Se n’è andato Peppino Frontera

Per due giorni, dal 25 al 26 gennaio, la marcia del Circolo si è fermata, per la tristissima notizia giunta come un fulmine a ciel sereno dal Campus Universitario «Salvatore Venuta» di Germaneto (Catanzaro) e diffusa sulla Pagina social del Circolo:

Il Consiglio direttivo del Circolo Culturale San Francesco comunica con immensa tristezza che mercoledì 24 gennaio 2018, alle ore 23.20, Sorella Morte ha accolto PEPPINO FRONTERA, marito affettuoso di Maria Luisa Mauro, padre generoso di Katia e Vitali, avvocato premuroso, consigliere saggio del Circolo, curatore solerte delle Serate del WikiCircolo, dono prezioso dell’«altissimo, onnipotente, bon Signore» (Cantico delle creature, v. 1). Lascia un vuoto incolmabile nel ‘suo’ adorato Circolo. A noi tutti la gratitudine e la responsabilità di far tesoro della sua passione per l’ideale del Circolo: «La cultura e la cura dell’altro».

Una scomparsa inaspettata, una perdita enorme, un gravissimo lutto al Circolo. C’era grande attesa per la 2ª Serata conviviale con «aperitivo» di venerdì 26 gennaio dal titolo: «I ‘ragazzi fantasma’, soli e isolati dalla società», collocata nell’ambito della 6ª edizione del WikiCircolo dal motto: «I giovani con la ‘sorella’-‘madre’ Terra». La Serata è stata sospesa e gli amici del Circolo sono stati invitati a dargli l’ultimo abbraccio. Alle ore 15.30, in gran numero, sono accorsi nella chiesa «Sacro Cuore» e si sono stretti, con grande dolore e commozione, intorno alla sua famiglia. P. Ilario Scali, parroco, ha celebrato la Messa e ha presieduto il rito delle esequie, pregando «il Padre delle misericordie e Dio di ogni consolazione che ci ama di amore eterno e trasforma l’ombra della morte in aurora di vita, affinché guardi coloro che gemono nella prova e li sollevi dal lutto e dal dolore alla luce e alla pace della sua presenza». Alla celebrazione, animata dal coro (Giorgio Martelli, Jolanda De Luca, Stefania Di Nardo….), hanno partecipato: p. Lawrence, fra Alessandro e il sottoscritto che ha pronunciato, piangendo nel suo cuore, l’omelia focalizzata sul congedo di Gesù (Gv 17,1-11). Ecco il testo, con qualche taglio e ritocco:

«…è venuta l’ora», anche per il caro Peppino, mio “fratello” minore, proprio per lui e non per me, come sarebbe naturale, suo “fratello maggiore”, come mi definiva… Glorifica, dunque, o Padre, il tuo Servo fedele che dal 1954 portava “impresso” nel suo cuore quel “germe”, quel “seme”, quella scintilla della vita divina che lo inseriva, attraverso il battesimo, nella comunità dei credenti in Cristo, il nostro Fratello per eccellenza, il Signore, il Senso e la Fonte di vita in pienezza. Gli è stata allora tolta quella macchia/fragilità/tendenza intima a non essere libero, a non amare o ad amare con fragilità, ed è stato reso, come noi nel nostro battessimo, capace di amare divinamente e di lasciarsi «spezzare» il corpo e «dissanguare» per la promozione degli altri. E’ entrato a far parte della Chiesa, quella del sogno di Dio: la Chiesa dei santi e dei martiri, dei peccatori perdonati e redenti, la Chiesa che cammina, piange, soffre, crede, spera, ama. Sette anni dopo è stato «abilitato» ad accostarsi alla mensa del Pane di vita: all’Eucaristia, ovunque, a Napoli, durante gli studi universitari, a Catanzaro, dove esercitava la sua professione di avvocato, e qui dove ha fondato la famiglia, in mezzo a tante tribolazioni della vita, e dove ci allietava con la sua entusiasmante conoscenza della «città tra due mari».

