Il Circolo in uscita…

BiancaneveUn grazie speciale ai Soci dell’Associazione che venerdì 24 giugno, giorno della Brexit, hanno voluto farmi una meravigliosa e commovente sorpresa, spuntando al crepuscolo, ad uno per volta, davanti alla residenza di Elisabetta, come nani della fiaba popolare europea di Biancaneve e i sette nani dei fratelli Grimm del 1857, quasi per dirmi il ‘sì’ al Remain: Noi restiamo solidali, abbracciati e stretti più che mai, per condividere sogni e progetti, seminare colori e speranze, annunciare pace e bene, costruire ponti e strade, irradiare la verità e la bellezza, ciascuno secondo le proprie possibilità, «portando ceri e fiaccole per illuminare quella notte, nella quale s’accese splendida nel cielo la Stella che illuminò tutti i giorni e i tempi» (FF 469), con la speranza che essa continui a brillare nel Circolo e renda raggiante la parrocchia, la città, la regione, l’umanità…

Grazie, Soci. Mi avete regalato uno dei momenti felici, un incanto, una meraviglia, un sogno che contagia e sospinge a ritrovare la voglia di volare in alto. In ogni vostro gesto e parola si percepiva amicizia vera e profonda. In ogni vostro sguardo si intravedeva misericordia, tenerezza, carità. Sì, si resta insieme, l’uno accanto all’altro, uniti, solidali! Si costruisce Volare Chagallinsieme, stretti più che mai. Si vola insieme mano nella mano, trascinando gli altri: i giovani e gli anziani, i sofferenti, gli ultimi, destinati a realizzarsi nel contesto di rapporti interpersonali ispirati a giustizia e carità. «La globalizzazione dell’indifferenza, che oggi pesa sulle vite di tanti sorelle e di tanti fratelli, chiede a tutti noi di farci artefici di una globalizzazione della solidarietà e della fraternità» (Evangelii gaudium, n.6). I mali del nostro mondo non dovrebbero essere scuse per ridurre il nostro impegno e il nostro fervore. Sentiamo la sfida di «trasmettere la “mistica” di unirci agli altri, di vivere insieme, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarci in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio. (…) Molti tentano di fuggire dagli altri verso un comodo privato o verso il cerchio ristretto dei più intimi, e rinunciano al realismo della dimensione sociale del Vangelo, perché, così come alcuni vorrebbero un Cristo puramente spirituale, senza carne e senza croce, si pretendono anche relazioni interpersonali solo mediate da apparecchi sofisticati, da schermi Volaree sistemi che si possano accendere e spegnere a comando. Nel frattempo, il Vangelo ci invita sempre a correre il rischio dell’incontro con il volto dell’altro, con la sua presenza fisica che interpella, col suo dolore e le sue richieste, con la sua gioia contagiosa in un costante corpo a corpo. L’autentica fede nel Figlio di Dio fatto carne è inseparabile dal dono di sé, dall’appartenenza alla comunità, dal servizio, dalla riconciliazione con la carne degli altri. Il Figlio di Dio, nella sua incarnazione, ci ha invitato alla rivoluzione della tenerezza» (ivi, n. 88). Lui ci permette di «alzare la testa e ricominciare, con una tenerezza che mai ci delude e che sempre può restituirci la gioia. (…) Non diamoci mai per vinti, accada quel che accada!» (ivi, n. 3).

Oggi «c’è molto bisogno – ha affermato Papa Francesco – di vivere con gioia e impegno la dimensione associativa, perché in questo momento storico è ‘in ribasso’, non è fortemente sentita. Fare gruppo, essere solidali, incontrarsi, condividere le esperienze, mettere in comune le risorse» (ivi, n. 92).

AbbbraccioAmici, non lasciatevi allora rubare la comunità, oasi di accoglienza tra le sabbie della cultura dello scarto! Non lasciatevi incantare da chi in questi giorni racconta che rimettere muri, frontiere, fino spinato servirà a farci vivere più tranquilli, sicuri e sereni, che la fatica e la pazienza non sono più valori, che smontare vale più di costruire! Il continente è malato, ma la febbre di oggi è la semplificazione: l’idea che sia sufficiente distruggere la casa che ci sta stretta per vivere tutti comodamente. Peccato che poi restino solo macerie. Non ascoltate gli imbonitori e picconatori! Pretendete muratori!

