La Passione di Cristo di Mel Gibson

La Passione di Cristo

 La Passione di Cristo (The Passion of the Christ) è un film scritto e diretto da Mel Gibson, attore, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense. È uscito nelle sale degli USA il 25 febbraio 2004 (Mercoledì delle Ceneri), mentre nelle sale dell’Italia il 7 aprile 2004 (Mercoledì Santo).

Il film è aperto dalla citazione di un versetto del Libro di Isaia (53,5: dai cosiddetti «carmi del Servo sofferente»), scritto nell’VIII sec. a.C., che la tradizione cristiana riferisce a Gesù, giusto perseguitato. La vicenda si concentra sulle ultime ore della sua vita, dall’arresto nell’Orto degli Ulivi, al processo sommario presso il Sinedrio e Ponzio Pilato, alla sua atroce flagellazione, fino alla morte in croce e risurrezione.

La trama del film cerca di seguire il racconto dei Vangeli creando una sinossi-armonizzazione di essi, data la loro complementarità. Alcune delle scene sono tratte dai diari di Anna Katharina Emmerick, una mistica tedesca vissuta tra il 1774 ed il 1824, in particolare dal suo libro La dolorosa Passione del Nostro Signore Gesù Cristo e da La mistica città di Dio di Maria di Agreda.

Per ricreare maggior realismo, il film è stato interamente girato in latino e in aramaico, le lingue del tempo, e sottotitolato nelle lingue moderne. La ricostruzione dei dialoghi in aramaico, lingua che nella versione parlata allora in Giudea (il cosiddetto “aramaico maccabaico”) ci è nota solo con una certa approssimazione, è stata affidata al gesuita statunitense William Fulco, mentre per il latino è stata scelta la pronuncia ecclesiastica in luogo della restituta, verosimilmente utilizzata dai Romani di quel periodo.

II film è stato interamente lavorato in Italia, con un cast in prevalenza composto da attori italiani. Gli esterni del film sono stati girati in Basilicata nelle città di Matera e Craco, paese fantasma della provincia materana. Gli interni del film presso gli studi di Cinecittà a Roma. Le riprese del film si sono svolte tra il 4 novembre 2002 al 13 gennaio 2003.

Sono molti gli aneddoti che girano attorno alla lavorazione del film, avvenuta su un set blindato, nel freddo inverno. Il coinvolgimento emotivo e spirituale è stato forte anche da parte di chi non si potesse dire credente: si parla di conversioni come quella dell’attore Pietro Sarubbi (Barabba), che ha dichiarato di aver abbracciato il cristianesimo proprio sul set della pellicola.

L’interprete del Cristo, l’attore cattolico statunitense James Caviezel, è stato assistito per tutte le riprese da un sacerdote; nelle pause di lavorazione recitava il rosario, per trarre ispirazione. Nella maggior parte delle scene nel film dove vi è Gesù morente sulla croce, l’attore Caviezel è stato sostituito con una fedele ricostruzione robotica  del valore di circa 350.000 $. Un eccellente “lavoro in ecopelle” in modalità “animatronic” (animazione elettronica) per muovere la testa e gli arti, ansimare e far uscire fiotti di sangue. Un vero gioiello tecnologico, creato dal maestro degli effetti speciali Keith Vanderlaan, aveva già esibito le sue truculente qualità in altri film come Dracula e Hannibal. Caviezel ha comunque girato le scene sulla croce, ma solo quelle dove recitava. Tra l’altro girò quelle scene in cui era pieno inverno e c’erano a malapena 5 gradi a Matera; un forte vento e gli costò ipotermia e polmonite. La ricostruzione robotica è stata usata per il momento dell’inchiodamento alla croce e per le riprese in cui Cristo non dialoga, per le scene d’effetto.

Nella scena in cui il primo chiodo viene puntato nel palmo della mano di Cristo e inchiodato, la mano dell’inchiodatore è quella di Mel Gibson. È sempre la mano di Gibson che aiuta ad alzarsi Monica Bellucci/Maria Maddalena nella scena in flashback della lapidazione. Per la flagellazione invece è stato appliccato un accurato make-up sul dorso e torace dell’attore, in modo da avere l’effetto della carne lacerata dalle fruste munite di uncini (flagelli) dei soldati più realistico possibile, anche se durante l’esecuzione del flagello gli interpreti dei soldati romani simulavano con le fruste (prive di uncinetti sulle corde) di colpire il dorso di Caviezel, successivamente durante la post produzione tramite la CGI sono stati applicati sia gli uncinetti alle corde delle fruste nel momento del colpo, che l’effetto dei tagli sulla pelle dell’attore.

Accoglienza e critica

Copertina (protagonisti)La Passione secondo Mel Gibson

di Massimo Giraldi*

Dopo L’uomo senza volto (1993) e Braveheart (1995), Mel Gibson mette in scena un progetto che meditava da tempo: «Dodici anni fa ho avuto una profonda crisi. In quel periodo di confusione e di dolore ho capito che avevo bisogno di un grande aiuto. Ho trovato conforto rileggendo i Vangeli, in particolare la Passione. E’ allora che mi è venuta voglia di farne un film». La pellicola inizia evocando un passo emblematico di Isaia: «Molti si stupirono di lui tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto… Eppure si é caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori… Era come un agnello condotto al macello» (cfr. Is 54). Citazione che in qualche modo indica la specifica prospettiva del regista, che così si inserisce di fatto nella lunga frequentazione che la settima arte intrattiene con la vicenda di Gesù.

Il desiderio di rappresentare il sacro, di dare forma al mistero di Dio rivelato in Gesù non solo è un’aspirazione legittima, ma risponde anche ad un’esigenza della fede cattolica che riconosce nell’incarnazione del Figlio di Dio la rivelazione piena e definitiva del Padre. Da qui scaturirono, nelle varie espressioni artistiche (dalla pittura alla scultura, e assai più tardi nel cinema), modi differenti per rappresentare la vita di Gesù che corrispondono ad altrettante personali interpretazioni di tale vicenda. La molteplicità delle stesse rappresentazioni cinematografiche compongono ormai una sorta di antologia visiva che, mentre contribuisce ad accedere a parte almeno del mistero di Gesù, nel contempo attesta la relatività e la precarietà di qualsiasi interpretazione rispetto alla verità di Gesù. Alla Chiesa stessa non è bastato un Vangelo – ne ha infatti ben quattro – e questo, certo, non per debolezza o imprecisione narrativa quanto piuttosto per una necessaria polifonia nel consegnarci la pienezza della verità sulla figura di Gesù.

E’ necessario dunque, per accostarsi a The Passion, assumere la consapevolezza che il cinema non si incarica primariamente di uno sguardo documentaristico sulla realtà. Anche quando si ispira ad una vicenda storica, il cinema col suo gioco di sguardi e di finzione mette in campo una peculiare forza trasfiguratrice di quella vicenda, a partire dall’immaginazione e, non indifferente, dal modo personale di rileggere quanto sarà rappresentato e dunque dal contesto culturale nel quale l’autore vive (basti pensare ai differenti contesti per film come l’americano Jesus Christ Superstar – 1973 – di Norman Jewison e l’italiano Vangelo secondo Matteo – 1964  – di Pier Paolo Pasolini). In questo caso Mel Gibson, basandosi sui quattro Vangeli, su qualche fonte apocrifa e sugli scritti della mistica tedesca Anna Caterina Emmerick, mette in scena il dramma delle ultime 12 ore della vita di Gesù (ruolo interpretato dal trentatreenne Jim Caviezel), nelle quali la tensione drammatica di quella intera vita trova il proprio compimento. La prospettiva dunque di Gibson non si colloca nell’alveo della classica iconografia di stampo romantico (di cui Gesù di Nazareth – 1977 – di Franco Zeffirelli é codificazione esemplare) e opta decisamente per un’interpretazione del volto sfigurato di Gesù evocante le rappresentazioni iconografiche del cinquecento e del seicento.

