Gli sbarchi non sono finiti

La nave dolce - portoMolti, troppi, si sono lasciati sfuggire la proiezione del docufilm «La nave dolce» di Daniele Vicari, regista di «Diaz» sui fatti del G8 di Genova, il 3° film della 2ª edizione del CineCircolo promossa dal Circolo Culturale San Francesco e curata dalla dott.ssa Teresa Cona con lo Staff, nel suo andare incontro a ciascuno, l’altro e l’altra, «sui sentieri della misericordia». La presenza nel Salone «S. Elisabetta d’Ungheria» presso la chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido sarebbe potuta essere numerosa e sarebbe davvero valsa la candela proiettarlo. «La nave dolce» non solo rendeva visibile e concreto ciò che altrimenti sarebbe stato soltanto immaginabile: coinvolgeva sia la sfera cognitiva che quella emotiva degli spettatori e lanciava a loro dei messaggi molto impressionanti, dotati di grande valore educativo. Sì, lo si doveva proiettare.

KatynIl film racconta molto di noi e del nostro Bel Paese. È uno di quelle opere che sono “agenti di storia”, cioè costruttori o addirittura protagonisti di avvenimenti significativi, per l’incidenza sull’evoluzione della società. Si consideri, al riguardo, una pellicola come Katyń (2007) di Andrzej Wajda, dedicata alla terribile strage di 22 mila prigionieri polacchi, prevalentemente ufficiali e sottufficiali, uccisi dai comunisti sovietici nel 1940 a sangue freddo, con un colpo alla nuca. In Polonia il film – anche se esteticamente non eccelso – è diventato un “caso” nazionale ed è stato visto da circa 3 milioni di spettatori. Katyń è basato su Post mortem, il libro di Andrzej Mularczyk, e sul diario del maggiore Adam Solski, trovato durante l’esumazione del cadavere nel 1943. Lo stesso regista è figlio di uno degli ufficiali polacchi uccisi a Katyń, Jakub Wajda. La pellicola evidenzia il tentativo di occultamento effettuato dai comunisti sovietici per nascondere la loro responsabilità dell’eccidio. Marc Ferro, storico francese ed esperto della Russia e della storia del cinema, osserva che in passato erano le opere letterarie a incidere sull’opinione pubblica. Si pensi, per esempio, alla battaglia culturale che suscitò oltralpe il dramma Hernani di Victor Hugo nel 1830. Oggi, invece, sono i film, gli spettacoli televisivi e soprattutto Internet gli strumenti di informazione privilegiati, in grado di esercitare, talvolta, un’azione sulle vicende storiche, nel bene o nel male. Così anche il docu-film di Daniele Vicari, il film ‘dal vivo’, incentrato sulla ‘vita colta sul fatto’, riflettendo la società, contribuisce a modificarla in meglio. Ci ricorda che anche nei momenti più oscuri e inattesi si può trovare una voce dentro di noi che ci fa rimanere umani.

La_nave_dolce_Daniele_Vicari_Foto_Luca_Turi_TuriLa proiezione è stata seguita da un breve dibattito sul dramma degli immigrati alla conquista di un “Eden” italiano. Dell’incredibile storia della nave mercantile albanese Vlora (dolce perché trasportava zucchero) che l’8 agosto 1991 con 20 mila profughi in cerca di libertà e di lavoro sbarcò nel porto di Bari e della successiva azione politico-repressiva che portò al rimpatrio forzato dei clandestini, Vicari fornisce un dettagliato e serrato racconto, grazie al materiale girato allora dalla Rai e da Tele Norba, ma anche grazie ai testimoni italiani e albanesi della vicenda: documenta alla perfezione la storia che è particolarmente istruttiva per capire quello che accadde da lì ai prossimi vent’anni come invasione extra-comunitaria nel nostro paese. Le immagini della Vlora, che si muove nel Mediterraneo, sono qualcosa di incredibile e di biblico: rappresentano il primo grande terremoto dei popoli poveri verso quello che sembrava il paese del Bengodi. È davvero difficile dimenticare quella nave attraccata al porto, ancora più conturbante di quella della Costa Crociere capovolta al largo delle coste dell’Isola del Giglio, e quella massa sterminata di maschi affamati, assetatati, stremati dal viaggio. Molti scesero dalla nave ancora prima che l’imbarcazione fosse ferma, in cerca di aiuto e di cure sanitarie, e di quella libertà tanto vagheggiata dopo decenni di miseria e di dittatura comunista. Di questi disperati, solo 1 500 circa riuscirono a sfuggire alla polizia e rimanere in Italia, mentre gli altri furono rispediti a bordo di aerei di Stato in Albania, facendogli credere che sarebbero stati trasferiti a Roma. Il sindaco del capoluogo pugliese, Enrico Dalfino, insieme a molti concittadini, diede prova di grande solidarietà, fornendo il proprio aiuto ai profughi.

Oggi, secondo Patrick Nicholson, responsabile del Servizio comunicazioni della Caritas Internationalis, «l’Europa soffre di una crisi di solidarietà nei confronti dei rifugiati che bussano alle sue porte in fuga dalla guerra». Dopo la decisione dell’Austria di limitare gli accessi ai migranti e l’annuncio, da parte dell’Ungheria, di voler indire un referendum sulle quote obbligatorie, i Paesi della “rotta balcanica” hanno introdotto analoghe misure restrittive, soprattutto alla frontiera greco-macedone, dove possono passare solo profughi dalla Siria e dall’Iraq, muniti di validi documenti di identità. «Si è creato un effetto domino»: persone che vengono trattate come merci o pacchi, rimpallate da un Paese all’altro. In Grecia, già colpita fortemente dalla crisi, sono rimaste bloccate migliaia di persone senza le adeguate condizioni per un soggiorno più lungo, come alloggi, cibo, accesso all’acqua. La Caritas non smette di distribuire confezioni di cibo, kit igienici, medicinali, ma allo stesso tempo chiede che «l’Unione europea dia priorità alla vita ed ai diritti delle persone, anziché al controllo delle frontiere». Infatti, i migranti non sono ‘flusso’ o ‘invasione’, filo spinatoma uomini, donne, bambini e anziani a rischio. La ‘fortezza Europa’ – con muri, controlli e filo spinato – non scoraggerà le persone a rischiare la propria vita per arrivarci. Non è un fenomeno che nasce oggi. Tutti i trend relativi al numero di guerre, di rifugiati e di sfollati interni sono in aumento: il 2014 e il 2015 hanno costituito i picchi di un fenomeno ben noto. Le drammatiche testimonianze che ci giungono non fanno che rafforzare, di fatto, una preoccupazione rispetto all’Europa che ha perso lo smalto nelle sue qualità di accoglienza, di rispetto, di promozione umana. Si è chiusa in se stessa ed è diventata egoista. Per qualsiasi cosa che la tocchi, o le dia un po’ fastidio, si chiude a riccio. Meravigliano anche i Paesi scandinavi che per tradizione sono stati sempre molto accoglienti: la Svezia vuole rimandarne via 80 mila e così la Finlandia; la Danimarca, poi, si prende tutti i beni di questa gente.

