Un comando: «Amatevi»

Via lucisIl cuore dell’esperienza cristiana è l’amore: l’amore di Dio che genera una risposta d’amore. E’ quanto magistralmente ci ha illustrato papa Benedetto XVI nell’enciclica Dio è amore, amore reso visibile nel mistero di Gesù di Nazareth, paradigma di ogni amore umano. È quanto ci rivelano le letture bibliche della 6a Domenica di Pasqua (At 10,25-27.34-35.44-48; Sal 97; 1 Gv 4,7-10), e in particolare il Vangelo giovanneo (Gv 15,9-17), riproponendoci un comando: «Amatevi gli uni gli altri» (Gv 15,17). È un comando che è già impresso nel nostro cuore, che istituisce e custodisce la nostra identità, che plasma e forgia la nostra vocazione, che coinvolge e sconvolge tutti i sentimenti relazionali. Non è forse l’assenza e la fragilità dell’amore all’origine di ogni sofferenza e dolore, di ogni delusione e disperazione, di ogni violenza e sopraffazione?

Mani che chiedono e che dannoIl comando d’amore «non è un semplice precetto»: lo ha sottolineato ieri, al Regina Coeli, Papa Francesco. «Il precetto rimane sempre qualcosa di astratto o esteriore alla vita». La legge dell’amore è invece «scritta una volta per sempre nel cuore dell’uomo». Ed è «una strada concreta, una strada che ci porta ad uscire da noi stessi per andare verso gli altri. Gesù ci ha mostrato che l’amore di Dio si attua nell’amore del prossimo. Tutti e due vanno insieme. Le pagine del Vangelo sono piene di questo amore: adulti e bambini, colti e ignoranti, ricchi e poveri, giusti e peccatori hanno avuto accoglienza nel cuore di Gesù». E questo «l’amore che egli ci ha insegnato». Un amore che si manifesta nei «piccoli gesti, di tutti i giorni, gesti di vicinanza a un anziano, a un bambino, a un ammalato, a una persona sola e in difficoltà, senza casa, senza lavoro, immigrata, rifugiata (…). Gesti di prossimità», che elevano noi e il mondo all’altezza della bontà e giustizia…

11-17 maggio 2015

Lunedì 11 maggio

Ignazio da Làconi# A Cagliari, S. Ignazio da Làconi († 1781), religioso dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, illetterato, mendicante per le piazze della città e le taverne dei porti per sovvenire alla miseria dei poveri, chiamato dalla gente «Padre santo», considerato in Sardegna patrono degli studenti, proclamato santo da Pio XII nel 1951 alla presenza di un altro grande questuante cappuccino dello stesso convento di Cagliari, fra Nicola da Gesturi († 1958), beatificato da Giovanni Paolo II nel 1999.

# Nel Saintouge (regione storica della Francia occidentale a nord della Gironda, oggi compresa nel dipartimento di Charente-Maritime), s. Stella o Estelle/Eustelle († III sec.), martire,figlia di un funzionario del pretore delle Gallie, convertita al cristianesimo da s. Eutropio, patrona del movimento letterario Félibrige tendente a valorizzare la poesia e la prosa in lingua occitanica, che nell’anno della sua fondazione (1854) adottò come emblema una stella con sette raggi (il nome ‘Stella’ che significa «luminosa come un astro», oltre che in Francia, è molto diffuso in tutta Italia, specie in Sicilia, anche nelle varianti femminili: Stellina, Maristella, Stella Maria, in uso dal Medioevo, riflettendo soprattutto la devozione per Vergine Maria, invocata come Maris Stella; nel latino liturgico, vi è un bellissimo canto Ave Maris Stella, dove la Madonna, fonte di guida e di salvezza, è paragonata alla stella polare, guida e riferimento per i naviganti).

Martedì 12 maggio

Infermieri# Giornata Internazionale dell’Infermiere dal tema: «Gli infermieri: una forza per cambiare. Per un’assistenza efficace e conveniente», la ricorrenza in cui l’International Council of Nurses (è una federazione di più di 130 associazioni nazionali infermieristiche che rappresentano più di 13 milioni di infermieri nel mondo), ricordando il giorno della nascita di Florence Nightingale (12.05.1820), fondatrice delle scienze infermieristiche moderne, richiama l’attenzione dell’opinione pubblica sui valori di cui è portatrice la professione infermieristica: una professione che trova il suo significato più originale e autentico nel servizio all’uomo. È l’occasione per far sì che essa “parli un po’ di sé” con i ricoverati negli ospedali, con gli utenti dei servizi territoriali, con gli anziani, con gli altri professionisti della sanità, con i giovani che devono scegliere un lavoro, con tutti coloro che nel corso della propria vita hanno incontrato o incontreranno “un infermiere”, una figura specializzata, ma sempre a fianco del paziente. La Giornata è la festa dell’infermiere, ma, anche, di tutte le persone coinvolte nell’assistenza: pazienti, medici, tecnici, ausiliari.

# A Padova, s. Leopoldo da Castelnuovo Mandić († 1942), presbitero croato dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, confessore ricercato anche da diversi professionisti e docenti dell’Università di Padova, per le doti di sapienza e di scrutazione dei cuori, e, soprattutto, per la benevola accoglienza dei penitenti, patrono dei giovani di Azione Cattolica, proclamato santo da Giovanni Paolo II nel 1983.

# A Roma, s. Pancrazio († 304), martire, decapitato sull’Aurelia insieme con altri due: Nereo e Achilleo, per aver negato l’incenso agli dèi romani o il riconoscimento della divinità dell’imperatore Diocleziano, uno dei santi più popolari non solo a Roma e in Italia, ma anche all’estero (a lui sono stati dedicati chiese, monasteri: quello di Roma venne fondato da s. Gregorio Magno e quello di Londra da s. Agostino di Canterbury, e una stazione della metropolitana londinese).

# A Roma, nella basilica di S. Pietro, Messa presieduta da Papa Francesco l’apertura della 20ª assemblea generale di Caritas Internationalis sul tema: «Una sola famiglia umana: prendersi cura del Creato» (ore 17.30). Al centro dell’attenzione dei lavori dell’organismo sarà la questione del cambiamento climatico con le sue conseguenze, in particolare sulle popolazioni più povere del pianeta.

Mercoledì 13 maggio

Pastorelli di Fatima# 98° anniversario della prima apparizione della Vergine Maria a tre pastorelli di Fatima: Lucia, Francesco e Giacinta, nel 1917, lasciando loro un messaggio per tutta l’umanità – l’invito alla speranza che nasce dalla certezza che Dio vuole il nostro bene ad ogni costo (sr. Lucia Dos Santos, veggente-confidente della Vergine e custode del suo messaggio al mondo, è morta il 13 febbraio 2005 a 98 anni nel convento di Coimbra e il suo corpo riposa dal 19 febbraio 2006 accanto ai cuginetti Francesco e Giacinta Marto, proclamati beati il 13 maggio 2000, nella basilica di Fatima, da Giovanni Paolo II, la cui vicenda si lega in modo unico a quel lontano 13 maggio 1917).

# A Roma, in Piazza S. Pietro, Udienza generale di Papa Francesco per la catechesi del mercoledì, con la presenza della statua, raffigurante la Madonna, acquistata e benedetta a Fatima grazie ad una colletta dei ragazzi disabili assistiti dall’Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali (UNITALSI), legando simbolicamente il santuario mariano di Fatima a Piazza S. Pietro, in una preghiera di pace e speranza (ore 9.50-11.30), e, nella basilica di S. Giovanni in Laterano, “madre di tutte le chiese di Roma e del mondo”, 11ª Giornata Nazionale del Pellegrino dell’Opera Romana Pellegrinaggi, un momento privilegiato di condivisione dell’esperienza del pellegrinaggio, il cui inizio è presso la basilica di S. Croce in Gerusalemme con l’accoglienza della statua pellegrina della Madonna di Fatima (ore 14).

Giovedì 14 maggio

# S. Mattia († I sec.), apostolo, chiamato a far parte del gruppo dei dodici, dopo la defezione e la morte di Giuda Iscariota (At 1,15-26), che secondo una tradizione «predicò il Vangelo all’interno dell’Etiopia, morto a Sebastopoli e sepolto qui presso il tempio del Sole», ma secondo un’altra tradizione fu lapidato a Gerusalemme dai giudei e poi decapitato.(È stato detto che s. Elena, imperatrice, portò le sue reliquie a Roma, e che una parte di esse furono presso Treviri, situata nella parte occidentale della Renania-Palatinato, a 15 km dal confine con il Lussemburgo, sede di una prestigiosa Università, città natale di Karl Marx).

# In Vaticano, nell’Aula Paolo VI, «Concerto per i poveri», eseguito dall’Orchestra Filarmonica Salernitana e dal Coro della Diocesi di Roma guidati dal Mº Daniel Oren, e patrocinato dall’Elemosineria Apostolica, dal Pontificio Consiglio della Cultura, dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e dalla Fondazione S. Matteo in memoria del card. Van Thuân, con la partecipazione dei più poveri; nel repertorio, musiche di mons. Marco Frisina: arie tratte dall’opera musicale «La Divina Commedia» per celebrare i 750 anni dalla nascita di Dante e brani dedicati al tempo pasquale, alla speranza e alla gioia (ore 18-).

Venerdì 15 maggio

Festa della Mamma 3# 22ª Giornata Internazionale della Famiglia, proclamata dall’assemblea generale delle Nazioni Uniti nel 1993. «Madri e famiglie: sfide in un mondo che cambia» è il tema scelto per l’evento di quest’anno, per riflettere sul ruolo vitale delle mamme sia all’interno del nucleo familiare che nelle comunità nel mondo. La loro figura rappresenta un punto di forza per la coesione e l’integrazione sociale e per lo sviluppo sano dei più piccoli.

# A Madrid nella Castiglia in Spagna, s. Isidoro l’Agricoltore († 1130), laico, modello del contadino cristiano (lavorare, pregare, donare: le sue gesta sono tutte qui), patrono degli affittuari agricoli e dei birocciai, canonizzato da Gregorio XV con Ignazio di Loyola e Francesco Saverio nel 1622.

Sabato 16 maggio

Bobola (trumna)# S. Andrea Bobola († 1657), gesuita, apostolo della Lituania e protettore della Polonia, chiamato «cacciatore di anime», martire (il suo corpo incorrotto è dal 1924 nella chiesa del Gesù a Roma, accanto all’altare di s. Francesco Saverio, patrono delle missioni), e, a Cortona in Toscana, s. Margherita († 1297), chiamata «Terza Stella» del francescanesimo (dopo Francesco e Chiara) o «Luce del Terz’Ordine francescano», o «novella Maddalena», donna mistica (visse numerose crisi mistiche e visioni, in linea con quanto vissero Francesco d’Assisi, Angela da Foligno e più tardi Camilla da Varano), ma anche donna di azione (diede vita ad una congregazione di terziarie dette le Poverelle, fondò nel 1278 un ospedale presso la chiesa di S. Basilio e formò la Confraternita di S. Maria della Misericordia, per le dame che intendevano assistere i poveri ed i malati), donna sempre innamorata («Nulla è perduto se si ama davvero»: si può così sintetizzare la sua esperienza), che, proprio grazie all’amore, riesce a dare una svolta alla propria vita fino a raggiungere le vette del misticismo e della carità più pura ed illuminata).

# A Roma, nella Sala Stampa della Santa Sede, conferenza stampa di presentazione del progetto «Il grande mistero. Il vangelo della famiglia, scuola di umanità per i nostri tempi» (ore 11.30-12.30: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_NQ6THOOC).

Domenica 17 maggio

# Ascensione del Signore – solennità che ci rinvia alla terra e alle sue emergenze, sfide e drammi.

Comunicazioni sociali 1# 49ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali dal tema: «Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell’incontro nella gratuità dell’amore», una ‘comunità comunicante’, una scuola di comunicazione come benedizione, scoperta e costruzione di prossimità, venendosi incontro a vicenda e accogliendosi, un luogo dove tutti imparano ladimensione religiosa della comunicazione che nel cristianesimo è tutta impregnata di amore ricevuto e donato (si legga il Messaggio di Papa Francesco, scaricabile su: https://w2.vatican.va/content/ francesco/it/messages/ communications/documents/papa-francesco_20150123_messaggio-comunicazioni-sociali.html).

NEPAL-QUAKE# Colletta nazionale per il Nepal, in tutte le chiese, come segno della concreta solidarietà di tutti i credenti, indetta dalla presidenza della CEI, a nome dei vescovi italiani, rinnovando la profonda partecipazione alle sofferenze delle popolazioni del Nepal, provate dal terribile terremoto che ha provocato migliaia di morti, decine di migliaia di feriti e centinaia di migliaia di persone che hanno urgente necessità di assistenza umanitaria. Papa Francesco ha assicurato «vicinanza alle popolazioni colpite» e preghiere «per le vittime, per i feriti e per tutti coloro che soffrono a causa di questa calamità», chiedendo la mobilitazione della comunità internazionale, perché «abbiano il sostegno della solidarietà fraterna» (la Caritas italiana lancia un appello alla solidarietàsottolineando che con € 25 si possono fornire alimenti liofilizzati per una famiglia per un mese, mentre con € 10 si può assicurare acqua per una famiglia per una settimana, oppure una tenda per ospitare 3 famiglie, oppure 30 kg di riso, sufficienti per una famiglia per un mese).

# A Roma, in Piazza S. Pietro (ore 10-), canonizzazione delle beate arabe, frutto della civiltà arabo-cristiana, cittadine di una terra che storicamente si chiama Palestina: Maria Alfonsina Danil Ghattas († 1927), fondatrice della Congregazione delle Suore del Rosario di Gerusalemme, e Maria di Gesù Crocifisso († 1878),  carmelitana scalza, assieme alle beate: Giovanna Emilia De Villeneuve e Maria Cristina dell’Immacolata Concezione.

TORRE-DI-RUGGIERO-Il-santuario-della-Madonna-delle-Grazie# Pellegrinaggio diocesano al santuario della Madonna delle Grazie di Torre Ruggiero (CZ), nel cuore delle serre calabresi, presieduto dall’arcivescovo Vincenzo Bertolone, metropolita di Catanzaro-Squillace.

# S. Pasquale Baylon († 1592), fratello laico dell’Ordine dei Frati Minori Riformati, detti Alcantarini, chiamato il «serafino dell’Eucaristia» o il «teologo dell’Eucaristia», proclamato patrono delle opere eucaristiche e dei congressi eucaristici, ma anche dei cuochi, dei pasticcieri (secondo la tradizione sarebbe l’inventore dello zabaione), delle nubili in cerca di marito e popolarmente delle donne in generale, secondo un detto con la rima: «San Pasquale Baylonne, protettore delle donne», venerato particolarmente a Napoli soggetta alla dominazione spagnola (il suo culto si concentrò in due grandi e celebri conventi alcantarini ancora esistenti: S. Pasquale a Chiaia e S. Pasquale al Granatello, piccolo porto di Portici, come del resto in tutto il Sud Italia; il nome di s. Pasquale fu dato a generazioni di bambini).

Giornata contro l'omofobia# 9ª Giornata Mondiale contro l’Omofobia, istituita dall’Unione europea su tutto il suo territorio nel 2007 per ricordare che il 17 maggio 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità eliminò l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali, favorendo il superamento del pregiudizio scientifico e della discriminazione sociale nei confronti di lesbiche e gay, per promuovere eventi di sensibilizzazione e prevenzione tese a contrastare ogni forma di violenza fisica, morale o simbolica, legata all’orientamento sessuale (See more at: http://it.radiovaticana.va/news/2015/05/17/giornata_internazionale_contro_lomofobia/1144594) .

Accogliamo il Tweet di Papa Francesco (✔ @Pontifex_it): «Impariamo a vivere la benevolenza, a volere bene a tutti, anche a quelli che non ci vogliono bene» (9 maggio).

Piotr Anzulewicz OFMConv

 




«Calabria mon amour»

Calendario delle proiezioni dei film

Maggio 2015

18.00' giorni fa8.05.2015 – 18 000 giorni fa. Durata: 100’. Regia: Gabriella Gabrielli. Trama: Un ebreo polacco fugge dal campo di sterminio di Treblinka, ma viene tradotto nel campo di concentramento calabrese di Ferramonti di Tarsia. Il malcapitato vive momenti terribili, sperando nella liberazione da parte delle truppe alleate. Girato a Ferramonti di Tarsia.

De Seta Vittorio29.05.2015 – In Calabria. Durata: 83′. Regia: Vittorio De Seta. Trama: In Calabria ci sono persone che vivono come all’origine dei tempi: i pastori versano il latte nei secchi e lo lavorano, gli uomini si costruiscono ogni utensile con le proprie mani, seminano con ampi gesti, lavorano insieme nel bosco raccogliendo castagne, preparano una carbonaia. Tutto un mondo di tradizioni è stato condannato a sparire con la morte violenta della cultura contadina. Girato in tutta la Calabria.

Giugno 2015

Un ragazzo di Calabria5.06.2015Un ragazzo di Calabria. Regia: Luigi Comencini. Trama: In un paesino della provincia di Reggio Calabria vive un ragazzo con la passione per la corsa. Il padre Nicola ostacola le aspirazioni sportive del figlio, Ad incoraggiare il ragazzo c’è Felice, l’autista della vecchia corriera del paese. Il padre padrone è sempre più irato contro il figlio per la sua ostinazione nel voler correre a tutti i costi, per cui lo porta a lavorare duramente da un cordaio. Girato a Palizzi, Motta San Giovanni, Melito Porto Salvo, Pentadattilo, Pellaro.

26.06.2015La lettera. Durata: 113′. Regia: Luciano Caminito. Trama: Margherita, reduce di una tragedia familiare, decide di isolarsi in un paesino dell’Aspromonte, Pandimele, a fare la maestra elementare. Un giorno, per insegnare ai suoi scolari un po’ di inglese, decide di aiutarli a scrivere una lettera in inglese per rispondere ad una richiesta di corrispondenza scelta a caso da un giornale americano. Girato a Bova Superiore, Pentadattilo, Reggio Calabria.

