«Il degrado ambientale e la “riconnessione” tra l’uomo e il creato»: 5ª Serata conviviale (82)

Mar

17

Ora: 18.45
Luogo: Salone «S. Elisabetta d'Ungheria» presso la chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido

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❺ Ve 17 mar 2017

«Laudato si’: il degrado ambientale e la “riconnessione” tra l’uomo e il creato»: 5ª Serata conviviale con aperitivo, ideata nell’ambito della 4ª edizione del WikiCircolo, il cui tema conduttore è: «L’uomo e sua ‘sorella’ Terra», l’edizione ispirata all’enciclica «Laudato si’» di Papa Francesco e alla preghiera-inno «Cantico delle creature» di frate Francesco, promossa dal Circolo Culturale San Francesco ed aperta a tutti, vicini e lontani − l’82ª Serata di seguito, tra quelle cinematografiche e quelle conviviali, a partire dal 10 gennaio 2014.

«Ognuno si penta del proprio modo di maltrattare il pianeta», perché «un crimine contro la natura è un crimine contro noi stessi e un peccato contro Dio» (Laudato si’, n. 8)

Programma della Serata

  1. Video basato sull’introduzione all’enciclica «Laudato si’ sulla cura della casa comune» (1,25′)
  2. Ascolto dei brani dell’enciclica («Laudato si’», nn. 218-221), lette dall’attore Toni Servillo [Audio-libro realizzato nel 2016 dall’editore Luca Sossella ed accompagnato da una guida alla lettura e all’ascolto del testo, scritta da Antonio Spadaro SJ, direttore di Civiltà Cattolica]
  3. Alla scoperta della «Laudato si’»: interviene Anzulewicz OFMConv (10′)
  4. Il degrado ambientale e le iniziative volte alla «riconciliazione con il creato» nel Comune di Catanzaro: intervengono Gino Schipani, esperto pescatore di Lido, e l’avv. Peppino Frontera, tutore/curatore delle Serate conviviali a tema (10 + 10′)
  5. Domande, osservazioni, condivisioni
  6. Comunicazioni relative al Circolo
  7. Recita della «Preghiera cristiana per il creato» (n. 246) e il video «Cantico delle creature» nella melodia inedita di Alessandro Giacomo Brustenghi OFM (8:09′)
  8. Foto di gruppo e “aperitivo

Laudato si’

  1. Ricordiamo il modello di s. Francesco d’Assisi, per proporre una sana relazione col creato come una dimensione della conversione integrale della persona. Questo esige anche di riconoscere i propri errori, peccati, vizi o negligenze, e pentirsi di cuore, cambiare dal di dentro. I Vescovi dell’Australia hanno saputo esprimere la conversione in termini di riconciliazione con il creato: «Per realizzare questa riconciliazione dobbiamo esaminare le nostre vite e riconoscere in che modo offendiamo la creazione di Dio con le nostre azioni e con la nostra incapacità di agire. Dobbiamo fare l’esperienza di una conversione, di una trasformazione del cuore».
  2. Tuttavia, non basta che ognuno sia migliore per risolvere una situazione tanto complessa come quella che affronta il mondo attuale. I singoli individui possono perdere la capacità e la libertà di vincere la logica della ragione strumentale e finiscono per soccombere a un consumismo senza etica e senza senso sociale e ambientale. Ai problemi sociali si risponde con reti comunitarie, non con la mera somma di beni individuali: «Le esigenze di quest’opera saranno così immense che le possibilità delle iniziative individuali e la cooperazione dei singoli, individualisticamente formati, non saranno in grado di rispondervi. Sarà necessaria una unione di forze e una unità di contribuzioni».La conversione ecologica che si richiede per creare un dinamismo di cambiamento duraturo è anche una conversione comunitaria.
  3. Tale conversione comporta vari atteggiamenti che si coniugano per attivare una cura generosa e piena di tenerezza. In primo luogo implica gratitudine e gratuità, vale a dire un riconoscimento del mondo come dono ricevuto dall’amore del Padre, che provoca come conseguenza disposizioni gratuite di rinuncia e gesti generosi anche se nessuno li vede o li riconosce: «Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra […] e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà» (Mt 6,3-4). Implica pure l’amorevole consapevolezza di non essere separati dalle altre creature, ma di formare con gli altri esseri dell’universo una stupenda comunione universale. Per il credente, il mondo non si contempla dal di fuori ma dal di dentro, riconoscendo i legami con i quali il Padre ci ha unito a tutti gli esseri. Inoltre, facendo crescere le capacità peculiari che Dio ha dato a ciascun credente, la conversione ecologica lo conduce a sviluppare la sua creatività e il suo entusiasmo, al fine di risolvere i drammi del mondo, offrendosi a Dio «come sacrificio vivente, santo e gradito» (Rm 12,1). Non interpreta la propria superiorità come motivo di gloria personale o di dominio irresponsabile, ma come una diversa capacità che a sua volta gli impone una grave responsabilità che deriva dalla sua fede.
  4. Diverse convinzioni della nostra fede, sviluppate all’inizio di questa Enciclica, aiutano ad arricchire il senso di tale conversione, come la consapevolezza che ogni creatura riflette qualcosa di Dio e ha un messaggio da trasmetterci, o la certezza che Cristo ha assunto in sé questo mondo materiale e ora, risorto, dimora nell’intimo di ogni essere, circondandolo con il suo affetto e penetrandolo con la sua luce. Come pure il riconoscere che Dio ha creato il mondo inscrivendo in esso un ordine e un dinamismo che l’essere umano non ha il diritto di ignorare. Quando leggiamo nel Vangelo che Gesù parla degli uccelli e dice che «nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio» (Lc 12,6), saremo capaci di maltrattarli e far loro del male? Invito tutti i cristiani a esplicitare questa dimensione della propria conversione, permettendo che la forza e la luce della grazia ricevuta si estendano anche alla relazione con le altre creature e con il mondo che li circonda, e susciti quella sublime fratellanza con tutto il creato che s. Francesco d’Assisi visse in maniera così luminosa.