E’ un problema l’immigrazione. Un coraggio e una disperazione senza fine: gente che vende, lascia tutto, scappa e si imbarca nelle carrette del mare… Un sussulto di compassione, di dignità e di solidarietà, da parte nostra.

La serata si è conclusa con un aperitivo. Il prossimo appuntamento è per venerdì 4 marzo, con la proiezione del film «Il padre» del regista tedesco di origine turca Fatih Akin, seguito dal cinedibattito sul genocidio degli armeni, il male e la sofferenza, la guerra e la migrazione, il potere di amore di speranza.

(pa)

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Catanzaro: città da amare

IncontroCatanzaro Lido. – Venerdì 19 febbraio, dalle ore 18.45 alle 21, nel Salone «S. Elisabetta di Ungheria» presso la chiesa «Sacro Cuore», si è svolta la 3ª Serata conviviale del WikiCircolo dal tema: «Curiosità su Catanzaro: un modo per scoprire ed amare la propria città». Il relatore-“cicerone” è stato l’avv. Pepino Frontera, che presentando una lista originale di “attrazioni”, ci ha condotti in un «tour» virtuale tra fatti strani e curiosi della città e dintorni. Uscendo dalle piste classiche, quelle turistiche e perlopiù commerciali, abbiamo avuto una stimolante occasione di «riaccendere in noi – come ha sottolineato Piotr Anzulewicz OFMConv, dando il là alla Serata – l’interesse e il coinvolgimento di cittadino attivo e turista creativo per costruire insieme un futuro di armonia, in una città più giusta e più solidale, nella diversità, nella convivenza pacifica delle diverse componenti, nella scia di quello che ci chiede Papa Francesco. Il suo progetto per la città è quello di trasformare l’insieme dei cittadini in un popolo che ha al centro i poveri: un insieme organico di “cittadini responsabili, non una massa amorfa”».

SassofonistaLa fatica di esserci all’appuntamento valeva la candela. Il Relatore ha parlato, tra l’altro, della miniera di barite che è stata dismessa negli anni ottanta del secolo scorso. Ha svelato come lo stemma della città, quello originario, ormai in disuso, rappresentava la seta, prodotto per cui la città era nota nei secoli scorsi. Non sono mancati vari aneddoti tradizionali catanzaresi, come quelli della Via Lattea. Ha menzionato il caso delle «monache di casa». Ha spiegato il significato del detto: «Finhi’ u tempu de’ i canonici e lignu». Ci ha raccontato come i marmi verdi di Gimigliano siano stati scelti per adornare la piazza centrale di San Pietroburgo. Ha parlato della «fhadda d’a Madonna», facendoci rivivere il “sogno”di Mico Scaramuzzino, il quale aveva dedicato la sua vita a «occhi niguri» della Madonna del Rosario.

Tanti appunti su Catanzaro, ricca di richiami storici e culturali, eventi e usanze, hanno regalato ai presenti un sorriso e destato curiosità. Un modo singolare per amare la città con una storia da fare invidia a molte altre località in Europa.

Tra i partecipanti alla Serata c’era sr. Apollonia Kasay di Cropani Marina, dove ha fondato la Casa di Nazareth, e con lei una simpatica ragazza francese della Normandia, Gerardine. In un’atmosfera gioiosa ci siamo immersi nei sapori del consueto’“aperitivo”, arricchito, oltre la pizza, da varie delizie della tradizione gastronomica calabrese, portate dalle signore partecipanti alla Serata.

Il prossimo appuntamento sarà venerdì 26 febbraio, al CineCircolo, «sui sentieri della misericordia», con la proiezione del documentario «La nave dolce» e il cinedibattito sul dramma degli immigrati alla conquista di un “Eden” italiano. Non lasciamocelo sfuggire.

Teresa Cona




Noi, cittadini di società “plurali”

Un film parlatoCatanzaro Lido – Venerdì 12 febbraio siamo al secondo appuntamento della seconda edizione del CineCircolo, nel Salone «S. Elisabetta d’Ungheria», all’ombra della chiesa «Sacro Cuore». Un luogo ideale per mettersi «sui sentieri della misericordia» nel tempo di Quaresima. È la volta della proiezione di «Un film parlato» del regista portoghese Manoel De Oliveira con il cinedibattito sulla «diversità culturale, laicità ed educazione al rispetto dell’alterità e al dialogo interculturale». Il maltempo: freddo e pioggia, ha scoraggiato i più a recarsi all’appuntamento. Un vero peccato, vista la grande attualità dell’argomento innescato dalla pellicola e la felice coincidenza con due eventi significativi:

  1. Fratello Sole, sorella Lunail giorno del 93° compleanno di Franco Zeffirelli, regista, sceneggiatore e politico – nel cinema restano famose le sue trasposizioni letterarie: dalla romantica vicenda di Romeo e Giulietta del 1968, a una sentita biografia del Poverello d’Assisi, visto come precursore dei “figli dei fiori”, ossia il suo Fratello sole, sorella luna, con musiche di Ritz Ortolani e Claudio Baglioni del 1972, fino al memorabile Gesù di Nazareth del 1977 entrato nella storia per il ritratto particolarmente umano del Cristo, la cui eterea spiritualità pervade l’intera opera, e all’Amleto nell’interpretazione di Mel Gibson del 1990;
  2. il convegno sul tema: «Tra paura e speranza costruiamo un futuro globale», in corso dalle ore 19 alle 22 presso l’Università degli Studi Internazionali di Roma, promosso dall’associazione Zetein – una serata di dibattiti, testimonianze e confronti, aperta a tutta la città, e in particolare alle famiglie e agli studenti, per sconfiggere diffidenze ed estremismi e intraprendere percorsi di pace in un mondo dilaniato da conflitti: «Abbiamo uno scenario libico, uno siriano e quello turco – ha spiegato il prof. Giorgio Zaccaro, presidente di Zetein –, assistiamo al dramma delle migrazioni, c’è tanta miseria e tanto dolore. Nel nostro piccolo l’ambizione è quella di invertire la tendenza e di provare a dare un segnale positivo di aggregazione e di unione di mondi diversi a livello di appartenenza politica e religiosa, e cercare di offrire qualche piccola ipotesi di soluzione».

