Il «pane» della musica…

Note musicali con fiori e farfalle
Dopo dieci mesi di lezioni, siamo lieti di annunciare il buon esito del Laboratorio musicale del M° Luigi Cimino (leggi anche https://circoloculturalesanfrancesco.org/site/laboratorio-musicale-2014/). Il Laboratorio ha raggiunto i suoi scopi, non solo riguardo alla musica, ma anche ai momenti lieti di aggregazione, in cui amici si sono ritrovati in un ambiente sereno a divertirsi imparando. Dobbiamo molto al Maestro, alla sua professionalità, delicatezza e passione nel trattare una materia così complessa e nello stesso tempo così artistica, armonica, sinfonica.

Giovedì 30 ottobre saremo lieti, nel corso di una delle ultime lezioni dell’anno 2014, di rivolgergli un saluto ed un caloroso ringraziamento per la sua dedizione. Solo un grande cuore, come il suo, è capace di grandi slanci. Alcuni giorni di sospensione serviranno a fare il punto: a capire cosa si può e si deve fare per migliorare. Una revisione e una verifica sono d’obbligo. In questo momento, sarebbe molto triste dover rinunciare al desiderio di rendere migliore il nostro «habitat», anche e soprattutto, con la cultura…

Ci sostiene la speranza di trovare persone capaci di impegnarsi nell’ambito del volontariato, affinché i vari programmi, attualmente accantonati, in attesa di persone di buona volontà, possano finalmente prendere il via. Sarebbe davvero desolante dover arrendersi per mancanza di sensibilità ed apprezzamento… Immagino che nessuno di coloro che hanno usufruito delle preziose lezioni del Maestro vogliano perdere una tale opportunità provvidenziale, la cui opera, parte integrante della cultura, egli la dona gratuitamente, lontano dalle logiche commerciali del «mainstream» mediatico.

«Serve un impegno comune di tutti – ha affermato Papa Francesco, rivolgendosi il 13 gennaio scorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede per gli auguri di inizio anno – per favorire una cultura dell’incontro, perché solo chi è in grado di andare verso gli altri è capace di portare frutto, di plasmare vincoli, di creare comunione, di irradiare gioia, di edificare la pace».

(tc/pa)




Due amori rivali?

Il filo d’oro che lega le letture bibliche della 30ª Domenica del tempo ordinario (Es 22,20-26; Sal 17; 1Ts 1,5-10; Mt 22,34-40) è il concetto dell’amore, la chiave di lettura dell’Antico e del Nuovo Testamento e l’essenza della nostra vita. È indubbiamente la parola più bella, la più armonica, la più “sinfonica”, perché coinvolge la totalità della persona, nasce dal profondo del cuore e spinge a farci dono gratuito, disinteressato, incondizionato. Siamo allora esortati oggi ad amare con la profondità di noi stessi (“con tutto il cuore”), con la totalità del nostro essere (“con tutta l’anima”), con il dinamismo del nostro conoscere (“con tutta la mente”) e con tutto il vigore che emana da ciascuno di noi (“con tutta la tua forza”).

Lasciamoci, dunque, avvolgere da questo amore inteso come dono di sé, per far sì che la nostra comunità civile e religiosa diventi sempre più umana, solidale, fraterna. E lasciamoci attrarre anche dagli esempi dei missionari martiri e dai santi e beati proclamati tali di recente, tra cui Paolo VI, pontefice straordinariamente innamorato di Gesù e della sua Chiesa. La sua presenza mi accompagna da quell’indimenticabile giorno – domenica 29 giugno, festività dei ss. Paolo VI e Piotr - Ordinazione sacerdotale (29.06.1975) (640x453) (2)Grazie in diverse lingueapostoli Pietro e Paolo, quando mi ordinò sacerdote sulla Piazza S. Pietro a Roma, insieme ad altri diaconi provenienti da cinque continenti, comprese le Isole del Pacifico. Un immenso grazie al Signore e in particolare alle due persone, che frequentano questa chiesa, quando sabato 18 ottobre, dopo aver sentito, al termine della Messa delle ore 8, il mio profondo dispiacere di non poter essere presente alla beatificazione di colui che mi ha consacrato, hanno fatto di tutto per consegnarmi il biglietto di andata della corriera “Federico”. Grazie. E’ stato un inaspettato dono del Signore… Ancora mi rivedo là, domenica 19 ottobreseduto per terra, sui sampietrini, e appoggiato alla ringhiera di metallo, con una delle due fontane alle spalle che sorprendentemente – come mi sono accorto dopo la cerimonia – portava la scritta: «Renovabit Paulus VI», esausto, ma felice di ripetere: «Grazie, Paolo VI. Ora pensaci tu, anche al Circolo Culturale San Francesco e alla Parrocchia ‘Sacro Cuore’ di Catanzaro Lido».

Dove regna lui che è amore fontale, regna l’attenzione all’altro, fratellanza, solidarietà, gratuità, pace, giustizia. Dove regna il dis-amore, regna la divisione, invidia, gelosia, usura, violenza e la guerra fratricida. «La guerra – ha detto Papa Francesco mercoledì 22 ottobre, dedicando la sua catechesi al tema «Chiesa, Corpo di Cristo» – non incomincia nel campo di battaglia: la guerra, le guerre incominciano nel cuore, con questa incomprensione, divisione, invidie, con questa lotta fra gli altri. (…) L’apostolo Paolo ha dato alla comunità di Corinto alcuni consigli concreti che valgono anche per noi: non essere gelosi, ma apprezzare nelle nostre comunità i doni e le qualità dei nostri fratelli. Ma le gelosie: ‘Ma… quello ha comprato una macchina’, e io sento qui una gelosia; ‘Questo ha vinto al lotto’, è una gelosia; ‘E questo va bene in questo”, è un’altra gelosia. E questo smembra, fa male, non si deve fare! Perché le gelosie crescono e riempiono il cuore. E un cuore geloso è un cuore acido, un cuore che invece di sangue sembra di avere aceto! E’ un cuore che mai è felice, è un cuore che smembra la comunità» e «la frantuma in tante parti».

Quando il cuore di una persona è “ferito” invece dalla scoperta dell’amore di Dio, corre verso il prossimo e lo abbraccia con la stessa tenerezza del Cuore di Dio. Per questo l’amore di Dio e l’amore del prossimo non sono due amori rivali, ma due braccia o direzioni di marcia al servizio di un solo amore vero, due braccia o direzioni che si integrano in un cammino di vita, avendo fisso lo sguardo su ciò che davvero conta: amare comunque e sempre, chiunque e qualsiasi persona, fosse anche il nostro più acerrimo nemico. Sull’amore saremo giudicati, Amici. Da esso dipende tutto: la nostra identità, il presente e il futuro dell’umanità, tutto. Chiediamo al Signore che ci renda amabili, affabili, teneri…

Piotr Anzulewicz OFMConv

 

 

 




Holyween: la ‘sera dei santi’

Tra il rumore sordo delle zucche e lo strepitare affannoso di streghe e vampiri che con tanto chiasso inscenano la loro macabra gara per appropriarsi della festosa giornata di Ognissanti, sono numerose le iniziative di giovani, gruppi, chiese e parrocchie che si preparano a festeggiare e riscoprire i loro amati patroni e santi.

HolyweenCome sarebbe bello che anche qui riprendesse il via l’idea alternativa, lanciata sette anni fa dalle Sentinelle del Mattino, per vivere al meglio la Vigilia di una delle più grandi ricorrenze della nostra tradizione: trasformare Halloween in Holyween, la ‘sera dei santi’. Si tratta di un’iniziativa volta in positivo per ricordare a tutti i cristiani che si possono riconoscere viventi quelle persone che lasciano dietro loro una traccia luminosa, gente comune che quotidianamente, e semplicemente, ha amato.

