«The Help»: 5ª Serata cinematografica con «cocktail» [141]
Nov
30
Ora: 19-21.30
Luogo: Salone «S. Elisabetta d'Ungheria» presso la chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido

Serata cinematografica, con la proiezione del film «The Help», la cineconversazione «Diritto alla differenza: interculturalità e immigrazione» e il «cocktail», la 5ª Serata ideata all’interno della 7ª edizione del CineCircolo con il motto: «Negli spazi abitati dai giovani, per immagini», l’edizione ispirata all’Instrumentum laboris della 15ª assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema: I giovani, la fede e il discernimento vocazionale, al Messaggio di Papa Francesco per la 33ª GMG 2018 dal titolo: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio» (Lc 1,30) e all’inno-lode Cantico delle creature di frate Francesco, promossa dal Circolo Culturale San Francesco ed aperta, a titolo gratuito, a tutti: soci, sostenitori, amici, vicini e lontani − la 141ª Serata di seguito, tra quelle cinematografiche e quelle conviviali, con decorrenza dal 10 gennaio 2014.
❺ «The Help»
Regia: Tate Taylor. Genere: Drammatico. Paese: USA/India/Emirati Arabi. Anno: 2012. Durata: 137′
Trama: Mississippi, primi anni ’60. Skeeter si è appena laureata e il primo impiego che ottiene è presso un giornale locale per rispondere alla posta delle casalinghe. Circondata da un razzismo tanto ipocrita quanto esibito e consapevole del fatto che l’educazione dei piccoli, come è stata la sua, è nelle mani delle domestiche di colore, decide di raccontare la vita dei bianchi osservata dal punto di vista delle collaboratrici familiari nere…
♦ Cineconversazione
Diritto alla differenza: interculturalità e immigrazione
♦ Programma della Serata
- Videoclip «Io non sono razzista ma…» di Willie Peyote (3:56’)
- Note sul film e presentazione del tema della cineconversazione
- Proiezione
- Cineconversazione «Diritto alla differenza: interculturalità e immigrazione» + Video «Doll Test» (2:44’)
- Comunicazioni relative al Circolo ed annuncio del prossimo evento
- Recita della Preghiera della 34ª GMG (Panama, 22-27 gennaio 2019)
- Foto di gruppo e «cocktail» [In sottofondo il videoclip «Non è un film» di Fiorella Mannoia e Frankie Hi Nrg (3:53’)]
♦ Recensioni
♠ Anni ’60, Stato del Mississippi, profondo sud degli Stati Uniti. Terra di soprusi e razzismo legale da secoli nei confronti dei “negri” (ci vorrà tempo per passare a neri e poi all’attualmente in uso afroamericani). Il contesto è tanto, il “messaggio” etico è quasi tutto in The Help. Come non essere d’accordo con un film che racconta di esseri umani spesso trattati ancora come schiavi, pur pagati (poco)? Come non identificarsi in queste donne, matrone e materne, che finirono per crescere con amore e capacità pedagogiche generazioni di bambini bianchi dovendo invece far crescere i propri a qualcun altro? Un pregio e insieme un limite di questo film, che però ha un valore aggiunto: le sue donne, le sue attrici. Se c’è una cosa che non cambia nella società afroamericana, è proprio il ruolo di queste mamme. Donne dal coraggio straordinario che di frequente devono crescere i figli da sole, facendo magari più lavori, con mariti spesso latitanti, quando non impegnati con droga, alcol o criminalità.
Gli anni ’60 furono gli anni della lotta per i diritti civili e se spesso la storia ha ricordato grandi uomini che ne divennero portavoci nella politica e poi nella storia, come Martin Luther King, furono spesso le donne, nella quotidianità, con piccoli enormi gesti di rottura, a dare il là ai cambiamenti maggiori. Basti pensare a Rosa Parks che si rifiutò nel 1955 di cedere il posto su un autobus ad un bianco dando il via al boicottaggio degli autobus e accendendo la miccia del movimento dei diritti civili che poi negli anni ’60 finì per cambiare l’America. Molto merito fu di quella famiglia Kennedy che qui fa capolino più volte nei televisori e dalle radio, con indignazione delle famiglie iperconservatrici di Jackson, Mississippi.
