Due amori rivali?
Il filo d’oro che lega le letture bibliche della 30ª Domenica del tempo ordinario (Es 22,20-26; Sal 17; 1Ts 1,5-10; Mt 22,34-40) è il concetto dell’amore, la chiave di lettura dell’Antico e del Nuovo Testamento e l’essenza della nostra vita. È indubbiamente la parola più bella, la più armonica, la più “sinfonica”, perché coinvolge la totalità della persona, nasce dal profondo del cuore e spinge a farci dono gratuito, disinteressato, incondizionato. Siamo allora esortati oggi ad amare con la profondità di noi stessi (“con tutto il cuore”), con la totalità del nostro essere (“con tutta l’anima”), con il dinamismo del nostro conoscere (“con tutta la mente”) e con tutto il vigore che emana da ciascuno di noi (“con tutta la tua forza”).
Lasciamoci, dunque, avvolgere da questo amore inteso come dono di sé, per far sì che la nostra comunità civile e religiosa diventi sempre più umana, solidale, fraterna. E lasciamoci attrarre anche dagli esempi dei missionari martiri e dai santi e beati proclamati tali di recente, tra cui Paolo VI, pontefice straordinariamente innamorato di Gesù e della sua Chiesa. La sua presenza mi accompagna da quell’indimenticabile giorno – domenica 29 giugno, festività dei ss. apostoli Pietro e Paolo, quando mi ordinò sacerdote sulla Piazza S. Pietro a Roma, insieme ad altri diaconi provenienti da cinque continenti, comprese le Isole del Pacifico. Un immenso grazie al Signore e in particolare alle due persone, che frequentano questa chiesa, quando sabato 18 ottobre, dopo aver sentito, al termine della Messa delle ore 8, il mio profondo dispiacere di non poter essere presente alla beatificazione di colui che mi ha consacrato, hanno fatto di tutto per consegnarmi il biglietto di andata della corriera “Federico”. Grazie. E’ stato un inaspettato dono del Signore… Ancora mi rivedo là, domenica 19 ottobre, seduto per terra, sui sampietrini, e appoggiato alla ringhiera di metallo, con una delle due fontane alle spalle che sorprendentemente – come mi sono accorto dopo la cerimonia – portava la scritta: «Renovabit Paulus VI», esausto, ma felice di ripetere: «Grazie, Paolo VI. Ora pensaci tu, anche al Circolo Culturale San Francesco e alla Parrocchia ‘Sacro Cuore’ di Catanzaro Lido».
Dove regna lui che è amore fontale, regna l’attenzione all’altro, fratellanza, solidarietà, gratuità, pace, giustizia. Dove regna il dis-amore, regna la divisione, invidia, gelosia, usura, violenza e la guerra fratricida. «La guerra – ha detto Papa Francesco mercoledì 22 ottobre, dedicando la sua catechesi al tema «Chiesa, Corpo di Cristo» – non incomincia nel campo di battaglia: la guerra, le guerre incominciano nel cuore, con questa incomprensione, divisione, invidie, con questa lotta fra gli altri. (…) L’apostolo Paolo ha dato alla comunità di Corinto alcuni consigli concreti che valgono anche per noi: non essere gelosi, ma apprezzare nelle nostre comunità i doni e le qualità dei nostri fratelli. Ma le gelosie: ‘Ma… quello ha comprato una macchina’, e io sento qui una gelosia; ‘Questo ha vinto al lotto’, è una gelosia; ‘E questo va bene in questo”, è un’altra gelosia. E questo smembra, fa male, non si deve fare! Perché le gelosie crescono e riempiono il cuore. E un cuore geloso è un cuore acido, un cuore che invece di sangue sembra di avere aceto! E’ un cuore che mai è felice, è un cuore che smembra la comunità» e «la frantuma in tante parti».
Quando il cuore di una persona è “ferito” invece dalla scoperta dell’amore di Dio, corre verso il prossimo e lo abbraccia con la stessa tenerezza del Cuore di Dio. Per questo l’amore di Dio e l’amore del prossimo non sono due amori rivali, ma due braccia o direzioni di marcia al servizio di un solo amore vero, due braccia o direzioni che si integrano in un cammino di vita, avendo fisso lo sguardo su ciò che davvero conta: amare comunque e sempre, chiunque e qualsiasi persona, fosse anche il nostro più acerrimo nemico. Sull’amore saremo giudicati, Amici. Da esso dipende tutto: la nostra identità, il presente e il futuro dell’umanità, tutto. Chiediamo al Signore che ci renda amabili, affabili, teneri…
Piotr Anzulewicz OFMConv