L’invito ha riscosso un crescente interesse da parte di scuole, ospedali, chiese e normali case private, e il gruppo delle Sentinelle del Mattino esorta ad appendere su porte, finestre e balconi di case e parrocchie i volti di tante persone che hanno fatto brillare di luce il mondo, i santi.

In questo modo lanciamo il messaggio di speranza: Noi festeggiamo la gioia di vivere e i santi che ce l’hanno testimoniataCedesi scheletri e zucche vuote ai santi! E nella festa di Tutti i Santi «pregustiamo la bellezza della vita di totale apertura allo sguardo d’amore di Dio, in cui siamo certi di raggiungerlo nell’altro e l’altro in lui». I santi «dicono a noi pellegrini che essere felici è possibile, ma che non dobbiamo sbagliare la strada» (Benedetto XVI).

Il 28 ottobre 2012 ho pubblicato sul Sito della Parrocchia «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido – tra gli Avvisi di vita parrocchiale (purtroppo, il Sito con il suo ricco archivio, frutto di tre anni d’intenso lavoro, è stato occultamente cancellato e sostituito con una Pagina «Parrocchia Sacro Cuore di Gesù Sacro Convento dei Frati Minori Conventuali di Catanzaro Lido») – questa nota:

«Riguardo a queste ricorrenze, vi raccomandiamo di non sottovalutare il macabro rito di Halloween, ‘festa’ di radici pagane, celtiche, esoteriche, diffusa soprattutto nel mondo anglosassone e statunitense. E’ una “finestra” aperta a possibili influssi occulti nella vita delle persone, assolutamente da non sottovalutare o da prendere con un risolino ironico. Noi dobbiamo difendere le nostre origini cristiane e non lasciare che vengano inquinate da pratiche misteriche che non ci appartengono. Ormai viviamo in una civiltà senza valori, dove il senso del macabro, della morte e del sangue gratuito è divenuto persino gioco; un gioco molto pericoloso, che non tiene conto delle conseguenze gravi a cui potrebbe portare: arrivare alle cosiddette messe nere, dove si onora ed esalta il demonio, e si compiono rituali crudeli, fino all’assassinio… La morte, in quanto parte della vita, è il più grande atto di fede, il momento supremo in cui un cristiano esercita fino in fondo la propria fede. Volere esorcizzarla è una macabra illusione ed è anticristiano. Parlatene con i vostri figli e dite loro che non è un innocuo giochetto, la festa di Halloween, come potrebbe apparire nel dire scherzoso dei bambini che bussano alle porte: “Dolcetto o scherzetto”. Purtroppo, fare l’occhiolino al mondo demoniaco è un grande rischio, che può portare conseguenze tragiche. Abbiate cura dei vostri figli. Ritornate a raccontare le cose belle ai vostri ragazzi: le vite dei santi, persone davvero luminose, o le serene e belle favole di una volta…».

Dal 29 ottobre all’1 novembre si svolge ad Assisi il 35° Convegno Nazionale Giovani verso Assisi, dal titolo: «Mi fido di Te», a cui partecipano alcuni nostri ragazzi che desiderano vivere un’esperienza di crescita umana e spirituale alle sorgenti del carisma francescano; li accompagniamo con il nostro affetto.

Schede della settimana (26 ottobre – 2 novembre)

◊ Domenica 26 ottobre (30ª settimana del tempo ordinario): A Ravello presso Amalfi in Campania, b. Bonaventura da Potenza († 1711), definito “il Santo dell’obbedienza”, sacerdote del 1° Ordine francescano, la cui vita fu tutta un susseguirsi di episodi di premonizioni e miracoli.

Lunedì 27 ottobre: A Roma, s. Evaristo († 105), papa, che resse la Chiesa di Roma per quarto dopo s. Pietro, sotto l’imperatore Traiano. — 28° anniversario della Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace ad Assisi (1986), voluta da s. Giovanni Paolo II alla quale presero parte i rappresentanti di tutte le grandi religioni mondiali. È un anniversario importante per riaffermare l’impegno, assieme a Papa Francesco, a cercare l’unità non temendo, anzi, valorizzando la differenza, il dialogo interreligioso, il confronto e la cooperazione tra le religioni e tra di noi, anche per lo speciale rispetto da parte di tutti i credenti e i costruttori di pace per la figura di s. Francesco (‘spirito di Assisi’). – 1° anniversario dell’avvio del Circolo Culturale San Francesco, con il recupero dello Statuto originale (27.10.2013).

◊ Martedì 28 ottobre: Ss. Simone e Giuda Taddeo, apostoli: il primo, soprannominato Cananeo o Zelota, è patrono dei pescatori; l’altro (da non confondere con l’Iscariota il traditore), fratello di Giacomo (Lc 16, 16; At 1, 13), detto Taddeo (Mt 10, 3; Mc 3, 18), che significa «magnanimo», è patrono dei casi disperati; tutti e due scelti da Cristo per condividere con lui i tre anni della sua vita pubblica per poi essere inviati nel mondo ad annunciare il suo Regno e testimoniare la sua risurrezione. In loro celebriamo l’assoluta gratuità dei doni divini e le misteriose vie che il Signore percorre nel fare le sue scelte, con infinita sapienza e amore. Ricordandoli e festeggiandoli, preghiamo per Papa Francesco e tutti gli apostoli targa-Conadi oggi. – Laboratorio musicale promosso dall’Associazione «Circolo Culturale San Francesco», a cura del M° Luigi Cimino, alle ore 18.15-19.30, nel Salone di S. Elisabetta d’Ungheria, al lato destro della chiesa «Sacro Cuore» (la presidenza dell’Associazione chiede ancora di dar voce al Circolo, ricordando che esso è un’opera parrocchiale che ha preso il via, con il recupero dello Statuto originale, il 27 ottobre 2013. Perché possa attivare suoi programmi ed essere luogo propulsore della «cultura dell’incontro», di fratellanza e di solidarietà, nell’ambito della Parrocchia «Sacro Cuore», ha bisogno di soci ordinari, sostenitori ed amici, uomini e donne di buona volontà, che vorranno collaborare a tenerlo in vita, con passione e gioia).

◊ Mercoledì 29 ottobre: B. Chiara Luce Badano († 1990), focolarina, definita una «ragazza moderna, sportiva, positiva» che «cambiò il suo dolore in gioia», la sua «passione» in un «canto nuziale»,vivendo pienamente «l’amore a Gesù crocifisso e abbandonato» (card. A. Amato) e così diventando un «raggio di luce per tutti» (Benedetto XVI), proclamata beata nel 2010 presso il santuario del Divino Amore a Roma. Riconoscendo l’infinito amore del Signore per lei, per noi e per gli altri, in tutti i benefici, esigenze e prove della vita, rinnoviamo la nostra fede e speranza. Senza fede e speranza egli non può operare ciò che vuole nella nostra vita e in tutta la creazione, «sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» (Rom 8,20). – Ad Assisi, inizio del 35° Convegno Nazionale Giovani verso Assisi, dal titolo: «Mi fido di Te» (29 ottobre — 1 novembre). – 11° anniversario della morte di p. Paolo Dusini (2003).

◊ Giovedì 30 ottobre: Dedicazione della propria chiesa (ad eccezione delle cattedrali e di quelle chiese che ricordano con solennità la data della dedicazione nel giorno proprio), luogo di preghiera, di accoglienza, di presenza e di attesa del Signore risorto; luogo in cui si narra e racconta la fede in lui, si trasmette tutta l’attrattiva di lui, si comunica la bellezza e la gioia del suo messaggio, si evangelizza e si è evangelizzati; luogo di irradiazione di senso e stella di orientamento nella storia. – Ad Acri in Calabria, b. Angelo († 1739), sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, soprannominato «angelo della pace» e «apostolo del Mezzogiorno». – Adorazione eucaristica parrocchiale (ore 17-18).