In questi luoghi della sua itineranza, teneva sempre accesa la fiamma di vita divina, amando e facendosi benvolere. Noi, amici del Circolo, ne siamo la prova lampante. Ne sono la prova indiscussa Maria Luisa, di cui era affettuoso marito, e Katia e Vitali di cui era padre generoso. Ne sono la prova icastica tanti amici che mi hanno inviato, su WhatsApp, Messenger e per posta elettronica, le commosse parole di stima, appena hanno appreso la notizia della sua scomparsa. Come comunità parrocchiale siamo fieri di aver avuto questo caro e prezioso Fratello e grati per il bene che egli ha profuso in mezzo a noi.

«Che dispiacere! Una persona speciale, cara e disponibile – ha scritto uno dei nostri amici. – Era impossibile non volergli bene». Infatti, nel suo fecondo e creativo servizio ha saputo coinvolgere e unire, in questi anni, mondi diversi, dai giovani agli anziani, dalla fede alla cultura.

Anch’io gli sono immensamente grato per il suo continuo sostegno umano e spirituale, specie nei momenti difficili, per la sua comprensione e la sua collaborazione nel portare avanti quest’opera parrocchiale che è il Circolo, con cui addirittura si immedesimava − lui lo ha adottato e lo ha amato. Le sue Serate − ne diranno qualcosa in più l’ass.re Franco Longo, la dott.ssa Teresa Cona e il M° Luigi Cimino al termine della celebrazione − erano coinvolgenti: mettevano in luce cose belle, positive e propositive. Ascoltarlo e stargli vicino era un piacere. I suoi occhi brillavano di quell’amore che aveva nel suo cuore, come domenica scorsa, il 21 gennaio, quando gli abbiamo fatto visita al Policlinico: Luigi, Pinuccio, Leo e io, portandogli la Comunione. I suoi occhi erano pieni di gioia e di luce, perché il suo cuore era nella luce.

Non si è mai stancato di ripetermi che per ogni uomo, per quanto stanco, incompreso, misero, indegno, c’è l’amore di Dio. Questo messaggio lo portava ai partecipanti delle Serate conviviali e cinematografiche con la schiettezza, l’autenticità e la semplicità del suo eloquio, con la robustezza, la serenità e la fiducia di un lottatore che rimanda tutto alla Parola e alla Carità divina.

«E stando in mezzo a noi – scrive un altro fan del Circolo – ci ha resi tutti migliori. Alimentava pensieri ottimistici nei riguardi degli altri. Dava slancio per non arrenderci. Tutelava la dignità di tutti, anche di chi ha fatto di tutto per ignorarla con il suo comportamento. Attirava la nostra attenzione sui deboli, sui poveri, sui dimenticati. Dava voce alle sofferenze nascoste. Cercava di rendere feconda la città con il suo amore fatto di rispetto e di dedizione, di tenerezza e di operosità. Arava e seminava con intensità.

Ora siamo qui, di fronte alla bara di questo solerte Fratello che ha terminato la sua parabola terrena nel divino disegno di salvezza. È l’ora del suo congedo dalla sua comunità: civile e parrocchiale, e dal “suo” Circolo, nel giorno in cui la sua città celebra il Giorno della Memoria, non solo per “ricordare” la crudeltà che si è abbattuta su 6 milioni di ebrei e migliaia di persone considerate diverse e quindi da discriminare, ma anche per “capire”: riconoscere quanto è accaduto al di là di quel cancello, dove le forze alleate liberarono Auschwitz dai nazisti, vuol dire avere gli strumenti per difendere la nostra civiltà dalla cattiveria e dalla crudeltà dell’uomo affinché simili tragedie non possano ripetersi e la cultura dell’ostilità verso il diverso, l’immigrato e il rifugiato non abbia la meglio.

E’ l’ora del congedo. Questo, certamente, ci può aiutare a riflettere sui nostri congedi. Ce ne sono tanti e in alcuni di essi c’è anche tanta sofferenza, e ci sono tante lacrime.