I_Prefer_the_Sound_of_the_Sea_FilmPosterLuglio e agosto 2015 – Pausa estiva

Settembre 2015

Tra Scilla e Cariddi4.09.2015Tra Scilla e Cariddi. Durata: 87’. Regia: Demetrio Casile. Trama: Una giovane ragazza calabrese in attesa di un bambino e  il suo fidanzato romano stanno trascorrendo una giornata al mare con gli amici. I giovani innamorati pescano un polipo che stringe tra i suoi tentacoli un riccio: sono avvertiti che, secondo una leggenda, l’evento è foriero di cattivi presagi. Girato a Scilla, Cannitello, Bova e Reggio Calabria.

18.09.2015La fine del gioco. Regia: Gianni Amelio. Trama: Dopo la visita in un riformatorio in Calabria, un giornalista televisivo fa un viaggio in treno con il dodicenne Leonardo, da lui scelto come rappresentante tipico di ragazzo succube della devianza minorile. Leonardo parla con sincerità, lontano dalle telecamere, ma trova nel giornalista un mero interesse professionale. Gli si ribella, ne mette in crisi il ruolo e se ne va. Girato a Catanzaro.

Ottobre 2015

Il dono - Locandina2.10.2015 – Il dono. Durata: 80’. Regia: Michelangelo Frammartino. Trama: Nel 1950 a Caulonia c’erano 15 000 abitanti. Oggi se ne contano poche centinaia a causa del fenomeno dell’emigrazione. Il “dono” è la storia di quanti sono partiti, raccontata attraverso le immagini e i volti di chi è rimasto. Girato a Caulonia.

16.10.2015Preferisco il rumore del mare. Durata: 88’. Regia: Mimmo Calopresti. Trama: Tornato a Torino dopo una vacanza nella natia Calabria, Luigi, affermato dirigente d’azienda, non riesce a togliersi dalla mente Rosario, un ragazzo conosciuto al cimitero del paese dove c’è sepolta la madre, vittima di una faida, mentre il padre è in carcere. Rosario, quindici anni, è silenzioso, composto, scontroso, solitario. Luigi, separato dalla moglie, ha un figlio coetaneo, Matteo, che è l’opposto, è svogliato, dispersivo, inconcludente e sfoga la sua insoddisfazione dipingendo ed ascoltando musica. Girato a Bagnara Calabra.

Il ladro dei bambini30.10.2015Il ladro di bambini. Durata: 112’. Regia di Gianni Amelio. Trama: I piccoli Luciano e Rosetta, di origine siciliana, vivono alla periferia di Milano. Dopo l’arresto della madre, accusata d’incitamento alla prostituzione nei confronti della figlia, i bambini sono affidati alle cure di due carabinieri con l’incarico di accompagnarli in un orfanotrofio di Civitavecchia. A metà strada uno dei carabinieri lascia il piccolo gruppo, mentre l’altro, Antonio, calabrese generoso e sensibile, prosegue nella sua missione. Egli tenta di stabilire un dialogo con i bambini. I tre si fermano in Calabria per una sosta dalla sorella del carabiniere, proprietaria di un ristorante: è in corso un banchetto di festeggiamento per una Prima Comunione. I bambini socializzano con i coetanei e sembrano trovare il piacere del gioco, ma il clima idilliaco dura poco perché, non appena Rosetta viene riconosciuta da una giovane invitata che ha letto di lei sul giornale,i  due bambini vengono isolati da tutti. I tre sono costretti a proseguire il viaggio. Girato in Provincia di Reggio Calabria.

Novembre 2015

De_reditu13.11.2015 De reditu-Il ritorno. Durata: 100’. Reggia: Claudio Bondì. Trama: Nel 415 d.C. Claudio Rutilio Namanziano, patrizio pagano, decide di tornare nella natìa Tolosa, in Gallia, per verificare le condizioni della sua patria e dei suoi possedimenti dopo il passaggio dei barbari, i Goti di Alarico, che 5 anni prima erano arrivati sino a Roma. Rutilio intraprende il viaggio per mare, poiché la via consolare è divenuta impraticabile a causa delle devastazioni subite… scrivendo in versi una cronaca del viaggio, che verrà ritrovata, incompleta, nel 1400 e chiamata “De reditu – Il ritorno”. Girato a Cirò e Le Castella.

Il canto dei uovi emigranti27.11.2015Il canto dei nuovi emigranti. Durata: 53’. Regia: Felice D’Agostino e Arturo Lavorato. Trama: Ispirato dalla poesia omonima di Franco Costabile, il film racconta la storia collettiva di un popolo attraverso la vita e l’opera del poeta. L’aspra realtà calabrese, la diaspora dell’emigrazione, l’estraneità radicale delle istituzioni e degli uomini politici, il dolore umano di una condizione senza scampo, sono i tratti dell’itinerario e della vicenda esistenziale di Franco Costabile, a 40 anni dalla sua morte. Film di montaggio sul poeta di Sambiase.

Il programma delle proiezioni potrà subire variazioni che saranno comunicate sul Sito del Circolo. Alcuni di questi film sono forniti dalla Cineteca della Calabria e al riguardo ringraziamo vivamente Eugenio Attanasio, regista e presidente della Cineteca, per la gentile concessione . Vediamoli insieme e confidiamoci le nostre impressioni.

Teresa Cona

Cinecircolo (DepliantI) 2




Cos’è il Cinecircolo?

logo50x49Il «Circolo Culturale San Francesco», in risposta alla ricerca di un valido punto di riferimento culturale, di dialogo e di incontro interpersonale, offre una nuova opportunità per tutti, giovani e adulti: il «Cinecircolo».

Ispirandosi alla figura di frate Francesco, e di conseguenza alla cultura della fraternità universale, dell’accoglienza cordiale e della solidarietà profonda, esso intende fare del cinema: 1. un’opportunità educativa, 2. un luogo di socializzazione, 3. un’occasione per costruire cultura. Sono queste, in sostanza, le tre grandi metafore che s’intrecciano lungo l’intera storia del cineforum in Italia, connotandone e scandendone le epoche dell’impegno, della crisi e della ripresa.

PellicolaÈ nell’epoca di ripresa, che segna – insieme all’uscita del cinema dalla crisi simbolica, dal riflusso nel privato e dal consumo individualista dell’«home video» – il ritorno dell’interesse culturale ed educativo per il cinema, consumato e discusso nel contesto sociale, va pensato il nostro compito di programmazione e di animazione socio-culturale. Un compito di grande responsabilità, soprattutto se posto in tensione con le sfide, drammi e tormenti del nostro tempo, non privo di formidabili provocazioni, ma anche di straordinarie grazie. In una società che si sforza di organizzarsi pubblicamente senza far riferimento a valori confessionali ed è percorsa ovunque da fermenti di secolarizzazione, l’attività cineforiale del Circolo può divenire anche importante veicolo di valori alti, umanistici, sociali…, ispirati dal cristianesimo, come la visione dell’uomo, il matrimonio e la famiglia, il bene comune, la distinzione tra sfera religiosa e sfera politica.

Pellicola (dreams)In una cultura, che sempre più si configura come cultura della spettacolarità generalizzata (con quanto ne consegue), il Cinecircolo, nella sua prima edizione, con il ciclo «Calabria mon amour», presenta pellicole su temi-storie ambientate sul territorio calabrese, per rendere conoscibile un patrimonio cinematografico legato direttamente ai paesi, alle città e ai luoghi che, ospitando i set, le troupe e i cast, sono diventati famosi, o ai personaggi del cinema, di nascita o di famiglia calabrese, che si sono fatti conoscere in tutto il mondo. Così sapremo anche meglio comprendere la nostra storia, la nostra cultura e le nostre tradizioni, apprezzarne la bontà e comunicare la bellezza, attraverso il coinvolgimento personale, la prossimità e il dialogo, sulle strade digitali del nostro mondo contemporaneo, affollate di umanità, spesso ferita: uomini e donne che cercano una salvezza o una speranza.È un omaggio alla terra di Calabria, spesse volte dimenticata e mai sufficientemente apprezzata per le infinite qualità paesaggistiche, folcloristiche,faunistiche, culinarie, ed ai suoi abitanti.

Durante il cinedibattito, che seguirà ogni proiezione del film, potremo reimparare ad ascoltare, comunicare e fruttificare, nella prossimità e in modo inclusivo, rispettoso e costruttivo, favorendo uno sguardo d’insieme.  «Ridurre le distanze, venendosi incontro a vicenda e accogliendosi, è motivo di gratitudine e gioia» (Messaggio del Papa per la 49ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2015: «Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell’incontro nella gratuità dell’amore»).

Piotr Anzulewicz OFMConv

Cinecircolo (Edizione I) 2




Potature d’amore…

Donna e bambino (Klint)La Parola di Dio della 5ª Domenica di Pasqua (At 9,26-31; Sal 21; 1 Gv 3,18-24; Gv 15,1-8) focalizza la nostra attenzione su ciò che è senso e ratio del nostro esser-ci; valore e spessore, principio e destino del nostro vivere; autenticità e credibilità, concretezza e visibilità della nostra realtà di «pellegrini e forestieri sulla Terra» (Eb 11,13; Francesco d’Assisi, Regola bollata, VI 2): la carità, l’àgape, l’amore gratuito, incondizionato e assoluto… Senza amore non si può sopravvivere. È sempre l’amore – dice l’apostolo Giovanni – a «rassicurare il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri» (1 Gv 3,19). E non può essere che così: siamo creature di un Dio che per amore ci ha fatto simili a lui, nella mente e nel cuore, nella carne e nello spirito. Nelle pieghe del nostro esser-ci ha impiantato il germe del suo amore. Siamo nati in quanto amati e innamorati, e chiamati ad amorizzarci, pienamente ed eternamente per usare un termine caro a P. Teilhard de Chardin († 1955), filosofo e paleoantropologo francese , trascendendo noi stessi verso il più intimo del noi e verso l’altro-da-noi, amando il totalmente Altro (Dio) e gli altri, «non a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità» (1 Gv 3,18). «Essere significa amare» – dice M. Blondel († 1949), personalista francese. Se non si ama, non si conosce nulla, neppure la propria struttura d’essere, vitale, intrinseca e costitutiva, tesa ad un continuo esser-si, per trovare la completezza e la pienezza in Cristo che è l’Amore incarnato di Dio, la manifestazione e la trasparenza di Dio-Amore, la perfetta risposta alla nostra inquietudine esistenziale…

Le letture bibliche ci aiutano a capire di quanto sia essenziale essere ancorati a lui, agganciati a lui e immersi in lui, per non morire essiccati, ma portare saporiti frutti dell’amore vero, gratuito e disinteressato. Non è forse Cristo che ci ha messo di nuovo in relazione con il germe dell’amore divino insito nel profondo del nostro cuore? Ci vuole poco però per confonderlo con l’amore egocentrico che porta ai “disastri del cuore” e toglie la bellezza e il sapore di vivere da salvati, amati e innamorati. Perdendo la capacità di conoscere se stessi e Dio, si perde la capacità di amare. Facendo di sé centro supremo del pensiero e dell’attività, si spegne la luce della verità e vulnera i motivi dell’onestà/bontà/gioia. La società che deturpa l’amore in tutte le maniere, ne fa sorgente di indescrivibili bassezze e barberie, lo confonde col piacere “carnale”, lo sconsacra nell’innocenza, lo deride nella sua integrità, lo mercanteggia nella sua debolezza, lo esalta per avvilirlo e lo rende complice della passione e del delitto. Distrutto il rispetto dell’uomo per se stesso, cancellata l’idea che l’amore sia alla base di un’esistenza piena di senso, valore e spessore, distorto il mondo del dono gratuito, svuotato il cielo, ridicolizzato il timore per il mistero, che cosa rimane dell’essere umano? Resta quello che tutti i giorni abbiamo sotto i nostri occhi: un uomo fragile, misero e disorientato, senza bussola e meta…

Vite e tralci (mosaico)Un obiettivo verso il quale bisogna orientarsi è la “parola” iscritta nel nostro cuore, della quale da troppo tempo abbiamo scordato il vero senso: l’amore inteso come dono di sé. L’evangelista Giovanni indica la chiave di quell’amore, ossia chi può donarcelo: Cristo, «la Vite», sempre che «rimaniamo in lui e lui in noi» (cfr. Gv 15,5), come seppero e sanno fare tanti testimoni sconosciuti e anonimi delle nostre comunità, famiglie e parrocchie, e in modo splendido i santi che hanno attraversato i secoli e le regioni del nostro continente. Basta ricordarne alcuni per intuirne la loro “ricaduta” sociale e “umanitaria”: s. Benedetto da Norcia, s Francesco e s. Chiara d’Assisi, s. Caterina da Siena, s. Teresa del Bambin Gesù, s. Giovanni Bosco, b. Charles de Foucauld, s. Massimiliano Kolbe, s. Gianna Beretta Molla, s. Giovanni Paolo II, b. Chiara Luce, b. Pino Puglisi, e i nostri servi di Dio: Nuccia Tolomeo, Mariantonia Samà, Francesco Antonio Caruso, Concetta Lombardo, Antonio Lombardi… Di loro si può certamente dire che sono stati – e restano – tralci uniti alla «Vite» e che, proprio per questo, hanno portato e portano molto frutto.

L’immagine della vite – proposta da Gesù e riferita dal Vangelo di Giovanni (Gv 15,1-8) – ha un profondo significato. Il tralcio vive e porta frutto, dà senso alla propria esistenza ed ha uno scambio vitale anche con gli altri tralci soltanto se è unito alla vite. Le radici della vite – che simboleggiano l’amore di Dio – consentono lo scambio della linfa tra il tronco e i tralci: amore che viene e amore che va. E’ un «mettere tutto in comune». «Coloro che dicono: ‘Ognuno pensi alla sua anima’ – scrisse s. Gianna di cui il 28 aprile ricorrevano i 53 anni dalla sua morte –, sono da mettere nella compagnia sciagurata di Caino: ‘Che c’entro io con mio fratello, ne sono forse il custode?’. No, noi siamo cristiani, redenti dal sangue di Dio, e formiamo un corpo solo di cui Cristo è il capo. (…) Vogliamoci dunque bene». Se potessimo capire che davvero stiamo a cuore a Gesù, teneramente e perdutamente, e vivere qui e adesso il nostro mistero di tralci innestati nel suo amore e bisognosi della sua potatura ogni volta in cui si manifestano sentimenti cattivi, pensieri malevoli, abitudini egoistiche, atteggiamenti freddi e violenti, spinte di invidia e di orgoglio! Non c’è età della vita che non esiga cambiamenti e correzioni, e quindi potature d’amore, anche quelle che fanno “piangere” e “soffrire” la vite.

5-10 maggio 2015

▪ Martedì 5 maggio

Incidente stradale (fiore al palo)# 2° giorno della settimana mondiale della sicurezza stradale (4-10 maggio), lanciata dalle Nazioni Unite e dedicata agli utenti vulnerabili: pedoni, ciclisti, motociclisti e in modo particolare bambini, per ricordare a tutti che la sicurezza stradale è un valore di civiltà e che una corretta convivenza tra i popoli richiede il rispetto delle regole della strada (ogni giorno, infatti, si contano 500 vittime solo tra i bambini e gli adolescenti con meno di 18 anni e a tale proposito, tra le azioni concrete promosse nella settimana, c’è la «Dichiarazione dei bambini per la sicurezza stradale» della campagna «Savekidslives», la quale mira a ridurre la mortalità sulle strade, soprattutto quella giovanile).

# Ad Arles, ville d’art et d’histoire, in Provenza, s. Ilario († 449), vescovo – non è assolutamente da confondere con l’omonimo e più celebre santo di Poitiers –, che, promosso suo malgrado dall’eremo di Lérins all’episcopato, lavorando con le sue mani, vestendosi di una sola tunica sia in estate sia in inverno e andando sempre a piedi, rese visibile a tutti il suo amore per la povertà; dedito alla preghiera, ai digiuni e alle veglie, si adoperò instancabilmente nel ministero della parola, rivelò ai peccatori la misericordia di Dio, accolse gli orfani e destinò prontamente tutto il denaro raccolto dalle basiliche della città al riscatto dei prigionieri.

# A Roma, nella Sala Stampa della Santa Sede, ore 11.30, conferenza stampa di presentazione del Giubileo della Misericordia (8 dicembre 2015 – 20 novembre 2016).

▪ Mercoledì 6 maggio

# A Barcellona in Spagna, s. Pietro Nolasco († 1256), sacerdote, che, insieme a s. Raimondo di Peñafort e a Giacomo I, re di Aragona, ha fondato l’Ordine di S. Maria della Misericordia o della Mercede per il riscatto degli schiavi cristiani (i suoi membri erano legati da un voto speciale, quello di impiegare tutta le loro sostanze per la liberazione e la redenzione di questi schiavi e, qualora fosse stato necessario, di riscattarli rimanendo in prigione al loro posto), patrono di Messina e di Palermo.

