Il «sì» alla solidarietà universale e il «no» al consumo sfrenato
Un’atmosfera splendida, fatta di semplicità e di armonia, quella che regnava venerdì 31 marzo, durante l’84ª Serata focalizzata sul tema: «Laudato si’: il “no” all’ideologia del consumo e il “sì” alla cultura della sobrietà e della condivisione», la 6ª Serata conviviale con aperitivo ideata nell’ambito della 4ª edizione del WikiCircolo con il filo conduttore: «L’uomo e sua ‘sorella’ Terra», e promossa dal Circolo, luogo da “abitare” ed amare… La Serata si è svolta secondo l’ordine del giorno, pubblicato in anticipo su questo Portale e presentato dalla dott.ssa Teresa Cona, segretaria del Circolo.
Il tema è stato introdotto da un video Laudato si’, tripudio alla natura e alle sue bellezze, con l’intento di considerarla come casa comune a cui si devono cura e manutenzione, rispetto e considerazione. E’ seguito l’ascolto di alcuni brani dell’enciclica, letti dall’insegnante Sebastiana Piccione, tutti imperniati sul pericolo che l’umanità corre sprecando le risorse nel consumismo, sullo scarso valore che si dà ai beni della terra, sull’educazione alla sobrietà e alla condivisione con i poveri che ormai nel mondo raggiungono un numero impressionante.
Piotr Anzulewicz OFMConv, nel suo intervento: «Alla scoperta della Laudato si’», ci ha ricordato che l’enciclica ha avuto un incredibile impatto nel mondo non ecclesiale. L’ha commentata anche Antonello Rispoli, responsabile nazionale Garanzia Giovani per Confcooperative Calabria. Ha curato lo «start-up» di programmi di microcredito nelle regioni del Sud Italia e la predisposizione di strumenti finanziari in grado di favorire l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili. Docente di programmi di formazione, è impegnato a rileggere anche in termini politici la vita sociale, prestando attenzione ai “beni comuni” (al plurale). Secondo lui, l’enciclica, scritta in modo semplice e diretto, tocca il cuore e le corde dell’anima, con l’analisi sui danni, che l’uomo ha fatto alla terra ed ai suoi abitanti, perseverando in un modello di sviluppo economico che ha rallentato il vero progresso e ha portato all’inquinamento, alla perdita della biodiversità, al degrado sociale, alla questione dell’acqua, al deterioramento della qualità della vita umana, al diffondersi della violenza.
Al tempo stesso l’enciclica rappresenta uno straordinario messaggio di rinnovata fiducia nei confronti del genere umano. Vi si respira la voglia di credere nel lato migliore dell’essere umano, di ridare significato ad uno stile di vita che ne ha sempre meno, attraverso la volontà di ricercare quello spiraglio di fede che può illuminare i nostri lati oscuri. «Fede − affermava Dante Alighieri († 1321) − è sostanza di cose sperate». Il suo contenuto ci conduce ad alimentare una ricerca spirituale dalla quale non possiamo più prescindere se vogliamo recuperare il senso della nostra permanenza su questa terra. Si discute tanto sull’opportunità di censurare il male e si riflette poco sul fatto che da anni stiamo censurando il bene e svendendo i nostri valori, perché il fatto stesso di averli e di coltivarli ci fa sentire come Don Chisciotte, nel suo frustrante combattimento contro i mulini a vento. Oscar Wilde († 1900), scrittore, poeta, drammaturgo, giornalista e saggista irlandese, scriveva che la gente conosce il prezzo di tutto e il valore di nulla. Noi, ad esempio, conosciamo il prezzo dei prodotti che acquistiamo, ma non ne riconosciamo il valore. Se così fosse, non sprecheremmo 1 300 000 000 tonnellate di cibo all’anno. E’ l’equivalente di 8 600 navi da crociera! Un dato ancora più impressionante se pensiamo che un miliardo e mezzo di persone soffrono di denutrizione. In questo senso diremmo che il contenuto del nostro carrello è una piccola appendice della nostra coscienza.
C’è urgente bisogno di una nuova solidarietà universale, come via di soluzione alla crisi ambientale e sociale. Ne parla Papa Francesco quando afferma che «ogni cambiamento ha bisogno di motivazioni e di un cammino educativo», e propone «alcune linee di maturazione umana ispirate al tesoro dell’esperienza spirituale cristiana» (Laudato si’, n. 15). Il futuro viene, ancora una volta, rimesso nelle nostre mani.
L’avv. Peppino Frontera ha evidenziato, con fatti ed esempi, in quanti modi ormai lo spreco e il consumismo sfrenato hanno invaso la realtà in cui viviamo. Il M° Luigi Cimino invece ci ha deliziato sul valore educativo della musica che si attua quando tra educatore ed educando si instaura un rapporto di empatia. Essa comprende capacità d’ascolto e di liberazione da una sorta di «anestesia spirituale» che rende ciechi alle sofferenze altrui.
Non pochi sono stati gli interventi degli astanti che con grande interesse e compostezza hanno condiviso esperienze, conoscenze ed emozioni, tutte mirate ad imparare e migliorare il nostro ambiente socio-ambientale. La Serata, attraverso la loro voce, con forza ha ribadito il «no» all’ideologia del consumo ossessivo e il «sì» alla cultura della sobrietà e della solidarietà. «Dal momento che il mercato tende a creare un meccanismo consumistico compulsivo per piazzare i suoi prodotti, le persone finiscono con l’essere travolte dal vortice degli acquisti e delle spese superflue» (Laudato si’, n. 203).
E’ davvero auspicabile una società più attenta all’essenza dell’umano. Frate Francesco d’Assisi, «mistico e pellegrino che viveva con semplicità e in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso» (n. 10), ci è l’esempio per eccellenza. Egli «si sentiva chiamato a prendersi cura di tutto ciò che esiste. Il suo discepolo s. Bonaventura narrava che lui, “considerando che tutte le cose hanno un’origine comune, si sentiva ricolmo di pietà ancora maggiore e chiamava le creature, per quanto piccole, con il nome di fratello o sorella”. Questa convinzione non può essere disprezzata come un romanticismo irrazionale, perché influisce sulle scelte che determinano il nostro comportamento. Se noi ci accostiamo alla natura e all’ambiente senza questa apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati. Viceversa, se noi ci sentiamo intimamente uniti a tutto ciò che esiste, la sobrietà e la cura scaturiranno in maniera spontanea» (n. 11).
La Serata ha avuto anche un momento affabile, nel festeggiare il compleanno della sig.ra Pina Lista, sempre presente, insieme a suo marito Leonardo, ad ogni evento del Circolo: affettuosi auguri a lei da tutti noi e a presto, all’85ª Serata.
sp/tc/pa
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