Se n’è andato Peppino Frontera

Per due giorni, dal 25 al 26 gennaio, la marcia del Circolo si è fermata, per la tristissima notizia giunta come un fulmine a ciel sereno dal Campus Universitario «Salvatore Venuta» di Germaneto (Catanzaro) e diffusa sulla Pagina social del Circolo:

Il Consiglio direttivo del Circolo Culturale San Francesco comunica con immensa tristezza che mercoledì 24 gennaio 2018, alle ore 23.20, Sorella Morte ha accolto PEPPINO FRONTERA, marito affettuoso di Maria Luisa Mauro, padre generoso di Katia e Vitali, avvocato premuroso, consigliere saggio del Circolo, curatore solerte delle Serate del WikiCircolo, dono prezioso dell’«altissimo, onnipotente, bon Signore» (Cantico delle creature, v. 1). Lascia un vuoto incolmabile nel ‘suo’ adorato Circolo. A noi tutti la gratitudine e la responsabilità di far tesoro della sua passione per l’ideale del Circolo: «La cultura e la cura dell’altro».

Una scomparsa inaspettata, una perdita enorme, un gravissimo lutto al Circolo. C’era grande attesa per la 2ª Serata conviviale con «aperitivo» di venerdì 26 gennaio dal titolo: «I ‘ragazzi fantasma’, soli e isolati dalla società», collocata nell’ambito della 6ª edizione del WikiCircolo dal motto: «I giovani con la ‘sorella’-‘madre’ Terra». La Serata è stata sospesa e gli amici del Circolo sono stati invitati a dargli l’ultimo abbraccio. Alle ore 15.30, in gran numero, sono accorsi nella chiesa «Sacro Cuore» e si sono stretti, con grande dolore e commozione, intorno alla sua famiglia. P. Ilario Scali, parroco, ha celebrato la Messa e ha presieduto il rito delle esequie, pregando «il Padre delle misericordie e Dio di ogni consolazione che ci ama di amore eterno e trasforma l’ombra della morte in aurora di vita, affinché guardi coloro che gemono nella prova e li sollevi dal lutto e dal dolore alla luce e alla pace della sua presenza». Alla celebrazione, animata dal coro (Giorgio Martelli, Jolanda De Luca, Stefania Di Nardo….), hanno partecipato: p. Lawrence, fra Alessandro e il sottoscritto che ha pronunciato, piangendo nel suo cuore, l’omelia focalizzata sul congedo di Gesù (Gv 17,1-11). Ecco il testo, con qualche taglio e ritocco:

«…è venuta l’ora», anche per il caro Peppino, mio “fratello” minore, proprio per lui e non per me, come sarebbe naturale, suo “fratello maggiore”, come mi definiva… Glorifica, dunque, o Padre, il tuo Servo fedele che dal 1954 portava “impresso” nel suo cuore quel “germe”, quel “seme”, quella scintilla della vita divina che lo inseriva, attraverso il battesimo, nella comunità dei credenti in Cristo, il nostro Fratello per eccellenza, il Signore, il Senso e la Fonte di vita in pienezza. Gli è stata allora tolta quella macchia/fragilità/tendenza intima a non essere libero, a non amare o ad amare con fragilità, ed è stato reso, come noi nel nostro battessimo, capace di amare divinamente e di lasciarsi «spezzare» il corpo e «dissanguare» per la promozione degli altri. E’ entrato a far parte della Chiesa, quella del sogno di Dio: la Chiesa dei santi e dei martiri, dei peccatori perdonati e redenti, la Chiesa che cammina, piange, soffre, crede, spera, ama. Sette anni dopo è stato «abilitato» ad accostarsi alla mensa del Pane di vita: all’Eucaristia, ovunque, a Napoli, durante gli studi universitari, a Catanzaro, dove esercitava la sua professione di avvocato, e qui dove ha fondato la famiglia, in mezzo a tante tribolazioni della vita, e dove ci allietava con la sua entusiasmante conoscenza della «città tra due mari».

In questi luoghi della sua itineranza, teneva sempre accesa la fiamma di vita divina, amando e facendosi benvolere. Noi, amici del Circolo, ne siamo la prova lampante. Ne sono la prova indiscussa Maria Luisa, di cui era affettuoso marito, e Katia e Vitali di cui era padre generoso. Ne sono la prova icastica tanti amici che mi hanno inviato, su WhatsApp, Messenger e per posta elettronica, le commosse parole di stima, appena hanno appreso la notizia della sua scomparsa. Come comunità parrocchiale siamo fieri di aver avuto questo caro e prezioso Fratello e grati per il bene che egli ha profuso in mezzo a noi.

«Che dispiacere! Una persona speciale, cara e disponibile – ha scritto uno dei nostri amici. – Era impossibile non volergli bene». Infatti, nel suo fecondo e creativo servizio ha saputo coinvolgere e unire, in questi anni, mondi diversi, dai giovani agli anziani, dalla fede alla cultura.

