Raddrizzare le sorti

Battesimo di GesùGiovanni il Battezzatore è il protagonista di quest’Avvento. Molti pensano che proprio lui sia il Messia. Il suo ingresso nel mondo è spettacolare: «vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi» (Mc 1,6). È un “forte”. A lui «accorrono da tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme» (Mc 1,5). Potrebbe prendersi per Dio sulla terra, come molti lo fanno, ancora oggi. Egli però sa di non esserlo. Il suo messaggio è chiaro: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoisandali» (Mc 1,7). Non ha nessuna pretesa di rubare la sposa, Israele, al pretendente, il Messia. Scopre la sua vocazione e trova la sua collocazione nel vertiginoso disegno di Dio: essere il precursore e fare il profeta. In maniera severa ama la sua gente: la fa scendere attraverso il deserto di Giuda fino al Giordano, la mette alla berlina, la costringe a prendersi le sue responsabilità. “Se vuoi buone notizie – grida –, devi prepararti a qualcosa di forte. Devi osare, specie se sei già credente. Con un vero e proprio battesimo d’immersione devi convertirti, raddrizzare le tue sorti, rinascere e crescere verso un nuovo umanesimo!”.

L’unico modo che abbiamo per fare del Natale 2014 un nuovo inizio è ascoltare i profeti che ci richiamano a raddrizzare le nostre sorti. Dio viene quando meno ce lo aspettiamo e come non ce lo immaginiamo. Davanti a lui nessuno potrà restare impassibile ed insensibile, pensando di non aver bisogno di una revisione di vita o di non dover raddrizzare comportamenti antitetici al Vangelo. Per invogliarci in questa opera di risanamento interiore vengono in nostro soccorso anche il profeta Isaia (Is 40,1-5.9-11) e l’apostolo Pietro (2Pt 3,8-14).

Le goutI profeti gridano, ancora oggi, nel deserto spirituale di quest’umanità, poco vigile alla voce di Dio e molto attenta alle voci della società meticcia, frammentata, individualista. Con coraggio ci richiamano a stare desti, a svegliarci, a vivere la vita come un dono da dare agli altri, a liberare lo spazio per l’amicizia civica, per l’ascolto e la condivisione, per la solidarietà e la sussidiarietà, per il vero, il buono, il bello. Riuscire a fare almeno qualcosa di questo richiamo è già un buon segno, altrimenti è parola buttata al vento, senza ritorno e riscontro su un piano umano, etico, spirituale.

Dio è comunque magnanimo. Non si stanca di noi. Non vuole che qualcuno dei suoi figli si perda. Viene ancora e chiede un supplemento di bene da compiere per noi stessi e per gli altri. «Teniamo allora fisso lo sguardo sul Cristo, centro del tempo e della storia, e facciamo spazio alla sua presenza: è lui il principio e il fondamento che avvolge di misericordia le nostre debolezze e tutto trasfigura e rinnova» (Papa Francesco alla CEI, 19 maggio 2014). «Se noi ci affidiamo a lui con cuore umile e pentito, egli abbatterà i muri del male, riempirà le buche delle nostre omissioni, spianerà i dossi della Madonna del Giubileo (S. Fiume)superbia e della vanità e aprirà la strada dell’incontro» (Papa Francesco all’Angelus, 7 dicembre 2014). Guardiamo anche all’Immacolata, segno primigenio di Dio, anteriore alla caduta dell’umanità. La sua immacolata concezione rappresenta l’umanità come immagine di Dio non deformata dal peccato, purificata e ritornata allo splendore originale, ad opera di Cristo. Contemplando la “tutta Bella”, ci accorgiamo che è possibile un nuovo inizio per un’umanità rinnovata: in lei – grazie al dono totale di suo Figlio – tutta la creazione ha già ri-celebrato i suoi sponsali con il Cielo e la carne si è nuovamente riconciliata con lo spirito, ritornando a saltare di gioia.

Schede della settimana

(7-14 dicembre 2015)

 Domenica 7 dicembre2ª Domenica di Avvento (B). – S. Ambrogio († 397), vescovo di Milano, difensore, organizzatore e dottore della Chiesa, maestro di s. Agostino, autore di molteplici scritti teologici, scritturistici e liturgici, padre della liturgia “ambrosiana”, iniziatore della mariologia latina, patrono dei vescovi e degli apicoltori, di Lombardia, Milano e Vigevano. & A Roma, in Piazza S. Pietro, preghiera dell’Angelus guidata da Papa Francesco (ore 12-12.30: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic =VA_3TC2MY3F). &  giorno della novena in preparazione alla solennità dell’Immacolata.

Immacolata 2Lunedì 8 dicembre: Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (A Catanzaro Lido, nella chiesa «Sacro Cuore», le Messe, oltre quella delle ore 6, sono celebrate alle ore 8, 10 e 18; alla conclusione della Messa vespertina, la Milizia dell’Immacolata organizza,in onore della Madre del Signore, la processione aux flambeaux con canti e preghiere, e invita tutti a parteciparvi). & A Roma, a mezzogiorno, preghiera mariana dell’Angelus, guidata di Papa Francesco, con i pellegrini presenti in Piazza S. Pietro (12-12.20: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_OJ9M2MJS) e, nel pomeriggio, tradizionale omaggio floreale alla Madre Immacolata di Cristo, assisa sulla colonna più alta della città, in Piazza di Spagna, con i fedeli romani (ore 15.50-16.30: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_EI9OUFQ4).

▪ Martedì 9 dicembre: S. Juan Diego Cuauhtlatoatzin († 1548), indigeno del Messico, al quale apparve la Madonna, detta di Guadalupe, sul colle del Tepeyac presso Città del Messico (1531), nel 1990 dichiarato beato e nel 2002 Sop violenceproclamato santo da Giovanni Paolo II. & In Vaticano, nella Sala Stampa della Santa Sede, conferenza stampa di presentazione della campagna internazionale di mobilitazione «Stop alle minacce su Internet», nel contesto del 25° anniversario della convenzione sui diritti dell’infanzia (ore 11.30-13: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic =VA_EI9OUFQ4).

Madonna di Loreto 1▪ Mercoledì 10 dicembre: Beata Vergine Maria di Loreto, detta anche Vergine Lauretana, la cui statua è venerata nella Santa Casa trasportata da Nazareth (1296), patrona principale dell’Aeronautica militare, degli aviatori e dei viaggiatori in aereo. & Inizio del triduo di preghiera a s. Lucia da Siracusa († 304),vergine e martire, patrona della vista (A Catanzaro Lido, nella chiesa «Sacro Cuore», durante la Messa delle ore 18, invochiamo la sua intercessione per tutti coloro che Diritti umanisoffrono di disturbi visivi: i non vedenti, i miopi, gli astigmatici e chi è affetto da cataratta). & Giornata Internazionale dei Diritti Umani, per commemorare la proclamazione della Dichiarazione universale dei diritti umani, firmata a Parigi il 10 dicembre 1948, e per difendere e far ascoltare i diritti propri e altrui: fondamenta di libertà, di sviluppo, di pace. «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza» (Art. 1). & In Vaticano, incontro del Papa con i gruppi di fedeli e i pellegrini in occasione dell’Udienza generale per la catechesi del mercoledì (ore 10.25-12: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_EI9OUFQ4). & In Vaticano, nella Sala Stampa della Santa Sede, conferenza stampa di presentazione del Messaggio di Papa Francesco per la 48ª Giornata Mondiale della Pace 2015 dal titolo: «Non più schiavi, ma fratelli» (ore 12.30-14: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_EI9OUFQ4).

Giovedì 11 dicembre: S. Damaso († 384), il 37° papa della Chiesa, mecenate e letterato, difensore della fede contro gli scismi e le eresie, protettore degli archeologi. & Ritiro del Clero dell’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace. & 2° giorno del triduo di preghiera a s. Lucia da Siracusa. & Adorazione eucaristica del 2° giovedì del mese.

Guadalupe (Papa Francesco) Venerdì 12 dicembre: Nostra Signora di Guadalupe, detta «Morenita», apparsa sul colle del Tepeyac presso Città del Messico (1531) a s. Juan Diego Cuauhtlatoatzin, ed invocata come stella dell’evangelizzazione dei popoli e sostegno degli indigeni e dei poveri, patrona dell’America Latina. & In Vaticano, nella basilica di S. Pietro, recita del Rosario guadalupano e celebrazione della Messa presieduta da Papa Francesco, accompagnata dall’esecuzione dell’opera «Misa Criolla» del compositore argentino Ariel Ramírez (che nel 1967 volle venire a Roma per consegnare la sua geniale opera nelle mani del Pontefice Paolo VI), con strumenti, arrangiamenti e inni argentini e di altri Paesi latino-americani, diretta da suo figlio, Facundo Ramírez, direttore di un gruppo musicale di altissimo livello culturale e artistico [ore 18-19: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic =VA_ EI9OUFQ4]. & A Roma, presso il Pontificio Collegio Internazionale Maria Mater Ecclesiæ,Convegno europeo di Giovani_miniaturapastorale giovanile sul tema: «Una Chiesa giovane, testimone della gioia del Vangelo. Insieme sulle strade dell’Europa», promosso dal Pontificio Consiglio per i Laici, in collaborazione con il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (11-13 dicembre), per promuovere una riflessione comune tra i responsabili nazionali di pastorale giovanile, raccogliere insieme le sfide che l’accompagnamento dei giovani nel cammino di fede si trova ad affrontare nel continente europeo, rilanciare un passaggio dell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium: «Che bello che i giovani siano “viandanti della fede”, felici di portare Gesù in ogni strada, in ogni piazza, in ogni angolo della terra!»(«Evangelii gaudiumLasciamoci interpellare dalla gioia del Vangelo» è il tema della giornata di oggi, alla ricerca di nuove vie per la pastorale giovanile seguendo la rivoluzione di Papa Francesco e della sua Esortazione apostolica. & A Lima, in Perù, chiusura della Conferenza sul clima (Cop20). «Noi vescovi cattolici – si legge nel messaggio dei presuli presenti alla Conferenza – crediamo che il Creato sia un dono»; per questo ribadiscono il loro impegno nello «sviluppo del senso di gratuità, così da contribuire alla costruzione di uno stile di vita che liberi l’uomo dal desiderio di appropriazione e gli permetta di essere rispettoso della dignità della persona e dell’armonia del Creato»: «Tutti possono contribuire a superare i cambiamenti climatici, a scegliere stili di vita sostenibili», ad «accompagnare i processi politici» con la ricerca di «un dialogo che porti la voce dei poveri al tavolo dei responsabili delle decisioni». &  giorno del triduo di preghiera a s. Lucia da Siracusa.

Papa Francesco con agnello▪ Sabato 13 dicembre: S. Lucia († 304), vergine e martire, patrona di Siracusa e compatrona di Venezia, protettrice degli occhi, dei ciechi, degli oculisti, degli elettricisti e degli scalpellini. & 45° anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Papa Francesco (13 dicembre 1969): auguri infiniti e gratitudine immensa per il suo amore e servizio – due parole presenti da sempre nella sua formazione spirituale e teologica. A Roma, presso il Pontificio Collegio Internazionale Maria Mater Ecclesiæ, chiusura del 4° Convegno europeo di pastorale giovanile sul tema: «Una Chiesa giovane, testimone della gioia del Vangelo. Insieme sulle strade dell’Europa» (la giornata di oggi è dedicata al tema: «Discepoli missionari nel mondo di oggi», con particolare attenzione alla dimensione del pellegrinaggio – uno degli aspetti essenziali delle Giornate Mondiali della Gioventù – e al potenziale di creatività, di entusiasmo e di positività che i giovani possono donare alla Chiesa e agli altri con la generosità caratteristica della loro età.

Domenica 14 dicembre: S. Giovanni della Croce († 1591), carmelitano spagnolo, riformatore dell’Ordine carmelitano assieme a s. Teresa d’Avila, autore delle opere: «La salita al monte Carmelo», «La notte oscura dell’anima», «Il cantico spirituale» e «La fiamma viva di amore», mistico «del nulla e del tutto», dottore della Chiesa. & A Roma, in Piazza S. Pietro, preghiera mariana dell’Angelus guidata da Papa Francesco (ore 12-12.30: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_EI9OUFQ4).

Amici, ci avviciniamo al giorno più importante della storia umana: la nascita sulla terra del Figlio di Dio. Per questa ragione «l’Avvento – ha affermato Papa Benedetto XVI il 28 novembre 2009 – è il tempo dell’attesa (…), il tempo della gioia, di una gioia interiorizzata, che nessuna sofferenza può cancellare. La gioia per il fatto che Dio si è fatto bambino. Questa gioia, invisibilmente presente in noi, ci incoraggia a camminare fiduciosi. Modello e sostegno di tale intimo gaudio è la Vergine Maria, per mezzo della quale ci è stato donato il Bambino Gesù. Ci ottenga lei, fedele discepola di suo Figlio, la grazia di vivere questo tempo vigilanti e operosi nella carità». L’augurio vivissimo…

Piotr Anzulewicz OFMConv




Verso la civiltà della giustizia e della pace

poz_resurrez_cristo-2Con l’inizio dell’Avvento comincia un «nuovo cammino», attraverso i sentieri del tempo, verso la «civiltà dell’amore e della solidarietà», della giustizia e della pace. Ci accompagna l’evangelista Marco di Palestina († 2ª metà del I sec. d.C.), discepolo dell’apostolo Paolo e di Pietro, autore del Vangelo che porta il suo nome, venerato come santo da varie Chiese cristiane, tra cui quella cattolica, ortodossa e copta che lo considera addirittura patriarca. Il Cristo è la nostra guida e insieme la nostra metà. Lui è venuto, viene e verrà per intercettare – con lo sguardo d’amore – gli sguardi di ciascuno di noi. Senza il suo avvento resteremmo “feriti” e scissi, lacerati e incapaci di vedere un collegamento e una continuità, fra la vita terrestre e quella celeste, nell’insondabile e vertiginoso amore divino.

È un itinerario che ha un «fascino speciale», come ha rilevato Papa Francesco, incoraggiandoci a riscoprire «la bellezza di essere in cammino tutti: la Chiesa, con la sua vocazione e missione, e l’umanità intera, i popoli, le civiltà e le culture», e ha ricordato il passo del profeta Isaia che guarda ad un tempo in cui le spade verranno spezzate e trasformate in aratri e le nazioni vivranno in pace (Angelus, 1 dicembre 2013). Un passo che il Pontefice ha voluto ripetere due volte, per poi corredarlo di una sua riflessione: «Ma quando accadrà questo? Che bel giorno sarà quello nel quale le armi saranno smontate, per essere trasformate in strumenti di lavoro! Che bel giorno sarà questo! E questo è possibile! Scommettiamo sulla speranza, e sarà possibile!».

Francesco e Bartolomeo (inchino) 1Non lasciamoci allora «rubare la speranza», ma andiamo oltre l’ordinario, coltiviamo progetti di ampio respiro, «stiamo lì dove ci sono le sfide del mondo»: poveri, vittime di guerra, giovani. Siamo chiamati – ha detto Papa Francesco, rivolto al patriarca Bartolomeo I, durante la Divina Liturgia nella chiesa patriarcale di S. Giorgio al Phanar, a Istanbul – «a rispondere insieme, in unità, alla loro voce». «Nel mondo ci sono troppe donne e troppi uomini che soffrono per grave malnutrizione, per la crescente disoccupazione, per l’alta percentuale di giovani senza lavoro e per l’aumento dell’esclusione sociale, che può indurre ad attività criminali e perfino al reclutamento di terroristi. Non possiamo rimanere indifferenti». Come cristiani siamo chiamati «a costruire una nuova civiltà dell’amore e della solidarietà, a sconfiggere quella globalizzazione dell’indifferenza che oggi sembra avere la supremazia», alottare contro quelle che sono «le cause strutturali della povertà: la disuguaglianza, la mancanza di un lavoro degno, della terra e della casa, la negazione dei diritti sociali e lavorativi». A interpellare le nostre coscienze sono i giovani. Tanti di loro «vivono senza speranza, vinti dalla sfiducia e dalla rassegnazione». «Le nuove generazioni – ha avvertito il Papa – non potranno mai acquisire la vera saggezza e mantenere viva la speranza se noi non saremo capaci di valorizzare e trasmettere l’autentico umanesimo, che sgorga dal Vangelo e dall’esperienza bimillenaria della Chiesa».

Schede della settimana (30 novembre – 7 dicembre 2014)

 Domenica 30 novembre: 1ª Domenica di Avvento (B). – Festa di s. Andrea di Betsaida († 60), apostolo, fratello di Simon Pietro, il primo tra i discepoli di Giovanni Battista ad essere chiamato da Gesù, sul lago di Galilea, dopo una giornata di pesca infruttuosa; presente nei momenti privilegiati: il Tabor, il Getsemani e il Venerdì Santo; evangelizzatore della Grecia, fondatore della Chiesa di Costantinopoli, martire – secondo le antiche tradizioni – a Patrasso, legato, e non inchiodato, su una croce a forma di X, detta croce decussata, comunemente conosciuta con il nome di «croce di s. Andrea», per sua personale scelta, dal momento che egli non avrebbe mai osato eguagliare il Maestro, Gesù, nel martirio; patrono in Scozia (la croce di s. Andrea figura nella sua bandiera, e di conseguenza in quella del Regno Unito, e nello stemma della Nuova Scozia), Russia (nell’insegna della marina russa), Romania, Ucraina e Grecia, ad Amalfi e a Luga (Malta). & Concelebrazione eucaristica nella basilica papale di S. Pietro in Vaticano per l’apertura dell’Anno della vita consacrata, presieduta dalcard. João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Suore in uscitaConsacrata e le Società di Vita Apostolica (ore 10). # Gli obiettivi principali dell’Anno (30 novembre 2014 – 2 febbraio 2016) sono: 1. fare “memoria grata” del passato recente, che va dal Concilio Vaticano II – e in particolare dalla pubblicazione del decreto «Perfectae caritatis» – fino ad oggi, segnato dalla presenza dello Spirito che porta i consacrati a vivere anche le debolezze e le infedeltà come esperienza della misericordia e dell’amore di Dio, ad essere “icone viventi” del Dio “tre volte santo” e a “gridare” al mondo, con forza e con gioia, la loro vitalità, spesso nascosta, ma non meno feconda, nei monasteri, nei conventi, nelle case; 2. vivere il presente con passione, per testimoniare la bellezza della sequela di Cristo “più da vicino” e «svegliare il mondo» (Papa Francesco), specie nelle periferie esistenziali della povertà e del pensiero, “evangelizzando”, curando e potenziando la vita fraterna in comunità e la formazione continua nella «fedeltà dinamica» e creativa, al testimone lasciato dai rispettivi fondatori e fondatrici (cfr. VC 37), e alla luce delle sfide della postmodernità; 3.  abbracciare il futuro con speranza, assumendo il momento presente, «delicato e faticoso» (Giovanni Paolo II), non come l’anticamera della morte, ma come un «kairos», un’occasione favorevole per la crescita in profondità, nella certezza che la vita consacrata non potrà mai sparire nella Chiesa, poiché «è stata voluta dallo stesso Gesù come parte irremovibile della sua Chiesa» (Benedetto XVI).