In questo scenario si spiega il ricorso a due lingue, come l’aramaico e il latino, che pur non potendo avere alcuna valenza documentaristica, conferiscono tuttavia al film una ineludibile intensità. Stratagemma, quello delle lingue, che, unitamente al recupero di alcune varianti della devozione tradizionale, assegna all’opera di Mel Gibson una tensione drammaturgica di grande rilievo. La narrazione procede secondo le scansioni classiche della via crucis, dall’incontro con la Veronica alle cadute di Gesù sotto il peso della croce. Dosando inoltre con una certa sapienza l’uso del flash back sull’infanzia di Gesù e più spesso ancora centrando con efficacia sull’ultima cena, il film suggerisce una lettura unitaria della vicenda storica di Gesù, in particolare un’unicità di sguardo sullo stesso mistero di salvezza. Infatti, si inscena con raffinata delicatezza il rapporto di Gesù con Maria – straordinaria l’interpretazione di Maia Morgenstern – rapporto che trova il suo culmine nell’abbraccio di pietà della deposizione. Efficace é anche il profilo con cui si evocano i vari personaggi; seppur va segnalato che l’inevitabile processo di schematizzazione dei ruoli non deve condurre a fraintendimenti: ad esempio, la responsabilità della condanna inflitta a Gesù non è di un popolo, ma dell’intera umanità peccatrice, cui peraltro non mancano di rinviare i vari soggetti coinvolti. Accanto alle particolari “soggettive” su Gesù, si ricorda l’inquadratura dall’alto situata qualche istante prima della morte sul Calvario, che ad un tratto si trasforma in goccia d’acqua: cadendo vertiginosamente sulla terra accanto alla croce di Gesù, segna l’inizio del terremoto e la rovina del tempio. Una inquadratura che può evocare il pianto di Dio sul figlio Gesù che sta morendo. Allo stesso regista capiterà di affermare: «Il vero messaggio del mio film é il perdono. La lacrima di Dio che piove dal cielo nel momento in cui Gesù muore significa questo».

Uno degli aspetti che richiede una qualche precisazione è costituito dalla rappresentazione che si fa della violenza su Gesù. «Quello che mi ha sempre colpito della Passione – ammette Mel Gibson – è stata la capacità di Gesù Cristo, diventato uomo, di sottoporsi a una sofferenza indicibile per amore dell’umanità. Non potevo non mostrarla in tutta la sua forza e fin nei particolari. Forse sono le immagini più scioccanti che abbia mai visto in un film, ma dovevo farle vedere». Dinanzi però a sì tanta violenza, enfatizzata non solo da immagini continuamente reiterate, ma anche dall’utilizzo del rallenty, è il caso di rammentare che la morte di Gesù in croce ci salva non per la quantità del dolore subito – per quanto incalcolabile –, ma per il fatto che Gesù ha vissuto l’infamante patibolo e l’immenso supplizio in assoluta fedeltà al Padre e in piena apertura d’amore all’umanità. La prospettiva della risurrezione, che nei Vangeli é la chiave di tutto, non può circoscriversi all’inquadratura conclusiva, in quanto costituisce il codice interpretativo interno dell’intera passione.

*Massimo Giraldi, giornalista e critico cinematografico, segretario della Commissione Nazionale Valutazione Film della Conferenza Episcopale Italiana (Fonte: http://www.saledellacomunita.it /pls/acec/v3_s2ew_consultazione. mostra_paginawap?id_pagina=458)

TGibson con Gesù insanguinatohe Passion

di Rino Cammilleri*

Ho avuto il privilegio di poter assistere a una visione riservata del già famosissimo film di Mel Gibson The Passion of the Christ, lavoro cinematografico che detiene un singolare record: è senz’altro il film più discusso della storia, ma in anticipo, cioè ancor prima della proiezione nelle sale. L’attesa è stata enorme e negli Stati Uniti, dove è uscito il 25 febbraio, è stato distribuito in 4500 sale; per un paragone, si pensi che The Return of the King, l’ultimo della “trilogia dell’Anello”, di sale ne ha avute 300 in meno.

Certo, molto merito di questo lancio senza precedenti lo si deve, è inutile nasconderselo, alle polemiche innescate da quelle associazioni ebraiche che hanno accusato il film di antisemitismo. A questo proposito leggevo su «Il Giornale» del 15 febbraio u.s. gli stralci di una lettera aperta che il rabbino Daniel Lapin aveva pubblicato on line riguardo al film. In essa si scuoteva la testa per «quelle organizzazioni ebraiche che hanno sprecato tempo e soldi inutilmente nella protesta»; infatti, «hanno sperato di bloccare il film, invece lo stanno promuovendo». Di più: «Nel pubblico di tutta l’America sto incontrando un sentimento di amarezza verso le organizzazioni ebraiche che insistono nel dire che credere nel Nuovo Testamento significa dar prova di antisemitismo.

Già, perché il regista si è limitato a praticamente copiare, usando il racconto evangelico come, appunto, un copione già pronto. In effetti, senza le polemiche che lo hanno proceduto di almeno un anno, quel film sarebbe uscito praticamente in sordina e non si sarebbe creata quell’attesa che, invece, c’è stata e c’è. Tutti non vedono l’ora di vederlo, e tutti, c’è da giurarci, lo vedranno.

Questo effetto-boomerang è l’ultimo dei miracoli di questo straordinario (a quanto pare) film. Il protagonista Jim Caviezel ha, infatti, raccontato a «Newsweek» che, mentre stavano girando le ultime scene del Sermone della Montagna, un italiano si è rivolto a Mel Gibson in perfetto inglese (mai era stato sentito prima e non si pensava ne fosse capace) ed ha fermamente consigliato di andar via. Il tono autorevole e i nuvoloni all’orizzonte hanno convinto lo stupito regista. Proprio nell’esatto momento in cui la troupe ha iniziato la discesa si è scatenato il finimondo con fulmini e saette: una folgore ha colpito la croce e un’altra l’ombrello del protagonista, che ha avuto i capelli e le dita della mano bruciacchiati. Caviezel è un cattolico da messa quotidiana, così come Gibson. L’attrice che fa la Madonna è un’ebrea di cognome Morgenstern, che in tedesco significa «stella del mattino” e che, coincidenza, è uno dei tradizionali appellativi della Vergine. Insomma, ce n’era di che stuzzicare la curiosità. Ed è con somma curiosità che, infatti, mi sono precipitato a vederlo, quel film, in una saletta improvvisata e in compagnia di una decina di giornalisti selezionati.

Il film è davvero bello, a tratti anche commovente. E’ stato detto che è violento, ma è solo realistico: un uomo flagellato col tremendo flagrum romano (una frusta di catenelle metalliche terminante con punte acuminate) non può che uscirne con la carne a brandelli e letteralmente coperto di sangue; e così è nel film. Corre voce che l’autore si sia ispirato anche alle visioni di Anna Katharina Emmerick, la suora stigmatizzata che nei primi decenni dell’Ottocento affidò le sue esperienze mistiche al poeta tedesco Clemens von Brentano. Potrebbe essere, dal momento che nel film Cristo porta la croce intera, laddove i due ladroni reggono sulle spalle (più correttamente da un punto di vista storico-archeologico) solo la barra orizzontale, lo stipes. Il Cristo in croce, poi, mi ha fatto ricordare un dipinto di s. Alfonso de’ Liguori (il Santo e Dottore della Chiesa era anche pittore, oltre che musicista, teologo moralista e fondatore): in esso il Crocifisso è come inondato di sangue, così come appare nel film e come davvero deve essere stato.

Naturalmente, la domanda da 100 milioni di dollari, quella che più urge è questa: il film è realmente antisemita? Posso rispondere solo così: dal momento che c’era questa particolare polemica in atto, ho scrutato attentamente gli eventuali segni di antisemitismo (cosa a cui non avrei nemmeno pensato senza la pulce nell’orecchio) e devo dire che, semmai, ne ho trovati parecchi di antiromanismo. Sì, a farci la figura peggiore sono proprio i romani, la cui brutalità gratuita e ottusa occupa i tre quarti della proiezione. Esistesse una Antidefamation league dei romani, Mel Gibson avrebbe davvero passato i guai.

No, il film è una trasposizione pedissequa del Vangelo, il quale non può essere certo accusato di antisemitismo, visto che tra i “buoni” della Passione mette parecchi personaggi che erano, per forza, ebrei e addirittura un paio di sinedriti come Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo.

Devo dire che il film andrebbe visto almeno due volte.

Sì, perché nella prima visione si è per forza di cose distratti dai sottotitoli e non si gustano i dialoghi in aramaico e in latino. Io, che ho dovuto leggere sottotitolazione in inglese, ne sono stato spiazzato due volte, almeno finché non mi sono costretto a seguire solo l’audio. Fa davvero impressione ascoltare l’audio di quel che fu realmente detto allora, e con lo stesso tono. I continui flashback che fanno coincidere i momenti più acuti della Passione con passi del discorso delle beatitudini, della lavanda dei piedi, dell’ultima cena vanno ascritti all’arte di Mel Gibson, che si conferma autore di grande cinema. Anche il rimando tra una delle cadute di Cristo sotto la croce e un suo ruzzolone, da piccolo, subito consolato dalla Madre (che ora si strugge impotente perché non può più farlo), è un tocco di tragica poesia che lascerà il segno.