Anch’io gli sono immensamente grato per il suo continuo sostegno umano e spirituale, specie nei momenti difficili, per la sua comprensione e la sua collaborazione nel portare avanti quest’opera parrocchiale che è il Circolo, con cui addirittura si immedesimava − lui lo ha adottato e lo ha amato. Le sue Serate − ne diranno qualcosa in più l’ass.re Franco Longo, la dott.ssa Teresa Cona e il M° Luigi Cimino al termine della celebrazione − erano coinvolgenti: mettevano in luce cose belle, positive e propositive. Ascoltarlo e stargli vicino era un piacere. I suoi occhi brillavano di quell’amore che aveva nel suo cuore, come domenica scorsa, il 21 gennaio, quando gli abbiamo fatto visita al Policlinico: Luigi, Pinuccio, Leo e io, portandogli la Comunione. I suoi occhi erano pieni di gioia e di luce, perché il suo cuore era nella luce.

Non si è mai stancato di ripetermi che per ogni uomo, per quanto stanco, incompreso, misero, indegno, c’è l’amore di Dio. Questo messaggio lo portava ai partecipanti delle Serate conviviali e cinematografiche con la schiettezza, l’autenticità e la semplicità del suo eloquio, con la robustezza, la serenità e la fiducia di un lottatore che rimanda tutto alla Parola e alla Carità divina.

«E stando in mezzo a noi – scrive un altro fan del Circolo – ci ha resi tutti migliori. Alimentava pensieri ottimistici nei riguardi degli altri. Dava slancio per non arrenderci. Tutelava la dignità di tutti, anche di chi ha fatto di tutto per ignorarla con il suo comportamento. Attirava la nostra attenzione sui deboli, sui poveri, sui dimenticati. Dava voce alle sofferenze nascoste. Cercava di rendere feconda la città con il suo amore fatto di rispetto e di dedizione, di tenerezza e di operosità. Arava e seminava con intensità.

Ora siamo qui, di fronte alla bara di questo solerte Fratello che ha terminato la sua parabola terrena nel divino disegno di salvezza. È l’ora del suo congedo dalla sua comunità: civile e parrocchiale, e dal “suo” Circolo, nel giorno in cui la sua città celebra il Giorno della Memoria, non solo per “ricordare” la crudeltà che si è abbattuta su 6 milioni di ebrei e migliaia di persone considerate diverse e quindi da discriminare, ma anche per “capire”: riconoscere quanto è accaduto al di là di quel cancello, dove le forze alleate liberarono Auschwitz dai nazisti, vuol dire avere gli strumenti per difendere la nostra civiltà dalla cattiveria e dalla crudeltà dell’uomo affinché simili tragedie non possano ripetersi e la cultura dell’ostilità verso il diverso, l’immigrato e il rifugiato non abbia la meglio.

E’ l’ora del congedo. Questo, certamente, ci può aiutare a riflettere sui nostri congedi. Ce ne sono tanti e in alcuni di essi c’è anche tanta sofferenza, e ci sono tante lacrime.

Pensiamo oggi, ad esempio, a quei poveri Rohingya della Birmania (Myanmar) in barca… Arrivano in una città, dove danno loro acqua, cibo… e poi dicono: ‘Andatevene via’. E’ un congedo. Pensiamo al congedo dei cristiani e degli yazidi, che sanno di non tornare più nella loro terra, perché cacciati via dalle loro case. […]

Ci sono piccoli e grandi congedi nella vita. E ci sarà anche l’ultimo congedo che tutti noi dovremo fare, quando Sorella Morte ci chiamerà all’altra riva. Questo non sarà uno dei congedi ‘a presto’, ‘a dopo’, ‘a più tardi’, ‘arrivederci’, ma l’«addio» finale, il commiato perenne, la separazione definitiva. […] Meditando il Vangelo sul congedo di Gesù (Gv 17,1-11), ci farà bene immaginarci in quel momento. Come abbiamo ‘sprecato’ la nostra vita? Cosa lasciamo ai posteri? Chi sarà a chiudere i nostri occhi? E non dimentichiamo mai che eravamo presenti nella preghiera di Gesù, proprio lì, nel momento più drammatico della sua vita, in quell’Orto dell’ultima scelta. Egli già ci ha affidati alla tenerezza del Padre. Non temiamo, dunque, perché egli ci conosce, ci ama e, nell’Eucaristia, prolungamento della sua incarnazione, continua a pregare per noi, a riconsacrare la nostra vita, ad attirare nella stessa intimità divina, nel Santo dei santi, nel cuore di Dio Padre. E’ la sua voce che schiude i nostri occhi sulle sue opere nella nostra vita, segni del suo amore divino. E’ la sua parola che ci permette di credere e ottenere la vita che non muore, vita in pienezza per noi e per chi ci è prossimo. E’ la sua mano, trapassata dai chiodi, che ci tiene stretti per l’eternità. E lui, con il suo sangue, ha scritto i nostri nomi in cielo, per l’eternità, ed è questa la verità che si fa unica fonte di vera gioia, perché ci dona il perdono eterno.

Addio, Peppino, fratello minore. Grazie per ciò che hai fatto e hai detto, con semplicità e amore. Sii con il Risorto. La sua risurrezione – lo sappiamo – non è stata un semplice ritorno alla vita terrena; è stata invece la più grande ‘mutazione’ mai accaduta, il ‘salto’ decisivo verso una dimensione di vita profondamente nuova, l’ingresso in un ordine completamente diverso, che riguarda anzitutto lui stesso, ma con lui anche noi, tutta l’umanità, la storia e il cosmo.

