«Perché state a guardare?»

«Perché state a guardare?» (At 1,11)

1-8.06.2014

● Domenica 1.06: Solennità dell’Ascensione del Nostro Signore. – 48ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali sul tema: «Comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro», titolo del messaggio di Papa Francesco dedicato a questa Giornata. – Allo Stadio Olimpico di Roma, 37ª Convocazione del Rinnovamento nello Spirito Santo con Papa Francesco dal titolo «Un dono senza precedenti» (a partire dalle ore 17). – Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, durante la s. Messa delle ore 10, il secondo gruppo di ragazzi del catechismo, accompagnati dai genitori, padrini e parenti, si accosta alla Prima Comunione. – Prosegue la Tredicina in preparazione alla festa di s. Antonio da Padova († 1231), evangelizzatore, taumaturgo, dottore della Chiesa (il 10 giugno si amplifica con il Triduo) – l’animazione, sia della Tredicina sia del Triduo e della s. Messa delle ore 18.30, è a cura dall’OFS, Araldini, Gi.Fra., insieme alle altre realtà associative parrocchiali

I giorni dopo l’Ascensione, fino al sabato prima di Pentecoste, preparano alla venuta dello Spirito Santo: è questa la novena liturgica di preparazione.

●● Durante la settimana abbiamo anche questi eventi e ricorrenze:

─ lunedì 2.06: Festa della Repubblica Italiana a ricordo della 68° anniversario della sua proclamazione (il 2 e il 3 giugno 1946, in seguito alla caduta del fascismo, si tenne il referendum istituzionale, in cui il popolo italiano venne chiamato a scegliere, con suffragio universale, la forma di governo dello Stato tra Monarchia e Repubblica e ad eleggere i rappresentati dell’Assemblea costituente che scriveranno la Costituzione)

(A Roma, in via dei Fori Imperiali, la tradizionale Rivista militare alla presenza del Capo dello Stato, dei rappresentanti del Parlamento e del Governo, del Corpo diplomatico e delle massime Autorità civili, religiose e militari: ore 10)

─ martedì 3.06: S. Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli, † 1963), papa (260° successore di Pietro), ricordato con l’appellativo di “Papa buono”, terziario francescano, beatificato da Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000 e canonizzato da Papa Francesco il 27 aprile scorso insieme a Giovanni Paolo II: uomo dotato di straordinaria umanità, con la sua vita, le sue opere e il suo sommo zelo pastorale in meno di cinque anni di pontificato riuscì a convocare il Concilio Ecumenico Vaticano II, ad avviare il rinnovato impulso evangelizzatore della Chiesa e a promuovere la fraterna unione tra i popoli; ss. Carlo Lwanga e 12 Compagni Martiri di origine ugandese († 1886), neofiti o fervidi seguaci della fede cattolica, i primi sub-sahariani (dell’«Africa nera») ad essere beatificati (da Benedetto XV nel 1920) e canonizzati (da Paolo VI nel 1964), proclamati patroni della gioventù africana; Laboratorio musicale a cura del «Circolo Culturale San Francesco» (ore 18.45)

─ giovedì 5.06: Giornata mondiale dell’ambiente.– S. Bonifacio († 754, Germania), vescovo e martire. – A Serra San Bruno, Giornata sacerdotale regionale in occasione del 500° anniversario del ritorno dei certosini. – Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, adorazione eucaristica del 1° giovedì del mese (ore 17.30-18.30). – 7° giorno della novena allo Spirito Santo. – 6° giorno della Tredicina in preparazione alla festa di s. Antonio di Padova

─ venerdì 6.06: S. Norberto († 1134), vescovo di Magdeburgo, predicatore ambulante, fondatore dell’Ordine dei Canoni Regolari Premostratensi, patrono delle partorienti. – Adorazione eucaristica del 1° venerdì del mese (ore 17.30-18.30). – 17ª Conversazione pubblica (9ª della serie sanfrancescana) dal tema: «Don Chisciotte e frate Francesco: cavalieri della giustizia e della pace», a cura del «Circolo Culturale San Francesco» (ore 19)

─ sabato 7.06: Veglia diocesana di Pentecoste, presieduta dal nostro Arcivescovo, con il motto #AccendiMisericordia (ore 21)

●●● Domenica 8.06: Solennità di Pentecoste – In Vaticano, incontro di preghiera per la pace in Medio Oriente, a cui Papa Francesco ha invitato i Presidenti di Israele e della Palestina: Shimon Peres e Mahmoud Abbas