◊ Venerdì 31 ottobre: A Costantinopoli, s. Stachys (I sec.), primo vescovo di Bisanzio o di Argiropoli, ordinato da s. Andrea, apostolo, nominato in Rom 16,9: «Salutate Urbano e il mio carissimo Stachys» (Stachys è nome greco, che significa «spiga, frutto»). – Vespri di ringraziamento a conclusione del mese missionario (ore 17.30).

◊ Sabato 1 novembre: Solennità di Ognissanti che ci invita ad assaporare la gioia degli uomini e delle donne pienamente realizzati, divinizzati dall’amore, ufficialmente riconosciuti – come Francesco d’Assisi († 1226), uno dei santi più amati dalla gente, canonizzato rapidamente, appena due anni dopo la sua morte, il 16 luglio 1228; Angela da Foligno († 1309), mistica francescana, proclamata santa dopo secoli di dibattiti, il 9 ottobre 2013; Giovanni XXIII e Giovanni PaPaolo VI (tomba)olo II, due Papi canonizzati insieme il 27 aprile 2014, nella seconda domenica di Pasqua, festa della Divina Misericordia; Papa Paolo VI, beatificato il 19 ottobre scorso – o in procinto di essere riconosciuti, ma anche la gioia degli uomini e donne senza volti e nomi, di ogni epoca e nazione, la gioia di una folla senza numero, la gioia di ogni essere umano che nello spazio dell’amore, del bene e del bello, costantemente superando il proprio «io», matura e raggiunge “la radice di se stesso” e la sua pienezza – Gesù, Amore incarnato di Dio. Verso questa folla, infinito raggio di luce divina, siamo esortati a levare lo sguardo e percorrere, nel seno della propria famiglia e della collettività religiosa e civile, la via tracciata e percorsa da Gesù, nella sua carne, prima di noi e davanti a noi: la via delle beatitudini. Vi è un invito a trovare il «coraggio di essere felici», il che vuol dire andare contro «la cultura del provvisorio, della superficialità, dello scarto» ed essere “poveri in spirito”, liberi nei confronti delle cose, staccati «dal denaro idolatrato e poi sprecato», pronti a prenderci cura dei poveri. «A voi – esorta Papa Francesco – affido in modo particolare il compito di rimettere al centro della cultura umana la solidarietà. Di fronte a vecchie e nuove forme di povertà – la disoccupazione, l’emigrazione, tante dipendenze di vario tipo – abbiamo il dovere di essere vigilanti e consapevoli, vincendo la tentazione dell’indifferenza». Di più, «dobbiamo imparare a stare con i poveri. Non riempiamoci la bocca di belle parole sui poveri! (…). I poveri non sono soltanto persone alle quali possiamo dare qualcosa. Anche loro hanno tanto da offrirci. (…) Ci insegnano che una persona non vale per quanto possiede, per quanto ha sul conto in banca» e che «un povero – una persona priva di beni materiali – conserva sempre la sua dignità». E certamente sono dei maestri «sull’umiltà e la fiducia in Dio» (cfr. Messaggio pubblicato 6 febbraio scorso per la Gmg 2014, prima tappa del cammino che porterà al raduno mondiale di Cracovia 2016).

Le beatitudini ci invitano al salto di qualità nella nostra vita – beati subito! Viviamo già oggi da poveri, da affamati di giustizia, da costruttori di pace, da misericordiosi e forse da perseguitati a causa del Signore. Lui ci dona di vivere il nostro tempo con l’impegno e la gioia, certi – come afferma l’Apocalisse – che «la salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all’Agnello». Sì, la salvezza appartiene a lui e a nessun altro, perché nulla può renderci veramente umanizzati e divinizzati, se non la sua grazia e la sua vita divina che già scorre in noi. Così crediamo, così viviamo e così festeggiamo la gioia di Tutti i Santi. Sì, la gioia che qui – così il card. Luis Antonio Gokim Tagle, arcivescovo di Manila, concludeva la 6ª edizione del Festival Francescano dal titolo “Liberi nella gioia”, svoltosi dal 26 al 28 settembre scorso a Rimini – «si trova uscendo dalle nostre zone di sicurezza e di comodità, per andare dalle persone che vivono nelle periferie».

◊ Domenica 2 novembre: Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti. Siamo invitati a pregare per tutti i morti: quelli del passato, come dell’oggi, di ogni cultura, popolo, religione e nazione, quelli di tutte le guerre e di tutte le violenze, morti sulle strade, negli ospedali, nelle case, nelle piccole e grandi città, nel Mediterraneo o nel deserto di Sahara…, senza esclusione di nessuno, affinché il Signore della vita doni loro la vita in pienezza, senza più fatica e dolore, senza più croci e calvari, senza il «pungiglione della morte» (1 Cor 15,56). La commemorazione ci invita anche a fare memoria di ciò che siamo e di ciò che saremo, quando, «tutti riuniti in Cristo», finalmente potremo dire con le parole del biblico Giobbe, uomo di mirabile pazienza e santità, «retto e timorato di Dio» (Gb 1,1; 2,3): «Con la mia pelle vedrò Dio» (cfr. ivi, 19,26-27), felicità senza limiti, vita nella sua massima concentrazione, amore nella sua abissale intensità.

Sia così davvero per tutti, Amici! Nessuno vada perduto. Tutto sia trasformato nella fornace dell’Amore di Dio e ogni istante di noi – immerso, istante dopo istante, nella sua misericordia – profumi di vita eterna.

Piotr Anzulewicz OFMConv

 




Dio e Cesare, sacro e profano, religioso e laico

Cristo e farisei«È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?» (Mt 22,17). La domanda è perfida: “Tu, Gesù di Nazareth, che hai preso tra i dodici sia Matteo, raccoglitore di tributi a Cesare, sia Simone lo zelota, il guerrigliero armato e pronto all’insurrezione, tu con chi stai? Sei un collaborazionista, o un sovversivo?”. A prima vista sembra che la risposta di Gesù sia un abile escamotage, ma sapendo che Gesù non sente il bisogno di difendersi e non rinuncia mai a provare ad amare e aiutare i suoi interlocutori, anche se ostili, la sua risposta è geniale: «Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (Mt 22, 21). Risposta geniale, che non è solo un’ingegnosa via di fuga dalla trappola che gli avversari hanno teso a Gesù, ma molto di più: sintetizza l’atteggiamento cristiano nei confronti del profano, laico, politico (cioè tutto ciò che riguarda il servizio alla pòlis, alla città/società umana in ordine al bene comune). Gesù insegna che fede e politica vanno distinte, ma non separate.

La distinzione tra i due campi è fondamentale. Sarebbe tuttavia sbagliato identificare distinzione con separazione. Se si separa completamente Dio da Cesare, il sacro dal profano, il religioso dal laico, la fede non c’entra niente con la vita sociale, è solo un fatto privato e personale: la religione, dunque, non deve occuparsi della società e della politica e la vita della società deve ignorare la dimensione religiosa e spirituale, come se l’uomo fosse soltanto materia. Una visione di questo genere ha anche come effetto, per i cristiani, il disinteresse o addirittura il disprezzo verso la politica, la città terrena. In questo caso, dunque, non si rende a Cesare quel che è di Cesare. Gesù però si fa mostrare la moneta: «Voi vi servite della moneta dell’imperatore per i vostri commerci, usate le strade romane, godete i vantaggi del sistema sociale». Proviamo a pensare quanto riceviamo dall’essere inseriti in una società. Diamo allora il nostro contributo alla società, non solo in termini economici (le tasse), ma anche sotto forma di partecipazione e d’impegno. Papa Pio XI diceva addirittura che la politica è la forma più alta dell’amore. Certo, la realtà sociopolitica non s’identifica con la religione, ma non è sganciata da essa. La missione di costruire una società fondata sulla giustizia e sulla pace è il compito proprio e ordinario dei cristiani, laici o religiosi. Essi sono chiamati ad essere nel mondo luce, sale, fermento positivo, che dal di dentro, nel vivo dei problemi della vita, agiscono per la positività e la bontà della vita.