Infine, l’androginia del diavolo e l’inserimento del serpente nel Getsemani sono passi sia da cineforum che da meditazione. Speriamo che, appunto, i cineforum cattolici colgano la palla al balzo e imparino, finalmente, che si può fare cinema “cattolico” senza annoiare.

*Rino Cammilleri, scrittore e pubblicista, coordinatore di una rete di centri culturali cattolici, collaboratore de «Il Timone», una rivista mensile di apologetica cattolica che si propone come strumento da utilizzare per la nuova evangelizzazione (Fonte: http://www.auditorium casatenovo.com/film5anno/passion8.htm)

CopertinaFascinoso, inafferrabile Gesù

di Dario E. Viganò*

Lungo i secoli è stato sempre vivo nella Chiesa il problema di dare espressione al volto di Cristo, alle vicende della sua vita, in particolare alla sua passione. Ne sono scaturite anche contese teologiche, e se n’è dovuto occupare persino un Concilio (di Nicea) che nell’anno 787 affermava: «Se qualcuno non ammette che i racconti evangelici siano tradotti in immagini, sia anatema». Si veniva così incontro alla devozione del popolo, soprattutto si affermava la realtà dell’incarnazione del Figlio di Dio, rifiutando ogni riduzione della fede a semplice dottrina, a mito fuori dal tempo.

L’arte pittorica e quella della scultura vennero in soccorso a questa esigenza della fede, la quale anche per questa via ribadiva il proprio fondamento storico. In Occidente avvenne in modo diverso che in Oriente, dove l’icona assunse un valore liturgico, diventando non semplicemente un’immagine per la fede ma quasi una sua incarnazione.

Irrealistico tuttavia pensare che ci sia un modo assoluto, unico di raffigurare Gesù e i fatti della sua vita. Ogni pittore, anche nella tradizione del “Volto Santo”, dice qualcosa del mistero della persona del Figlio di Dio, ma non lo esaurisce. In Occidente, poi, la ricchezza di questo mistero e il suo intrecciarsi con gli interrogativi dell’uomo, hanno prodotto una pluralità di immagini dove nessuna può dirsi definitiva; al massimo possono aver l’ambizione di contribuire ad avvicinare la profondità del mistero.

Questa regola vale anche per l’arte più recente della cinematografia, la quale ha già offerto numerosi volti di Cristo, non sempre (purtroppo) rispondenti all’altezza del soggetto, come d’altronde era accaduto e accade per le altre arti. Nella loro varietà possono essere accolti come inviti a porre attenzione su Gesù, a far interrogare sulla sua persona e sulla sua vita, a spingere verso un’ulteriore ricerca. Sapendo in partenza, o arrivando a capire poi, che l’avvenimento-Gesù supera ogni possibile descrizione.

È la testimonianza deducibile dagli stessi Vangeli. Non è per incapacità a narrare i fatti, e tanto meno per scarsa fedeltà ad essi, che uno solo dei quattro Vangeli bastava alla Chiesa per dire la pienezza di Cristo: solamente dalla loro sinfonica composizione, e dalla loro collocazione nell’arco dell’intera storia della salvezza, viene a noi la certezza della verità sulla persona di Gesù Cristo e sulla sua storia. Accolti nella fede della Chiesa che ce li offre, i Vangeli sono l’unico accesso al mistero di Cristo nella sua radicale storicità e nella sua altrettanto radicale trascendenza. Tutto il resto – in letteratura, arte, scienza… – aiuta, scuote, setaccia, avvantaggia la nostra ricerca, ma non sostituisce il racconto dei Vangeli, né lo integra su quello stesso piano, con quello stesso valore.

Chi vive in regioni di antica cristianità può trovarsi in una paradossale condizione di curiosità spenta su Gesù, come se già conoscesse tutto e dunque possa permettersi un giudizio di sufficienza o di indifferenza. Per questi l’esperienza dell’incontro con un testimone o con un’opera d’arte può avere effetti benefici del tutto impensabili. Può segnare un itinerario di ripensamento e riscoperta. Tuttavia, non è una ricostruzione più minuziosa o ambiziosamente più attendibile (più attendibile dei Vangeli?) a dare più certezza alla fede. Vivendo noi in una cultura massmediale abbiamo mediamente una sensibilità più spiccata che in altre epoche verso il linguaggio delle immagini. La loro eloquenza talora “parla” al nostro cuore, meglio: al cuore dell’uno o dell’altro, mai a tutti insieme. E tuttavia non ci sono “lacune” nei Vangeli da rimediare mediante il ricorso a ritratti devozionali, narrazioni d’arte, o a visioni che appartengono all’esperienza spirituale di singole persone. Tutto può essere di aiuto, ma tutto va misurato passo passo sul Vangelo, senza unilateralità ingenue o ideologiche che siano.

La dimensione salvifica di Cristo, e in particolare della sua morte, non si fonda sulla quantificazione del dolore subito. Non vorremmo dover sostituire Gesù solo perché a qualcuno, nel corso della storia, è stata inflitta una sofferenza fisicamente più intensa e abbrutente. Gesù ci salva perché soffrendo, ha vissuto quel dolore certamente immenso e la morte, infamante e maledetta, in assoluta fedeltà a Dio, suo Padre, e in piena apertura d’amore all’umanità. L’amore assoluto del Figlio di Dio.

* Dario Edoardo Viganò, presbitero, autore di libri e di articoli dedicati al rapporto tra il cinema ed il mondo cattolico, professore ordinario presso la Pontificia Università Lateranense e docente incaricato presso la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali LUISS «Guido Carli» di Roma, dal 2004 presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo e direttore della «Rivista del Cinematografo», dal 2013 direttore del Centro Televisivo Vaticano e segretario del Consiglio di Amministrazione del medesimo Centro (Fonte: http://www.saledellacomunita.it/ pls/acec/v3_s2ew_ consultazione. mostra_paginawap?id_pagina=457)

A cura di Piotr Anzulewicz OFMConv




La sua «ora», la nostra «ora»

Con la 5ª Domenica di Quaresima siamo invitati a soffermarci ancora di più sulla Passione di Cristo, drammatica e tremenda, intrisa di dolore e di strazio. Una Passione che assume in sé tutti i dolori e tutte le miserie dell’umanità e che ci sospinge a salire sul Golgota e metterci ai piedi del Crocifisso, non per compiangere il suo soffrire, ma per completare in noi la sua passione e sentirci partecipi del peccato di chi non vuole “vederlo” né portare addosso il suo dolore, reso ancora più atroce dal pensiero che si possa vivere una vita buona nell’egoismo, indifferenza, mondanità. La vita davvero buona consiste nel conoscere, amare e contemplare l’unico vero Dio e Colui – dice s. Giovanni – che egli ha mandato, Gesù Cristo (cfr. Gv 17,3), il chicco di grano che muore per dar frutto (v. 24).

Croce - oroDurante la Settimana Santa rivivremo l’«ora» di Cristo e l’«ora» di ogni uomo, l’«ora» che ci appartiene, l’«ora» in cui anche noi siamo chiamati a deciderci per lui in modo nuovo e più profondo, a lasciarlo essere il Vivente in noi, a ribadire il nostro “sì” per lui, in risposta al suo “sì” per noi, e a riconoscerlo come il portatore di salvezza/beatitudine /compimento, come la verità in cui credere, come la vita in forza della quale amare, come la via nella quale sperare, come il luogo in cui il nostro bisogno di senso trova la piena e perfetta risposta.

L’evangelista Giovanni ci racconta che alcuni Greci, attraverso Filippo, cercano di avvicinare Gesù. Il loro panorama culturale educa ad essere refrattari all’idea di un Dio unico, personale e onnipotente: per essi la via per raggiungere la verità è puramente razionale. E Gesù asseconda la loro ricerca con un’affermazione insolita: «E’ giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo» (Gv 12,23).Egli rivela loro un Dio che mostra la sua potenza non nelle opere sovrannaturali, dirompenti ed eclatanti, ma semplicemente nella morte. Un Dio che si lascia uccidere e crocifiggere, un Dio dimesso, un Dio crocifisso.E quale Dio è più amante dell’uomo se non il Dio crocifisso? Nella croce manifesta la sua gloria che è all’apice della prova d’amore per noi.