▪ Giovedì 7 maggio

# A Squillace, s. Agazio († 304), centurione romano, originario di Cappadocia, di stanza in Tracia, decapitato a Bisanzio durante la persecuzione scatenata contro i cristiani da Diocleziano e da Massimiliano, patrono di Squillace (ore 10: Solenne concelebrazione in suo onore nella concattedrale-basilica minore, dove sono custodite le sue reliquie), di Guardavalle (vi si trova il suo braccio) e dell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, protettore delle truppe militari, invocato contro l’emicrania e il mal di denti.‏

# A Kiev nell’odierna Ucraina, s. Antonio († 1073), eremita, sopranominato “Pacierskij” che vuol dire “delle grotte” e si riferisce sia a quella scavata da lui come “cella” nella valle del Dnjepr presso Kiev, sia alle molte altre che per impulso suo scavarono via via altri uomini di preghiera, attirati in quei luoghi dalla sua fama di santità, e felici di imparare da quest’uomo che “non si mostrava mai ingiusto né arrabbiato… ed era sempre compassionevole e silenzioso, pieno di misericordia con tutti”; perfino con i briganti: offriva benevolenza e cibo anche a loro, e nel monastero delle Grotte – nella cosiddetta “Laura delle Grotte”, che in ogni tempo rivendicò la sua autorità su tutti gli altri monasteri russi (nel sec. XIX poteva ospitare fino a ventimila persone contemporaneamente) – prosegui la vita monastica che aveva appreso sul monte Athos.

# Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, adorazione eucaristica (ore 17.30-18.30).

▪ Venerdì 8 maggio

Crocerossina con il bambino# Giornata Mondiale della Federazione della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa – festa che coinvolge oltre 17 milioni di volontari e 80 milioni di membri del movimento internazionale (150 mila in Italia), che, basandosi sui sette principi: umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontarietà, unità, universalità, si impegnano a fornire servizi umanitari fondamentali e immediati alle popolazioni e alle comunità vulnerabili, spesso dimenticate dai riflettori, nei villaggi rurali e nelle metropoli urbane, sui fronti di crisi e di guerra [La festa cade il giorno della nascita di Jean Henri Dunant (8 maggio 1828), umanista, imprenditore e filantropo svizzero, considerato il fondatore dell’associazione (nel 1863, insieme con altri 5 concittadini creò il Comitato ginevrino di soccorso dei militari feriti, comunemente chiamato Comitato dei cinque, predecessore del Comitato internazionale della Croce Rossa)].

Kapitulacja Niemiec# Giornata della vittoria in Europa, conosciuta nei paesi anglofoni come «Victory in Europe Day» o con la sigla «V-E Day», proclamata l’8 maggio 1945, data in cui gli alleati accettarono la resa incondizionata delle forze armate della Germania nazista, decretando la fine della seconda guerra mondiale e del Terzo Reich, la resa autorizzata dal presidente tedesco Karl Dönitz, a capo di una amministrazione passata alla storia come il governo di Flensburg (l’atto di capitolazione militare è stato firmato il 7 maggio a Reims, in Francia, e l’8 maggio a Berlino, in Germania).

18.000 giorni fa (2)# Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, nel Salone parrocchiale, alle ore 19.15, per una provvidenziale coincidenza, proiezione del film 18 000 giorni fa (Regia: Gabriella Gabrielli. Trama: Un ebreo polacco fugge dal campo di sterminio di Treblinka, ma viene tradotto nel campo di concentramento calabrese di Ferramonti di Tarsia. Il malcapitato vive momenti terribili, sperando nella liberazione da parte delle truppe alleate).

Madonna di Pompei# Madonna del Rosario di Pompei, il cui culto risale all’epoca dell’istituzione dei domenicani nel sec. XIII, i quali ne furono i maggiori propagatori. La recita del Rosario, chiamato anche Salterio o «Vangelo dei poveri», ebbe larga diffusione per la facilità con cui si poteva pregare e meditare i misteri cristiani, senza la necessità di leggere su un testo. I misteri contemplati nella recita sono: 5 gaudiosi, 5 dolorosi, 5 gloriosi e, dal 2002, 5 luminosi. Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, a conclusione della Messa delle ore 11.30, «supplica» – la preghiera composta dall’avvocato Bartolo Longo († 1926), fondatore e benefattore del santuario pompeiano, beatificato nel 1980 da s. Giovanni Paolo II (Papa Francesco ha invitato tutti ad invocare l’intercessione di Maria, affinché il Signore conceda misericordia e pace alla Chiesa e al mondo intero: «Affido in particolare alla nostra Madre i giovani, gli ammalati e gli sposi novelli ed esorto tutti a valorizzare in questo mese di maggio la preghiera del santo Rosario»).

▪ Sabato 9 maggio

Europa# Festa dell’Europa, in linea con il tema dell’anno europeo 2015: «Surveillance e sicurezza dei cittadini europei» e «Europa nelle relazioni internazionali», per celebrare – con conferenze, mostre, spettacoli, concerti, dibattiti, installazioni – l’unità, la pace e la solidarietà, nel 75º anniversario della dichiarazione di Jean-Baptiste Nicolas Robert Schuman († 1963), politico francese, in cui ha esposto la sua idea di una nuova forma di cooperazione politica che avrebbe reso impensabile una guerra tra le nazioni europee (9 maggio 1950). I vescovi invitano i cristiani del Continente a cogliere l’occasione della Giornata per riflettere sul loro impegno nella costruzione di una società europea aperta all’Assoluto e improntata su “verità”, “giustizia”, “solidarietà e accoglienza”, in contrasto con una mera logica economica.

Giovanni Paolo II ad Agrigento# Giornata nazionale per la memoria delle vittime della mafia e del terrorismo interno e internazionale, a 37 anni dall’uccisione di Peppino Impastato e di Aldo Moro (9 maggio 1978) e a 22 anni dall’accorato grido di Giovanni Paolo II ai mafiosi nella piana dei templi di Agrigento (9 maggio 1993): «Dio ha detto una volta: Non uccidere. Non può l’uomo, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio. Lo dico ai responsabili: convertitevi! Un giorno verrà il giudizio di Dio!». È una ricorrenza per manifestare la solidarietà e la vicinanza a chi è oggetto di persecuzione e discriminazione nel mondo, e a respingere ogni forma di fanatismo ed estremismo religioso.

# S. Pacomio († 348), monaco egiziano, considerato il fondatore del monachesimo cenobitico, autore della più antica “regola” per la vita comunitaria, fondatore della prima abbazia, nel 320 ca., presso Tabenissi nella regione della Tebaide, venerato come santo da diverse Chiese cristiane tra cui quella copta.

▪ Domenica 10 maggio

Festa della Mamma 3# Festa della Mamma, una ricorrenza diffusa in tutto il mondo, anche se a date diverse, di origine antica, ma in Italia celebrata per la prima volta nel 1957, grazie a don Otello Migliosi, sacerdote del borgo di Tordibetto ad Assisi, per festeggiare la donna più importante del mondo e mostrarle affetto e gratitudine: la mamma, nel suo ruolo biologico, sociale e religioso. «”Mamma” è la parola bella sulle labbra dell’umanità» (Kahlil Gibran). «A Maria, nostra dolcissima Madre, la ‘più tenera fra le madri’, affidiamo tutte le nostre preoccupazioni, le nostre ansie, le nostre necessità» (Papa Francesco).

# S. Giovanni d’Ávila († 1569) sacerdote spagnolo, oratore, mistico e scrittore, amico e consigliere dei grandi santi spagnoli suoi contemporanei (Ignazio di Loyola, Francesco Borgia, Pietro d’Alcantara e Teresa d’Avila), canonizzato da Paolo VI nel 1970 e dichiarato «dottore della Chiesa» da Benedetto XVI nel 2012, apostolo dell’Andalusia e patrono del clero diocesano spagnolo.

Piotr Anzulewicz OFMConv




Dall’1 al 4 maggio…

Venerdì  1 maggio

1 maggio# Giornata Mondiale dei Lavoratori. Iniziamo il mese mariano portando agli altri, soprattutto ai più bisognosi, tenerezza, carità e – come Maria di Nazareth – ciò che abbiamo di più prezioso: Gesù e il suo Vangelo, festeggiando la Giornata Mondiale dei Lavoratori, in compagna di s.Giuseppe, lavoratore, che trasmise a Gesù la bellezza, la dignità e la fatica del lavoro, come dovere e perfezionamento dell’uomo, come servizio della comunità, come prolungamento dell’opera del Creatore e contributo al suo piano d’amore (cfr. GS 34). Per questo i lavoratori cristiani, gli operai in genere e segnatamente i falegnami, i carpentieri, gli artigiani, gli economi e i procuratori legali, lo invocano come patrono speciale. Alla sua intercessione affidano la difesa dei lori diritti, l’accesso al lavoro e la sua dignità. A lui si appellano quanti sono disoccupati, «molte volte a causa di una concezione economicista della società che cerca soltanto il profitto, al di fuori dei parametri della giustizia sociale» (Papa Francesco). Alla sua premura si affidano i fidanzati e i coniugi.

Expo 2015# Inaugurazione dell’Expo Milano 2015. L’1 maggio è anche la data d’inizio ufficiale dell’Expo Milano 2015 (www.expo2015.org), l’evento mondiale sul tema: «Nutrire il Pianeta. Energia per la vita», che per sei mesi, fino al 31 ottobre, porrà il capoluogo lombardo al centro dell’attenzione del mondo, tra incontri, eventi, spettacoli, mostre, divertimento e cultura. Il Teatro alla Scala sarà aperto per 122 serate d’opera, 62 di balletto e 90 concerti. Nella serata di preapertura, giovedì 30 aprile, alle ore 21.15, Paolo Bonolis e Antonella Clerici presentano in diretta da Piazza del Duomo, in prime time sulla rete “ammiraglia” Rai – il concerto d’inaugurazione con il cantante Andrea Bocelli, il pianista Lang Lang, il soprano Diana Damrau, il tenore Francesco Meli, il baritono Simone Piazzola, il soprano Maria Luigia Borsi, accompagnati dal Coro e dall’Orchestra del Teatro alla Scala e dall’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala. Nella mattinata dell’1 maggio su Rai 1, dall’orario delle 11, la cerimonia dell’inaugurazione, trasmessa all’interno di uno speciale del TG1, all’Open Air Theatre dell’area dell’Expo: intervengono tra gli altri il presidente del Consiglio Matteo Renzi, l’amministratore unico di Expo Giuseppe Sala, il presidente del Bureau International des Expositions Ferdinand Nagy e – alle ore 12, attraverso un collegamento in diretta, grazie alla collaborazione tra la Rai e il Centro televisivo vaticano – Papa Francesco. In serata, dalle ore 19.40, su Rai 5, è la direttadella «Turandot»di Giacomo Puccini, dal Teatro alla Scala di Milano.

Il 2 maggio, i Berliner Philharmoniker inaugurano il Festival delle Orchestre internazionali per l’Expo, che durerà fino al 27 ottobre, e dal 16 maggio andrà in scena CO2, l’opera sul cambiamento climatico commissionata dal Teatro alla Scala al compositore Giorgio Battistelli. Passando agli eventi propri nell’area Expo, l’Open Air Theatre, dal 6 maggio al 23 agosto, ogni sera ospiterà il Cirque du Soleil, pronto ad offrire imperdibili ed eccezionali spettacoli. A seguire ci sono il Padiglione Zero che presenta ai visitatori il tema centrale dell’Expo, il Future Food District che ospita un supermercato del futuro progettato da Coop, il Children Park – ampio spazio dedicato esclusivamente ai bambini, il Parco della Biodiversità dove si possono esplorare e conoscere le varie e strabilianti colture del mondo, e la Collina Mediterranea dove è riprodotto l’ambiente mediterraneo. Spazio a sé è dedicato all’associazione Slow Food. Occhi puntati sono però sui Padiglioni delle nazioni partecipanti, che certamente riservano più di una sorpresa.

Padiglione della Santa Sede (Expo 2015) 2La Chiesa cattolica partecipa all’evento in diverse forme. La Santa Sede è presente ufficialmente come Paese espositore, con un proprio Padiglione intitolato «Non di solo pane». “Un giardino da custodire”, “Un cibo da condividere”, “Un pasto che educa” e “Un pane che rende presente Dio nel mondo” sono i ‘capitoli’ nei quali si sviluppa il percorso espositivo basato su diversi linguaggi artistici, dai più tradizionali a quelli innovativi. E il tema del cibo è occasione di riflessione e educazione sulla fede, la giustizia, la pace, i rapporti tra i popoli, l’economia, l’ecologia.

Il Padiglione è promosso, realizzato e gestito in collaborazione dal Pontificio Consiglio della Cultura (espressione della Santa Sede), dalla Conferenza Episcopale Italiana, dalla diocesi di Milano, con il contributo del Pontificio Consiglio «Cor Unum». L’Università Cattolica «Sacro Cuore» e l’Ospedale Pediatrico «Bambino Gesù» sono i partner scientifici che aiuteranno a sviluppare e supportare i temi di riflessione. Situato in posizione centrale dell’area espositiva, il Padiglione rappresenta una sorta di punto fermo attorno a cui ruotano le altre nazioni. Parola d’ordine della progettazione è stata “sobrietà”; il Padiglione della Santa Sede è uno dei più piccoli tra quelli presenti ad Expo: la base è di 15 per 25 metri, per un totale di 360 mq. L’aspetto complessivo è quello di un blocco costituito da un unico materiale, quasi come fosse una pietra, alla cui soglia, elemento caratteristico, si trova una enorme vela gialla in tessuto che maschera l’ingresso, colora la luce e contribuisce a rendere la facciata simile alla bandiera vaticana.

Padiglione della Santa Sede (Expo 2015)Il sito espositivo della Santa Sede si contraddistingue per scritte leggere e sottili, in acciaio, poste sulla facciata e sulle pareti esterne con le parole: «Non di solo pane» e «Dacci oggi il nostro pane», tradotte in 13 lingue. La progettazione è stata realizzata dallo studio milanese Quattroassociati. Entrando il visitatore sarà accolto da una mostra fotografica, che nasce da un incontro di idee tra il Pontificio Consiglio «Cor Unum» e la regista Lia G. Beltrami della società di produzione cinematografica Aurora Vision, in collaborazione con il Pontificio Consiglio della Cultura. Un’onda di storie, sguardi, volti: la parete fotografica è composta da 86 fotografie proiettate su schermi 70×100, 91 quelle stampate in diversi formati. Gli autori sono fotografi professionisti, giornalisti di reportage, giovani, e appassionati camminatori delle vie del mondo, provenienti da diversi continenti e diverse appartenenze religiose. A disegnare il percorso delle foto ci sono 25 stampe effetto stain glass, simbolo dei 5 continenti, che ricordano il riflesso delle vetrate sulle colonne del duomo di Milano.

Ultima Cena di TintorettoProseguendo nel percorso espositivo, il Padiglione parlerà attraverso due opere d’arte. Per i primi tre mesi sarà esposta «L’ultima Cena» del Tintoretto (1561-1562) proveniente dalla chiesa veneziana di S. Trovaso; e per gli altri tre mesi si potrà vedere l’arazzo con «L’istituzione dell’Eucarestia» di Peter Paul Rubens (1632-1650), proveniente dal Museo diocesano di Ancona.

Al centro del Padiglione della Santa Sede un’installazione unica: un tavolo interattivo, realizzato da MammaFotogramma attraverso mezzi e linguaggi diversi. Attraverso l’espediente del tavolo e le videoproiezioni interattive si rappresenta la condivisione e l’interdipendenza delle esperienze sui cui si fonda la catena relazionale di una comunità. Attraverso una narrazione non lineare che unisce diverse tecniche filmiche – filmato, animazione stop-motion, pixilation – il tavolo interattivo riproduce, senza semplificazioni, la ricchezza e la molteplicità del consorzio umano: non solo tavola da cucina, ma piano di lavoro, di studio, di celebrazione sacra ecc., simbolo immediato di convivialità e interazione sociale.

Nella parete opposta all’onda fotografica, al termine del percorso, tre grandi schermi raccontano la visione cristiana della carità, della condivisione, della solidarietà che diventa fraternità, del pane spezzato che si trasforma in nutrimento per gli affamati, del dono che restituisce la dignità alla persona, e della ricchezza che trasmettono il povero e la sua povertà. Tre film cortometraggi presentano il valore della carità cristiana, che non è assistenzialismo, ma aiuto materiale e spirituale a chi soffre e vive nelle “periferie dell’esistenza”. Come ha detto spesso Papa Francesco, infatti, «la Chiesa non è una Ong, è una storia d’amore». Anche il percorso cinematografico nasce da un incontro di idee tra il Pontificio Consiglio «Cor Unum» e la regista Lia G. Beltrami, in collaborazione con il Pontificio Consiglio della Cultura. Per conoscere i dettagli della presenza della Santa Sede in Expo, sono stati attivati dei canali specifici di comunicazione: un sito Internet www.expoholysee.org, un profilo Twitter @expoholysee e la pagina Facebook «Chiesa in Expo».

Caritas internationalisUn proprio spazio espositivo ha anche Caritas Internationalis, organismo che raccoglie tutte le Caritas del mondo, che ha aderito ad Expo come «Civil Society Participant». Cuore di questo percorso è il messaggio: «Dividere per moltiplicare. Spezzare il pane», che declina la campagna mondiale di Caritas contro il dramma della fame. Sono attivi un sito Internet www.expo.caritasambrosiana.it, un blog www.expoblogcaritas.com e due profili di Twitter: @expoblogcaritas e @caritas_milano. Sia la Santa Sede sia Caritas Internationalis propongono, inoltre, un ampio palinsesto culturale lungo tutto il semestre espositivo incentrato sulle molteplici dimensioni, culturali, spirituali, sociali, ed economiche che il cibo assume.

 ▪ Sabato 2 maggio

Junipero Serra# Giornata di riflessione sul tema: «Fray Junípero Serra, apostolo della California, testimone di santità». L’evento è organizzato congiuntamente dalla Pontificia Commissione per l’America Latina e dal Pontificio Collegio Americano del Nord (Roma – Via del Gianicolo, 14) con il patrocinio dell’arcidiocesi di Los Angeles, e finalizzato a diffondere la conoscenza sul profilo di questo evangelizzatore, sulla sua missione e sulla sua testimonianza (fray Junípero [1784)], originario di Maiorca, appartenente all’Ordine dei Frati Minori Scalzi o Alcantarini, definito come modello sintesi impeccabile di sacerdote, apostolo, evangelizzatore,sarà canonizzato dal Papa il prossimo 23 settembre a Washington, nella spianata del National Mall tra il Congresso e la Casa Bianca, durante il suo viaggio apostolico negli Stati Uniti d’America), ad attirare l’attenzione sulle iniziative del Papa per la promozione dell’evangelizzazione, in modo particolare nel continente americano (a suggellare la Giornata sarà la celebrazione eucaristica presieduta dal Pontefice, alle ore 12.15).