Sofia a Istanbul& 3° giorno del viaggio apostolico in Turchia: Papa Francesco assiste alla Divina Liturgia nella chiesa patriarcale di S. Giorgio, cui segue la benedizione ecumenica insieme al Patriarca Bartolomeo I e la firma di una Dichiarazione congiunta (ore 8.20-11); cerimonia di congedo per il ritorno a Roma (ore 15.45-16: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_ UND2I537). & Onomastico di p. Andrea Buzor, vicario della Parrocchia «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido: auguri di cuore a lui e a tutti gli altri Andrea…

Lunedì 1 dicembre: B. Charles de Jésus (de Foucauld, † 1916), sacerdote, testimone del dialogo interreligioso, della missione e dell’amore all’Eucaristia, ucciso a Tamanrasset, nel deserto algerino, da una Aids (bambino nero)banda di predoni. & Giornata Internazionale della Lotta contro l’Aids, istituita dall’ONU nel 1988. Il termine «Aids» è l’acronimo inglese di «Acquired Immunodeficiency Syndrome» (=«Sindrome da immunodeficienza acquisita»). La causa di questa malattia, considerata una pandemia che non accenna a diminuire, è l’infezione da Hiv («Human Immunodeficiency Virus» = «Virus dell’immunodeficienza umana») che riduce la capacità di resistenza del corpo contro gli agenti patogeni. La si trasmette in molti modi, ad esempio tramite i rapporti sessuali, trasfusioni di sangue contaminato, aghi ipodermici e trasmissione verticale tra madre e bambino durante la gravidanza, il parto e l’allattamento al seno. Allo stadio avanzato, l’immunodeficienza può causare varie malattie gravi e condurre alla morte. Un’infezione da Hiv non è guaribile. Tuttavia, grazie a terapie mediche avanzate esistono oggi buone possibilità di far regredire un’immunodeficienza già acquisita o di ritardarne la manifestazione di vari anni, a patto che si inizi per tempo la terapia. Grazie ai progressi della medicina, per molte persone che hanno contratto l’Hiv la speranza di vita è sensibilmente aumentata. Il 71% dei 35 milioni di persone affette da questa sindrome vivono in Africa sub-sahariana (in Europa, 29 mila nuove diagnosi di Hiv nel 2013). In vista della Giornata, il programma delle Nazioni Unite per l’Aids ha lanciato un appello perché sia definitivamente risolto il problema dell’accesso alla prevenzione, alla diagnosi e al trattamento antiretrovirale in modo più semplice e meno costoso. Con le parole di Papa Francesco, «esprimiamo la nostra vicinanza alle persone che ne sono affette, specialmente ai bambini; una vicinanza che è molto concreta per l’impegno silenzioso di tanti missionari e operatori. Preghiamo per tutti, anche per i medici e i ricercatori. Ogni malato, nessuno escluso, possa accedere alle cure di cui ha bisogno».

▪ Martedì 2 dicembre: A Ruysbroeck, nei pressi di Bruxelles in Belgio, b. Giovanni Ruysbroeck († 1381), canonico regolare, soprannominato «doctor divinus», uno dei maggiori mistici fiamminghi. – A Łagiewniki in Polonia, b. Raffaele Chyliński († 1741), sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, che a Cracovia durante la pestilenza visitava i malati per assisterli e prepararli ad una onorevole morte, beatificato da Giovanni Paolo II nel 1991. & SchiaviGiornata Internazionale per l’Abolizione della Schiavitù, in memoria del 2 dicembre 1949, giorno in cui l’Assemblea generale ONU approvò la Convenzione per la soppressione del traffico di persone e sfruttamento della prostituzione altrui. In Vaticano, nella Casina Pio IV, cerimonia per la firma della Dichiarazione contro la schiavitù da parte dei leaders religiosi, con la presenza di Papa Francesco, a seguito dell’istituzione del Global Freedom Network (ore 11-12.45: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_WHCPIFK5). La schiavitù è un fenomeno che non appartiene al passato, perché sotto forme odiose, spesso circondate da opportunismo e indifferenza, dilaga sia negli Stati in via di sviluppo o nei regimi dittatoriali, sia nelle nazioni che si definiscono democratiche. Il business criminale, che deriva dalla compravendita di esseri umani, rientra nelle attività criminali delle mafie internazionali e rifornisce il mercato degli organi, del lavoro nero, della prostituzione, della pedofilia in tutto il mondo e dunque anche in Italia. E’ importante affrontare il fenomeno nella sua complessità e non illudersi di sradicarlo combattendolo solo nei luoghi ormai noti dove si predano esseri umani.

Disabile na wozku Mercoledì 3 dicembre: S. Francesco Saverio († 1552), gesuita spagnolo, missionario in India e in Giappone, patrono principale delle missioni. & Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità, istituita nel 1981 e diventata anche Giornata europea nel 1993, per suscitare e promuovere, attraverso eventi e manifestazioni, una riflessione più profonda ed una presa di maggiore coscienza da parte della collettività circa le difficoltà incontrate dalle persone con disabilità, procedendo verso il superamento di tutte le barriere culturali e una efficace inclusione sociale. Giornate come questa non sono la bacchetta magica che trasforma in realtà quello che per ora è “solo” un sogno: quello di vivere in comunità e città a misura di ogni persona. Esse ci aiutano tuttavia a porre al centro la dignità, l’autonomia, la partecipazione, il rispetto e la valorizzazione delle differenze, e ci danno l’opportunità di affermare, citando la Convenzione ONU, che la disabilità è un concetto dinamico e in evoluzione, il risultato dell’interazione tra minorazioni e barriere comportamentali ed ambientali, che impediscono la piena ed effettiva partecipazione nella società su base di parità con gli altri. & In Vaticano, incontro del Papa con i gruppi di fedeli e i pellegrini in occasione dell’Udienza generale per la catechesi del mercoledì (ore 10.25-12:http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_3TC2MY3F).

Giovedì 4 dicembre: S. Giovanni Damasceno († 749), sacerdote e dottore della Chiesa, predicatore titolare nella basilica del Santo Sepolcro, teologo illuminato e coltissimo, chiamato «San Tommaso dell’Oriente», patrono dei pittori. – A Nicomedia, s. Barbara (sec. III), vergine e martire, invocata contro i fulmini, il fuoco e la morte improvvisa, patrona degli architetti, artificieri, artiglieri, carpentieri, minatori, vigili del fuoco. – A Colonia in Germania, b. Adolfo Kolping († 1865), sacerdote tedesco, «padre dei lavoratori artigiani», promotore della formazione dei giovani operai, fondatore della prima casa di assistenza e di insegnamento professionale, beatificato da Giovanni Paolo II nel 1991. & Adorazione eucaristica del 1° giovedì del mese.

▪ Venerdì 5 dicembre: Vicino a Monaco di Baviera in Germania, b. Narcyz Putz († 1942), sacerdote polacco, messo dai nazisti nel campo di concentramento di Dachau per la sua perseveranza nella fede, morto tra atroci supplizi, beatificato da Giovanni Paolo II nel 1999 con ben altre 107 vittime della medesima persecuzione. Al Palacongressi di Rimini, 38ª Conferenza Nazionale degli Animatori del Rinnovamento nello Spirito dal tema: «’Fiumi di acqua viva sgorgheranno dal cuore di chi crede in me’ (cfr. Gv 7,38) – Il Rinnovamento corrente di grazia per l’evangelizzazione», in programma dal 5 all’8 dicembre. & Adorazione eucaristica del 1° venerdì del mese.

Nicola di Bari Sabato 6 dicembre: S. Nicola († ca. 326), vescovo di Mira, protettore di Bari e patrono dei bambini, ragazzi e ragazze, scolari, farmacisti, mercanti, naviganti, pescatori, profumieri, il leggendario Santa Claus dei paesi anglosassoni e il Sankt Nikolaus della Germania, santo popolare per i regali natalizi. Ad Altomonte (CS), presso la chiesa di S. Francesco di Paola, alle ore 10, funerali di p. Francesco Capparelli, francescano, membro della Fraternità conventuale di Amantea, alunno della Custodia Provinciale «Ss. Daniele e Compagni Martiri» di Calabria.

 Domenica 7 dicembre: 2ª Domenica di Avvento (B). – S. Ambrogio († 397), vescovo di Milano, dottore, difensore e organizzatore della Chiesa, maestro di s. Agostino, autore di celebri testi liturgici, padre della liturgia ambrosiana, patrono dei vescovi e degli apicoltori, di Lombardia, Milano e Vigevano. & A Roma, in Piazza S. Pietro, preghiera dell’Angelus guidata da Papa Francesco (ore 12-12.30: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic =VA_3TC2MY3F). &  giorno della novena in preparazione alla solennità dell’Immacolata.

L’augurio vivissimo di buon cammino, «volendoci bene come fratelli». Mons. Vincenzo Bertolone, Arcivescovo di Catanzaro-Squillace, ci regala la sua intensa Lettera dal titolo: «Buon cammino di Avvento. Riscopriamo insieme la vita consacrata».  Gliene siamo grati fin da ora. La lettera è disponibile all’indirizzo: http://www.diocesicatanzarosquillace.it/download/lettera_Avvento_2014.pdf

Piotr Anzulewicz OFMConv

 




Viva Cristo Re!

È una domenica speciale: ultima dell’anno liturgico A, in cui stiamo per salutare l’evangelista Matteo, apostolo, già esattore delle tasse, e incontrare l’evangelista Marco, discepolo di s. Pietro.
È una domenica in cui celebriamo il 1° anniversario della consegna dell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium e la Giornata Nazionale per il Sostentamento del Clero, con il suo motto: «Insieme ai sacerdoti. Insieme ai più deboli», commemoriamo s. Clemente I († 101), discepolo di s. Paolo e suo collaboratore a Filippi, autore della Lettera indirizzata ai Corinzi per ristabilire tra loro la pace e la concordia, 4° vescovo di Roma e papa (88-97), e accogliamo 6 nuovi santi, tra cui Ludovico da Casoria, francescano, alcantarino, frate ardente, apostolico e caritativo, fondatore degli ospizi ed educandati a Napoli, Assisi e Firenze, per anziani, fanciulli in difficoltà, bimbi “moretti”, riscattati in Africa dalla schiavitù.
Una domenica che ci coinvolge tutti, personalmente ed ecclesialmente, su un concetto della fede: Cristo Re.
7-crocefisso-no-9-c_optRe di che cosa? Re di tutto e di tutti, Signore della creazione e Signore della riconciliazione. «In lui, per mezzo di lui e in vista di lui furono create e riconciliate tutte le cose» (cfr. Col 1,16-20 ). Egli è «primogenito» (ivi, v. 18), il principio, il centro, il Signore. A lui Dio Padre ha dato la totalità. La sua signoria e regalità ingloba tutti gli uomini, le religioni, le culture, le nazioni… Un Re singolare, non secondo i cliché del potere di ieri e di sempre. Un Re speciale, fuori dai canoni delle regalità e dei regni di questa terra. Un Re nato povero e vissuto povero. Un Re scalzo a battere strade di miseria, di lacrime d’afflizione, di storie disgustose e disgustate, a beneficare, a sanare, a guarire. Un Re morto più povero che mai, appeso nudo al patibolo, nella città santa, Gerusalemme, sul monte Golgota, e da questo singolare “trono” esercita la sua regalità con l’amore, con la sofferenza, con il perdono, con la sete di giustizia. Un Re perdutamente invaghito delle sue creature.
Alla fine dei tempi, o forse anche solo alla fine della nostra vicenda terrena, o ancor più semplicemente al termine di ogni giornata, che cosa mai ci chiederà questo Re, Signore e Giudice dell’Universo? Vorrà sapere se lo abbiamo pregato abbastanza, se abbiamo saltato la Messa domenicale, se abbiamo aiutato e voluto bene ai nostri parroci, se siamo stati fedeli ai canoni della Chiesa, se abbiamo approfondito la nostra fede con letture spirituali e teologiche? No, queste cose fanno parte del vademecum del buon cristiano e certamente non saranno oggetto del suo giudizio, del tutto particolare, quasi anomalo e assurdo. Lui ci chiederà:
Bambini - abbandono“Avete visto quanta gente soffre la fame? Io sono lì. Avete visto quanta gente arde per la sete? Io sono lì. Avete visto quanti sono senza tetto? Avete visto quanti, per ripararsi, non solo non hanno una casa, ma neppure un vestito? Io sono tra quelli. Avete visto quanta gente non può muoversi con le proprie gambe perché impedita dalla malattia o dalla porta di un carcere? Lì sono io”.
“Ma quando mai, Signore? Tu non sei lì, tu sei nel cielo, tu sei in chiesa, tu sei nella creazione, tu sei nell’amore tra due persone, tu sei nella bellezza… impossibile incontrarti nella sofferenza!”. Eppure, lui è lì. Ed è lì, nella sofferenza, che si manifesta Re dell’Universo: «Ogni volta che l’avete fatto o meno a uno di questi fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (cfr. Mt 25,45). “Guardate ai vostri fratelli poveri, e guardate al vostro modo di guardarli. Se li vedete e fate qualcosa per loro (o per Dio, che è la stessa cosa), siete salvi. Se non li vedete, o fingete di non vederli, non c’è storia né preghiera né canone né misericordia divina che tengano: vi tenete la vostra cecità e la vostra indifferenza, e sarà il vostro supplizio”, il supplizio in quell’inaspettata scoperta d’aver trascorso una vita a parlare di Regno, di Cielo e di Eterno, e non essersi mai accorti che il Regno, il Cielo e l’Eterno si erano nascosti nella grammatica più elementare di tutte: quella dei bicchieri da riempire, delle vesti da far indossare, del pane da condividere, delle sbarre da oltrepassare. Col naso all’insù: per aver perduto l’appuntamento con la Bellezza. Lo pensavamo chissà come, ma lui rimase il Re umile. Il Re dei cristi piccoli. Il Rei dei cristi poveri, affamati, assettati, nudi, perseguitati, crocifissi. Il Re crocifisso.
Figlio, io sono il tuo DioInginocchiati davanti a lui, gli chiediamo perdono se spesso non lo abbiamo riconosciuto, se non lo abbiamo scoperto nei cristi di questa terra, se non lo abbiamo cercato nel volto delle persone sincere e generose che ci ha messe sul nostro cammino. Vogliamo credere in questo Re, amarlo e adorarlo, perché solo lui ci conforta, ci prende per mano e ci risolleva dal fango, ci libera dalle passioni del mondo ed estingue in noi sete di odio e di vendetta. Adesso è qui, nella Parola, e sarà qui, sull’altare, vivo, presente, in mezzo a noi, il suo popolo, «per sostenerci, per consolarci, per donarci la sua gioia. Lui mai ha fretta di lasciarci. Lui ha desiderio di stare con noi a lungo, perché noi apparteniamo a lui, siamo “cosa” sua, siamo le sue creature» (Papa Francesco).
Lui, Re di tutto e di tutti, Re dell’Universo, Alfa e Omega, Inizio e Fine, Salvatore e Redentore, nel tempo e nell’eternità, sia davvero il nostro Re. Nominiamolo sul serio Re del nostro microcosmo, esteriore e interiore, materiale e spirituale. Regni sempre nella nostra mente, nel nostro cuore, nel nostro agire, nella nostra gioia e nella nostra sofferenza. Regni sempre, perché il suo Regno è un Regno d’amore e di gioia, comunque e sempre. Viva Cristo Re!

Schede della settimana

(23-30.11.2014)

 Domenica 23 novembre: solennità della regalità universale di Cristo, Re delle intelligenze, dei cuori e delle volontà, e rinnovo della consacrazione dell’umanità al Sacro Cuore di Gesù. – Clemente I († 101), discepolo di s. Paolo e suo collaboratore a Filippi, 4° vescovo di Roma, papa (88-97), autore della Lettera indirizzata ai Corinzi per ristabilire tra loro la pace e la concordia.
& In Vaticano, sul sagrato della basilica papale di S. Pietro, Messa presieduta da Papa Francesco con il rito di canonizzazione di sei beati: Giovanni Antonio Farina († 1888), vescovo cattolico italiano, fondatore della Congregazione delle Suore Maestre di S. Dorotea, figlie dei Sacri Cuori; Kuriakose Elias Chavara della Sacra Famiglia († 1871), cofondatore e primo priore generale dei Carmelitani di Maria Immacolata; Eufrasia Eluvathingal del Sacro Cuore († 1952), religiosa indiana della Congregazione delle Suore della Madre del Carmelo; Ludovico da CasoriaLudovico da Casoria dell’Ordine dei Frati Minori Alcantarini († 1885), fondatore ad Assisi nel 1871 dell’Istituto Serafico, dove si fece carico di accogliere ragazzi sordi e ciechi, da lui definiti «creature infelici e abbandonate», nella convinzione che anch’essi potessero avere un futuro; Amato Ronconi († ca. 1292), terziario francescano della diocesi di Rimini; Nicola da Longobardi († 1709), religioso dell’Ordine dei Minimi, e, al termine, la recita dell’Angelus (ore 10.20-12.10: http://player.rv.va/rv.player01.asp? language=it&visual=  VaticanTic&Tic=VA_9NYT81DR).
& Giornata Nazionale per il Sostentamento del Clero, con il motto: «Insieme ai sacerdoti. Insieme ai più deboli», per richiamare l’attenzione sul ruolo ecclesiale e sociale dei 34 mila sacerdoti secolari e religiosi, a servizio delle 226 diocesi italiane, e creare un’effettiva solidarietà e condivisione, anche con un piccolo contributo, assicurando ad ognuno di loro i mezzi necessari per una vita dignitosa nello svolgimento della loro missione.
# Le offerte, raccolte in questa domenica, vengono inviate all’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero che provvede a distribuirle tra tutti i presbiteri, affinché anche coloro che appartengono alle Comunità parrocchiali più piccole e povere possano contare su un’equa distribuzione delle offerte, che sono deducibili dal proprio reddito, sia ai fini del calcolo dell’IRPEF che delle relative addizionali (così sono sostenuti anche i 3 mila sacerdoti che, per ragioni di età o di salute, sono in previdenza integrativa, e circa 600 sacerdoti impegnati nelle missioni nei Paesi in via di sviluppo come fidei donum).
& 1° anniversario della consegna, da parte di Papa Francesco, dell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium.

▪ Lunedì 24 novembre: Ad Hanoi nel Tonchino, s. Andrea Dũng Lạc († 1839), sacerdote, e 116 compagni, martiri, di varie regioni del Viet Nam, tra i quali 8 vescovi, moltissimi sacerdoti e un gran numero di fedeli laici di entrambi i sessi e di ogni condizione ed età, che preferirono patire l’esilio, il carcere, le torture e l’estremo supplizio, per decapitazione, piuttosto che recare oltraggio alla croce e rinnegare la fede cristiana, dichiarati santi nel 1988 da Giovanni Paolo II. & Inizio del Triduo in onore di Nostra Signora della Medaglia Miracolosa.

