«Un bacio»: 4ª Serata cinematografica con «cocktail» (116)
Mar
09
Ora: 19-21
Luogo: Salone «S. Elisabetta d'Ungheria» presso la chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido

Serata cinematografica, con la proiezione del film «Un bacio», la cineconversazione «Omosessualità, come viverla e come proteggersi dall’omofobia» e il «cocktail», la 4ª Serata ideata all’interno della 6ª edizione del CineCircolo con il motto: «I giovani con la ‘sorella’-‘madre’ Terra per immagini», l’edizione ispirata al documento preparatorio del prossimo Sinodo dei vescovi: «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale», che si celebrerà ad ottobre, ma anche all’enciclica Laudato si’ di papa Francesco e alla preghiera-inno Cantico delle creature di frate Francesco, promossa dal Circolo Culturale San Francesco ed aperta generosamente, a titolo gratuito, a tutti, soci, sostenitori, amici, vicini e lontani − la 116ª Serata di seguito, tra quelle cinematografiche e quelle conviviali, con decorrenza dal 10 gennaio 2014, senza contare altri eventi e iniziative.
❹ «Un bacio»
Regia: Ivan Cotroneo. Genere: Drammatico. Paese: Italia. Anno: 2016. Durata: 101′
Trama: È un film sull’adolescenza, sulle prime volte, sulla ricerca della felicità, ma anche sul bullismo e l’omofobia. Sui modelli e sugli schemi che ci impediscono, e che impediscono soprattutto ai ragazzi, di essere felici, di trovare la strada della loro singola, particolare, personale felicità. Lorenzo, Blu e Antonio hanno molte cose in comune: hanno sedici anni, frequentano la stessa classe nello stesso liceo in una piccola città del nord est, hanno ciascuno una famiglia che li ama. E tutti e tre, anche se per motivi differenti, finiscono col venire isolati dagli altri coetanei. La loro nuova amicizia li aiuta a resistere, fino a quando le meccaniche dell’attrazione e la paura del giudizio altrui non li colgono impreparati.
♦ Cineconversazione
Omosessualità, come viverla e come proteggersi dall’omofobia
♦ Programma della Serata
- Videoclip «Hurts» di Mika tratto da No Place in Haeven e incluso nella colonna sonora del film Bacio di Ivan Cotroneo (1:36′)
- Note sul film e presentazione del tema della cineconversazione
- Proiezione
- Cineconversazione: «Omosessualità, come viverla e come proteggersi dall’omofobia»
- Comunicazioni relative al Circolo ed annuncio del prossimo evento
- Recita della Preghiera di Papa Francesco per i giovani (Sinodo 2018)
- Foto di gruppo e «cocktail» [In sottofondo il video musicale: «Emmanuel» – Inno della GMG Roma – Tor Vergata 2000 [Cover dai ragazzi dell’Azione Cattolica] (6:00′)]
♦ Recensione
✺ Lorenzo è un adolescente che arriva a Udine perché adottato da una famiglia dopo che aveva vissuto precedente esperienza negativa di adozione. Lorenzo è dichiaratamente gay. Blu è figlia del proprietario di un’azienda e di un’aspirante scrittrice. Ha un carattere reattivo anche perché a scuola, e sui muri, viene definita ‘una troia’. Antonio è figlio di una guardia giurata e pesa su di lui la presenza del fratello maggiore morto in un incidente. E’ un abile cestista, ma i suoi compagni lo considerano un ritardato. Frequentano tutti e tre la III A del Liceo Newton.
I film che hanno come soggetto l’adolescenza e le sue problematiche hanno saldamente incorporata la dicitura ‘maneggiare con cura’, perché il rischio della retorica e/o dello stereotipo sono presenti ad ogni singola riga della sceneggiatura e in ogni scelta di ripresa, recitazione, montaggio e soundtrack. Lo spettatore si trova spesso dinanzi a uno schema purtroppo ben definito. Ci si occupa di un ragazzo o di una ragazza emarginati e li si circonda di adulti che sono rappresentati o come dei minus habens o come totalmente incapaci di interessarsi a loro sia nel contesto familiare che al di fuori di esso.