Tratto dal romanzo di esordio di Kathryn Stockett, vero best-seller negli Stati Uniti, The Help è un racconto tutto al femminile di donne che trovano un linguaggio comune al di là delle barriere sociali e razziali. Vuole parlare delle storie delle domestiche nere, raccontando un punto di vista diversa sulla storia famigliare di quegli anni. Nel farlo talvolta finisce col mostrare le ricche donne bianche come macchiette a loro volta stereotipate, isteriche e annoiate (Jessica Chastain e soprattutto Bryce Dallas Howard sono forse penalizzate proprio per questo), ma nel complesso riesce ad emozionare e coinvolgere, regalando ritratti umani e forti di donne coraggiose. Non solo le brave e premiate Octavia Spencer e Viola Davis, ma anche la sempre più brava Emma Stone, neolaureata bianca di famiglia borghese che vuole fare la giornalista e che decide di raccogliere le storie di queste donne. In questo modo diventa complice coraggiosa di un gesto simbolico, ma potente, quello di guardarsi negli occhi e cercare di conoscersi. (Mauro Donzelli)
♠♠ Jackson, Mississippi. Inizio degli anni ‘60. Skeeter si è appena laureata e il primo impiego che ottiene è presso un giornale locale in cui deve rispondere alla posta delle casalinghe. Le viene però un’idea migliore. Circondata com’è da un razzismo tanto ipocrita quanto esibito e consapevole del fatto che l’educazione dei piccoli, come lo è stata la sua, è nelle mani delle domestiche di colore, decide di raccontare la vita dei bianchi osservata dal punto di vista delle collaboratrici familiari ‘negre’ (come allora venivano dispregiativamente chiamate). Inizialmente trova delle ovvie resistenze, ma, in concomitanza con la campagna che una delle ‘ladies’ lancia affinché nelle abitazioni dei bianchi ci sia un gabinetto riservato alle cameriere, qualche bocca inizia ad aprirsi. La prima a parlare è Aibileen, seguita poi da Minny. Il libro di Skeeter comincia a prendere forma e, al contempo, a non essere più ‘suo’, ma delle donne che le confidano le umiliazioni patite.
Va detto innanzitutto che è stato meritato il riconoscimento andato ai Golden Globe a Octavia Spencer per il ruolo di Minny e che il film ne meriterebbe molti altri, soprattutto sul piano delle interpretazioni. Film corale al femminile (gli uomini hanno ruoli del tutto secondari) ispirato al romanzo omonimo di Kathryn Stockett (grande successo negli Stati Uniti) The Help ha il pregio di costituire un’efficace ossimoro. È tanto attuale quanto old style. Perché vedendolo la memoria va a film come La lunga strada verso casa, 1990, che vedeva Sissy Spacek (presente anche qui) al fianco di Whoopi Goldberg. La ricostruzione filologicamente correttissima di abiti, ambienti e comportamenti potrebbe rischiare di mangiargli l’anima traducendolo nell’ennesima rivisitazione dei tempi in cui Martin Luther King aveva un sogno e John Fitzgerald Kennedy se lo vedeva stroncare a Dallas. Ma proprio in quella che potrebbe essere la sua apparente debolezza sta la forza di un film che riproponendoci un passato apparentemente così lontano ci fa ‘sentire’ (potremmo dire quasi ‘fisicamente’) che la sottile, insidiosa linea rossa (per dirla alla Malick, visto che qui la Chastain offre un’ulteriore prova del suo eccellente trasformismo recitativo) che separa l’integrazione razziale dal rifiuto non ha interrotto il suo percorso. Mentre osserviamo le vicende dell'”ieri”, ci viene da chiederci se quei problemi siano stati risolti una volta per tutte e non solo negli States. La risposta è purtroppo negativa.
Una sensazione di rabbia impotente promana dallo schermo quando si assiste a soprusi mascherati dal bon ton così come all’emarginazione di chi, dalla parte di chi ha la pelle meno scura, osa ‘disturbare’ un quieto vivere che per conservarsi tale ‘deve’ ignorare i diritti di persone dal cui lavoro dipende il proprio benessere. È un film privo di raffinatezze linguistiche, quello di Taylor, e quindi forse per questo destinato a piacere poco alla critica ‘impegnata’ (anche se ovviamente speriamo di essere smentiti). Tra i vari pregi ha però anche quello di ricordarci che la parola (detta e scritta) ha sempre avuto un valore di riscatto. Prima di rischiare di disperdersi nei talk show. (Giancarlo Zappoli)
♦ Curiosità
Il soggetto del film è tratto dal romanzo L’aiuto (2009) di Kathryn Stockett, amica d’infanzia del regista e sceneggiatore Tate Taylor. Tra i produttori del film anche Chris Columbus, regista di film come Mamma, ho perso l’aereo (1990), Mrs. Doubtfire – Mammo per sempre (1993), L’uomo bicentenario (1999) e i primi due capitoli di Harry Potter (2001 e 2002). Candidato a 4 Premi Oscar 2012 (miglior film, migliore attrice protagonista Viola Davis, migliori attrici non protagoniste Jessica Chastain e Octavia Spencer). Vincitore Premio Oscar 2012, Golden Globe e Bafta per la miglior attrice non protagonista a Octavia Spencer.