▪ Martedì 25 novembre: S. Caterina d’Alessandria d’Egitto (secc. III-IV), vergine e martire, patrona dei filosofi, degli studenti di teologia e dei mugnai, protettrice delle apprendiste sarte e modiste (è anche patrona dello “studio dei legisti” dell’Università di Padova e dell’Università di Siena).

Violenza contro la donna 1& Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne, istituita dall’ONU nel 1999, un’occasione per sostenere la lotta contro il femminicidio e la violenza in Italia e nel mondo tramite appelli ed iniziative di sensibilizzazione. # La data richiama il massacro delle sorelle Mirabal, attiviste politiche, ricordate anche come ‘las mariposas’, durante il regime dittatoriale dominicano di Rafael Trujillo, che accadde proprio il 25 novembre del 1961. Il Comitato per l’eliminazione della discriminazione contro le donne identifica la violenza contro le donne come «ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi o possa provocare danno fisico, sessuale, psicologico o una sofferenza, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia in pubblico che nella vita privata». Gli atti di violenza di genere possono includere, tra gli altri, la violenza domestica, l’abuso sessuale, lo stupro, le molestie sessuali, la tratta delle donne, la prostituzione forzata.

Parlamento europeo& Visita di Papa Francesco al Parlamento europeo e al Consiglio d’Europa a Strasburgo, città simbolo della riconciliazione europea, su invito del Presidente del Parlamento Martin Schulz, durante la quale rivolge un discorso a entrambi le Assemblee: un segnale di sostegno e di incoraggiamento a proseguire il progetto europeo nel suo vettore di pace, di integrazione e di unità, indicando i valori fondamentali, ispirati in gran parte alla fede cristiana; una visita che arriva 26 anni dopo quella di Giovanni Paolo II che aveva indicato come campi di missione per l’Europa unita la custodia del creato (la difesa dell’ambiente), la solidarietà verso migranti e rifugiati e la ricostituzione di una visione integrale dell’uomo, in tutte le sue dimensioni, compresa anche quella spirituale e trascendente, campi di drammatica attualità.
# Il Parlamento risponde ai 28 Paesi dell’Unione ed è un’istituzione di tipo prettamente politico, di parlamentari eletti dai cittadini, mentre il Consiglio d’Europa è un’organizzazione intergovernativa, composta dai 47 Stati membri (la bandiera dell’Europa raffigura 12 stelle che richiamano l’immagine della Madonna propria del 12 capitolo dell’Apocalisse: «Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di 12 stelle« [v. 1]).

13X18,9& Presso la Parrocchia «Mater Domini» di Catanzaro, alle ore 17.30, presentazione del libro «I care humanum» – passare la fiaccola della nuova umanità di mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro–Squillace (ne discutono con l’autore: prof. Luca Diotallevi – docente di sociologia presso l’Università Roma Tre, e don Massimo Naro – direttore del Centro Studi Cammarata di San Cataldo; modera gli interventi Antonio Cavallaro – responsabile divisione Digital presso Rubbettino Editore).

▪ Mercoledì 26 novembre: A Roma nel convento di S. Bonaventura sul Palatino, s. Leonardo da Porto Maurizio († 1751), ligure, figlio di un capitano di marina, nato a Porto Maurizio, l’odierna Imperia, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Osservanti, definito da s. Alfonso Maria de’ Liguori «il più grande missionario del nostro secolo», che impegnò tutta la sua vita nella predicazione, nel pubblicare libri di devozione e nel far visita ad oltre 300 missioni a Roma, in Corsica e nell’Italia settentrionale; è ideatore della Via crucis e patrono delle missioni al popolo. – A Bisignano in Calabria, s. Umile (Luca Antonio) Pirozzo († 1637), religioso dell’Ordine dei Frati Minori Riformati, insigne per lo spirito di profezia, le frequenti estasi e una serie ininterrotta di prodigi come guarigioni istantanee, beatificato da Leone XIII nel 1882 e canonizzato da Giovanni Paolo II nel 2002.

& In Vaticano, incontro del Papa con i gruppi di fedeli e i pellegrini in occasione dell’Udienza generale per la catechesi del mercoledì (ore 10.25-12: http://www.radiovaticana.va /player/index_fb.asp?language= &visualizzazione=VaticanTic&Tic=VA_FUBSE4GP).

Medaglia miracolosa▪ Giovedì 27 novembre: Madonna della Medaglia Miracolosa, Medaglia coniata in seguito alla seconda apparizione di Maria a s. Caterina Labouré († 1876) nella cappella in Rue du Bac 140 a Parigi, come segno di amore, pegno di protezione e sorgente di grazie, definita da s. Massimiliano Kolbe la “cartuccia contro il maligno” e adottata da lui come l’emblema della sua Milizia dell’Immacolata (MI).
# La Madonna, nell’apparizione del 27 novembre 1830, nella cappella parigina, disse a suor Caterina Labouré: «Fa’ coniare una Medaglia su questo modello: le persone che la porteranno riceveranno grandi grazie; le grazie saranno più abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia». Sul diritto della Medaglia suor Caterina aveva visto la Madonna biancovestita, con le braccia distese sul mondo, le dita delle mani emananti fasci di luce di vario splendore e le parole: «O Maria concepita senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo». Sul rovescio, fra 12 stelle, la lettera M sormontata da una croce e, sotto, il Cuore di Gesù circondato da una corona di spine e il Cuore di Maria trafitto da una spada.
& Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, adorazione eucaristica parrocchiale (ore 17-18).

▪ Venerdì 28 novembre: A Napoli, deposizione di s. Giacomo della Marca († 1476), sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Osservanti, discepolo di s. Bernardino da Siena, insigne predicatore in Italia, Polonia, Boemia, Bosnia e Ungheria, ardente oratore, ideatore dei Monti di Pietà, dove i poveri potevano impegnare le proprie cose, non più all’esoso tasso preteso dai privati usurai, ma ad un interesse minimo – istituzioni finanziarie senza scopo di lucro, per erogare prestiti di limitata entità (microcredito), a condizioni favorevoli rispetto a quelle di mercato, in cambio di un pegno le sue ultime parole: «Gesù, Maria. Benedetta la Passione di Gesù»).
Moschea blu& Viaggio apostolico di Papa Francesco in Turchia (Ankara e Istanbul), su invito del Presidente del Paese e del Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, da oggi fino al 30 novembre, festa di s. Andrea.

▪ Sabato 29 novembreTutti i Santi dell’Ordine francescano, in coincidenza con l’anniversario della conferma della Regola di s. Francesco d’Assisi (1223, papa Onorio III): tutti loro ci rivelano cosa significhi l’amore disinteressato inteso come il dono totale di sé, riconoscendo in Dio il “tutto” della loro vita, il vertice della loro felicità, la pienezza della loro vita. – A Lucera in Puglia, s. Francesco Antonio Fasani, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, che, uomo di raffinata cultura e pervaso da un grande amore per la predicazione e la penitenza, si adoperò al tal punto per i poveri e i bisognosi da non esitare mai a privarsi della veste per coprire un mendicante e offrire a tutti il suo sostegno, particolarmente vicino ai carcerati e ai condannati che accompagnava fino al luogo del supplizio, devotissimo dell’Immacolata Concezione (morì il 29 novembre 1742, il primo giorno della novena dell’Immacolata), sepolto nella chiesa di S. Francesco a Lucera, meta di frequenti pellegrinaggi, proclamato beato nel 1951 da Pio XII e canonizzato da Giovanni Paolo II nel 1986. & 2° giorno del viaggio apostolico in Turchia: Papa Francesco si trasferisce in aereo da Ankara a Istanbul (ore 9.30-9.45); si reca alla Moschea Sultan Ahmet, detta la Moschea Blu, e al Museo di S. Sofia (ore 10.15-11.20); presiede la Messa nella cattedrale dello Spirito Santo con le comunità cattoliche: latina, armena, sira e caldea (14.45-16.30); partecipa insieme al Patriarca ecumenico Bartolomeo I alla preghiera ecumenica nella chiesa patriarcale di S. Giorgio, cui segue un incontro privato tra loro nel Palazzo patriarcale (ore 17-18.15: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_UND2I537). & Nella basilica papale di S. Maria Maggiore a Roma, alla vigilia dell’inizio dell’Anno di vita consacrata, Veglia di preghiera, durante la quale viene proiettato un videomessaggio del Papa che si trova in Turchia (ore 19-20.30). & Inizio della novena in preparazione alla solennità Giornata di solidarieta per il popolo palestinese 2dell’Immacolata& Giornata Internazionale di Solidarietà col Popolo Palestinese che risale al 29 novembre 1947, quando l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione che stabiliva la creazione di uno “Stato ebraico” e di uno “Stato arabo”, con Gerusalemme come «corpus separatum» sottoposta a un regime internazionale speciale (dei due Stati previsti dal documento, solo uno, Israele, ha visto di fatto la luce. Il 29 novembre 2012, la stessa Assemblea generale ha approvato una risoluzione con cui la Palestina è diventata Stato osservatore non membro dell’ONU). & 18ª Giornata Nazionale della Colletta Alimentare: «Vi invito a fare posto nel vostro cuore a questa urgenza, rispettando questo diritto dato da Dio a tutti di poter avere accesso ad una alimentazione adeguata. Condividiamo quel che abbiamo nella carità cristiana con chi è costretto ad affrontare numerosi ostacoli per soddisfare un bisogno così primario. Invito tutti noi a smettere di pensare che le nostre azioni quotidiane non abbiano un impatto sulle vite di chi la fame la soffre sulla propria pelle» (Papa Francesco, 9 dicembre 2013).

Domenica 30 novembre: 1ª Domenica di Avvento – Festa di s. Andrea di Betsaida († 60), apostolo, fratello di Simon Pietro, il primo tra i discepoli di Giovanni Battista ad essere chiamato da Gesù, sul lago di Galilea, dopo una giornata di pesca infruttuosa; presente nei momenti privilegiati: il Tabor, il Getsemani e il Venerdì Santo; evangelizzatore della Grecia, fondatore della Chiesa di Costantinopoli, martire – secondo le antiche tradizioni – a Patrasso, legato, e non inchiodato, su una croce a forma di X, detta croce decussata, comunemente conosciuta con il nome di «croce di s. Andrea», per sua personale scelta, dal momento che egli non avrebbe mai osato eguagliare il Maestro, Gesù, nel martirio; patrono in Scozia (la croce di s. Andrea figura nella sua bandiera, e di conseguenza in quella del Regno Unito, e nello stemma Anno della vita consacrata 1della Nuova Scozia), Russia (nell’insegna della marina russa), Romania, Ucraina e Grecia, ad Amalfi e a Luga (Malta). & Concelebrazione eucaristica nella basilica papale di S. Pietro in Vaticano per l’apertura dell’Anno della vita consacrata (ore 10). # Gli obiettivi principali dell’Anno (30 novembre 2014 – 2 febbraio 2016) sono: 1. fare “memoria grata” del passato recente, che va dal Concilio Vaticano II – e in particolare dalla pubblicazione del decreto «Perfectae caritatis» – fino ad oggi, segnato dalla presenza dello Spirito che porta i consacrati a vivere anche le debolezze e le infedeltà come esperienza della misericordia e dell’amore di Dio, ad essere “icone viventi” del Dio “tre volte santo” e a “gridare” al mondo, con forza e con gioia, la loro vitalità, spesso nascosta, ma non meno feconda, nei monasteri, nei conventi, nelle case; 2. abbracciare il futuro con speranza, assumendo il momento presente, «delicato e faticoso» (Giovanni Paolo II), non come l’anticamera della morte, ma come un «kairos», un’occasione favorevole per la crescita in profondità, nella certezza che la vita consacrata non potrà mai sparire nella Chiesa, poiché «è stata voluta dallo stesso Gesù come parte irremovibile della sua Chiesa» (Benedetto XVI); 3. vivere il presente con passione, per testimoniare la bellezza della sequela di Cristo “più da vicino” e «svegliare il mondo» (Papa Francesco), specie nelle periferie esistenziali della povertà e del pensiero, “evangelizzando”, curando e potenziando la vita fraterna in comunità e la formazione continua nella «fedeltà dinamica» e creativa, al testimone lasciato dai rispettivi fondatori e fondatrici (cfr. VC 37), e alla luce delle sfide della postmodernità. & 3° giorno del viaggio apostolico in Turchia: Papa Francesco assiste alla Divina Liturgia nella chiesa patriarcale di S. Giorgio, cui segue la benedizione ecumenica insieme al Patriarca Bartolomeo I e la firma di una dichiarazione congiunta (ore 8.20-11); cerimonia di congedo per il ritorno a Roma (ore 15.45-16: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_UND2I537). & Onomastico di p. Andrea Buzor, vicario della Parrocchia «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido: auguri di cuore a lui e a tutti gli altri Andrea…

Amici, è difficile scambiarci auguri per questa settimana. Il nostro paese è in un momento delicato politicamente ed economicamente. Il Vangelo ci attesta che il mondo non precipita nell’abisso del nulla. Esso è nelle braccia di Dio e la parola del Vangelo è l’appiglio che noi abbiamo per leggere la storia e per vedere che Dio ne è il Signore. Malgrado la fatica, il dolore e la logica mondana che ancora alberga nei nostri cuori e nei nostri giudizi, lo Spirito divino avanza e dice alla Chiesa, sua sposa: Maranathà! (“Vieni!”).

Piotr Anzulewicz OFMConv




Dono e compito

FruttiLa Parola di Dio che la liturgia ci presenta nella 33ª Domenica del tempo ordinario, penultima dell’anno liturgico – domenica in cui commemoriamo s. Giuseppe Moscati, straordinaria figura di laico cristiano, che ha fatto della sua professione una missione di carità e di dedizione – contiene la «parabola dei talenti» di Matteo, apostolo ed evangelista, già esattore delle tasse, chiamato Levi o il Pubblicano, diventato discepolo di Cristo (Mt 25,14-30). Lo stiamo per salutare, per incontrare Marco, discepolo di Pietro, e iniziare il percorso di Avvento. Tuttavia, prima di lasciarci, Matteo consegna una salutare “frustata” all’indirizzo della nostra accidia. Siamo chiamati – dice – ad essere svegli, creativi, operosi, a far fruttare i nostri talenti, doni, potenzialità e capacità, a non lasciarli irrancidire, a non sotterrarli nel solco del nostro «io», a non fare dell’intelligenza, bellezza e salute un fiore all’occhiello della nostra immagine. È triste vedere chi, pur avendo ricevuto un grande dono, non solo non lo fa fruttare, ma addirittura ostacola chi lo farebbe fruttare.
Questa è una parabola che ci fa riflettere molto sulla larghezza dei doni di Dio. Fra i miliardi di persone viventi, e quelli esistiti o che esisteranno, nessuno ha i lineamenti del nostro volto, il tono della nostra voce, le varie sfumature della nostra espressione e del nostro sguardo. Nessuno ebbe e mai avrà i sentimenti del nostro cuore. Ciascuno di noi è un “prodigio” singolare, particolare, unico. È un “sogno”, un investimento, un capitale, chiamato a realizzarsi, umanizzarsi, amorizzarsi, anche se ammalato, handicappato, menomato o depresso a tal punto da sembrargli di non valere una cicca. È sempre “prezioso” agli occhi di Dio, è sua creatura, è dono del suo amore, è oggetto della sua infinita tenerezza. «Al di là di qualsiasi apparenza, è immensamente sacro» (Evangelii gaudium, n. 273). È degno della nostra dedizione, e non per il suo aspetto fisico, per il suo linguaggio, per la sua mentalità o per le soddisfazioni che ci può offrire, ma perché Dio l’ha creato a sua immagine» (ivi, n. 274) e l’ha redento in Cristo. Per questo, tutto ciò che è e tutto ciò che ha deve farlo diventare “carità”.
Donna e bambino (Klint)Se abbiamo la salute, essa è anche per chi non ce l’ha. E se la tratteniamo solo per noi, proveremo il disgusto dell‘egoista. Se siamo dotati dell’intelligenza, essa è pure per chi ne è sprovvisto, perché se la usiamo esclusivamente per noi stessi, slitteremo nell’orgoglio e proveremo inquietudine, tedio e amarezza. Se siamo forniti di sensibilità, delicatezza e altruismo, dobbiamo pensare che sono “talenti” da investire per il bene degli altri, altrimenti diventeranno “imputridite” (Gc 5,2). Insomma, chi non impegna la propria vita per gli altri, non «prenderà parte alla gioia del suo padrone» (Mt 25,23). Imbocchiamo allora il cammino della responsabilità del dono, gratuito, disinteressato, oblativo.
«Si è più beati nel dare che nel ricevere» (At 20,35). Non si vive meglio se si resiste a dare, se si fugge dagli altri, se si nega alla condivisione, se ci si rinchiude nella comodità, se si rimane chiusi nella pigrizia, nel vuoto egoista, nel pessimismo, nel fatalismo, nella sfiducia. Ciò non è altro che un lento suicidio. «Difendiamoci – ci sprona Papa Francesco – da tutto ciò che è mondanità, immobilismo, comodità, clericalismo, chiusura in noi stessi. (…) I giovani devono emergere, farsi valere, uscire per lottare per i valori (…); e gli anziani devono aprire la bocca, insegnarci, trasmetterci la saggezza dei popoli!» (Discorso nella cattedrale di São Sebastião di Rio de Janeiro, rivolto ai giovani argentini, 25 luglio 2013).
«I giovani – ha affermato mons. Marcelo Sánchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, al Simposio internazionale su «I giovani contro la prostituzione e la tratta di persone», apertosi il 15 novembre in Vaticano – hanno bisogno di speranza, di futuro, di sapere quali sono le loro potenzialità, i loro talenti e le loro ricchezze per metterle al servizio di quest’umanità, dove sembra che ciò che è più importante e valido, è solo l’interesse, il piacere, il potere, il possesso. La nostra più grande forza è “lavorare in rete”. Da soli non riusciamo a far niente, ma se mettiamo insieme le potenzialità dei giovani, ma anche i nostri Paesi, le nostre chiese, le nostre scuole, le nostre società, questi possono veramente imboccare una strada giusta, dove la persona è al centro. Come umanità, come società, siamo un grande mosaico, ma il mosaico è fatto di piccoli pezzettini; quello che è importante è che ciascuno sia al proprio posto. Allora il mosaico sarà qualcosa di veramente bello: una creazione nuova dell’oggi, di questa nostra società».
Mani (albero)La logica del mondo chiede di essere produttivi, aggressivi, decisi e forti, per spaccare il mondo e conquistare mercati e danari. Nella logica del mondo nuovo ciò che conta è donare/amare, essere operosi e fecondi. Certo, la fecondità molte volte è invisibile e non può essere contabilizzata. Rimane tuttavia «la certezza – scrive Papa Francesco nell’Esortazione apostolica «Evangelii gaudium sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale», resa pubblica il 24 novembre 2013, alla chiusura dell’Anno della fede – che non va perduta nessuna delle nostre opere svolte con amore, non va perduta nessuna delle nostre sincere preoccupazioni per gli altri, non va perduto nessun atto d’amore per Dio, non va perduta nessuna generosa fatica, non va perduta nessuna dolorosa pazienza. Tutto ciò circola attraverso il mondo come una forza di vita».
«A volte – prosegue il Papa – ci sembra di non aver ottenuto con i nostri sforzi alcun risultato, ma la missione non è un affare o un progetto aziendale, non è neppure un’organizzazione umanitaria, non è uno spettacolo per contare quanta gente vi ha partecipato grazie alla nostra propaganda; è qualcosa di molto più profondo, che sfugge ad ogni misura. Forse il Signore si avvale del nostro impegno per riversare benedizioni in un altro luogo del mondo dove non andremo mai. (…) Noi ci spendiamo con dedizione, ma senza pretendere di vedere risultati appariscenti. Sappiamo soltanto che il dono di noi stessi è necessario. Impariamo a riposare nella tenerezza delle braccia del Padre in mezzo alla nostra dedizione creativa e generosa. Andiamo avanti, mettiamocela tutta, ma lasciamo che sia lui a rendere fecondi i nostri sforzi come pare a lui» (n. 279).

