«Una scomoda verità»: 9ª Serata cinematografica con dibattito (89)
Mag
12
Ora: 19
Luogo: Salone «S. Elisabetta d'Ungheria» presso la chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido

La 9ª Serata cinematografica, con la proiezione del film «Una scomoda verità» di Davis Guggenheim e la cineconversazione su «Per quanto ancora la Terra sarà un posto meraviglioso? Come possiamo scongiurare un cataclisma di proporzioni epiche?», la Serata ideata all’interno della 4ª edizione del CineCircolo, il cui leitmotiv è: «’Sorella’ Terra per immagini» e ispirata all’enciclica «Laudato si’» di Papa Francesco e alla preghiera-inno «Cantico delle creature» di frate Francesco, promossa dal Circolo Culturale San Francesco ed aperta a tutti − l’89ª Serata di seguito, tra quelle cinematografiche e quelle conviviali, a partire dal 10 gennaio 2014.
❾ «Una scomoda verità»
Regia: Davis Guggenheim. Genere: Documentario. Anno: 2006. Paese: USA. Durata: 100′.
Trama: Il film offre uno sguardo appassionato e d’ispirazione alla fervente crociata di un uomo che cerca di fermare l’implacabile avanzata del riscaldamento globale smascherando i miti e i fraintendimenti che lo circondano. Quest’uomo è il vicepresidente Al Gore, che alla vigilia della sconfitta alle elezioni del 2000, ha cambiato il corso della sua vita per mettersi in trincea, con uno sforzo incondizionato per aiutare a salvare il pianeta da cambiamenti irrevocabili. Oscar 2007 al miglior documentario e per la miglior canzone originale.
Cineconversazione
Per quanto ancora la Terra sarà un posto meraviglioso? Come possiamo scongiurare la sua distruzione?
Programma della Serata
- Ascolto dei brani dell’enciclica Laudato si’ relativi alla distruzione degli ecosistemi senza precedenti (nn. 24 e 204) [Musica di sottofondo tratta dal CD «Fratello Francesco». Spettacolo musicale. Musiche: Daniela Ricci. Testi: Daniela Cologgi. Solisti: Roberto Belli e Raffaella D’Ubaldi. Coro: Cristina, Raffaella. Roberto e Stefano) [Track 14]
- Note preliminari relative al regista Davis Guggenheim, la trama del suo film e il tema della cineconversazione («Per quanto ancora la Terra mondo sarà un posto meraviglioso? Come possiamo scongiurare la sua distruzione?»)
- Proiezione del film «Una scomoda verità»
- Impressioni, osservazioni e condivisioni sul tema della cineconversazione
- Comunicazioni relative al Circolo ed annuncio del prossimo evento
- Recita della «Preghiera per la nostra terra» (Laudato si’, n. 246)
- Foto di gruppo e «cocktail»
Recensioni
♦ Un’opera che va vista perché riguarda tutti
La condizione del Pianeta e i rischi che corre a causa dei gas serra è la scomoda verità che Al Gore si è impegnato a diffondere di persona attraverso un tour che si è esteso ai quattro angoli della terra avviato dopo aver perso (momentaneamente) la corsa alla Casa Bianca. Conscio di andare incontro allo scetticismo delle persone ma forte delle sue ricerche nel campo e di vent’anni di esperienza (già nel 1992 aveva pubblicato il libro Earth in the Balance: Ecology and the Human Spirit sul quale si basa la sua attuale “predicazione”), Gore espone una serie di dati scientifici inattaccabili, tabulati, previsioni sul nostro prossimo futuro e risposte alla domanda su come affrontare il riscaldamento globale del Pianeta.
