Catanzaro: città da amare

IncontroCatanzaro Lido. – Venerdì 19 febbraio, dalle ore 18.45 alle 21, nel Salone «S. Elisabetta di Ungheria» presso la chiesa «Sacro Cuore», si è svolta la 3ª Serata conviviale del WikiCircolo dal tema: «Curiosità su Catanzaro: un modo per scoprire ed amare la propria città». Il relatore-“cicerone” è stato l’avv. Pepino Frontera, che presentando una lista originale di “attrazioni”, ci ha condotti in un «tour» virtuale tra fatti strani e curiosi della città e dintorni. Uscendo dalle piste classiche, quelle turistiche e perlopiù commerciali, abbiamo avuto una stimolante occasione di «riaccendere in noi – come ha sottolineato Piotr Anzulewicz OFMConv, dando il là alla Serata – l’interesse e il coinvolgimento di cittadino attivo e turista creativo per costruire insieme un futuro di armonia, in una città più giusta e più solidale, nella diversità, nella convivenza pacifica delle diverse componenti, nella scia di quello che ci chiede Papa Francesco. Il suo progetto per la città è quello di trasformare l’insieme dei cittadini in un popolo che ha al centro i poveri: un insieme organico di “cittadini responsabili, non una massa amorfa”».

SassofonistaLa fatica di esserci all’appuntamento valeva la candela. Il Relatore ha parlato, tra l’altro, della miniera di barite che è stata dismessa negli anni ottanta del secolo scorso. Ha svelato come lo stemma della città, quello originario, ormai in disuso, rappresentava la seta, prodotto per cui la città era nota nei secoli scorsi. Non sono mancati vari aneddoti tradizionali catanzaresi, come quelli della Via Lattea. Ha menzionato il caso delle «monache di casa». Ha spiegato il significato del detto: «Finhi’ u tempu de’ i canonici e lignu». Ci ha raccontato come i marmi verdi di Gimigliano siano stati scelti per adornare la piazza centrale di San Pietroburgo. Ha parlato della «fhadda d’a Madonna», facendoci rivivere il “sogno”di Mico Scaramuzzino, il quale aveva dedicato la sua vita a «occhi niguri» della Madonna del Rosario.

Tanti appunti su Catanzaro, ricca di richiami storici e culturali, eventi e usanze, hanno regalato ai presenti un sorriso e destato curiosità. Un modo singolare per amare la città con una storia da fare invidia a molte altre località in Europa.

Tra i partecipanti alla Serata c’era sr. Apollonia Kasay di Cropani Marina, dove ha fondato la Casa di Nazareth, e con lei una simpatica ragazza francese della Normandia, Gerardine. In un’atmosfera gioiosa ci siamo immersi nei sapori del consueto’“aperitivo”, arricchito, oltre la pizza, da varie delizie della tradizione gastronomica calabrese, portate dalle signore partecipanti alla Serata.

Il prossimo appuntamento sarà venerdì 26 febbraio, al CineCircolo, «sui sentieri della misericordia», con la proiezione del documentario «La nave dolce» e il cinedibattito sul dramma degli immigrati alla conquista di un “Eden” italiano. Non lasciamocelo sfuggire.

Teresa Cona




Noi, cittadini di società “plurali”

Un film parlatoCatanzaro Lido – Venerdì 12 febbraio siamo al secondo appuntamento della seconda edizione del CineCircolo, nel Salone «S. Elisabetta d’Ungheria», all’ombra della chiesa «Sacro Cuore». Un luogo ideale per mettersi «sui sentieri della misericordia» nel tempo di Quaresima. È la volta della proiezione di «Un film parlato» del regista portoghese Manoel De Oliveira con il cinedibattito sulla «diversità culturale, laicità ed educazione al rispetto dell’alterità e al dialogo interculturale». Il maltempo: freddo e pioggia, ha scoraggiato i più a recarsi all’appuntamento. Un vero peccato, vista la grande attualità dell’argomento innescato dalla pellicola e la felice coincidenza con due eventi significativi:

  1. Fratello Sole, sorella Lunail giorno del 93° compleanno di Franco Zeffirelli, regista, sceneggiatore e politico – nel cinema restano famose le sue trasposizioni letterarie: dalla romantica vicenda di Romeo e Giulietta del 1968, a una sentita biografia del Poverello d’Assisi, visto come precursore dei “figli dei fiori”, ossia il suo Fratello sole, sorella luna, con musiche di Ritz Ortolani e Claudio Baglioni del 1972, fino al memorabile Gesù di Nazareth del 1977 entrato nella storia per il ritratto particolarmente umano del Cristo, la cui eterea spiritualità pervade l’intera opera, e all’Amleto nell’interpretazione di Mel Gibson del 1990;
  2. il convegno sul tema: «Tra paura e speranza costruiamo un futuro globale», in corso dalle ore 19 alle 22 presso l’Università degli Studi Internazionali di Roma, promosso dall’associazione Zetein – una serata di dibattiti, testimonianze e confronti, aperta a tutta la città, e in particolare alle famiglie e agli studenti, per sconfiggere diffidenze ed estremismi e intraprendere percorsi di pace in un mondo dilaniato da conflitti: «Abbiamo uno scenario libico, uno siriano e quello turco – ha spiegato il prof. Giorgio Zaccaro, presidente di Zetein –, assistiamo al dramma delle migrazioni, c’è tanta miseria e tanto dolore. Nel nostro piccolo l’ambizione è quella di invertire la tendenza e di provare a dare un segnale positivo di aggregazione e di unione di mondi diversi a livello di appartenenza politica e religiosa, e cercare di offrire qualche piccola ipotesi di soluzione».

Due coincidenze felici per il nostro “convegno”, anch’esso con il dibattito aperto, creativo e pluralista rispetto alla realtà globale che spaventa tutti. Siamo consapevoli che in questo momento – a livello nazionale, europeo ed anche locale – prevale una fortissima tendenza alla sfiducia, alla frammentazione, alla passività. Noi tuttavia non ci rassegniamo. Crediamo che sia necessario intervenire, portando a conoscenza realtà positive di incontro, di accoglienza, di integrazione, di multiculturalismo, consapevoli che l’incontro con l’altro passa attraverso la cultura e questa è certamente il prezioso veicolo per costruire la pace.

La dott.ssa Teresa Cona, segretaria del Circolo e curatrice del CineCircolo, ha quindi riportato il messaggio di Jean Figel, commissario europeo per l’istruzione, la cultura e il multiculturalismo, indirizzato nell’Anno del dialogo interculturale (2008) alle Nazioni Unite. Il Commissario ha ricordato come il dialogo sia condizione indispensabile e caratteristica dell’integrazione europea: «Abbiamo bisogno di imparare a vivere assieme e ciò significa vivere appieno la propria identità nel rispetto del prossimo, arricchendoci a vicenda, oltre la tolleranza e la mescolanza culturale». Solo un aperto e rispettoso scambio di punti di vista tra individui e gruppi, appartenenti a culture diverse, può condurci ad una comprensione più approfondita della percezione globale dell’altro.

film-parlato-700x350È su questo sfondo che abbiamo guardato «Un film parlato» in portoghese, inglese, francese, italiano, greco: una babele, colta e raffinata, dove la lingua non è un ostacolo, ma mezzo di cultura. Un film dalla storia intrigante ed accattivante: Rosa Maria, giovane professoressa universitaria di storia, attraversa il Mediterraneo, assieme alla piccola figlia Maria Joana, per raggiungere il marito che si trova a Bombay. E’ un viaggio affascinante che la conduce nei luoghi dove la civiltà occidentale ha avuto la sua culla e dove si è sviluppata raggiungendo le più alte vette della sua crescita: Ceuta, Marsiglia, Pompei, Atene, Istanbul, Cairo fino ad Aden… Madre e figlia percorrono migliaia di storia e di conoscenza ed apprendono le basi e le ragioni della cultura occidentale. Sulla nave poi hanno la fortuna di conoscere il capitano, un americano di origine polacca (John Malkovich), e tre affascinanti donne: l’imprenditrice francese Dauphine (Catherine Deneuve), l’ex-modella italiana Francesca (Stefania Sandrelli), la cantante ed attrice greca Helena (Irene Papas). Esperienza elettrizzante e fertile se non fosse che qualcuno dei terroristi minacci la sicurezza della nave e dei suoi passeggeri… Infatti, un vile attentato pone fine al viaggio di Rosa Maria e della sua figlioletta, lasciando lo spettatore sbigottito a prendere coscienza di quanto balorda, dannosa e atroce sia l’incapacità di un dialogo costruttivo e sereno tra popoli di diverse civiltà.