Segnatevi sul calendario la data di venerdì 24 giugno, giorno della “fiaba”, e poi le date di venerdì 23 settembre, giorno in cui prenderà l’avvio la 3ª edizione del WikiCircolo con aperitivo, e di venerdì 30 settembre, giorno in cui si metterà in moto la 3ª edizione del CineCircolo con dibattito. Nel frattempo, riposatevi, ripristinate quel capitale iniziale di energie, di entusiasmo e di slancio con cui nasciamo e che viene a mancare nelle situazioni difficili, scoprite all’interno di ognuno di voi quel frammento di bellezza, quella goccia di cielo, che è presente in tutti. E il Cielo farà il resto. Le nuove edizioni ci ritroveranno in un’unica umanità, nel segno della prossimità, tenerezza, concordia, fratellanza. Un affettuoso abbraccio a ciascuno di voi e buona estate.

Piotr Anzulewicz OFMConv

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Quale futuro? VVV era la sigla della città…

Catanzaro ed oltre - Quale futuroimagesSerata straordinaria la 60ª di seguito, quella di venerdì 10 giugno, la 10ª con aperitivo della 2ª edizione del WikiCircolo, ideata all’interno del Giubileo della Misericordia e spalancata a tutti! Il tema? «Catanzaro ed oltre: quale futuro? Idee a confronto». In altre parole, qual’è la strada per il futuro della città, capoluogo dell’omonima Provincia? Cosa ci vuole per aprire una nuova stagione? Quale pagina si deve voltare per “volare alto”? Può la città guadagnarsi i “galloni” di capoluogo di Regione? Occorre forse moralizzare la politica perché non sia un mezzo di promozione dell’individuo, ma un impegno consapevole verso una crescita sociale, etica e culturale? Quali sono le forze professionali capaci di incidere al di là del loro nobile orto sulla qualità della vita e dei servizi? Come vincere la maledizione del cemento che ha continuato a sfigurare la città con un esorbitante rilascio di concessioni edilizie? Dove e come programmare infrastrutture e servizi per i bambini, i giovani, gli handicappati, gli anziani? Quale può essere il destino dei grandi quartieri, a cominciare dalla sfigurata e imbruttita Lido, e a quali ruoli “specializzati” possono assolvere?

CATANZARO - PASSEGGIATA ALL'IMBRUNIRE (Caterina Rizzo)Per rispondere a queste e simili domande, si dovrebbe certamente partire dal delineare il profilo o il quadro attuale della città, ma è un’impresa ardua e di per sé sfuggente per la sua natura polivalente. Anticamente Catanzaro era conosciuta come la città delle tre V, riferite a tre caratteristiche distintive: V di Vitaliano, santo patrono; V di vento in quanto costantemente battuta da forti brezze provenienti dal Mar Ionio e dalla Sila; V di velluto in quanto importante centro serico fin dai tempi dei bizantini. VVV era la sigla con cui venivano identificati, sui mercati nazionali ed esteri, i velluti, i damaschi ed i broccati provenienti dalla città. Non lo è più. È nata sfidando la natura, sulle rupi, per difendersi dalle minacce del mare, dalle incursioni e dalla malaria, dotatasi di un sistema viario tra i più complessi e capillari e con opere di ingegneria tra le più avanzate: il ponte Morandi e la rotatoria Gualtieri. Una città di colli fino ai monti presilani per oltre 20 km su tre fiumare e il fiume Alli e Corace (uno proveniente dalla Sila e l’altro dal Reventino a testimonianza di un’origine comune e di un’integrazione naturale che attende l’opera dell’uomo), per non parlare di anfratti e di rifugi, e di ‘piccole patrie’. Una città policentrica, ricca di cultura, di intellettuali, di artisti (che spesso si sono affermati in altre città italiane e straniere), di imprenditori, di dirigenti dello Stato, di magistrati, di ministri e di presidenti di Regione. Eppure negli ultimi anni questa città si è incrociata con una grave crisi che ha colpito l’Italia e il Mezzogiorno e non è stata in grado di elaborare i cambiamenti e Magna Graecia - Studenticogliere le opportunità che si sono presentate. In alcuni casi è promotrice attiva, come l’Università e il Policlinico, e in altri è passiva, come nella realizzazione della sede della Regione in un’area che rappresenta il centro direzionale. La condizione di uno stato d’incompiutezza continua, con costanti rinvii… «Catanzaro – ha scritto Giovanni Puccio sul Correre della Calabria il 6 maggio scorso – è come un ossimoro: un’«amara dolcezza», un «ghiaccio bollente», una «morte immortale». Un centro storico numeratore di potere che accumula Stato, Regione, Provincia e tanti denominatori dati dai corpi intermedi, e dalle rappresentanze istituzionali e di governo.