Siamo spronati – alla vigilia della Domenica delle Palme – a riconoscere nella fede cristiana un’essenza unica e irripetibile, incentrata sul mistero della croce di un Dio crocifisso che è destinato a risorgere. Siamo tuttavia liberi, splendidamente e drammaticamente: possiamo scegliere anche le tenebre e rifiutare il grande progetto del regno dell’amore, con passione portato avanti da Gesù in tre anni. Infatti, Gesù resta ‘spiazzato’.

«Quando è apparso in Giudea – scrive Elsa Morante nel suo romanzo La storia – il popolo non l’ha creduto il vero Dio parlante, perché si presentava come un poveraccio, non con l’uniforme delle autorità. Se però tornerà, si presenterà ancora più miserabile, nella persona di un lebbroso, di un’accattoncella, di un sordomuto, di un bambino idiota…». Ed è per questo che gli uomini non cesseranno di scandalizzarsi, e gli opporranno il rifiuto: «Io – dirà – non sono mai partito da voi. Siete voi che ogni giorno mi linciate o, peggio ancora, tirate via senza vedermi, come s’io fossi l’ombra di un cadavere putrefatto sotto terra. Io tutti i giorni vi passo vicino mille volte, mi moltiplico per tutti quanti siete, i miei segni riempiono ogni millimetro dell’universo, e voi altri non li riconoscete, pretendete di aspettare chi sa quali altri segni volgari».

Credere in Cristo e riconoscere la sua assoluta singolarità significa allora esporsi alla furia del negativo e conoscere il peso della croce e delle esigenze dell’amore. È forse per questo che Gesù stesso ha portato la domanda che sconvolge ogni presuntuosa sicurezza della fede: «Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» (Lc 18,8). Quanto durerà ancora il cristianesimo stretto tra persecuzioni esterne ed erosioni interne? Come ha potuto resistere finora nelle terre ostili che sembrano vocate solo al martirio, alla decapitazione, al rogo, come quello in Giordania quando le campane di tutte le chiese cattoliche hanno suonato a morto per il pilota bruciato vivo dai jihadisti?

Cristo crocifisso (Shadows of the Divine) 329 x 450)Credere in Gesù esige il rischio di una conquista sempre nuova di fedeltà: la fede in lui, come l’amore, «se non è l’impegno di ogni giorno è il rimpianto di tutta la vita». Bisogna morire al proprio io, assediato dalle voglie mondane, come il chicco di grano, per amore e solo per amore, annegare l’uomo vecchio e far risorgere l’uomo nuovo che sappia diffondere la pace, creare la fraternità, vivere nella solidarietà… Gesù lo ha spiegato con un esempio, seguito da una dichiarazione esplicita: «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna» (Gv 12,24-25). Chi ama la propria vita pensando solo a se stesso, senza curarsi degli altri, la condanna alla sterilità e alla nullità.

Il nuovo inizio ci sarà e avverrà: per la misericordia di Dio molti rinnegati si convertiranno e il resto dei nostri si rafforzerà. Bisogna solo muoverci, senza aspettare Godot, e lasciarci conquistare dalla bellezza dell’esempio dei martiri di oggi che con la loro fermezza e costanza hanno sopportato i supplizi più crudeli. «E’ giunta l’ora e la campana sta per suonare», esordisce Gesù, anche per noi e per tutti, buoni e malvagi, ricchi e poveri, umili e potenti: a tutti viene data la possibilità di ridiventare fratelli e sorelle. «E allora, non chiediamo per chi suoni la campana. Essa suona per noi» («And therefore never send to know for whom the bell tolls. It tolls for thee»).

20-29.03.2015

▪ Venerdì 20 marzo: A Praga, s. Giovanni Nepomuceno († 1383), sacerdote e martire, ucciso da re Venceslao IV, proclamato santo da Papa Benedetto XIII nel 1729, patrono della Boemia, dei confessori e di tutte le persone in pericolo di annegamento. & In Vaticano, nella Cappella Redemptoris Mater, 4ª predica di Quaresima, tenuta da p. Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, sul tema: «Oriente ed Occidente uniti nella stessa professione di fede» (ore 9-: http://player.rv.va/ rv.player01.asp?language=it &visual=VaticanTic &Tic=VA_DPGUKNQA). & A Girifalco (CZ), incontro quaresimale diocesano (ore 17.30). & Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, Via crucis parrocchiale (ore 17.15-18).

Sindrome Down▪ Sabato 21 marzo: Giornata Mondiale delle Persone con la Sindrome di Down (World Down Syndrome Day), appuntamento internazionale proclamato dall’ONU nel 2011, per diffondere la cultura di integrazione e di valorizzazione della diversità, per favorire la conoscenza e lo scambio tra famiglie sulla sindrome, per promuovere l’opportunità per le coppie di adulti affetti da questa sindrome di poter compiere le proprie scelte di autonomia e di Papa_Francesco_a_Napoliindipendenza abitativa, lavorativa e sentimentale (si veda il video reality dal titolo ‘The Special Poposal’ al link: https://youtu.be/lnaaj SxOsWI). & Visita pastorale di Papa Francesco a Pompei e Napoli (ore 8-8.40: Sosta di preghiera nel santuario della B. Vergine del Rosario di Pompei; ore 9.15-10.15: Incontro con gli abitanti e diverse categorie sociali del Rione Scampia in P.zza Giovanni Paolo II a Napoli; ore 10.50-12.30: Concelebrazione eucaristica in P.zza Plebiscito; ore 13: Visita alla Casa Circondariale «Giuseppe Salbia» a Poggioreale e pranzo con una rappresentanza dei detenuti; ore 14.50-15.45: Incontro nel duomo di Napoli con il clero, i religiosi e i diaconi permanenti, preceduto dalla visita nella cripta con le reliquie di s. Gennaro; ore 16.15: Incontro con gli ammalati nella basilica del Gesù Nuovo; ore 16.50-18.15: Incontro con i giovani sul Lungomare Caracciolo – http://player.rv.va /rv.player01.asp?language =it&visual=VaticanTic &Tic= VA_DPGUKNQA). & Sul dirupo montano di Ranft presso Sachseln nel cantone svizzero di Obwalden, s. Nicola di Flüe († 1487), noto col nome di Bruder Klaus (fratello Klaus), padre di famiglia, eremita, celebre per lo stretto rigore di penitenza e il disprezzo della mondanità, canonizzato e proclamato da Pio XII patrono della Svizzera (1947). & A Gimigliano (CZ), nel santuario diocesano elevato l’1 maggio 2013 a basilica minore della Madonna di Porto, Week-end di spiritualità per i giovani (19-30 anni).

Giornata mondiale dell'acqua 2015 Domenica 22 marzo: 5ª di Quaresima, detta del “chicco di grano”(Ger 31,31-34; Sal 50; Eb 5,7-9; Gv 12,20-33). & Giornata Mondiale dell’Acqua (World Water Day), una ricorrenza internazionale istituita dall’ONU nel 1992 e dedicata nell’edizione 2015 al binomio «acqua e sviluppo sostenibile», per richiamare l’attenzione sulle connessioni ed interdipendenze tra l’accesso all’acqua ed ogni modello di sviluppo, per sensibilizzare l’attenzione sull’accesso all’acqua potabile e sulla sostenibilità degli habitat acquatici, per “festeggiare” questa risorsa-generatrice di vita,negata a 748 milioni di persone nel mondo e comunque non adeguata per circa 2,5 miliardi. & A Roma, in P.zza S. Pietro, incontro di Papa Francesco con i pellegrini per la recita della preghiera mariana dell’Angelus Domini e per una breve riflessione (ore 12-12.30). & A CastelpetrosoCastelpetroso in Molise, 127° anniversario dell’apparizione della Madonna Addolorata (1888), in atteggiamento di maternità sacerdotale, di implorazione e di offerta, semi inginocchiata, senza stringere il Figlio morto, ma con le braccia aperte e lo sguardo rivolto in alto, ai piedi di Gesù steso e coperto di sangue e piaghe, dichiarata da Papa Paolo VI nel 1973 celeste patrona del Molise. & Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, su iniziativa dell’Unitalsi, cioè dell’Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali, soggiorno della reliquia di s. Bernadette Soubirous († 1879), protettrice degli ammalati e patrona di Lourdes, un’occasione per tutti, ma in particolare i malati, gli anziani, le vedove e i bambini, di rendere omaggio alla Santa a cui la “Signora”, nell’apparizione del 25 marzo 1858, rivelò il suo nome: «Io sono l’Immacolata Concezione», e attraverso la sua intercessione mettere nelle mani del Signore le loro preoccupazioni, fatiche ed attese (ore 17.30-19).