Roosa Maria con la figlia Maria JoanaLa trama reca, dunque, messaggi altamente condivisibili. Nei suoi risvolti positivi mostra come sia facile attraverso la profonda conoscenza delle diverse culture sentirsi parte di un “tutto”. Solo la bieca, ottusa ed incivile pratica del “settarismo” e della chiusura intellettuale, sociale e politica può trascinare l’umanità verso il distruttivo annullamento di se stessa. «Oggi, o si scommette sul dialogo e sulla cultura dell’incontro, o tutti perdiamo» (Papa Francesco). Soltanto così va il cammino fecondo.

Un breve dibattito tra i presenti ha chiuso la serata. Si rimane con l’amaro in bocca sapendo che poco si è fatto, e molto più si dovrà fare, affinché gli atti terroristici, a cui stiamo assistendo oggi, vengano fermati. Questo sospinge tutti noi, cittadini di società sempre più «plurali», a guardare con più consapevole attenzione e senza pregiudizi l’«altro», il «diverso», lo «straniero» che arriva sul nostro territorio. Occorre cercare di comprenderne le sue ragioni e facilitare la sua inclusione nella società, senza spogliarlo della sua identità e delle sue radici.

Un aperitivo fugace ha stemperato gli animi. L’appuntamento è per il prossimo venerdì 19 febbraio 18.45 con la 3ª Serata conviviale dal titolo: «Curiosità su Catanzaro: un modo per scoprire ed amare la propria città».

Piotr Anzulewicz OFMConv




«Laudato si’ per sor’Acqua»

Continuano le Serate conviviali con aperitivo dedicate – nella loro seconda edizione – a «Catanzaro ed oltre». Venerdì 5 febbraio si è svolta la seconda, focalizzata su «Catanzaro-città che galleggia sull’acqua e il ‘futuro dell’acqua’ – ‘bene comune’», nel Salone «S. Elisabetta d’Ungheria», situato al lato destro della chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido.

Francesco - CanticoPer introdurla, Piotr Anzulewicz OFMConv ha sottoposto all’assemblea tre stralci della Lettera-Enciclica «Laudato si’ sulla cura della casa comune» di Papa Francesco (nn. 1-2 e 30) e un versetto del Cantico di frate Sole sgorgato dal cuore di Francesco d’Assisi a San Damiano nella primavera 1225: «Laudato si’, mi’ Signore, per sor’Acqua, la quale è multo utile et humile e preziosa e casta» (v. 15). Una lauda che è l’espressione di stupore e di meraviglia di fronte a tale “sorella” di noi, esseri umani. Ed è anche un invito ad avere cura di lei, incalcolabile bene pubblico, primario ed essenziale alla vita, inalienabile diritto di tutti a cui, purtroppo, molti non hanno accesso. Questa “sorella”, chiamata anche l’«Oro blu», si trova oggi in grave pericolo. Anzulewicz ha quindi menzionato un “manuale” che fornisce un lungo elenco di predoni: I predoni dell’acqua. Acquedotti, rubinetti, bottiglie: chi guadagna e chi perde (Edizioni San Paolo, 2004). Il libro è stato scritto da Giuseppe Altamore, uno dei maggiori esperti in questioni idriche, sociologo e giornalista, autore di altri importanti volumi: Europa, istruzioni per l’uso (Oscar Mondadori, 1992), Tutte le parole dell’economia (Oscar Mondadori, 1994), Personal budget (Sole24 Ore, 2001), Qualcuno vuol darcela a bere. Acqua minerale, uno scandalo sommerso (Fratelli Frilli Editori, 2003).