Due coincidenze felici per il nostro “convegno”, anch’esso con il dibattito aperto, creativo e pluralista rispetto alla realtà globale che spaventa tutti. Siamo consapevoli che in questo momento – a livello nazionale, europeo ed anche locale – prevale una fortissima tendenza alla sfiducia, alla frammentazione, alla passività. Noi tuttavia non ci rassegniamo. Crediamo che sia necessario intervenire, portando a conoscenza realtà positive di incontro, di accoglienza, di integrazione, di multiculturalismo, consapevoli che l’incontro con l’altro passa attraverso la cultura e questa è certamente il prezioso veicolo per costruire la pace.

La dott.ssa Teresa Cona, segretaria del Circolo e curatrice del CineCircolo, ha quindi riportato il messaggio di Jean Figel, commissario europeo per l’istruzione, la cultura e il multiculturalismo, indirizzato nell’Anno del dialogo interculturale (2008) alle Nazioni Unite. Il Commissario ha ricordato come il dialogo sia condizione indispensabile e caratteristica dell’integrazione europea: «Abbiamo bisogno di imparare a vivere assieme e ciò significa vivere appieno la propria identità nel rispetto del prossimo, arricchendoci a vicenda, oltre la tolleranza e la mescolanza culturale». Solo un aperto e rispettoso scambio di punti di vista tra individui e gruppi, appartenenti a culture diverse, può condurci ad una comprensione più approfondita della percezione globale dell’altro.

film-parlato-700x350È su questo sfondo che abbiamo guardato «Un film parlato» in portoghese, inglese, francese, italiano, greco: una babele, colta e raffinata, dove la lingua non è un ostacolo, ma mezzo di cultura. Un film dalla storia intrigante ed accattivante: Rosa Maria, giovane professoressa universitaria di storia, attraversa il Mediterraneo, assieme alla piccola figlia Maria Joana, per raggiungere il marito che si trova a Bombay. E’ un viaggio affascinante che la conduce nei luoghi dove la civiltà occidentale ha avuto la sua culla e dove si è sviluppata raggiungendo le più alte vette della sua crescita: Ceuta, Marsiglia, Pompei, Atene, Istanbul, Cairo fino ad Aden… Madre e figlia percorrono migliaia di storia e di conoscenza ed apprendono le basi e le ragioni della cultura occidentale. Sulla nave poi hanno la fortuna di conoscere il capitano, un americano di origine polacca (John Malkovich), e tre affascinanti donne: l’imprenditrice francese Dauphine (Catherine Deneuve), l’ex-modella italiana Francesca (Stefania Sandrelli), la cantante ed attrice greca Helena (Irene Papas). Esperienza elettrizzante e fertile se non fosse che qualcuno dei terroristi minacci la sicurezza della nave e dei suoi passeggeri… Infatti, un vile attentato pone fine al viaggio di Rosa Maria e della sua figlioletta, lasciando lo spettatore sbigottito a prendere coscienza di quanto balorda, dannosa e atroce sia l’incapacità di un dialogo costruttivo e sereno tra popoli di diverse civiltà.

Roosa Maria con la figlia Maria JoanaLa trama reca, dunque, messaggi altamente condivisibili. Nei suoi risvolti positivi mostra come sia facile attraverso la profonda conoscenza delle diverse culture sentirsi parte di un “tutto”. Solo la bieca, ottusa ed incivile pratica del “settarismo” e della chiusura intellettuale, sociale e politica può trascinare l’umanità verso il distruttivo annullamento di se stessa. «Oggi, o si scommette sul dialogo e sulla cultura dell’incontro, o tutti perdiamo» (Papa Francesco). Soltanto così va il cammino fecondo.

Un breve dibattito tra i presenti ha chiuso la serata. Si rimane con l’amaro in bocca sapendo che poco si è fatto, e molto più si dovrà fare, affinché gli atti terroristici, a cui stiamo assistendo oggi, vengano fermati. Questo sospinge tutti noi, cittadini di società sempre più «plurali», a guardare con più consapevole attenzione e senza pregiudizi l’«altro», il «diverso», lo «straniero» che arriva sul nostro territorio. Occorre cercare di comprenderne le sue ragioni e facilitare la sua inclusione nella società, senza spogliarlo della sua identità e delle sue radici.

Un aperitivo fugace ha stemperato gli animi. L’appuntamento è per il prossimo venerdì 19 febbraio 18.45 con la 3ª Serata conviviale dal titolo: «Curiosità su Catanzaro: un modo per scoprire ed amare la propria città».

Piotr Anzulewicz OFMConv




«Laudato si’ per sor’Acqua»

Continuano le Serate conviviali con aperitivo dedicate – nella loro seconda edizione – a «Catanzaro ed oltre». Venerdì 5 febbraio si è svolta la seconda, focalizzata su «Catanzaro-città che galleggia sull’acqua e il ‘futuro dell’acqua’ – ‘bene comune’», nel Salone «S. Elisabetta d’Ungheria», situato al lato destro della chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido.

Francesco - CanticoPer introdurla, Piotr Anzulewicz OFMConv ha sottoposto all’assemblea tre stralci della Lettera-Enciclica «Laudato si’ sulla cura della casa comune» di Papa Francesco (nn. 1-2 e 30) e un versetto del Cantico di frate Sole sgorgato dal cuore di Francesco d’Assisi a San Damiano nella primavera 1225: «Laudato si’, mi’ Signore, per sor’Acqua, la quale è multo utile et humile e preziosa e casta» (v. 15). Una lauda che è l’espressione di stupore e di meraviglia di fronte a tale “sorella” di noi, esseri umani. Ed è anche un invito ad avere cura di lei, incalcolabile bene pubblico, primario ed essenziale alla vita, inalienabile diritto di tutti a cui, purtroppo, molti non hanno accesso. Questa “sorella”, chiamata anche l’«Oro blu», si trova oggi in grave pericolo. Anzulewicz ha quindi menzionato un “manuale” che fornisce un lungo elenco di predoni: I predoni dell’acqua. Acquedotti, rubinetti, bottiglie: chi guadagna e chi perde (Edizioni San Paolo, 2004). Il libro è stato scritto da Giuseppe Altamore, uno dei maggiori esperti in questioni idriche, sociologo e giornalista, autore di altri importanti volumi: Europa, istruzioni per l’uso (Oscar Mondadori, 1992), Tutte le parole dell’economia (Oscar Mondadori, 1994), Personal budget (Sole24 Ore, 2001), Qualcuno vuol darcela a bere. Acqua minerale, uno scandalo sommerso (Fratelli Frilli Editori, 2003).