La «risurrezione» è una parola che ora il Signore rivolge a ciascuno di noi: «Sono risorto – dice – e ora sono sempre con te. La mia mano ti sorregge. Ovunque tu possa cadere, cadrai nelle mie mani. Sono presente perfino alla porta della morte. Là, dove nessuno può accompagnarti e dove non puoi portare niente, ti aspetto io e trasformo per te le tenebre in luce».

Glorifica, o Padre, questo Fratello, che ci ha tolto nel 7° giorno dell’ottavario della 49ª settimana di preghiera per l’unità visibile dei cristiani, dal motto: «Costruire la famiglia nelle case e nelle chiese», e restituiscicelo, purificato da ogni macchia, glorificato e beato, come nostro celeste compagno, intercessore e protettore del “suo” Circolo, della famiglia, della comunità civile e parrocchiale di Catanzaro Lido.

Dopo il rito dell’ultima raccomandazione e del commiato, presso il feretro, ci sono stati tre commoventi interventi. L’avv. Giuseppe Iannello, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro, con voce vibrante ha espresso profondo cordoglio al dolore della famiglia per la scomparsa di Peppino, «stimato ed apprezzato professionista». L’ass.re Franco Longo, a nome personale, del Sindaco, della Giunta e di tutta la comunità civile, ha sottolineato il sentimento di riconoscenza e di ammirazione per l’affetto, la cortesia e la stima che ha saputo dimostrare nei suoi confronti e per l’amore che ha saputo riservare alla città. Infine, la dott.ssa Teresa Cona, segretaria del Circolo, ha ricordato telegraficamente le sue costruttive e propositive «performances» al Circolo e il suo alto profilo umano. Riportiamo qui le sue parole.

Peppino − ha detto − è stato uno dei protagonisti di punta delle Serate conviviali a tema e uno tra i primi a prepararle, dimostrando la competenza e guadagnandosene la stima. […] 91 Serate, in collaborazione con me e il M° Luigi Cimino, membro del Consiglio direttivo. Le “sue” Serate per eccellenza sono quelle dedicate all’amata Catanzaro che si sono svolte dal 19 giugno 2015 al 18 giugno 2016, dal titolo: «Catanzaro mille volti». 20 Serate in totale. Serate che hanno riscosso un’ampia eco per qualità e numero di partecipanti.

Peppino non era uno storico, ma, come lui stesso si definiva, «un innamorato di Catanzaro», la città delle tre “V” (Vitaliano, Vento, Velluto). Con il supporto, la collaborazione e il coinvolgimento di altri relatori, nella prima edizione del WikiCircolo, ha cercato di farci conoscere la storia non ufficiale della città, cose e fatti che gli storici di professione hanno trascurato, come sovente succede. Con la sua forza coinvolgente ci ha portato idealmente in giro per i vicoli che i più non conoscevano.

Calabrese doc, nella seconda edizione del WikiCircolo, estesa dal 22 gennaio 2016 fino 10 giugno 2016, parlando della sua/nostra Calabria, l’ha definita «crocevia di cultura e civiltà», terra formata nella storica convivenza fra cultura e religioni di diversa provenienza. Grande eredità del passato calabrese che ha voluto far conoscere ai più e rilanciarla contro l’egoismo e l’intolleranza verso l’altro, il diverso.

Nella terza edizione del WikiCircolo dal titolo: «Volti della misericordia», che va dal 23 settembre 2016 fino al 2 dicembre 2016, ha voluto invece parlare di sei magnifiche figure calabresi. Questa volta ha spostato, insieme ai diversi relatori, il suo/nostro interesse su uomini e donne calabresi: Nuccia Tolomeo, Raffaele Gentile, Fortunata Evolo, Antonio Lombardi, Paolo De Ambrosis da Cropani. Un lavoro di ricerca fatto con amore e dedizione solo per far risplendere ai nostri occhi le “gemme” che la Calabria ha offerto al mondo intero.

Della quarta e quinta edizione ne è stato cocuratore e coordinatore, lasciando spazio a nuove tematiche che si sono rivolte a temi di attualità scottante, sulla scia della lettera enciclica Laudato si’ di Papa Francesco sulla cura della casa comune, dal il titolo: «L’uomo e sua sorella-madre Terra», la prima, e «L’uomo custode e protettore di sorella-madre Terra», la seconda.

Il suo lavoro in queste ultime tre edizioni che non lo hanno visto relatore unico, come le prime due, è stato più difficile poiché ha dovuto e saputo intercettare tra le sue conoscenze relatori capaci ed anche interessati alla serie di tematiche selezionate per le Serate di alto interesse culturale.

Peppino non si è mai tirato indietro di fronte ai più svariati problemi che via via si presentavano nella gestione del Circolo. Il suo carattere solare, il suo coraggio, il suo entusiasmo contagiava chiunque gli venisse in contatto. Noi del Circolo, come ci amava definire: «lo zoccolo duro», «le colonne», facevamo quadrato e superavamo insieme gli ostacoli. Certo, non sono mancati momenti di tensione, ma mai tra di noi, poiché alla base del Circolo c’è sempre stato il rispetto per l’altro, sempre.