Pensiamo oggi, ad esempio, a quei poveri Rohingya della Birmania (Myanmar) in barca… Arrivano in una città, dove danno loro acqua, cibo… e poi dicono: ‘Andatevene via’. E’ un congedo. Pensiamo al congedo dei cristiani e degli yazidi, che sanno di non tornare più nella loro terra, perché cacciati via dalle loro case. […]

Ci sono piccoli e grandi congedi nella vita. E ci sarà anche l’ultimo congedo che tutti noi dovremo fare, quando Sorella Morte ci chiamerà all’altra riva. Questo non sarà uno dei congedi ‘a presto’, ‘a dopo’, ‘a più tardi’, ‘arrivederci’, ma l’«addio» finale, il commiato perenne, la separazione definitiva. […] Meditando il Vangelo sul congedo di Gesù (Gv 17,1-11), ci farà bene immaginarci in quel momento. Come abbiamo ‘sprecato’ la nostra vita? Cosa lasciamo ai posteri? Chi sarà a chiudere i nostri occhi? E non dimentichiamo mai che eravamo presenti nella preghiera di Gesù, proprio lì, nel momento più drammatico della sua vita, in quell’Orto dell’ultima scelta. Egli già ci ha affidati alla tenerezza del Padre. Non temiamo, dunque, perché egli ci conosce, ci ama e, nell’Eucaristia, prolungamento della sua incarnazione, continua a pregare per noi, a riconsacrare la nostra vita, ad attirare nella stessa intimità divina, nel Santo dei santi, nel cuore di Dio Padre. E’ la sua voce che schiude i nostri occhi sulle sue opere nella nostra vita, segni del suo amore divino. E’ la sua parola che ci permette di credere e ottenere la vita che non muore, vita in pienezza per noi e per chi ci è prossimo. E’ la sua mano, trapassata dai chiodi, che ci tiene stretti per l’eternità. E lui, con il suo sangue, ha scritto i nostri nomi in cielo, per l’eternità, ed è questa la verità che si fa unica fonte di vera gioia, perché ci dona il perdono eterno.

Addio, Peppino, fratello minore. Grazie per ciò che hai fatto e hai detto, con semplicità e amore. Sii con il Risorto. La sua risurrezione – lo sappiamo – non è stata un semplice ritorno alla vita terrena; è stata invece la più grande ‘mutazione’ mai accaduta, il ‘salto’ decisivo verso una dimensione di vita profondamente nuova, l’ingresso in un ordine completamente diverso, che riguarda anzitutto lui stesso, ma con lui anche noi, tutta l’umanità, la storia e il cosmo.

La «risurrezione» è una parola che ora il Signore rivolge a ciascuno di noi: «Sono risorto – dice – e ora sono sempre con te. La mia mano ti sorregge. Ovunque tu possa cadere, cadrai nelle mie mani. Sono presente perfino alla porta della morte. Là, dove nessuno può accompagnarti e dove non puoi portare niente, ti aspetto io e trasformo per te le tenebre in luce».

Glorifica, o Padre, questo Fratello, che ci ha tolto nel 7° giorno dell’ottavario della 49ª settimana di preghiera per l’unità visibile dei cristiani, dal motto: «Costruire la famiglia nelle case e nelle chiese», e restituiscicelo, purificato da ogni macchia, glorificato e beato, come nostro celeste compagno, intercessore e protettore del “suo” Circolo, della famiglia, della comunità civile e parrocchiale di Catanzaro Lido.

Dopo il rito dell’ultima raccomandazione e del commiato, presso il feretro, ci sono stati tre commoventi interventi. L’avv. Giuseppe Iannello, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro, con voce vibrante ha espresso profondo cordoglio al dolore della famiglia per la scomparsa di Peppino, «stimato ed apprezzato professionista». L’ass.re Franco Longo, a nome personale, del Sindaco, della Giunta e di tutta la comunità civile, ha sottolineato il sentimento di riconoscenza e di ammirazione per l’affetto, la cortesia e la stima che ha saputo dimostrare nei suoi confronti e per l’amore che ha saputo riservare alla città. Infine, la dott.ssa Teresa Cona, segretaria del Circolo, ha ricordato telegraficamente le sue costruttive e propositive «performances» al Circolo e il suo alto profilo umano. Riportiamo qui le sue parole.

Peppino − ha detto − è stato uno dei protagonisti di punta delle Serate conviviali a tema e uno tra i primi a prepararle, dimostrando la competenza e guadagnandosene la stima. […] 91 Serate, in collaborazione con me e il M° Luigi Cimino, membro del Consiglio direttivo. Le “sue” Serate per eccellenza sono quelle dedicate all’amata Catanzaro che si sono svolte dal 19 giugno 2015 al 18 giugno 2016, dal titolo: «Catanzaro mille volti». 20 Serate in totale. Serate che hanno riscosso un’ampia eco per qualità e numero di partecipanti.