▪ Lunedì 23 marzo: S. Turibio di Mogrovejo († 1606), vescovo di Lima in Perù, originario della Spagna, esperto di diritto, organizzatore della Chiesa peruviana, fondatore del primo Seminario del continente americano, molto severo con i sacerdoti proni ai conquistadores, strenuo difensore degli Indios, tra i quali morì il Giovedì Santo, ascoltando il canto dei Salmi, in una sperduta cappellina al nord del Paese.

Missionari Martiri 2015▪ Martedì 24 marzo: 23ª Giornata di Preghiera e Digiuno in Memoria dei Missionari Martiri, «nel segno della croce» (è il tema dell’edizione 2015), in comunione con tutti i credenti perseguitati a causa di Gesù e uccisi in odio alla loro fede: memoria, intercessione, impegno a vivere sempre e comunque nell’amore, perché «la vittoria è solo nell’amore, in una vita spesa per il Signore e per il prossimo, a partire dai poveri» (Papa Francesco). & A Vadstena in Svezia, s. Caterina († 1381), figlia di s. Brigida, che, data alle nozze contro il suo volere, conservò, di comune accordo con il marito, la sua verginità, trasferì da Roma le reliquie della madre in Svezia e le ripose nel monastero di Vadstena, dove ella stessa vestì l’abito monacale. Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, alle ore 21, Veglia di preghiera sui luoghi della croce: Getsemani (angoscia dei migranti), Golgota (cristiani crocifissi), Sepolcro (potenza della risurrezione).

▪ Mercoledì 25 marzo: Annunciazione del Signore – solennità di gioia con Maria, per il suo ‘sì’ alla maternità divina, e di riflessione sul nostro ‘sì’: «Sì, avvenga per secondo la tua parola» (Lc 1,38). & In Vaticano, in P.zza S. Pietro, Udienza generale di Papa Francesco per la catechesi del mercoledì (ore 9.50-12: http://player.rv.va /rv.player01.asp? language=it &visual=Tv). & A Squillace, alle ore 17, elevazione della cattedrale, edificata dopo il terremoto del 1783 dal vescovo Nicola Notaris, alla dignità di basilica pontificia minore, durante la concelebrazione eucaristica presieduta dal prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, card. Roberto Sarah, alla presenza dell’arcivescovo metropolita Vincenzo Bertolone e degli arcivescovi emeriti della diocesi: Antonio Cantisani e Antonio Ciliberti (sacerdoti, religiosi, religiose, le monache carmelitane «Messaggere dello Spirito Santo» del «Vivarium» di Squillace, assieme ai fedeli laici, pregheranno anche per il proprio pastore, in occasione del 4° anniversario della sua nomina a metropolita di Catanzaro-Squillace).

Caritas Calabria▪ Giovedì 26 marzo: Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, adorazione parrocchiale di Gesù-Eucaristia (ore 17-18). & A Sellia Marina (CZ), nella Sala del Consiglio Comunale, Convegno sul tema: «Cibo, sanità, eticità – per una giusta fruizione dei frutti della terra», organizzato dal Cento Studi Verbum e promosso dall’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace, Movimento Apostolico e Zenit (ore 17-: http://www.diocesicatanzaro squillace.it/ download /locandina_expo.pdf). & A Lamezia Terme, presso l’Oasi Bartolomea (Via del Progresso, 360), Seminario sul tema: «Bene confiscato: un percorso costruito insieme», promosso dalla Delegazione Regionale Caritas Calabria, nell’ambito dei Seminari 2015 dedicati alla carità e giustizia in Calabria (ore 9-18.30: http://www.diocesicatanzaro squillace.it/download/ costruire_speranza_ seminari. pdf).

▪ Venerdì 27 marzo: A Salisburgo in Austria, s. Ruperto († 718), primo vescovo e principale patrono della «città del sale», la cui fama è collegata con quella del suo figlio più illustre, Wolfgang Amadeus Mozart († 1791). & In Vaticano, nella Cappella Redemptoris Mater, 5ª predica di Quaresima, tenuta da p. Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, sul tema: «Oriente ed Occidente uniti nella stessa professione di fede» (ore 9-). & Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, Via crucis parrocchiale (ore 17.15-18).

▪ Sabato 28 marzo: Ora della Terra (Earth Hour), la più grande mobilitazione globale nata come evento simbolico per fermare il cambiamento climatico – le luci spente per un’ora, dalle 20.30 alle 21.30, attraverso tutti i fusi orari; a Roma, a luci spente la Cupola e il colonnato della basilica di S. Pietro e – novità dell’edizione 2015 – anche quelle della Sinagoga e della Grande Moschea, perché la sfida climatica è anche una questione morale (il cambiamento climatico, dettato da interessi egoistici, colpisce soprattutto i più vulnerabili, i più poveri, e mette a rischio il futuro della civilizzazione umana). A Przemyśl in Polonia, s. Giuseppe Sebastiano Pelczar († 1924), uomo di alta cultura, insigne maestro di vita spirituale, vescovo, fondatore della congregazione delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù, promotore di opere sociali: insegnamento gratuito per i ragazzi meno abbienti, asili, mense e ricoveri per i poveri, canonizzato da Giovanni Paolo II nel 2003.

 Palme - Gesù in croce Domenica 29 marzo: Domenica della Palme e della Passione del Signore (Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mc 14,1-15,47). & In Vaticano, in P.zza S. Pietro, benedizione delle palme e degli ulivi, processione e Messa presieduta da Papa Francesco (ore 9.20-11.30: http://player.rv.va /rv.player01.asp? language=it& visual=VaticanTic &Tic=VA_D PGUKNQA), e incontro con i pellegrini per la recita della preghiera mariana dell’Angelus Domini con una breve riflessione (ore 12-12.30). & Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, benedizione delle palme intorno all’edicola sacra in Via Melito Porto Salvo e processione verso la chiesa per la Messa (ore 9.30; con il ritorno dell’ora legale – si spostano avanti di un’ora le lancette dell’orologio – Messa vespertina è alle ore 18.30, non più alle ore 18).

Buon cammino, Amici.

Piotr Anzulewicz OFMConv




Rovesciare quei ‘mercati’…

Parola chiave della 3ª Domenica di Quaresima, detta del tempio, è «rovesciare» (Gv 2,15). Si tratta di rovesciare la logica che trasforma le dieci parole di un Dio che libera e ama in dieci comandamenti di un Dio che giudica e castiga. Le dieci parole (Es 20,1-17) non sono un codice regale, come quello stilato durante il regno babilonese di Hammurabi († 1785 a. C.). Non prevedono alcuna sanzione per i trasgressori. Chi le propone non è un sovrano, un imperatore, un tiranno, ma un liberatore, un redentore, un salvatore che si sporca le mani fino ai gomiti per condurre l’uomo alla libertà vera, e ci tiene a sottolinearlo. Sulle sue labbra non c’è nessun imperativo categorico, autoritario, prepotente. C’è invece il sogno di un’umanità diversa, nuova, straordinaria, quella che egli aveva pensato quando l’ha plasmata dal nulla. Le dieci parole sono «le tavole della libertà e dell’amore» per l’intera umanità. Tutte, anche quelle che hanno forma negativa, di divieto, sono l’evangelo, la buona notizia, la promessa, la benedizione di un Dio che ama, e che Gesù, l’Amore incarnato di Dio, le riassume, le sintetizza, le snellisce, fino a distillarle in un’unica legge: Ama! Ama dell’amore con cui sei amato!

L’assoluto della nostra fede è allora fare esperienza dell’amore di Dio, della sua misericordia, della sua redenzione, del tutto gratuita e immeritata. Tutto ciò che ha offuscato o ribaltato quest’amore, va “rovesciato” e purificato… Il racconto dell’Esodo (20,1-17) è esempio rivoluzionario, è una strada da seguire, è d’ispirazione per qualsiasi moto di libertà. E il brano del Vangelo giovanneo (2,13-25) riporta tutta l’intransigenza di Gesù su questi princìpi e valori inalienabili, e ci ripete il richiamo: Non fate mercato della vita, della fede, dell’uomo. Non immiseritelo nelle leggi dell’economia, del denaro, del potente, astuto o violento. Non riducete i suoi sogni a oro e argento. Profanare, contaminare o calpestare l’uomo, che è tempio santo e terra sacra, è il peggior sacrilegio che si possa commettere… Ogni uomo, ricco o povero, credente o ateo, è dono di cui siamo responsabile verso cui non possiamo camminare che a piedi nudi…

Frate Francesco d’Assisi spesso invocava «la dolce violenza dell’amore di Cristo morto e risorto» per liberare e trasformare il suo cuore. Il tempo di Quaresima è un tempo favorevole per aprire il nostro cuore e lasciare che la forza pasquale rovesci quei ‘mercati’ che lo occupano e opprimono: egoismo, superbia, orgoglio, cupidigia, invidia e gelosia…

Benigni«Le dieci parole hanno un’attualità totale – ha affermato Paolo Ricca, teologo valdese, uno dei principali consulenti di due puntate su Raiuno, andate in onda nel dicembre scorso, dedicate ai dieci comandamenti da Roberto Benigni, comico toscano. – Non c’è ne briciola che debba essere considerata superata. Anzi, sono molto più avanti di noi, perché prefigurano un’umanità che noi stiamo ancora inseguendo da lontano. Se si vuole aggiungere qualcosa, bisognerebbe dire quel che già diceva Martin Lutero, e cioè che i cristiani hanno la responsabilità di immaginarne di nuovi, legati a temi come per esempio possono essere quelli della giustizia ecologica. Si può reinterpretare il “non uccidere” anche nel senso che non si deve uccidere l’ambiente. I comandamenti di Mosè rimangono però di grandissima attualità e sono il modello per ogni nuova questione che i cristiani ritengono di avanzare lungo le coordinate della libertà e dell’amore».