Mi piace ricordarlo seduto in Segreteria, aspettando la Segretaria in perenne ritardo o nelle ore che precedevano ogni evento vederlo scherzare con il suo grande amico e fan, Ghenadi Cimino, il tecnico dell’audio service che lavora con noi nelle Serate, rendendole possibili… e mi mancheranno quei suoi messaggini durante le Serate per avvisarmi secondo lui quanta pizza andava comperata… Con quegli occhioni sempre sorridenti, in base alla stazza dei presenti, calcolava la “quantità” e mi faceva morire dal ridere…

Se n’è andata una colonna del Circolo… In questo momento non siamo in grado di calcolare il grave danno che arreca la sua mancanza…, ma lui amava il Circolo e lo chiamava la sua creatura, e mai si sarebbe allontanato. Continuare nel suo ricordo adesso è un obbligo in più. Un qualcosa che non lascia scampo che ci inchioda al dovere di continuare in sua memoria.

Il suo spirito, colmo di amore divino e di amicizia sociale, ci investirà e ci darà una marcia in più.

Piotr Anzulewicz OFMConv

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Ne è valsa la pena!

Serata emozionante, impressionante, toccante e didattica, istruttiva, pedagogica, quella 112ª di seguito, che si è tenuta venerdì 9 febbraio 2018, nel Salone «S. Elisabetta d’Ungheria» presso la chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido. E’ valsa la pena parteciparvi? Sì, ne è valsa veramente la pena! La 2ª Serata cinematografica con la proiezione del film «L’altro volto della speranza» (The Other Side of Hope) di Aki Kaurismäki, la cineconversazione e il «cocktail» − ideata all’interno della 6ª edizione del CineCircolo con il motto: «I giovani con la ‘sorella’-‘madre’ Terra per immagini», ispirata al documento preparatorio del prossimo Sinodo dei vescovi: «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale», ma anche all’enciclica Laudato si’ di papa Francesco e alla preghiera-inno Cantico delle creature di frate Francesco − ci conteneva tutti.

L’argomento del film del regista finlandese: «L’accoglienza, una caratteristica dl cristianesimo», presentato a grandi pennellate dalla curatrice Teresa Cona, dopo l’ascolto delle parole di Papa Francesco «Non lasciatevi rubare la speranza», tratte da un album musicale, ha subito innescato interesse e ha generato calore umano. Ci è ormai evidente che sulla capacità di accoglienza si gioca la nostra condizione di esseri umani o, al contrario, il nostro scivolare sempre più in quelle barbarie bestiali che affiorano qua e là, in questa terra − contrassegnata dai flussi migratori, con tutto il loro carico di sofferenza − che deve essere casa per tutti. Tutti avvertiamo, nella concreta quotidianità dell’esistenza, quell’istanza che è sempre più decisiva: in un tempo in cui vi sono forme di povertà nuove e diversificate (oltre ai migranti, i giovani vulnerabili, le famiglie fragili, i carcerati) e in cui appare con chiarezza come sia faticoso per tutti il duro mestiere di vivere, è fondamentale riscoprire l’esigenza della prossimità, del farsi prossimo, dell’essere vicino l’uno all’altro. «È sull’impegno quotidiano alla prossimità, l’unico vero antidoto a quella che papa Francesco ha definito a più riprese la “globalizzazione dell’indifferenza” [a partire dal viaggio a Lempedusa dell’8 luglio 2013], che sta o cade anche la capacità di accoglienza» (L. Monti). La verità dell’accoglienza cristiana è tutta qui: nel cammino della prossimità. «Accoglietevi gli uni gli altri − ci ha ammoniti l’apostolo Paolo − come anche Cristo ha accolto voi, per la gloria di Dio» (Rm 15,7). Tutta la nostra vita sotto il sole è nient’altro che la risposta a questa unica, quotidiana, eterna domanda: «Ti sei fatto prossimo al tuo fratello e alla tua sorella in umanità?». Tutta la nostra vita e tutta la nostra accoglienza è la responsabilità di questa risposta.

«Tutto quello che possiamo fare − dice The Other Side of Hope − è fare del nostro meglio, anche quando i nostri sforzi si traducono in gesti assurdi e paradossali, e i risultati sono comici, demenziali e irresistibili come certe scene e certe battute ambientate in un ristorante indimenticabile che si chiama “La pinta dorata”, ed anche quando un nazista ci accoltella, ma c’è nostra sorella da aiutare, e quindi andiamo avanti» (F. Gironi), senza perdere la speranza.

(pa)

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Buon Anno 2018… per essere dono e generare dono

Buon Anno 2018… per essere dono e generare dono. Il Natale ci ha messi in marcia, fuori da noi stessi, per incontrare l’altro da noi, specie se egli è piccolo e indifeso, mettersi decisamente al suo servizio e agire secondo le «quattro pietre miliari«, indicate dal Papa Francesco, nel suo Messaggio per la 51ª Giornata Mondiale della Pace: «accogliere», «proteggere», «promuovere» e «integrare».

E’ il pensare in grande, la lungimiranza, l’abbracciare la complessità della vita che consente di intuire e perseguire nuove piste, percorsi e spazi di speranza. Tutto questo richiede il coraggio di ascoltare e di leggere la realtà intorno a noi e dentro di noi, di imparare a discernere, di capire cosa vogliamo e cosa è frutto delle proiezioni degli altri su di noi, cosa ci è stato indotto come essenziale e invece ci sta sviando…

La nostra primaria vocazione è al dono di sé, che è l’espressione più alta, più nobile e più concreta dell’amore, ed è per il presente, per l’oggi, per il nostro tempo. Siamo quindi invitati a «non perdere l’opportunità di sognare in grande e di diventare protagonisti di quella storia unica e originale che Dio vuole scrivere con noi», qui e ora (Messaggio per la 55ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, 3 dicembre 2017), trasformando le potenziali minacce in occasione per un balzo in avanti sul cammino dell’umanizzazione, della riconciliazione, della pace. E’ bello, ed è una grande grazia, essere dono e generare dono, con rinnovata passione, nel 2018, che si prospetta ricco di sorprese, eventi e doni.