Paesaggio«Sor’Acqua» è ormai al centro di un grande business. Multinazionali, agricoltori e semplici cittadini cercano di trarne il maggior vantaggio. Si parla di «guerre dell’acqua», di gestione privata degli acquedotti, di «corporations» che imbottigliano la minerale vendendoci l’illusione della sua purezza, di migliaia di pozzi abusivi per irrigare i campi e coltivare agrumi o meloni regolarmente destinati alla distruzione… Le grandi aziende del settore elettrico, per produrre energia, hanno già prosciugato i corsi d’acqua delle nostre Alpi e le dighe costruite al Sud, inutili, devastanti e mai ultimate, hanno già macinato milioni di euro. La desertificazione di un terzo del territorio italiano, la salinizzazione delle falde acquifere e costiere, lo sfruttamento eccessivo delle sorgenti stanno compromettendo sia la quantità sia la qualità delle nostre risorse. La più grave delle minacce è comunque l’inquinamento. Pesticidi, idrocarburi e tantissime altre sostanze tossiche stanno lentamente avvelenando la nostra «sor’Acqua». Secondo il CNR, il Ministero della Salute e l’Organizzazione Mondiale della Santità, 100 mila sostanze chimiche, create dall’attività umana, finiscono nell’acqua, ma di queste solo 3 mila sono conosciute e solo 500 testate.  In questo scenario si muovono anche i spregiudicati venditori di purificatori che tentano di trarre il maggior vantaggio possibile dai mali che attanagliano le sorgenti, i fiumi e i laghi. Leggendo il libro di Altamore, si può scoprire come trattano la «sor’Acqua» prima di farla scorrere nei nostri rubinetti. Davvero si rischia di non poter avere più acqua buona da bere. In tutto il pianeta è in corso la “guerra” economica di accaparramento, di espropriazione e di sfruttamento delle risorse, con la marcia trionfale della lobby che punta a gestirle globalmente, aprendo ulteriormente la forbice fra chi ha l’acqua e chi non ce ne ha, preconizzando un nuovo ordine globale capace solo di porci di fronte ad una nuova, terribile, insopportabile forma di diseguaglianza.

IMG_4529IMG_1638Su tale inquietante sfondo l’avv. Peppino Frontera, relatore e curatore principale delle Serate, ha proiettato i presenti in una Catanzaro sconosciuta ai più – una città che anticamente era tutto un susseguirsi di giardini pieni di fontane, di alberi e di frutti. Ha ricordato, tra l’altro, che grazie a Gioacchino Murat († 1815), generale francese e re di Napoli, venne costruito il primo acquedotto, detto del “Visconte”, che originava dai territori di Gimigliano e Pentone e raggiungeva la Piazza Matteotti, per una estensione di 12 km. L’intero manufatto idraulico (gallerie a volta, torrioni, balze, fontane del centro di Catanzaro), annoverato tra le opere di “archeologia industriale”, è oggi proprietà dell’Ente comunale di Catanzaro, il quale si è impegnato, insieme con la Sovrintendenza ai Beni Culturali, di salvaguardarlo e valorizzarlo. L’acquedotto è capace ancora di una portata media di 27 litri di acqua al secondo. Il Relatore ha dunque proseguito asserendo che la città giace su grandi falde acquifere e su di un fiume – il fiume Abisso che scorre al di sotto delle costruzioni, come veniva testimoniato dagli operai che, intenti a costruire il campanile della chiesa-madre, ne sentivano lo scroscio incessante. Ha poi ricordato le molteplici fontane e fontanelle disseminate su tutto il territorio catanzarese, la maggior parte delle quali già dismesse per vari motivi.

IMG_4538IMG_4541Dopo un gioioso scambio di ricordi tra il Relatore e l’uditorio, la parola è passata alla dott.ssa Teresa Cona, segretaria del Circolo, che ha edotto i presenti sulle ultime normative, in questioni di acqua, vigenti in Europa e, dunque, sul territorio nazionale. Intorno alla gestione dell’acqua, che è un bene primario inalienabile, gravitano fortissimi interessi. Poiché le Nazioni Unite non hanno una politica intorno alle risorse idriche, il Consiglio Mondiale sull’Acqua, creato dalle multinazionali europee, cerca di imporre le proprie politiche di gestione economiche a carico delle risorse idriche. La visione di questo Consiglio riduce l’acqua ad una “merce”, dalla gestione della quale ricavarne profitti. Di più, con la direttiva Quadro n. 6/2000, che vede l’acqua gestita da società private, ratifica due principi cardine: quello della copertura dei costi e quello che «chi inquina paga». Così i Paesi ricchi, i quali hanno accesso a tecnologie avanzate, potranno pagare per il “bene”-acqua e invece i Paesi in via di sviluppo non avranno accesso ad esso, per i costi imposti dai proprietari-gestori di questo “bene”. L’acqua come diritto umano è tuttavia bene comune ed è opportuno escludere i servizi idrici dalle regole di mercato.

IMG_4542IMG_1636Un momento importante della Serata era certamente legato all’intervento di Francesco Longo, assessore comunale alla gestione del territorio. In quest’occasione egli ha spiegato come il Palazzo De Nobili, sotto la guida del sindaco Sergio Abramo, fa fronte ai molteplici problemi della città inerenti alla gestione idrica. Si è soffermato sui rapporti della So.Ri.Cal. Spa – società delle risorse idriche calabresi, attualmente in liquidazione “tecnica” – con la Regione Calabria. Molti sono stati i problemi ereditati dalle gestioni passate, ma l’impegno dell’Assessore nel cercare di risolvere le situazioni di precarietà, ha rasserenato gli animi dei presenti che sentono il problema dell’acqua come prioritario. Si è quindi acceso un serrato dibattito e l’Assessore non si è sottratto dal rispondere a molteplici domande, assicurando il suo sincero impegno nel fare il possibile per migliorare il servizio. C’è speranza di avere al rubinetto di casa la «sor’Acqua» pura, «preziosa e casta».

La Serata si è conclusa con l’aperitivo conviviale, bevendo e mangiucchiando in compagnia cose gustose, tra cui la pizza «Margherita» (un grazie speciale alle signore Ada e Rachelina per avercela offerta, ma anche a Ghenadi e Gabriele, tecnici del suono). L’aperitivo, insomma, che ha reso la Serata davvero gradevole. Arrivederci al prossimo appuntamento del CineCircolo: venerdì 12 febbraio, con la proiezione di «Un film parlato» e il dibattito sull’educazione al dialogo interculturale e al rispetto dell’alterità.

(pa/tc/pf)

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È partita anche la 2ª edizione del CineCircolo

Venerdì 29 gennaio il Circolo ha lanciato la 2ª edizione del CineCircolo, un’iniziativa originale e interessante, «sui sentieri della misericordia», focalizzata sulla triade: accoglienza–integrazione–viaggi della speranza, con il cinedibattito a conclusione.

