Marie Curie: ‹la polacca›

Un’altra Serata – la 13ª con «aperitivo» della 10ª edizione del WikiCircolo che si è svolta venerdì 14 aprile 2023 presso la chiesa «Sacro Cuore» a Catanzaro Lido all’insegna della bellezza, tenerezza e genialità femminile – incantevole ed esaltante, come tutte le precedenti, con il filo rosso «Donne, ‹sorelle tutte›, che ‹fanno bello il mondo›». Il suo focus, il suo hub, il suo canale tematico di riferimento, in cui sono stati raccolti, concentrati, aggregati e condivisi articoli, report, interviste, pubblicazioni, immagini, link e file, aveva un nome fascinoso ed intrigante: «La polacca», specie per chi sta scrivendo queste frasi. Da quel nome nacque il titolo della Serata: «Marie Skłodowska-Curie († 1934), ‹la polacca› al servizio della scienza e della Francia».

Sonora è stata la sua apertura e la sua chiusura, grazie alla «performance» del m° Luigi Cimino, che con il suo sax tenore ha regalato due “gocce di memoria”: il brano «Soleado» dei Daniel Sentacruz Ensemble (il brano che si caratterizza per l’assenza di un testo e per la presenza di un coro che intona il ritornello Oh oh oh oh) e la canzone «Piccolo fiore» dei Teppisti dei Sogni («Piccolo fiore, dove vai? / […] Se ti fermassi solo un momento / Ti accorgeresti che c’e qualcuno / Qualcuno che ti vuole amare / E non ha paura dell’amore / Come tu sai, si può soffrire / E qualche volta si può anche morire / Come io per te»). Due “gocce di memoria” che suscitavano tenerezza e destavano speranza.

Quello che è accaduto, in mezzo, era semplicemente magnifico: qualcosa di arcano aleggiava, investiva e innalzava gli animi degli astanti nel Salone. Forse rileggendo il programma o, meglio, rivedendo la diretta in streaming video di Ghenadi Cimino su Facebook del Circolo, si potrebbe intuire ciò che non è facile esprimere a parole. «L’amore non vive di parole diceva saggiamente M. Teresa di Calcutta né può essere spiegato a parole». Fermiamoci allora un attimo e diamo lo sguardo alla scaletta della Serata:

4.1. Video «Marie Skłodowska e Pierre Curie, la Regina della chimica: Varsavia – Parigi» (3:00′-14:06′) e, in sintesi, «Biografia di Marie Curie» (3:18′); 4.2. Intervallo musicale: «Sulla stessa terra» di Lysa (3:04′); 4.3. «Marie Skłodowska-Curie: la donna e la scienziata» – Intervento di Marialuisa Mauro (10:00′); 4.4. Lettura di alcune celebri frasi di Marie Skłodowska-Curie, a cura di Marialuisa Mauro [leggono: Tina Quattromani, Stefania Di Nardo e Lucia Scarpetta] (2:00′); 4.5. Video «Marie Curie e la scoperta della radioattività (0:00′-2:03′; ‘2:25′-6:23’); 4.6. Trailer «Radioactive» (1:04′); 4.7. Video «Non è il solito video su Marie Curie» (0:00′-13:42′); 4.8. Trailer «Marie Curie» (1:52′); 4.9. «Vita felice e scandalosa di Marie, ‘la polacca’ al servizio della scienza e della Francia» – Intervento di Piotr Anzulewicz OFMConv (10:00′); 4.10. Intervallo musicale: «Guarda che luna» di Le Rivoltelle (3:08′)

La Serata quindi intrisa di filmati educativi, musicali e illustrativi, fotografie e disegni, interventi e letture con il sottofondo eufonico, come le conchiglie, semplici, ma con il mare intero dentro. Marie Skłodowska-Curie, genio, pioniera, ribelle, era la donna felice, di quella felicità che contiene anche la disperazione. Felice dentro il suo straordinario posto nel mondo, dal giorno in cui lasciò Varsavia, invasa dalla Russia, e mise piede a Parigi, nel 1891, per studiare scienze alla Sorbona (23 donne su 1825 studenti). «Qualche volta – scrive Annalena Benini – sveniva per la fame e metteva addosso anche la sedia per resistere al freddo della stanza in cui dormiva, ma era felice degli studi, delle scoperte, del lavoro sperimentale in laboratorio» (Vita felice e scandaloso di Marie Curie processata come Dreyfus, «Il Foglio Quotidiano» 239 [2021] VI). «Ero entusiasta – annotò la giovane studentessa Marie nel suo Diario – di ogni cosa nuova che scoprivo o imparavo; era come se un mondo nuovo, il mondo della scienza, a cui potevo finalmente accedere in piena libertà, si schiudesse davanti a me». Si dispiaceva soltanto che i giorni passassero tanto velocemente.

Marie è stata la prima donna a ricevere un premio Nobel e l’unica donna a riceverne due: il primo, nel 1903, per la fisica, con Pierre Curie (a Stoccolma avevano pensato di darlo soltanto al Curie maschio), e il secondo, nel 1911, per la chimica, per la scoperta del polonio e del radio (anche su questo premio c’è una gigantesca storia da raccontare). Un traguardo straordinario, tanto più in un periodo storico nel quale la scienza era dominata dalla presenza maschile. Le sue scoperte scientifiche, in particolare quelle della radioattività, hanno segnato profondamente il secolo scorso, dando il via alla cosiddetta era atomica.

Marie – sottolineò Marialuisa Mauro, presentando il suo profilo intellettuale – è stata anche la prima donna a laurearsi in scienze alla Sorbona, la prima ad avere il dottorato in scienze in Francia, la prima a essere sepolta nel Pantheon degli Uomini Illustri (morta a 66 anni per le conseguenze delle radiazioni), e del resto l’unica. Una ragazza polacca, che secondo Albert Einstein era «molto intelligente, ma fredda come un pesce», senza soldi e senza conoscenze, ma con la convinzione di volersi guadagnare «una vita immensa».

Questa donna geniale, ammirata e vezzeggiata, per i suoi primati, mentre vinceva il secondo Nobel, si è trovata nell’occhio del ciclone: la Francia xenofoba, antisemita e misogina ha tentato di rimpicciolirla, umiliarla, distruggerla o trasformarla in una reietta, nell’ebrea polacca che doveva tornarsene al suo Paese. All’improvviso il suo genio, il suo lavoro, le sue scoperte non valevano più nulla. E tutto questo perché? Aveva forse rubato fondi della ricerca? Aveva sfigurato con l’acido uno scienziato rivale? Aveva sbagliato i dati nel suo Trattato di radioattività? Aveva mentito sull’avere isolato il radio allo stato puro? Non fu questo il motivo per cui la stampa conservatrice di destra, gli antisemiti e i misogini attaccarono Marie Curie. Il motivo, o meglio, il pretesto, fu l’amore…

Ne parlò, con commozione viva e meraviglia emotiva, lo scrivente di questo trafiletto. L’amore vero implica il battito del cuore e alla fine vince e rende dolce il tenore della vita, intenerisce e abbellisce.

Piotr Anzulewicz OFMConv


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