Riuscirà questa città da sola, senza un forte sostegno nazionale e regionale, nel suo arduo compito di costruire un possibile futuro che si meriterebbe? Riuscirà ad immettersi in un innovativo processo di città-territorio che sa unire il suo «hinterland»: i Comuni, come si è riusciti a fare nell’area cosentina avviando l’unificazione dei Comuni contigui alla città? Riuscirà a sollecitare il comprensorio ad unirsi e pianificare insieme, da est a ovest, da nord a sud, mare e monti, aree residenziali e produttive? Riuscirà a dotarsi di una pianificazione della mobilità, ottimizzare i costi, superare la polverizzazione delle gestioni e delle società partecipate o in «house»? Per riuscirci, c’è bisogno di un valore che sprigioni la coesione civile e di una «leadership» plurale che si combina con quel solco di civismo cittadino che nel corso della storia ha già dato dimostrazione di sapersi assumere un alto grado di responsabilità?

Catanzaro Provincia - logoCatanzaro - stemmaA questi interrogativi, ed a tanti altri, tutti scottanti, ha cercato di rispondere, insieme con i presenti, Francesco Longo, catanzarese, componente della Giunta comunale e assessore con delega alla gestione del territorio. La sua presenza ha reso la Serata interessante e oltremodo vivace. Si è parlato di prezzi ormai insostenibili delle abitazioni, di aree degradate convertite in giardini, di viabilità e di trasporto pubblico tra la periferia e il centro, di investimenti oculati e indirizzati ad incrementare il settore terziario, del porto ormai in dirittura d’arrivo e di tante legittime richieste dei cittadini. L’Assessore ha accennato tuttavia alle difficoltà che la Giunta comunale riscontra nel percorso di modernizzazione della città, nei non sempre facili rapporti tra pubblico e privato, nell’esigua disponibilità economica. Nella Serata si è provato a trovare delle soluzioni che apporterebbero dei benefici alla città, dilatando ad esempio il periodo di permanenza dei “lidi balneari”, finora allestiti soltanto per pochi mesi (giugno-agosto), senza tener conto che la bella stagione continua fino a novembre, oppure curando il turismo culturale con la mappa di itinerari atti a valorizzare le bellezze paesaggistiche e la ricca e splendida storia che ingloba l’opulento periodo della Magna Graecia. Si è parlato anche di come migliorare l’economia cittadina puntando sull’Università degli Studi «Magna Graecia», attraverso l’attivazione dei corsi di laurea in turismo e spettacolo e la creazione delle nuove possibilità di alloggio “calmierato” agli studenti. Comunque, la presenza degli universitari ha già dato i suoi effetti. Numerosi sono sorti i locali in cui i giovani possono incontrarsi, consumare pasti e trascorrere le serate.

logo san francesco MODIFICATOA tirare le fila del dibattito è stato l’avv. Pino Frontera, curatore delle Serate conviviali con aperitivo, in collaborazione con la dott.ssa Teresa Cona – segretaria dell’Associazione, e il M° Luigi Cimino – membro del Consiglio direttivo. Il senso di questa Serata era quello di affermare che la nostra Associazione è una forza positiva per la parrocchia, la città e la regione. È qualcosa di diverso dal solito. Essa è libera dalle lobby del potere e dai partiti. È apartitica, ma appoggia quei politici onesti e giusti che s’impegnano verso una crescita sociale e culturale della città e del territorio. Un tempo i partiti si facevano carico dei problemi della società. Oggi sono a servizio dei «leaders». Un tempo i «leaders» erano sintesi di una comunità. Oggi si appropriano della comunità. Questa distorsione ci porta, quindi, a cercare nuove frontiere di confronto in modo da formare i nuovi quadri dirigenti. È urgente aprire una nuova stagione in questa terra che per troppo tempo si è trascinata molte zavorre: lobby del potere, la criminalità, la vittoria di un singolo e di un gruppo, l’abitudine di ragionare come individui e non come comunità cittadina.

Cittadini si nasce per mobilitare energie, per interessarsi di ciò che ci circonda, per formare all’impegno nelle istituzioni, per sviluppare iniziative civiche, per contribuire col dibattito e con le idee alla ripresa di un confronto costruttivo ancora sopito. Dall’impegno di ciascun cittadino nasce il cambiamento delle strutture sociali, economiche e politiche.