Calabria 1In una cultura, che sempre più si configura come cultura della spettacolarità generalizzata, il CineCircolo, nella sua 1ª edizione, con il ciclo «Calabria mon amour», ha presentato pellicole su temi-storie ambientate sul territorio calabrese, per rendere conoscibile un patrimonio cinematografico legato direttamente ai paesi, alle città e ai luoghi che, ospitando i set, le troupe e i cast, sono diventati famosi, o ai personaggi del cinema, di nascita o di famiglia calabrese, che si sono fatti conoscere in tutto il mondo. Così gli spettatori hanno avuto l’occasione di «comprendere meglio – leggiamo sul pieghevole – la nostra storia, la nostra cultura e le nostre tradizioni, apprezzarne la bontà e comunicare la bellezza, attraverso il coinvolgimento personale, la prossimità e il dialogo, sulle strade digitali del nostro mondo contemporaneo, affollate di umanità, spesso ferita: uomini e donne che cercano una salvezza o una speranza». Durante il cinedibattito, che seguiva ogni proiezione del film, potevano reimparare ad ascoltare, comunicare e fruttificare, nella prossimità e in modo inclusivo, rispettoso e costruttivo, favorendo uno sguardo d’insieme. È stato un «omaggio alla terra di Calabria, spesse volte dimenticata e mai sufficientemente apprezzata per le infinite qualità paesaggistiche, folcloristiche, faunistiche, culinarie, ed ai suoi abitanti».

Volantino - DoichlandaLa proiezione del film-documentario musicale «Doichlanda» di Giuseppe Gagliardi (per la recensione si veda ad esempio il link: http://www.mescalina.it/musica/recensioni/il-parto-delle-nuvole-pesanti-doichlanda-dvd) ha segnato il lancio della 2ª edizione del CineCircolo. Tutti i film sono stati selezionati, con la preziosa consulenza di Eugenio Attanasio, regista e presidente della Cineteca della Calabria, nella prospettiva indicata da Papa Francesco nella Bolla di Indizione dell’Anno giubilare, dal titolo «Misericordiae vultus» (11 aprile 2015), per immergere gli spettatori nella dimensione di misericordia e di compassione, di perdono e di riconciliazione. Di più, con il cinedibattito, previsto anche questa volta alla fine della proiezione, dove ci si mette qualcosa di se stessi e dove non si è più spettatori passivi, ma attivi, viene offerto uno spazio per le tematiche come l’accoglienza, l’integrazione razziale e i viaggi della speranza. «Tutti – si legge sul dépliant – abbiamo bisogno di metterci in discussione, senza avere mai paura dell’inciampo, e di farci raccontare cosa sta succedendo. È importante nell’Anno della Misericordia andare oltre il senso di colpa e continuare a cercare delle vie d’uscita, suggerite dalla fede, dal coraggio e dalla creatività dell’uomo che da sempre ambisce alla felicità. È un momento straordinario per ritrovare i nostri fratelli più fragili e riconoscerli come coloro che hanno bisogno di noi, che ci tendono le mani e che noi siamo nelle condizioni di poter soccorrerli e accoglierli».

Il mondo crea lacerazioni ed è solcato da scie d’intolleranza, divisioni, violenze e guerre. Il cinema invece, questa moderna e fondamentale espressione dell’arte, unisce popoli, culture e religioni. Per questo il CineCircolo lo propone come luogo del dialogo e dell’incontro, a cui attingere intimamente e intensamente. Quando poi esso s’apre alla dimensione religiosa, toccando temi fortemente umani che hanno in sé una carica trascendente, riesce a travalicare le diverse espressioni per giungere al cuore e alla mente dello spettatore.

IMG_1451Il curatore dell’attuale edizione, la dott.ssa Teresa Cona – segretaria del Circolo, in collaborazione con l’avv. Giuseppe Frontera e il M° Luigi Cimino – membri del Consiglio direttivo, accogliendo queste indicazioni, cercherà di invitare ospiti d’eccezione per condividere la loro conoscenza ed esperienza relative alle tre tematiche sopraindicate. «Abbeverandosi alla fonte della fratellanza, e prendendone ispirazione, ci aiuterà a guarire le memorie dolorose, a costruire l’armonia, a far fiorire incontri umani fecondi. Al cuore della comunicazione vi è soprattutto una profonda dimensione umana – comunicazione che non è solo una tecnologia attuale o aggiornata, ma una profonda relazione interpersonale».

DonnaLa prima pellicola «Doichlanda» ha offerto l’opportunità di soffermarsi sull’emigrazione calabrese e sui flussi migratori tra l’Italia ed altri paesi, soprattutto europei. La serata era piuttosto fredda e solo in pochi hanno avuto il coraggio di venire alla proiezione. Ci dispiace di non disporre di una vera e propria sala cinematografica, riscaldata e attrezzata di poltrone. L’attuale è “povera”, come fu povera s. Elisabetta d’Ungheria a cui essa è dedicata, e condivisa con l’Ordine Francescano Secolare (OFS) e con la Gioventù Francescana (Gi.Fra.). Nell’ottobre scorso, grazie al parroco, p. Ilario Scali, si è arricchita di un palco per l’auspicata biblioteca francescana (al riguardo si legga: https://circoloculturalesanfrancesco.org/site/biblioteca-sognata-insieme/) e di tende per le finestre localizzate in alto e al di fuori della manovrabilità, che finora si doveva adombrare con i supporti in cartone, e nel gennaio di quest’anno, grazie al Circolo, di due lampadari e di una plafoniera (ci servono altre tre o quattro da applicare alle pareti laterali). Per ogni evento affittiamo il service audiovisivo (grazie, Ghenadi, Luigi e Gabriele, per la vostra fatica nel portare, montare, gestire, smontare e portare via), il proiettore e lo schermo. Siamo poveri, e non ce ne vergogniamo, anzi, ne siamo francescanamente fieri. Il nostro budget è quasi sempre in rosso, per cui siamo immensamente grati per ogni piccolo gesto di sostegno. Tra i nostri sogni costanti ci sono anche due essenziali strumenti: un computer e una stampante per la Segreteria.

Siamo lieti di invitare tutti, vicini e lontani, a questa edizione. Per parteciparvi non bisogna acquistare il biglietto, perché l’ingresso è libero e gratuito. A conclusione c’è qualche delizia per il palato. Anch’esso vuole la sua parte. A venerdì prossimo.