Paesaggio«Sor’Acqua» è ormai al centro di un grande business. Multinazionali, agricoltori e semplici cittadini cercano di trarne il maggior vantaggio. Si parla di «guerre dell’acqua», di gestione privata degli acquedotti, di «corporations» che imbottigliano la minerale vendendoci l’illusione della sua purezza, di migliaia di pozzi abusivi per irrigare i campi e coltivare agrumi o meloni regolarmente destinati alla distruzione… Le grandi aziende del settore elettrico, per produrre energia, hanno già prosciugato i corsi d’acqua delle nostre Alpi e le dighe costruite al Sud, inutili, devastanti e mai ultimate, hanno già macinato milioni di euro. La desertificazione di un terzo del territorio italiano, la salinizzazione delle falde acquifere e costiere, lo sfruttamento eccessivo delle sorgenti stanno compromettendo sia la quantità sia la qualità delle nostre risorse. La più grave delle minacce è comunque l’inquinamento. Pesticidi, idrocarburi e tantissime altre sostanze tossiche stanno lentamente avvelenando la nostra «sor’Acqua». Secondo il CNR, il Ministero della Salute e l’Organizzazione Mondiale della Santità, 100 mila sostanze chimiche, create dall’attività umana, finiscono nell’acqua, ma di queste solo 3 mila sono conosciute e solo 500 testate.  In questo scenario si muovono anche i spregiudicati venditori di purificatori che tentano di trarre il maggior vantaggio possibile dai mali che attanagliano le sorgenti, i fiumi e i laghi. Leggendo il libro di Altamore, si può scoprire come trattano la «sor’Acqua» prima di farla scorrere nei nostri rubinetti. Davvero si rischia di non poter avere più acqua buona da bere. In tutto il pianeta è in corso la “guerra” economica di accaparramento, di espropriazione e di sfruttamento delle risorse, con la marcia trionfale della lobby che punta a gestirle globalmente, aprendo ulteriormente la forbice fra chi ha l’acqua e chi non ce ne ha, preconizzando un nuovo ordine globale capace solo di porci di fronte ad una nuova, terribile, insopportabile forma di diseguaglianza.

IMG_4529IMG_1638Su tale inquietante sfondo l’avv. Peppino Frontera, relatore e curatore principale delle Serate, ha proiettato i presenti in una Catanzaro sconosciuta ai più – una città che anticamente era tutto un susseguirsi di giardini pieni di fontane, di alberi e di frutti. Ha ricordato, tra l’altro, che grazie a Gioacchino Murat († 1815), generale francese e re di Napoli, venne costruito il primo acquedotto, detto del “Visconte”, che originava dai territori di Gimigliano e Pentone e raggiungeva la Piazza Matteotti, per una estensione di 12 km. L’intero manufatto idraulico (gallerie a volta, torrioni, balze, fontane del centro di Catanzaro), annoverato tra le opere di “archeologia industriale”, è oggi proprietà dell’Ente comunale di Catanzaro, il quale si è impegnato, insieme con la Sovrintendenza ai Beni Culturali, di salvaguardarlo e valorizzarlo. L’acquedotto è capace ancora di una portata media di 27 litri di acqua al secondo. Il Relatore ha dunque proseguito asserendo che la città giace su grandi falde acquifere e su di un fiume – il fiume Abisso che scorre al di sotto delle costruzioni, come veniva testimoniato dagli operai che, intenti a costruire il campanile della chiesa-madre, ne sentivano lo scroscio incessante. Ha poi ricordato le molteplici fontane e fontanelle disseminate su tutto il territorio catanzarese, la maggior parte delle quali già dismesse per vari motivi.

IMG_4538IMG_4541Dopo un gioioso scambio di ricordi tra il Relatore e l’uditorio, la parola è passata alla dott.ssa Teresa Cona, segretaria del Circolo, che ha edotto i presenti sulle ultime normative, in questioni di acqua, vigenti in Europa e, dunque, sul territorio nazionale. Intorno alla gestione dell’acqua, che è un bene primario inalienabile, gravitano fortissimi interessi. Poiché le Nazioni Unite non hanno una politica intorno alle risorse idriche, il Consiglio Mondiale sull’Acqua, creato dalle multinazionali europee, cerca di imporre le proprie politiche di gestione economiche a carico delle risorse idriche. La visione di questo Consiglio riduce l’acqua ad una “merce”, dalla gestione della quale ricavarne profitti. Di più, con la direttiva Quadro n. 6/2000, che vede l’acqua gestita da società private, ratifica due principi cardine: quello della copertura dei costi e quello che «chi inquina paga». Così i Paesi ricchi, i quali hanno accesso a tecnologie avanzate, potranno pagare per il “bene”-acqua e invece i Paesi in via di sviluppo non avranno accesso ad esso, per i costi imposti dai proprietari-gestori di questo “bene”. L’acqua come diritto umano è tuttavia bene comune ed è opportuno escludere i servizi idrici dalle regole di mercato.