# S. Atanasio detto il Grande († 373), l’8° papa della Chiesa copta (massima carica del patriarcato di Alessandria d’Egitto), l’indomito assertore della fede nella divinità di Cristo, negata dagli Ariani e proclamata dal Concilio di Nicea (325), padre e dottore della Chiesa.

▪ Domenica 3 maggio

Bambini vittime della violenza# 19ª Giornata dei bambini vittime della violenza, dello sfruttamento e dell’indifferenza, e contro la pedofilia – Giornata celebrata sin dal 1995, su richiesta delle famiglie e dei gruppi di bambini della parrocchia Madonna del Carmine di Avola (Provincia di Siracusa) e dell’associazione «Meter» di don Fortunato Di Noto, a seguito del tentato omicidio nei confronti di una bambina di 11 anni, dei racconti di alcuni episodi di abuso e del suicidio di un ragazzo di 14 anni: «Tutti dobbiamo impegnarci affinché ogni persona umana, e specialmente i bambini, sia sempre difesa e protetta» (Papa Francesco).

# Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostegno economico alla Chiesa.

# A Tivoli, dall’1 fino al 3 maggio, 10ª assemblea nazionale e17ª fraternità dei comitati regionali di servizio del Rinnovamento nello Spirito Santo, sul tema: «Gesù chiamò a sé quelli che voleva, perché stessero con lui e per mandarli (cfr. Mc 3,13-14) – La gioia di stare con Gesù è sempre “gioia missionaria”!», anche in vista della 38ª convocazione nazionale con Papa Francesco, che si terrà a Roma il 3 e 4 luglio, e dell’8° incontro mondiale delle famiglie, che avrà luogo a Philadelphia dal 22 al 27 settembre.

# Ad Ostia (frazione di Roma), Messa presieduta da Papa Francesco in occasione della sua visita pastorale alla parrocchia di S. Maria Regina Pacis che conta oltre 20 mila abitanti (ore 18).

Filippo e Giacomo# S. Filippo (I sec. d.C.), apostolo, originario della città di Betsaida, la stessa degli apostoli Pietro e Andrea, e s. Giacomo il Minore († tra il 62 e il 66 d. C.), apostolo, figlio di Alfeo e cugino di Gesù, capo della Chiesa di Gerusalemme alla morte di Giacomo il Maggiore, autore della prima delle Lettere cattoliche del Nuovo Testamento. Celebrare la solennità di due apostoli, diversi tra loro, uomini come noi, pieni di sogni e di paure, che per inseguire il sogno di Dio hanno seguito Gesù, ci permette di fissare lo sguardo sulla concretezza della fede: questi due galilei avevano un volto, un tono di voce, un carattere, una famiglia. Sono giunti a noi coperti dalla stazza del loro Maestro Gesù, quasi come se di loro e della loro storia poco importasse. Filippo apre il suo cuore e i suoi dubbi in quell’ultima tragica notte: vuole essere rassicurato sulla sua intuizione e Gesù lo rassicura: sì, vedere lui equivale a vedere il Padre, Dio amore. Di Filippo sappiamo che fu tra i primi ad essere chiamato, secondo l’evangelista Giovanni, e che a lui si rivolsero i greci per conoscere Gesù. Un uomo cosmopolita, abituato ad avere a che fare con i pagani della Decapoli. Giacomo, invece, forse lo stesso che viene chiamato il “fratello del Signore”, detto il Minore per distinguerlo dal fratello di Giovanni, è il primo a rendere testimonianza della sua fedeltà a Gesù con la morte avvenuta a Gerusalemme. Questi amici di Dio, che hanno conosciuto e amato Gesù, e con lui hanno vissuto la straordinaria esperienza della fede, ci aiutano a richiamare alla memoria i milioni di fratelli e sorelle che come noi e prima di noi hanno trovato luce e speranza del Vangelo.

 ▪ Lunedì 4 maggio

Sindone 1a# Festa della Sacra Sindone con indulgenza plenaria. La Sindone è un lenzuolo di lino tessuto a spina di pesce, delle dimensioni di circa 4,41 x 1,13 m., contenente la doppia immagine accostata per il capo del cadavere di un uomo morto in seguito ad una serie di torture culminate con la crocefissione. L’immagine è contornata da due linee nere strinate e da una serie di lacune: sono i danni dovuti all’incendio avvenuto a Chambéry nel 1532. Secondo la tradizione si tratta del lenzuolo citato nei Vangeli che servì per avvolgere il corpo di Gesù nel sepolcro. Questa tradizione, anche se ha trovato numerosi riscontri dalle indagini scientifiche sul lenzuolo, non può ancora dirsi definitivamente provata. Certamente la Sindone, per le caratteristiche della sua impronta, rappresenta un rimando diretto e immediato che aiuta a comprendere e meditare la drammatica realtà della Passione di Gesù, quasi di vederla e di sentirla contemporanea. Il volto dell’uomo sindonico è il volto di un uomo che è morto, ma allo stesso tempo è il volto di un uomo che è vivo: trasmette cioè la sua vitalità, la sua serenità, la sua voglia di andare verso l’uomo non come morto, ma come vivo. A cinque anni dall’ultimo atto di venerazione, la Sindone, definita da Giovanni Paolo II «specchio del Vangelo», torna ad essere esposta al pubblico nel duomo di Torino, dal 19 aprile al 24 giugno, in occasione del bicentenario della nascita di s. Giovanni Bosco. «L’amore più grande» è il motto di quest’ostensione, dedicata in modo particolare al mondo della sofferenza e ai giovani, nel corso della quale Papa Francesco visiterà il capoluogo piemontese, il 21 e 22 giugno.

# A Varsavia in Polonia, b. Ladislao di Gielniów († 1505), sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Riformati, ardente ed eloquente predicatore, autore di vari inni sulla Passione di Cristo, “apostolo della Lituania”, uomo di preghiera.

Piotr Anzulewicz OFMConv




Per essere credibili…

Barcone di immigranti (neri)«Il contenuto della testimonianza cristiana – ha osservato Papa Francesco il 19 aprile, al Regina Caeli, in Piazza S. Pietro a Roma, prima delle parole sull’immane tragedia di migranti nel Canale di Sicilia, a circa 60 miglia a Nord della Libia – non è una teoria, un’ideologia o un complesso sistema di precetti e divieti oppure un moralismo, ma è un messaggio di salvezza, un evento concreto, anzi, una Persona: è Cristo risorto, vivente e unico Salvatore di tutti». Ed ha aggiunto che tutti i cristiani sono chiamati a diventare testimoni di Gesù risorto: «E la sua testimonianza è tanto più credibile quanto più traspare da un modo di vivere evangelico, gioioso, coraggioso, mite, pacifico, misericordioso. Se invece il cristiano si lascia prendere dalle comodità, dalla vanità, dall’egoismo, se diventa sordo e cieco alla domanda di “risurrezione” di tanti fratelli, come potrà comunicare Gesù vivo, la sua potenza liberatrice e la sua tenerezza infinita?».

20-30 aprile 2015

▪Lunedì 20 aprile: S. Aniceto († ca. 166), di origine sira, il 10° successore di s. Pietro, il primo Papa – secondo la tradizione – ad essere sepolto in quelle che poi sarebbero diventate le Catacombe di S. Callisto (durante il suo pontificato accolse a Roma il vescovo di Smirne, Policarpo, l’ultimo dei discepoli degli apostoli, per discutere la data della Pasqua, celebrata in Occidente di domenica e in Oriente il 14 giorno di Nisan [= il settimo mese del calendario ebraico secondo il computo ordinario], in ricordo dell’uscita degli ebrei dall’Egitto).

Anselmo d'Aosta▪Martedì 21 aprile: S. Anselmo d’Aosta († 1109), noto anche come Anselmo di Canterbury, benedettino, vescovo, teologo e filosofo, considerato tra i massimi esponenti del pensiero medievale di area cristiana, noto soprattutto per i suoi argomenti a dimostrazione dell’esistenza di Dio, tra cui il cosiddetto argomento ontologico, «dottore della Chiesa», e s. Corrado Birndorfer da Parzham († 1894), cappuccino bavarese, portinaio del convento di Altötting, canonizzato nel 1934 da Pio XI come il secondo santo della Germania dopo la riforma protestante, presentato nell’iconografia con la croce in mano o nell’atto di distribuire la carità ai poveri, compatrono della provincia cappuccina di Baviera e dell’Ungheria e patrono delle unioni giovanili, dell’Opera Serafica di Carità e della gioventù cattolica di Würzburg.

▪Mercoledì 22 aprile: B. Egidio da Assisi († 1262), il terzo ‘compagno’ a seguire frate Francesco d’Assisi, dopo Bernardo di Quintavalle e Pietro Cattani, chiamato «il cavaliere della nostra tavola rotonda», pellegrino a Roma, Compostella, Gerusalemme, Monte Gargano e Bari, noto per i suoi «dicta» o «detti», cioè brevi e concisi consigli popolari sulla perfezione cristiana, squisitamente umani e ricchi di una vena Giornata della terrapittoresca di originalità che riflettono il precoce spirito francescano. & 45ª Giornata Mondiale della Terra (in inglese: Earth Day),un avvenimento informativo ed educativo, per promuovere la custodia del nostro pianeta (‘custodire’ è più che salvaguardare: nell’amore per il creato viene ricompresa la vita, la famiglia, le creature, i poveri) e sensibilizzare l’opinione pubblica a comportamenti sostenibili (l’Earth Day Italy sostiene la campagna «Cibo per tutti» di Caritas Internationalis).

Giornata mondiale del libro 2015▪Giovedì 23 aprileGiornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore, con la 1ª edizione di #ioleggoperché, un’iniziativa nazionale per la promozione del libro, curata dall’Associazione Italiana Editori, con il coinvolgimento delle scuole, delle università, delle biblioteche…: Getta un seme che è destinato a germogliare. S. Giorgio († ca. 303), martire, sepolto a Lidda (Lod) presso Tel Aviv in Israele, invocato come protettore da tutti i combattenti e patrono degli arcieri, scout, esploratori/guide AGESCI, raffigurato dalla tradizione popolare come il cavaliere che affronta il drago, simbolo della fede intrepida che trionfa sulla forza del maligno (con i Normanni il suo culto si radicò in modo straordinario in Inghilterra: nel 1348, re Edoardo III istituì il celebre grido di battaglia: «Saint George for England!», istituendo l’Ordine dei Cavalieri di S. Giorgio o della Giarrettiera), e s. Adalberto/Wojciech († 997), vescovo di Praga, intrepido missionario in Polonia e tra i prussiani, trucidato con i suoi compagni benedettini presso la costa baltica. & Onomastico di Papa Jorge Mario Bergoglio, che s’ispira al Poverello di Assisi e domanda al «popolo» di pregare per lui: Auguri, Santità! & A Catanzaro – S. Janni, nella Parrocchia «Maria Madre della Chiesa», Convegno sul tema: «Il pane della vita. Cibo, Eucaristia e solidarietà», organizzato dal Centro Studi Verbum e promosso dall’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace, Movimento Apostolico e Zenit (ore 17.30-: http://www.diocesicatanzaro squillace. it/download/ pane_vita_ catanzaro_ 230415.pdf).

▪Venerdì 24 aprile: S. Fedele da Sigmaringen († 1622), di origine fiamminga, cappuccino, missionario nella zona protestane dell’Europa centrale, chiamato «l’avvocato dei poveri», perché difendeva gratuitamente coloro che non avevano denaro a sufficienza per pagarsi un avvocato, ucciso con le spade dai soldati austriaci, canonizzato nel 1746 da Benedetto XIV come il protomartire della Propaganda Fide. & 10° anniversario della Messa di inizio del pontificato di Benedetto XVI (2005), ora Papa emerito: solo nell’amicizia con Cristo «si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione umana. (…) non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo. Sì, aprite, spalancate le porte a Cristo – e troverete la vera vita».

festa_liberazione▪Sabato 25 aprile: Giornata Mondiale contro la Malaria (oggi muore un bambino ogni 60 secondi: la malaria uccide ancora 660 mila persone ogni anno, molte delle quali sono ragazzini africani). & 70° anniversario della Liberazione d’Italia, chiamato anche anniversario della Resistenza o semplicemente 25 aprile, una delle feste istituzionali più importanti, per la commemorazione degli eventi storici della 2ª guerra mondiale – che portarono alla liberazione di Milano e di quasi tutte le città del Nord dall’occupazione nazi-fascista – e del fenomeno della Resistenza partigiana costituita da differenti soggetti (cattolici, comunisti, monarchici, liberali, socialisti, azionisti) confluiti nel Comitato di Liberazione Nazionale, movimento nato nell’autunno 1943 e di cui fecero parte circa 300 mila uomini e san_marco_2donne, e i cui caduti furono circa 44 700. & S. Marco († ca. 68), evangelista, discepolo dell’apostolo Paolo e in seguito di Pietro, chiamato «lo stenografo di s. Pietro», patrono di Venezia e protettore dei notai, scrivani, pittori su vetro, vetrai, ottici (il Vangelo scritto da lui con vivacità e scioltezza in ognuno dei 16 capitoli, tra il 50 e il 60, nel periodo in cui si trovava a Roma accanto a Pietro, segue uno schema semplice: la predicazione del Battista, il ministero di Gesù in Galilea, il suo cammino verso Gerusalemme, l’ingresso solenne nella città, la passione, morte e resurrezione; tema dell’annunzio di Marco è la proclamazione di Gesù come Figlio di Dio, rivelato dal Padre, riconosciuto perfino dai demoni, rifiutato e contraddetto dalle folle e pellegrinaggio_porto_2015dai capi). & Nell’arcidiocesi metropolitana di Catanzaro-Squillace, pellegrinaggio diocesano delle aggregazioni laicali, presieduto da mons. Vincenzo Bertolone, alla basilica «Madonna di Porto» di Gimigliano, con il motto: «In Gesù Cristo il nuovo umanesimo» (ore 9.30: Ritrovo sulla strada provinciale, nei pressi della Via Don Giuseppe Tedeschi; ore 10: Partenza a piedi con l’Arcivescovo; ore 11: Concelebrazione eucaristica; ore 15: Adorazione eucaristica comunitaria), e dal 25 al 28 aprile, festa delle vocazioni dal tema: «Uomini nuovi a immagine di Gesù», organizzata dalla Parrocchia «Santa Domenica V. efesta_vocazioni_2015 M.» a Torre di Ruggiero, con l’arrivo della reliquia di s. Annibale, sacerdote innamorato di Dio, dei poveri e dei giovani, da Messina nel santuario della Madonna delle Grazie (si veda il programma: http://www. Diocesi catanzaro squillace.it/download /festavocazioni aprile_2015.pdf).

Giornata delle vocazioni 2015Domenica 26 aprile: 4ª di Pasqua, chiamata anche di Gesù Buon Pastore. & 52ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni il cui tema, attinto dall’Evangelii gaudium (nn. 167 e 264), è: «Vocazioni e santità: toccati dalla bellezza» ((nel suo messaggio per l’occasione, il Papa ricorda che alla radice di ogni vocazione cristiana c’è un esodo da se stessi, un’esperienza dell’essere toccati dalla bellezza del Signore e una libera adesione ad agire con lui per il bene degli altri, i più bisognosi e i poveri: http://w2. vatican.va/ content/francesco /it/messages/vocations /documents/papa-francesco_ 20150 329_ 52-messaggio-giornata -mondiale-vocazioni.html). & A Roma, nella basilica vaticana, Messa presieduta da Papa Francesco con l’ordinazione sacerdotale dei 19 diaconi della diocesi di Roma (ore 9.30-: http://www.tv2000.it/live/).

▪Lunedì 27 aprile: S. Zita († 1278), domestica, sepolta nella basilica di S. Frediano a Luca, proclamata da Pio XII «patrona presso Dio delle domestiche e di tutte le donne addette alla cura della casa», protettrice delle casalinghe e dei fornai (a Lucca, presso la basilica di S. Frediano e l’anfiteatro, manifestazione floreale volta a ricordare il miracolo dei pani trasformati in fiori). & 1° anniversario della «Giornata dei 4 Papi»: Francesco e Benedetto sul sagrato, Giovanni XXIII – Papa del Concilio e della pace – e Giovanni Paolo II – Papa della Misericordia e della gioventù – sugli altari.

Grignon de Montfort▪ Martedì 28 aprile: S. Louis-Marie Grignon de Montfort († 1716), missionario apostolico nelle regioni nord-occidentali della Francia: nel Poitou (soprattutto in Vandea) e in Bretagna, fondatore delle Figlie della Sapienza e dei Monfortani, autore di diversi testi tra i quali il Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, promotore del culto mariano e della pratica del Rosario, proclamato santo da Pio XII nel 1947; s. Pierre-Louis-Marie Chanel († 1841), sacerdote francese appartenente alla Società di Maria (Maristi), ucciso dagli indigeni dell’isola di Futuna, proclamato santo da Pio XII nel 1954 e venerato come protomartire e patrono dell’Oceania; s. Giovanna Beretta Molla († 1962), madre di famiglia, che, portando un figlio in grembo, morì anteponendo amorevolmente la libertà e la salute del nascituro alla propria stessa vita, proclamata beata nel 1994 e santa nel 2004 da Giovanni Paolo II.