Piotr Anzulewicz OFMConv

 




Al via la 2ª edizione del WikiCircolo

Abbé Pierre 5Venerdì 22 gennaio scorso, nel 9° anniversario della morte dell’Abbé Pierre, alle ore 18.45, il Circolo Culturale San Francesco ha inaugurato, nel Salone «S. Elisabetta d’Ungheria» presso la chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, la 2ª edizione del WikiCircolo focalizzata su «Catanzaro ed oltre», nel solco dell’Anno straordinario della Misericordia. In questo modo ha voluto rilanciare il tavolo di quegli «input» che sono necessari alla rinascita della cultura della solidarietà e dell’accoglienza degli «ultimi». «L’accoglienza ospitale e benevolente e la solidarietà umana e sociale – leggiamo sul dépliant di questa edizione – sono del resto le parole d’ordine dell’ideale della nostra Associazione, la cui porta è sempre aperta a tutti», vicini o lontani. È fondamentale la partecipazione: il sapere e il saper fare crescono insieme. Occorre in questo nostro difficile tempo ritrovare insieme «una mentalità nomade che consiste nell’”uscire da sé”, nell’abbandonare la staticità residente, nel proiettarsi in avanti, e una convivialità delle differenze, senza più “stanziarsi” e isolarsi in una sorta di autonomia autocratica e di autosufficienza soddisfatta, ma porsi di fronte all’altro in uno stato di attenzione responsiva, di ascolto, di protezione».

Davanti a noi, dunque, le dieci Serate conviviali con aperitivo, un susseguirsi di atmosfere – speriamo – suggestive ed emozionanti, per la qualità di tematiche, e sostenute e apprezzate – ci auguriamo – con entusiasmo da molti parrocchiani e da coloro che credono che la cultura, anche in piena recessione, sia uno importante ‘media’ nella promozione della società e appannaggio di tutti. Il nostro scopo è quello di mettere delle basi non tanto del Circolo, quanto dei valori come la gratuità, la solidarietà, la prossimità, attraverso incontri, convegni, laboratori, volontariato e servizio ai «poveri».

20160122_192723Così la 2ª edizione si è aperta con la Serata conviviale sul tema: «Catanzaro: città per servire e far servire i poveri?». È stata una Serata speciale, per la nostra comunità associativa e parrocchiale, resa ancor più straordinaria dalla presenza della prof.ssa Mariaconcetta Infuso, presidente del gruppo «Emmaus Catanzaro», e dei suoi collaboratori-volontari arrivati con un pulmino e con altri mezzi di trasporto. A nome di p. Ilario Scali, parroco, patrocinante tutta l’edizione, e del Consiglio direttivo del Circolo, p. Piotr Anzulewicz, dopo aver rivolto a tutti parole di benvenuto, ha confidato la sua gioia nel vedere le persone impegnate nel volontariato e ha accennato ad una felice coincidenza: «Oggi – ha detto – è stato pubblicato il Messaggio di Papa Francesco per la 50ª Giornata Mondiale delle Comunicazione sul tema: Comunicazione e misericordia – un incontro fecondo». Nel Messaggio il Papa ha sottolineato che la comunicazione «ha il potere di creare ponti e di favorire l’incontro e l’inclusione», invitando in questo Anno della Misericordia a far crescere la comunione, la condivisione, «la buona, libera e solidale prossimità tra i figli di Dio e fratelli in umanità».

Il M° Luigi Cimino, consigliere del Circolo e fine musicista, ha quindi eseguito sulla tastiera la «Serenata» di Franz Peter Schubert († 1828), compositore e pianista austriaco di musica classico-romantica, e la dott.ssa Teresa Cona, segretaria del Circolo, ha presentato la protagonista della Serata, prof.ssa Mariaconcetta Infuso, delineando in breve anche l’ideale della nostra Associazione e i suoi programmi, quelli attivati e quelli che attendono il loro realizzarsi in tempi migliori.

Entrati nel vivo della Serata, la nostra Relatrice, ha tratteggiato, a grandi pennellate, il profilo del Movimento internazionale «Emmaus» (Emmaüs in lingua francese) e la figura del suo carismatico fondatore: Henri Antoine Grouès, detto appunto Abbé Pierre († 22 gennaio 2007).

IMG_4447Il Movimento ha avuto inizio nel novembre del 1949, a Parigi, dall’incontro dell’Abbé Pierre con Georges, un assassino, mancato suicida. «Georges – disse Abbé Pierre –, io non ho nulla da darti, ma se vuoi lavorare con me, insieme potremmo aiutare gli altri». Di fronte a questa proposta, «il volto di Georges cambiò. Capì che, nonostante tutto, poteva ancora essere utile a qualcuno»… e in quel momento nacque la prima comunità Emmaus: il nome ricorda il luogo della Palestina dove Gesù apparve a due dei suoi delusi discepoli che si sono incamminati fuori dalla comunità di Gerusalemme e hanno intrapreso un viaggio di separazione e di isolamento. E fu l’inizio di una prodigiosa avventura della carità che avrebbe fatto diventare quell’ex-frate cappuccino uno dei personaggi più popolari e insieme più scomodi di tutta la Francia, per la stessa Chiesa, che ama di amore filiale e verso la quale è talvolta critico. Il prete dei senzatetto, degli esclusi, delle clamorose denunce e delle provocazioni, la coscienza inquieta di un’Europa egoista, stanca e chiusa in se stessa. Infatti, «l’Europa – ha detto il 29 gennaio scorso il card. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti – ha perso lo smalto nelle sue qualità di accoglienza, di rispetto e di promozione umana».

Oggi il Movimento raggruppa più di 400 comunità sparse in 39 Paesi del mondo. La sua sede internazionale è a Montreuil Cedex, alla periferia di Parigi. Lo spirito è sempre quello: servire prima di tutto gli “ultimi”, in modo che essi siano costruttori del loro proprio avvenire, condividere ogni forma di esperienze, risorse e competenze, impegnarsi socialmente, nei fatti, allo scopo di denunciare ogni tipo di ingiustizia e di oppressione, agendo per un mondo giusto ed umano. È un Movimento nonviolento, rispettoso del pluralismo, libero ed indipendente da ogni movimento ed istituzione politica, amministrativa e religiosa. Molto del lavoro consiste nel recupero e nel riciclo di ciò che la società scarta, donde la denominazione pittoresca di “comunità degli stracciaroli”, con la quale esse erano conosciute all’inizio. In Italia Emmaus è presente con 16 comunità e cooperative che gestiscono i tradizionali mercatini dell’usato (per saperne di più si veda il Sito: http://www.emmaus.it/chi-siamo/il-movimento/).

IMG_4445Il gruppo catanzarese – ha spiegato Infuso – con le offerte ricavate dalla vendita dell’usato del «Mercatino solidale» sostiene i due Centri di Solidarietà (Via V. d’Amato snc) e di Fraterno Soccorso (c/o chiesa S. Maria della Speranza) e intraprende diverse attività solidali, tra cui percorsi di avviamento ad attività lavorative, assistenza scolastica, legale e medica, volontariato presso l’Ospedale «Pugliese-Ciaccio», laboratorio di cultura popolare «Io Mi Racconto», laboratori «Emmaus», «borse di lavoro» e di studio «Abbé Pierre», «bimbi Emmaus-mare», progetti solidali promossi da «Emmaus International». È riuscito ad ospitare vari pellegrini ed anche cooperatori di altre nazioni presso un piccolo appartamento sito in città. Una delle giovani ospiti, Jiudith, giunta recentemente da Cataluña, offre il proprio lavoro in regime di volontariato nella Casa di Emmaus (Viale Cassiodoro 163).