IMG_4542IMG_1636Un momento importante della Serata era certamente legato all’intervento di Francesco Longo, assessore comunale alla gestione del territorio. In quest’occasione egli ha spiegato come il Palazzo De Nobili, sotto la guida del sindaco Sergio Abramo, fa fronte ai molteplici problemi della città inerenti alla gestione idrica. Si è soffermato sui rapporti della So.Ri.Cal. Spa – società delle risorse idriche calabresi, attualmente in liquidazione “tecnica” – con la Regione Calabria. Molti sono stati i problemi ereditati dalle gestioni passate, ma l’impegno dell’Assessore nel cercare di risolvere le situazioni di precarietà, ha rasserenato gli animi dei presenti che sentono il problema dell’acqua come prioritario. Si è quindi acceso un serrato dibattito e l’Assessore non si è sottratto dal rispondere a molteplici domande, assicurando il suo sincero impegno nel fare il possibile per migliorare il servizio. C’è speranza di avere al rubinetto di casa la «sor’Acqua» pura, «preziosa e casta».

La Serata si è conclusa con l’aperitivo conviviale, bevendo e mangiucchiando in compagnia cose gustose, tra cui la pizza «Margherita» (un grazie speciale alle signore Ada e Rachelina per avercela offerta, ma anche a Ghenadi e Gabriele, tecnici del suono). L’aperitivo, insomma, che ha reso la Serata davvero gradevole. Arrivederci al prossimo appuntamento del CineCircolo: venerdì 12 febbraio, con la proiezione di «Un film parlato» e il dibattito sull’educazione al dialogo interculturale e al rispetto dell’alterità.

(pa/tc/pf)

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È partita anche la 2ª edizione del CineCircolo

Venerdì 29 gennaio il Circolo ha lanciato la 2ª edizione del CineCircolo, un’iniziativa originale e interessante, «sui sentieri della misericordia», focalizzata sulla triade: accoglienza–integrazione–viaggi della speranza, con il cinedibattito a conclusione.

Calabria 1In una cultura, che sempre più si configura come cultura della spettacolarità generalizzata, il CineCircolo, nella sua 1ª edizione, con il ciclo «Calabria mon amour», ha presentato pellicole su temi-storie ambientate sul territorio calabrese, per rendere conoscibile un patrimonio cinematografico legato direttamente ai paesi, alle città e ai luoghi che, ospitando i set, le troupe e i cast, sono diventati famosi, o ai personaggi del cinema, di nascita o di famiglia calabrese, che si sono fatti conoscere in tutto il mondo. Così gli spettatori hanno avuto l’occasione di «comprendere meglio – leggiamo sul pieghevole – la nostra storia, la nostra cultura e le nostre tradizioni, apprezzarne la bontà e comunicare la bellezza, attraverso il coinvolgimento personale, la prossimità e il dialogo, sulle strade digitali del nostro mondo contemporaneo, affollate di umanità, spesso ferita: uomini e donne che cercano una salvezza o una speranza». Durante il cinedibattito, che seguiva ogni proiezione del film, potevano reimparare ad ascoltare, comunicare e fruttificare, nella prossimità e in modo inclusivo, rispettoso e costruttivo, favorendo uno sguardo d’insieme. È stato un «omaggio alla terra di Calabria, spesse volte dimenticata e mai sufficientemente apprezzata per le infinite qualità paesaggistiche, folcloristiche, faunistiche, culinarie, ed ai suoi abitanti».