Ci proponiamo di adeguare la nostra vita alla legge dell’amore, ‘potando’, ribaltando, rovesciando «i nostri comportamenti contrari alla carità, giustizia e onestà» (Papa Francesco).

8-19 marzo 2015

 Domenica 8 marzo: 3ª di Quaresima, detta del tempio (Es 20,1-17; Sal 18; 1 Cor 1,22-25; Gv 2,13-25). & S. Giovanni di Dio († 1550), religioso, fondatore dell’Ordine dei Fratelli Ospedalieri («Fatebenefratelli»), patrono degli ospedali, Donnainfermieri, ammalati, librai e stampatori. & Giornata Internazionale della Donna, nota come «festa della donna», con il tema di quest’anno: «Donne per la Terra», per sottolineare il legame tra genere femminile, natura e Terra; un’occasione per ricordare sia le conquiste ambientali, sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo, ma anche per fare un piccolo grande gesto di solidarietà per nonne, mamme, spose, sorelle, casalinghe, lavoratrici dipendenti, imprenditrici, professioniste, docenti, disoccupate, badanti e consacrate, e dire grazie per tutte le espressioni del «genio» femminile che sa «produrre senza distruggere, costruire e rinnovare, tutelando e salvaguardando»; un invito, inoltre, a impegnarsi per la liberazione di tutte «le donne crocifisse», al 99% straniere, oltre 100 mila, sulle strade d’Italia, vittime di tratta e di prostituzione coatta, schiavizzate, torturate, percosse e violentate, portate in Italia con l’inganno di una promessa di lavoro da Paesi poverissimi come Nigeria, Romania, Albania, Moldavia, Bulgaria, dove spesso sono avvicinate, adescate, reclutate, assoggettate e ricattate nei confronti dei loro cari. & A Roma, in Piazza S. Pietro, incontro di Papa Francesco con i pellegrini per la recita della preghiera mariana dell’Angelus Domini e per una breve riflessione (ore 12-12.30) e, nella Parrocchia romana della S. Maria del Redentore a Tor Bella Monaca, visita pastorale (ore 16-: http://player.rv.va/ rv.player01.asp? language=it &visual= VaticanTic& Tic=VA_ 96FD NKZO), e, ancora a Roma, presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, Convegno sul «Sapere per educare: affettività, sessualità, bellezza», per riflettere sui rischi della teoria del gender che nega la distinzione tra uomo e donna in base al sesso biologico, per rivalutare la bellezza delle differenze sessuali maschio-femmina, per esortare docenti, educatori e genitori a prendere coscienza degli attacchi, attraverso tale teoria, alla famiglia naturale e al benessere di bambini e di ragazzi.

Francesca Romana▪ Lunedì 9 marzo: S. Francesca Romana († 1440), moglie e madre di specchiata virtù, ammirevole per pietà, umiltà e pazienza, fondatrice delle Oblate Olivetane di S. Maria Nuova, dette anche «Oblate di Tor de’ Specchi S. Francesca Romana», chiamata «Santa di Roma» e invocata come protettrice dalle pestilenze e patrona degli automobilisti.

▪ Martedì 10 marzo: A Roma, presso S. Pietro, s. Simplicio († 483), nativo di Tivoli, papa, che, al tempo delle invasioni dell’Italia e dell’Urbe, da parte dei barbari (Odoacre), confortò gli afflitti, incoraggiò l’unità della Chiesa e rinsaldò la fede. & 1° giorno della novena in preparazione alla festa di s. Giuseppe, patrono universale della Chiesa.

▪ Mercoledì 11 marzo: In Scozia, s. Costantino († 576), discepolo di s. Columba, fondatore del monastero di Govan, abate, evangelizzatore dei Pitti (popolazione indigena dell’odierna Scozia), martire. In Vaticano, in Piazza S. Pietro, udienza generale di Papa Francesco per la catechesi del mercoledì (ore 9.50-11.30: http://player.rv.va /rv. player01.asp?language=it& visual=VaticanTic &Tic= VA_5C5RMISS). & giorno della novena in preparazione alla festa di s. Giuseppe.

▪ Giovedì 12 marzo: S. Luigi Orione († 1940), fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza e di alcune congregazioni religiose per il bene dei giovani e degli emarginati, canonizzato da Giovanni Paolo II nel 2004, e, a Soverato_01_120315Cracovia, b. Angela Salawa († 1922), terziaria francescana, domestica, sepolta nella chiesa di S. Francesco. & A Soverato, nell’Auditorium Istituto Alberghiero, Convegno su «Il cibo e la comunione tra gli uomini. Coltivare, custodire e trasformare la terra», organizzato dal Centro Studi Verbum e promosso dall’Arcidiocesi Metropolitana Catanzaro-Squillace, Movimento Apostolico e Zenit (si veda il programma: http://www.diocesi catanzarosquillace.it /download/ cibo_ comunione_ uomini_ soverato_ 120315.pdf). & Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, adorazione eucaristica (ore 17-18). & 3° giorno della novena in preparazione alla festa di s. Giuseppe.

▪ Venerdì 13 marzo: A Oxford in Inghilterra, b. Agnello da Pisa († 1235/1236), sacerdote, compagno di s. Francesco d’Assisi dal 1212, da lui inviato nel 1217 in Francia come ministro provinciale e nel 1224 in Inghilterra per istituirvi la nuova provincia francescana. & In Vaticano, nella Cappella Redemptoris Mater, 3ª predica di Quaresima, svolta da p. Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, sul tema: «Oriente ed Occidente uniti nella stessa professione di fede» (ore 9-), e, nella basilica di S. Pietro, celebrazione penitenziale, con il rito per la riconciliazione (ore 17-18: http://player.rv.va/ rv. Papa Francesco con colombaplayer01. asp? language=it &visual=VaticanTic &Tic=VA_5C5RMISS). & 2° anniversario dell’elezione del card. Jorge Mario Bergoglio al 266° successore di s. Pietro, il primo con il nome del Poverello d’Assisi, il primo gesuita, il primo dall’America Latina, che ha aperto il cammino di «fratellanza, amore e fiducia tra noi», di una «Chiesa vivace, povera, in uscita», dalle porte aperte, con il continuo richiamo a spogliarsi della «mondanità spirituale», a lasciarsi amare da Dio Padre amoroso e ad abbandonarsi nel suo abbraccio, a favorire una cultura dell’incontro, della condivisione e della solidarietà verso i più deboli e gli indifesi, a «creare comunione, irradiare gioia, edificare la pace». & Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, Via crucis, animata dai gruppi parrocchiali (ore 17.15-18), e «24 ore per il Signore», iniziativa promossa dalla Forania Catanzaro Sud in unione con Papa Francesco: confessioni e adorazione eucaristica (ore 19-24). & giorno della novena in preparazione alla festa di s. Giuseppe.