Schede della settimana

(16-23.11.2014)

Medico con bambini Domenica 16 novembre: 33ª Domenica del tempo ordinario (A). – A Napoli, s. Giuseppe Moscati († 1927), medico «che ha fatto della professione una palestra di apostolato, una missione di carità, uno strumento di elevazione di sé, e di conquista degli altri a Cristo»; professore universitario «che ha lasciato tra i suoi alunni una scia di profonda ammirazione non solo per l’altissima dottrina, ma anche e specialmente per l’esempio di dirittura morale, di limpidezza interiore, di dedizione assoluta data dalla cattedra; scienziato d’alta scuola, noto per i suoi contributi scientifici di livello internazionale, per le pubblicazioni e i viaggi, per le diagnosi illuminanti e sicure, per gli interventi arditi e precorritori» (Paolo VI), canonizzato da Giovanni Paolo II nel 1987, come straordinaria figura di laico cristiano, al termine del Sinodo dei Vescovi «sulla vocazione e missione dei laici nella Chiesa». – A Vilnius, in Lituania, S. Maria della Porta dell’Aurora (Aušros Vartai) o Madre della Misericordia (Nel 1970, nelle grotte della basilica di S. Pietro in Vaticano, è stata benedetta una cappella lituana, nel cui altare è raffigurato un mosaico in cui il papa Paolo VI benedice l’immagine della Madre della Misericordia della Porta dell’Aurora). – In Scozia, s. Margherita († 1093), «modello di madre e di regina per bontà e saggezza». – In Germania, s. Geltrude (Gertrude), detta la Grande († 1302), cistercense di Helfta, donna di profonda cultura anche profana, mistica, tenera devota dell’’umanità di Cristo (precorse il culto al Sacro Cuore di Gesù). – Ad Assisi, s. Agnese († 1253), sorella minore di s. Chiara, fondatrice del secondo monastero delle clarisse, quello di Monticelli a Firenze. – 18ª Giornata Internazionale a favore della Tolleranza, proclamata dall’UNESCO nel 1996.
La tolleranza va insegnata, comunicata, appresa e nutrita, dentro e fuori la scuola, come «il vincolo che ci mantiene uniti nel viaggio comune verso un futuro pacifico e sostenibile» (Ban Ki-moon), abbandonando ogni pregiudizio, indifferenza, odio, pulizia etnica, disprezzo, ingiustizia, violenza, terrorismo, estremismo, emarginazione e discriminazione delle minoranze e dei migranti, creando una rete di solidarietà globale in grado di affrontare le sfide comuni e rinnovando l’impegno al dialogo interculturale, alla comprensione tra tutti i popoli e le comunità, al rispetto reciproco per la ricchezza della diversità umana, anche attraverso partenariati con i media e programmi di scambi giovanili.
Kwiaty na slupie– 9ª Giornata Mondiale del Ricordo delle Vittime della Strada, istituita dall’ONU nel 2005, per sensibilizzare cittadini e opinione pubblica sull’importante tema della sicurezza e delle buone pratiche che ogni utente della strada deve applicare indipendentemente da quale sia il modo in cui ci si sposta.
«Non sono le vittime che hanno bisogno di essere ricordate – sottolinea Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, presidente dell’Associazione Familiari e Vittime della Strada –, ma siamo noi, persone ed istituzioni, che abbiamo bisogno di ricordare le vittime per liberarci dai comportamenti prepotenti, omissivi e inosservanti delle norme. (…) A impedire che la strage sia debellata del tutto sono proprio le istituzioni, le amministrazioni, con il loro comportamento omissivo. Spesso giustificano la loro inerzia e i loro mancati interventi con l’insufficienza di soldi, ma non si possono sottomettere il proprio senso di responsabilità, la propria intelligenza, ai soldi. Le istituzioni hanno il compito di garantire la sicurezza della strada e ne debbono rispondere. Non a caso la maggior parte degli incidenti si concentrano sempre sugli stessi tratti stradali, nei quali le amministrazioni mantengono colpevolmente le condizioni di pericolosità». «Inutile sottolineare che l’incidente stradale è la prima causa di morte tra i giovani al di sotto dei 30 anni e che il numero delle vittime che si registra ogni anno sulle strade italiane rappresenta la più grave strage a cui stiamo assistendo in tempo di pace – dice Giulietta Pagliaccio, presidente nazionale della Federazione Italiana Amici della Bicicletta. – Dobbiamo quindi sentirci tutti chiamati in causa assumendo responsabilità e impegno, ognuno nel proprio ambito, per garantire la sicurezza a tutti».
– A Brisbane, in Australia, conclusione del Vertice del G20, la riunione annuale dei capi di Stato e di Governo dei principali Paesi sviluppati ed emergenti, concentrata non solo sugli sforzi per rilanciare un progetto di crescita sostenibile dell’economia mondiale ed allontanare “lo spettro della recessione globale”, ma anche sull’evasione fiscale, crisi politiche internazionali ed emergenze umanitarie.
«Vorrei chiedere – scrive Papa Francesco nella lunga lettera inviata al primo ministro australiano, Tony Abbot, che ospita la riunione – di non dimenticare che dietro le discussioni politiche e tecniche sono in gioco molte vite (…). Troppe donne e uomini soffrono a causa di grave malnutrizione, per la crescita del numero dei disoccupati, per la percentuale estremamente alta di giovani senza lavoro e per l’aumento dell’esclusione sociale che può portare a favorire l’attività criminale e perfino il reclutamento di terroristi», senza contare – annota – la «costante aggressione all’ambiente naturale, risultato di uno sfrenato consumismo». Il Papa entra poi in alcune delle contingenze più calde del momento. «Il mondo intero – sostiene – si attende dal G20 un accordo sempre più ampio che possa portare (…) a un definitivo arresto nel Medio Oriente dell’ingiusta aggressione rivolta contro differenti gruppi, religiosi ed etnici, incluse le minoranze». La crisi in quello scacchiere sollecita – dice – un «accordo» che porti a «eliminare le cause profonde del terrorismo, che ha raggiunto proporzioni finora inimmaginabili» e che ha come carburante «la povertà, il sottosviluppo e l’esclusione». La soluzione in questo caso – ribadisce Papa Francesco – «non può essere esclusivamente di natura militare», ma deve concentrarsi «su coloro che in un modo o nell’altro incoraggiano gruppi terroristici con l’appoggio politico, il commercio illegale di petrolio o la fornitura di armi e tecnologia». Accanto a questo – soggiunge – urge uno «sforzo educativo» e «una consapevolezza più chiara che la religione non può essere sfruttata come via per giustificare la violenza». Inoltre, la situazione in Medio Oriente ripropone «il dibattito sulla responsabilità della comunità internazionale di proteggere gli individui e i popoli da attacchi estremi ai diritti umani e contro il totale disprezzo del diritto umanitario». Tuttavia, sono anche di altro tipo le aggressioni contro i quali i Paesi del G20 dovrebbero munirsi e intervenire. Si tratta – stigmatizza il Papa – degli «abusi nel sistema finanziario», quelle «transazioni che hanno portato alla crisi del 2008 e più in generale alla speculazione sciolta da vincoli politici o giuridici e alla mentalità che vede nella massimizzazione dei profitti il criterio finale di ogni attività economica». «Una mentalità, nella quale le persone sono in ultima analisi scartate, non raggiungerà mai la pace e la giustizia», è la considerazione di Papa Francesco che sottolinea come i vari conflitti lascino «profonde cicatrici» e producano «in varie parti del mondo situazioni umanitarie insopportabili».
– In Piazza S. Pietro a Roma, preghiera mariana dell’Angelus Domini e breve riflessione di Papa Francesco (ore 12-12.30: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual= VaticanTic&Tic=VA_HAYIUAAM).
Elisabetta d'Ungheria 3▪ Lunedì 17 novembre: S. Elisabetta d’Ungheria († 1231), principessa ungherese, terziaria francescana, canonizzata da Papa Gregorio IX nel 1235, patrona principale del Terz’Ordine Regolare di S. Francesco (TOR), dell’Ordine Francescano Secolare (OFS) e della Fraternità secolare presso la chiesa e il convento «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, fulgido esempio per i giovani e per gli sposi, messaggeri odierni dell’amore di Dio, fiaccola luminosa per quanti seguono il Cristo nel servizio per il prossimo. In lei anche noi riconosciamo la chiamata dell’amore di «Dio, ricco di misericordia» (Ef 2,4), e con cuore intuiamo la forza di quell’amore che unisce i cuori umani, umanizza e armonizza tutte le relazioni interpersonali, asciuga le lacrime e versa il balsamo sulle ferite di chi vive nel nostro ambiente.
– In Vaticano, con l’intervento di Papa Francesco, Colloquio Interreligioso Internazionale sul tema «La complementarietà dell’uomo e della donna», raduno di studiosi e leader religiosi, ebrei, cristiani, musulmani e di altre confessioni, «al fine di proporre di nuovo la bellezza della naturale unione dell’uomo e della donna nel matrimonio», promosso da quattro dicasteri vaticani: la Congregazione per la Dottrina della Fede e i Pontifici Consigli per la Famiglia, Dialogo Interreligioso e Unità dei Cristiani (17-19 novembre). I relatori sviluppano vari aspetti di questa complementarità, «per sostenere e rinvigorire il matrimonio e la vita familiare», e i testimoni «attingono alla saggezza della loro tradizione religiosa e all’esperienza culturale, per dare testimonianza alla forza e alla vitalità della complementarità dell’uomo e della donna».
– In Vaticano, sotto il colonnato di S. Pietro, inizio dei lavori per realizzare tre docce per i senzatetto, per l’iniziativa del mons. Konrad Krajewski, l’elemosiniere di Papa Francesco, già realizzata in dieci parrocchie romane, a cominciare da Via Gregorio VII, Piazzale Clodio e l’Aventino (E’ quello che possiamo fare anche noi, nel nostro piccolo, trasformando i bagni parrocchiali in docce?).
– In Vaticano, nella Sala Stampa della Santa Sede, Briefing sui programmi della visita del Papa al Parlamento europeo e al Consiglio d’Europa di Strasburgo e del viaggio apostolico in Turchia dal 28 al 30 novembre prossimi (ore 12.30-13.30: http://www.radiovaticana.va/player/ index_fb.asp?language=it&visualizzazione=VaticanTic&Tic=VA_FUBSE4GP).
Opern Day (Giornata mondiale del bambino prematuro)Open Day: Giornata Mondiale del Neonato Prematuro (bambino pretermine), durante la quale gli Ospedali con i Bollini Rosa offrono alcuni servizi gratuiti, con lo scopo di informare e sensibilizzare la popolazione sulle strategie di contenimento dei rischi correlati alla nascita prematura e delle complicanze conseguenti.
▪ Martedì 18 novembre: Dedicazione delle basiliche dei ss. Pietro e Paolo, segno dell’unità e dell’apostolicità della Chiesa (Ci stringiamo attorno al Papa, successore di Pietro, e rinnoviamo verso di lui la fedeltà, consapevoli della propria miseria e della misericordia di Dio). – In Polonia, b. Karolina Kózka († 1914), chiamata anche la “Maria Goretti polacca” e considerata come b. Pierina Morosini († 1957) e  b. Albertina Berkenbrock († 1931), beatificata nel 1987 da Papa Giovanni Paolo II, patrona della gioventù cattolica polacca.
– In Vaticano, nella Sala Stampa della Santa Sede, presentazione della Conferenza Internazionale su «La persona con disturbi dello spettro autistico: animare la speranza», promossa dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (ore 11.30-12.30: http://www.radiovaticana.va/ player/index_fb.asp?language=it&visualizzazione=VaticanTic&Tic=VA_FUBSE4GP).
▪ Mercoledì 19 novembre: Nel monastero di Hackeborn (o di Helfta) nella Sassonia in Germania, s. Mectilde o Matilde († 1298), monaca, donna di squisita dottrina e umiltà, che, con sorella maggiore s. Geltrude la Grande, è gloria dei monachesimo germanico e una delle maggiori scrittrici spirituali e mistiche del cristianesimo, autrice di uno dei libri più noti della mistica medievale: Libro della grazia speciale.
– In Vaticano, incontro del Papa con i gruppi di fedeli e pellegrini in occasione dell’Udienza generale per la catechesi del mercoledì (ore 10.25-12: http://www.radiovaticana.va/ player/index_fb.asp?language=it&visualizzazione=VaticanTic&Tic=VA_FUBSE4GP). – A Roma, 7° Congresso Mondiale della Pastorale delle Migrazioni, centrato sulla “diaspora” dei migranti, specie delle famiglie, sul carattere di partenariato che gli immigrati assumono nei Paesi di transito e di approdo, sull’aspetto della “dignità” di ogni migrante (la priorità assoluta di accogliere tutti i migranti e salvare ogni singola vita umana), organizzato dal competente dicastero vaticano e ospitato dall’Università Urbaniana, con la partecipazione di circa 300 persone di 93 Stati di ogni continente. – A Napoli, presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, davanti ad una commissione di docenti, riunita in sessione pubblica alle ore 9.30, difesa della tesi di dottorato in teologia dal titolo: L’esperienza religiosa e l’umano simbolico in Julien Ries. Approccio storico-critico e teologico-pastorale,da parte di p. Francesco Celestino OFMConv, Custode provinciale di Calabria e membro del Consiglio direttivo del Circolo Culturale San Francesco (Direttore: p. prof. Edoardo Scognamiglio OFMConv, Ministro provinciale di Napoli e Basilicata).

▪ Giovedì 20 novembre: A Torino, ss. Ottavio, Solutore e Avventore († fine III sec.), appartenenti alla leggendaria legione tebea (originaria dell’Oriente) e trucidati sotto l’imperatore Massimiano, ritenuti i primi martiri della città. – In Inghilterra, s. Edmondo († 870), re dell’Estanglia, ossia dell’Inghilterra orientale, in tempi durissimi per tutta l’Inghilterra, aggredita continuamente dai danesi, martire, patrono d’Inghilterra, sepolto a Bury St. Edmund (a circa 50 km da Cambridge); è un santo più vivo nella memoria popolare d’Inghilterra: già durante il suo regno una moneta coniata viene chiamata “Penny di Sant’Edmondo”; al suo nome si è intitolata una congregazione di sacerdoti inglesi: i “Preti di Sant’Edmondo”.

 – In Vaticano, 29ª Conferenza internazionale sull’autismo, in programma fino al 22 novembre, dal titolo «La persona con disturbi dello spettro autistico: animare la speranza» e ridare lo slancio esistenziale anche a chi vive i casi più difficili, nonché per coloro – professionisti della salute, familiari, associazioni – che se ne prendono cura, organizzata dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (L’autismo è un disturbo neurocomportamentale che inizia in gravidanza durante il neurosviluppo, ha origine multifattoriale – sia genetica che ambientale – e si manifesta entro i primi tre anni di età permanendo per la vita; nel mondo, uno ogni 100-110 bambini ne è affetto; un’emergenza, coperta però da “un’imperscrutabilità e da diffuso rifiuto sociale”).

– A Roma, presso il Pontificio Collegio «Mater Ecclesiae», dal 20 al 22 novembre, 3° Congresso Mondiale dei Movimenti ecclesiali e delle nuove Comunità, che ha come tema La gioia del Vangelo: una gioia missionaria…,  promosso dal Pontificio Consiglio per i Laici. Sulla scia dell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, Papa Francesco chiama i movimenti a «essere veri protagonisti di una nuova tappa della missione evangelizzatrice della Chiesa, segnata dalla gioia», protesa verso le «periferie geografiche ed esistenziali del nostro mondo» e «vicina a tutti i poveri, sofferenti ed esclusi – prodotto amaro della ‘cultura dello scarto’ oggi dominante» (card. Stanisław Ryłko).

Giornata Universale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, approvata dall’ONU e ratificata nel 1989 da 193 Stati, ad esclusione di Somalia e Stati Uniti, da osservare come un giorno di fraternità, di sensibilizzazione e di attività per la promozione del benessere dei bambini di tutto il mondo. A livello nazionale, iniziativa «In Farmacia per i Bambini», per la sensibilizzazione sui diritti dei bambini e per la raccolta di farmaci da banco e prodotti ad uso pediatrico: pannolini, pappe per lo svezzamento, medicazioni ed altri prodotti baby care; nelle Farmacie aderenti, centinaia di volontari distribuiscono la Carta dei Diritti dell’Infanzia e invitano i clienti ad acquistare i prodotti da donare ai bambini bisognosi in Italia e nelle Case Orfanotrofio in America Latina, un’azione di responsabilità sociale del farmacista con i suoi clienti.

– Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido,  adorazione eucaristica parrocchiale (ore 17-18).

▪ Venerdì 21 novembre: Presentazione della B. Vergine Maria al Tempio di Gerusalemme, memoria mariana attestata da uno dei vangeli apocrifi, cioè del Protovangelo di Giacomo, dove nel cap. VI, si racconta che all’età di un anno Maria viene presentata ai sacerdoti del Tempo dai suoi due genitori, Anna e Gioacchino, e pochi anni dopo fatta accedere all’interno, prendendo parte alla vita sacerdotale, fino al momento dell’incontro con Giuseppe; ricorrenza di origine devozionale, risalente al VI sec. in Oriente e al XIV sec. in Occidente, che dà risalto alla prima donazione totale che Maria fece di sé, divenendo modello di ogni credente che si consacra al Signore.

Pro orantibusGiornata «Pro Orantibus», istituita da Pio XII, con la quale la Chiesa vuole far conoscere le comunità monastiche/claustrali/contemplative sparse in tutto il mondo come il cuore pulsante di Dio per gli uomini e invitare a pregare per quelle con particolari necessità (La Giornata è legata alla memoria liturgia della Presentazione di Maria al Tempio, perché nel dono radicale di lei a Dio si riconosce pienamente l’ideale della vita consacrata).
– In Polonia, b. Franciszka Siedliska († 1902), religiosa polacca, fondatrice della Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia di Nazareth per provvedere agli emigrati dalla sua Patria, proclamata beata da Giovanni Paolo II nel 1989 (La sua tomba si trova nella Cappella della Casa Generalizia della Congregazione a Roma).