Consiglio direttivo del Circolo

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WikiCircolo 2018: I giovani con la ‘sorella’-‘madre’ Terra

E’ già online il depliant della 6ª edizione del WikiCircolo, dedicata ai giovani, in vista del Sinodo dei giovani che si terrà ad ottobre 2018! La nuova edizione, quindi, si colorerà della gioia dei giovani. Infatti, il suo leitmotiv è: «I giovani con la ‘sorella’-‘madre’ Terra». Si comincia venerdì 12 gennaio 2018, alle ore 19, nel Salone «S. Elisabetta d’Ungheria», presso la chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido. Venerdì 19 gennaio invece riparte la 6ª edizione del CineCircolo, anch’essa all’insegna dei giovani, dal tema conduttore «I giovani con la ‘sorella’-‘madre’ Terra per immagini».

La 6ª edizione del Wiki– e CineCircolo «ci invita a ricuperare l’alleanza inter– e intragenerazionale, universale e cosmica, praticata da frate Francesco e promossa da papa Francesco, e, attraverso lo scambio di idee e il confronto delle voci dei giovani con le istituzioni, le comunità, gli educatori e i pastori, a progettare insieme un possibile avvenire, unendo creatività, energia, forza e saggezza per il bene dell’umanità, della società e della ‘sorella’-’madre’ Terra. Un cantiere di dialogo, di proposte, di iniziative… e un luogo in cui tessere relazioni improntate alla fiducia, alla condivisione, all’apertura fino ai confini del mondo».

Il Circolo conta su di voi. Per iscriversi ad esso, riceverne la tessera associativa o rinnovarla e saperne di più, non esitate a contattarci e frequentare questo portale e la pagina di Facebook. È una straordinaria opportunità di condivisione e di fraternità, indirizzata a tutti, vicini e lontani.

A presto, dunque, alla 1ª Serata conviviale con «aperitivo», pieni di passione e di creatività, uniti e ringiovaniti.

(pa)

 




A Natale…

A Natale, nel Bambino di Betlemme, inerme e indifeso, a tutti viene offerta una inversione di logica, di comportamento, di prospettiva: dal grande al piccolo, dalla forza alla debolezza, dal potere al dono. Accogliendo anche noi questa inversione − la via natalizia della piccolezza, dell’umiltà e della gratuità −, potremo essere segno della potenza dell’amore, presenza di condivisione e di comunione, «incipit» di un avvenire di fraternità universale e cosmica, e saremo capaci di osare la nuova avventura: narrare con il linguaggio della nostra cultura, in vertiginoso mutamento, la perenne «buona notizia» che riguarda tutta l’umanità: la nascita di Gesù è abbraccio tra giustizia e verità, incontro tra sacro e profano, speranza e profezia di pace e di vita in pienezza.

Amici e Soci, tantissimi auguri di buon Natale e di buon Anno 2018

Consiglio direttivo del Circolo




Salve, «Regina di tutto il creato»

Al timone della 6ª Serata conviviale con «aperitivo» dal titolo: «Maria, Regina di tutto il creato», che si è svolta venerdì 1 dicembre 2017, due ospiti eccezionali: don Gesualdo De Luca − vicario episcopale, docente dell’Istituto Teologico Calabro «S. Pio X» di Catanzaro e assistente ecclesiastico regionale del Movimento Apostolico, e don Michele Cordiano − padre spirituale di Natuzza (Fortunata) Evolo e direttore nazionale dei Cenacoli di Preghiera «Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime» ispirati alla spiritualità della Mistica di Paravati. La loro presenza è stata un dono inestimabile per tutti noi. Ci hanno regalato delle stupende pennellate antropologico-teologico-mariane, spronandoci a invocare la «Regina del creato» per la protezione dalla distruzione, inquinamento, devastazione della «sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba» (Cant, v. 9: FF 263). All’appello non si è presentata Lina Martelli, responsabile del gruppo parrocchiale della Milizia dell’Immacolata di Catanzaro Lido, richiamata urgentemente a Milano per dare l’ultimo addio a suo fratello. Ci avrebbe certamente ricordato la celebre frase che s. Massimiliano Kolbe, fondatore della Milizia dell’Immacolata, ha lasciato all’umanità di tutti i tempi: «Soltanto l’amore crea», tanto più se è connesso con Maria, «vertice dell’amore della creazione», perché in lei «avvenne il miracolo dell’unione di Dio con la creazione» (Scritti, Roma 1992, 721).

Una Serata ricca di suggestioni, impressioni, domande ed emozioni. Ad aprirla un video musicale: «Regina Coeli − C-Dur KV 276», di Wolfgang Amadeus Mozart, e l’ascolto del brano dell’enciclica Laudato si’ (n. 241), letto da Nunzio Familiari. E a chiuderla un altro video: «Alleluia – Lode cosmica», la foto di gruppo ed «aperitivo». Fiume di gratitudine e di applausi a due magnifici protagonisti, allo Staff della 5ª edizione del WikiCircolo e a tutti i soci del Circolo, sostenitori ed amici, pronti a collaborare e fieri di tenerlo in vita, con ardore, passione e gioia. Alla prossima edizione, a beneficio di tutti, vicini e lontani!