IMG_0519C’è da chiedersi se i cittadini credenti non dovrebbero mettere più energie nella creazione di comunità civile che vivono il più possibile secondo la Carta delle beatitudini. Incarnando valori diversi da quelli del solito benessere materiale, del successo, del prestigio, dell’acquisizione di ricchezze o della lotta politica, potrebbero diventare il lievito nella pasta della città e del suo «hinterland»: con poche risorse finanziarie e con pochi aggeggi elettronici, senza spreco e senza artificiali eccitanti, ma con maggiori capacità di relazioni semplici e piene d’amore, si può avere il cuore in festa e operare insieme perché il nostro quartiere, il nostro villaggio o la nostra città siano un luogo di maggior giustizia, pace e fraternità, creatività e crescita umana. Non cambierebbero subito le strutture politiche, ma i cuori e gli spiriti delle persone, facendo loro intravvedere una dimensione nuova dell’essere umano, quella dell’interiorizzazione, dell’amore, della meraviglia e della condivisione, quella in cui il debole e il povero, lunghi da essere scartati, sono al cuore della città. Se questo spirito comunitario si propaga realmente, cambiano anche le strutture. Esse sono lo specchio dei cuori, salvo, naturalmente, nel caso delle dittature e tirannie.

E’ stata una Serata di grande suggestione: tanta voglia di partecipazione e di cultura, e tante idee a confronto! A conclusione tutti hanno potuto gustare la pizza e i rustici. Un grazie speciale allo Staff tecnico (Ghenadi Cimino – audio service, e a Gabriele Milasi – aiuto audio service) e a tutti i sostenitori del Circolo.

Piotr Anzulewicz OFMConv

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IMG_0541IMG_0553IMG_0580IMG_0549Quale futuro (anni)




Tantissime le eccellenze calabresi, e Colacino…

9ª Serata (II) - ColacinoÈ stata allegra la 9ª Serata conviviale con aperitivo, dal titolo: «Catanzaro ed oltre: personaggi che lasciarono un segno», ideata nell’ambito della 2ª edizione del WikiCircolo, collocata all’interno del Giubileo della Misericordia e aperta a tutti, la 58ª di seguito, a partire  dal 10 gennaio 2014, senza contare gli altri eventi ed iniziative. L’ha resa effervescente la partecipazione straordinaria di Enzo Colacino, attore teatrale e regista, comico e cabarettista catanzarese, invitato «ad hoc». L’evento si è svolto venerdì 27 maggio, nel Salone «S. Elisabetta di Ungheria» al lato destro della chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido.

PitagoraCassiodoroTommaso CampanellaLa dott.ssa Teresa Cona, segretaria del Circolo, dopo aver rivolto il saluto di benvenuto ai numerosi partecipanti, sopraggiunti per la Serata, ha accennato ad alcune eccellenze calabresi che hanno lasciato un segno indelebile o una traccia decisiva nel tessuto sociale, culturale e religioso della Calabria: Pitagora († 495 a.C.), Flavio Magno Aurelio Cassiodoro Senatore († 580), Francesco di Paola († 1507), Bernardino Telesio († 1588), Tommaso Campanella († 1639), Mattia Preti († 1699). È stato doveroso segnalare anche il portale «CalabriaOnLine» con la sezione dedicata proprio a personaggi che si sono distinti nel tempo in tutto il mondo per la cultura, il loro operato e la loro tenacia (http://www.calabriaonline.com/ col/arte_cultura/personaggi/). Una pleiade di letterati, scrittori, artisti, musicisti, uomini dello spettacolo, politici, religiosi, scienziati, imprenditori, sportivi… che hanno dato o stanno dando lustro alla Calabria e ai calabresi.