▪ Sabato 14 marzo: 14ª Giornata Nazionale dell’Unitalsi, cioè dell’Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali, per promuovere in circa 2 mila piazze la sensibilizzazione verso i bisogni dell’altro, per rilanciare i pellegrinaggi, in particolare quelli a Lourdes, Fatima e Loreto, per sviluppare le case famiglia, per comunicare tutti i progetti, le attività, le azioni di sostegno alla malattia e alla disabilità che l’Associazione ha messo in campo sul territorio italiano (14-15.03). A Nagasaki, in Giappone, inizio delle celebrazioni per il 150° anniversario della scoperta dei “cristiani nascosti” (1865), che dopo 250 anni di persecuzioni furono finalmente liberi di Cusmanoprofessare la loro fede (14-17.03). & A Palermo, b. Giacomo Cusmano († 1888), sacerdote, chiamato “medico dei poveri” o anche “padre dei poveri” per la sua generosità e abnegazione, fondatore dell’associazione del «Boccone del Povero» e delle due congregazioni: Servi e Serve dei Poveri, beatificato nel 1983 da Giovanni Paolo II (per saperne di più si veda: http://www.cusmano.org/). & Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, «24 ore per il Signore», iniziativa promossa dalla Forania Catanzaro Sud in unione con Papa Francesco: confessioni e adorazione eucaristica (ore 8.30-18). 5° giorno della novena in preparazione alla festa di s. Giuseppe.

 Domenica 15 marzo: 4ª di Quaresima, detta Laetare (2 Cr 36,14-16.19-23; Sal 136; Ef 2,4-10; Gv 3,14-21). 14ª Giornata Nazionale dell’Unitalsi (14-15.03). & 4ª Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata alla lotta ai disturbi del comportamento alimentare, malattie complesse che portano chi ne è affetto a vivere con l’ossessione del cibo, del peso e dell’immagine corporea: l’anoressia nervosa, la bulimia, il binge eating (disturbo da alimentazione incontrollata) ed altre forme quali i disturbi sottosoglia, forme ibride ed Ednos (disturbi alimentari non altrimenti specificati o disturbi del comportamento alimentare-Nas). & A Parigi in Francia, s. Luisa de Marillac († 1660), vedova, che guidò con il suo esempio l’Istituto delle Figlie della Carità nell’assistenza ai bisognosi, portando a pieno compimento l’opera avviata da s. Vincenzo de’ Paoli. A Roma, in Piazza S. Pietro, incontro di Papa Francesco con i pellegrini per la recita della preghiera mariana dell’Angelus Domini e per una breve riflessione (ore 12-12.30). & 6° giorno della novena in preparazione alla festa di s. Giuseppe.

▪ Lunedì 16 marzo: B. Benedetta di Assisi († 1260), prima badessa dopo s. Chiara nel governo del monastero di S. Damiano, presente al processo della sua canonizzazione (1253), all’inizio della costruzione della basilica di S. Chiara (1257), al trasferimento delle Clarisse da S. Damiano ai locali annessi alla vecchia chiesa di S. Giorgio e forse anche al trasferimento del corpo di s. Chiara dalla chiesa di S. Giorgio alla nuova basilica, sepolta nella chiesa di S. Giorgio e dal 1602 nella cappella dedicata a lei nella basilica di S. Chiara, insieme alle reliquie della b. Amata e s. Agnese. & 7° giorno della novena in preparazione alla festa di s. Giuseppe& Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, Giornate eucaristiche, cosiddette «Quarantore», che si concluderanno alle ore 18 di mercoledì 18 marzo, proseguendo poi nella quotidiana disponibilità a condividere, donare ed unire, e inizio delle catechesi tenute dai catechisti del Cammino neocatecumenale ogni lunedì e giovedì, fino alla Settimana Santa (ore 20.30).

Patrick's Day▪ Martedì 17 marzo: S. Patrizio († 461), di origini scozzesi, vescovo, apostolo e patrono dell’Irlanda e degli irlandesi nel mondo (da notare la presenza della leggendaria figura del Santo nell’emblema nazionale irlandese: il trifoglio [shamrock], con il quale egli avrebbe spiegato agli irlandesi il concetto della Trinità). & 154° anniversario dell’unità d’Italia (1861): una ricorrenza di appartenenza. & 8° giorno della novena in preparazione alla festa di s. Giuseppe& Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, 2ª Giornata eucaristica e 3° anniversario della morte di p. Mario Brentazzoli, servo “giusto e fedele”, premuroso e generoso nel servizio ai fratelli e alle sorelle, amato per la sua semplicità e bontà verso i poveri, gli ammalati e i missionari, da molti visto come un vero figlio di s. Francesco, attratto dall’amore per Cristo povero, “pellegrino e forestiero”.

▪ Mercoledì 18 marzo: S. Cirillo († 387), vescovo di Gerusalemme e dottore della Chiesa (1882), impegnato nella disputa cristologica seguita all’affermazione del Simbolo niceno (Credo) proclamato nel 1° Concilio Ecumenico di Nicea (325), partecipe al 2° Concilio Ecumenico celebrato a Costantinopoli (381), durante il quale ha respinto la dottrina ariana sul Cristo, dichiarandolo Figlio di Dio per natura – e non per adozione – ed eterno come il Padre (il Concilio Vaticano II richiama il suo insegnamento, con quello di altri Padri, in due Costituzioni dogmatiche: la Lumen gentium sulla Chiesa e la Dei Verbum sulla divina Rivelazione, e nel decreto Ad gentes sull’attività missionaria della Chiesa nel mondo contemporaneo). & In Vaticano, in Piazza S. Pietro, udienza generale di Papa Francesco per la catechesi del mercoledì (ore 9.50-12: http://player.rv.va /rv.player01.asp? language=it&visual=Tv). & A Catanzaro, nell’Aula Sancti Petri (Via dell’Arcivescovado, 13), presentazione del volume-frutto del servizio culturale e pastorale reso da mons. Raffaele Facciolo, vicario generale dell’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace (ore 17.30-). & Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, 3ª Giornata eucaristica& 9° giorno della novena in preparazione alla festa di s. Giuseppe.

▪ Giovedì 19 marzo: S. Giuseppe, «sposo di Maria» (Mt 1,16) e tutore di Gesù, silente esempio di dedizione e di umiltà, patrono universale della Chiesa, proclamato da Pio IX nel 1870 (sulla sua figura e la missione nella vita di Cristo e della Chiesa si legga l’Esortazione apostolica Redemptoris Custos di Giovanni Paolo II pubblicata nel 1989). Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, adorazione eucaristica parrocchiale (ore 17-18) e catechesi neocatecumenale (ore 20.30).

Per approfondimenti sul cammino quaresimale si vedano:

«Rinfrancate i vostri cuori» (Gc 5,8). Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2015 (http://w2.vatican. va/content/francesco/it/messages /lent/documents /papa-francesco_2014 1004_me ssaggio -quaresima 2015. html)

Il tempo si è fatto breve (V. Bertolone)«Il tempo si è fatto breve» (1 Cor 7,29. Una Quaresima con l’occhio e il cuore verso il futuro. Lettera di mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, per la Quaresima 2015 (http://www.diocesicatanzaro squillace.it /download /lettera_ Quaresima3. indd.pdf)

Auguri di buon cammino a tutti.

Piotr Anzulewicz OFMConv




«L’amore trasfigura tutto»

Viviamo il tempo di Quaresima come un percorso di formazione del cuore: un cuore che si lascia compenetrare dallo Spirito di Dio e portare sulle strade che conducono agli altri; un cuore povero che conosce le proprie povertà, sente il grido dei poveri e la sofferenza di chi ha perso la dignità, e si spende per loro.

«Nel cuore – ha affermato Papa Francesco il 22 febbraio all’Angelus, al termine del quale ha fatto distribuire ai presenti un piccolo sussidio per la riflessione quaresimale – si gioca la partita delle scelte quotidiane tra bene e male, tra mondanità e Vangelo, tra indifferenza e condivisione. L’umanità ha bisogno di giustizia, di pace, di amore e potrà averle solo ritornando con tutto il cuore a Dio, che ne è la fonte di tutto questo».

Donna con bambinoIl cuore si apre non solo all’affetto, ma all’amore pieno, ed è perciò in grado di farci spalancare gli occhi sugli altri e sulle loro sofferenze. «Quando nel nostro cuore – ha ribadito il Papa – trova posto il più piccolo dei nostri fratelli, è Dio stesso che vi trova posto. Quando quel fratello viene lasciato fuori, è Dio stesso che non viene accolto. Un cuore vuoto di amore è come una chiesa sconsacrata, sottratta al servizio divino e destinata ad altro». Il futuro dell’umanità è anche nel nostro cuore, colmo di amore…

1-8 marzo 2015

Trasfigurazione (H.D. Johnson)◊ Domenica 1 marzo: 2ª di Quaresima, detta della trasfigurazione del Signore (Gen 22,1-2,9.10-13.15-18; Sal 115; Rm 8,31b-34; Mc 9,2-10). & A Roma, in Piazza S. Pietro, preghiera mariana dell’Angelus Domini guidata da Papa Francesco, con una breve riflessione (ore 12-12.30: http: //player.rv.va/rv.player01.asp?language=it& visual=Vatican Tic&Tic =VA_96FDNKZO). & A Catanzaro, nel Pontificio Seminario Teologico «S. Pio X» (Viale Pio X, 160), 1° Workshop formativo per i comitati zonali dell’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace in preparazione alla «Missione Giovani 2015», un’iniziativa rivolta ai giovani dai 18 ai 35 anni delle nostre Parrocchie (ore 9.30-).