Un’altra novità provocatoria Gesù la introduce con il richiamo a Dio. Questa è la vera questione cui vuole rispondere, la scelta decisiva: Che cosa occorre rendere a Dio? A Dio spetta la persona, con tutto il suo cuore, con tutta la sua mente, con tutte le sue forze. Io, come talento che porta l’effigie di Dio, devo restituire niente di meno di me stesso. Devo restituire la mia vita, facendo brillare l’immagine coniata in me, progressivamente, finalmente uomo. «Restituite a Dio ciò che è di Dio» (Mt 22, 21). Parola che dice a Cesare: “Non prendere l’uomo. Non rubare l’uomo. L’uomo è cosa di un Altro. È cosa di Dio”. A me dice: “Non iscrivere appartenenze nel cuore che non siano a Dio. Libero e ribelle a ogni tentativo di possesso, ripeti a Cesare: ‘Io non ti appartengo’. Proclama le opere meravigliose di Dio, non quelle di Cesare. Non vivere senza lo stupore di essere vivo, creato a immagine di Dio”.

Certo, spesso questa immagine è deturpata, offesa, umiliata, frantumata, per colpe personali o per opera altrui. Deturpando noi stessi o gli altri, deturpiamo l’immagine di Dio che è in noi. Gesù esorta a restituire a Dio quello che a Lui appartiene, ossia ogni uomo e ogni donna. Nessuno può essere padrone di altri, nessuno può soggiogare gli altri, nessuno è padrone della vita dell’altro. La verità di ogni essere umano sta nel fatto che è anzitutto creatura di Dio, segnata radicalmente dalla presenza divina, e che a Dio appartiene. Questa è la radice della libertà e della dignità dell’uomo, che vanno difese, curate e restituite a ciascuno. Si tratta cioè di far emergere sempre più chiara quell’impronta di Dio ch’è scolpita nel cuore umano e operare perché risplenda in ogni essere umano. Diamo a Dio quanto è di Dio. DiamoGli noi stessi, noi che portiamo impressa la sua immagine.

♦ Domenica 19 ottobre: 88ª Giornata Missionaria Mondiale dal titolo: «Periferie – cuore della missione», nella felice coincidenza con l’evento della beatificazione di Papa Paolo VI (Giovanni Battista Montini, † 1978), pontefice Paolo VI proclamato beato (Piazza S. Pietro)straordinariamente innamorato di Gesù e della sua Chiesa. La sua beatificazione in Piazza S. Pietro, a conclusione del Sinodo straordinario dei Vescovi, dedicato a «Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione» (5-19 ottobre), s’inserisce in un anno straordinario che ha visto già la canonizzazione di due Papi (non c’è mai stata nella storia recente della Chiesa una tale ricchezza di Papi santi che ci indicano come vivere la vita in pienezza).

In occasione della Giornata Missionaria, tutti siamo stati invitati a dare un’offerta libera – a seconda delle proprie possibilità (basta «l’obolo della vedova», come dice il Vangelo per coloro che hanno gravi difficoltà economiche) – depositandola nel cestino durante l’Offertorio, segno del nostro sostegno alle Chiese giovani, povere e perseguitate. Il nostro pensiero non smetta di proiettarsi non solo verso coloro che vivono la missione in terre lontane, ma anche verso gli «esclusi, deboli, rigettati e disprezzati», verso le «famiglie lacerate e sofferenti nelle altre parti del mondo, che subiscono persistenti violenze, e in particolare – come leggiamo nel Messaggio diffuso il 17 ottobre dal Sinodo – verso le famiglie irachene e siriane, costrette, a causa della fede cristiana che professano o dell’appartenenza ad altre comunità etniche o religiose, ad abbandonare tutto e a fuggire verso un futuro privo di ogni certezza.

Durante la settimana abbiamo alcune ricorrenze ed eventi.

▪ Martedì 21 ottobre: S. Orsola o Ursula, figlia di un re di Britannia (parte dell’attuale Gran Bretagna e la Bretagna francese allora dominata dagli inglesi), martirizzata a Colonia in Germania con un numero imprecisato di amiche (IV sec.), ritenuta la capofila di tutte le vergini martiri, famosa nel Medioevo in tutta Europa attraverso “leggende”, confraternite di devoti chiamate le Orsolashifflein, cioè le Navicelle di Orsola (fra le quali, probabilmente, il primo nucleo di quella che sarà la Misericordia di Pisa), composizioni letterarie e opere d’arte (fra le quali, celeberrime, quella di Hans Memling a Bruges ed il ciclo pittorico di Vittore Carpaccio conservato nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia); Puglisi Pinopatrona dei nubendi, dei bambini malati, degli educatori, delle maestre e delle università (nel 1535 Angela Merici fondò a Brescia l’Ordine delle Orsoline che si dedicò all’istruzione delle fanciulle). – B. Giuseppe Puglisi († 1993), meglio conosciuto come Padre Pino, sacerdote, il primo martire della Chiesa, ucciso dalla mafia (Cosa nostra) il giorno del suo 56º compleanno a motivo del suo costante impegno evangelico e sociale, proclamato beato dal card. Salvatore De Giorgi, delegato di Papa Francesco, sul prato del Foro Italico di Palermo il 25 maggio 2013 (il suo corpo, traslato dal cimitero monumentale di S. Orsola alla cattedrale di Palermo, è collocato ai piedi dell’altare nella cappella dell’Immacolata Concezione, in un monumento funebre che ricorda una spiga di grano: «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» [Gv, 12,24]). – Laboratorio musicale promosso dall’Associazione «Circolo Culturale San Francesco», a cura del M° Luigi Cimino, alle ore 18.15-19.30, nel Salone di S. Elisabetta d’Ungheria, al lato destro della chiesa «Sacro Cuore» (la presidenza dell’Associazione chiede ancora di dar voce al Circolo, ricordando che esso è un’opera parrocchiale che ha preso il via, con il recupero dello Statuto originale, il 27 ottobre 2013. Perché possa attivare suoi programmi ed essere luogo propulsore della «cultura dell’incontro», di fratellanza e di solidarietà, nell’ambito della Parrocchia «Sacro Cuore», ha bisogno di soci ordinari, sostenitori ed amici, uomini e donne di buona volontà, che vorranno collaborare a tenerlo in vita, con passione e gioia).

Giovanni Paolo II▪ Mercoledì 22 ottobre: S. Giovanni Paolo II († 2.04.2005), il 263° successore di Pietro eletto il 16 ottobre 1978, «papa pellegrino del mondo», «papa della nuova evangelizzazione», promotore di riconciliazione, dialogo e pace («spirito di Assisi»), autore di 14 Encicliche, 15 Esortazioni apostoliche, 11 Costituzioni apostoliche e 45 Lettere apostoliche, «cantore della civiltà dell’amore», proclamato beato il 1 maggio 2011 dal suo immediato successore Benedetto XVI e canonizzato il 27 aprile 2014, nella Domenica della Divina Misericordia, insieme a Papa Giovanni XXIII, da Papa Francesco. Il suo grido lanciato all’inizio del pontificato (22.10.1978), 36 anni fa, in Piazza S. Pietro: «Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate, le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa cosa è dentro l’uomo. Solo lui lo sa!», e il suo mandato, racchiuso nella creazione della festa della Divina Misericordia, sono raccolti nella prassi pastorale e operativa da parte di Papa Francesco, il quale ci sta invitando a tradurre nella concretezza del nostro vivere la Chiesa.