Caterina▪ Mercoledì 29 aprile: S. Caterina da Siena († 1380), terziaria domenicana (o mantellata, per l’abito bianco e il mantello nero), morta a soli 33 anni, canonizzata dal Papa senense, Pio II, nel 1461, dichiarata patrona d’Italia con Francesco d’Assisi da Pio XII nel 1939, proclamata «dottore della Chiesa» da Paolo VI nel 1970 e compatrona d’Europa per nomina di Giovanni Paolo II nel 1999 («Niuno Stato si può conservare nella legge civile in stato di grazia senza la santa giustizia»: queste parole l’hanno resa celebre).

▪ Giovedì 30 aprile: S. Pio V († 1572), religioso dell’Ordine dei Frati Predicatori (domenicani), il 225° Papa e 133° sovrano dello Stato pontificio, che operò per la riforma della Chiesa in ogni settore, sulle linee tracciate dal Concilio di Trento, e pubblicò i nuovi testi del Messale (1570), del Breviario (1568) e del Catechismo romano, canonizzato da Clemente XI nel 1712 (la sua salma riposa nella patriarcale basilica di S. Maria Maggiore in Roma). & A Lamezia Terme, presso l’Oasi Bartolomea (Via del Progresso, 360), Seminario sul «Bene confiscato: dalla nascita al suo utilizzo», promosso dalla Delegazione Regionale Caritas Calabria, nell’ambito dei Seminari 2015 dedicati alla carità e giustizia in Calabria (ore 9-18.30: http://www.diocesicatanzaro squillace.it/download/ costruire_speranza_ seminari. pdf).

Piotr Anzulewicz OFMConv




Nel segno della Misericordia

Misericordiae vultusLa misericordia è «l’ideale di vita e criterio di credibilità per la nostra fede»: così, in sintesi, Papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia. Il documento, intitolato «Misericordiae vultus» (Il volto della Misericordia), è stato pubblicato l’11 aprile, davanti alla “porta santa” della basilica vaticana, in occasione dei Primi Vespri della Domenica della Divina Misericordia. L’apertura di questa “porta” avverrà l’8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione, in coincidenza con il 50° anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II, evento che – scrive il Papa – ha abbattuto «le muraglie che per troppo tempo avevano richiuso la Chiesa in una cittadella privilegiata», portandola ad «annunciare il Vangelo in modo nuovo». Nella bolla giubilare c’è anche l’annuncio dell’apertura di una “porta della misericordia” delle altre basiliche papali (S. Giovanni in Laterano, S. Maria Maggiore, S. Paolo fuori le Mura) e in tutte le Chiese particolari e nei santuari.

Misericordia del Padre (Rembrandt)Tutti «siamo chiamati a vivere di misericordia perché a noi per primi è stata usata misericordia», «nonostante il limite del nostro peccato». «Il perdono delle offese», dunque, «è un imperativo da non possiamo prescindere». «Per raggiungere la serenità del cuore» e «vivere felici», sottolinea il Pontefice, siamo spronati a non giudicare e non condannare, a restare lontani da «gelosie ed invidie», ad essere, così, «strumenti del perdono», aprendo il cuore alle periferie esistenziali e sociali, portando consolazione e solidarietà a quanti, nel mondo di oggi, vivono «precarietà e sofferenza» e «sono privati della dignità», spezzando «la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l’ipocrisia e l’egoismo». E ancora: siamo esortati a «risvegliare le nostre coscienze assopite davanti al dramma della povertà», a «compiere con gioia le opere di misericordia corporale e spirituale», ad annunciare la liberazione ai prigionieri delle moderne schiavitù.

Nella terza parte della bolla, Papa Francesco lancia alcuni appelli. Ai membri di gruppi criminali chiede di cambiare vita, perché «il denaro non dà la vera felicità» e «la violenza usata per ammassare soldi, che grondano sangue, non rende né potenti, né immortali». «Nessuno – incalza il Papa – potrà sfuggire al giudizio di Dio».

Un analogo appello viene rivolto ai fautori o complici di corruzione: «Questa piaga putrefatta della società è un grave peccato che grida verso il cielo, perché mina fin dalle fondamenta la vita personale e sociale. La corruzione impedisce di guardare al futuro con speranza, perché con la sua prepotenza e avidità distrugge i progetti dei deboli e schiaccia i più poveri. È un male che si annida nei gesti quotidiani per estendersi poi negli scandali pubblici. Questo è il momento favorevole per cambiare vita!». «Opera delle tenebre, sostenuta dal sospetto e dall’intrigo», e tentazione dalla quale «nessuno può sentirsi immune», la corruzione va debellata, usando «prudenza, vigilanza, lealtà, trasparenza, unite al coraggio della denuncia».

Massacro ArmeniUn’ulteriore esortazione incoraggia a guardare al rapporto tra giustizia e misericordia, due dimensioni di un’unica realtà. «Chi sbaglia, dovrà scontare la pena. Solo che questo non è il fine, ma l’inizio della conversione, perché si sperimenta la tenerezza del perdono».

Inoltre, Papa Francesco lancia un appello al dialogo interreligioso, ricordando che l’ebraismo e l’islam considerano la misericordia «uno degli attributi più qualificanti di Dio»: «Questo Anno giubilare, vissuto nella misericordia, (…) elimini ogni forma di chiusura e di disprezzo ed espella ogni forma di violenza e di discriminazione».

In chiusura del documento, si richiama alla figura di Maria, «Madre della Misericordia». Lei «attesta che la misericordia del Figlio di Dio non conosce confini e raggiunge tutti», senza esclusioni. «Come desidero – conclude il Papa – che gli anni a venire siano intrisi di misericordia, per andare incontro ad ogni persona, portando la bontà e la tenerezza di Dio!».

12-19 aprile 2015

Massacro Armeni 2◊ 12 aprile: 2ª Domenica di Pasqua «in albis» (in albis depositis: era il giorno in cui i primi cristiani, che avevano ricevuto il battesimo la notte di Pasqua, deponevano la simbolica veste bianca portata per otto giorni) – Domenica della Divina Misericordia: festa liturgica indissolubilmente legata a s. Giovanni Paolo II, che la introdusse [22.04.2001], e al carisma di s. Faustina Kowalska, che ne fu l’apostola, canonizzata il 30 aprile 2000. & A Roma, nella basilica vaticana, celebrazione eucaristica presieduta da Papa Francesco per commemorare il massacro di un milione e mezzo di cristiani armeni avvenuto 100 anni fa (ore 8.55-10.40) e, in Piazza S. Pietro, preghiera del Regina Coeli, in sostituzione dell’Angelus tra Pasqua e Pentecoste (ore 12-12.30). & Nel mondo ortodosso e in quello latino-cattolico in alcune zone della Terra Santa e Giordania (ad eccezione delle aree di Gerusalemme e di Betlemme), Pasqua della Risurrezione del Signore, secondo il calendario giuliano.

«Mentre noi con gioia festeggiamo la Resurrezione del Signore, quale realtà di vita e di speranza – scrive il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, nel suo messaggio rivolto agli ortodossi –, attorno a noi, nel mondo, sentiamo le grida e le minacce della morte, che lanciano da molti punti della terra coloro i quali credono di poter risolvere le differenze degli uomini con l’uccisione degli avversari (…). Attraverso la provocazione della morte del prossimo, attraverso la vendetta contro l’altro, il diverso, il mondo non migliora, né si risolvono i problemi degli uomini. (…) Al contrario invece, i problemi di ogni sorta vengono provocati e inaspriti dal disprezzo della persona umana e dalla violazione dei suoi diritti, soprattutto del debole, il quale deve poter sentirsi sicuro ed il forte deve essere giusto perché ci sia pace. (…) Le situazioni createsi con la morte sono però controvertibili, poiché, malgrado gli eventi, sono momentanee, non hanno radice e linfa, mentre è sempre presente invisibilmente, colui che ha vinto la morte per sempre, Cristo. (…) Noi, che abbiamo la nostra speranza in lui, crediamo che il diritto della vita appartenga a tutti gli uomini».

Moscati& A Napoli, s. Giuseppe Moscati († 1927), medico che dedicò la sua vita all’assistenza dei sofferenti, nei quartieri più poveri ed abbandonati della città, curandoli gratuitamente e aiutandoli anche economicamente, ricercatore e insegnante, canonizzato da Giovanni Paolo II nel 1987.

▪Lunedì 13 aprile: S. Martino I († 656), originario di Todi, legato pontificio alla corte imperiale di Costantinopoli e, in seguito, Papa, all’epoca del dibattito teologico che mirava a stabilire se Gesù aveva una o due volontà (la negazione della realtà e della completezza della volontà umana del Cristo renderebbe impossibile la piena redenzione dell’uomo), reso prigioniero su ordine dell’imperatore Costante II e portato a Costantinopoli, condannato ed esiliato a Cherson, nella penisola di Crimea, venerato in Oriente e in Occidente come martire della fede.

▪Martedì 14 aprile: Ss. Tiburzio, Valeriano e Massimo († 229), martiri di Roma (secondo la «Passio» di s. Cecilia [† 232], Valeriano era sposo di Cecilia, da lei convertito e da Papa Urbano I battezzato, che a sua volta convertì al cristianesimo il fratello Tiburzio; ambedue furono condannati a morte dal prefetto Almachio che li affidò al «cornicularius» Massimo [ufficiale in seconda del console], il quale, prima di fare eseguire la sentenza, si convertì anche lui, venendo così condannato e ucciso qualche giorno dopo). & In Vaticano, da ieri fino a domani, 9ª riunione del Consiglio di Cardinali, alla presenza di Papa Francesco, per la riforma della Curia.

Damian de Vuester▪Mercoledì 15 aprile: S. Damiano di Veuster († 1889), chiamato fratel Damiano, sacerdote fiammingo della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, apostolo dei lebbrosi nell’isola lazzaretto di Molokai (Isole Hawaii), beatificato da Giovanni Paolo II a Bruxelles nel 1995 e canonizzato da Benedetto XVI a Roma nel 2009. In Vaticano, in Piazza S. Pietro, udienza generale di Papa Francesco per la catechesi del mercoledì (ore 9.50-11.30). & A Lamezia Terme, presso l’Oasi Bartolomea, Seminario sull’«Evoluzione dei sistemi mafiosi e criminali oggi», nell’ambito dei Seminari «Carità e giustizia in Calabria», organizzati dalla Delegazione Regionale Caritas Calabria (ore 15.30-18.30).

Bernadette Soubirous 1▪Giovedì 16 aprile: S. Bernadetta Soubirous († 1879), veggente, religiosa e mistica francese, depositaria delle 18 apparizioni di Maria Immacolata, canonizzata l’8 dicembre 1933 da Pio XI, protettrice degli ammalati e patrona di Lourdes. & Giornata Mondiale contro la Schiavitù Infantile – ancora oggi sono centinaia di milioni i minori sottoposti a varie forme di asservimento e sfruttamento. 88° compleanno di Benedetto XVI, Papa emerito, una felice ricorrenza che egli trascorre nel monastero «Mater Ecclesiae» in Vaticano dove vive in preghiera dopo la rinuncia al ministero petrino: «Il Signore lo sostenga e gli dia tanta gioia e felicità». & Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, adorazione eucaristica (ore 17.30-18.30).

Kateri Tekakwitha  1▪Venerdì 17 aprile: S. Kateri Tekakwitha († 1680), la prima santa autoctona d’America, e per di più, la santa binazionale: statunitense e canadese, beatificata da Giovanni Paolo II nel 1980 e canonizzata da Benedetto XVI nel 2012.

▪Sabato 18 aprile: A Gandía nel territorio di Valencia sulla costa della Spagna, b. Andrea Hibernón († 1602), religioso dell’Ordine dei Frati Minori Alcantarini, uno dei quattro fratelli laici appartenenti all’Ordine francescano che, quasi contemporaneamente, edificarono la Spagna in quello che si rivelò il secolo d’oro della sua spiritualità e della sua letteratura [gli altri tre furono: s. Pasquale Baylón († 1592), b. Sebastiano dell’Apparizione († 1600) e b. Giuliano di Sant’Agostino († 1606)].

Università Sacro Cuore (logo).a jpgDomenica 19 aprile: 3ª di Pasqua, detta dell’Apparizione nel Cenacolo. & 10° anniversario dell’elezione di Benedetto XVI a 265° successore di s. Pietro, ora Papa emerito: pontificato nel segno dell’umiltà (“Un umile lavoratore nella Vigna del Signore”: con queste parole il 19 aprile 2005 si presentava al mondo dopo la sua elezione). & 91ª Giornata Nazionale per l’Università Cattolica «Sacro Cuore», con lo slogan: «Riportare i giovani al centro». I Vescovi nel loro messaggio ci ricordano che l’Università, forte della sua consolidata tradizione, «è chiamata oggi a rendere ancora più incisivo il suo impegno a servizio dei giovani che si trovano a vivere nuove e, a volte drammatiche, situazioni di marginalità, nel nostro Paese e in tante parti del mondo». Sostenendo l’Università, appoggiamo una proposta educativa che, ispirandosi alle parole del Vangelo, persegue un’idea di sviluppo che vede nei giovani i principali protagonisti di un nuovo umanesimo e di una società più inclusiva, equa e giusta. & A Milano, nel duomo, inizio dell’Ostensione della Sindone, chiamata anche il Sacro Telo o lo «Specchio del Vangelo», fino al 24 giugno prossimo (è la terza, dal 2000, esposizione al pubblico del lenzuolo che secondo la tradizione fu adoperato per avvolgere il corpo di Gesù; “l’amore più grande” è il motto dell’ostensione 2015, nel corso della quale Papa Francesco visiterà il capoluogo piemontese, il 21 e 22 giugno). Ad Amantea (CS), presso il convento «S. Bernardino da Siena», 17° Convegno regionale dei giovani, promosso dai Frati Minori Conventuali di Calabria e animato da fr. Francesco Celestino, con il tema: «Credo e mi fido», presentato dalla dott.ssa Simona Segoloni Ruta, docente di teologia sistematica presso l’Istituto Teologico di Assisi.

«Giovani, dalla periferia al centro!» Quella dei giovani è oggi una delle periferie sociali a cui deve volgersi la «Chiesa in uscita», secondo il pressante invito di Papa Francesco, e noi, per la nostra missione, non possiamo che essere la linea avanzata di questa azione strategica.

Piotr Anzulewicz OFMConv




La Passione di Cristo di Mel Gibson

La Passione di Cristo

 La Passione di Cristo (The Passion of the Christ) è un film scritto e diretto da Mel Gibson, attore, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense. È uscito nelle sale degli USA il 25 febbraio 2004 (Mercoledì delle Ceneri), mentre nelle sale dell’Italia il 7 aprile 2004 (Mercoledì Santo).

Il film è aperto dalla citazione di un versetto del Libro di Isaia (53,5: dai cosiddetti «carmi del Servo sofferente»), scritto nell’VIII sec. a.C., che la tradizione cristiana riferisce a Gesù, giusto perseguitato. La vicenda si concentra sulle ultime ore della sua vita, dall’arresto nell’Orto degli Ulivi, al processo sommario presso il Sinedrio e Ponzio Pilato, alla sua atroce flagellazione, fino alla morte in croce e risurrezione.

La trama del film cerca di seguire il racconto dei Vangeli creando una sinossi-armonizzazione di essi, data la loro complementarità. Alcune delle scene sono tratte dai diari di Anna Katharina Emmerick, una mistica tedesca vissuta tra il 1774 ed il 1824, in particolare dal suo libro La dolorosa Passione del Nostro Signore Gesù Cristo e da La mistica città di Dio di Maria di Agreda.

Per ricreare maggior realismo, il film è stato interamente girato in latino e in aramaico, le lingue del tempo, e sottotitolato nelle lingue moderne. La ricostruzione dei dialoghi in aramaico, lingua che nella versione parlata allora in Giudea (il cosiddetto “aramaico maccabaico”) ci è nota solo con una certa approssimazione, è stata affidata al gesuita statunitense William Fulco, mentre per il latino è stata scelta la pronuncia ecclesiastica in luogo della restituta, verosimilmente utilizzata dai Romani di quel periodo.

II film è stato interamente lavorato in Italia, con un cast in prevalenza composto da attori italiani. Gli esterni del film sono stati girati in Basilicata nelle città di Matera e Craco, paese fantasma della provincia materana. Gli interni del film presso gli studi di Cinecittà a Roma. Le riprese del film si sono svolte tra il 4 novembre 2002 al 13 gennaio 2003.

Sono molti gli aneddoti che girano attorno alla lavorazione del film, avvenuta su un set blindato, nel freddo inverno. Il coinvolgimento emotivo e spirituale è stato forte anche da parte di chi non si potesse dire credente: si parla di conversioni come quella dell’attore Pietro Sarubbi (Barabba), che ha dichiarato di aver abbracciato il cristianesimo proprio sul set della pellicola.

L’interprete del Cristo, l’attore cattolico statunitense James Caviezel, è stato assistito per tutte le riprese da un sacerdote; nelle pause di lavorazione recitava il rosario, per trarre ispirazione. Nella maggior parte delle scene nel film dove vi è Gesù morente sulla croce, l’attore Caviezel è stato sostituito con una fedele ricostruzione robotica  del valore di circa 350.000 $. Un eccellente “lavoro in ecopelle” in modalità “animatronic” (animazione elettronica) per muovere la testa e gli arti, ansimare e far uscire fiotti di sangue. Un vero gioiello tecnologico, creato dal maestro degli effetti speciali Keith Vanderlaan, aveva già esibito le sue truculente qualità in altri film come Dracula e Hannibal. Caviezel ha comunque girato le scene sulla croce, ma solo quelle dove recitava. Tra l’altro girò quelle scene in cui era pieno inverno e c’erano a malapena 5 gradi a Matera; un forte vento e gli costò ipotermia e polmonite. La ricostruzione robotica è stata usata per il momento dell’inchiodamento alla croce e per le riprese in cui Cristo non dialoga, per le scene d’effetto.