Enzo ColacinoA quella pleiade, la Segretaria ha annoverato, in un batter d’occhio, il nostro Colacino. È colui che dal 1984 porta sulle scene di Calabria commedie in dialetto calabrese. Al suo attivo ha più di 600 repliche tra commedie e spettacoli di cabaret. Nel 1998 ha fondato l’associazione culturale «Quelli che il teatro» e con la omonima compagnia ha rappresentato commedie da lui scritte e dirette. I suoi lavori sono: «Ccu i sordi s’acconza tuttu», «Fama amura e malatia», «Clinica privata», «Amaru cu mora». E’ autore di due libri in dialetto catanzarese: «E cchi ni manca?» e «Parrandu parrandu», che, in chiave satirica ed umoristica, danno una particolare lettura del modo di vivere dei calabresi. Collabora periodicamente con giornali cittadini, scrivendo rubriche di satira in dialetto catanzarese. I suoi lavori sono stati rappresentati dagli studenti delle scuole della nostra città. Ha insegnato recitazione presso vari Istituti scolastici con rappresentazioni finali presso il Teatro «Masciari». Nel 2000 è stato ospite della comunità calabrese di Toronto, riscuotendo un notevole successo di simpatia e di pubblico. Ha collaborato con una rubrica dal titolo «Secundu mia» al mensile «Il Catanzaro» quando la squadra ha militato nell’ultimo campionato di serie B.

La Segretaria quindi gli dipinse, con poche pennellate, il profilo del Circolo. È bene tenerne conto e ricordarlo anche in questo momento.

logo-chi-siamoÈ un’associazione nata il 15 febbraio 2012, come «dono dei francescani alla comunità parrocchiale e civile», in occasione della chiusura del giubileo d’oro della Parrocchia «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido (4.10.2011). Nel suo percorso, arduo e difficile, ma nello stesso tempo audace e appassionato, il Circolo ha subito uno stato di ‘coma indotto’ (…). Tuttavia, con il recupero dello Statuto originale dallo Studio notarile, è “riemerso” il 27 ottobre 2013, a 27 anni dallo storico «meeting» di Assisi convocato da Papa Giovanni Paolo II, e ha avviato la sua attività il 10 gennaio 2014 con le Conversazioni sacro-profane. Non è una Onlus, per cui sopravvive con le quote associative e piccole donazioni spontanee degli amici. Non è un gruppo parrocchiale, ma l’opera parrocchiale, e come tale ha la benedizione di mons. Vincenzo Bertolone, attraverso una pergamena. «L’esistenza del Circolo Culturale – scrive l’Arcivescovo – è un’occasione da non perdere, e chi ha care le sorti della Parrocchia e della collettività civile non potrà lasciar cadere nel vuoto l’essenziale opportunità di impegno – pastorale e culturale – che questa iniziativa potrà dare». Ci auguriamo davvero che quest’opera sia sostenuta con entusiasmo da molti parrocchiani e da coloro che credono che la cultura, anche in piena recessione, sia un importante ‘media’ nella promozione della società e appannaggio di tutti. Il Circolo, nel suo «curriculum», ha curato diversi eventi rivolti a tutti, tra cui «Conversazioni sanfrancescane e sacro-profane», Laboratorio di musica (Luigi Cimino), concerti (Elvira Mirabelli e Luigi Cimino), vernissage (Salvatore Miglietta e Cesare Taverna). Si è arricchito di due nuove sezioni: il CineCircolo, cioè le Serate cinematografiche con le proiezioni dei film e con il dibattito, focalizzate «sui sentieri della misericordia», e il WikiCircolo, cioè le Serate conviviali con aperitivo dedicate a «Catanzaro ed oltre», nel segno dell’Anno straordinario della Misericordia. Sono iniziative all’insegna dell’aggregazione, dell’incontro, del dialogo, della riflessione su temi del sociale. In cantiere vi sono altri programmi che attendono di poter essere realizzati in tempi migliori, come ad esempio la Libreria itinerante e il Laboratorio di fotografia in collaborazione con il «Museo-Laboratorio Comunicazione Massimiliano Kolbe» a San Pietro in Amantea, Laboratorio di giornalismo e di pittura (i Corsi sono provvisti di programmi e preventivi). In più, il Circolo gestisce il proprio Sito Internethttps://circoloculturalesanfrancesco.org/site, e la pagina di Facebook: www.facebook.com/circoloculturale sanfrancescocatanzaro.