▪ Giovedì 23 ottobre: S. Giovanni da Capestrano († 1456), sacerdote, promotore dell’osservanza nell’Ordine francescano, amico di s. Bernardino da Siena, legato pontificio in Austria, in Baviera e in Polonia, patrono dei giuristi. – Festa indù del Dipavali o Diwali, una delle più importanti feste indiane, chiamata “festa delle luci”, che simboleggia la vittoria della luce sulle tenebre e il trionfo del bene sul male; in tale occasione siamo spronati dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso a promuovere e coltivare una «cultura dell’inclusione» per una società giusta e pacifica, nonostante le forze che perpetuano «la cultura dell’esclusione», in cui ai poveri, emarginati, vulnerabili, diversamente abili, malati, anziani, migranti e rifugiati sono negati i loro diritti, così come le opportunità e le risorse che sono invece disponibili per altri membri della società; essi vengono trattati come insignificanti, superflui, gravosi, inutili, da utilizzare o anche da scartare come oggetti. – Adorazione eucaristica (ore 17.30-18.30) impostata sui contenuti del messaggio del Papa per la Giornata Missionaria Mondiale.

▪ Venerdì 24 ottobre: S. Antonio Maria Claret († 1870), spagnolo, predicatore di missioni al popolo, fondatore delle congregazioni dei Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria e delle Religiose di Maria Immacolata, vescovo di Santiago di Cuba, e s. Luigi Guanella († 1915), sacerdote italiano, fondatore di due Istituti per l’assistenza dei poveri. – 69ª Giornata Mondiale delle Nazioni Unite (organizzazione creata nel 1945).

▪ Sabato 25 ottobre: B. Carlo Gnocchi († 1956), il “don Bosco” di Milano, chiamato anche l’apostolo dei mutilatini (vittime dei bombardamenti e degli ordigni bellici scoppiati fra le loro mani) e dei disabili, cappellano militare degli Alpini durante la campagna di Grecia e di Russia, fondatore dell’istituzione ‘Pro Juventute’, scrittore di spiritualità, di educazione e di pedagogia, uomo d’azione, rapido, instancabile, ansioso di creare e realizzare le sue idee e opere prima che il tempo si concludesse per lui, beatificato il 25 ottobre 2009. – In Vaticano, incontro di Papa Francesco con il Movimento Apostolico Schönstatt in occasione del centenario di fondazione (l’arrivo del Papa è previsto alle ore 12, preceduto da alcuni video e testimonianze sul Movimento: ore 11-13). – A Salerno, da ieri fino a domenica 26 ottobre, Convegno nazionale promosso da tre Commissioni episcopali della Conferenza Episcopale Italiana: Laicato, Famiglia e Lavoro, dal titolo: «Nella precarietà la speranza» (l’iniziativa vuole far conoscere le molteplici azioni che le diocesi italiane offrono come segni di speranza nel Paese, in risposta alla sfida che la precarietà porta con sé: il progetto “Policoro”, le microstrutture dei prestiti di solidarietà e la capacità i organizzarli, aiutarli, sostenerli e di dire “coraggio”; ciò che manca non è la finanza, ma è la speranza, e questa non si compra in una banca, ma la si prende da un cuore innamorato di Dio e sostenuto da fratelli che lo aiutano, da un prete che sta accanto).

♦ Domenica 26 ottobre: A Ravello presso Amalfi in Campania, b. Bonaventura da Potenza († 1711), sacerdote del 1o Ordine francescano, definito “il Santo dell’obbedienza”; la sua vita fu tutta un susseguirsi di episodi di premonizioni e miracoli assiduo nella predicazione della Parola di Dio, instancabile nel ministero delle confessioni e premuroso nel confortare i carcerati e i condannati a morte.

♦ Si ricorda che a partire dal 26 ottobre, con il passaggio dall’ora legale all’ora solare (la notte tra sabato 25 e domenica 26, portando un’ora indietro le lancette degli orologi), le ss. Messe vespertine nella chiesa «Sacro Cuore» di Catanzaro Lido vengono celebrate alle ore 18.

Amici, «rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (Mt 22, 21). «È una risposta ad effetto che il Signore consegna a tutti coloro che si pongono problemi di coscienza, soprattutto quando entrano in gioco le loro convenienze, le loro ricchezze, il loro prestigio, il loro potere e la loro fama. E questo succede in ogni tempo, da sempre» – ha detto il 19 ottobre Papa Francesco in Piazza S. Pietro, alla presenza di 70 mila fedeli e di Papa emerito Benedetto Cesare - DioXVI, suggellando due grandi eventi per la Chiesa universale: la conclusione del Sinodo straordinario dei Vescovi e la beatificazione di Papa Paolo VI. Rendere a Dio quello che è di Dio «significa – ha spiegato – riconoscere e professare di fronte a qualunque tipo di potere che Dio solo è il Signore dell’uomo», significa «aprirsi alla sua volontà» e «cooperare al suo Regno di misericordia, di amore, di pace». «Questa è la novità perenne da riscoprire ogni giorno, vincendo il timore che spesso proviamo di fronte alle sorprese di Dio». Dio invece «non ha paura delle novità!». Lui «ci fa ‘nuovi’ continuamente» e «continuamente ci sorprende, aprendoci a vie impensate». «Qui sta la nostra vera forza, il fermento che la fa lievitare e il sale che dà sapore ad ogni sforzo umano contro il pessimismo prevalente che ci propone il mondo. Qui sta la nostra speranza, perché la speranza in Dio non è quindi una fuga dalla realtà, non è un alibi».

Possiamo diventare sempre più missionari di speranza, di misericordia, di tenerezza, di solidarietà. L’atteggiamento del sospetto si tramuti in quello della fiducia, il desiderio dell’accaparramento si converta nell’impulso alla condivisione, il miraggio del dominio sugli altri si converta in donazione/servizio, «tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la certezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo» (1 Tes 1,3). Il tesoro di Cesare/Stato sono le sue monete. Il tesoro del Dio/Amore è il nostro cuore. Buona settimana, Amici.

Piotr Anzulewicz OFMConv




Alle nozze, fratelli!