La Relatrice ha confidato come sia ancora difficile far breccia nei cuori dei concittadini, nei parrocchiani e nei politici, affinché recepiscano il messaggio dell’Abbé Pierre: messaggio di fratellanza universale, di giustizia sociale, di cooperazione solidale. Tuttavia l’amore verso il prossimo, quello più bisognoso, non fa demordere i costituenti il gruppo Emmaus dal loro fine.

I presenti avevano tante domande da fare al riguardo e la Relatrice ha risposto a tutte. In più, ci ha offerto i due libri dell’Abbé Pierre: In cammino verso l’essenziale. Un appello di giovani (Torino 2008) e Ricordati di amare. Meditazioni e preghiere (Ponteranica 2006), e ci ha lasciato dei fogli che illustrano l’«Emmaus Catanzaro» (Sede della presidenza: Via Carlo V, 72 – 88100 Catanzaro; mail: emmauscatanzaro@gmail.com).

20160122_205253A conclusione del dibattito, l’«Ave Maria» di Schubert, eseguita dal M° Cimino, ha regalato un momento di sacralità che ha commosso i presenti. Il ricco aperitivo tra pizze, torte salate, frittelle di zucca, gâteaux di patate e dolci di ogni genere, accompagnati da vari tipi di bevande, ha coronato la splendida Serata. Il Circolo, pur avendo i conti in perenne rosso, ha voluto donare all’«Emmaus Catanzaro» una piccolissima somma, così da essere solidale con coloro i quali sono ancora più bisognosi. L’arrivederci ai prossimi incontri: ogni venerdì, alle ore 18.45.

(pa/tc)




Il 2016 parte così…

Cari Amici e Soci, a vostra disposizione abbiamo i due dépliants con i programmi della 2ª edizione del WikiCircolo, cioè delle Serate conviviali con aperitivo, dedicate a «Catanzaro ed oltre», nel segno dell’Anno straordinario della Misericordia, e della 2ª edizione del CineCircolo, cioè delle Proiezioni dei film con il cinedibattito, focalizzate «sui sentieri della misericordia».

Si inizia venerdì 22 gennaio con la conversazione sul tema «Catanzaro: città per servire e far servire i poveri?», tenuta dalla relatrice Maria Concetta Infuso, responsabile del gruppo Emmaus di Catanzaro, e venerdì 29 gennaio con la proiezione del film-documentario «Doichlanda».

Gli appuntamenti da non perdere, all’insegna della misericordia, «cuore pulsante del Vangelo», organizzati dal Circolo e patrocinati dal Parroco, p. Ilario Scali, che si terranno ogni venerdì nel Salone «S. Elisabetta d’Ungheria» presso la chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, a partire dalle ore 18.45. I dépliants si possono ritirare nella Segreteria, sede legale e operativa del Circolo.

Tutti sentiamoci invitati a questi appuntamenti e coinvolti, anche per trasmettere un veloce saluto, comunicare una parola di sostegno, esprimere un gesto di vicinanza spirituale. Essi sono una splendida opportunità di condivisione e di fraternità, di incontro e di dialogo. Il Circolo non è un gruppo parrocchiale, ma l’opera parrocchiale che abbraccia tutti i gruppi parrocchiali ed è aperta a tutti, vicini e lontani. Sosteniamola ed amiamola.

Siamo presenti sul «social network» più diffuso in Italia: «Facebook». Vi chiediamo di invitare i vostri amici a cliccare su «Mi piace» per far crescere il numero delle persone che ci seguono, per diffondere le nostre attività e per dare maggiore visibilità ai nostri eventi e ai soci. Ecco il link: https://www.facebook.com/circoloculturalesanfrancescocatanzaro/. Ognuno può direttamente proporre iniziative, commentare quelle pubblicate, inserire i post.

Chiunque sia interessato a collaborare con la Redazione del Circolo su questo Sito e su «Facebook» può contattare la Segreteria.

A presto.

Piotr Anzulewicz OFMConv

WikiCircolo II 2016 (p. 1)

WikiCircolo II 2016 (p. 2)

CineCircolo II 2016 (1)CineCircolo II 2016 (2)




”A Marina”

A Marina - VolantinoVenerdì 15 gennaio 2016, nel Salone S. Elisabetta d’Ungheria, presso la chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, si è tenuta la 10ª Serata conviviale con aperitivo dal tema «”A Marina”: Lido di Catanzaro», l’ultima Serata della 1ª prima edizione del WikiCircolo, cioè della sezione del Circolo Culturale San Francesco che mira a condividere in modo “veloce” i valori alti, umanistici e francescani, grazie alla collaborazione dei suoi associati, sostenitori ed amici. Un’iniziativa dedicata ai mille volti di Catanzaro, ai suoi bisogni e alle sue potenzialità, promossa dal Circolo all’insegna dell’aggregazione, dell’incontro, del dialogo, della riflessione su temi del sociale e dell’attualità, patrocinata dal parroco, p. Ilario Scali, e indirizzata a tutti.

IMG_1571La Serata è stata aperta dall’intervento di Piotr Anzulewicz OFMConv, presidente del Circolo, il quale ha condiviso l’ultima tremenda «news»: l’attacco terroristico di queste ore ad una base dell’Unione Africana nel sudovest della Somalia, al confine con il Kenya. Ci sarebbero almeno 60 militari morti. E’ stato un attacco in grande stile, programmato in tutti i suoi particolari: decine di terroristi somali aderenti al famigerato gruppo islamico al Shabaab hanno preso d’assalto la base che ospita «peacekeeper» ed è gestita dall’esercito keniano. I terroristi vi hanno fatto irruzione con un’autobomba per poi iniziare a sparare all’impazzata proprio per causare il più alto numero di vittime possibile. Il gruppo, alla sua nascita legato ad al Qaeda, dal 2011 ha aderito al califfato di al Baghdadi e, dopo essere stato cacciato da Mogadiscio, opera con una serie di sanguinosi raid programmati e periodici. Allucinante la situazione nella base militare: secondo osservatori, corpi senza vita ovunque, edifici e automezzi in fiamme. I militanti di al-Shabaab hanno realmente espugnato questa base: hanno saccheggiato e portato via armi e munizioni, veicoli militari… E’ una grave sconfitta! Non c’è modo di sconfiggere il terrorismo con le armi: i terroristi hanno grande capacità di mimetizzarsi e finché avranno la possibilità di armarsi – attraverso il sostegno logistico e finanziario di altri Paesi – riusciranno sempre ad organizzare le stragi.