Il ritratto è sconfortante e per questo “scomodo”; scomodo per i governi, che al momento fanno finta di non sentire/vedere/sapere e scomodo per le persone che pensano non ci siano limiti allo sviluppo. In questo clima di scetticismo calcolato, Al Gore appare come un moderno Noè senza arca. Una scomoda verità non è un film da vedere sgranocchiando pop corn, sconfina addirittura dal documentario; è un cine-notiziario realistico quanto agghiacciante. Girato da Davis Guggenheim (regista di alcuni episodi delle serie tv NYPD Blue e E.R. e del lungometraggio Gossip) e ispirato presumibilmente ai film di Michael Moore, Una scomoda verità è una di quelle opere che vanno viste perché riguarda tutti, nessuno escluso. Se proprio dovessimo trovare delle falle, potremmo al limite criticare la scelta di inserire argomenti privati che dipingono l'”ex futuro presidente degli Stati Uniti” come un uomo senza pecche, dedito alla famiglia e alle sorti della terra. Al di là di questo, va apprezzato lo sforzo e la passione nel cercare a tutti i costi di portare l’attenzione pubblica sul dramma che ci attende se non interveniamo immediatamente. Siete pronti a conoscere la verità? (Tirza Bonifazi)
♦ Una scomoda verità
Il Pianeta sta andando verso la distruzione, e i responsabili siamo noi. I dati e i segnali parlano chiaro. Grosso modo dalla seconda metà del secolo scorso la popolazione mondiale è quasi triplicata, e la conseguente massiccia emissione di anidride carbonica (dovuta soprattutto all’utilizzo degli idrocarburi) ha inspessito l’atmosfera, che in tal modo trattiene maggiormente i raggi infrarossi solari e si surriscalda. E’ “l’effetto serra“, con tutti i disastri che ne conseguono, in un concatenamento accelerato. A evidenziare questo fenomeno sono due aree cosiddette “sentinella”: i due poli (se la temperatura all’equatore cresce di 1 grado, qui di 12), le cui calotte di ghiaccio hanno la fondamentale funzione di specchio per il 90% delle radiazioni provenienti dal sole, ma negli ultimi 40 anni hanno perso il 40% dello spessore. Insieme all’Europa, i principali colpevoli sono gli Stati Uniti. Il problema è che l’American Petroleum Institute ha avuto dall’amministrazione l’incarico di occuparsi delle politiche ambientali. Non potendo però lavorare contro sé stessi, sono proprio i colossi dell’oro nero e dell’automobile a sostenere “il dubbio come prodotto da vendere” all’opinione pubblica per screditare risultati scientifici allarmanti.
L’ex candidato alla presidenza USA Al Gore, sconfitto alle dubbie elezioni del 2000, a seguito di dolorose vicende private decise di impegnarsi nella salvaguardia dell’ambiente. Cominciò così a girare il mondo per tenere conferenze, delle quali il film di Davis Guggenheim (regista di serie TV come E.R.) costituisce un’elaborazione. Utilizzare un testimonial onnipresente, nell’era della personalizzazione della politica che associa un’idea o un valore a un volto noto, rischia di essere controproducente rispetto alla partecipazione diretta, e oscura anche un lavoro di squadra, ma, supportato da grafici, animazione, immagini di repertorio, il documentario si chiude esortando agli accorgimenti che ognuno può seguire nel proprio quotidiano per contribuire a salvarci. (Federico Raponi)
♦ Una scomoda verità
L’umanità è seduta su una bomba a orologeria. Se la maggior parte degli scienziati del mondo ha ragione, ci restano dieci anni per evitare una catastrofe che potrebbe innescare una spirale distruttiva nell’intero sistema climatico del Pianeta, con condizioni meteorologiche estreme, alluvioni, siccità, epidemie e ondate di caldo letali mai registrate prima: e saremo noi la causa della catastrofe…
Il dibattito è finito da tempo e la verità anche se scomoda va detta: l’effetto serra sta avendo effetti devastanti e in un futuro molto vicino se non agiremo subito saremo testimoni di un cataclisma di proporzioni epiche. Il genere umano rischia l’estinzione … Questa verità è scomoda, ma porta con sé l’imperativo morale al cambiamento. Un cambiamento che deve partire dal singolo individuo. Solo gonfiare al punto giusto le gomme dell’auto può ridurre le emissioni, così come utilizzare lampadine a basso consumo, utilizzare l’auto solo quando necessario, piantare un albero, acquistare veicoli ibridi, utilizzare l’aria condizionata solo quando necessario, spegnere sempre gli apparecchi elettronici e altri mille piccoli accorgimenti (Al Gore).