Le letture bibliche della 28ª Domenica del tempo ordinario (Is 25,6-10; Sal 22; Fil 4,12-14.19-20; Mt 22,1-14) suscitano alcune domande: Come riuscirà la Chiesa, comunità dei credenti in Cristo, a presentare agli uomini della nostra società postmoderna l’incredibile invito alle «nozze» (Mt 22,2)? Come far sedere alla tavola di questo «banchetto di grasse vivande, di cibi succulenti, di vini raffinati» un’umanità senza appetito? Come far gustare l’amore che Dio ha per tutti? È un compito che occupa tutti i battezzati e in particolare gli operatori pastorali e i gruppi e movimenti parrocchiali? Ne va di mezzo la vita di tutti e la vita del mondo.
Ci vuole il coraggio di andare agli «incroci» del mondo e chiamare tutti: «Venite alle nozze!» (Mt 22,4), un’occasione da non perdere. «Sconfinata e incapace di discriminare: così è la bontà di Dio, che offre la sua salvezza a tutti senza distinzioni». Lo ha ricordato Papa Francesco, all’Angelus di oggi, celebrato dalla finestra del suo studio in Piazza S. Pietro in Vaticano. La Chiesa deve aprirsi alle periferie, non riducendo «il regno di Dio a una chiesetta»: «La generosità ha i suoi confini, oltre i quali si estende quella di Dio. È la certezza che si ricava dal Vangelo della domenica, quello del banchetto di nozze del figlio del re, rifiutato con indifferenza e anche “fastidio” dagli invitati “prescelti”, e allora dilatato a sorpresa a chi non possedeva, per così dire, lo “status” per parteciparvi, ma, rispetto e in definitiva molto più degli altri, ne aveva la dignità» (Mt 22,1-14).
Papa Francesco che ha appena ricordato, nella Messa in basilica vaticana, che la Chiesa non è fatta per sedere staticamente sugli allori, ma per andare in missione dagli uomini dimenticati delle periferie, rilancia il modo analogo il concetto all’Angelus, partendo dalla «bontà di Dio che – ricorda – non ha confini e non discrimina nessuno». È fatta di “gratuità, “larghezza” e “universalità”. E dunque, come il re del brano evangelico, Dio non “interrompe” mai il suo progetto di salvezza, anche se qualcuno dei “chiamati” gli volta le spalle: «Di fronte al rifiuto dei primi invitati egli non si scoraggia e non sospende la festa, ma ripropone l’invito, allargandolo oltre ogni limite ragionevole e manda i suoi servi nelle piazze e ai crocicchi delle strade a radunare tutti quelli che trovano. Si tratta di gente qualunque: poveri, abbandonati e diseredati, addirittura buoni e cattivi – anche i cattivi sono invitati – senza distinzione. E la sala si riempie di ‘esclusi’. Il Vangelo, respinto da qualcuno, trova un’accoglienza inaspettata in tanti altri cuori».
A chiunque – ha affermato Papa Francesco – «è data la possibilità di rispondere» all’invito di Dio. E viceversa, «nessuno – ha sottolineato – ha il diritto di sentirsi privilegiato o di rivendicare un’esclusiva»: «Tutto questo ci induce a vincere l’abitudine di collocarci comodamente al centro, come facevano i capi dei sacerdoti e i farisei. Questo non si deve fare: noi dobbiamo per aprirci alle periferie, riconoscendo che anche chi sta ai margini, addirittura colui che è rigettato e disprezzato dalla società è oggetto della generosità di Dio». E avere una generosità come quella di Dio – che arriva a guardare chi normalmente è un invisibile – impedisce di incappare anche in un altro tipo di errore: «Tutti siamo chiamati a non ridurre il regno di Dio nei confini della ‘chiesetta’: la nostra ‘chiesetta” piccoletta… Non serve questo! Ma a dilatare la Chiesa alle dimensioni del regno di Dio. Soltanto una condizione: indossare l’abito nuziale, cioè testimoniare l’amore concreto a Dio e al prossimo».
Non scordiamo mai: dopo il verbo “amare”(= donare se stesso), il verbo “aiutare” è il più bello del mondo.

♦ 28ª Domenica del tempo ordinario (12 ottobre 2014): ⇒ Nella basilica vaticana, Messa di ringraziamento, presieduta da Papa Francesco, per la canonizzazione equipollente del 3 aprile scorso dei due santi canadesi: François de Montmorency-Laval († 1708), il primo vescovo del Canada, e Maria dell’Incarnazione Guyart Martin, fondatrice delle Orsoline del Canada († 1672), evangelizzatori e fondatori della Chiesa in Quebec (Vatican Player: ore 9.55-11.30). ⇒ Francesco b. Ziarano (znaczek)Beatificazione di Francesco Zirano († 1603), frate minore conventuale, primo martire sardo dell’epoca moderna, ucciso «in odium fidei» nella città musulmana di Algeri all’età di 39 anni ( annoverato nell’elenco dei beati dal card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, a nome di Papa Francesco, a Sassari: Live Streaming dalle ore 10.30). «Il suo martirio – ha scritto fr. Marco Tasca, Ministro generale, a tutti i frati dell’Ordine ei Frati Minori Conventuali – incarna la carità al massimo grado e ci parla di un umanesimo nuovo, proprio come quello testimoniato nel cuore del XX secolo da s. Massimiliano Kolbe, anch’esso frate minore conventuale: alla disumanizzazione sistematica e brutale del regime nazista egli rispose col dono totale di sé, incarnato dalle sue note parole: ‘L’odio non serve a niente. Solo l’amore crea!’».