Nella scena in cui il primo chiodo viene puntato nel palmo della mano di Cristo e inchiodato, la mano dell’inchiodatore è quella di Mel Gibson. È sempre la mano di Gibson che aiuta ad alzarsi Monica Bellucci/Maria Maddalena nella scena in flashback della lapidazione. Per la flagellazione invece è stato appliccato un accurato make-up sul dorso e torace dell’attore, in modo da avere l’effetto della carne lacerata dalle fruste munite di uncini (flagelli) dei soldati più realistico possibile, anche se durante l’esecuzione del flagello gli interpreti dei soldati romani simulavano con le fruste (prive di uncinetti sulle corde) di colpire il dorso di Caviezel, successivamente durante la post produzione tramite la CGI sono stati applicati sia gli uncinetti alle corde delle fruste nel momento del colpo, che l’effetto dei tagli sulla pelle dell’attore.

Accoglienza e critica

Copertina (protagonisti)La Passione secondo Mel Gibson

di Massimo Giraldi*

Dopo L’uomo senza volto (1993) e Braveheart (1995), Mel Gibson mette in scena un progetto che meditava da tempo: «Dodici anni fa ho avuto una profonda crisi. In quel periodo di confusione e di dolore ho capito che avevo bisogno di un grande aiuto. Ho trovato conforto rileggendo i Vangeli, in particolare la Passione. E’ allora che mi è venuta voglia di farne un film». La pellicola inizia evocando un passo emblematico di Isaia: «Molti si stupirono di lui tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto… Eppure si é caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori… Era come un agnello condotto al macello» (cfr. Is 54). Citazione che in qualche modo indica la specifica prospettiva del regista, che così si inserisce di fatto nella lunga frequentazione che la settima arte intrattiene con la vicenda di Gesù.

Il desiderio di rappresentare il sacro, di dare forma al mistero di Dio rivelato in Gesù non solo è un’aspirazione legittima, ma risponde anche ad un’esigenza della fede cattolica che riconosce nell’incarnazione del Figlio di Dio la rivelazione piena e definitiva del Padre. Da qui scaturirono, nelle varie espressioni artistiche (dalla pittura alla scultura, e assai più tardi nel cinema), modi differenti per rappresentare la vita di Gesù che corrispondono ad altrettante personali interpretazioni di tale vicenda. La molteplicità delle stesse rappresentazioni cinematografiche compongono ormai una sorta di antologia visiva che, mentre contribuisce ad accedere a parte almeno del mistero di Gesù, nel contempo attesta la relatività e la precarietà di qualsiasi interpretazione rispetto alla verità di Gesù. Alla Chiesa stessa non è bastato un Vangelo – ne ha infatti ben quattro – e questo, certo, non per debolezza o imprecisione narrativa quanto piuttosto per una necessaria polifonia nel consegnarci la pienezza della verità sulla figura di Gesù.

E’ necessario dunque, per accostarsi a The Passion, assumere la consapevolezza che il cinema non si incarica primariamente di uno sguardo documentaristico sulla realtà. Anche quando si ispira ad una vicenda storica, il cinema col suo gioco di sguardi e di finzione mette in campo una peculiare forza trasfiguratrice di quella vicenda, a partire dall’immaginazione e, non indifferente, dal modo personale di rileggere quanto sarà rappresentato e dunque dal contesto culturale nel quale l’autore vive (basti pensare ai differenti contesti per film come l’americano Jesus Christ Superstar – 1973 – di Norman Jewison e l’italiano Vangelo secondo Matteo – 1964  – di Pier Paolo Pasolini). In questo caso Mel Gibson, basandosi sui quattro Vangeli, su qualche fonte apocrifa e sugli scritti della mistica tedesca Anna Caterina Emmerick, mette in scena il dramma delle ultime 12 ore della vita di Gesù (ruolo interpretato dal trentatreenne Jim Caviezel), nelle quali la tensione drammatica di quella intera vita trova il proprio compimento. La prospettiva dunque di Gibson non si colloca nell’alveo della classica iconografia di stampo romantico (di cui Gesù di Nazareth – 1977 – di Franco Zeffirelli é codificazione esemplare) e opta decisamente per un’interpretazione del volto sfigurato di Gesù evocante le rappresentazioni iconografiche del cinquecento e del seicento.

In questo scenario si spiega il ricorso a due lingue, come l’aramaico e il latino, che pur non potendo avere alcuna valenza documentaristica, conferiscono tuttavia al film una ineludibile intensità. Stratagemma, quello delle lingue, che, unitamente al recupero di alcune varianti della devozione tradizionale, assegna all’opera di Mel Gibson una tensione drammaturgica di grande rilievo. La narrazione procede secondo le scansioni classiche della via crucis, dall’incontro con la Veronica alle cadute di Gesù sotto il peso della croce. Dosando inoltre con una certa sapienza l’uso del flash back sull’infanzia di Gesù e più spesso ancora centrando con efficacia sull’ultima cena, il film suggerisce una lettura unitaria della vicenda storica di Gesù, in particolare un’unicità di sguardo sullo stesso mistero di salvezza. Infatti, si inscena con raffinata delicatezza il rapporto di Gesù con Maria – straordinaria l’interpretazione di Maia Morgenstern – rapporto che trova il suo culmine nell’abbraccio di pietà della deposizione. Efficace é anche il profilo con cui si evocano i vari personaggi; seppur va segnalato che l’inevitabile processo di schematizzazione dei ruoli non deve condurre a fraintendimenti: ad esempio, la responsabilità della condanna inflitta a Gesù non è di un popolo, ma dell’intera umanità peccatrice, cui peraltro non mancano di rinviare i vari soggetti coinvolti. Accanto alle particolari “soggettive” su Gesù, si ricorda l’inquadratura dall’alto situata qualche istante prima della morte sul Calvario, che ad un tratto si trasforma in goccia d’acqua: cadendo vertiginosamente sulla terra accanto alla croce di Gesù, segna l’inizio del terremoto e la rovina del tempio. Una inquadratura che può evocare il pianto di Dio sul figlio Gesù che sta morendo. Allo stesso regista capiterà di affermare: «Il vero messaggio del mio film é il perdono. La lacrima di Dio che piove dal cielo nel momento in cui Gesù muore significa questo».

Uno degli aspetti che richiede una qualche precisazione è costituito dalla rappresentazione che si fa della violenza su Gesù. «Quello che mi ha sempre colpito della Passione – ammette Mel Gibson – è stata la capacità di Gesù Cristo, diventato uomo, di sottoporsi a una sofferenza indicibile per amore dell’umanità. Non potevo non mostrarla in tutta la sua forza e fin nei particolari. Forse sono le immagini più scioccanti che abbia mai visto in un film, ma dovevo farle vedere». Dinanzi però a sì tanta violenza, enfatizzata non solo da immagini continuamente reiterate, ma anche dall’utilizzo del rallenty, è il caso di rammentare che la morte di Gesù in croce ci salva non per la quantità del dolore subito – per quanto incalcolabile –, ma per il fatto che Gesù ha vissuto l’infamante patibolo e l’immenso supplizio in assoluta fedeltà al Padre e in piena apertura d’amore all’umanità. La prospettiva della risurrezione, che nei Vangeli é la chiave di tutto, non può circoscriversi all’inquadratura conclusiva, in quanto costituisce il codice interpretativo interno dell’intera passione.

*Massimo Giraldi, giornalista e critico cinematografico, segretario della Commissione Nazionale Valutazione Film della Conferenza Episcopale Italiana (Fonte: http://www.saledellacomunita.it /pls/acec/v3_s2ew_consultazione. mostra_paginawap?id_pagina=458)

TGibson con Gesù insanguinatohe Passion

di Rino Cammilleri*

Ho avuto il privilegio di poter assistere a una visione riservata del già famosissimo film di Mel Gibson The Passion of the Christ, lavoro cinematografico che detiene un singolare record: è senz’altro il film più discusso della storia, ma in anticipo, cioè ancor prima della proiezione nelle sale. L’attesa è stata enorme e negli Stati Uniti, dove è uscito il 25 febbraio, è stato distribuito in 4500 sale; per un paragone, si pensi che The Return of the King, l’ultimo della “trilogia dell’Anello”, di sale ne ha avute 300 in meno.

Certo, molto merito di questo lancio senza precedenti lo si deve, è inutile nasconderselo, alle polemiche innescate da quelle associazioni ebraiche che hanno accusato il film di antisemitismo. A questo proposito leggevo su «Il Giornale» del 15 febbraio u.s. gli stralci di una lettera aperta che il rabbino Daniel Lapin aveva pubblicato on line riguardo al film. In essa si scuoteva la testa per «quelle organizzazioni ebraiche che hanno sprecato tempo e soldi inutilmente nella protesta»; infatti, «hanno sperato di bloccare il film, invece lo stanno promuovendo». Di più: «Nel pubblico di tutta l’America sto incontrando un sentimento di amarezza verso le organizzazioni ebraiche che insistono nel dire che credere nel Nuovo Testamento significa dar prova di antisemitismo.

Già, perché il regista si è limitato a praticamente copiare, usando il racconto evangelico come, appunto, un copione già pronto. In effetti, senza le polemiche che lo hanno proceduto di almeno un anno, quel film sarebbe uscito praticamente in sordina e non si sarebbe creata quell’attesa che, invece, c’è stata e c’è. Tutti non vedono l’ora di vederlo, e tutti, c’è da giurarci, lo vedranno.

Questo effetto-boomerang è l’ultimo dei miracoli di questo straordinario (a quanto pare) film. Il protagonista Jim Caviezel ha, infatti, raccontato a «Newsweek» che, mentre stavano girando le ultime scene del Sermone della Montagna, un italiano si è rivolto a Mel Gibson in perfetto inglese (mai era stato sentito prima e non si pensava ne fosse capace) ed ha fermamente consigliato di andar via. Il tono autorevole e i nuvoloni all’orizzonte hanno convinto lo stupito regista. Proprio nell’esatto momento in cui la troupe ha iniziato la discesa si è scatenato il finimondo con fulmini e saette: una folgore ha colpito la croce e un’altra l’ombrello del protagonista, che ha avuto i capelli e le dita della mano bruciacchiati. Caviezel è un cattolico da messa quotidiana, così come Gibson. L’attrice che fa la Madonna è un’ebrea di cognome Morgenstern, che in tedesco significa «stella del mattino” e che, coincidenza, è uno dei tradizionali appellativi della Vergine. Insomma, ce n’era di che stuzzicare la curiosità. Ed è con somma curiosità che, infatti, mi sono precipitato a vederlo, quel film, in una saletta improvvisata e in compagnia di una decina di giornalisti selezionati.

Il film è davvero bello, a tratti anche commovente. E’ stato detto che è violento, ma è solo realistico: un uomo flagellato col tremendo flagrum romano (una frusta di catenelle metalliche terminante con punte acuminate) non può che uscirne con la carne a brandelli e letteralmente coperto di sangue; e così è nel film. Corre voce che l’autore si sia ispirato anche alle visioni di Anna Katharina Emmerick, la suora stigmatizzata che nei primi decenni dell’Ottocento affidò le sue esperienze mistiche al poeta tedesco Clemens von Brentano. Potrebbe essere, dal momento che nel film Cristo porta la croce intera, laddove i due ladroni reggono sulle spalle (più correttamente da un punto di vista storico-archeologico) solo la barra orizzontale, lo stipes. Il Cristo in croce, poi, mi ha fatto ricordare un dipinto di s. Alfonso de’ Liguori (il Santo e Dottore della Chiesa era anche pittore, oltre che musicista, teologo moralista e fondatore): in esso il Crocifisso è come inondato di sangue, così come appare nel film e come davvero deve essere stato.

Naturalmente, la domanda da 100 milioni di dollari, quella che più urge è questa: il film è realmente antisemita? Posso rispondere solo così: dal momento che c’era questa particolare polemica in atto, ho scrutato attentamente gli eventuali segni di antisemitismo (cosa a cui non avrei nemmeno pensato senza la pulce nell’orecchio) e devo dire che, semmai, ne ho trovati parecchi di antiromanismo. Sì, a farci la figura peggiore sono proprio i romani, la cui brutalità gratuita e ottusa occupa i tre quarti della proiezione. Esistesse una Antidefamation league dei romani, Mel Gibson avrebbe davvero passato i guai.

No, il film è una trasposizione pedissequa del Vangelo, il quale non può essere certo accusato di antisemitismo, visto che tra i “buoni” della Passione mette parecchi personaggi che erano, per forza, ebrei e addirittura un paio di sinedriti come Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo.

Devo dire che il film andrebbe visto almeno due volte.

Sì, perché nella prima visione si è per forza di cose distratti dai sottotitoli e non si gustano i dialoghi in aramaico e in latino. Io, che ho dovuto leggere sottotitolazione in inglese, ne sono stato spiazzato due volte, almeno finché non mi sono costretto a seguire solo l’audio. Fa davvero impressione ascoltare l’audio di quel che fu realmente detto allora, e con lo stesso tono. I continui flashback che fanno coincidere i momenti più acuti della Passione con passi del discorso delle beatitudini, della lavanda dei piedi, dell’ultima cena vanno ascritti all’arte di Mel Gibson, che si conferma autore di grande cinema. Anche il rimando tra una delle cadute di Cristo sotto la croce e un suo ruzzolone, da piccolo, subito consolato dalla Madre (che ora si strugge impotente perché non può più farlo), è un tocco di tragica poesia che lascerà il segno.

Infine, l’androginia del diavolo e l’inserimento del serpente nel Getsemani sono passi sia da cineforum che da meditazione. Speriamo che, appunto, i cineforum cattolici colgano la palla al balzo e imparino, finalmente, che si può fare cinema “cattolico” senza annoiare.

*Rino Cammilleri, scrittore e pubblicista, coordinatore di una rete di centri culturali cattolici, collaboratore de «Il Timone», una rivista mensile di apologetica cattolica che si propone come strumento da utilizzare per la nuova evangelizzazione (Fonte: http://www.auditorium casatenovo.com/film5anno/passion8.htm)

CopertinaFascinoso, inafferrabile Gesù

di Dario E. Viganò*

Lungo i secoli è stato sempre vivo nella Chiesa il problema di dare espressione al volto di Cristo, alle vicende della sua vita, in particolare alla sua passione. Ne sono scaturite anche contese teologiche, e se n’è dovuto occupare persino un Concilio (di Nicea) che nell’anno 787 affermava: «Se qualcuno non ammette che i racconti evangelici siano tradotti in immagini, sia anatema». Si veniva così incontro alla devozione del popolo, soprattutto si affermava la realtà dell’incarnazione del Figlio di Dio, rifiutando ogni riduzione della fede a semplice dottrina, a mito fuori dal tempo.

L’arte pittorica e quella della scultura vennero in soccorso a questa esigenza della fede, la quale anche per questa via ribadiva il proprio fondamento storico. In Occidente avvenne in modo diverso che in Oriente, dove l’icona assunse un valore liturgico, diventando non semplicemente un’immagine per la fede ma quasi una sua incarnazione.

Irrealistico tuttavia pensare che ci sia un modo assoluto, unico di raffigurare Gesù e i fatti della sua vita. Ogni pittore, anche nella tradizione del “Volto Santo”, dice qualcosa del mistero della persona del Figlio di Dio, ma non lo esaurisce. In Occidente, poi, la ricchezza di questo mistero e il suo intrecciarsi con gli interrogativi dell’uomo, hanno prodotto una pluralità di immagini dove nessuna può dirsi definitiva; al massimo possono aver l’ambizione di contribuire ad avvicinare la profondità del mistero.

Questa regola vale anche per l’arte più recente della cinematografia, la quale ha già offerto numerosi volti di Cristo, non sempre (purtroppo) rispondenti all’altezza del soggetto, come d’altronde era accaduto e accade per le altre arti. Nella loro varietà possono essere accolti come inviti a porre attenzione su Gesù, a far interrogare sulla sua persona e sulla sua vita, a spingere verso un’ulteriore ricerca. Sapendo in partenza, o arrivando a capire poi, che l’avvenimento-Gesù supera ogni possibile descrizione.

È la testimonianza deducibile dagli stessi Vangeli. Non è per incapacità a narrare i fatti, e tanto meno per scarsa fedeltà ad essi, che uno solo dei quattro Vangeli bastava alla Chiesa per dire la pienezza di Cristo: solamente dalla loro sinfonica composizione, e dalla loro collocazione nell’arco dell’intera storia della salvezza, viene a noi la certezza della verità sulla persona di Gesù Cristo e sulla sua storia. Accolti nella fede della Chiesa che ce li offre, i Vangeli sono l’unico accesso al mistero di Cristo nella sua radicale storicità e nella sua altrettanto radicale trascendenza. Tutto il resto – in letteratura, arte, scienza… – aiuta, scuote, setaccia, avvantaggia la nostra ricerca, ma non sostituisce il racconto dei Vangeli, né lo integra su quello stesso piano, con quello stesso valore.

Chi vive in regioni di antica cristianità può trovarsi in una paradossale condizione di curiosità spenta su Gesù, come se già conoscesse tutto e dunque possa permettersi un giudizio di sufficienza o di indifferenza. Per questi l’esperienza dell’incontro con un testimone o con un’opera d’arte può avere effetti benefici del tutto impensabili. Può segnare un itinerario di ripensamento e riscoperta. Tuttavia, non è una ricostruzione più minuziosa o ambiziosamente più attendibile (più attendibile dei Vangeli?) a dare più certezza alla fede. Vivendo noi in una cultura massmediale abbiamo mediamente una sensibilità più spiccata che in altre epoche verso il linguaggio delle immagini. La loro eloquenza talora “parla” al nostro cuore, meglio: al cuore dell’uno o dell’altro, mai a tutti insieme. E tuttavia non ci sono “lacune” nei Vangeli da rimediare mediante il ricorso a ritratti devozionali, narrazioni d’arte, o a visioni che appartengono all’esperienza spirituale di singole persone. Tutto può essere di aiuto, ma tutto va misurato passo passo sul Vangelo, senza unilateralità ingenue o ideologiche che siano.