IMG_1577IMG_4318Ha preso poi la parola la dott.ssa Teresa Cona, segretaria del Circolo, illustrando i due nuovi dépliants, appena ritirati dalla Tipografia «Grafiche Simone», con i programmi della 2ª edizione del WikiCircolo, cioè delle Serate conviviali con aperitivo dedicate a «Catanzaro ed oltre» nel segno dell’Anno straordinario della Misericordia, e della 2ª edizione del CineCircolo, cioè delle Proiezioni dei film con il cinedibattito focalizzate «sui sentieri della misericordia». Gli appuntamenti da non perdere, all’insegna della misericordia, «cuore pulsante del Vangelo»!

Si è entrati, quindi, nel vivo della Serata. L’avv. Giuseppe Frontera, appassionato conoscitore e innamorato cultore delle cose antiche di Catanzaro e delle zone limitrofe, nella sua relazione ha brillantemente illustrato, con dovizie di particolari, la storia di questo centro cittadino situato sulla splendida costa ionica. Sorprendendo gli stessi “marinoti”, presenti alla Serata, ha spiegato come le origini di questo quartiere marinaro siano molte più antiche di quanto si possa credere: mai avrebbero immaginato che esso fosse sorto nel periodo pre-greco, sulle rovine della mitica Crotala, in quanto attraversata dal Crotolo, l’attuale torrente Corace (un tempo navigabile!) – cittadina che tutti gli storici antichi (Polibio, Plinio, Cassiodoro ed Ecateo) hanno ricordato nei loro discorsi. In seguito, con la colonizzazione greca, fu inglobata nell’area dell’antica Scolacium.

IMG_1586ll tema della Serata, vasto come «mare magnum», ha suscitato interesse, attenzione e curiosità dell’uditorio. Più persone hanno condiviso le proprie conoscenze ed esposto le proprie vedute. Il sig. Francesco Longo, assessore regionale ai Lavori Pubblici, ha esposto brevemente il programma dei lavori strutturali che la Giunta comunale si prefigge di attuare nell’immediatezza per rendere più vivibile il quartiere marinaro.

La Serata si è conclusa con il consueto «aperitivo»: la pizza, offerta dal Circolo, e la crostata al limone, preparata dalla sig.ra Daniela Lotito, socia.

Si chiude una stagione e se ne apre un’altra…

Venerdì 22 gennaio, alle ore 18.45, riparte la 2ª edizione del WikiCircolo dedicata a «Catanzaro ed oltre», con la conversazione sul tema «Catanzaro: città per servire e far servire i poveri?» (Relatrice: Maria Concetta Infuso, responsabile del gruppo Emmaus di Catanzaro), e venerdì 29 gennaio, alla stessa ora e nello stesso Salone, la 2ª edizione del CineCircolo «sui sentieri della misericordia» con la proiezione del film-documentario «Doichlanda» e il cinedibattito sull’emigrazione italiana.

Gli appuntamenti irrinunciabili: l’imperativo è esserci!

(pa/tc)

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2016: Sia l’anno della svolta

2016: Sia l’anno della svolta, immerso nell’«oceano di misericordia», intessuto di pace, ricolmo di solidarietà, ricco di iniziative ed incontri!

SolidarietàIl Consiglio direttivo ti chiede di dar voce al Circolo. È un’opera parrocchiale che ha preso il via, con il recupero dello Statuto originale, il 27 ottobre 2013, a 27 anni dallo storico «meeting» di Assisi convocato da s. Giovanni Paolo II. Perché essa possa essere luogo propulsore della «cultura dell’incontro», di fratellanza e di solidarietà, ma anche spazio di crescita umana, spirituale e sociale, ha bisogno di soci ordinari, sostenitori, amici, uomini e donne di buona volontà, fieri di tenerlo in vita, con ardore e gioia, e pronti a collaborare. Le iscrizioni si possono effettuare online, sul Sito del Circolo (https://circoloculturalesanfrancesco.org/site/collabora/), oppure nella sua sede, a Catanzaro Lido, al lato Tessera (modulo)destro della chiesa «Sacro Cuore», ottenendo anche la tessera associativa. Riguadagniamo il ritardo e iscriviamoci senza tentennamenti, perché il Circolo possa attivare i suoi progetti e programmi a beneficio di tutti.

Piotr Anzulewicz OFMConv




Natale di Gesù e di Francesco

Il Natale di Gesù

Stella di Betlemme«Il Natale è la risposta di Dio al dramma dell’umanità in cerca della vera pace e non una favola per bambini. Betlemme come città-simbolo, in Terra Santa e nel mondo intero. Purtroppo, ai nostri giorni, essa non rappresenta una pace raggiunta e stabile, ma una pace faticosamente ricercata e attesa. Dobbiamo calarci nelle chiusure, nei drammi, spesso sconosciuti e nascosti, e nei conflitti del contesto in cui viviamo, con i sentimenti di Gesù, per diventare ovunque strumenti e messaggeri di pace, per portare amore dove c’è odio, perdono dove c’è offesa, gioia dove c’è tristezza e verità dove c’è errore» (Benedetto XVI).

Il Natale di Francesco

Greccio«C’era in quella contrada un uomo di nome Giovanni, di buona fama e di vita anche migliore, ed era molto caro al beato Francesco, perché, pur essendo nobile e molto onorato nella sua regione, stimava più la nobiltà dello spirito che quella della carne. Circa quindici giorni prima della festa della Natività, il beato Francesco lo fece chiamare, come faceva spesso, e gli disse: “Se vuoi che celebriamo a Greccio l’imminente festa del Signore, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei fare memoria di quel Bambino che è nato a Betlemme, e in qualche modo intravedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato; come fu adagiato in una mangiatoria e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”. (…) E giunge il giorno della letizia (…). Arriva alla fine il Santo di Dio e, trovando che tutto è stato predisposto, vede e se ne rallegra. Si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l’asinello. In quella scena si onora la semplicità, si esalta la povertà, si loda l’umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme. (…) Il Santo di Dio è lì estatico di fronte alla mangiatoia, lo spirito vibrante pieno di devota compunzione e pervaso di gaudio ineffabile. (…) Poi parla al popolo e con parole dolcissime rievoca il neonato Re povero e la piccola città di Betlemme. (…) E ogni volta che diceva “Bambino di Betlemme” o “Gesù”, passava la lingua sulla labbra, quasi a gustare e deglutire tutta la dolcezza di quella parola» (1 Cel 84-86: FF 468-470).

Madonna con Bambino (arte)Sia un Natale di tenerezza, di compassione, di misericordia, di riconciliazione, di pace e di solidarietà, un Natale solidale, un Natale all’insegna della condivisione con meno fortunati di noi: “scartati”, esiliati, rifugiati, malati, anziani…

Linksmu šventu Kaledu!

Consiglio direttivo