Ivan Cotroneo, che scrive la sceneggiatura con Monica Rametta rielaborando un proprio racconto, sa come tenersi a distanza dalle negatività di cui sopra per offrirci un ritratto ad altezza di adolescenza di grande sensibilità e coraggio. Coraggio perché le situazioni vengono affrontate frontalmente senza ammorbidimenti e anche perché, come già Vinterberg in Il sospetto, non ha il timore di mettersi contro gli animalisti utilizzando la caccia come rito iniziatico. Sensibilità perché questi Jules, Jim e Catherine dei nostri giorni e di ben altra età (l’omaggio a Truffaut viene esplicitato nella scena della corsa a tre) non si limitano ad essere personaggi, per quanto ben costruiti, ma sono da subito persone con le loro fragilità e con le loro prese di posizione. Blu che scrive alla se stessa del futuro ‘per non dimenticare’. Lorenzo che ostenta sicurezza, ma ha bisogno di rifugiarsi nell’immaginario per trovare quell’ammirazione che il mondo dei coetanei gli nega. Antonio, tanto abile nello sport quanto introverso e chiuso nel relazionarsi con gli altri. Di tutti e tre conosciamo l’ambito familiare in cui incontriamo sensibilità genitoriali diverse, ma, ognuna a suo modo, capaci di amore e comprensione. Chi invece si compatta nel rifiuto sono i compagni tra i quali emergono leader in perfidia e bullismo (equamente suddivisi tra maschi e femmine), ma che finiscono comunque per essere tutti complici anche quando sono testimoni passivi dei soprusi. La dimensione della città di provincia, con la magia delle sue notti ‘antiche’ e con la brutalità dei mezzi di comunicazione oggi alla portata di ognuno, definisce il contesto della narrazione.
“Non voglio che mio figlio sia ‘tollerato'”, dice il padre adottivo di Lorenzo dinanzi alla preside e ad un’insegnante particolarmente insensibile. Cotroneo fa propria questa affermazione senza però cedere alla tentazione del pamphlet riaffermando con forza il diritto di ognuno a vivere la propria vita e la propria dimensione affettiva secondo tempi che non siano dettati da un contesto sociale che si eriga a normativo in questo ambito. Lorenzo, Blu e Antonio escono così dallo schermo per entrare nella memoria dello spettatore nello spazio in cui stanno i film che non si dimenticano. (Giancarlo Zappoli)
✺✺ Blu, Lorenzo e Antonio sono tre sedicenni stretti da un legame affettuoso, contraddittorio, confuso. Vittime degli altri e di se stessi, nel film Un bacio cercano disperatamente di fare la cosa giusta, senza riuscirci. Eppure, come dice Blu nel finale: «Bastava poco».
Un bacio, di Ivan Cotroneo, è il film del momento, perché parla di adolescenza, bullismo, omofobia e perché, prima di uscire nei cinema, è stato già visto da molti ragazzi nelle anteprime organizzate con le scuole, suscitando lacrime, entusiasmi e qualche fischio (soprattutto alla scena del titolo).
Ispirato a un fatto di cronaca, l’omicidio di Larry King, lascia molte domande aperte, anche per gli adulti. Si può intervenire in situazioni simili? Che cosa fa la differenza? Che cosa può dare forza ai giovani? Ne parliamo con Ivan Cotroneo e con alcuni esperti che hanno visto il film. Intanto, ricordiamo i protagonisti: il primo è Lorenzo, “lo stupido”, introverso, ferito da un terribile lutto familiare. Poi c’è Blu, segnata a dito come “la troia” da quando ha avuto rapporti sessuali con 4 ragazzi in una stessa notte.