Peppino non era uno storico, ma, come lui stesso si definiva, «un innamorato di Catanzaro», la città delle tre “V” (Vitaliano, Vento, Velluto). Con il supporto, la collaborazione e il coinvolgimento di altri relatori, nella prima edizione del WikiCircolo, ha cercato di farci conoscere la storia non ufficiale della città, cose e fatti che gli storici di professione hanno trascurato, come sovente succede. Con la sua forza coinvolgente ci ha portato idealmente in giro per i vicoli che i più non conoscevano.

Calabrese doc, nella seconda edizione del WikiCircolo, estesa dal 22 gennaio 2016 fino 10 giugno 2016, parlando della sua/nostra Calabria, l’ha definita «crocevia di cultura e civiltà», terra formata nella storica convivenza fra cultura e religioni di diversa provenienza. Grande eredità del passato calabrese che ha voluto far conoscere ai più e rilanciarla contro l’egoismo e l’intolleranza verso l’altro, il diverso.

Nella terza edizione del WikiCircolo dal titolo: «Volti della misericordia», che va dal 23 settembre 2016 fino al 2 dicembre 2016, ha voluto invece parlare di sei magnifiche figure calabresi. Questa volta ha spostato, insieme ai diversi relatori, il suo/nostro interesse su uomini e donne calabresi: Nuccia Tolomeo, Raffaele Gentile, Fortunata Evolo, Antonio Lombardi, Paolo De Ambrosis da Cropani. Un lavoro di ricerca fatto con amore e dedizione solo per far risplendere ai nostri occhi le “gemme” che la Calabria ha offerto al mondo intero.

Della quarta e quinta edizione ne è stato cocuratore e coordinatore, lasciando spazio a nuove tematiche che si sono rivolte a temi di attualità scottante, sulla scia della lettera enciclica Laudato si’ di Papa Francesco sulla cura della casa comune, dal il titolo: «L’uomo e sua sorella-madre Terra», la prima, e «L’uomo custode e protettore di sorella-madre Terra», la seconda.

Il suo lavoro in queste ultime tre edizioni che non lo hanno visto relatore unico, come le prime due, è stato più difficile poiché ha dovuto e saputo intercettare tra le sue conoscenze relatori capaci ed anche interessati alla serie di tematiche selezionate per le Serate di alto interesse culturale.

Peppino non si è mai tirato indietro di fronte ai più svariati problemi che via via si presentavano nella gestione del Circolo. Il suo carattere solare, il suo coraggio, il suo entusiasmo contagiava chiunque gli venisse in contatto. Noi del Circolo, come ci amava definire: «lo zoccolo duro», «le colonne», facevamo quadrato e superavamo insieme gli ostacoli. Certo, non sono mancati momenti di tensione, ma mai tra di noi, poiché alla base del Circolo c’è sempre stato il rispetto per l’altro, sempre.

Mi piace ricordarlo seduto in Segreteria, aspettando la Segretaria in perenne ritardo o nelle ore che precedevano ogni evento vederlo scherzare con il suo grande amico e fan, Ghenadi Cimino, il tecnico dell’audio service che lavora con noi nelle Serate, rendendole possibili… e mi mancheranno quei suoi messaggini durante le Serate per avvisarmi secondo lui quanta pizza andava comperata… Con quegli occhioni sempre sorridenti, in base alla stazza dei presenti, calcolava la “quantità” e mi faceva morire dal ridere…

Se n’è andata una colonna del Circolo… In questo momento non siamo in grado di calcolare il grave danno che arreca la sua mancanza…, ma lui amava il Circolo e lo chiamava la sua creatura, e mai si sarebbe allontanato. Continuare nel suo ricordo adesso è un obbligo in più. Un qualcosa che non lascia scampo che ci inchioda al dovere di continuare in sua memoria.

Il suo spirito, colmo di amore divino e di amicizia sociale, ci investirà e ci darà una marcia in più.

Piotr Anzulewicz OFMConv

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