La Serata si è aperta con un brano musicale eseguito al sassofono tenore dal M° Luigi Cimino: «La vita è bella» di Nicola Piovani, pianista, compositore e direttore d’orchestra. Piotr Anzulewicz OFMConv ha risaltato quindi la gioia dei presenti per la presenza di Enzo Colacino. «La sua partecipazione – ha detto – è il più bel dono al Circolo Culturale San Francesco che ha nel Bambina allo specchio 1suo ideale la cultura e la cura dell’altro, l’ideale difficile e impegnativo. Il Circolo è una Cenerentola, una creatura piccola e misera, ma bella, speciale, unica sul territorio. Si distingue da tutti gli altri Circoli, nella sua denominazione e nel suo taglio specifico. I suoi soci e sostenitori, numericamente non molti, non si ‘arrendono’, per amore, con la speranza di trovare cuori aperti alla collaborazione. Con passione investono sul suo avvenire e sollecitano ad amarlo e prediligerlo perché possa essere veicolo di tematiche di attualità e di interesse esistenziale e sociale al servizio della collettività parrocchiale e cittadina, e non tanto delle finalità statutarie. Sono convinti che la cultura è sussidio indispensabile per essere pronti alle grandi sfide e attese del territorio. Così la loro Cenerentola si situa nell’epicentro di riflessione e si propone di promuovere anche un progetto marcatamente francescano, fraterno e pacifico, che illumini la nostra identità greco-romana, giudeo-cristiana, euro-atlantica». Frate Francesco d’Assisi è l’unico sponsor di questa Cenerentola che, come lui, il “Poverello”, «non ha niente di proprio – ha continuato Anzulewicz –. Il Salone, in cui si tengono le Serate e si promuovono vari eventi, lo condivide con l’Ordine Francescano Secolare e con la Gioventù Francescana. Per ogni evento, quello settimanale ed occasionale, presta il proiettore e lo schermo e affitta il service audiovisivo.

Tornando al tema della Serata, è truismo dire che ci piacciono le persone che entrano nella nostra vita in punta di piedi, la attraversano in silenzio, con i gesti e le emozioni, e lasciano un segno indelebile. Vi è un’enorme differenza tra lasciare il segno e lasciare cicatrici. Le cicatrici simboleggiano il dolore, la sofferenza, le ferite. I segni invece sono le tracce che ci fanno ricordare dei momenti d’amore, d’insegnamento, di crescita. «Mi piacciono le persone – confida Stephen Littleword, scrittore, pubblicitario, copywriter – che lasciano il segno, lì in quel piccolo posto chiamato cuore… sono quelle che mai se ne andranno perché quel posto se lo sono conquistato con le piccole attenzioni di ogni giorno».

Enzo Colacino al telefonoIl microfono è passato poi al nostro graditissimo Ospite, Enzo Colacino. Ci ha interpretato in vernacolo una divertentissima poesia: «A scola è na virgogna», il capolavoro “sociale”, scritto nel 1979 da Achille Curcio, poeta del vernacolo, dell’ironia e dei sentimenti, legato visceralmente a Montauro e catanzarese da una vita. Nelle nostre orecchie suonano ancora questi versi indicativi: «Dunca, nu jornu quasi pe gulia trasivi nte na scola e a nu scolaru addimandai: Chi prese Porta Pia?, e aspettavi a risposta do cotraru. Si misa ‘u ciangia e tuttu ‘u si dispera e, guardandu ‘a maestra menzamorta, sugghiuttijandu dissa ‘e sta manera: Vi giuru, eu on pigghiavi nuddha porta».

I versi hanno innescato un simpatico e gioioso scambio di battute con il pubblico. Ci siamo resi conto che è entrato in scena un personaggio che subito ha attratto la nostra attenzione. Ogni attimo si è fatto importante come se per tutta la giornata non avessimo aspettato altro che quell’istante. Si è creato, dunque, con lui un rapporto di fraternità e di conoscenza, al di là delle differenze “di territorio”. A lui «chapeau», applauso e ammirazione!

Il tempo incalzava e l’avv. Frontera, curatore delle Serate con aperitivo, ha potuto presentare soltanto alcuni personaggi calabresi che hanno lasciato il segno. Si è deciso di concludere questa Serata con il celebre brano «Giochi proibiti», eseguito al sax dal M° Luigi Cimino. Per tutti era allestito un ricco buffet, con pizza fumante di «Pizza Brindisi» e con specialità varie portate da alcune partecipanti.

Sarà ancora con noi l’attore-cabarettista, Enzo Colacino, divenuto socio onorario del Circolo. Chi ha perso questa splendida Serata con lui, potrà certamente rifarsi nel corso della 3ª edizione e scoprire in lui un prezioso amico e un prodigioso artista che ci aiuta ad affrontare i marosi dell’esistenza con il sorriso, lo stupore e la gratitudine, malgrado il dolore, l‘ingiustizia e l’oppressione.

Arrivederci alla 10ª Serata con cinedibattito su missionari, deboli, oppressi e dimenticati dalla storia – l’ultima della 2ª edizione del CineCircolo «sui sentieri della misericordia» (ve 3 giu 2016).

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