Amici, godiamoci la visione del Maestro che torna là da dove è venuto e affida a noi il compito di creare una comunità di credenti in cui ognuno abbia la possibilità di esprimere la propria ricchezza interiore e il proprio carisma per manifestare e annunciare a ogni creatura che laddove c’è unione profonda con il Risorto non ci può essere confusione, smarrimento e sconforto, ma solo «fede», «conoscenza del Figlio di Dio» e piena realizzazione umana

Giugno è il mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù. Con gioia accogliamo l’invito ad onorare quel Cuore che è per noi segno dell’amore di Dio, della sua tenerezza, della sua misericordia, della sua bontà…

 

L’Asceso ci rinvia alla terra

Con la solennità dell’Ascensione celebriamo la conclusione della vita terrestre del «Figlio di Dio e Figlio dell’uomo», come a sigillo della sua vicenda pasquale. Dalle altezze celesti Egli ha seguito la parabola discendente, fino ad inabissarsi nelle regioni più profonde del soffrire umano per riportare alle vette più alte coloro si trovavano nel baratro del dolore, del male e della morte. Con la parabola ascendente ha rapito la terra ed è entrato per sempre nell’intimità del Padre. In questo modo ha allargato gli orizzonti della Palestina ed è divenuto il “Cristo cosmico”. Liberandosi delle categorie spazio-temporali e sottraendosi allo sguardo fisico, si è reso presente al cuore dell’uomo di ogni spazio e di ogni tempo.

Oggi siamo spronati ad accogliere, con rinnovata passione, il suo comando: «Andate e fate discepoli tutti i popoli (…), insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,19-20). Solo se accogliamo questo comando e viviamo questa certezza, avremo il coraggio e la forza di dare a tutti la possibilità di entrare nella “novità” di vita.

L’Ascensione non è evasione dai tormenti vissuti dai nostri fratelli e neppure contemplazione dei panorami teologici fine a se stessi. Il “Cristo universale”, cosmico, è in noi, e chiede il nostro cuore e le nostre braccia per scardinare i poteri occulti e la malavita spicciola, coltivare la legalità, diventare testimoni e operatori di una promessa che fa nascere cose nuove nella storia; non nascerà niente di nuovo se non attraverso il nostro impegno temporale e politico in favore della giustizia, della fratellanza, della solidarietà e della pace (al riguardo rinvio al libro: P. e M. Masciari, Organizzare il coraggio. La nostra vita contro la ‘ndrangheta, Torino 2010). L’Ascensione ci rinvia, quasi brutalmente, alla terra e ai suoi urgenti bisogni.

Credere all’Ascensione di Gesù è, quindi, rifiutare l’immagine di un’umanità condannata alla rovina. È negare la propensione religiosa e culturale alla «lacrima» sulla condizione umana e sul suo futuro. È sottrarsi al pessimismo nella lettura complessiva della storia e professare fiducia e possibilità positive sulle espressioni dell’impegno umano. È, soprattutto per il cristiano, gridare forte che questo nostro mondo, pur vulnerabile o ferito, vive già nella dimensione di Dio ed è entrato nei suoi orizzonti infiniti. «L’esito della storia è già segnato» (Giovanni Paolo II) ed è l’apertura alla pienezza di vita. Tale certezza richiede però la nostra attiva e creativa collaborazione.

Per quanto siano grandi i nostri limiti, le nostre debolezze e i nostri smarrimenti, «non ci è consentito essere fiacchi e vacillanti», amareggiati e chiusi nella tristezza. «Al contrario, siamo invitati ad irrobustire le mani, a rendere salde le ginocchia, ad avere coraggio e non temere» – ci ha ricordato Papa Francesco all’Angelus nella terza domenica di Avvento, il 15 dicembre scorso -, perché «Dio mostra sempre la grandezza della sua misericordia. (…) Grazie al suo aiuto noi possiamo sempre ricominciare da capo», perché Lui «ci aspetta, Lui è vicino a noi, Lui ci ama, Lui è misericordioso, Lui ci perdona, Lui ci dà la forza di ricominciare da capo! A tutti! Siamo capaci di riaprire gli occhi, superare tristezza e pianto e intonare un canto nuovo».

Non ci è consentito «guardare la vita dal balcone», da spettatori, ma a «stare lì dove ci sono le sfide del mondo contemporaneo, perché «non vive chi non risponde alle sfide», inerenti i temi della vita, dello sviluppo, della lotta per la dignità delle persone, contro la povertà e a favore dei valori cristiani. Il Papa chiede di non rassegnarsi alla monotonia del vivere quotidiano, non lasciarsi imprigionare dal pensiero uniforme, ma mantenere viva la speranza (c’è sempre una luce all’orizzonte), andare controcorrente, oltre l’ordinario, coltivare progetti di ampio respiro, essere «protagonisti degli accadimenti contemporanei».

(pa)