Durante la settimana – 3ª settimana missionaria, dedicata alla «responsabilità» (la Missio, organismo pastorale della CEI, propone di organizzare in questa settimana la Veglia missionaria il cui testo è scaricabile dall’area download del Sito: www.missioitalia.it) – abbiamo le seguenti ricorrenze ed eventi:
♦ Lunedì 13 ottobre: S. EDOARDO († 1016), penultimo re degli anglosassoni e primo re d’Inghilterra della dinastia anglosassone, canonizzato nel 1161 da Papa Alessandro III nella cattedrale di Anagni, patrono dei re, degli sposi e dei matrimoni difficili. – Triduo in preparazione alla memoria liturgia di s. Margherita Maria Alacoque (ore 17.45-).
♦ Martedì 14 ottobre: S. CALISTO I († 222), 16° vescovo di Roma e papa, martire, sepolto nella catacomba di Calepodio sulla via Aurelia e in seguito nella basilica di S. Maria in Trastevere a Roma (da diacono, dopo un lungo esilio in Sardegna, si prese cura del cimitero sulla via Appia noto sotto il suo nome, dove raccolse le vestigia dei martiri a futura venerazione dei posteri; eletto poi Papa promosse la retta dottrina e riconciliò con benevolenza i lapsi), patrono di coloro che lavorano nei cimiteri. – LABORATORIO MUSICALE promosso dall’Associazione «Circolo Culturale San Francesco», a cura del M° Luigi Cimino, alle ore 18.15, nel Salone di S. Elisabetta d’Ungheria, al lato destro della chiesa «Sacro Cuore» (la presidenza dell’Associazione chiede di dar voce al Circolo e ricorda che esso è un’opera parrocchiale che ha preso il via, con il recupero dello Statuto originale, il 27 ottobre 2013. Perché esso possa attivare suoi programmi ed essere luogo propulsore della «cultura dell’incontro», di fratellanza e di solidarietà, nell’ambito della Parrocchia «Sacro Cuore», ma anche spazio di crescita umana, spirituale e sociale, ha bisogno di soci ordinari, sostenitori ed amici, uomini e donne di buona volontà, che vorranno collaborare a tenerlo in vita, con ardore e gioia).
♦ Mercoledì 15 ottobre: S. TERESA DI GESÙ (Avila, † 1582), mistica spagnola, riformatrice del Carmelo, madre e maestra delle Carmelitane Scalze e dei Carmelitani Scalzi, autrice di libri pervasi di alta dottrina spirituale (Vita, Cammino di perfezione, Castello Interiore, Mansioni e Fondazioni), Dottore della Chiesa (1970): prima donna, insieme a s. Caterina da Siena, ad ottenere tale titolo [altre due sono: Teresa di Lisieux (1997) e Ildegarda di Bingen (2012)], patrona degli scrittori cattolici (1965), della Croazia e della Spagna, protettrice delle persone malate nel corpo, dei cordai, degli orfani e delle persone in cerca di grazia.
♦ Giovedì 16 ottobre: A Paray-le-Monial nei pressi di Autun, s. MARGHERITA MARIA ALACOQUE († 1690), monaca e mistica francese, particolarmente devota al Sacratissimo Cuore di Gesù (per sua ispirazione nacque la festa del Sacro Cuore ed ebbe origine la pratica dei primi nove venerdì del mese), canonizzata nel 1920 da Papa Benedetto XV. – Ritiro del Clero: Parrocchia «Mater Domini» – Gagliano – Catanzaro (ore 9.30-13). – ADORAZIONE EUCARISTICA: «Dal cuore alle periferie» (ore 17.30-18.30). – 97° anniversario della nascita della MILIZIA DELL’IMMACOLATA (16 ottobre 1917). – 33ª GIORNATA MONDIALE DELL’ALIMENTAZIONE dal tema: «Agricoltura familiare: “Nutrire il mondo, preservare il pianeta”», per riconoscere il ruolo determinante degli agricoltori familiari nel debellare fame e povertà, offrire sicurezza alimentare e nutrizione, migliorare i mezzi di sussistenza, gestire le risorse naturali, proteggere l’ambiente e realizzare uno sviluppo sostenibile, in particolare nelle aree rurali (Assemblea generale dell’ONU ha designato il 2014 “Anno internazionale dell’agricoltura familiare”).
♦ Venerdì 17 ottobre: S. IGNAZIO D’ANTIOCHIA († 107), 3° vescovo di Antiochia in Siria (terza metropoli del mondo antico dopo Roma e Alessandria d’Egitto e di cui s. Pietro era stato il primo vescovo), autore di sette lettere pastorali, in cui raccomandava di fuggire il peccato, di guardarsi dagli errori degli gnostici, di mantenere l’unità della Chiesa; sbranato dalle belve nel Circo di Roma. – 22ª GIORNATA MONDIALE DEL RIFIUTO DELLA MISERIA, nata nel 1987 sul Sagrato della Libertà e dei Diritti dell’Uomo al Trocadéro, a Parigi, per iniziativa di p. Joseph Wresinski († 1988), servo di Dio, riconosciuta dalle Nazioni Unite nel 1992, promossa dal Movimento internazionale Quarto Mondo (il cuore del messaggio della Giornata è racchiuso in queste parole di p. Wresinski: «Laddove gli uomini sono condannati a vivere nella miseria, i diritti dell’uomo sono violati. Unirsi per farli rispettare è un dovere sacro»). – 102 dalla nascita del servo di Dio Giovanni Paolo I (17.10.1912).
♦ Sabato 18 ottobre: S. LUCA, autore del terzo Vangelo e degli Atti degli Apostoli, «scriba della mansuetudine di Cristo» (Dante) per il predominio, nel suo Vangelo, di immagini di mitezza, di gioia e di amore, compagno di s. Paolo nella missione in Macedonia e in seguito altrove (At 16,10ss.), patrono dei medici-chirurghi, degli artisti, scultori e pittori, per la leggenda che egli avrebbe dipinto l’icona di Maria, sorta forse perché nel suo Vangelo ne ha tratteggiato meglio il profilo biografico. – 9ª GIORNATA EUROPEA CONTRO LA TRATTA DI ESSERI UMANI (in questa occasione, “Soleterre onlus” denuncia soprattutto la grave situazione dei minori: si parla di 20 mila bambini vittime di tratta ogni anno).
Paolo VI (fiaccola)♦ Domenica 19 ottobre: 88ª GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE dal titolo: «Periferie – cuore della missione», nella felice coincidenza con l’evento della BEATIFICAZIONE DI PAPA PAOLO VI (Giovanni Battista Montini, † 1978), pontefice straordinariamente innamorato di Gesù e della sua Chiesa. La sua beatificazione in Piazza S. Pietro, in programma alle ore 10.30, a conclusione del Sinodo straordinario dei Vescovi, dedicato a «Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione» (5-19 ottobre), s’inserisce in un anno straordinario che ha visto già la canonizzazione di due Papi (non c’è mai stata nella storia recente della Chiesa una tale ricchezza di Papi santi che ci indicano come vivere la vita in pienezza).
In occasione della Giornata Missionaria, tutti siamo invitati a dare un’offerta libera – a seconda delle proprie possibilità (basta l’obolo della vedova, come dice il Vangelo per coloro che hanno gravi difficoltà) – a inserirla nella busta appoggiata sui banchi oppure direttamente nel cestino durante l’Offertorio; la somma offerta dalla Comunità parrocchiale sarà devoluta a favore delle Chiese giovani, povere e perseguitate.
Il nostro pensiero va, dunque, agli «esclusi, deboli, rigettati e disprezzati», alle «famiglie lacerate e sofferenti nelle altre parti del mondo, che subiscono persistenti violenze, e in particolare – come leggiamo nel Messaggio diffuso venerdì dal Sinodo – alle famiglie irachene e siriane, costrette, a causa della fede cristiana che professano o dell’appartenenza ad altre comunità etniche o religiose, ad abbandonare tutto e a fuggire verso un futuro privo di ogni certezza», ai genovesi colpiti nuovamente da una tragica alluvione che ha causato ingenti danni, e a coloro che vivono la missione in terre lontane, perché le difficoltà culturali e ambientali non diminuiscono l’entusiasmo di una testimonianza gioiosa.
Per tutto il mese di ottobre, dedicato in particolare alle missioni, ogni domenica dalle ore 7.30 alle 8 e nei giorni feriali dalle ore 18 alle 18.30 viene recitato il santo Rosario. Il Gruppo Missionario, l’Apostolato della Preghiera e la Milizia dell’Immacolata, in particolare, invitano tutti i parrocchiani a questo momento di preghiera. Se qualcuno si sente attratto e interessato a partecipare ai loro raduni e alle loro attività, può approfittare della loro presenza per conoscerli direttamente ed alimentarli con nuova linfa.
Con sentimenti di commossa gratitudine e riconoscenza al Signore, accogliamo fervidi auguri di serena settimana, affinché ognuno di noi si senta impegnato ad essere missionario/evangelizzatore nel proprio ambiente e nella propria famiglia, con discrezione e affabilità, consapevoli che la testimonianza silenziosa del generoso dono di sé può toccare i cuori. «Non c’è frontiera umana, geografica o esistenziale, che non posa accogliere il suo [di Cristo] amore e viverlo nella gioia. È la Buona Novella del mondo nuovo, l’esperienza della missione che ci insegna ad aprire il cuore al mondo intero» (L’Animatore Missionario 2-3 [2014] 19).
Piotr Anzulewicz OFMConv




Riscoprire di essere umani

Amici, vogliamo vivere quest’anno le 5 settimane di ottobre e la 88ª Giornata Missionaria Mondiale con questo slogan: «Periferie cuore della missione», uniti a Gesù, «cercando quello che lui cerca e amare quello che lui ama» (Evangelii gaudium, n. 67). Gesù cosa ha cercato ed amato? I poveri, gli emarginati, i delusi, gli stranieri, gli ammalati, i prigionieri del male, i non credenti: essi sono diventati la vigna della sua sollecitudine. Siamo spronati con convinzione e generosità ad ascoltare il grido di questa gente e farci carico delle loro esistenze, affinché non ci siano periferie: dimenticati, esclusi, stranieri, coloro che sono ai “margini” della nostra vita.

Sinodo dei vescovi 2014 sulla famiiglia (olio)Siamo invitati a vivere con particolare impegno alcuni eventi significativi: il Sinodo straordinario dei Vescovi dedicato a «Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione» (5-19 ottobre), l’inizio di un nuovo anno pastorale guidato dal volume che ha preparato l’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, Mons. Vincenzo Bertolone, «I care humanum. Passare la fiaccola della nuova umanità» (Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 2014), che ci aiuterà a riscoprire come l’uomo, grande mistero dell’amore di Dio, sia chiamato a lavorare con impegno e testimonianza alla costruzione della civiltà dell’amore, e la Giornata Missionaria Mondiale, il prossimo 19 ottobre, nella felice coincidenza con l’evento della beatificazione di Papa Paolo VI, un pontefice che ha posto in primo piano la natura evangelizzatrice della Comunità ecclesiale per «rendere visibile – per mezzo delle diocesi, delle parrocchie, delle varie iniziative a favore delle Chiese missionarie più giovani, povere e perseguitate – l’amore invisibile del Padre che è nei cieli». Il cuore paterno di Dio vuole abitare tra gli ultimi. Per questo ci spinge a uscire da noi stessi per incontrare nel loro volto il suo stesso volto: «Ciò che avete fatto a uno di questi piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40).