▪ Sabato 22 novembre: S. Cecilia (sec. II-III), vergine e martire, patrona della musica, dei musicisti e dei cantanti.
Giornata della Musica, un’opportunità per festeggiare tutte le forme d’arte legate all’ambiente musicale, per ricordare i nomi dei migliori artisti e compositori della storia e per promuovere gli ideali di pace e fratellanza tra popoli di culture diverse. – In Vaticano, udienza di Papa Francesco: nell’Aula Paolo VI, ai partecipanti al Convegno Missionario Nazionale organizzato dall’Ufficio per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese della Conferenza Episcopale Italiana (ore 9-); nella Sala Clementina, ai partecipanti al 3° Congresso Mondiale dei Movimenti ecclesiali e delle nuove Comunità (ore 11-); nell’Aula Paolo VI, ai partecipanti alla Conferenza Internazionale del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari su «La persona con disturbi dello spettro autistico: animare la speranza» (ore 11.45-: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_AKKH8CD9).

Domenica 23 novembre: solennità della regalità universale di Cristo, Re delle intelligenze, dei cuori e delle volontà, e rinnovo della consacrazione dell’umanità al Sacro Cuore di Gesù.
Giornata nazionale di sensibilizzazione per creare una effettiva solidarietà tra i fedeli e i loro sacerdoti, garantendo a tutti loro le risorse necessarie ad un dignitoso sostentamento (Ci uniamo nella stima e nell’affetto per tutti i sacerdoti, impegnati nelle Comunità parrocchiali, affidati alle offerte dei fedeli e non – come molti pensano – allo Stato o addirittura al Vaticano…).
– S. Clemente I († 101), discepolo di s. Paolo e suo collaboratore a Filippi, 4o vescovo di Roma, papa (88-97), autore della Lettera indirizzata ai Corinzi per ristabilire tra loro la pace e la concordia.
– In Piazza S. Pietro a Roma, preghiera mariana dell’Angelus Domini e breve riflessione di Papa Francesco (ore 12-12.30: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual= VaticanTic&Tic=VA_WRCF6K84).

Buona settimana, Amici, intenti a far fruttare i talenti che il Signore ci dona!

Piotr Anzulewicz OFMConv




Bentornata la gratitudine

Bentornata tra noi, «scontenti inguaribili», intolleranti e insaziabili, la rara merce della gratitudine, una delle virtù più belle e una delle rose più stupende che possiamo far germogliare sul terreno delle nostre relazioni interpersonali! Il suo esprimersi è «la misura dell’umanità», tesa verso i grandi orizzonti, i vasti territori, fuori e oltre i confini razziali, culturali, sociali.

Gratitudine dei contadiniA pochi mesi dall’apertura dell’Esposizione Universale di Milano 2015, dedicata a «Nutrire il Pianeta: energia per la vita», la Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace pubblica il Messaggio per la 64ª Giornata Nazionale del Ringraziamento (9.11.2014). Tra gli obiettivi, indicati nel testo, è quello di dire grazie ai contadini, alle famiglie rurali – testimoni concrete di un’alleanza e di un dialogo creativo e fecondo con la loro terra che la fanno fiorire e diventare per tutti noi feconda –, ai lavoratori immigrati presenti sul nostro territorio, «a tutti coloro che, lavorando con amore e passione la terra, ci forniscono un cibo buono e sicuro».

I presuli invitano a «dedicare un’attenzione speciale al tema del cibo, quale dono di Dio per la vita della famiglia umana. Così, nel ringraziare per i frutti della terra, ci rendiamo consapevoli di coloro che patiscono la fame. (…) La fame è minaccia per molti dei poveri della terra, ma anche tremendo interrogativo per l’indifferenza delle nazioni più ricche. Infatti, alla sottonutrizione di alcuni si affianca un dannoso eccesso di consumo di cibo da parte di altri. È uno scandalo che contraddice drammaticamente quella destinazione universale dei beni della terra (…). È una questione di giustizia, che pone gravi interrogativi in merito al nostro rapporto con la terra e con il cibo».

Lo scritto muove da un’immagine biblica: quella della felicità dell’uomo che «coltiva la terra, per poi mangiarne i frutti nella pace, benedicendo il Creatore per i suoi doni». Tuttavia, «il sistema agricolo contemporaneo – prosegue il Messaggio – appare spesso distante da tale immagine (…). Infatti, nelle zone agricole di grande vastità, l’attività tende spesso a coinvolgere sempre più reti di imprese e comporta l’uso di tecniche anche complesse (si parla di “agricoltura industriale”). La finanza poi, purtroppo, si comporta con il cibo come una pura merce, su cui scommettere per trarne profitto, a prescindere dal destino di chi di esso vive. E sulla terra si specula! La sua stessa disponibilità è a rischio: spesso essa è destinata ad altri scopi o diviene oggetto di una lotta commerciale tra le economie più forti. E non mancano le pressioni crescenti sul piano della legalità: la salubrità dei prodotti è minacciata da abusi e forme di inquinamento che talvolta neppure percepiamo».

Come uscire – si domandano i vescovi – da tale situazione? Come far sì che anche nella complessità contemporanea trovi espressione la realtà costitutiva di un’agricoltura che sia collaborazione all’azione del Dio provvidente, datore di vita?

Francesco - Rosliny«Il primo dato da tenere presente – afferma il Messaggio – è che anche il nostro rapporto con la terra è un fatto culturale. Si tratta, dunque, di educarci a pensare l’agricoltura come spazio in cui la giusta ricerca della remunerazione del lavoro s’intrecci con la solidarietà, l’attenzione per i poveri, la lotta contro lo spreco, con un’attiva custodia della terra. Occorre operare per dar forma ad un sistema agricolo che dia corpo a tali istanze, sviluppando e promuovendo un modello di produzione agricola che sia attento alla qualità e alla salvaguardia dei terreni, in modo da garantire effettiva sostenibilità. La Terra, in altre parole, va custodita come un vero e proprio bene comune della famiglia umana, dato per la vita di tutti. Essa deve mantenere come primaria la sua destinazione fondamentale – quella di essere, appunto, fonte di cibo per i suoi abitanti».

«Educarci alla custodia della terra significa adottare comportamenti e stili di vita in cui l’uso del cibo e dei prodotti alimentari sia più attento e lungimirante. Con le nostre scelte di acquisto del cibo possiamo offrire sostegno alle produzioni locali. Spesso è il modo di acquistare di ognuno di noi che decide il futuro di una piccola cooperativa locale, come a decidere del futuro dei nostri territori è anche – in prospettiva nazionale – il dato in aumento degli studenti che frequentano le scuole agrarie e il crescente dato di occupazione in agricoltura. Sono segnali positivi che spingono a privilegiare le coltivazioni biologiche e sostenibili, dedicando anche più attenzione a cosa mangiamo. È saggezza privilegiare la qualità rispetto alla quantità, sapendo che – nei prodotti a forte impatto ambientale e sociale – la qualità aiuta la sostenibilità».

«Altrettanto importante è agire nelle nostre famiglie, per ridurre ed eliminare lo spreco alimentare, che nelle società agiate raggiunge livelli inaccettabili. Papa Francesco ha più volte denunciato la “cultura dello scarto”, cultura che “tende a diventare mentalità comune che contagia tutti”, rendendoci “insensibili anche agli sprechi e agli scarti alimentari, che sono ancora più deprecabili quando in ogni parte del mondo, purtroppo, molte persone e famiglie soffrono fame e malnutrizione. [… ] Il consumismo ci ha indotti ad abituarci al superfluo e allo spreco quotidiano di cibo, al quale talvolta non siamo più in grado di dare il giusto valore, che va ben al di là dei meri parametri economici. Ricordiamo bene però che il cibo che si butta via è come se venisse rubato dalla mensa di chi è povero, di chi ha fame!”».

Siamo consumatori, ma anche cittadini attivi e responsabili. Ecco dunque alcune scelte che i presuli indicano alle nostre comunità, frutto della benedizione del cibo:

Ø coltivare la terra in forme sostenibili, per nutrire il Pianeta con cuore solidale;

Ø adottare comportamenti quotidiani basati sulla sobrietà e la salubrità nel consumo del cibo;

Ø rendere grazie a Dio e ai fratelli umilmente (da humus = terra) per il dono che ogni giorno riceviamo dalla terra e dal lavoro dell’uomo, in modo tale da tutelarli anche per le prossime generazioni.

«Ci sarà prezioso, nel compiere questo percorso di speranza – scrivono i vescovi – rileggere il piccolo Libro di Rut. Così è scritto: “Il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio” (Rt 1,16). È una storia di persone fragili che – operando in solidarietà e condivisione – giungono a costruire vita buona, basata sull’istituto della spigolatura, al fine di coniugare l’attenzione per il povero e il contrasto allo spreco. Così, quella vicenda di dolore diventa una storia di speranza, che riesce a trovare vie d’uscita anche dalle situazioni difficili e disperate: “È nato un figlio a Noemi!” (Rt 4, 17)».

Francesco - SoleLa Giornata Nazionale del Ringraziamento ci invita a rendere grazie a Dio per i frutti del lavoro agricolo e nello stesso tempo ci incoraggia a impegnarci per sconfiggere il flagello della fame, promuovendo in ogni parte del globo la giustizia e la solidarietà. Tutto è dono: lo splendore del mondo sensibile, la gioia e la felicità del mondo interiore. La risposta della ragione al dono è la gratitudine.

Laudate, benedicite, mi Signore, e ringraziate e serviteli cun grande umilitateè la stupefacente conclusione dello Cantico delle creature di s. Francesco d’Assisi. Ringraziate. Ecco l’Eucaristia, il supremo ringraziamento di tutto l’universo compaginato attorno all’unico dorsale: Signore Gesù. Ogni giorno doniamogli una parola: «Grazie». E lo stesso facciamo poi con quelli di casa, di chiesa, di scuola, di lavoro. Lo facciamo in silenzio e con un sorriso. Grazie, Signore Gesù. Grazie, fratello. Grazie, amico. Grazie, agricoltore.

Leggi il testo integrale del Messaggio: http://www.chiesacattolica.it/cci_new/documenti_cei/2014-10/17-3/Messaggio%20Giornata%20Ringraziamento%202014.pdf

Schede della settimana

Giornata di ringraziamento & Giornata a favore della tolleranza

(9-16.11.2014)

Domenica 9 novembre: Dedicazione della basilica di S. Giovanni in Laterano, cattedrale del Papa, chiesa “madre e capo di tutte le chiese dell’Urbe e dell’orbe”, pubblicamente consacrata da Papa Silvestro il 9 novembre 324, col nome di basilica del Santo Salvatore (Nel corso del sec. XII, per via del suo battistero, che è il più antico di Roma, fu dedicata a s. Giovanni Battista; donde la sua corrente denominazione di basilica di S. Giovanni in Laterano; per più di 10 secoli, i papi ebbero la loro residenza nelle sue vicinanze e fra le sue mura si tennero 250 Concili, di cui 5 ecumenici; semidistrutta dagli incendi, dalle guerre e dall’abbandono, venne ricostruita sotto il Gratitudine (donna)pontificato di Benedetto XIII [† 1730] e di nuovo consacrata nel 1726; per tutti i cristiani, reduci dalle “catacombe”, essa fu il luogo dove finalmente potevano adorare e onorare pubblicamente Cristo Salvatore del mondo). – 64ª Giornata Nazionale di Ringraziamento per i raccolti di fine stagione: un omaggio pubblico che si rinnova al termine dell’annata agraria e un’occasione straordinaria per «rigenerare la consapevolezza che il creato – le piante, gli animali, i fiumi, le pianure, le colline, i campi – è il dono di Dio Creatore e il luogo dove egli continua a benedire la vita dell’uomo attraverso la varietà dei frutti. – 25° anniversario della caduta del «Muro di Berlino» (8-9.11.1989), «simbolo della divisione ideologica dell’Europa e del mondo intero»; a Berlino, il Convegno «Un incoraggiamento a respirare con entrambi i polmoni», organizzato dalla Conferenza episcopale tedesca, con tre tavole rotonde: «La caduta del Muro di Berlino e le sue conseguenze», «La fine del comunismo. Inizio di cosa?» e «Esperienze europee e prospettive 25 anni dopo la caduta del Muro. Ecclesia in Europa» (8 novembre), e il Concerto nella cattedrale di S. Edvige (9 novembre). – A Roma, in Piazza S. Pietro, la preghiera dell’Angelus guidata da Papa Francesco (ore 12-12.30: http://player.rv.va /rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_HAYIUAAM).

 Lunedì 10 novembre: S. Leone I, detto Magno († 461), papa e dottore della Chiesa, che affermò con fede luminosa la divinità di Cristo e la sua umanità: Cristo, Figlio del Dio vivente e figlio di Maria, uomo come noi (Il Concilio di Calcedonia presso Bisanzio [451], quarto ecumenico, approvò solennemente la dottrina delle due nature: Dio si è rivelato a noi nel Figlio, e il Figlio è un uomo che è vissuto in mezzo a noi, ha sofferto, è morto, è risorto. Questo Figlio è l’inizio e la fine, l’alfa e l’omega, l’erede di tutto, colui che realizza tutte le promesse di Dio, colui per mezzo del quale Dio aveva creato l’universo, il Figlio del Dio vivente, “irradiazione della gloria del Padre”, espressione del suo essere, “impronta della sua sostanza”, sorgente incessante di vita eterna). – Presso la Domus Pacis in S. Maria degli Angeli ad Assisi, 67ª assemblea generale della Conferenza episcopale italiana (10-13 novembre) intorno alla formazione continua dei presbiteri nell’orizzonte della loro conversione e della loro «riforma», e non solo del loro aggiornamento teologico-pastorale.

▪ Martedì 11 novembre: S. Martino di Tours († 397), santo più popolare che la Francia abbia avuto nell’antichità e nel Medio Evo, padre del monachesimo occidentale e grande apostolo delle Gallieprimo confessore non martire ad essere venerato con rito liturgico, patrono dell’Arma di Fanteria, dell’Esercito e di tanti comuni italiani [Ancora soldato e catecumeno, egli rivelò la sua carità evangelica dando metà del suo mantello militare a un povero assiderato dal freddo. Quella stessa notte vide in sogno Gesù che, rivestito del suo mantello, diceva ai suoi angeli: «Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato: egli mi ha vestito!». Quando Martino si risvegliò, trovò il suo mantello integro.Dopo il battesimo, all’età di 22 o 23 anni, si mise sotto la guida di s. Ilario (339) e fondò a Ligugè, presso Poitiers, un monastero (360), il primo in Occidente. Ordinato sacerdote e vescovo di Tours (372), si fece apostolo delle popolazioni rurali con l’aiuto dei monaci del grande monastero di Marmoutiers (Tours). Unì alla comunicazione del Vangelo un’incessante opera di elevazione sociale dei contadini e dei pastori. La sua figura ha fondamentale rilievo nella storia della Chiesa in Gallia].

Josafat Kuncewicz▪ Mercoledì 12 novembre: S. Giosafat Kuncewicz († 1623), monaco basiliano, priore, abate e arcivescovo di Vitebsk e di Polock in Polonia-Bielorussia, simbolo di una Russia ferita dalle lotte tra ortodossi e uniati, gloria e sostegno degli slavi orientali, «rapitore delle anime», protomartire dell’unione della Chiesa greco-ortodossa con quella cattolica romana o latina, patrono degli ecumenisti (A causa del suo operato nel 1623 un gruppo di ortodossi lo assalì e lo uccise a colpi di spada e di moschetto, a soli 43 anni di età. Il suo corpo, dopo la seconda guerra mondiale, venne traslato a S. Pietro in Vaticano dove, dal 25 novembre 1963, è collocato nell’urna in vetro posta sotto l’altare di s. Basilio Magno). – In Vaticano, incontro di Papa Francesco con gruppi di fedeli e pellegrini in occasione dell’Udienza generale per la catechesi del mercoledì (ore 10.25-12: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_HAYIUAAM). – In Polonia, festa nazionale del Giorno dell’Indipendenza, in cui si commemora l’anniversario della seconda Repubblica, 123 anni dopo la spartizione nel 1795 da parte di Russia, Prussia e Austria (il programma delle celebrazioni prevede l’alzabandiera, il discorso del presidente e una parata militare a Varsavia). – Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, 60° compleanno di P. Andrea Buzor, viceparroco e tesoriere del Circolo Culturale San Francesco.

▪ Giovedì 13 novembre: A Roma presso S. Pietro, s. Niccolò I († 867), papa, detto Magno (il titolo attribuito, oltre a lui, soltanto ai pontefici Leone I e Gregorio I), che si impegnò con vigore apostolico a rafforzare l’autorità del Romano Pontefice, davanti alle rivendicazioni autonomiste di diverse Chiese nazionali e provinciali, e davanti all’imperatore di Bisanzio e alla Chiesa greca, sepolto in S. Pietro (secondo Niccolò, il papato era l’unica istituzione che poteva reggere in quell’epoca di barbarie e di indebolimento dell’autorità civile e, di conseguenza, anche sociale). – A Roma, nel Palazzo della Cancelleria, Convegno su «Il sigillo confessionale e la privacy pastorale», organizzato dalla Penitenzieria Apostolica («E’ vietato al confessore di tradire, anche parzialmente, il penitente con parole o in qualsiasi altro modo e per qualsiasi causa»: can. 983; «La confessione individuale ed integra e l’assoluzione costituiscono l’unico modo ordinario con cui il fedele, consapevole del peccato grave, è riconciliato con Dio e con la Chiesa»: cann. 959-960; «Non basta chiedere perdono al Signore nella propria mente e nel proprio cuore, ma è necessario confessare umilmente e fiduciosamente i propri peccati al ministro della Chiesa»: Papa Francesco durante l’Udienza generale del 19 febbraio scorso; i cristiani battezzati hanno la certezza di ricevere il perdono di Dio esclusivamente accostandosi al Sacramento della Penitenza/Confessione/Riconciliazione). – Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, Adorazione eucaristica parrocchiale (ore 17-18).

▪ Venerdì 14 novembre: A Gerusalemme, ss. Nicola Tavelić e Compagni: Deodato Aribert, Stefano da Cuneo e Pietro da Narbonne, sacerdoti dell’Ordine francescano, martiri, che furono arsi nel fuoco per aver predicato coraggiosamente nella piazza la religione cristiana davanti ai Saraceni, professando con fermezza Cristo Figlio di Dio († 1391). ). – In Vaticano, nella Sala Stampa della Santa Sede, presentazione del Congresso Mondiale dei Movimenti ecclesiali e delle nuove Comunità sul tema: «La gioia del Vangelo – una gioia missionaria», in corso a Roma dal 20 al 22 novembre (ore 12-11: http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual= VaticanTic&Tic=VA_MGD7JWB6). – Inizio del triduo in preparazione alla festa di s. Elisabetta d’Ungheria († 1231), principessa ungherese, terziaria francescana e patrona principale del Terz’Ordine Regolare di S. Francesco (TOR), dell’Ordine Francescano Secolare (OFS) e della Fraternità secolare presso la chiesa e il convento «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido.