Piotr Anzulewicz OFMConv

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Canto di gratitudine

«Exploit» di pubblico, venerdì 17 novembre 2017, al Circolo, per la 5ª Serata conviviale con «aperitivo» dal titolo «Gratitudine per i doni della creazione», la 104ª di seguito, ideata in concomitanza con la 67ª Giornata Nazionale del Ringraziamento e celebrata domenica scorsa, il 12 novembre, come «invito a guardare ai frutti della terra e all’intera realtà del mondo agricolo nel segno del rendimento di grazie», ma anche come «memoria viva ed efficace della rinnovata risposta degli agricoltori ai doni del Signore», e in preparazione alla 1ª Giornata Mondiale dei Poveri istituita al termine del Giubileo della Misericordia nella Lettera apostolica «Misericordia et misera» da Papa Francesco per stimolarci a «reagire alla cultura dello scarto e dello spreco, facendo propria la cultura dell’incontro». Una Serata speciale, con il programma speciale, tra le due domeniche speciali, nel luogo speciale: Salone «S. Elisabetta d’Ungheria», e nel giorno speciale: giorno di festa di s. Elisabetta, definita «Regina dei poveri» o «Madre Teresa del 1200», fedele discepola di frate Francesco, «testimone della genuina povertà».

Alla tavola rotonda sono intervenuti ospiti di eccezione: Beniamino Donnici, psichiatra e psicoterapeuta, già colonnello medico dell’Esercito e già assessore al Turismo e Beni Culturali della Regione Calabria e parlamentare europeo, autore del libro «7 giorni. Diario dall’Isola di S. Giulio in dialogo con Madre Cànopi» (Edizioni Paoline, 2016); Stefania Rhodio, coordinatrice regionale del Rinnovamento nello Spirito Santo; Mario Caccavari, perito chimico presso l’Istituto Tecnico Industriale «Guido Donegani» di Crotone, pensionato felice. La loro notorietà ha richiamato moltissimi intervenuti, che hanno preso d’assalto il Salone, che per le sue troppo piccole dimensioni ha reso impossibile la partecipazione di tutti. Gli interventi dei tre protagonisti sono stati seguiti con alto interesse. La platea più volte ha applaudito le loro narrazioni, esposizioni, suggestioni…

La foto di gruppo ha cristallizzato i presenti in una atmosfera gioiosa di ringraziamento, mentre il M° Luigi Cimino, in sostituzione di Ghenadi, ci ha fatto ascoltare, in sottofondo, dai video musicali, tre canti: «Lode al nome tuo» − il canto tratto dal CD «Grazie», «Stai con me» − il canto interpretato da Stefania Rhodio e Renato Cusimano nella trasmissione di don Francesco Cristofaro «Nella fede della Chiesa» su «Padre Pio TV», e il «Canto del mare» di mons. Marco Frisina.

La Serata si è conclusa con una piccola rinuncia alla solita pizza, visto che il Circolo ha voluto rimanere solidale con i poveri e in sintonia con la loro 1ª Giornata Mondiale. Il buffet comunque è stato offerto dalle signore affezionate al Circolo. Si è festeggiato anche l’onomastico di Elisabetta Guerrisi che ha voluto offrire dei pasticcini in onore della sua santa Protettrice, pur non potendo essere presente, perché è già rientrata nella sua Roma per impegni improcrastinabili.

A tutti un immenso grazie.

(tc/pa)

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Usciremo alla gloria… e l’amore sarà pieno

Le ‘acrobazie’ del Circolo sono alla fine sempre premiate. Venerdì 10 novembre 2017, la 103ª Serata di seguito − 4ª cinematografica della 5ª edizione del CineCircolo − ha visto, come la precedente, un inatteso “ritocco” nel programma. La pellicola «Il superstite» di Paul Wright è stata felicemente sostituita con un’altra: L’attesa di Piero Messina, lasciando invariato comunque l’impianto generale del programma e il tema della conversazione: Lutto. Ospite d’eccezione, presente all’intera Serata, don Vincenzo Lopasso, professore e direttore dell’Istituto Teologico Calabro «S. Pio X», biblista di chiara fama, salutato a metà della proiezione anche dal gruppo parrocchiale del Rinnovamento nello Spirito con la responsabile Giulia Ariosto.

La Serata ha avuto inizio con un video musicale «Amazing Grace» («Grazia incredibile») di John Newton, su cui lapide nel cimitero di Londra sono incise, per sua volontà, le parole pronunciate poco prima di morire (1807): «John Newton, ecclesiastico, un tempo un infedele e un libertino, servo degli schiavisti in Africa, fu, per grazia del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, conservato, redento, perdonato e inviato a predicare quella fede che aveva cercato di distruggere».