È stato vicepresidente degli Stati Uniti con Bill Clinton, lui stesso ha sfiorato la presidenza, ma Al Gore oggi è ora ricordato in tutto il mondo principalmente per il suo impegno ambientalista, impegno che gli è valso il più alto riconoscimento possibile: il Premio Nobel per la Pace, conferitogli il 12 ottobre 2007, con questa motivazione: «… per gli sforzi per costruire e diffondere una conoscenza maggiore sui cambiamenti climatici provocati dall’uomo e per porre le basi per le misure necessarie a contrastare tali cambiamenti». Con lui è stato premiato anche il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici dell’ONU. La data scelta per la proclamazione del Nobel non è stata per nulla casuale: corrisponde infatti al Columbus Day, cioè all’anniversario dell’approdo di Cristoforo Colombo sul suolo americano.
Il documentario Una scomoda verità (An Inconvenient Truth) che lo vede incontrastato protagonista, è stato da Gore fortemente voluto e la diffusione del messaggio contenuto nel film è diventata per lui una vera e propria missione. È indispensabile agire, sottolinea, e farlo in fretta, per salvare il mondo dall’autodistruzione. La sua attenzione ai problemi del pianeta non è certo recente, e quindi l’accusa di un uso “strumentale” di questo tema coinvolgente è del tutto impropria. Nel 1992, infatti, aveva pubblicato Earth in the Balance: Ecology and the Human Spirit che affronta proprio questa problematica, libro su cui si fondano in realtà sia il documentario che le lezioni che Gore ha tenuto praticamente in tutto il mondo.
Il riscaldamento termico dell’atmosfera (global warming) causato dall’accumulo di biossido di carbonio (CO2) dovuto all’uso dei combustibili fossili sarà causa, sottolinea Gore e l’équipe di esperti, di indescrivibili catastrofi. Le argomentazioni sono accompagnate da immagini davvero spettacolari (oltre che terrificanti), ora disponibili sul sito “An inconvenient Truth”. Ecco alcune sciagure, già provocate, e l’indicazione di altre che, nel caso l’uomo non si decida a cambiare direzione, si verificheranno:
– L’accumulo di CO2 sarebbe responsabile del raddoppio degli uragani di classe “4” e “5”, quelli catastrofici e devastanti, nell’ultimo trentennio, di cui Katrina che distrusse New Orleans il 26 agosto 2005, è solo un esempio del “fuoriscala” imminente anche in Europa e in Italia.
– In Colombia, la zanzara responsabile della malaria avrebbe raggiunto nelle Ande quote superiori ai 2000 metri, divenendo stanziale in aree prima indenni.
– Il distacco dei ghiacci dalle coste groenlandesi sarebbe raddoppiato in dieci anni. La ritirata dei ghiacciai è mostrata attraverso una serie di foto scattate in anni diversi.
– 279 specie vegetali e animali sarebbero scomparse dalle aree polari.
– In 25 anni potrebbero raddoppiare i morti per la calura (300 mila l’anno), le ondate di caldo torrido potrebbero essere sempre più frequenti e intense e accompagnate da siccità e incendi vastissimi.
– Il livello del mare potrebbe salire mediamente di oltre sei metri per lo scioglimento dei ghiacci del Nord e dell’Antarico, inghiottendosi, per esempio, tre quarti della Florida, la pianura del fiume Gange e la regione di Shanghai. L’innalzamento delle acque oceaniche di circa 6 metri costringerebbe così oltre 100 milioni di persone ad abbandonare la propria terra.
– Nel 2050, in estate, l’Oceano Artico potrebbe essere sgombro di ghiacci. Un milione di specie sarebbero a rischio estinzione, senza contare la fine della Corrente del Golfo che, attraverso l’Atlantico, lambisce le coste irlandesi. Per la Gran Bretagna e l’Europa settentrionale, si ripiomberebbe nell’era glaciale!
– Uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Berna dell’Istituto di Fisica e il European Project for Ice Coring in Antarctica mostrano i dati raccolti nei ghiacci dell’Antartide che rivelano come le concentrazioni di anidride carbonica siano di gran lunga superiori a qualsiasi altro periodo negli ultimi 650 000 anni.
– Un sondaggio del 2004 su una serie di articoli di riviste scientifiche redatti tra il 1993 e il 2003. Il sondaggio sostiene che la quasi totalità degli articoli è d’accordo sulle origini umane del riscaldamento globale.
La serie di dati scientifici esposti da Gore sono inoppugnabili e sono presentati attraverso grafici, tabulati e previsioni sul nostro futuro e attraverso immagini che già indicano la deriva della situazione della Terra. E Gore lo fa illustrando a studenti e gruppi di cittadini documenti, grafici, disegni e impressionanti simulazioni futuristiche che mostrano la sparizione della calotta glaciale dell’Antartico.
Questa è la scomoda verità che il documentario, attraverso le parole di Al Gore, ci presenta. Scomoda a molti, ai governi, e a quello americano prima di tutto; scomoda a tutti coloro che non si rendono conto che lo sviluppo, così com’è stato concepito fino ad ora, non può essere infinito. Gore, che ha partecipato ai negoziati per il protocollo di Kyoto, sembra essere uno dei pochi americani ad aver capito con chiarezza la drammaticità della situazione. Ma siamo ancora in tempo, e come è possibile affrontare il riscaldamento globale del Pianeta? Per prima cosa non bisogna assolutamente perdere tempo. In secondo luogo è indispensabile lo sviluppo di energie alternative: eolicche, solari, termonucleari, e l’abbandono dei combustibili fossili tradizionali. Al Gore sostiene che lo sviluppo economico debba sempre essere collegato al benessere della popolazione, mostrando ad esempio il cattivo andamento di General Motors rispetto a Toyota in relazione al diverso atteggiamento dei corrispondenti Paesi verso il protocollo di Kyoto.
Il documentario si conclude con Gore che osserva come gli effetti del riscaldamento globale possano essere scongiurati attraverso una cooperazione a livello globale e una serie di comportamenti e di abitudini quotidiane dei singoli individui per ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. Consapevoli del peso dell’informazione (e critico nei confronti dei mass media spesso pilotati da lobby, in particolare da quella del petrolio, e dalle scelte politiche), Al Gore e la moglie hanno devoluto il 100% di tutti i profitti del film e del libro a una campagna di sensibilizzazione sul riscaldamento globale e sui problemi ambientali. E anche la Paramount Pictures si è impegnata a devolvere il 5% degli incassi dei propri cinema al gruppo indipendente Alliance for Climate Protection, per la sensibilizzazione attorno alle problematiche ambientali e al riscaldamento globale.
Regista di Una scomoda verità è Davis Guggenheim (regista di alcuni episodi delle serie tv NYPD Blue e E.R. e del lungometraggio Gossip) e lo stile è chiaramente ispirato ai documentari di denuncia di Michael Moore. Guggenheim non sembra interessarsi particolarmente alle qualità filmiche del documentario perché ha scelto semplicemente di riprendere Gore (che dimostra senso dello humour e una calda umanità) e le immagini che ne illustrano le parole, ma basa invece tutta la sua attenzione sulla personalità del protagonista e sul soggetto che egli affronta.
Grande l’accoglienza che il documentario ha avuto in tutto il mondo, tanto che il Dipartimento dell’Istruzione Britannica ha deciso che ogni scuola del Regno Unito riceverà una copia del film e in Spagna, dopo un incontro con Gore, il primo ministro José Luis Rodríguez Zapatero ha affermato che il governo renderà disponibile il documentario nelle scuole. Il sostegno spagnolo alla campagna di Gore è anche dimostrato dal premio Principe delle Asturias per la cooperazione internazionale che gli è stato assegnato nel 2007. (Grazia Casagrande)