Alberto Magno▪ Sabato 15 novembre: A Colonia, in Germania, s. Alberto Magno († 1280), conosciuto anche come Alberto il Grande, domenicano, vescovo, considerato il più grande filosofo e teologo tedesco del medioevo sia per la sua grande erudizione che per il suo impegno nel tenere distinto l’ambito filosofico da quello teologico, «dottore universale» della Chiesa, maestro di s. Tommaso d’Aquino, dichiarato nel 1941 da Pio XII patrono dei cultori di scienze naturali. – In Vaticano, nell’Aula Paolo VI, incontro di Papa Francesco con i partecipanti al Convegno commemorativo dell’Associazione Medici Cattolici Italiani, in occasione del 70° di fondazione.  – A Roma, «Family Act: insieme per la vita e per la famiglia», una manifestazione a cui hanno aderito diverse organizzazioni: dal Forum delle Associazioni Familiari all’Associazione Nuovi Orizzonti; dall’Alleanza Evangelica Italiana al Movimento Cristiano Riformisti. – A Brisbane, in Australia, oggi e domani, vertice del G20, la riunione annuale dei principali Paesi sviluppati ed emergenti, concentrato non solo sugli sforzi per rilanciare un progetto di crescita sostenibile dell’economia mondiale ed allontanare “lo spettro della recessione globale”, ma anche sull’evasione fiscale, crisi politiche internazionali ed emergenze umanitarie. «Vorrei chiedere ai capi di Stato e di Governo del G20 – scrive Papa Francesco nella lunga lettera inviata al primo ministro australiano, Tony Abbot, che ospita la riunione – di non dimenticare che dietro le discussioni politiche e tecniche sono in gioco molte vite (…). Troppe donne e uomini – prosegue – soffrono a causa di grave malnutrizione, per la crescita del numero dei disoccupati, per la percentuale estremamente alta di giovani senza lavoro e per l’aumento dell’esclusione sociale che può portare a favorire l’attività criminale e perfino il reclutamento di terroristi», senza contare – annota – la «costante aggressione all’ambiente naturale, risultato di uno sfrenato consumismo e tutto questo produrrà serie conseguenze per l’economia mondiale». Il Papa entra poi in alcune delle contingenze più calde del momento. «Il mondo intero – sostiene – si attende dal G20 un accordo sempre più ampio che possa portare, nel quadro dell’ordinamento delle Nazioni Unite, a un definitivo arresto nel Medio Oriente dell’ingiusta aggressione rivolta contro differenti gruppi, religiosi ed etnici, incluse le minoranze». La crisi in quello scacchiere sollecita – dice – un «accordo» che porti a «eliminare le cause profonde del terrorismo, che ha raggiunto proporzioni finora inimmaginabili» e che ha come carburante «la povertà, il sottosviluppo e l’esclusione». La soluzione in questo caso – ribadisce Papa Francesco – «non può essere esclusivamente di natura militare», ma deve concentrarsi «su coloro che in un modo o nell’altro incoraggiano gruppi terroristici con l’appoggio politico, il commercio illegale di petrolio o la fornitura di armi e tecnologia». Accanto a questo – soggiunge – urge uno «sforzo educativo» e «una consapevolezza più chiara che la religione non può essere sfruttata come via per giustificare la violenza». Inoltre, la situazione in Medio Oriente ripropone «il dibattito sulla responsabilità della comunità internazionale di proteggere gli individui e i popoli da attacchi estremi ai diritti umani e contro il totale disprezzo del diritto umanitario». Tuttavia, sono anche di altro tipo le aggressionicontro i quali i Paesi del G20 dovrebbero munirsi e intervenire. Si tratta – stigmatizza il Papa – degli «abusi nel sistema finanziario», quelle «transazioni che hanno portato alla crisi del 2008 e più in generale alla speculazione sciolta da vincoli politici o giuridici e alla mentalità che vede nella massimizzazione dei profitti il criterio finale di ogni attività economica». «Una mentalità, nella quale le persone sono in ultima analisi scartate, non raggiungerà mai la pace e la giustizia», è la considerazione di Papa Francesco che sottolinea come i vari conflitti lascino «profonde cicatrici» e producano «in varie parti del mondo situazioni umanitarie insopportabili».

Domenica 16 novembre: A Napoli, s. Giuseppe Moscati († 1927), medico «che ha fatto della professione una palestra di apostolato, una missione di carità, uno strumento di elevazione di sé, e di conquista degli altri a Cristo»; professore universitario «che ha lasciato tra i suoi alunni una scia di profonda ammirazione non solo per l’altissima dottrina, ma anche e specialmente per l’esempio di dirittura morale, di limpidezza interiore, di dedizione assoluta data dalla cattedra; scienziato d’alta scuola, noto per i suoi contributi scientifici di livello internazionale, per le pubblicazioni e i viaggi, per le diagnosi illuminanti e sicure, per gli interventi arditi e precorritori» (Paolo VI),  canonizzato da Giovanni Paolo II nel 1987, come straordinaria figura di laico cristiano, al termine del Sinodo dei Vescovi «sulla vocazione e missione dei laici nella Chiesa». – 19ª Giornata Internazionale a favore della Tolleranza, insegnata, comunicata, appresa e nutrita, dentro e fuori la scuola, come «il vincolo che ci manterrà uniti nel viaggio comune verso un futuro pacifico e sostenibile» (Ban Ki-moon), abbandonando ogni pregiudizio, indifferenza, odio, pulizia etnica, disprezzo, ingiustizia, violenza, terrorismo, estremismo, emarginazione e discriminazione delle minoranze e dei migranti, creando una rete di solidarietà globale in grado di affrontare le sfide comuni e rinnovando l’impegno al dialogo interculturale, alla comprensione tra tutti i popoli e le comunità, al rispetto reciproco per la ricchezza della diversità umana, anche attraverso partenariati con i media e programmi di scambi giovanili. – In Piazza S. Pietro a Roma, preghiera mariana dell’Angelus Domini e breve riflessione di Papa Francesco (ore 12-12.30: http://player.rv.va /rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_HAYIUAAM). – A Vilnius, in Lituania, S. Maria della Porta dell’Aurora (Aušros Vartai) o Madre della Misericordia (Nel 1970, nelle grotte della basilica di S. Pietro in Vaticano, è stata benedetta una cappella lituana, nel cui altare è raffigurato un mosaico in cui il papa Paolo VI benedice l’immagine della Madre della Misericordia della Porta dell’Aurora). – In Scozia, s. Margherita († 1093), «modello di madre e di regina per bontà e saggezza». – In Germania, s. Geltrude (Gertrude), detta la Grande († 1302), cistercense di Helfta, donna di profonda cultura anche profana, mistica, tenera devota dell’’umanità di Cristo (precorse il culto al Sacro Cuore di Gesù). – Ad Assisi, s. Agnese († 1253), sorella minore di s. Chiara, fondatrice del secondo monastero delle clarisse, quello di Monticelli a Firenze.

Amici, la fede ci permette di vedere tutto come dono e ci stabilisce nella gratitudine, riportandoci grati nella comunità dei fratelli dove c’è Cristo a rendere grazie. Auguriamoci una settimana intessuta di gratitudine, di riconoscenza, di accettazione e di accoglienza dell’altro che in nome di qualcosa di più alto, che è la vita, ricomprende le diversità delle correnti in un sentimento serafico di consapevolezza (tolleranza).

Piotr Anzulewicz OFMConv




«Io lo vedrò»

La solennità di Tutti i Santi, celebrata ieri, si riverbera nella commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti di oggi. Una continuità che ci fornisce la chiave interpretativa: condividendo la gioia dei santi, con fede-speranza ci si sofferma sull’ultimo tratto del nostro cammino terrestre: la morte, intesa non come un brutale assalto dall’esterno, una terrificante distruzione o interruzione del filo della vita, una gravissima sciagura o disgrazia senza rimedio, una violenta privazione delle proprie potenzialità, ma come una possibilità della consegna radicale di noi stessi nelle mani di Dio-Amore, un compimento dell’amore vissuto durante la vita, un transito dalla vita segnata dalla finitezza-caducità-provvisorietà-apparenza alla vita vera, piena, eterna, duratura, senza corruzione, precarietà e fine, un evento dell’incontro con la bellezza del Signore della beatitudine, felicità, pace.

Francesco morenteÈ una notizia buona, meglio: straordinaria, che il Cristo risorto ci offre anche nel momento più impegnativo, cruciale e misterioso del nostro percorso: la morte, che frate Francesco d’Assisi definiva «nostra sora corporale da la quale nullu homo vivente po’ skappare» (Cantico delle creature, v. 12). Questa notizia ci riempie di speranza. La nostra vita è allora una caccia al tesoro: l’eterno. Non possiamo sbagliare l’obiettivo e la strada e giocare male la nostra libertà, essere ciechi e sordi, impreparati e inconsapevoli. Ci viene dato un tempo, anche quello supplementare, per imparare… Avanzando, nella vita e negli anni, possiamo renderci conto che non siamo stati pensati e chiamati all’esistenza per stare in questo mondo, ma che la nostra meta è il «Dio vivente». Noi siamo “la sua gloria”: siamo la sua gioia quando ci creava e saremo la sua felicità quando potrà accoglierci presso di sé, nel momento della nostra morte. Siamo immortali fin dal giorno del nostro concepimento!

Ora siamo in cammino. Anno dopo anno, si fa largo il pensiero della morte, come “fine dello stato di peregrinazione” e cessazione del tempo delle decisioni. Ce lo ricorda anche un saluto: «Memento mori» – Ricordati che devi morire. Sì, questa memoria della morte, e soprattutto della nostra morte personale, è un’esperienza pedagogica, e non è un esercizio macabro o spettacolo tragicomico dell’incoerenza umana, come taluni intendono! Mentre cresce in noi questa esperienza di accompagnamento alla morte, la luce della fede nel Signore risorto ci sostiene e ci aiuta a guardare oltre l’orizzonte mondano, per posare il nostro sguardo sull’orizzonte di Dio. È guardando al di là del visibile che riceviamo la luce e la forza di vivere nel mondo senza perdere la speranza.

Cmentarz na Rossie (Matka i serce syna)Il nostro sguardo posato in Dio ci fa scorgere che tanti amici e parenti già vivono in lui. Poco per volta avanzando nella vita abbiamo più amici, parenti e conoscenti al di là della morte che al di qua, dove ci troviamo ancora noi. È un grande dono continuare a incontrare i nostri defunti in Dio e a sentire la loro intercessione orante per noi, ma soprattutto oggi è un dono la preghiera per loro, perché la misericordia e compassione di Dio abbia pietà di tutti: «di questi che sono nella Grande Tribolazione ed anche dei distruttori che – disse ieri Papa Francesco al Cimitero romano del Verano – si impadronisco di tutto, si credono dio, devastano la vita, le culture, i valori e scartano i poveri che chiedono pane». La nostra preghiera per loro è parte integrale della nostra fede che ci fa credere che la Chiesa, quella peregrinante e quella gloriosa, è un corpo solo in Cristo vivo, risorto dai morti. Tantissimi sono già partecipi di quella gloriosa, uniti irreversibilmente a lui, nel cielo, al cospetto di Dio, ma ci siamo anche noi, in cammino, in attesa di essere «rapiti» nel «giorno senza tramonto».

Oggi siamo invitati a pregare per tutti i fedeli defunti: quelli del passato, come dell’oggi, di ogni cultura, popolo, religione e nazione, quelli di tutte le guerre e di tutte le violenze, morti sulle strade, negli ospedali, nelle case, nelle piccole e grandi città, nel mare e nel deserto, mentre cercavano una vita più degna; per tutti i morti, senza esclusione di nessuno, affinché il Signore della vita doni loro la vita in pienezza, senza più fatica e dolore, senza più croci e calvari, senza il «pungiglione della morte» (1 Cor 15,56). Attraverso l’intercessione di Maria, Nostra Signora del Suffragio, chiediamo al Signore di accoglierli tutti nel suo amore e di comunicare a ciascuno la pienezza della sua vita, e se non basta chiudere un occhio, speriamo che ne chiuda due… Questa preghiera, simbolo di fede, ci unisce insieme. È commovente pensare che un giorno qualcuno di loro pregherà per noi, quando avremo solcato la soglia della morte e saremo entrati nella vita eterna.

Sole (Francesco)La loro commemorazione ci invita anche a fare memoria di ciò che siamo e di ciò che saremo, quando «tutti riuniti in Cristo», finalmente potremo dire con le parole del biblico Giobbe, uomo di mirabile pazienza e santità, «retto e timorato di Dio» (Gb 1,1; 2,3): «Dopo che questa mia pelle sarà strappata via, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno e non un altro» (ivi, 19,26-27), felicità senza limiti, vita nella sua massima concentrazione, amore nella sua abissale intensità. Sia così davvero per tutti! Nessuno vada perduto. Tutti siano trasformati nella fornace dell’Amore di Dio. Ed ogni istante di noi – immerso nella sua misericordia – profumi di vita in pienezza.

Schede della settimana (2-9 novembre)

◊ Domenica 2 novembre: Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti. Siamo invitati a pregare per tutti i morti: quelli del passato, come dell’oggi, di ogni cultura, popolo, religione e nazione, quelli di tutte le guerre e di tutte le violenze, morti sulle strade, negli ospedali, nelle case, nelle piccole e grandi città, nel mare o nel deserto, senza esclusione di nessuno, affinché il Signore della vita doni loro la vita in pienezza, senza più fatica e dolore, senza più croci e calvari, senza il «pungiglione della morte» (1 Cor 15,56). Li «commemoriamo» celebrando per loro e con loro il «memoriale della nostra salvezza», la Pasqua del Signore, che attira ogni vita nel presente eterno del suo amore, dove nulla di noi va perduto. – Ci sintonizziamo su Tv 2000, visibile sul canale digitale terrestre 28, o sul Vatican Player (http://player.rv.va/rv.player01.asp?language=it&visual=VaticanTic&Tic=VA_E78IJEOT) con Papa Francesco che alle ore 12, in Piazza S. Pietro a Roma, recita l’Angelus e alle ore 18 scende nelle Grotte Vaticane per un momento di preghiera silenziosa per i sommi pontefici defunti.

▪ Lunedì 3 novembre: S. Martino de Porres († 1639), peruviano, figlio di un “conquistatore” spagnolo e di una donna nera, fratello cooperatore dell’Ordine dei Predicatori, fondatore di un collegio per istruire i bambini poveri: il primo del Nuovo Mondo, canonizzato nel 1962 da Giovanni XXIII come il primo santo di colore della Chiesa cattolica e proclamato nel 1966 da Paolo VI patrono dei barbieri e dei parrucchieri e, in Perù, della giustizia sociale. – Nella basilica di S. Pietro in Vaticano, Messa di Papa Francesco in suffragio dei cardinali e vescovi defunti nel corso dell’anno (ore 11.30-).

▪ Martedì 4 novembre: S. Carlo Borromeo († 1584), vescovo di Milano, uomo della preghiera, delle lacrime e della penitenza intesa come appassionata partecipazione alle sofferenze di Cristo, al suo entrare nel peccato del mondo: disobbedienza, ribellione, rifiuto, logica del tornaconto… (in modo speciale pensiamo, oltre al nostro Arcivescovo, a Papa Francesco, intrepido e noncurante di sé, che accoglie tutti e con coraggio e franchezza annuncia la verità del Vangelo: la logica della gratuità/dell’amore gratuito, disinteressato, oblativo).

▪ Mercoledì 5 novembre: Commemorazione di Tutti i Defunti dell’Ordine serafico. Una giornata di particolare preghiera per il suffragio di tutti i confratelli (frati e terziari), consorelle (monache, suore e terziarie), parenti, amici e benefattori defunti, scomparsi nel corso dell’anno. Sono i defunti “di famiglia” (a tutti ci lega un vincolo di carità, di ricordo, di affetto. A tutti, e non solo a quelli di loro che abbiamo conosciuto e amato, ci rendiamo vicini con il nostro pensiero). – A Roma, udienza generale di Papa Francesco con i pellegrini convenuti in Piazza S. Pietro (ore 10.30-12).

▪ Giovedì 6 novembre: S. Leonardo di Limoges († ca. 545), abate francese, eremita, uno dei santi più venerati in Europa, soprattutto all’epoca della 1ª Crociata, molto raffigurato nell’arte, patrono dei carcerati, fabbricanti di catene, di fermagli, fibbie ecc., invocato per i parti difficili, mali di testa e malattie dei bambini, contro la grandine ed i banditi (a lui si rivolgono anche gli obesi). – Ritiro del Clero dell’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace. – Adorazione eucaristica parrocchiale del 1° giovedì del mese (ore 17-18).

▪ Venerdì 7 novembre: A Echternach, nel territorio dell’odierno Lussemburgo, deposizione di s. Villibrordo († 739), di origine inglese, vescovo di Utrecht, apostolo della Frisia (i Paesi Bassi, compresi Lussemburgo e Fiandre), fondatore di numerose sedi episcopali e monasteri. – A Padova, s. Prosdocimo (II sec.), protovescovo e patrono di questa città euganea, probabile evangelizzatore di tutta la Venezia occidentale, inviato dallo stesso s. Pietro (la più bella immagine del Santo venne dipinta da un padovano, il grande quattrocentista Andrea Mantegna). – Adorazione eucaristica parrocchiale del 1° venerdì del mese (ore 17-18).

▪ Sabato 8 novembre: B. Giovanni Duns Scoto († 1308), francescano scozzese, famoso per acume, sottigliezza d’ingegno e di pietà nelle scuole di Canterbury, Oxford, Parigi e Colonia, chiamato “Dottore sottile”, beatificato nel 1993 da Giovanni Paolo II e definito da lui «cantore del Verbo incarnato e difensore dell’immacolata concezione di Maria» (nel primo caso, Duns Scoto avanzò un pensiero “sorprendente”: Cristo – disse – «si sarebbe fatto uomo anche se l’umanità non avesse peccato»; nel secondo caso, asserì che per Maria agì la «redenzione preventiva»: la Madre, cioè, fu il «capolavoro» della redenzione operata dal Figlio e per questo fu «preservata dal peccato originale»; il 7 luglio 2010 Benedetto XVI ha dedicato a lui la catechesi dell’udienza nell’Aula Paolo VI in Vaticano).