Volantino - DoichlandaLa proiezione del film-documentario musicale «Doichlanda» di Giuseppe Gagliardi (per la recensione si veda ad esempio il link: http://www.mescalina.it/musica/recensioni/il-parto-delle-nuvole-pesanti-doichlanda-dvd) ha segnato il lancio della 2ª edizione del CineCircolo. Tutti i film sono stati selezionati, con la preziosa consulenza di Eugenio Attanasio, regista e presidente della Cineteca della Calabria, nella prospettiva indicata da Papa Francesco nella Bolla di Indizione dell’Anno giubilare, dal titolo «Misericordiae vultus» (11 aprile 2015), per immergere gli spettatori nella dimensione di misericordia e di compassione, di perdono e di riconciliazione. Di più, con il cinedibattito, previsto anche questa volta alla fine della proiezione, dove ci si mette qualcosa di se stessi e dove non si è più spettatori passivi, ma attivi, viene offerto uno spazio per le tematiche come l’accoglienza, l’integrazione razziale e i viaggi della speranza. «Tutti – si legge sul dépliant – abbiamo bisogno di metterci in discussione, senza avere mai paura dell’inciampo, e di farci raccontare cosa sta succedendo. È importante nell’Anno della Misericordia andare oltre il senso di colpa e continuare a cercare delle vie d’uscita, suggerite dalla fede, dal coraggio e dalla creatività dell’uomo che da sempre ambisce alla felicità. È un momento straordinario per ritrovare i nostri fratelli più fragili e riconoscerli come coloro che hanno bisogno di noi, che ci tendono le mani e che noi siamo nelle condizioni di poter soccorrerli e accoglierli».

Il mondo crea lacerazioni ed è solcato da scie d’intolleranza, divisioni, violenze e guerre. Il cinema invece, questa moderna e fondamentale espressione dell’arte, unisce popoli, culture e religioni. Per questo il CineCircolo lo propone come luogo del dialogo e dell’incontro, a cui attingere intimamente e intensamente. Quando poi esso s’apre alla dimensione religiosa, toccando temi fortemente umani che hanno in sé una carica trascendente, riesce a travalicare le diverse espressioni per giungere al cuore e alla mente dello spettatore.

IMG_1451Il curatore dell’attuale edizione, la dott.ssa Teresa Cona – segretaria del Circolo, in collaborazione con l’avv. Giuseppe Frontera e il M° Luigi Cimino – membri del Consiglio direttivo, accogliendo queste indicazioni, cercherà di invitare ospiti d’eccezione per condividere la loro conoscenza ed esperienza relative alle tre tematiche sopraindicate. «Abbeverandosi alla fonte della fratellanza, e prendendone ispirazione, ci aiuterà a guarire le memorie dolorose, a costruire l’armonia, a far fiorire incontri umani fecondi. Al cuore della comunicazione vi è soprattutto una profonda dimensione umana – comunicazione che non è solo una tecnologia attuale o aggiornata, ma una profonda relazione interpersonale».

DonnaLa prima pellicola «Doichlanda» ha offerto l’opportunità di soffermarsi sull’emigrazione calabrese e sui flussi migratori tra l’Italia ed altri paesi, soprattutto europei. La serata era piuttosto fredda e solo in pochi hanno avuto il coraggio di venire alla proiezione. Ci dispiace di non disporre di una vera e propria sala cinematografica, riscaldata e attrezzata di poltrone. L’attuale è “povera”, come fu povera s. Elisabetta d’Ungheria a cui essa è dedicata, e condivisa con l’Ordine Francescano Secolare (OFS) e con la Gioventù Francescana (Gi.Fra.). Nell’ottobre scorso, grazie al parroco, p. Ilario Scali, si è arricchita di un palco per l’auspicata biblioteca francescana (al riguardo si legga: https://circoloculturalesanfrancesco.org/site/biblioteca-sognata-insieme/) e di tende per le finestre localizzate in alto e al di fuori della manovrabilità, che finora si doveva adombrare con i supporti in cartone, e nel gennaio di quest’anno, grazie al Circolo, di due lampadari e di una plafoniera (ci servono altre tre o quattro da applicare alle pareti laterali). Per ogni evento affittiamo il service audiovisivo (grazie, Ghenadi, Luigi e Gabriele, per la vostra fatica nel portare, montare, gestire, smontare e portare via), il proiettore e lo schermo. Siamo poveri, e non ce ne vergogniamo, anzi, ne siamo francescanamente fieri. Il nostro budget è quasi sempre in rosso, per cui siamo immensamente grati per ogni piccolo gesto di sostegno. Tra i nostri sogni costanti ci sono anche due essenziali strumenti: un computer e una stampante per la Segreteria.

Siamo lieti di invitare tutti, vicini e lontani, a questa edizione. Per parteciparvi non bisogna acquistare il biglietto, perché l’ingresso è libero e gratuito. A conclusione c’è qualche delizia per il palato. Anch’esso vuole la sua parte. A venerdì prossimo.

Piotr Anzulewicz OFMConv