” al mondo, con forza e con gioia, la loro vitalità, spesso nascosta, ma non meno feconda, nei monasteri, nei conventi, nelle case; 2. abbracciare il futuro con speranza, assumendo il momento presente, «delicato e faticoso» (Giovanni Paolo II), non come l’anticamera della morte, ma come un «kairos», un’occasione favorevole per la crescita in profondità, nella certezza che la vita consacrata non potrà mai sparire nella Chiesa, poiché «è stata voluta dallo stesso Gesù come parte irremovibile della sua Chiesa» (Benedetto XVI); 3. vivere il presente con passione, per testimoniare la bellezza della sequela di Cristo “più da vicino” e «svegliare il mondo» (Papa Francesco), specie nelle periferie esistenziali della povertà e del pensiero, “evangelizzando”, curando e potenziando la vita fraterna in comunità e la formazione continua nella «fedeltà dinamica» e creativa, al testimone lasciato dai rispettivi fondatori e fondatrici (cfr. VC 37), e alla luce delle sfide della postmodernità. & 3° giorno del viaggio apostolico in Turchia: Papa Francesco assiste alla Divina Liturgia nella chiesa patriarcale di S. Giorgio, cui segue la benedizione ecumenica insieme al Patriarca Bartolomeo I e la firma di una dichiarazione congiunta (ore 8.20-11); cerimonia di congedo per il ritorno a Roma (ore 15.45-16: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_UND2I537). & Onomastico di p. Andrea Buzor, vicario della Parrocchia «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido: auguri di cuore a lui e a tutti gli altri Andrea…

Amici, è difficile scambiarci auguri per questa settimana. Il nostro paese è in un momento delicato politicamente ed economicamente. Il Vangelo ci attesta che il mondo non precipita nell’abisso del nulla. Esso è nelle braccia di Dio e la parola del Vangelo è l’appiglio che noi abbiamo per leggere la storia e per vedere che Dio ne è il Signore. Malgrado la fatica, il dolore e la logica mondana che ancora alberga nei nostri cuori e nei nostri giudizi, lo Spirito divino avanza e dice alla Chiesa, sua sposa: Maranathà! (“Vieni!”).

Piotr Anzulewicz OFMConv