◊ Domenica 9 novembre: Dedicazione della basilica di S. Giovanni in Laterano, cattedrale del Papa, chiesa “madre e capo di tutte le chiese dell’Urbe e dell’orbe”, la prima in assoluto di tutte le chiese del mondo ad essere pubblicamente consacrata, dal papa Silvestro il 9 novembre 324, col nome di basilica del Santo Salvatore (nel corso del sec. XII, per via del suo battistero, che è il più antico di Roma, fu dedicata a s. Giovanni Battista; donde la sua corrente denominazione di basilica di S. Giovanni in Laterano; per più di 10 secoli, i papi ebbero la loro residenza nelle sue vicinanze e fra le sue mura si tennero 250 Concili, di cui 5 ecumenici; semidistrutta dagli incendi, dalle guerre e dall’abbandono, venne ricostruita sotto il pontificato di Benedetto XIII e di nuovo consacrata nel 1726; per tutti i cristiani, reduci dalle “catacombe”, essa fu il luogo dove finalmente potevano adorare e onorare pubblicamente Cristo Salvatore del mondo). – Giornata di Ringraziamento per i frutti del lavoro umano. – 25° anniversario della caduta del «Muro di Berlino» (1989), avvenimento simbolo di nuovi rapporti fra i popoli. – A Roma, in Piazza S. Pietro, la preghiera dell’Angelus guidata da Papa Francesco (ore 12).

Amici, siamo ormai entrati nel vivo del mese di novembre, in cui siamo invitati a intraprendere un vero e proprio «pellegrinaggio», personale e comunitario, spirituale e comportamentale, pastorale e dottrinale, nella conoscenza della Parola di Dio nell’impegno della carità, in attesa di essere «rapiti» nel «giorno senza tramonto»: «pienezza dell’amore e delle buone opere» (Benedetto XVI).

Piotr Anzulewicz OFMConv




Il «pane» della musica…

Note musicali con fiori e farfalle
Dopo dieci mesi di lezioni, siamo lieti di annunciare il buon esito del Laboratorio musicale del M° Luigi Cimino (leggi anche https://circoloculturalesanfrancesco.org/site/laboratorio-musicale-2014/). Il Laboratorio ha raggiunto i suoi scopi, non solo riguardo alla musica, ma anche ai momenti lieti di aggregazione, in cui amici si sono ritrovati in un ambiente sereno a divertirsi imparando. Dobbiamo molto al Maestro, alla sua professionalità, delicatezza e passione nel trattare una materia così complessa e nello stesso tempo così artistica, armonica, sinfonica.

Giovedì 30 ottobre saremo lieti, nel corso di una delle ultime lezioni dell’anno 2014, di rivolgergli un saluto ed un caloroso ringraziamento per la sua dedizione. Solo un grande cuore, come il suo, è capace di grandi slanci. Alcuni giorni di sospensione serviranno a fare il punto: a capire cosa si può e si deve fare per migliorare. Una revisione e una verifica sono d’obbligo. In questo momento, sarebbe molto triste dover rinunciare al desiderio di rendere migliore il nostro «habitat», anche e soprattutto, con la cultura…

Ci sostiene la speranza di trovare persone capaci di impegnarsi nell’ambito del volontariato, affinché i vari programmi, attualmente accantonati, in attesa di persone di buona volontà, possano finalmente prendere il via. Sarebbe davvero desolante dover arrendersi per mancanza di sensibilità ed apprezzamento… Immagino che nessuno di coloro che hanno usufruito delle preziose lezioni del Maestro vogliano perdere una tale opportunità provvidenziale, la cui opera, parte integrante della cultura, egli la dona gratuitamente, lontano dalle logiche commerciali del «mainstream» mediatico.

«Serve un impegno comune di tutti – ha affermato Papa Francesco, rivolgendosi il 13 gennaio scorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede per gli auguri di inizio anno – per favorire una cultura dell’incontro, perché solo chi è in grado di andare verso gli altri è capace di portare frutto, di plasmare vincoli, di creare comunione, di irradiare gioia, di edificare la pace».

(tc/pa)




Due amori rivali?

Il filo d’oro che lega le letture bibliche della 30ª Domenica del tempo ordinario (Es 22,20-26; Sal 17; 1Ts 1,5-10; Mt 22,34-40) è il concetto dell’amore, la chiave di lettura dell’Antico e del Nuovo Testamento e l’essenza della nostra vita. È indubbiamente la parola più bella, la più armonica, la più “sinfonica”, perché coinvolge la totalità della persona, nasce dal profondo del cuore e spinge a farci dono gratuito, disinteressato, incondizionato. Siamo allora esortati oggi ad amare con la profondità di noi stessi (“con tutto il cuore”), con la totalità del nostro essere (“con tutta l’anima”), con il dinamismo del nostro conoscere (“con tutta la mente”) e con tutto il vigore che emana da ciascuno di noi (“con tutta la tua forza”).

Lasciamoci, dunque, avvolgere da questo amore inteso come dono di sé, per far sì che la nostra comunità civile e religiosa diventi sempre più umana, solidale, fraterna. E lasciamoci attrarre anche dagli esempi dei missionari martiri e dai santi e beati proclamati tali di recente, tra cui Paolo VI, pontefice straordinariamente innamorato di Gesù e della sua Chiesa. La sua presenza mi accompagna da quell’indimenticabile giorno – domenica 29 giugno, festività dei ss. Paolo VI e Piotr - Ordinazione sacerdotale (29.06.1975) (640x453) (2)Grazie in diverse lingueapostoli Pietro e Paolo, quando mi ordinò sacerdote sulla Piazza S. Pietro a Roma, insieme ad altri diaconi provenienti da cinque continenti, comprese le Isole del Pacifico. Un immenso grazie al Signore e in particolare alle due persone, che frequentano questa chiesa, quando sabato 18 ottobre, dopo aver sentito, al termine della Messa delle ore 8, il mio profondo dispiacere di non poter essere presente alla beatificazione di colui che mi ha consacrato, hanno fatto di tutto per consegnarmi il biglietto di andata della corriera “Federico”. Grazie. E’ stato un inaspettato dono del Signore… Ancora mi rivedo là, domenica 19 ottobreseduto per terra, sui sampietrini, e appoggiato alla ringhiera di metallo, con una delle due fontane alle spalle che sorprendentemente – come mi sono accorto dopo la cerimonia – portava la scritta: «Renovabit Paulus VI», esausto, ma felice di ripetere: «Grazie, Paolo VI. Ora pensaci tu, anche al Circolo Culturale San Francesco e alla Parrocchia ‘Sacro Cuore’ di Catanzaro Lido».

Dove regna lui che è amore fontale, regna l’attenzione all’altro, fratellanza, solidarietà, gratuità, pace, giustizia. Dove regna il dis-amore, regna la divisione, invidia, gelosia, usura, violenza e la guerra fratricida. «La guerra – ha detto Papa Francesco mercoledì 22 ottobre, dedicando la sua catechesi al tema «Chiesa, Corpo di Cristo» – non incomincia nel campo di battaglia: la guerra, le guerre incominciano nel cuore, con questa incomprensione, divisione, invidie, con questa lotta fra gli altri. (…) L’apostolo Paolo ha dato alla comunità di Corinto alcuni consigli concreti che valgono anche per noi: non essere gelosi, ma apprezzare nelle nostre comunità i doni e le qualità dei nostri fratelli. Ma le gelosie: ‘Ma… quello ha comprato una macchina’, e io sento qui una gelosia; ‘Questo ha vinto al lotto’, è una gelosia; ‘E questo va bene in questo”, è un’altra gelosia. E questo smembra, fa male, non si deve fare! Perché le gelosie crescono e riempiono il cuore. E un cuore geloso è un cuore acido, un cuore che invece di sangue sembra di avere aceto! E’ un cuore che mai è felice, è un cuore che smembra la comunità» e «la frantuma in tante parti».

Quando il cuore di una persona è “ferito” invece dalla scoperta dell’amore di Dio, corre verso il prossimo e lo abbraccia con la stessa tenerezza del Cuore di Dio. Per questo l’amore di Dio e l’amore del prossimo non sono due amori rivali, ma due braccia o direzioni di marcia al servizio di un solo amore vero, due braccia o direzioni che si integrano in un cammino di vita, avendo fisso lo sguardo su ciò che davvero conta: amare comunque e sempre, chiunque e qualsiasi persona, fosse anche il nostro più acerrimo nemico. Sull’amore saremo giudicati, Amici. Da esso dipende tutto: la nostra identità, il presente e il futuro dell’umanità, tutto. Chiediamo al Signore che ci renda amabili, affabili, teneri…

Piotr Anzulewicz OFMConv

 

 

 




Holyween: la ‘sera dei santi’

Tra il rumore sordo delle zucche e lo strepitare affannoso di streghe e vampiri che con tanto chiasso inscenano la loro macabra gara per appropriarsi della festosa giornata di Ognissanti, sono numerose le iniziative di giovani, gruppi, chiese e parrocchie che si preparano a festeggiare e riscoprire i loro amati patroni e santi.

HolyweenCome sarebbe bello che anche qui riprendesse il via l’idea alternativa, lanciata sette anni fa dalle Sentinelle del Mattino, per vivere al meglio la Vigilia di una delle più grandi ricorrenze della nostra tradizione: trasformare Halloween in Holyween, la ‘sera dei santi’. Si tratta di un’iniziativa volta in positivo per ricordare a tutti i cristiani che si possono riconoscere viventi quelle persone che lasciano dietro loro una traccia luminosa, gente comune che quotidianamente, e semplicemente, ha amato.

L’invito ha riscosso un crescente interesse da parte di scuole, ospedali, chiese e normali case private, e il gruppo delle Sentinelle del Mattino esorta ad appendere su porte, finestre e balconi di case e parrocchie i volti di tante persone che hanno fatto brillare di luce il mondo, i santi.

In questo modo lanciamo il messaggio di speranza: Noi festeggiamo la gioia di vivere e i santi che ce l’hanno testimoniataCedesi scheletri e zucche vuote ai santi! E nella festa di Tutti i Santi «pregustiamo la bellezza della vita di totale apertura allo sguardo d’amore di Dio, in cui siamo certi di raggiungerlo nell’altro e l’altro in lui». I santi «dicono a noi pellegrini che essere felici è possibile, ma che non dobbiamo sbagliare la strada» (Benedetto XVI).

Il 28 ottobre 2012 ho pubblicato sul Sito della Parrocchia «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido – tra gli Avvisi di vita parrocchiale (purtroppo, il Sito con il suo ricco archivio, frutto di tre anni d’intenso lavoro, è stato occultamente cancellato e sostituito con una Pagina «Parrocchia Sacro Cuore di Gesù Sacro Convento dei Frati Minori Conventuali di Catanzaro Lido») – questa nota:

«Riguardo a queste ricorrenze, vi raccomandiamo di non sottovalutare il macabro rito di Halloween, ‘festa’ di radici pagane, celtiche, esoteriche, diffusa soprattutto nel mondo anglosassone e statunitense. E’ una “finestra” aperta a possibili influssi occulti nella vita delle persone, assolutamente da non sottovalutare o da prendere con un risolino ironico. Noi dobbiamo difendere le nostre origini cristiane e non lasciare che vengano inquinate da pratiche misteriche che non ci appartengono. Ormai viviamo in una civiltà senza valori, dove il senso del macabro, della morte e del sangue gratuito è divenuto persino gioco; un gioco molto pericoloso, che non tiene conto delle conseguenze gravi a cui potrebbe portare: arrivare alle cosiddette messe nere, dove si onora ed esalta il demonio, e si compiono rituali crudeli, fino all’assassinio… La morte, in quanto parte della vita, è il più grande atto di fede, il momento supremo in cui un cristiano esercita fino in fondo la propria fede. Volere esorcizzarla è una macabra illusione ed è anticristiano. Parlatene con i vostri figli e dite loro che non è un innocuo giochetto, la festa di Halloween, come potrebbe apparire nel dire scherzoso dei bambini che bussano alle porte: “Dolcetto o scherzetto”. Purtroppo, fare l’occhiolino al mondo demoniaco è un grande rischio, che può portare conseguenze tragiche. Abbiate cura dei vostri figli. Ritornate a raccontare le cose belle ai vostri ragazzi: le vite dei santi, persone davvero luminose, o le serene e belle favole di una volta…».

Dal 29 ottobre all’1 novembre si svolge ad Assisi il 35° Convegno Nazionale Giovani verso Assisi, dal titolo: «Mi fido di Te», a cui partecipano alcuni nostri ragazzi che desiderano vivere un’esperienza di crescita umana e spirituale alle sorgenti del carisma francescano; li accompagniamo con il nostro affetto.

Schede della settimana (26 ottobre – 2 novembre)

◊ Domenica 26 ottobre (30ª settimana del tempo ordinario): A Ravello presso Amalfi in Campania, b. Bonaventura da Potenza († 1711), definito “il Santo dell’obbedienza”, sacerdote del 1° Ordine francescano, la cui vita fu tutta un susseguirsi di episodi di premonizioni e miracoli.

Lunedì 27 ottobre: A Roma, s. Evaristo († 105), papa, che resse la Chiesa di Roma per quarto dopo s. Pietro, sotto l’imperatore Traiano. — 28° anniversario della Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace ad Assisi (1986), voluta da s. Giovanni Paolo II alla quale presero parte i rappresentanti di tutte le grandi religioni mondiali. È un anniversario importante per riaffermare l’impegno, assieme a Papa Francesco, a cercare l’unità non temendo, anzi, valorizzando la differenza, il dialogo interreligioso, il confronto e la cooperazione tra le religioni e tra di noi, anche per lo speciale rispetto da parte di tutti i credenti e i costruttori di pace per la figura di s. Francesco (‘spirito di Assisi’). – 1° anniversario dell’avvio del Circolo Culturale San Francesco, con il recupero dello Statuto originale (27.10.2013).

◊ Martedì 28 ottobre: Ss. Simone e Giuda Taddeo, apostoli: il primo, soprannominato Cananeo o Zelota, è patrono dei pescatori; l’altro (da non confondere con l’Iscariota il traditore), fratello di Giacomo (Lc 16, 16; At 1, 13), detto Taddeo (Mt 10, 3; Mc 3, 18), che significa «magnanimo», è patrono dei casi disperati; tutti e due scelti da Cristo per condividere con lui i tre anni della sua vita pubblica per poi essere inviati nel mondo ad annunciare il suo Regno e testimoniare la sua risurrezione. In loro celebriamo l’assoluta gratuità dei doni divini e le misteriose vie che il Signore percorre nel fare le sue scelte, con infinita sapienza e amore. Ricordandoli e festeggiandoli, preghiamo per Papa Francesco e tutti gli apostoli targa-Conadi oggi. – Laboratorio musicale promosso dall’Associazione «Circolo Culturale San Francesco», a cura del M° Luigi Cimino, alle ore 18.15-19.30, nel Salone di S. Elisabetta d’Ungheria, al lato destro della chiesa «Sacro Cuore» (la presidenza dell’Associazione chiede ancora di dar voce al Circolo, ricordando che esso è un’opera parrocchiale che ha preso il via, con il recupero dello Statuto originale, il 27 ottobre 2013. Perché possa attivare suoi programmi ed essere luogo propulsore della «cultura dell’incontro», di fratellanza e di solidarietà, nell’ambito della Parrocchia «Sacro Cuore», ha bisogno di soci ordinari, sostenitori ed amici, uomini e donne di buona volontà, che vorranno collaborare a tenerlo in vita, con passione e gioia).

◊ Mercoledì 29 ottobre: B. Chiara Luce Badano († 1990), focolarina, definita una «ragazza moderna, sportiva, positiva» che «cambiò il suo dolore in gioia», la sua «passione» in un «canto nuziale»,vivendo pienamente «l’amore a Gesù crocifisso e abbandonato» (card. A. Amato) e così diventando un «raggio di luce per tutti» (Benedetto XVI), proclamata beata nel 2010 presso il santuario del Divino Amore a Roma. Riconoscendo l’infinito amore del Signore per lei, per noi e per gli altri, in tutti i benefici, esigenze e prove della vita, rinnoviamo la nostra fede e speranza. Senza fede e speranza egli non può operare ciò che vuole nella nostra vita e in tutta la creazione, «sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» (Rom 8,20). – Ad Assisi, inizio del 35° Convegno Nazionale Giovani verso Assisi, dal titolo: «Mi fido di Te» (29 ottobre — 1 novembre). – 11° anniversario della morte di p. Paolo Dusini (2003).

◊ Giovedì 30 ottobre: Dedicazione della propria chiesa (ad eccezione delle cattedrali e di quelle chiese che ricordano con solennità la data della dedicazione nel giorno proprio), luogo di preghiera, di accoglienza, di presenza e di attesa del Signore risorto; luogo in cui si narra e racconta la fede in lui, si trasmette tutta l’attrattiva di lui, si comunica la bellezza e la gioia del suo messaggio, si evangelizza e si è evangelizzati; luogo di irradiazione di senso e stella di orientamento nella storia. – Ad Acri in Calabria, b. Angelo († 1739), sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, soprannominato «angelo della pace» e «apostolo del Mezzogiorno». – Adorazione eucaristica parrocchiale (ore 17-18).

◊ Venerdì 31 ottobre: A Costantinopoli, s. Stachys (I sec.), primo vescovo di Bisanzio o di Argiropoli, ordinato da s. Andrea, apostolo, nominato in Rom 16,9: «Salutate Urbano e il mio carissimo Stachys» (Stachys è nome greco, che significa «spiga, frutto»). – Vespri di ringraziamento a conclusione del mese missionario (ore 17.30).

◊ Sabato 1 novembre: Solennità di Ognissanti che ci invita ad assaporare la gioia degli uomini e delle donne pienamente realizzati, divinizzati dall’amore, ufficialmente riconosciuti – come Francesco d’Assisi († 1226), uno dei santi più amati dalla gente, canonizzato rapidamente, appena due anni dopo la sua morte, il 16 luglio 1228; Angela da Foligno († 1309), mistica francescana, proclamata santa dopo secoli di dibattiti, il 9 ottobre 2013; Giovanni XXIII e Giovanni PaPaolo VI (tomba)olo II, due Papi canonizzati insieme il 27 aprile 2014, nella seconda domenica di Pasqua, festa della Divina Misericordia; Papa Paolo VI, beatificato il 19 ottobre scorso – o in procinto di essere riconosciuti, ma anche la gioia degli uomini e donne senza volti e nomi, di ogni epoca e nazione, la gioia di una folla senza numero, la gioia di ogni essere umano che nello spazio dell’amore, del bene e del bello, costantemente superando il proprio «io», matura e raggiunge “la radice di se stesso” e la sua pienezza – Gesù, Amore incarnato di Dio. Verso questa folla, infinito raggio di luce divina, siamo esortati a levare lo sguardo e percorrere, nel seno della propria famiglia e della collettività religiosa e civile, la via tracciata e percorsa da Gesù, nella sua carne, prima di noi e davanti a noi: la via delle beatitudini. Vi è un invito a trovare il «coraggio di essere felici», il che vuol dire andare contro «la cultura del provvisorio, della superficialità, dello scarto» ed essere “poveri in spirito”, liberi nei confronti delle cose, staccati «dal denaro idolatrato e poi sprecato», pronti a prenderci cura dei poveri. «A voi – esorta Papa Francesco – affido in modo particolare il compito di rimettere al centro della cultura umana la solidarietà. Di fronte a vecchie e nuove forme di povertà – la disoccupazione, l’emigrazione, tante dipendenze di vario tipo – abbiamo il dovere di essere vigilanti e consapevoli, vincendo la tentazione dell’indifferenza». Di più, «dobbiamo imparare a stare con i poveri. Non riempiamoci la bocca di belle parole sui poveri! (…). I poveri non sono soltanto persone alle quali possiamo dare qualcosa. Anche loro hanno tanto da offrirci. (…) Ci insegnano che una persona non vale per quanto possiede, per quanto ha sul conto in banca» e che «un povero – una persona priva di beni materiali – conserva sempre la sua dignità». E certamente sono dei maestri «sull’umiltà e la fiducia in Dio» (cfr. Messaggio pubblicato 6 febbraio scorso per la Gmg 2014, prima tappa del cammino che porterà al raduno mondiale di Cracovia 2016).