Agnese di Boemia▪ Lunedì 2 marzo: A Praga, s. Agnese di Boemia († 1282), principessa, cugina di s. Elisabetta d’Ungheria, figlia del re Premysl Otokar I, una delle donne più importanti d’Europa del XIII sec., che, rifiutate nozze regali e affascinata dallo spirito francescano, fondò l’ospedale di S. Francesco, affidandolo all’Ordine dei Crocigeri della Stella Rossa, e il monastero di S. Francesco per le «Sorelle Povere» o «Damianite» (Clarisse), divenendone badessa e figlia spirituale di s. Chiara d’Assisi con la quale ebbe un intenso scambio epistolare di cui ci restano 4 lettere (si veda Fonti francescane, nn. 2883-2911), proclamata santa da Giovanni Paolo II nel 1989. & A Roma, nella Sala Stampa della Santa Sede, presentazione della Rete Ecclesiale Panamazzonica, fra le diocesi che includono nel loro territorio sacerdoti, congregazioni, Caritas e laici impegnati nella giungla amazzonica (ore 11-12.30: http://player.rv.va/ rv.player01.asp?language =it&visual=Vatican Tic&Tic=VA_96FDNKZO).

▪ Martedì 3 marzo: A Brescia, s. Teresa Eustochio Verzeri († 1852), fondatrice delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù, educatrici e guide delle ragazze povere, orfane e abbandonate, canonizzata da Giovanni Paolo II nel 2001. Giornata Mondiale della Fauna Selvatica per ricordare le specie più a rischio di estinzione, minacciate dal bracconaggio (elefanti, rinoceronti, tigri…): Stop ai crimini contro fauna e flora.

▪ Mercoledì 4 marzo: S. Casimiro († 1484), figlio del re di Polonia, appartenente alla dinastia degli Jagelloni, di origine lituana, che rifulse per la generosità verso i poveri («difensore dei poveri») e per la devozione verso l’Eucaristia e la Madonna (nella sua bara fu posta una copia del suo inno preferito: «Omni die dic Marie»), morto di tubercolosi a soli 26 anni a Grodno presso Vilnius, patrono della Polonia e della Lituania. & In Vaticano, in Piazza S. Pietro, udienza generale di Papa Francesco per la catechesi del mercoledì (ore 9.50-11.30: http://player.rv.va/ rv.player01.asp? language =it&visual = VaticanTic &Tic=VA_96 FDNKZO).

▪ Giovedì 5 marzo: A Roma, s. Lucio († 254), 22° papa della Chiesa cattolica che subì l’esilio per la fede in Cristo e affrontò le difficoltà del suo tempo con moderazione e prudenza, sepolto in un compartimento della cripta papale nelle Catacombe di S. Callisto sulla Via Appia. & Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, adorazione eucaristica (ore 17-18).

 Venerdì 6 marzo: 3ª edizione della Giornata Europea dei Giusti, con il motto: «Chi salva una vita, salva il mondo intero», proclamata nel 2012 dal Parlamento europeo, un appuntamento per commemorare coloro che si sono opposti con responsabilità individuale ai crimini, ai genocidi e ai totalitarismi contro l’umanità, per ricordare tutte le storie di bene e di altruismo fatte da uomini nei momenti bui dell’umanità, per celebrare coloro che lottano contro le ingiustizie, per rendere omaggio anche a tutti gli arabi e a tutti i musulmani che oggi, in quelle condizioni difficili, cercano di difendere la dignità umana. & A Viterbo, b. Rosa († 1251), penitente francescana, patrona della gioventù femminile dell’Azione Cattolica, patrona della città e compatrona della diocesi. & A Gand nelle Fiandre, nell’odierno Belgio, s. Coletta Boylet († 1447), contemporanea di s. Giovanna d’Arco, riformatrice dei monasteri delle Clarisse («monasteri colettini»), chiamata «seconda madre delle Clarisse». A Bratislava in Slovacchia, sessione conclusiva del 2° incontro europeo dei consiglieri giuridici, promosso dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, per mettere a fuoco il tema della libertà, declinata sotto due aspetti: la libertà di espressione e il diritto all’obbiezione di coscienza. & In Vaticano, nella Cappella Redemptoris Mater, 2ª predica di Quaresima, tenuta da p. Raniero Cantalamessa, sul tema «Oriente ed Occidente uniti nella stessa professione di fede» (ore 9-: http://player.rv.va/ rv.player01.asp? language=it &visual=VaticanTic &Tic=VA_ L9BYHO16); nell’Aula Paolo VI, udienza di Papa Francesco ai membri del Cammino Neocatecumenale (ore 11.30-12.30); nell’Aula Nuova del Sinodo, Workshop dell’assemblea plenaria della Pontificia Accademia per la Vita, aperto al pubblico, sul tema: «L’assistenza agli anziani e le cure palliative», con l’obbiettivo di avvicinare scienza e fede al servizio di tutti coloro che aiutano gli anziani bisognosi di cure specifiche, in famiglia, nella società, in ospedale (l’anziano non deve essere considerato un optional nella società, ma fino alla fine un soggetto). & Al «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido, Via crucis, animata dai gruppi parrocchiali (ore 17.15-18).

▪ Sabato 7 marzo: Ss. Felicita e Perpetua († 203), giovani catecumene, arrestate a Cartagine sotto l’imperatore Settimio Severo e condannate a morte per la loro “professione di fede” in Cristo (Nei Promessi sposi, il Manzoni ha chiamato Perpetua la donna di servizio in casa di don Abbondio; il nome di quel personaggio letterario è passato poi a indicare una categoria di donne: quella delle “perpetue”, addette alla cura delle canoniche). & A Roma, in Piazza S. Pietro, udienza di Papa Francesco ai membri del Movimento di Comunione e Liberazione per il 60° di fondazione e il 10° anniversario della morte di don Luigi Giussani (ore 10.25-12.45), e nella Parrocchia romana di Ognissanti, sulla Via Appia Nuova, visita pastorale, nel 50° della prima Messa celebrata da Papa Paolo VI in italiano, secondo le nuove norme liturgiche del Concilio Vaticano II, nella chiesa costruita da don Luigi Orione, canonizzato da Giovanni Paolo II nel 2004 (ore 17.50-19.15: http://player.rv.va/ rv.player01.asp? language=it& visual=Vatican Tic&Tic=VA_L9BYHO16).

 Domenica 8 marzo: 3ª di Quaresima, detta della Samaritana (Es 20,1-17; Sal 18; 1 Cor 1,22-25; Gv 2,13-25). & S. Giovanni di Dio († 1550), religioso, fondatore dell’Ordine dei Fratelli Ospedalieri Donna 3(«Fatebenefratelli»), patrono degli ospedali, infermieri, ammalati, librai e stampatori. & Giornata Internazionale della Donna, nota come «Festa della Donna», un’occasione per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo, ma anche per fare un piccolo grande gesto di solidarietà per nonne, mamme, spose, sorelle, badanti e consacrate, e dire grazie per tutte le espressioni del «genio» femminile… & A Roma, in Piazza S. Pietro, incontro di Papa Francesco con i pellegrini per la recita della preghiera mariana dell’Angelus Domini e per una breve riflessione (ore 12-12.30), e, nella Parrocchia romana del SS. Redentore a Tor Bella Monaca, visita pastorale (ore 16-: http://player.rv.va/ rv.player01.asp? language=it &visual= VaticanTic& Tic=VA_ 96FDNKZO).

Per approfondimenti sul cammino quaresimale si vedano:

«Rinfrancate i vostri cuori» (Gc 5,8). Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2015 (http://w2.vatican.va/content/francesco/it/messages/lent/documents/papa-francesco_20141004_ me ssaggio-quaresima 2015.html)

Amici, a tutti voi l’augurio di buona Quaresima. La trasfigurazione, e non la sfigurazione, è il punto di arrivo dell’uomo e dell’universo. Il nostro volto non è quello disfatto dallo sfacelo della morte, ma quello trasfigurato della risurrezione. A questa trasfigurazione non si contrapponga alcuna violenza nel nostro cuore.

Piotr Anzulewicz OFMConv