Il Signore ci assista, affinché questi eventi aiutino ciascuno di noi a riscoprire di essere attenti e generosi nel rilanciare nell’impegno sociale, culturale ed ecclesiale l’«umano» che chiama in causa valori da preservare: vita, famiglia, educazione, giustizia, solidarietà, lavoro.

Ecco alcuni eventi della settimana

  • Lunedì 6 ottobre: S. Bruno († 1101), professore di teologia, fondatore della Grande Chartreuse (Grenoble), promotore della vita monastica, eremitica e cenobitica. – Nella cattedrale di Catanzaro, alle ore 17.30, inaugurazione dell’anno pastorale 2014-2015 con la solenne celebrazione eucaristica, presieduta dal nostro Arcivescovo, alla presenza del clero della comunità diocesana, con il conferimento del mandato ai catechisti delle 123 Parrocchie (tutti siamo invitati).
  • Martedì 7 ottobre: Memoria della Madonna del Rosario: preghiera comunitaria per far rivivere i misteri della vita di Cristo e di Maria, in sintonia con le gioie, le speranze e i problemi missionari del mondo. – Laboratorio musicale promosso dal Circolo Culturale San Francesco, a cura del M° Luigi Cimino, alle ore 18.15, nel Salone di S. Elisabetta d’Ungheria, al lato destro della chiesa «Sacro Cuore».  La presidenza dell’Associazione chiede di dar voce al Circolo e ricorda che esso è un’opera parrocchiale che ha preso il via, con il recupero dello Statuto originale, il 27 ottobre 2013. Dei vari programmi, per disinteresse e disimpegno, solo alcuni per il momento hanno visto la luce. Perché il Circolo sia luogo propulsore della «cultura dell’incontro», di fratellanza e di solidarietà, nell’ambito della Parrocchia «Sacro Cuore», ma anche spazio di crescita umana, spirituale e sociale, ha bisogno di soci ordinari, sostenitori, amici, uomini e donne di buona volontà, che vorranno collaborare a tenerlo in vita, con ardore e gioia. Le iscrizioni si possono effettuare online, sul Sito del Circolo, oppure nella sua sede, al lato destro della chiesa, tutti i giorni della settimana dopo la s. Messa vespertina. Riguadagniamo il ritardo e senza tentennamenti iscriviamoci al Circolo, perché possa attivare i suoi diversi progetti a beneficio di tutti.
  • Giovedì 9 ottobre: S. Dionigi († ca. 250), il primo vescovo di Parigi, inviato in Gallia dal Papa Fabiano, martire, insieme al sacerdote Rustico e al diacono Eleuterio, a Montmartre (che vuol dire appunto “Monte del martirio”), patrono di Parigi e della Senna-Saint-Denis (le sue reliquie sono custodite nella basilica che s. Genoveffa fece erigere nel 495; accanto ad essa sorse nel sec. VII la celebre abbazia che da lui prese il nome: Saint-Denis). – A Roma, s. Giovanni Leonardi († 1609), sacerdote, originario di Lucca, fondatore dell’Ordine dei Chierici Regolari (detto poi della Madre di Dio) per l’insegnamento della dottrina cristiana ai bambini, il rinnovamento della vita apostolica del clero e la diffusione della fede cristiana in tutto il mondo; ideatore e cofondatore (insieme al prelato spagnolo Giovanni Battista Vives e il gesuita Martin de Funes) della congregazione di preti che avessero come scopo precipuo la propaganda cristiana tra gli infedeli: così nel 1603 nacque quello che poi sarebbe diventato il Collegio Urbano di Propaganda Fide; autore del celebre Memoriale, di portata profetica, a Pio V per la riforma generale di tutta la Chiesa (in esso rivolge al Pontefice un caldo invito a promuovere una serie di interventi quali, ad esempio, la celebrazione di Sinodi nazionali, che consentano un’attenta diagnosi dei mali che travagliano la Chiesa, il potenziamento della catechesi dei fanciulli perché “fin dai primi anni siano educati nella purezza della fede cristiania nei santi costumi”, il rinnovamento del clero che, a suo avviso, “è la necessaria premessa per la riforma anche dei laici”); canonizzato da Pio XI nel 1938. – Adorazione eucaristica del 2° giovedì del mese (ore 17.30-18.30).
  • Venerdì 10 ottobre: Ss. Daniele di Belvedere e sei Compagni dell’Ordine francescano (Angelo, Samuele e Donnolo [fratello laico] da Castrovillari, Leone e Nicola da Corigliano, Ugolino da Cerisano), missionari del Vangelo tra i maomettani, decapitati nel 1227 a Ceuta nel Marocco, protettori della francescana Custodia provinciale di Calabria, e nella città di Khartum in Sudan, s. Daniele Comboni († 1881), vescovo e vicario apostolico dell’Africa centrale, fondatore di diversi istituti maschili e femminili, chiamati oggi Comboniani, e della rivista «Nigrizia», canonizzato nel 2003 da Giovanni Paolo II che lo definì un «insigne evangelizzatore e protettore del Continente Nero». – Adorazione eucaristica, a cura del Gruppo del Rinnovamento nello Spirito Santo, per assicurare la vicinanza a Papa Francesco, sostenere la causa della famiglia e innalzare la preghiera d’intercessione per la migliore riuscita del Sinodo straordinario dei Vescovi sulla famiglia; vogliamo inserirci anche noi nella proposta del Rinnovamento, chiamata «Muro di Fuoco per il Sinodo», che vedrà coinvolti tutti i Gruppi e le Comunità del RnS lungo le due settimane previste dalla durata del Sinodo, e tenere levate le braccia nella preghiera incessante, 24 ore su 24, rendendoci presenti anche a questo momento di adorazione, assegnato alla Regione Calabria, con gioia e con forte senso di comunione e responsabilità (ore 17.30-18.30).
  • Sabato 11 ottobre:S. Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli, † 1963), il “papa buono”, che convocò (1959) e inaugurò il Concilio Vaticano II l’11 ottobre 1962, e s. Meinardo († 1196), proto-vescovo e patrono della Lettonia.

L’augurio di una settimana intensa e colma di pace, vivendo «quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode» (Fil 4,8).

La Madonna di Pompei, che invochiamo fiduciosi in ottobre con la recita quotidiana del Rosario, ci protegga sempre e ci sostenga nel realizzare tutti i propositi di bene che portiamo nel cuore! Dal cielo ci assistano anche i servi di Dio: s. Giovanni XXIII e s. Giovanni Paolo II (tante sue forze egli ha dedicato alla nuova evangelizzazione), servo di Dio Giovanni Paolo I (il 17 ottobre celebreremo l’anniversario della sua nascita: 101) e s. Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, che abbiamo celebrato il 4 ottobre scorso.

«Guardiamo avanti» e «puntiamo in alto, con fiducia, coraggio e fantasia», non dimenticando una raccomandazione di rilievo: «Niente mediocrità» – è il messaggio di Papa Francesco per tutti, lanciato ieri nel videomessaggio, in occasione dei 50 anni dalla fondazione della Cittadella del Movimento dei Focolari nei pressi di Firenze, definita «scuola di vita per far ri-sperare il mondo».

Piotr Anzulewicz OFMConv