Le beatitudini ci invitano al salto di qualità nella nostra vita – beati subito! Viviamo già oggi da poveri, da affamati di giustizia, da costruttori di pace, da misericordiosi e forse da perseguitati a causa del Signore. Lui ci dona di vivere il nostro tempo con l’impegno e la gioia, certi – come afferma l’Apocalisse – che «la salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all’Agnello». Sì, la salvezza appartiene a lui e a nessun altro, perché nulla può renderci veramente umanizzati e divinizzati, se non la sua grazia e la sua vita divina che già scorre in noi. Così crediamo, così viviamo e così festeggiamo la gioia di Tutti i Santi. Sì, la gioia che qui – così il card. Luis Antonio Gokim Tagle, arcivescovo di Manila, concludeva la 6ª edizione del Festival Francescano dal titolo “Liberi nella gioia”, svoltosi dal 26 al 28 settembre scorso a Rimini – «si trova uscendo dalle nostre zone di sicurezza e di comodità, per andare dalle persone che vivono nelle periferie».

◊ Domenica 2 novembre: Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti. Siamo invitati a pregare per tutti i morti: quelli del passato, come dell’oggi, di ogni cultura, popolo, religione e nazione, quelli di tutte le guerre e di tutte le violenze, morti sulle strade, negli ospedali, nelle case, nelle piccole e grandi città, nel Mediterraneo o nel deserto di Sahara…, senza esclusione di nessuno, affinché il Signore della vita doni loro la vita in pienezza, senza più fatica e dolore, senza più croci e calvari, senza il «pungiglione della morte» (1 Cor 15,56). La commemorazione ci invita anche a fare memoria di ciò che siamo e di ciò che saremo, quando, «tutti riuniti in Cristo», finalmente potremo dire con le parole del biblico Giobbe, uomo di mirabile pazienza e santità, «retto e timorato di Dio» (Gb 1,1; 2,3): «Con la mia pelle vedrò Dio» (cfr. ivi, 19,26-27), felicità senza limiti, vita nella sua massima concentrazione, amore nella sua abissale intensità.

Sia così davvero per tutti, Amici! Nessuno vada perduto. Tutto sia trasformato nella fornace dell’Amore di Dio e ogni istante di noi – immerso, istante dopo istante, nella sua misericordia – profumi di vita eterna.

Piotr Anzulewicz OFMConv

 




Dio e Cesare, sacro e profano, religioso e laico

Cristo e farisei«È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?» (Mt 22,17). La domanda è perfida: “Tu, Gesù di Nazareth, che hai preso tra i dodici sia Matteo, raccoglitore di tributi a Cesare, sia Simone lo zelota, il guerrigliero armato e pronto all’insurrezione, tu con chi stai? Sei un collaborazionista, o un sovversivo?”. A prima vista sembra che la risposta di Gesù sia un abile escamotage, ma sapendo che Gesù non sente il bisogno di difendersi e non rinuncia mai a provare ad amare e aiutare i suoi interlocutori, anche se ostili, la sua risposta è geniale: «Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (Mt 22, 21). Risposta geniale, che non è solo un’ingegnosa via di fuga dalla trappola che gli avversari hanno teso a Gesù, ma molto di più: sintetizza l’atteggiamento cristiano nei confronti del profano, laico, politico (cioè tutto ciò che riguarda il servizio alla pòlis, alla città/società umana in ordine al bene comune). Gesù insegna che fede e politica vanno distinte, ma non separate.

La distinzione tra i due campi è fondamentale. Sarebbe tuttavia sbagliato identificare distinzione con separazione. Se si separa completamente Dio da Cesare, il sacro dal profano, il religioso dal laico, la fede non c’entra niente con la vita sociale, è solo un fatto privato e personale: la religione, dunque, non deve occuparsi della società e della politica e la vita della società deve ignorare la dimensione religiosa e spirituale, come se l’uomo fosse soltanto materia. Una visione di questo genere ha anche come effetto, per i cristiani, il disinteresse o addirittura il disprezzo verso la politica, la città terrena. In questo caso, dunque, non si rende a Cesare quel che è di Cesare. Gesù però si fa mostrare la moneta: «Voi vi servite della moneta dell’imperatore per i vostri commerci, usate le strade romane, godete i vantaggi del sistema sociale». Proviamo a pensare quanto riceviamo dall’essere inseriti in una società. Diamo allora il nostro contributo alla società, non solo in termini economici (le tasse), ma anche sotto forma di partecipazione e d’impegno. Papa Pio XI diceva addirittura che la politica è la forma più alta dell’amore. Certo, la realtà sociopolitica non s’identifica con la religione, ma non è sganciata da essa. La missione di costruire una società fondata sulla giustizia e sulla pace è il compito proprio e ordinario dei cristiani, laici o religiosi. Essi sono chiamati ad essere nel mondo luce, sale, fermento positivo, che dal di dentro, nel vivo dei problemi della vita, agiscono per la positività e la bontà della vita.

Un’altra novità provocatoria Gesù la introduce con il richiamo a Dio. Questa è la vera questione cui vuole rispondere, la scelta decisiva: Che cosa occorre rendere a Dio? A Dio spetta la persona, con tutto il suo cuore, con tutta la sua mente, con tutte le sue forze. Io, come talento che porta l’effigie di Dio, devo restituire niente di meno di me stesso. Devo restituire la mia vita, facendo brillare l’immagine coniata in me, progressivamente, finalmente uomo. «Restituite a Dio ciò che è di Dio» (Mt 22, 21). Parola che dice a Cesare: “Non prendere l’uomo. Non rubare l’uomo. L’uomo è cosa di un Altro. È cosa di Dio”. A me dice: “Non iscrivere appartenenze nel cuore che non siano a Dio. Libero e ribelle a ogni tentativo di possesso, ripeti a Cesare: ‘Io non ti appartengo’. Proclama le opere meravigliose di Dio, non quelle di Cesare. Non vivere senza lo stupore di essere vivo, creato a immagine di Dio”.

Certo, spesso questa immagine è deturpata, offesa, umiliata, frantumata, per colpe personali o per opera altrui. Deturpando noi stessi o gli altri, deturpiamo l’immagine di Dio che è in noi. Gesù esorta a restituire a Dio quello che a Lui appartiene, ossia ogni uomo e ogni donna. Nessuno può essere padrone di altri, nessuno può soggiogare gli altri, nessuno è padrone della vita dell’altro. La verità di ogni essere umano sta nel fatto che è anzitutto creatura di Dio, segnata radicalmente dalla presenza divina, e che a Dio appartiene. Questa è la radice della libertà e della dignità dell’uomo, che vanno difese, curate e restituite a ciascuno. Si tratta cioè di far emergere sempre più chiara quell’impronta di Dio ch’è scolpita nel cuore umano e operare perché risplenda in ogni essere umano. Diamo a Dio quanto è di Dio. DiamoGli noi stessi, noi che portiamo impressa la sua immagine.

♦ Domenica 19 ottobre: 88ª Giornata Missionaria Mondiale dal titolo: «Periferie – cuore della missione», nella felice coincidenza con l’evento della beatificazione di Papa Paolo VI (Giovanni Battista Montini, † 1978), pontefice Paolo VI proclamato beato (Piazza S. Pietro)straordinariamente innamorato di Gesù e della sua Chiesa. La sua beatificazione in Piazza S. Pietro, a conclusione del Sinodo straordinario dei Vescovi, dedicato a «Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione» (5-19 ottobre), s’inserisce in un anno straordinario che ha visto già la canonizzazione di due Papi (non c’è mai stata nella storia recente della Chiesa una tale ricchezza di Papi santi che ci indicano come vivere la vita in pienezza).

In occasione della Giornata Missionaria, tutti siamo stati invitati a dare un’offerta libera – a seconda delle proprie possibilità (basta «l’obolo della vedova», come dice il Vangelo per coloro che hanno gravi difficoltà economiche) – depositandola nel cestino durante l’Offertorio, segno del nostro sostegno alle Chiese giovani, povere e perseguitate. Il nostro pensiero non smetta di proiettarsi non solo verso coloro che vivono la missione in terre lontane, ma anche verso gli «esclusi, deboli, rigettati e disprezzati», verso le «famiglie lacerate e sofferenti nelle altre parti del mondo, che subiscono persistenti violenze, e in particolare – come leggiamo nel Messaggio diffuso il 17 ottobre dal Sinodo – verso le famiglie irachene e siriane, costrette, a causa della fede cristiana che professano o dell’appartenenza ad altre comunità etniche o religiose, ad abbandonare tutto e a fuggire verso un futuro privo di ogni certezza.

Durante la settimana abbiamo alcune ricorrenze ed eventi.

▪ Martedì 21 ottobre: S. Orsola o Ursula, figlia di un re di Britannia (parte dell’attuale Gran Bretagna e la Bretagna francese allora dominata dagli inglesi), martirizzata a Colonia in Germania con un numero imprecisato di amiche (IV sec.), ritenuta la capofila di tutte le vergini martiri, famosa nel Medioevo in tutta Europa attraverso “leggende”, confraternite di devoti chiamate le Orsolashifflein, cioè le Navicelle di Orsola (fra le quali, probabilmente, il primo nucleo di quella che sarà la Misericordia di Pisa), composizioni letterarie e opere d’arte (fra le quali, celeberrime, quella di Hans Memling a Bruges ed il ciclo pittorico di Vittore Carpaccio conservato nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia); Puglisi Pinopatrona dei nubendi, dei bambini malati, degli educatori, delle maestre e delle università (nel 1535 Angela Merici fondò a Brescia l’Ordine delle Orsoline che si dedicò all’istruzione delle fanciulle). – B. Giuseppe Puglisi († 1993), meglio conosciuto come Padre Pino, sacerdote, il primo martire della Chiesa, ucciso dalla mafia (Cosa nostra) il giorno del suo 56º compleanno a motivo del suo costante impegno evangelico e sociale, proclamato beato dal card. Salvatore De Giorgi, delegato di Papa Francesco, sul prato del Foro Italico di Palermo il 25 maggio 2013 (il suo corpo, traslato dal cimitero monumentale di S. Orsola alla cattedrale di Palermo, è collocato ai piedi dell’altare nella cappella dell’Immacolata Concezione, in un monumento funebre che ricorda una spiga di grano: «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» [Gv, 12,24]). – Laboratorio musicale promosso dall’Associazione «Circolo Culturale San Francesco», a cura del M° Luigi Cimino, alle ore 18.15-19.30, nel Salone di S. Elisabetta d’Ungheria, al lato destro della chiesa «Sacro Cuore» (la presidenza dell’Associazione chiede ancora di dar voce al Circolo, ricordando che esso è un’opera parrocchiale che ha preso il via, con il recupero dello Statuto originale, il 27 ottobre 2013. Perché possa attivare suoi programmi ed essere luogo propulsore della «cultura dell’incontro», di fratellanza e di solidarietà, nell’ambito della Parrocchia «Sacro Cuore», ha bisogno di soci ordinari, sostenitori ed amici, uomini e donne di buona volontà, che vorranno collaborare a tenerlo in vita, con passione e gioia).

Giovanni Paolo II▪ Mercoledì 22 ottobre: S. Giovanni Paolo II († 2.04.2005), il 263° successore di Pietro eletto il 16 ottobre 1978, «papa pellegrino del mondo», «papa della nuova evangelizzazione», promotore di riconciliazione, dialogo e pace («spirito di Assisi»), autore di 14 Encicliche, 15 Esortazioni apostoliche, 11 Costituzioni apostoliche e 45 Lettere apostoliche, «cantore della civiltà dell’amore», proclamato beato il 1 maggio 2011 dal suo immediato successore Benedetto XVI e canonizzato il 27 aprile 2014, nella Domenica della Divina Misericordia, insieme a Papa Giovanni XXIII, da Papa Francesco. Il suo grido lanciato all’inizio del pontificato (22.10.1978), 36 anni fa, in Piazza S. Pietro: «Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate, le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa cosa è dentro l’uomo. Solo lui lo sa!», e il suo mandato, racchiuso nella creazione della festa della Divina Misericordia, sono raccolti nella prassi pastorale e operativa da parte di Papa Francesco, il quale ci sta invitando a tradurre nella concretezza del nostro vivere la Chiesa.

▪ Giovedì 23 ottobre: S. Giovanni da Capestrano († 1456), sacerdote, promotore dell’osservanza nell’Ordine francescano, amico di s. Bernardino da Siena, legato pontificio in Austria, in Baviera e in Polonia, patrono dei giuristi. – Festa indù del Dipavali o Diwali, una delle più importanti feste indiane, chiamata “festa delle luci”, che simboleggia la vittoria della luce sulle tenebre e il trionfo del bene sul male; in tale occasione siamo spronati dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso a promuovere e coltivare una «cultura dell’inclusione» per una società giusta e pacifica, nonostante le forze che perpetuano «la cultura dell’esclusione», in cui ai poveri, emarginati, vulnerabili, diversamente abili, malati, anziani, migranti e rifugiati sono negati i loro diritti, così come le opportunità e le risorse che sono invece disponibili per altri membri della società; essi vengono trattati come insignificanti, superflui, gravosi, inutili, da utilizzare o anche da scartare come oggetti. – Adorazione eucaristica (ore 17.30-18.30) impostata sui contenuti del messaggio del Papa per la Giornata Missionaria Mondiale.

▪ Venerdì 24 ottobre: S. Antonio Maria Claret († 1870), spagnolo, predicatore di missioni al popolo, fondatore delle congregazioni dei Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria e delle Religiose di Maria Immacolata, vescovo di Santiago di Cuba, e s. Luigi Guanella († 1915), sacerdote italiano, fondatore di due Istituti per l’assistenza dei poveri. – 69ª Giornata Mondiale delle Nazioni Unite (organizzazione creata nel 1945).

▪ Sabato 25 ottobre: B. Carlo Gnocchi († 1956), il “don Bosco” di Milano, chiamato anche l’apostolo dei mutilatini (vittime dei bombardamenti e degli ordigni bellici scoppiati fra le loro mani) e dei disabili, cappellano militare degli Alpini durante la campagna di Grecia e di Russia, fondatore dell’istituzione ‘Pro Juventute’, scrittore di spiritualità, di educazione e di pedagogia, uomo d’azione, rapido, instancabile, ansioso di creare e realizzare le sue idee e opere prima che il tempo si concludesse per lui, beatificato il 25 ottobre 2009. – In Vaticano, incontro di Papa Francesco con il Movimento Apostolico Schönstatt in occasione del centenario di fondazione (l’arrivo del Papa è previsto alle ore 12, preceduto da alcuni video e testimonianze sul Movimento: ore 11-13). – A Salerno, da ieri fino a domenica 26 ottobre, Convegno nazionale promosso da tre Commissioni episcopali della Conferenza Episcopale Italiana: Laicato, Famiglia e Lavoro, dal titolo: «Nella precarietà la speranza» (l’iniziativa vuole far conoscere le molteplici azioni che le diocesi italiane offrono come segni di speranza nel Paese, in risposta alla sfida che la precarietà porta con sé: il progetto “Policoro”, le microstrutture dei prestiti di solidarietà e la capacità i organizzarli, aiutarli, sostenerli e di dire “coraggio”; ciò che manca non è la finanza, ma è la speranza, e questa non si compra in una banca, ma la si prende da un cuore innamorato di Dio e sostenuto da fratelli che lo aiutano, da un prete che sta accanto).

♦ Domenica 26 ottobre: A Ravello presso Amalfi in Campania, b. Bonaventura da Potenza († 1711), sacerdote del 1o Ordine francescano, definito “il Santo dell’obbedienza”; la sua vita fu tutta un susseguirsi di episodi di premonizioni e miracoli assiduo nella predicazione della Parola di Dio, instancabile nel ministero delle confessioni e premuroso nel confortare i carcerati e i condannati a morte.

♦ Si ricorda che a partire dal 26 ottobre, con il passaggio dall’ora legale all’ora solare (la notte tra sabato 25 e domenica 26, portando un’ora indietro le lancette degli orologi), le ss. Messe vespertine nella chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido vengono celebrate alle ore 18.

Amici, «rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (Mt 22, 21). «È una risposta ad effetto che il Signore consegna a tutti coloro che si pongono problemi di coscienza, soprattutto quando entrano in gioco le loro convenienze, le loro ricchezze, il loro prestigio, il loro potere e la loro fama. E questo succede in ogni tempo, da sempre» – ha detto il 19 ottobre Papa Francesco in Piazza S. Pietro, alla presenza di 70 mila fedeli e di Papa emerito Benedetto Cesare - DioXVI, suggellando due grandi eventi per la Chiesa universale: la conclusione del Sinodo straordinario dei Vescovi e la beatificazione di Papa Paolo VI. Rendere a Dio quello che è di Dio «significa – ha spiegato – riconoscere e professare di fronte a qualunque tipo di potere che Dio solo è il Signore dell’uomo», significa «aprirsi alla sua volontà» e «cooperare al suo Regno di misericordia, di amore, di pace». «Questa è la novità perenne da riscoprire ogni giorno, vincendo il timore che spesso proviamo di fronte alle sorprese di Dio». Dio invece «non ha paura delle novità!». Lui «ci fa ‘nuovi’ continuamente» e «continuamente ci sorprende, aprendoci a vie impensate». «Qui sta la nostra vera forza, il fermento che la fa lievitare e il sale che dà sapore ad ogni sforzo umano contro il pessimismo prevalente che ci propone il mondo. Qui sta la nostra speranza, perché la speranza in Dio non è quindi una fuga dalla realtà, non è un alibi».

Possiamo diventare sempre più missionari di speranza, di misericordia, di tenerezza, di solidarietà. L’atteggiamento del sospetto si tramuti in quello della fiducia, il desiderio dell’accaparramento si converta nell’impulso alla condivisione, il miraggio del dominio sugli altri si converta in donazione/servizio, «tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la certezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo» (1 Tes 1,3). Il tesoro di Cesare/Stato sono le sue monete. Il tesoro del Dio/Amore è il nostro cuore. Buona settimana, Amici.

Piotr Anzulewicz OFMConv