Ha seguito dunque la proiezione del lungometraggio di Piero Messina, regista siciliano, classe ’81, allievo di Paolo Sorrentino, un altro che ha più fan tra gli spettatori che critici a favore. Un film con un vuoto, un buco, un assente in mezzo: il figlio morto della matrona fatto diventare il fidanzato “lontano” della ragazza francese, da rimpianto a desiderio. Il cinema di Messina, così acerbo, eppure così vivo e orgogliosamente borghese, si struttura attorno a questo vuoto, lo guarda e ne ha paura, lo costeggia e lo nasconde, ne sta alla larga. E mette continuamente in scena questa dinamica, i drappi di velluto sugli specchi, le finestre chiuse, la processione mascherata e ovviamente le bugie della protagonista. Accattivante la colonna sonora: pezzi originali del regista e pezzi celebri, come Missing di XX e Waiting for the Miracle di Leonard Cohen. Gli uomini sono sempre muti o di passaggio. Il mondo è delle Madonne e per il loro patire. A parere di Gianluca Arnone, giornalista e critico cinematografico, è «un film di donne e di fantasmi, di crepe e vertigini di cuore, e di manipolazioni, per schermare il dolore, truccare la vita. Ispirato a una novella pirandelliana e ambientato in una villa decadente nell’aspra campagna siciliana (Chiaramonte Gulfi), L’attesa ricorda un po’ il Godot di Samuel Beckett e molto L’avventura antononiana, dove la sparizione di Lea Massari era il motore del racconto e la stessa ingegneria poetica del film».

E’ ‘oscenamente’ bello, senza la bara e il carro funebre, ma con due donne, Anna e Jeanne, unite da un lutto da esorcizzare. Brava Juliette Binoche dal volto sofferente e magnetico, ma che sorpresa Lou de Laâge dal volto ingenuo e candido! Anna vive in una grande villa nella campagna siciliana, ancora allestita a lutto, quando riceve la telefonata di una ragazza Jeanne, ragazza del figlio Giuseppe, che l’ha invitata a passare qualche giorno da lui. Anna la invita volentieri, anche se il figlio non c’è. È come sparito, ma entrambe sono disposte ad aspettare il suo arrivo che forse non ci sarà mai. Ciò che gli altri sostengono debba scorgersi in filigrana, Messina lo fa traboccare, con un tripudio di effetti estetizzanti e continue sovrapposizioni di luci e suoni, in superficie, esteriorizzando i sentimenti e raccontando l’assenza con la sovrabbondanza stilistica, il vuoto con il pieno. «Questo film nasce da ricordi d’infanzia – confida il regista −, da una serie di suggestioni e soprattutto da una cosa che mi ha raccontato un amico, ovvero la storia un padre che, dopo la morte del figlio, aveva deciso di non parlarne tanto che a un certo punto anche chi gli era intorno faceva finta che quel fatto non fosse mai davvero accaduto». «È terribile – aggiunge – nei funerali vedere tante persone, anche bambini, che piangono verso un pezzo di legno. Così è anche possibile decidere di credere a una cosa che è al di là della realtà».

La verità della morte, nascosta ai più, dura e incomprensibile, ha ricevuto una luce. Gesù risorto ha svelato il suo mistero. Siamo immortali, nati per la vita duratura, perenne, eterna. Questo del resto spiega l’inaudita sproporzione tra il nostro desiderio di felicità e ciò che riusciamo ad ottenere in questa vita. Siamo immortali nel momento del nostro concepimento, e questa vita ci è data per scoprire la nostra autentica dignità, la misura della grandezza della nostra chiamata, il nostro destino immortale. Il cimitero allora non contiene il loculo del destino ultimo del singolo uomo. Non è una buca nera del nulla e, conseguentemente, la storia non è la “fossa comune” dell’intera famiglia umana. Questa è la nostra granitica fede: la nostra tomba, per la potenza della risurrezione di Cristo, diventerà una culla, da cui usciremo alla gloria. Per la sua risurrezione, «una parola prima quasi impronunciabile e poi grido da irradiare dai tetti del mondo», come ha detto il 3 novembre 2014 Papa Francesco, durante la Messa presieduta nella basilica di S. Pietro, in suffragio dei cardinali e vescovi defunti nel corso dell’anno. La risurrezione: in Cristo questo mistero così grande, decisivo, sovrumano «non solo si rivela pienamente, ma si attua, avviene, diventa per la prima volta e definitivamente realtà». In quell’istante zero la fede cristiana conquista la sua unicità. Egli è risorto, anzi, egli è la risurrezione. Per il cristiano allora il problema è quello di guardare in faccia la morte, di non mutarle nome, di vigilare perché non si taccia su di essa, ma anche di impedire che si enfatizzi fino a ritenerla la forma unica e ultima della realtà. La morte, «sora nostra morte corporale» (Cantico delle creature, v. 12: FF 263), va vista come passaggio verso un’altra dimensione di questa stessa vita, verso la pienezza che Dio desidera darci: l’amore sarà pieno e totale.

Dopo le comunicazioni relative al Circolo e l’annuncio del prossimo evento, è risuonato quindi il gioioso «Hallelujah», cantato da Artem, Julia, Marsel e Xenia, fantastici bambini russi.

Una Serata triste, ma al contempo lieta, ricca di contenuti, vivace e stimolante per noi e per il pubblico. Alla prossima. L’appuntamento è a venerdì 17 novembre, con la Serata conviviale dal titolo: «Gratitudine per i doni della creazione».