Fama che lei non vuole neanche smentire (fino a un certo punto della storia), anzi la inorgoglisce. Infine Lorenzo, “il frocio”, l’unico sorridente e ottimista, che nei momenti di difficoltà (vedi lo smalto alle unghie) si rifugia in una realtà parallela. I tre, uniti dal sentirsi diversi, credono che la loro amicizia possa difenderli dal mondo.
«Il film è un invito a non avere paura, a non dipendere da quello che gli altri pensano di noi, a non farci dire cosa è giusto e cosa è sbagliato per paura di restare soli, ed essere infelici», racconta Cotroneo. «Oggi il giudizio scatta immediato e si diffonde con la velocità dei social network, incasellando le persone in una categoria. E invece, come dice a un certo punto Lorenzo, un ragazzo ha bisogno di tempo per fare le sue scelte. Basti pensare a Blu, che non si ribella alla fama di ragazza facile, fino a quando scoprirà che la realtà è diversa da quella che crede e sarà uno choc terribile».
Il tema dell’identità è un fondamento dell’adolescenza, da sempre. «Innamoramento e amicizia si intrecciano, attrazione e bisogno d’affetto si confondono. Il bisogno di essere apprezzati è prioritario, perché l’identità si costruisce sullo sguardo degli altri», spiega lo psicoterapeuta Roberto Todella. «Se a 15-16 anni vieni emarginato, non esisti. E il bullismo è tanto più devastante quanto il dileggiamento è globale. L’identità si costruisce passo dopo passo, questo significa crescere». Purtroppo, spesso il tempo non c’è: «Siamo in una società sessista e omofoba. Nelle scuole, gli insulti “frocio” e “troia” sono un marchio immediato. Basta una serata brava, o un look vistoso per essere giudicati come Blu e Lorenzo», accusa Cotroneo. «Magari, rispetto a una volta, l’accettazione sociale di un “diverso” è più diffusa. Però, quando non c’è, il rifiuto raggiunge punte di integralismo e violenza mai viste. Vogliamo parlare dei cartelli al Family Day, con coppie gay e la scritta “sbagliato”? La sessualità non si sviluppa secondo un modello unico, è complessa e sfaccettata, soprattutto nell’adolescenza». In questo marasma di sentimenti, la famiglia può non farcela.
Uno dei pregi del film è sfatare il mito che a un ragazzo problematico corrisponda un genitore disattento. «Non è così», sostiene Cotroneo. «Le tre coppie di adulti hanno tanto amore da dare, ma sono fragili. La mamma di Blu commette molti errori, ma quando la figlia avrà bisogno d’aiuto, ci sarà. I ragazzi queste cose le sanno. Quando ho chiesto ai giovani con chi avrebbero voluto vedere Un bacio, hanno messo al primo posto gli amici, ma già al secondo i genitori».
«Purtroppo spesso da sole le famiglie non riescono a proteggere i figli. L’amore non basta», dice Mara Romandini, avvocato di Taranto e organizzatrice dell’AdolescenDay, il 18 maggio. «Un ruolo fondamentale spetta alla scuola: lì si dovrebbero affrontare i temi fondamentali per la crescita, cosa che non accade. Molti insegnanti si limitano a istruire, quando dovrebbero formare. Lo vediamo nei nostri incontri, i ragazzi hanno bisogno di confrontarsi con gli adulti». Quando le scuole si attivano, i risultati si vedono. Gli studenti del liceo Carducci di Pisa stanno seguendo un progetto contro le barriere culturali. Dopo l’anteprima di Un bacio, hanno voluto leggere il racconto di Cotroneo da cui è tratto il film, per parlarne poi insieme. «È nato un desiderio di lettura inaspettato», dice l’insegnante Cinzia Sala. «Ma sono rimasti molti dubbi e hanno deciso di tornare al cinema con gli amici. Poi prepareranno una serie di domande per il regista e gli attori, che noi docenti invieremo via mail. I ragazzi hanno vissuto il film in chiave positiva, come un invito alla consapevolezza. E questo credo sia il messaggio più importante». (Cristina Lacava)