La dimensione salvifica di Cristo, e in particolare della sua morte, non si fonda sulla quantificazione del dolore subito. Non vorremmo dover sostituire Gesù solo perché a qualcuno, nel corso della storia, è stata inflitta una sofferenza fisicamente più intensa e abbrutente. Gesù ci salva perché soffrendo, ha vissuto quel dolore certamente immenso e la morte, infamante e maledetta, in assoluta fedeltà a Dio, suo Padre, e in piena apertura d’amore all’umanità. L’amore assoluto del Figlio di Dio.

* Dario Edoardo Viganò, presbitero, autore di libri e di articoli dedicati al rapporto tra il cinema ed il mondo cattolico, professore ordinario presso la Pontificia Università Lateranense e docente incaricato presso la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali LUISS «Guido Carli» di Roma, dal 2004 presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo e direttore della «Rivista del Cinematografo», dal 2013 direttore del Centro Televisivo Vaticano e segretario del Consiglio di Amministrazione del medesimo Centro (Fonte: http://www.saledellacomunita.it/ pls/acec/v3_s2ew_ consultazione. mostra_paginawap?id_pagina=457)

A cura di Piotr Anzulewicz OFMConv




La sua «ora», la nostra «ora»

Con la 5ª Domenica di Quaresima siamo invitati a soffermarci ancora di più sulla Passione di Cristo, drammatica e tremenda, intrisa di dolore e di strazio. Una Passione che assume in sé tutti i dolori e tutte le miserie dell’umanità e che ci sospinge a salire sul Golgota e metterci ai piedi del Crocifisso, non per compiangere il suo soffrire, ma per completare in noi la sua passione e sentirci partecipi del peccato di chi non vuole “vederlo” né portare addosso il suo dolore, reso ancora più atroce dal pensiero che si possa vivere una vita buona nell’egoismo, indifferenza, mondanità. La vita davvero buona consiste nel conoscere, amare e contemplare l’unico vero Dio e Colui – dice s. Giovanni – che egli ha mandato, Gesù Cristo (cfr. Gv 17,3), il chicco di grano che muore per dar frutto (v. 24).

Croce - oroDurante la Settimana Santa rivivremo l’«ora» di Cristo e l’«ora» di ogni uomo, l’«ora» che ci appartiene, l’«ora» in cui anche noi siamo chiamati a deciderci per lui in modo nuovo e più profondo, a lasciarlo essere il Vivente in noi, a ribadire il nostro “sì” per lui, in risposta al suo “sì” per noi, e a riconoscerlo come il portatore di salvezza/beatitudine /compimento, come la verità in cui credere, come la vita in forza della quale amare, come la via nella quale sperare, come il luogo in cui il nostro bisogno di senso trova la piena e perfetta risposta.

L’evangelista Giovanni ci racconta che alcuni Greci, attraverso Filippo, cercano di avvicinare Gesù. Il loro panorama culturale educa ad essere refrattari all’idea di un Dio unico, personale e onnipotente: per essi la via per raggiungere la verità è puramente razionale. E Gesù asseconda la loro ricerca con un’affermazione insolita: «E’ giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo» (Gv 12,23).Egli rivela loro un Dio che mostra la sua potenza non nelle opere sovrannaturali, dirompenti ed eclatanti, ma semplicemente nella morte. Un Dio che si lascia uccidere e crocifiggere, un Dio dimesso, un Dio crocifisso.E quale Dio è più amante dell’uomo se non il Dio crocifisso? Nella croce manifesta la sua gloria che è all’apice della prova d’amore per noi.

Siamo spronati – alla vigilia della Domenica delle Palme – a riconoscere nella fede cristiana un’essenza unica e irripetibile, incentrata sul mistero della croce di un Dio crocifisso che è destinato a risorgere. Siamo tuttavia liberi, splendidamente e drammaticamente: possiamo scegliere anche le tenebre e rifiutare il grande progetto del regno dell’amore, con passione portato avanti da Gesù in tre anni. Infatti, Gesù resta ‘spiazzato’.

«Quando è apparso in Giudea – scrive Elsa Morante nel suo romanzo La storia – il popolo non l’ha creduto il vero Dio parlante, perché si presentava come un poveraccio, non con l’uniforme delle autorità. Se però tornerà, si presenterà ancora più miserabile, nella persona di un lebbroso, di un’accattoncella, di un sordomuto, di un bambino idiota…». Ed è per questo che gli uomini non cesseranno di scandalizzarsi, e gli opporranno il rifiuto: «Io – dirà – non sono mai partito da voi. Siete voi che ogni giorno mi linciate o, peggio ancora, tirate via senza vedermi, come s’io fossi l’ombra di un cadavere putrefatto sotto terra. Io tutti i giorni vi passo vicino mille volte, mi moltiplico per tutti quanti siete, i miei segni riempiono ogni millimetro dell’universo, e voi altri non li riconoscete, pretendete di aspettare chi sa quali altri segni volgari».

Credere in Cristo e riconoscere la sua assoluta singolarità significa allora esporsi alla furia del negativo e conoscere il peso della croce e delle esigenze dell’amore. È forse per questo che Gesù stesso ha portato la domanda che sconvolge ogni presuntuosa sicurezza della fede: «Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» (Lc 18,8). Quanto durerà ancora il cristianesimo stretto tra persecuzioni esterne ed erosioni interne? Come ha potuto resistere finora nelle terre ostili che sembrano vocate solo al martirio, alla decapitazione, al rogo, come quello in Giordania quando le campane di tutte le chiese cattoliche hanno suonato a morto per il pilota bruciato vivo dai jihadisti?

Cristo crocifisso (Shadows of the Divine) 329 x 450)Credere in Gesù esige il rischio di una conquista sempre nuova di fedeltà: la fede in lui, come l’amore, «se non è l’impegno di ogni giorno è il rimpianto di tutta la vita». Bisogna morire al proprio io, assediato dalle voglie mondane, come il chicco di grano, per amore e solo per amore, annegare l’uomo vecchio e far risorgere l’uomo nuovo che sappia diffondere la pace, creare la fraternità, vivere nella solidarietà… Gesù lo ha spiegato con un esempio, seguito da una dichiarazione esplicita: «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna» (Gv 12,24-25). Chi ama la propria vita pensando solo a se stesso, senza curarsi degli altri, la condanna alla sterilità e alla nullità.

Il nuovo inizio ci sarà e avverrà: per la misericordia di Dio molti rinnegati si convertiranno e il resto dei nostri si rafforzerà. Bisogna solo muoverci, senza aspettare Godot, e lasciarci conquistare dalla bellezza dell’esempio dei martiri di oggi che con la loro fermezza e costanza hanno sopportato i supplizi più crudeli. «E’ giunta l’ora e la campana sta per suonare», esordisce Gesù, anche per noi e per tutti, buoni e malvagi, ricchi e poveri, umili e potenti: a tutti viene data la possibilità di ridiventare fratelli e sorelle. «E allora, non chiediamo per chi suoni la campana. Essa suona per noi» («And therefore never send to know for whom the bell tolls. It tolls for thee»).

20-29.03.2015

▪ Venerdì 20 marzo: A Praga, s. Giovanni Nepomuceno († 1383), sacerdote e martire, ucciso da re Venceslao IV, proclamato santo da Papa Benedetto XIII nel 1729, patrono della Boemia, dei confessori e di tutte le persone in pericolo di annegamento. & In Vaticano, nella Cappella Redemptoris Mater, 4ª predica di Quaresima, tenuta da p. Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, sul tema: «Oriente ed Occidente uniti nella stessa professione di fede» (ore 9-: http://player.rv.va/ rv.player01.asp?language=it &visual=VaticanTic &Tic=VA_DPGUKNQA). & A Girifalco (CZ), incontro quaresimale diocesano (ore 17.30). & Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, Via crucis parrocchiale (ore 17.15-18).

Sindrome Down▪ Sabato 21 marzo: Giornata Mondiale delle Persone con la Sindrome di Down (World Down Syndrome Day), appuntamento internazionale proclamato dall’ONU nel 2011, per diffondere la cultura di integrazione e di valorizzazione della diversità, per favorire la conoscenza e lo scambio tra famiglie sulla sindrome, per promuovere l’opportunità per le coppie di adulti affetti da questa sindrome di poter compiere le proprie scelte di autonomia e di Papa_Francesco_a_Napoliindipendenza abitativa, lavorativa e sentimentale (si veda il video reality dal titolo ‘The Special Poposal’ al link: https://youtu.be/lnaaj SxOsWI). & Visita pastorale di Papa Francesco a Pompei e Napoli (ore 8-8.40: Sosta di preghiera nel santuario della B. Vergine del Rosario di Pompei; ore 9.15-10.15: Incontro con gli abitanti e diverse categorie sociali del Rione Scampia in P.zza Giovanni Paolo II a Napoli; ore 10.50-12.30: Concelebrazione eucaristica in P.zza Plebiscito; ore 13: Visita alla Casa Circondariale «Giuseppe Salbia» a Poggioreale e pranzo con una rappresentanza dei detenuti; ore 14.50-15.45: Incontro nel duomo di Napoli con il clero, i religiosi e i diaconi permanenti, preceduto dalla visita nella cripta con le reliquie di s. Gennaro; ore 16.15: Incontro con gli ammalati nella basilica del Gesù Nuovo; ore 16.50-18.15: Incontro con i giovani sul Lungomare Caracciolo – http://player.rv.va /rv.player01.asp?language =it&visual=VaticanTic &Tic= VA_DPGUKNQA). & Sul dirupo montano di Ranft presso Sachseln nel cantone svizzero di Obwalden, s. Nicola di Flüe († 1487), noto col nome di Bruder Klaus (fratello Klaus), padre di famiglia, eremita, celebre per lo stretto rigore di penitenza e il disprezzo della mondanità, canonizzato e proclamato da Pio XII patrono della Svizzera (1947). & A Gimigliano (CZ), nel santuario diocesano elevato l’1 maggio 2013 a basilica minore della Madonna di Porto, Week-end di spiritualità per i giovani (19-30 anni).

Giornata mondiale dell'acqua 2015 Domenica 22 marzo: 5ª di Quaresima, detta del “chicco di grano”(Ger 31,31-34; Sal 50; Eb 5,7-9; Gv 12,20-33). & Giornata Mondiale dell’Acqua (World Water Day), una ricorrenza internazionale istituita dall’ONU nel 1992 e dedicata nell’edizione 2015 al binomio «acqua e sviluppo sostenibile», per richiamare l’attenzione sulle connessioni ed interdipendenze tra l’accesso all’acqua ed ogni modello di sviluppo, per sensibilizzare l’attenzione sull’accesso all’acqua potabile e sulla sostenibilità degli habitat acquatici, per “festeggiare” questa risorsa-generatrice di vita,negata a 748 milioni di persone nel mondo e comunque non adeguata per circa 2,5 miliardi. & A Roma, in P.zza S. Pietro, incontro di Papa Francesco con i pellegrini per la recita della preghiera mariana dell’Angelus Domini e per una breve riflessione (ore 12-12.30). & A CastelpetrosoCastelpetroso in Molise, 127° anniversario dell’apparizione della Madonna Addolorata (1888), in atteggiamento di maternità sacerdotale, di implorazione e di offerta, semi inginocchiata, senza stringere il Figlio morto, ma con le braccia aperte e lo sguardo rivolto in alto, ai piedi di Gesù steso e coperto di sangue e piaghe, dichiarata da Papa Paolo VI nel 1973 celeste patrona del Molise. & Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, su iniziativa dell’Unitalsi, cioè dell’Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali, soggiorno della reliquia di s. Bernadette Soubirous († 1879), protettrice degli ammalati e patrona di Lourdes, un’occasione per tutti, ma in particolare i malati, gli anziani, le vedove e i bambini, di rendere omaggio alla Santa a cui la “Signora”, nell’apparizione del 25 marzo 1858, rivelò il suo nome: «Io sono l’Immacolata Concezione», e attraverso la sua intercessione mettere nelle mani del Signore le loro preoccupazioni, fatiche ed attese (ore 17.30-19).

▪ Lunedì 23 marzo: S. Turibio di Mogrovejo († 1606), vescovo di Lima in Perù, originario della Spagna, esperto di diritto, organizzatore della Chiesa peruviana, fondatore del primo Seminario del continente americano, molto severo con i sacerdoti proni ai conquistadores, strenuo difensore degli Indios, tra i quali morì il Giovedì Santo, ascoltando il canto dei Salmi, in una sperduta cappellina al nord del Paese.

Missionari Martiri 2015▪ Martedì 24 marzo: 23ª Giornata di Preghiera e Digiuno in Memoria dei Missionari Martiri, «nel segno della croce» (è il tema dell’edizione 2015), in comunione con tutti i credenti perseguitati a causa di Gesù e uccisi in odio alla loro fede: memoria, intercessione, impegno a vivere sempre e comunque nell’amore, perché «la vittoria è solo nell’amore, in una vita spesa per il Signore e per il prossimo, a partire dai poveri» (Papa Francesco). & A Vadstena in Svezia, s. Caterina († 1381), figlia di s. Brigida, che, data alle nozze contro il suo volere, conservò, di comune accordo con il marito, la sua verginità, trasferì da Roma le reliquie della madre in Svezia e le ripose nel monastero di Vadstena, dove ella stessa vestì l’abito monacale. Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, alle ore 21, Veglia di preghiera sui luoghi della croce: Getsemani (angoscia dei migranti), Golgota (cristiani crocifissi), Sepolcro (potenza della risurrezione).

▪ Mercoledì 25 marzo: Annunciazione del Signore – solennità di gioia con Maria, per il suo ‘sì’ alla maternità divina, e di riflessione sul nostro ‘sì’: «Sì, avvenga per secondo la tua parola» (Lc 1,38). & In Vaticano, in P.zza S. Pietro, Udienza generale di Papa Francesco per la catechesi del mercoledì (ore 9.50-12: http://player.rv.va /rv.player01.asp? language=it &visual=Tv). & A Squillace, alle ore 17, elevazione della cattedrale, edificata dopo il terremoto del 1783 dal vescovo Nicola Notaris, alla dignità di basilica pontificia minore, durante la concelebrazione eucaristica presieduta dal prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, card. Roberto Sarah, alla presenza dell’arcivescovo metropolita Vincenzo Bertolone e degli arcivescovi emeriti della diocesi: Antonio Cantisani e Antonio Ciliberti (sacerdoti, religiosi, religiose, le monache carmelitane «Messaggere dello Spirito Santo» del «Vivarium» di Squillace, assieme ai fedeli laici, pregheranno anche per il proprio pastore, in occasione del 4° anniversario della sua nomina a metropolita di Catanzaro-Squillace).

Caritas Calabria▪ Giovedì 26 marzo: Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, adorazione parrocchiale di Gesù-Eucaristia (ore 17-18). & A Sellia Marina (CZ), nella Sala del Consiglio Comunale, Convegno sul tema: «Cibo, sanità, eticità – per una giusta fruizione dei frutti della terra», organizzato dal Cento Studi Verbum e promosso dall’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace, Movimento Apostolico e Zenit (ore 17-: http://www.diocesicatanzaro squillace.it/ download /locandina_expo.pdf). & A Lamezia Terme, presso l’Oasi Bartolomea (Via del Progresso, 360), Seminario sul tema: «Bene confiscato: un percorso costruito insieme», promosso dalla Delegazione Regionale Caritas Calabria, nell’ambito dei Seminari 2015 dedicati alla carità e giustizia in Calabria (ore 9-18.30: http://www.diocesicatanzaro squillace.it/download/ costruire_speranza_ seminari. pdf).

▪ Venerdì 27 marzo: A Salisburgo in Austria, s. Ruperto († 718), primo vescovo e principale patrono della «città del sale», la cui fama è collegata con quella del suo figlio più illustre, Wolfgang Amadeus Mozart († 1791). & In Vaticano, nella Cappella Redemptoris Mater, 5ª predica di Quaresima, tenuta da p. Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, sul tema: «Oriente ed Occidente uniti nella stessa professione di fede» (ore 9-). & Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, Via crucis parrocchiale (ore 17.15-18).

▪ Sabato 28 marzo: Ora della Terra (Earth Hour), la più grande mobilitazione globale nata come evento simbolico per fermare il cambiamento climatico – le luci spente per un’ora, dalle 20.30 alle 21.30, attraverso tutti i fusi orari; a Roma, a luci spente la Cupola e il colonnato della basilica di S. Pietro e – novità dell’edizione 2015 – anche quelle della Sinagoga e della Grande Moschea, perché la sfida climatica è anche una questione morale (il cambiamento climatico, dettato da interessi egoistici, colpisce soprattutto i più vulnerabili, i più poveri, e mette a rischio il futuro della civilizzazione umana). A Przemyśl in Polonia, s. Giuseppe Sebastiano Pelczar († 1924), uomo di alta cultura, insigne maestro di vita spirituale, vescovo, fondatore della congregazione delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù, promotore di opere sociali: insegnamento gratuito per i ragazzi meno abbienti, asili, mense e ricoveri per i poveri, canonizzato da Giovanni Paolo II nel 2003.

 Palme - Gesù in croce Domenica 29 marzo: Domenica della Palme e della Passione del Signore (Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mc 14,1-15,47). & In Vaticano, in P.zza S. Pietro, benedizione delle palme e degli ulivi, processione e Messa presieduta da Papa Francesco (ore 9.20-11.30: http://player.rv.va /rv.player01.asp? language=it& visual=VaticanTic &Tic=VA_D PGUKNQA), e incontro con i pellegrini per la recita della preghiera mariana dell’Angelus Domini con una breve riflessione (ore 12-12.30). & Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, benedizione delle palme intorno all’edicola sacra in Via Melito Porto Salvo e processione verso la chiesa per la Messa (ore 9.30; con il ritorno dell’ora legale – si spostano avanti di un’ora le lancette dell’orologio – Messa vespertina è alle ore 18.30, non più alle ore 18).