 

pa/tc

 

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Famiglia – sede dove si coltiva il rispetto…

Una Serata eccezionalmente bella e interessante, quella che si è tenuta venerdì 3 novembre 2017, la 4ª conviviale con «aperitivo» dal titolo: «Famiglia − sede della cultura della vita e luogo dove si coltiva il rispetto per l’ecosistema locale e la protezione di tutte le creature» (Laudato si’, n. 213), ideata nell’ambito della 5ª edizione del WikiCircolo ed offerta dal Circolo a chi abbia inteso accogliere l’invito a parteciparvi. Nel corso del programma, come sempre caratterizzato da varietà e molteplicità di aspetti, alla tavola rotonda sono intervenuti ospiti d’eccezione: Antonio e Carmela Sità, Ninetta Crea, Maria Le Pera e Alex Scicchitano.

I coniugi Sità − lui ingegnere e consulente di direzione e lei docente di matematica e di fisica −, entrambi collaboratori dell’Ufficio diocesano per la pastorale della famiglia e promotori del progetto «Mistero Grande» nella parrocchia catanzarese «S. Teresa di Gesù Bambino», alternandosi al microfono, hanno illustrato, con il supporto della suite Office PowerPoint e un filmato personale, il loro impegno nel sostenere quelle coppie di sposi che, nel desiderio di vivere pienamente la grazia del sacramento del matrimonio, sperimentano la bellezza del «far Chiesa in casa».

Alex Scicchitano, studente di sociologia all’Università degli Studi «Magna Graecia» di Catanzaro, con il suo brillante intervento ci ha portati a riflettere sul cambiamento culturale che ha interessato la famiglia partendo dai secoli scorsi, quando vigeva ancora il patriarcato dispotico ed oppressivo, e giungendo alla rivoluzione culturale che ci ha consegnato la famiglia attuale, con le sue conquiste e le sue fragilità.

Ninetta Crea, insegnante in pensione, ha condiviso con noi la sua esperienza scolastica a contatto con bambini e ragazzi e la sua attenzione alla loro formazione orientata a guardare l’altro come persona da rispettare e l’ambiente naturale come bene comune da salvaguardare e custodire.

Infine, Maria Le Pera, anch’essa insegnate in pensione, ci ha ricordato come la scuola già venti anni fa si preoccupava di sensibilizzare le giovani coscienze su argomenti che adesso sono di attualità scottante, come ad esempio il risparmio energetico, il riciclo di materiali, la solidarietà, l’educazione al rispetto dell’altro e all’alleanza tra l’uomo e la terra, in una reciprocità da riconoscere davanti a luoghi dove la bellezza esteriore si è fatta segno di una bellezza interiore, ma anche davanti ai tristi scempi dell’ambiente naturale, provocati dal peccato degli uomini.

La famiglia e la scuola: sono questi gli ambiti in cui si forma la personalità del ragazzo. La famiglia comunque ha l’importanza centrale per un’autentica crescita umana, perché «costituisce la sede della cultura della vita». «Nella famiglia − scrive Papa Francesco nell’enciclica Laudato sì’ − si coltivano le prime abitudini di amore e cura per la vita, come per esempio l’uso corretto delle cose, l’ordine e la pulizia, il rispetto per l’ecosistema locale e la protezione di tutte le creature. La famiglia è il luogo della formazione integrale, dove si dispiegano i diversi aspetti, intimamente relazionati tra loro, della maturazione personale» (n. 213).

Un incontro istruttivo che ha tenuti “attenti” ed affascinati i partecipanti. Molti gli applausi indirizzati ai relatori. Rimane un senso di dispiacere per tutti coloro che si sono fatti sfuggire un incontro così educativo ed edificante. Il Circolo tuttavia non demorde, ma continua a cogliere i segnali positivi, trasmettere l’ottimismo e la fiducia, elargire la cultura alla portata di tutti, insistendo nel chiamare a parteciparvi in gioiosa armonia. (tc/pa)

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Una Serata-prodigio

Il 27 ottobre, un «fusil de chasse», appena pochi minuti prima dell’inizio della 3ª Serata cinematografica (101ª di seguito): un colpo di scena improvviso, impensato, inaspettato, regalato dalla Provvidenza al Circolo, per il anniversario del suo ri-avvio (27.10.2013), dopo il recupero dello Statuto originale, e nel 31° anniversario della Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace ad Assisi, voluta da s. Giovanni Paolo II alla quale presero parte i rappresentanti di tutte le grandi religioni mondiali (27.10.1986): due anniversari salienti per riaffermare l’impegno a diffondere la «cultura dell’incontro», del dialogo e della fratellanza.

Il computer del nostro operatore tecnico, per un miracoloso tocco della segretaria del Circolo, è andato in tilt, ‘disintegrando’ la pellicola in programma: «Il Pianeta verde». L’ha sostituita prodigiosamente un’altra, sull’uomo della Provvidenza, il colonnello Valentin Müller, e la salvezza di Assisi durante la seconda guerra mondiale: «Assisi Underground» di Alexander Ramati. Grande commozione e gratitudine dei presenti, conquistati da tre protettori degli assisani: Dio delle sorprese, frate Francesco e il colonnello Müller. Una Serata davvero emozionante e… prodigiosa, nel segno della gratitudine che ci ha aiutato a focalizzarci su tante benedizioni che abbiamo già ricevuto nel quadriennio e riceviamo ogni giorno: la gratitudine per il Circolo che vuole essere luogo propulsore della «cultura dell’incontro», del dialogo e della fratellanza, appunto, e spazio di crescita umana, spirituale e sociale per tutti, vicini e lontani. «Happy Birthday!» (pa)

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