Buon cammino, Amici.

Piotr Anzulewicz OFMConv




Rovesciare quei ‘mercati’…

Parola chiave della 3ª Domenica di Quaresima, detta del tempio, è «rovesciare» (Gv 2,15). Si tratta di rovesciare la logica che trasforma le dieci parole di un Dio che libera e ama in dieci comandamenti di un Dio che giudica e castiga. Le dieci parole (Es 20,1-17) non sono un codice regale, come quello stilato durante il regno babilonese di Hammurabi († 1785 a. C.). Non prevedono alcuna sanzione per i trasgressori. Chi le propone non è un sovrano, un imperatore, un tiranno, ma un liberatore, un redentore, un salvatore che si sporca le mani fino ai gomiti per condurre l’uomo alla libertà vera, e ci tiene a sottolinearlo. Sulle sue labbra non c’è nessun imperativo categorico, autoritario, prepotente. C’è invece il sogno di un’umanità diversa, nuova, straordinaria, quella che egli aveva pensato quando l’ha plasmata dal nulla. Le dieci parole sono «le tavole della libertà e dell’amore» per l’intera umanità. Tutte, anche quelle che hanno forma negativa, di divieto, sono l’evangelo, la buona notizia, la promessa, la benedizione di un Dio che ama, e che Gesù, l’Amore incarnato di Dio, le riassume, le sintetizza, le snellisce, fino a distillarle in un’unica legge: Ama! Ama dell’amore con cui sei amato!

L’assoluto della nostra fede è allora fare esperienza dell’amore di Dio, della sua misericordia, della sua redenzione, del tutto gratuita e immeritata. Tutto ciò che ha offuscato o ribaltato quest’amore, va “rovesciato” e purificato… Il racconto dell’Esodo (20,1-17) è esempio rivoluzionario, è una strada da seguire, è d’ispirazione per qualsiasi moto di libertà. E il brano del Vangelo giovanneo (2,13-25) riporta tutta l’intransigenza di Gesù su questi princìpi e valori inalienabili, e ci ripete il richiamo: Non fate mercato della vita, della fede, dell’uomo. Non immiseritelo nelle leggi dell’economia, del denaro, del potente, astuto o violento. Non riducete i suoi sogni a oro e argento. Profanare, contaminare o calpestare l’uomo, che è tempio santo e terra sacra, è il peggior sacrilegio che si possa commettere… Ogni uomo, ricco o povero, credente o ateo, è dono di cui siamo responsabile verso cui non possiamo camminare che a piedi nudi…

Frate Francesco d’Assisi spesso invocava «la dolce violenza dell’amore di Cristo morto e risorto» per liberare e trasformare il suo cuore. Il tempo di Quaresima è un tempo favorevole per aprire il nostro cuore e lasciare che la forza pasquale rovesci quei ‘mercati’ che lo occupano e opprimono: egoismo, superbia, orgoglio, cupidigia, invidia e gelosia…

Benigni«Le dieci parole hanno un’attualità totale – ha affermato Paolo Ricca, teologo valdese, uno dei principali consulenti di due puntate su Raiuno, andate in onda nel dicembre scorso, dedicate ai dieci comandamenti da Roberto Benigni, comico toscano. – Non c’è ne briciola che debba essere considerata superata. Anzi, sono molto più avanti di noi, perché prefigurano un’umanità che noi stiamo ancora inseguendo da lontano. Se si vuole aggiungere qualcosa, bisognerebbe dire quel che già diceva Martin Lutero, e cioè che i cristiani hanno la responsabilità di immaginarne di nuovi, legati a temi come per esempio possono essere quelli della giustizia ecologica. Si può reinterpretare il “non uccidere” anche nel senso che non si deve uccidere l’ambiente. I comandamenti di Mosè rimangono però di grandissima attualità e sono il modello per ogni nuova questione che i cristiani ritengono di avanzare lungo le coordinate della libertà e dell’amore».

Ci proponiamo di adeguare la nostra vita alla legge dell’amore, ‘potando’, ribaltando, rovesciando «i nostri comportamenti contrari alla carità, giustizia e onestà» (Papa Francesco).

8-19 marzo 2015

 Domenica 8 marzo: 3ª di Quaresima, detta del tempio (Es 20,1-17; Sal 18; 1 Cor 1,22-25; Gv 2,13-25). & S. Giovanni di Dio († 1550), religioso, fondatore dell’Ordine dei Fratelli Ospedalieri («Fatebenefratelli»), patrono degli ospedali, Donnainfermieri, ammalati, librai e stampatori. & Giornata Internazionale della Donna, nota come «festa della donna», con il tema di quest’anno: «Donne per la Terra», per sottolineare il legame tra genere femminile, natura e Terra; un’occasione per ricordare sia le conquiste ambientali, sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo, ma anche per fare un piccolo grande gesto di solidarietà per nonne, mamme, spose, sorelle, casalinghe, lavoratrici dipendenti, imprenditrici, professioniste, docenti, disoccupate, badanti e consacrate, e dire grazie per tutte le espressioni del «genio» femminile che sa «produrre senza distruggere, costruire e rinnovare, tutelando e salvaguardando»; un invito, inoltre, a impegnarsi per la liberazione di tutte «le donne crocifisse», al 99% straniere, oltre 100 mila, sulle strade d’Italia, vittime di tratta e di prostituzione coatta, schiavizzate, torturate, percosse e violentate, portate in Italia con l’inganno di una promessa di lavoro da Paesi poverissimi come Nigeria, Romania, Albania, Moldavia, Bulgaria, dove spesso sono avvicinate, adescate, reclutate, assoggettate e ricattate nei confronti dei loro cari. & A Roma, in Piazza S. Pietro, incontro di Papa Francesco con i pellegrini per la recita della preghiera mariana dell’Angelus Domini e per una breve riflessione (ore 12-12.30) e, nella Parrocchia romana della S. Maria del Redentore a Tor Bella Monaca, visita pastorale (ore 16-: http://player.rv.va/ rv.player01.asp? language=it &visual= VaticanTic& Tic=VA_ 96FD NKZO), e, ancora a Roma, presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, Convegno sul «Sapere per educare: affettività, sessualità, bellezza», per riflettere sui rischi della teoria del gender che nega la distinzione tra uomo e donna in base al sesso biologico, per rivalutare la bellezza delle differenze sessuali maschio-femmina, per esortare docenti, educatori e genitori a prendere coscienza degli attacchi, attraverso tale teoria, alla famiglia naturale e al benessere di bambini e di ragazzi.

Francesca Romana▪ Lunedì 9 marzo: S. Francesca Romana († 1440), moglie e madre di specchiata virtù, ammirevole per pietà, umiltà e pazienza, fondatrice delle Oblate Olivetane di S. Maria Nuova, dette anche «Oblate di Tor de’ Specchi S. Francesca Romana», chiamata «Santa di Roma» e invocata come protettrice dalle pestilenze e patrona degli automobilisti.

▪ Martedì 10 marzo: A Roma, presso S. Pietro, s. Simplicio († 483), nativo di Tivoli, papa, che, al tempo delle invasioni dell’Italia e dell’Urbe, da parte dei barbari (Odoacre), confortò gli afflitti, incoraggiò l’unità della Chiesa e rinsaldò la fede. & 1° giorno della novena in preparazione alla festa di s. Giuseppe, patrono universale della Chiesa.

▪ Mercoledì 11 marzo: In Scozia, s. Costantino († 576), discepolo di s. Columba, fondatore del monastero di Govan, abate, evangelizzatore dei Pitti (popolazione indigena dell’odierna Scozia), martire. In Vaticano, in Piazza S. Pietro, udienza generale di Papa Francesco per la catechesi del mercoledì (ore 9.50-11.30: http://player.rv.va /rv. player01.asp?language=it& visual=VaticanTic &Tic= VA_5C5RMISS). & giorno della novena in preparazione alla festa di s. Giuseppe.

▪ Giovedì 12 marzo: S. Luigi Orione († 1940), fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza e di alcune congregazioni religiose per il bene dei giovani e degli emarginati, canonizzato da Giovanni Paolo II nel 2004, e, a Soverato_01_120315Cracovia, b. Angela Salawa († 1922), terziaria francescana, domestica, sepolta nella chiesa di S. Francesco. & A Soverato, nell’Auditorium Istituto Alberghiero, Convegno su «Il cibo e la comunione tra gli uomini. Coltivare, custodire e trasformare la terra», organizzato dal Centro Studi Verbum e promosso dall’Arcidiocesi Metropolitana Catanzaro-Squillace, Movimento Apostolico e Zenit (si veda il programma: http://www.diocesi catanzarosquillace.it /download/ cibo_ comunione_ uomini_ soverato_ 120315.pdf). & Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, adorazione eucaristica (ore 17-18). & 3° giorno della novena in preparazione alla festa di s. Giuseppe.

▪ Venerdì 13 marzo: A Oxford in Inghilterra, b. Agnello da Pisa († 1235/1236), sacerdote, compagno di s. Francesco d’Assisi dal 1212, da lui inviato nel 1217 in Francia come ministro provinciale e nel 1224 in Inghilterra per istituirvi la nuova provincia francescana. & In Vaticano, nella Cappella Redemptoris Mater, 3ª predica di Quaresima, svolta da p. Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, sul tema: «Oriente ed Occidente uniti nella stessa professione di fede» (ore 9-), e, nella basilica di S. Pietro, celebrazione penitenziale, con il rito per la riconciliazione (ore 17-18: http://player.rv.va/ rv. Papa Francesco con colombaplayer01. asp? language=it &visual=VaticanTic &Tic=VA_5C5RMISS). & 2° anniversario dell’elezione del card. Jorge Mario Bergoglio al 266° successore di s. Pietro, il primo con il nome del Poverello d’Assisi, il primo gesuita, il primo dall’America Latina, che ha aperto il cammino di «fratellanza, amore e fiducia tra noi», di una «Chiesa vivace, povera, in uscita», dalle porte aperte, con il continuo richiamo a spogliarsi della «mondanità spirituale», a lasciarsi amare da Dio Padre amoroso e ad abbandonarsi nel suo abbraccio, a favorire una cultura dell’incontro, della condivisione e della solidarietà verso i più deboli e gli indifesi, a «creare comunione, irradiare gioia, edificare la pace». & Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, Via crucis, animata dai gruppi parrocchiali (ore 17.15-18), e «24 ore per il Signore», iniziativa promossa dalla Forania Catanzaro Sud in unione con Papa Francesco: confessioni e adorazione eucaristica (ore 19-24). & giorno della novena in preparazione alla festa di s. Giuseppe.

▪ Sabato 14 marzo: 14ª Giornata Nazionale dell’Unitalsi, cioè dell’Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali, per promuovere in circa 2 mila piazze la sensibilizzazione verso i bisogni dell’altro, per rilanciare i pellegrinaggi, in particolare quelli a Lourdes, Fatima e Loreto, per sviluppare le case famiglia, per comunicare tutti i progetti, le attività, le azioni di sostegno alla malattia e alla disabilità che l’Associazione ha messo in campo sul territorio italiano (14-15.03). A Nagasaki, in Giappone, inizio delle celebrazioni per il 150° anniversario della scoperta dei “cristiani nascosti” (1865), che dopo 250 anni di persecuzioni furono finalmente liberi di Cusmanoprofessare la loro fede (14-17.03). & A Palermo, b. Giacomo Cusmano († 1888), sacerdote, chiamato “medico dei poveri” o anche “padre dei poveri” per la sua generosità e abnegazione, fondatore dell’associazione del «Boccone del Povero» e delle due congregazioni: Servi e Serve dei Poveri, beatificato nel 1983 da Giovanni Paolo II (per saperne di più si veda: http://www.cusmano.org/). & Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, «24 ore per il Signore», iniziativa promossa dalla Forania Catanzaro Sud in unione con Papa Francesco: confessioni e adorazione eucaristica (ore 8.30-18). 5° giorno della novena in preparazione alla festa di s. Giuseppe.

 Domenica 15 marzo: 4ª di Quaresima, detta Laetare (2 Cr 36,14-16.19-23; Sal 136; Ef 2,4-10; Gv 3,14-21). 14ª Giornata Nazionale dell’Unitalsi (14-15.03). & 4ª Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata alla lotta ai disturbi del comportamento alimentare, malattie complesse che portano chi ne è affetto a vivere con l’ossessione del cibo, del peso e dell’immagine corporea: l’anoressia nervosa, la bulimia, il binge eating (disturbo da alimentazione incontrollata) ed altre forme quali i disturbi sottosoglia, forme ibride ed Ednos (disturbi alimentari non altrimenti specificati o disturbi del comportamento alimentare-Nas). & A Parigi in Francia, s. Luisa de Marillac († 1660), vedova, che guidò con il suo esempio l’Istituto delle Figlie della Carità nell’assistenza ai bisognosi, portando a pieno compimento l’opera avviata da s. Vincenzo de’ Paoli. A Roma, in Piazza S. Pietro, incontro di Papa Francesco con i pellegrini per la recita della preghiera mariana dell’Angelus Domini e per una breve riflessione (ore 12-12.30). & 6° giorno della novena in preparazione alla festa di s. Giuseppe.

▪ Lunedì 16 marzo: B. Benedetta di Assisi († 1260), prima badessa dopo s. Chiara nel governo del monastero di S. Damiano, presente al processo della sua canonizzazione (1253), all’inizio della costruzione della basilica di S. Chiara (1257), al trasferimento delle Clarisse da S. Damiano ai locali annessi alla vecchia chiesa di S. Giorgio e forse anche al trasferimento del corpo di s. Chiara dalla chiesa di S. Giorgio alla nuova basilica, sepolta nella chiesa di S. Giorgio e dal 1602 nella cappella dedicata a lei nella basilica di S. Chiara, insieme alle reliquie della b. Amata e s. Agnese. & 7° giorno della novena in preparazione alla festa di s. Giuseppe& Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, Giornate eucaristiche, cosiddette «Quarantore», che si concluderanno alle ore 18 di mercoledì 18 marzo, proseguendo poi nella quotidiana disponibilità a condividere, donare ed unire, e inizio delle catechesi tenute dai catechisti del Cammino neocatecumenale ogni lunedì e giovedì, fino alla Settimana Santa (ore 20.30).

Patrick's Day▪ Martedì 17 marzo: S. Patrizio († 461), di origini scozzesi, vescovo, apostolo e patrono dell’Irlanda e degli irlandesi nel mondo (da notare la presenza della leggendaria figura del Santo nell’emblema nazionale irlandese: il trifoglio [shamrock], con il quale egli avrebbe spiegato agli irlandesi il concetto della Trinità). & 154° anniversario dell’unità d’Italia (1861): una ricorrenza di appartenenza. & 8° giorno della novena in preparazione alla festa di s. Giuseppe& Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, 2ª Giornata eucaristica e 3° anniversario della morte di p. Mario Brentazzoli, servo “giusto e fedele”, premuroso e generoso nel servizio ai fratelli e alle sorelle, amato per la sua semplicità e bontà verso i poveri, gli ammalati e i missionari, da molti visto come un vero figlio di s. Francesco, attratto dall’amore per Cristo povero, “pellegrino e forestiero”.

▪ Mercoledì 18 marzo: S. Cirillo († 387), vescovo di Gerusalemme e dottore della Chiesa (1882), impegnato nella disputa cristologica seguita all’affermazione del Simbolo niceno (Credo) proclamato nel 1° Concilio Ecumenico di Nicea (325), partecipe al 2° Concilio Ecumenico celebrato a Costantinopoli (381), durante il quale ha respinto la dottrina ariana sul Cristo, dichiarandolo Figlio di Dio per natura – e non per adozione – ed eterno come il Padre (il Concilio Vaticano II richiama il suo insegnamento, con quello di altri Padri, in due Costituzioni dogmatiche: la Lumen gentium sulla Chiesa e la Dei Verbum sulla divina Rivelazione, e nel decreto Ad gentes sull’attività missionaria della Chiesa nel mondo contemporaneo). & In Vaticano, in Piazza S. Pietro, udienza generale di Papa Francesco per la catechesi del mercoledì (ore 9.50-12: http://player.rv.va /rv.player01.asp? language=it&visual=Tv). & A Catanzaro, nell’Aula Sancti Petri (Via dell’Arcivescovado, 13), presentazione del volume-frutto del servizio culturale e pastorale reso da mons. Raffaele Facciolo, vicario generale dell’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace (ore 17.30-). & Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, 3ª Giornata eucaristica& 9° giorno della novena in preparazione alla festa di s. Giuseppe.

▪ Giovedì 19 marzo: S. Giuseppe, «sposo di Maria» (Mt 1,16) e tutore di Gesù, silente esempio di dedizione e di umiltà, patrono universale della Chiesa, proclamato da Pio IX nel 1870 (sulla sua figura e la missione nella vita di Cristo e della Chiesa si legga l’Esortazione apostolica Redemptoris Custos di Giovanni Paolo II pubblicata nel 1989). Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, adorazione eucaristica parrocchiale (ore 17-18) e catechesi neocatecumenale (ore 20.30).

Per approfondimenti sul cammino quaresimale si vedano:

«Rinfrancate i vostri cuori» (Gc 5,8). Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2015 (http://w2.vatican. va/content/francesco/it/messages /lent/documents /papa-francesco_2014 1004_me ssaggio -quaresima 2015. html)

Il tempo si è fatto breve (V. Bertolone)«Il tempo si è fatto breve» (1 Cor 7,29. Una Quaresima con l’occhio e il cuore verso il futuro. Lettera di mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, per la Quaresima 2015 (http://www.diocesicatanzaro squillace.it /download /lettera_ Quaresima3. indd.pdf)

Auguri di buon cammino a tutti.

Piotr Anzulewicz OFMConv